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Registrazione di "Finanze e Attività Produttive: Sui rapporti tra il sistema delle imprese, i mercati finanziari e la tutela del risparmio", registrato martedì 16 marzo 2004 alle 00:00.
La registrazione ha una durata di 2 ore e 58 minuti.
Registrazione di "Finanze e Attività Produttive: Sui rapporti tra il sistema delle imprese, i mercati finanziari e la tutela del risparmio", registrato martedì 16 marzo 2004 alle 00:00.
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Andrea Di Teodoro (FI)
Andrea DI TEODORO (FI) sottolinea l'importanza di un argomento che lo schema di documento predisposto dai presidenti delle Commissioni della Camera e del Senato ha toccato solo incidentalmente, quello dell'assetto proprietario della Banca d'Italia. Quando la questione fu affrontata nel 1936 i soggetti bancari erano soggetti pubblici e in particolare banche di interesse nazionale, mentre oggi tali soggetti sono divenuti società per azioni e quindi apparirebbe opportuno inserire nuovi attori fra gli azionisti della Banca centrale. Sottolinea come anche il Governatore della Banca d'Italia, nel corso della sua audizione, abbia in qualche modo riconosciuto il problema, del quale ha preso atto anche il Governo in occasione dello svolgimento di un'interpellanza in merito. Evidenzia come una simile questione sia ignota agli altri ordinamenti dei paesi avanzati, e che di essa sia necessario dare conto in un breve paragrafo del documento finale. <br><strong>Indice degli interventi</strong><br>La seduta comincia alle 10h45<br>Presidenza del presidente della X Commissione Attività produttive, commercio e turismo <strong>Bruno Tabacci</strong>0:00 Durata: 3 min 5 sec -
Roberto Pinza (MARGH-U)
Roberto PINZA (MARGH-U) esprime una valutazione sostanzialmente positiva del lavoro svolto e dello schema di documento conclusivo predisposto, che appare molto obiettivo e specifico. Evidenzia come la maggior parte degli auditi nei loro interventi abbiano dato, dopo una prima fase dedicata all'autodifesa del proprio operato, utili elementi per individuare le responsabilità dell'inefficienza del sistema, osservando come questo dibattito sia propedeutico all'attività legislativa, per verificare se siano possibili ampie convergenze tra le forze politiche. <br>Rileva come la natura di società a proprietà diffusa o di società a controllo familiare non determini sostanziali differenze quanto a meccanismi di controllo necessari. Nota come nei sistemi anglosassoni il problema sia costituito dal potenziale conflitto tra interessi degli azionisti e quelli del management, mentre in Italia il problema si pone tra azionisti di riferimento e tutti soggetti portatori, a vario titolo, di interessi. Sottolinea la necessità di non assumere, riguardo al problema dei controlli, atteggiamenti emotivi, che portino a svalutare il ruolo, insostituibile, dei meccanismi di autodisciplina, anche se questi debbono essere aggiuntivi e non sostitutivi rispetto ai controlli di tipo esterno. <br>Considera necessario rivolgere l'attenzione soprattutto ai profili di corporate governance e di tutela del risparmio, mentre la questione della revisione delle autorità di vigilanza appare oggettivamente meno urgente, anche perché porta con sé il rischio di rallentare gli urgenti interventi di riforma in materia, che devono necessariamente essere approvati entro l'estate. Per ciò che attiene le riforme in materia di corporate governance, lo schema di documento contiene spunti certamente utili soprattutto riguardo alle questioni della durata e della rinnovabilità del mandato dei sindaci, nonché dei conflitti di interessi in capo a questi ultimi. <br>Ritiene inoltre opportuno tenere nella massima considerazione l'ipotesi di abbassare la soglia prevista dall'ordinamento per esercitare l'azione di responsabilità da parte di minoranze qualificate, a prescindere dalla circostanza che si tratti o meno di società quotate. Per ciò che riguarda il problema delle tutele delle minoranze considera preferibile una soluzione che le veda rappresentate nel collegio dei sindaci ma non nel Consiglio di amministrazione, che è organo di governo della società; rileva infatti come nella maggior parte delle società italiane non si esistano minoranze azionarie attive nell'ambito del governo societario e come pertanto sarebbe