Assemblea Generale di Confindustria -(presso l'Auditorium, viale Tupini 65)

Buongiorno a tutti dichiaro aperta la novantaduesimo assemblea di Confindustria
E cari colleghi prima di leggere la mia relazione desidero
Formulare i più sentiti e affettuosi auguri di pronta guarigione all'avvocato Agnelli che oggi non è qui con noi ma sono sicuro di fare così vi perpetrare il sentimento di tutti
Signore
Autorità
Cari colleghi amici
Viviamo una stagione segnata da grandi insicurezze ma anche da grandi opportunità
Nella quale si intrecciano vecchi e nuovi bisogni
Ci troviamo in una situazione percorsa da turbolenze sul piano internazionale dell'interno
Ma voglio dire subito
Che si tratta comunque di una situazione che si deve e si può tenere sotto controllo
Che anzi si può mettere a frutto per innescare una più larga prospettiva di sviluppo economico e benessere sociale
A patto che in Italia in Europa nel mondo
La politica sappia assumersi fino in fondo le sue responsabilità e sappia vedere con mano ferma il suo ruolo di guida
A patto che noi imprenditori siano riconosciute le condizioni per poter dare impulso a nuove iniziative di crescita e di sviluppo per poter creare nuove opportunità di lavoro
Toccherà poi a noi dimostrare di essere in grado di farlo
Dopo i tragici avvenimenti dell'undici settembre
Appare più evidente che non è ancora ricostituito un ordine politico internazionale abbastanza stabile da mettere fuori gioco il pericolo del terrorismo
Persistono troppi focolai di crisi in primo luogo quello del Medioriente
E c'è una generale difficoltà di riuscire a spegnerli l'inquietudine di una parte del mondo islamico rimane un problema che non possiamo né trascurare né tanto meno rimuovere alla precarietà del quadro politico si cumulano fattori di incertezza sull'andamento dell'economia
Mentre una gran parte dei Paesi poveri non riesce a trovare la via dello sviluppo
Sono sopraggiunte le emergenze di Paesi come l'Argentina ormai in una situazione drammatica ed è lo stesso Giappone che da più di dieci anni si dibatte in una crisi di portata strutturale
La ripresa degli Stati Uniti non resta immune da insidie e non è ancora certo che posso avere quel ruolo trainante giocato negli anni novanta
In questo contesto l'Europa dopo aver conseguito lo storico traguardo della moneta unica rischia di pagare a caro prezzo l'incapacità politica di darsi una propria strategia di sviluppo
Pesa sull'Europa la riluttanza ad ammodernare il suo modello di protezione sociale che non corrisponde più ai nuovi assetti nel sistema economico
Era l'obiettivo pressato dal vertice di Lisbona per rendere più competitiva l'economia europea
E si puntava a raggiungerlo aumentando il tasso di occupazione cioè dando più occasioni ai giovani e restituendo lavoro e dignità agli anziani
Avere fatto poco
Di tutto ciò ha contribuito ad alimentare inevitabilmente pericolose derive populiste reazioni esasperate i flussi migratori un clima di insicurezza sentimenti di sfiducia nei confronti della classe politica
Questi fenomeni sono stati probabilmente all'origine dei cambiamenti di indirizzo politico cui abbiamo assistito e ai quali forse assisteremo nei prossimi mesi all'interno dei singoli Paesi
A sua volta il cambiamento degli equilibri rende ancora più incerto quale assetto istituzionale l'Europa sarà in grado di darsi ma come imprenditori anzi direi a maggior ragione in quanto tali dobbiamo anche renderci conto che molte nubi si sono addensate sul cielo del capitalismo mondiale
Modelli consolidati solo oggi rimessi in discussione
Il temporale del caso Enron ha messo a nudo un deficit clamoroso di trasparenza che ci pone l'esigenza di stabilire nuove regole di farlo bene in fretta nell'interesse dell'impresa dei loro azionisti e dei risparmiatori
Ma non si tratta solo di questo
C'è un problema di sostenibilità ambientale dello sviluppo di tutela dei consumatori della loro salute e in generale di sicurezza alimentare
E stai rompendo un problema di governabilità della globalizzazione che se non verrà risolto finirà con restituire forza ad una cultura anti industriale anzi anticapitalista che sembrano in via di superamento
Occorre che il sistema delle imprese prenda coscienza di tutto ciò e trovi la forza il coraggio la lungimiranza di misurarsi anche su questi terreni
Possiamo farlo perché abbiamo il know how il talento le energie per farlo e dobbiamo farlo perché il nostro ruolo non è solo quello di produrre ricchezza ma di farlo a vantaggio di tutta la comunità
Noi sappiamo che il sistema democratico l'economia di mercato hanno in sé stessi nella loro duttilità nella loro vitalità
La forza che occorre per rinnovarsi e per realizzare le riforme di cui c'è bisogno di fronte a problemi così complessi
