05 SET 2002

Radicali Italiani: Comitato nazionale, relazione di Daniele Capezzone, «Otto mesi per prepararsi ad un grande progetto riformatore»

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Il segretario radicale chiama i radicali a rafforzarsi per lanciare nella primavera una nuova stagione referendaria, per le riforme necessarie al paeseRoma, 5 settembre 2002 - Nello scenario politico italiano, esistono le opportunità per realizzare un grande progetto riformatore sotto la leadership di Marco Pannella: i radicali, però, non possono più solo resistere come hanno fatto finora, ma devono crescere per mettersi nelle condizioni di tentare un progetto di tali ambizioni.Questa la riflessione che che Daniele Capezzone nel corso della propria relazione introduttiva ha sottoposto al comitato Nazionale, nella sua prima riunione dopo il congresso dello scorso luglio."Un progetto di progetto"Il segretario ha avanzato anche una propria proposta di progetto: una raccolta firme su un pacchetto di referendum nella prossima primavera, durante la campagna per il No ai referendum ambientali e sociali promossi da Rifondazione e Verdi, che andrebbero al voto insieme alle Europee del 2004.In realtà - ha più volte sottolineato Capezzone - questo progetto, così come qualsiasi altro di analoga portata, non è attualmente possibile, nelle attuali condizioni sia del contesto politico, sia del soggetto politico radicale.Dunque, il primo e vero obiettivo che per i prossimi otto mesi Radicali Italiani deve darsi, è quello di crescere per acquistare la forza necessaria per la messa in opera di un progetto di tali ambizioni.

"Il nostro obiettivo - ha affermato Capezzone - è rendere possibile ciò che oggi non è possibile"."Il vero punto - ha aggiunto - non è cosa facciamo tra otto mesi, ma cosa facciamo in questi otto mesi per arrivare ad incardinare un progetto di tale portata".Per Capezzone, quindi, si tratta di affrontare le necessità del "progetto di progetto", attraverso il suo "lancio" pubblico, che vuol dire anche cercare delle "alleanze sociali", anzitutto con gli imprenditori, ma anche sul fronte politico-parlamentare, a partire dalle 25 proposte di legge depositate in parlamento "che - ha sottolineato - costituiscono uno strumento a disposizione dei liberali di ogni schieramento", ed "un'opportunità di aggregazione".Servono condizioni decenti di legalità e informazioneIl segretario, però, aveva già in precedenza ribadito che la questione prioritaria per i radicali, resta quella della legalità, fronte di lotta che si intreccia strettamente con il progetto transnazionale del Partito Radicale.

In entrambi i casi, infatti, si tratta di realizzare "l'esperimento di un partito che deve porre il principio della legalità al centro dell'azione politica, e lo fa attraverso il metodo nonviolento".Per questo, al primo posto tra le "cinque piste" che Radicali Italiani dovranno percorrere per affrontare la sfida dei prossimi otto mesi, al primo posto c'è la questione della legalità, che per molti versi vuol dire la questione dell'informazione.

"Senza condizioni decenti di legalità ed informazione nessun progetto è possibile" ha sottolineato Capezzone, dopo aver ricordato le iniziative politiche e giudiziarie realizzate nelle scorse settimane e quelle in procinto di essere concretizzate.Offensiva contro l'avanzata clericaleIn secondo luogo, Capezzone ha individuato il fronte della lotta di Luca Coscioni per la libertà di ricerca e di cura.

Di fronte all'offensiva proibizionista e clericale, infatti, per il segretario di Radicali italiani serve un'offensiva a breve scadenza, che deve trovare un suo primo appuntamento in occasione delle celebrazioni del 20 settembre: una marcia da Porta Pia al Senato (dove sarà giunto il testo sulla fecondazione assistita), fino a San Pietro.