mistificatorio ritenere che potenziando i loro poteri di controllo si possano risolvere le gravi carenze evidenziate dai casi di Cirio e Parmalat, anche se l'ordinamento deve incentivare ove possibile ogni forma di dialettica interna agli organi della società. Esprime perplessità sull'ipotesi di affidare la nomina del presidente del collegio sindacale alla CONSOB, in quanto appare infondata l'idea che detto collegio rappresenti il perno dell'intero sistema di controlli, trattandosi di una articolazione interna della società, alla quale non può essere affidato efficacemente il controllo di legalità. <br>A quest'ultimo riguardo occorre invece sottolineare il ruolo delle società di revisione, la cui funzione è essenziale per verificare dall'esterno l'attendibilità dei conti della società. Segnala al riguardo l'opportunità di prevedere che i revisori siano selezionati da un comitato istituito presso la CONSOB e costituito anche da rappresentanti degli investitori istituzionali quali i fondi pensione, criticando invece la soluzione ipotizzata nel documento di assegnare alla CONSOB il potere di negare il consenso alla nomina che resterebbe di competenza dell'azionista di riferimento, in quanto è evidente che il giudizio della CONSOB potrebbe essere negativo solo in casi estremi, come la mancanza dei requisiti soggettivi in capo ai soggetti nominati. <br>Ribadisce che occorre procedere non a aggiustamenti di dettaglio, essendo necessario intervenire radicalmente sul problema del conflitto di interessi. <br>Per ciò che attiene la questione dell'inserimento nell'ordinamento italiano della class action osserva come l'obiezione secondo cui tale istituto risulterebbe estraneo alla tradizione italiana non risulti decisiva, sia in quanto anche ordinamenti molto simili a quello italiano se ne stanno dotando, sia alla luce del progressivo avvicinamento tra i sistemi giuridici di common law e quelli continentali. Sottolinea che tale strumento si rende necessario laddove vi sono attività contrattuali di massa che rendono maggiormente economico prevedere un sistema di trattazione accentrato delle controversie, senza in alcun modo incidere sul diritto del singolo ad iniziare o a proseguire indipendentemente la controversia. Ricorda la proposta di legge da lui presentata in materia, la quale è finalizzata appunto a garantire la piena compatibilità della tutela individuale con quella collettiva, sottolineando l'esigenza di non affrontare il problema in termini di pregiudizialità ideologica. <br>0:03 Durata: 22 min 41 sec -
Mauro Agostini (DS-U)
Mauro AGOSTINI (DS-U) esprime una valutazione sostanzialmente positiva sullo schema di documento conclusivo predisposto dai presidenti, il quale appare dotato di un impianto solido e consequenziale sul piano logico. Ritiene necessario dare una risposta chiara alle gravi vicende emerse nel corso degli ultimi anni, tenendo presenti due punti di riferimento fondamentali. Da un lato, occorre assicurare la tutela dei risparmiatori, evitando peraltro impostazioni stataliste, né rincorrendo l'illusione di potere eliminare ogni elemento di rischio negli investimenti finanziari. Dall'altro, occorre assicurare il corretto funzionamento del mercato finanziario, in particolare ricostituendo la fiducia dei risparmiatori nel settore delle obbligazioni societarie. Sottolinea inoltre come le soluzioni a tali problematiche non debbano essere individuate esclusivamente in misure di carattere legislativo, ma anche favorendo un nuovo approccio da parte degli operatori, i quali stanno del resto formulando una serie di proposte che appaiono interessanti, sebbene contengano alcuni punti discutibili: in questo contesto appare necessario approfondire il ruolo dei codici di autodisciplina e dei rapporti sussistenti tra essi e le norme di legge vigenti in materia. <br>Passando ad analizzare alcuni aspetti dello schema di documento, valuta favorevolmente la parte relativa ai controlli, evidenziando come il primo presidio della legalità in questo settore è rappresentato dai controlli interni alle società, i quali peraltro non devono essere visti esclusivamente come strumenti a tutela dell'ignoranza, rilevando l'opportunità di favorire la dialettica tra gli organi interni delle società stesse, nonché di individuare forme di tutela rispetto ai possibili conflitti di interesse riscontrabili in capo ai