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Il giornalista napoletano cita due sentenze della consulta e della cassazione del 1993 che dichiarano nulle le condanne in contumacia.
Capezzone chiede conto della linea politica della Cdl sulla giustizia Roma, 28 agosto 2002 - Dopo la scarcerazione e la concessione degli arresti domiciliari avvenuta lo scorso 16 agosto, a meno di due settimane di distanza l'attenzione suscitata dal caso di Stefano Surace è andata completamente scemando, nonostante il giornalista napoletano sia sottoposto a una restrizione della libertà.
Per impedire che la vicenda ("una vergogna nazionale" per i radicali) … cada nel dimenticatoio, Daniele Capezzone, segretario di Radicali Italiani ha convocato una conferenza stampa nella quale ha preso parte, in collegamento telefonico dagli arresti domiciliari lo stesso Stefano Surace, mentre i suoi legali, l'avv.
Trupiano e l'avv.
Simpatico erano presenti nella sede dei radicali in via di Torre Argentina.
La denuncia di Surace: Le mie condanne sono da annullare Nel corso dell'incontro con la stampa Surace ha rinnovato la propria denuncia sulla nullità delle condanne a suo carico, citando due sentenze della Corte Costituzionale (del 19.1.1993, n.10) e della Prima sezione penale della Corte di Cassazione (del 12.5.1993, n.4932), per le quali, secondo la giurisprudenza della Corte Europea dei diritti dell'uomo, le condanne eseguite in contumacia sono da ritenere nulle e dunque vanno rifatti i processi.
"Ma nessuno - ha sottolineato Surace - sembra tener conto di tali decisioni, addirittura queste due sentenze non sono state citate nei massimari, tanto che sono sconosciute ad avvocati e magistrati e questa è la ragione per la quale i tribunali non si adeguano e tante persone continuano ad essere condannate in contumacia".
"Questa questione non è solo mia - ha ribadito Surace - ma riguarda le migliaia di detenuti condannati in contumacia, con sentenze che per la legge italiana sono da annullare".
Quanto all'ipotesi che il condannato possa essere considerato latitante - è stato sottolineato - è l'accusa che deve dimostrare che l'imputato si è sottratto al processo".
Sulla odissea giudiziaria di Stefano Surace ulteriori dettagli sono stati forniti dall'avvocato Trupiano che ha persino rivelato che due delle condanne nei confronti del giornalista erano prescritte da tempo e che dunque il tribunale non avrebbe nemmeno dovuto procedere.
Inoltre, il legale di Surace ha affermato che il domicilio del proprio assistito "era reperibilissimo", ma questo fatto "è stato proditoriamente ignorato" dalla magistratura.
La conferenza stampa avviene alla vigilia dell'udienza di fronte al Tribunale per l' incidente di esecuzione (previsto per il 30 agosto), nel corso della quale - ha annunciato Trupiano - la difesa di Surace chiederà l'annullamento della sentenza, portando una quantità di elementi incontrovertibili a sostegno della propria richiesta.
Capezzone chiede conto alla maggioranza In apertura della conferenza stampa il segretario di Radiclai Italiani, Daniele Capezzone aveva chiamato in causa il ministro guardasigilli, Roberto Castelli, stigmatizzandone il comportamento: "Castelli ha svillaneggiato Surace senza motivo, pur essendo noto che il Quirinale attende che la domanda di grazia sia disseppellita dai cassetti del ministero" ha sottolineato Capezzone."Poi - ha proseguito il segretario radicale - il ministro della giustizia svillaneggia 57mila detenuti italiani, al termine di una visita di un quarto d'ora in un carcere a Ferragosto, affermando che sono ospiti di una catena alberghiera.
Infine, non pago di tutto questo, svillaneggia perfino un suo collega di maggioranza che ha osato accennare alla prospettiva della separazione delle carriere dei magistrati".
A fronte di tutto questo, Capezzone chiede a Berlusconi in testa, ma a tutti i leader della maggioranza, se quella espressa dai comportamenti e dalle dichiarazioni di Castelli rappresenti la linea della maggioranza sulla giustizia.
