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Nuova domanda di grazia per l'ex direttore de Le Ore.
Capezzone: «Ora non ci sono più alibi»Roma, 9 agosto 2002 - Per Daniele Capezzone «ora non ci son più alibi, nessuno può dire di non sapere nulla».Stamani, il segretario di Radicali Italiani insieme alla presidente Rita Bernardini, ha espresso la sua solidarietà a Marina Surace, che ha depositato una seconda domanda di grazia per il padre.
Stefano Surace, settantenne ex direttore de Le Ore, è in carcere da circa otto mesi per pubblicazioni oscene e diffamazioni a mezzo stampa compiute quarant'anni fa.«Se ci sono pubblicazioni … oscene - osserva la presidente di Ri - sono le decisioni dei tribunali di sorveglianza, non solo per Surace ma per migliaia di detenuti che aspettano risposte».Per Surace né girotondi, né avvocati-deputatiNaturalmente - osservano i due dirigenti radicali - stavolta davanti al Ministero della Giustizia non c'erano né girotondi né mobilitazioni di altro tipo.«Per questo ci sono i radicali».
Capezzone e Bernardini sono, infatti, giunti al secondo giorno di sciopero della fame per sollecitare una decisione del ministro Castelli per la concessione della grazia a Surace.«La nostra azione non violenta - sottolinea Capezzone - ha portato ad un primo risultato, e dopo 48 ore siamo riusciti a far emergere la vicenda dalle sabbie mobili».
«Spero che ora il presidente della Repubblica e il ministro della Giustizia - aggiunge il leader radicale - facciano quello che debbono, e lo facciano presto.
C'era già stata la domanda di grazia presentata al tribunale di Napoli, ma oggi è stato deciso di ripresentarne un'altra per evitare equivoci» «Ciampi - conclude Capezzone - potrebbe farlo anche senza alcuna domanda formale».
Capezzone: «Ora non ci sono più alibi»Roma, 9 agosto 2002 - Per Daniele Capezzone «ora non ci son più alibi, nessuno può dire di non sapere nulla».Stamani, il segretario di Radicali Italiani insieme alla presidente Rita Bernardini, ha espresso la sua solidarietà a Marina Surace, che ha depositato una seconda domanda di grazia per il padre.
Stefano Surace, settantenne ex direttore de Le Ore, è in carcere da circa otto mesi per pubblicazioni oscene e diffamazioni a mezzo stampa compiute quarant'anni fa.«Se ci sono pubblicazioni … oscene - osserva la presidente di Ri - sono le decisioni dei tribunali di sorveglianza, non solo per Surace ma per migliaia di detenuti che aspettano risposte».Per Surace né girotondi, né avvocati-deputatiNaturalmente - osservano i due dirigenti radicali - stavolta davanti al Ministero della Giustizia non c'erano né girotondi né mobilitazioni di altro tipo.«Per questo ci sono i radicali».
Capezzone e Bernardini sono, infatti, giunti al secondo giorno di sciopero della fame per sollecitare una decisione del ministro Castelli per la concessione della grazia a Surace.«La nostra azione non violenta - sottolinea Capezzone - ha portato ad un primo risultato, e dopo 48 ore siamo riusciti a far emergere la vicenda dalle sabbie mobili».
«Spero che ora il presidente della Repubblica e il ministro della Giustizia - aggiunge il leader radicale - facciano quello che debbono, e lo facciano presto.
C'era già stata la domanda di grazia presentata al tribunale di Napoli, ma oggi è stato deciso di ripresentarne un'altra per evitare equivoci» «Ciampi - conclude Capezzone - potrebbe farlo anche senza alcuna domanda formale».
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