componenti di tali organi. <br>Per quanto riguarda l'attività delle società di revisione, ritiene indispensabile approvare quanto prima norme positive in merito, che affrontino le problematiche evidenziatesi, senza ricorrere allo strumento della delega legislativa. <br>Non concorda invece con le proposte individuate nello schema di documento relativamente alla struttura e alle funzioni del Comitato interministeriale per il credito ed il risparmio: ritiene infatti che tale organo debba essere eliminato, pur tenendo presente la necessità di assicurare un coordinamento tra le autorità di vigilanza, da effettuarsi eventualmente attraverso al creazione di un organismo ad hoc, costituita da soggetti designati dalle medesime autorità. <br>Per quanto riguarda il tema delle sanzioni, ritiene opportuno lanciare un chiaro segnale di discontinuità rispetto alle modifiche normative recentemente introdotte in materia di falso in bilancio, sia pure senza addentrarsi nelle polemiche relative all'incidenza che tali innovazioni possano avere avuto nell'insorgere dei fenomeni criminosi evidenziatisi. <br>Considera fondamentale prevedere l'istituzione di sezioni specializzate, nonché riflettere su alcuni aspetti della recente riforma del codice civile in materia di disciplina delle società non quotate. <br>Richiamandosi ai rilievi espressi nel corso dell'indagine da alcuni dei soggetti auditi, in particolare dai rappresentanti dell'Assonime, ritiene inaccettabile che taluni strumenti finanziari evidentemente non adatti ai risparmiatori privati siano stati posti in vendita al pubblico indistinto, dopo essere stati collocati, in sede di emissione, presso investitori istituzionali. <br>Per quanto riguarda gli assetti di vigilanza sul settore, appare opportuno articolare meglio alcuni passaggi dello schema di documento; in particolare, non ritiene che si possa giungere ad uniformare in termini assoluti la disciplina relativa alla modalità di nomina dei componenti delle autorità, mentre, per quanto riguarda il riparto di competenze, esso dovrà ispirarsi ai principi della semplificazione e della vigilanza per finalità. Sotto il primo profilo appare necessario diminuire il numero complessivo delle autorità, assorbendo pertanto l'ISVAP e la COVIP: a quest'ultimo riguardo ritiene peraltro che occorre tenere presente delle peculiarità proprie dei prodotti a contenuto previdenziale, per i quali occorre pensare a forme di vigilanza specifica. Sotto il secondo profilo considera necessario definire con nettezza le competenze relative alla tutela della concorrenza, prevedendo anche forme di intesa tra le autorità. <br>Esprime perplessità rispetto alla denominazione della nuova Autorità per la tutela del risparmio, sottolineando come quest'ultimo costituisca un valore al quale si deve richiamare tutto il sistema e non solo una delle autorità che lo compongono. Sottolinea inoltre la necessità di attuare quanto prima la direttiva dell'Unione Europea in materia market abuse, evitando tuttavia di intervenire in questa materia conferendo un'ulteriore delega legislativa al Governo. <br>Auspica quindi che tutte le forze politiche abbiano chiara la consapevolezza della necessità di fornire ai risparmiatori ed ai mercati una risposta forte, adeguata e tempestiva. <br>0:25 Durata: 25 min 32 sec -
Mario Lettieri (MARGH-U)
Mario LETTIERI (MARGH-U) condivide pienamente le considerazioni del deputato Pinza, rilevando come l'esigenza della trasparenza non sia avvertita esclusivamente dall'ordinamento anglosassone e come la Costituzione assegni all'impresa una funzione di utilità sociale che prescinde dalla circostanza che si tratti o meno di società quotate in borsa, dovendo essere in ogni caso garantita la trasparenza e la veridicità dei conti. Pone in luce la centralità della decisione di ammissione di società per azioni al listino e alla quotazione, rilevando come tale decisione non possa restare affidata alla società Borsa Italiana S.p.a., la quale si trova in una situazione di conflitto di interesse, avendo convenienza ad ammettere il maggior numero possibile di società alla contrattazione. Sottolinea come tale problema dovrà essere affrontato nel corso dell'esame del disegno di legge. Denunzia, richiamandosi anche alle considerazioni del professor Sarcinelli, la scarsa proprietà del riferimento alla tutela del risparmio nel titolo