Capezzone chiede conto della linea politica della Cdl sulla giustizia Roma, 28 agosto 2002 - Dopo la scarcerazione e la concessione degli arresti domiciliari avvenuta lo scorso 16 agosto, a meno di due settimane di distanza l'attenzione suscitata dal caso di Stefano Surace è andata completamente scemando, nonostante il giornalista napoletano sia sottoposto a una restrizione della libertà.
Per impedire che la vicenda ("una vergogna nazionale" per i radicali) … cada nel dimenticatoio, Daniele Capezzone, segretario di Radicali Italiani ha convocato una conferenza stampa nella quale ha preso parte, in collegamento telefonico dagli arresti domiciliari lo stesso Stefano Surace, mentre i suoi legali, l'avv.
Trupiano e l'avv.
Simpatico erano presenti nella sede dei radicali in via di Torre Argentina.
La denuncia di Surace: Le mie condanne sono da annullare Nel corso dell'incontro con la stampa Surace ha rinnovato la propria denuncia sulla nullità delle condanne a suo carico, citando due sentenze della Corte Costituzionale (del 19.1.1993, n.10) e della Prima sezione penale della Corte di Cassazione (del 12.5.1993, n.4932), per le quali, secondo la giurisprudenza della Corte Europea dei diritti dell'uomo, le condanne eseguite in contumacia sono da ritenere nulle e dunque vanno rifatti i processi.
"Ma nessuno - ha sottolineato Surace - sembra tener conto di tali decisioni, addirittura queste due sentenze non sono state citate nei massimari, tanto che sono sconosciute ad avvocati e magistrati e questa è la ragione per la quale i tribunali non si adeguano e tante persone continuano ad essere condannate in contumacia".
"Questa questione non è solo mia - ha ribadito Surace - ma riguarda le migliaia di detenuti condannati in contumacia, con sentenze che per la legge italiana sono da annullare".
Quanto all'ipotesi che il condannato possa essere considerato latitante - è stato sottolineato - è l'accusa che deve dimostrare che l'imputato si è sottratto al processo".
Sulla odissea giudiziaria di Stefano Surace ulteriori dettagli sono stati forniti dall'avvocato Trupiano che ha persino rivelato che due delle condanne nei confronti del giornalista erano prescritte da tempo e che dunque il tribunale non avrebbe nemmeno dovuto procedere.
Inoltre, il legale di Surace ha affermato che il domicilio del proprio assistito "era reperibilissimo", ma questo fatto "è stato proditoriamente ignorato" dalla magistratura.
La conferenza stampa avviene alla vigilia dell'udienza di fronte al Tribunale per l' incidente di esecuzione (previsto per il 30 agosto), nel corso della quale - ha annunciato Trupiano - la difesa di Surace chiederà l'annullamento della sentenza, portando una quantità di elementi incontrovertibili a sostegno della propria richiesta.
Capezzone chiede conto alla maggioranza In apertura della conferenza stampa il segretario di Radiclai Italiani, Daniele Capezzone aveva chiamato in causa il ministro guardasigilli, Roberto Castelli, stigmatizzandone il comportamento: "Castelli ha svillaneggiato Surace senza motivo, pur essendo noto che il Quirinale attende che la domanda di grazia sia disseppellita dai cassetti del ministero" ha sottolineato Capezzone."Poi - ha proseguito il segretario radicale - il ministro della giustizia svillaneggia 57mila detenuti italiani, al termine di una visita di un quarto d'ora in un carcere a Ferragosto, affermando che sono ospiti di una catena alberghiera.
Infine, non pago di tutto questo, svillaneggia perfino un suo collega di maggioranza che ha osato accennare alla prospettiva della separazione delle carriere dei magistrati".
A fronte di tutto questo, Capezzone chiede a Berlusconi in testa, ma a tutti i leader della maggioranza, se quella espressa dai comportamenti e dalle dichiarazioni di Castelli rappresenti la linea della maggioranza sulla giustizia.
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