La marcia sarà, inoltre, nelle intenzioni del segretario, l'occasione per la prima uscita pubblica dell'associazione per la libertà di ricerca che il presidente di Radicali Italiani, Luca Coscioni sta costituendo.Il fronte economico-socialeInsieme all'opera di rafforzamento del tessuto organizzativo, della rete di presenze sul territorio del movimento ed all'individuazione di nuovi strumenti sul fronte telematico, l'altra "pista" individuata da Capezzone per la crescita di Radicali Italiani è quello del fronte delle lotte economico-sociali.Da parte di Capezzone, infatti è giunta una serrata critica alle politiche del governo, caratterizzate da scelte sbagliate, sia dal punto di vista strategico, come sull'articolo 18 dove ""c'è un grande scontro senza posta in palio", sia dal punto di vista tattico, dal momento che il tentativo di spaccare il fronte sindacale si è tradotto in una Cgil scatenata nell'opposizione di piazza e in Cisl e Uil pronte ad esercitare un potere di ricatto.Il segretario radicale ha proceduto in una analisi spietata delle scelte sbagliate e delle 'non-riforme' del governo Berlusconi: nessuna riduzione delle tasse, nessuna spinta nel campo delle privatizzazioni e delle liberalizzazioni, nessun incentivo alla concorrenza, una legge sull'immigrazione che va contro gli interessi dell'economia italiana.A fronte di tutto questo, dunque, l'iniziativa liberale e liberista dei radicali diventa sempre più necessaria, anche perchè - ha tenuto a precisare Capezzone - se queste sono le responsabilità del governo, esse sono "infinitamente inferiori a quelle di un'opposizione letteralmente fascista", l'eredità delle cui politiche economiche fa dell'Italia il paese con il record negativo dei tassi di occupazione.Cofferati agisce in modo pericolosoIn particolare, gli strali del segretario di Radicali Italiani si sono rivolti contro Sergio Cofferati: "E' un'uomo che agisce in modo pericoloso, è bene che il mito crolli" ha detto Capezzone, ricordando le affermazioni del leader Cgil contro Marco Biagi, ma anche contro gli altri sindacati accusati di essere firmatari di "un patto scellerato", fino alla perdurante strategia che vede "la piazza usata contro il governo senza nessuna vertenza e senza nessuna prospettiva di chiusura di vertenza"."Se si semina questo - ha affermato Capezzone - e poi qualcun altro spara, c'è un legame di responsabilità, certo non giuridica, ma sicuramente politica".L'anomalia sindacale nella politica italianaDopo aver ricordato l'incremento del 454% delle ore di sciopero rispetto allo stesso periodo sotto i governi di centrosinistra, e dopo aver sottolineato che il 90% degli stessi sono stati indetti per proteste politiche generali e non per vertenze di lavoro, Capezzone ha poi sottolineato l'anomalia che il sindacato rappresenta strutturalmente nella politica italiana, con la possibilità di usare oltre tremila miliardi di vecchie lire all'anno per fare lotta politica."Se i partiti ladri del finanziamento pubblico si porteranno a casa 2000 miliardi in cinque anni - ha denunciato Capezzone - i sindacati, ne incassano quasi il doppio ogni anno".Proprio su questo fronte, il segretario ha annunciato l'imminente inizio di una campagna per la disdetta delle iscrizioni al sindacato da condurre probabilmente insieme al Giornale diretto da Belpietro.Le alleanzeIn conclusione, Capezzone si è soffermato sull contesto di scenario politico, escludendo ogni ipotesi di possibile alleanza con il centrosinistra: "Non vedo alcuna possibilità di intesa, non vedo nè con chi, ne di cosa poter parlare".Quanto al Governo, l'ipotesi di un confronto con la maggioranza, è stata però lo spunto per una ulteriore serie di critiche alle scelte del centrodestra, a partire dalla politica estera, oltre che sul fronte istituzionale e quello attualmente molto "caldo" della giustizia.In realtà, ha sottolineato Capezzone, un confronto con il governo può partire solo dallo slogan che accompagna il simbolo dei radicali: "riforma americana delle istituzioni, della giustizia, dell'economia", la cui mancata realizzazione, continuano a costituire il vero costo che il paese è costretto a pagare.

11 settembre davanti alla moscheaNel corso della propria relazione, Capezzone non ha mancato di proporre un'iniziativa per la commemorazione dell'11 settembre: "Insieme agli amici ebrei, agli amici islamici, andremo con le bandiere americane alla Moschea di Roma, a dire che siamo anche islamici, oltre che democratici, laici, nonviolenti, per avviare una campagna per la democrazia e la libertà nei paesi arabi".

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