di tale provvedimento, il quale assume un sapore propagandistico. <br>Per ciò che attiene gli aspetti di natura penalistica, lamenta la scarsa incisività del reato di nocumento al risparmio, come prefigurato nel disegno di legge, osservando che il mercato e l'opinione pubblica si attendono altri segnali. <br>Condivide, con riferimento al regime dei controlli, l'osservazione del deputato Pinza sull'irrilevanza della distinzione tra public company e capitalismo familiare, sottolineando la necessità, largamente condivisa, di potenziare i controlli sia ex ante che ex post. <br>Per ciò che riguarda il CICR propende per la sua eliminazione, segnalando come l'opinione pubblica attenda segnali forti, quali il ripristino del reato di falso in bilancio e l'istituzione della class action. <br>0:51 Durata: 10 min 20 sec -
Alfonso Gianni (RC)
Alfonso GIANNI (RC) sottolinea come lo schema di documento conclusivo presentato dai Presidenti delle Commissioni onori, per complessità e completezza, il lavoro svolto dalle Commissioni riunite e precisa che le proprie opinioni dissenzienti e proposte di modifica non disconoscono in alcun modo la serietà del lavoro svolto dal Parlamento sui temi oggetto dell'indagine. <br>Vi sono diverse questioni sulle quali desidera richiamare l'attenzione dei colleghi. Svolge, in primo luogo, una considerazione di carattere generale, sottolineando che le vicende che hanno coinvolto le aziende Cirio e Parmalat non possono essere considerate meri incidenti di percorso. Debbono piuttosto essere interpretate collocandole in una fase del sistema capitalistico che si caratterizza per l'internazionalizzazione e la globalizzazione dei rapporti economici; si è infatti assistito, negli ultimi anni, a scandali e fallimenti di grandi imprese non solamente in Italia, ma anche negli Stati Uniti ed in diversi paesi europei. <br>Osserva inoltre come il caso Parmalat non sia solamente una vicenda di carattere finanziario ma si inserisca in un processo di declino industriale del nostro Paese, nel quale si assiste al progressivo decadimento dei profili più alti della attività produttiva italiana; una interpretazione meramente finanziaria della vicenda rischierebbe di condurre ad una sottovalutazione della portata del fenomeno. <br>Circa poi, l'individuazione dei soggetti coinvolti, ritiene che si sia di fronte ad un quadro di responsabilità diffuse che non autorizza alcuna collocazione di parte, essendo ravvisabili errori, oltre che delle società coinvolte, di tutti gli organismi di vigilanza. <br>Passando poi ad esaminare nel merito le proposte delineate nello schema di documento conclusivo, osserva innanzitutto, convenendo in ciò con quanto già detto dall'onorevole Agostini, che occorre rafforzare i controlli endosocietari. In particolare, vi sono due elementi sui quali si deve necessariamente intervenire e ai quali il documento conclusivo accenna, a suo avviso, troppo debolmente: si tratta del reato di falso in bilancio e della revisione del diritto societario. Non intende con ciò stabilire una causalità immediata tra la normativa in oggetto e le vicende Cirio e Parmalat, ma non vi è certo dubbio che l'adozione di misure correttive in materia possa costituire un segnale forte e concreto di una inversione di tendenza. <br>Sottolinea inoltre l'opportunità di intervenire sulle disposizioni riguardanti i revisori contabili e le società di rating, rescindendo ogni legame tra controllato e controllore. Occorrerà cioè mantenere in capo alle imprese gli oneri derivanti dai rapporti con le società di rating ma prevedere che la loro scelta sia affidata ad una distinta autorità pubblica. <br>Giudica altresì necessario adottare misure che intervengano sui mercati finanziari internazionali, e non condivide, sul punto, la timidezza con la quale la questione viene affrontata nello schema di documento. Si assiste infatti a fenomeni di evasione fiscale su scala mondiale, che impongono misure di contrasto ai paradisi fiscali e legali. È naturalmente consapevole che simili misure debbano essere adottate in sede internazionale; ciò che comunque nel frattempo si può fare, a livello nazionale, è introdurre regole più stringenti per le società italiane. <br>Un ulteriore provvedimento che reputa necessario, e che lo schema di documento conclusivo dovrebbe a suo avviso indicare, è l'introduzione di forme di tassazione sugli scambi puramente speculativi. Benché si tratti anche in questo caso di questioni che debbono essere affrontate a livello internazionale, occorrerebbe intanto pronunciarsi - almeno in linea di principio - in ambito nazionale, come ad esempio avvenuto in Francia. <br>Si pone poi la questione delle degenerazioni nei rapporti tra sistema bancario e imprese, che deve essere in parte ricondotto al rapido processo di privatizzazione che ha conosciuto l'Italia tra il 1992 e il 2002, uno tra i più ingenti in Europa. Fu allora una scelta dettata da pregiudizi ideologici, che ha comportato il superamento di ogni limite nella commistione tra banche e imprese, intreccio amplificato da una situazione nella quale i corporate bond sono la forma principale di incanalamento del risparmio. Occorre allora porre quanto prima limiti precisi e rigorosi, vietando nefasti intrecci societari. <br>Circa, infine, le autorità di vigilanza, ritiene anch'egli che debbano operare per finalità, come indicato nel documento conclusivo. Nella prospettiva di tale semplificazione, occorrerà allora sopprimere Isvap e Covip, mantenendo unicamente la Banca d'Italia, la Consob e l'Autorità Antitrust, con le opportune ripartizioni di competenze. In tale ambito, si dichiara favorevole alla previsione di un incarico a termine per il Governatore della Banca d'Italia, che non coincida nella durata con quella della legislatura, così da non introdurre di fatto un sistema di spoil system e da garantire l'autonomia e l'autorità di tale figura.<br>Sottolinea, infine, la necessità di evidenziare nel documento conclusivo come la vicenda oggetto dell'indagine chiami in causa una valutazione più ampia e complessiva sul sistema capitalistico, peraltro oggetto di una proposta del suo gruppo volta alla istituzione di una commissione d'inchiesta in materia. <br>Preannuncia, conclusivamente, la presentazione di uno schema di documento conclusivo, alternativo a quello in esame. <br>1:01 Durata: 29 min 53 sec -
Alfiero Grandi (DS-U)
Alfiero GRANDI (DS-U) sottolinea la qualità e l'importanza dello schema di documento conclusivo in esame, ritenendo che le Commissione debbano concludere i propri lavori, anche attraverso più relazioni o parti alternative. <br>Sottolinea altresì l'esigenza di operare per rassicurare il mercato. Rileva come l'atteggiamento assunto delle banche appaia diversificato, in quanto solo alcune hanno ritenuto di rifondere i risparmiatori, facendosi anche carico di responsabilità non immediatamente riconducibili a loro, allo scopo di superare il clima di sfiducia dei risparmiatori. A quest'ultimo fine osserva come manchino nello schema di documento elementi importanti, quali il riconoscimento della necessità del ripristino della previgente disciplina del falso in bilancio, nonché, in generale, dell'inasprimento delle pene relative ai reati finanziari. <br>Nota come questa fase storica sia connotata da un conflitto tra la dimensione globale del capitale e il livello essenzialmente nazionale dei controlli, sottolineando l'importanza di meglio coordinare il livello nazionale di controllo con l'azione in sede comunitaria e internazionale. <br>Per ciò che riguarda specificamente le autorità, sottolinea l'esigenza di salvaguardare il ruolo della COVIP, che appare essenziale per assicurare lo sviluppo dei Fondi pensione. <br>Non comprende il motivo dell'inserimento della Banca d'Italia tra i soggetti da riformare in questo processo, osservando come, semmai, la questione possa essere affrontata un un'altra sede. Per ciò che attiene la CONSOB osserva che è necessario una riforma dei relativi ambiti di competenza, nei quale può rientrare anche l'attività attualmente svolta dall'ISVAP. <br>Sottolinea l'urgenza di dare realmente ai mercati il segnale che è avvenuto un cambio di rotta, dal quale dipende, peraltro, la possibilità di raggiungere un'ampia intesa parlamentare sulle iniziative da assumere. <br>1:31 Durata: 13 min 34 sec -
Pietro Armani (AN)
Pietro ARMANI (AN) esprime apprezzamento per il lavoro svolto nella predisposizione dello schema di documento, sottolineando come tale lavoro sia stato reso più difficile e delicato dalla contemporanea presentazione del disegno di legge del Governo e di altre proposte di legge in materia. Osserva come ciò abbia determinato la necessità di assumere in alcuni passaggi posizioni di grande prudenza, come in particolare è avvenuto per ciò che attiene il futuro della COVIP e dell'ISVAP. Al riguardo reputa interessante la distinzione operata nel documento tra attività di copertura del rischio e attività di assicurazione sulla vita, che per la loro intrinseca diversità non possono essere facilmente accomunate. <br>Esprime apprezzamento per le osservazioni dei deputati Pinza e Agostini, che lo inducono a nutrir ottimismo circa la possibilità di approvare un documento di grande respiro. Condivide l'impostazione del deputato Agostini circa l'opportunità di ridurre, nei limiti del possibile, il ricorso alle deleghe legislative, in considerazione dell'urgenza e della delicatezza dei problemi. <br>Ricorda il ruolo essenziale svolto dalle obbligazioni societarie nel finanziamento dell'industria italiana, osservando che, come riportato nei giorni scorsi da fonti di stampa, tra il 2004 e il 2005 giungeranno a scadenza molte emissioni di titoli, per un importo complessivo estremamente elevato. <br>Sottolinea come quanto avvenuto nei casi Parmalat, Cirio e Giacomelli renda urgente il rafforzamento dei consiglieri indipendenti. Ricorda come in un documento di Assogestioni del 4 marzo 2003 venisse denunziata l'opacità dei conti Parmalat, senza che neppure CONSOB, che pure era destinataria della comunicazione, prendesse in considerazione tale circostanza. <br>Propone di giungere ad un sistema per certi versi assimilabile a quello istituito presso la SEC, nella quale opera una Commissione competente per l'ammissione alla quotazione in borsa, mentre, per ciò che riguarda le società di revisione, si potrebbe affidarne la selezione allo stesso collegio sindacale, integrato da una rappresentanza delle minoranze, mentre vanno introdotti meccanismi di garanzia rispetto ai conflitti di interesse sussistenti in capo alle società di revisione, anche impedendo incroci proprietari con i soggetti sottoposti a controllo. Reputa opportuno modificare la disciplina sul reato di falso in bilancio, mentre esclude l'opportunità di introdurre un nuovo reato di nocumento al risparmio. <br>Per ciò che riguarda il fondo di garanzia per i titoli a favore dei risparmiatori rileva che, come indicato nello schema di documento, tale strumento rischia di determinare gravi distorsioni, in favore dei titoli più rischiosi. <br>Per ciò che riguarda la banca universale osserva che la linea di tendenza verso tale assetto degli operatori creditizi è comune a livello mondiale. <br>In merito alle questioni relative all'esercizio dei poteri di vigilanza, ritiene troppo generica l'affermazione, contenuta nello schema di documento circa riferimento l'esistenza di una generalizzata corresponsabilità da parte di tutti i soggetti competenti. In questo ambito sottolinea la contraddizione tra il riconoscimento della specificità del ruolo di Banca d'Italia quale custode di stabilità e la proposta di rendere uniforme l'assetto organizzativo di tutte le autorità. Osserva come la Banca d'Italia, quale componente del sistema delle banche centrali europee, non possa essere regolata alla stregua delle altre Autorità indipendenti, e come spesso i profili di stabilità e di trasparenza siano strettamente intrecciati. <br>Per ciò che attiene il CICR osserva che sono venuti meno gli elementi che ne motivavano, in un diverso assetto istituzionale, politico, ed economico, l'esistenza: in particolare, il ruolo attribuito alla Banca centrale europea nello stabilire i parametri della politica monetaria ha tolto tali funzioni al Comitato, mentre, sotto un altro versante, non vi è più necessità di un organo che definisca una politica del credito, essendo le scelte di finanziamento operate dalle banche, ormai privatizzate, in regime di mercato. <br>1:45 Durata: 34 min 34 sec -
Giorgio Benvenuto (DS-U)
Giorgio BENVENUTO (DS-U), sottolineata l'importanza del lavoro compiuto dai presidenti delle Commissioni, che costituisce un'utile piattaforma per giungere a un'ampia convergenza, concorda con quanto affermato dai deputati Pinza e Agostini, aggiungendo alle loro considerazioni alcune osservazioni di merito e di metodo. <br>In primo luogo rileva come nel documento si dia poco spazio alle proposte delle associazioni di consumatori e di sindacati, giudicando tale circostanza un errore politico, attesa la forte spinta dell'opinione pubblica a dare soluzioni in merito e considerata l'attenzione dedicata a soggetti che hanno avuto responsabilità rispetto a quanto avvenuto, quali ad esempio le banche. Sottolinea come i problemi etici denunziati nel comportamento degli operatori finanziari costituiscano un problema avvertito dall'opinione pubblica. Osserva, inoltre, che non è stato sufficientemente valorizzato l'intervento del Ministro Buttiglione e in generale la tematica relativa alle iniziative da assumere a livello comunitario. Rileva come, per comprensibili esigenze di equilibrio, si sia preferito non graduare le colpe dei soggetti interessati, i cui comportamenti non possono tuttavia essere posti sullo stesso piano. Ribadisce l'importanza rivestita dalle proposte in materia di class action, segnalando come nel documento sembri adombrare una generalizzata approvazione per l'operato delle banche, osservando in merito come il comportamento delle stesse successivamente all'esplosione della crisi Parmalat sia stato dettato da considerazioni di natura politica e di tipo legale. Sul piano procedurale rileva infine l'opportunità che le modifiche che potrebbero rendersi necessarie per giungere ad un documento finale identico nei due rami del Parlamento, siano discusse nelle Commissioni. <br>2:19 Durata: 12 min 30 sec -
Luigi D'Agro' (UDC)
Luigi D'AGRÒ (UDC) osserva che lo schema di documento conclusivo all'esame delle Commissioni, come anche il livello del dibattito odierno e la più ampia discussione in corso nel Paese diano la dimensione del problema affrontato dal sistema Italia con i crack finanziari che si sono verificati. Valuta positivamente il risultato sinora raggiunto della definizione di un unico documento conclusivo, sottolineando l'atteggiamento costruttivo dimostrato dalle opposizioni. Richiama quindi brevemente le principali questioni affrontate dal documento, giudicando necessario prevedere interventi normativi in materia di controlli interni alle società - che rappresentano il primo e più importante presidio a tutela dei consumatori - ed in materia di società di revisione e di società di rating, le cui attività sono cruciali nell'indirizzare gli investimenti ed il risparmio. Occorre inoltre definire più stringenti requisiti professionali per gli analisti finanziari come anche rivedere il sistema delle cosiddette scatole cinesi. Anche in tema di paradisi fiscali ritiene che debbano essere introdotti divieti stringenti, senza tuttavia penalizzare e creare eccessivi squilibri per le imprese italiane in ambito internazionale. <br>Interventi debbono essere poi previsti anche per un riequilibrio dei rapporti tra banche e imprese, ricordando come oggi possa accadere che un imprenditore sia cliente e contemporaneamente azionista della stessa banca. Concorda poi sulla necessità di una semplificazione delle autorità di vigilanza e di un maggiore coordinamento tra le stesse sulla base di criteri di finalità. <br>Con riferimento alla class action, valuta opportuna l'introduzione dell'istituto con finalità di tutela del risparmio, adottando le dovute cautele ai fini della sua armonizzazione con l'ordinamento del nostro Paese. <br>Osserva, inoltre, che la definizione di forme di indennizzo per gli investitori non possa far dimenticare che vi sono investimenti effettuati solo per fini speculativi, nei quali l'assunzione del rischio è un elemento ineliminabile. Effettive forme di tutela degli investitori debbono piuttosto essere rintracciate, a suo avviso, nella trasparenza e correttezza delle informazioni e nella ricerca di un equilibrio tra trasparenza e concorrenza. Segnala, infine, che una ulteriore misura a garanzia dei risparmiatori potrebbe essere quella di prevedere la permanenza per un certo periodo di tempo nei portafogli delle banche dei titoli ad alto rischio, anche al fine di evitare la fuga dei risparmiatori dal mercato azionario e ridare slancio e fiducia al sistema bancario del nostro Paese. <br>2:32 Durata: 10 min 10 sec -
Stefano Saglia (AN)
Stefano SAGLIA (AN) manifesta innanzitutto il proprio apprezzamento per il dibattito svoltosi nella seduta odierna. Non si sofferma sui dettagli tecnici contenuti nello schema di documento conclusivo, già ampiamente approfonditi negli interventi che lo hanno preceduto. <br>Desidera piuttosto evidenziare come dall'indagine conoscitiva sia emersa una deficienza nel funzionamento di tutti i livelli di controllo e vigilanza. Ritiene nel contempo che l'attribuzione diffusa delle responsabilità equivalga a non attribuirle a nessuno, mentre personalmente ritiene che le responsabilità siano chiaramente individuabili. Lo schema di documento in esame esprime comunque una posizione equilibrata in tal senso. Manifesta, in linea di massima, la propria condivisione per un sistema di vigilanza organizzato per finalità; circa l'introduzione nel corpo normativo italiano della class action, invita alla massima prudenza, occorrendo innanzitutto definire con precisione quale istituto si intenda prevedere. <br>Invita, in conclusione, a dare il giusto rilievo, ciascuno nel proprio ambito, al documento conclusivo ed ai provvedimenti in materia di tutela del risparmio che il Parlamento si appresta ad esaminare; ritiene pertanto opportuna l'approvazione del documento conclusivo nella equilibrata formulazione definita dai Presidenti delle Commissioni. <br>2:43 Durata: 2 min 32 sec -
Sergio Rossi (LNFP)
Sergio ROSSI (LNFP) ribadisce la posizione della Lega circa l'opportunità di distinguere le competenze delle autorità di vigilanza richiamandosi al criterio della vigilanza per finalità e di giungere a una riduzione del loro numero totale. Evidenzia le necessità di eliminare le ambiguità esistenti nella definizione dei relativi ambirti di competenza, le quali sono state utilizzate per giungere a generalizzate autoassoluzioni. Sottolinea l'opportunità di eliminare ISVAP e COVIP e di creare un organismo di consulenza, nel quale siano rappresentare le associazioni di consumatori, che le Autorità indipendenti abbiano l'obbligo di consultare, motivando eventuali provvedimenti difformi dal parere reso. <br>Propone che i soggetti incaricati delle ispezioni siano soggetti non incardinati organicamente nelle Autorità ma dotati di una propria autonomia. <br>Giudica importante che il processo di riforma sia concluso da una generalizzata sostituzione delle persone che compongono gli organi di vigilanza, perché l'opinione pubblica non capirebbe un intervento limitato alle norme che non fosse invece capace di incidere anche sugli organismi. Sottolinea infine l'importanza di garantire l'indipendenza delle società di revisione. <br>2:45 Durata: 7 min 25 sec -
Presidente
Bruno TABACCI, Presidente, ringrazia i colleghi per gli interventi svolti, che costituiscono un importante contributo al dibattito. <br>Osserva che lo schema di documento conclusivo, come sottolineato dall'onorevole Agostini, è stato redatto prendendo le mosse dai problemi che si sono manifestati ai livelli più bassi nella catena dei controlli, partendo cioè dalle carenze nelle procedure di controllo interno alle società, dalle inefficienze della corporate governance. Ciò non significa tuttavia che chi ha operato ai livelli superiori, risalendo cioè ai controlli esterni ed alle Autorità di vigilanza, possa in qualche modo esimersi da responsabilità. Ricorda in proposito i dati emersi dalle audizioni svolte, come anche dalle dichiarazioni di alcuni dei protagonisti della vicenda, che inducono a ritenere che ci si sarebbe dovuti accorgere di quanto stava accadendo. <br>Lo schema di documento conclusivo si è mantenuto in una linea di equilibrio e di mediazione, anche al fine di raggiungere le opportune convergenze e di pervenire ad un testo condiviso; ciò non significa tuttavia che non si sia consapevoli delle responsabilità gravi che sono alla base di quanto è accaduto. Le Presidenza propongono di fissare per domani, alle ore 17.00, il termine per la presentazione di proposte di modifica e di integrazione allo schema di documento conclusivo, ovvero di proposte di documenti alternativi. <br>Sulla base delle proposte pervenute, le Presidenze si riservano di predisporre una nuova versione del documento conclusivo, sforzandosi di pervenire ad un testo quanto più possibile condiviso. Il documento sarà sottoposto al voto delle Commissioni nella seduta già convocata per giovedì prossimo, alle ore 14.00. <br>Le proposte di modifica e integrazione che non risultino compatibili con lo schema di documento conclusivo potranno essere considerate come proposte di documento alternativo. <br>Non essendovi obiezioni, così rimane stabilito. <br>Rinvia quindi ad altra seduta il seguito dell'esame. <br>La seduta termina alle 13h30. <br>2:53 Durata: 6 min 36 sec