E per questo che nonostante le preoccupazioni e le incertezze sulle prospettive avvenire quando in troppi temono per il loro futuro noi abbiamo fiducia e ci sentiamo di rassicurare i nostri concittadini
Certo la società italiana presenta oggi una serie di contraddizioni che la traversone in profondità e la tengono in tensione tra un passato che stenta a passare e un futuro che fatica ad emergere
Non mi riferisco ovviamente a quelle tensioni che prendono la forma tipica dei conflitti sindacali e come tali fino a quando rimangono nel loro ambito specifico senza colorarsi
Di altri significati appartengono alla fisiologia delle democrazie industriali
Mi riferisco piuttosto con le tensioni che qualunque sia la molla originaria comunque acquistano lo spessore la portata all'impatto di uno scontro sulle stesse sulle scelte strategiche essenziali per il destino di tutto il sistema Paese
Cioè in pratica uno scontro su quell'esigenza di modernizzazione complessiva che oggi appunto la scelta essenziale da cui dipende che l'Italia sia capace di fare sviluppo in termini e modi competitivi rispetto agli altri Paesi da cui dipende e di conseguenza la possibilità di raggiungere un più alto livello di benessere e di equità sociale
In realtà
Quello della modernizzazione e un obiettivo che dovrebbe accomunarci tutti quanti al di là delle posizioni sociali e degli schieramenti politici
Paghiamo infatti tutti quanti il prezzo di vivere e lavorare in un Paese che nonostante lo straordinario potenziale di cui dispone
Tuttavia non riesce a darsi sul piano collettivo comportamenti regole strutture all'altezza di quello che oggi il livello della competizione internazionale
è vero che come imprenditori siamo interessati più di ogni altro gruppo sociale alla modernizzazione del sistema Paese in quanto siamo noi che ci battiamo sulle frontiere del mercato globale
E ci è ben noto che prezzo si paga a rimanere indietro a non reggere passo degli altri
Perciò ci stiamo impegnando con energia e convinzione su un complesso di riforme non piccoli aggiustamenti ma grandi riforme che portino nel nostro Paese a compiere un salto di qualità
Ma il nondimeno vero che far crescere le nostre imprese sui mercati internazionali serve a creare quelle risorse che sono necessarie per migliorare la condizione generale del nostro sistema di convivenza
Non c'è dunque contrapposizione dalle legittime ragioni delle imprese e gli interessi generali del Paese
Anzi quanto più sviluppo economico si fa tanto più possono progredire le condizioni decenti e dei gruppi sociali più deboli i disoccupati i giovani le donne gli anziani che altrimenti resterebbero esclusi dal mercato del lavoro
Lo diciamo non per una qualche vocazione al buonismo che possiamo apprezzare se mai come virtù personale
Ma perché siamo consapevoli del fatto che rafforzando il sui punti più deboli si rafforza con ciò tutta la società italiana e ne traggono vantaggio anche coloro che non le sono i diretti beneficiari
In questo senso
Le riforme da noi proposte sono riforme per tutti per la loro valenza sociale
Ma vorrei dire umana sono riforme che non servono soltanto a migliorare l'efficienza del sistema economico né tanto meno a favorire questa o quella categoria di imprese ma servono arrendere la società italiana una società con meno disuguaglianze meno squilibri e meno ingiustizia
E questo è il senso della straordinaria lezione di Marco Biagi
Un uomo giusto
Che credeva con grande coraggio nella necessità di riforme per rendere migliore il nostro Paese e che ha pagato con la vita il suo impegno
Queste riforme a vantaggio tutta la comunità in quanto incrementano il prodotto nazionale
E così permettono di ridurre effettivamente il livello della pressione fiscale e contributiva permettono di aumentare gli investimenti nelle infrastrutture destinati a favorire lo sviluppo
Consentono di migliorare le prestazioni dei servizi pubblici
Come sbagliata l'antitesi tra rigore e sviluppo così è sbagliata l'antitesi tra efficienza economica ed equità sociale
L'una è in funzione dell'altra e noi siamo pronti a dimostrarlo pronti cioè ad alzare il livello di occupazione non appena un mercato del lavoro più flessibile faciliti l'incontro fra domanda inferta
Noi come imprenditori siamo orgogliosi di creare per tutti ricchezza lavoro e sviluppo
L'anno scorso col convegno di Parma praticamente alla vigilia delle elezioni politiche abbiamo presentato un programma puntuale delle riforme da attuare per mettere l'Italia in condizioni di competere da protagonista nell'arena internazionale
Quel progetto fu accolto con interesse da entrambi gli schieramenti che si contendevano il primato
Anche se poi nel clima di una campagna elettorale dominata da polemiche di altra natura il confronto sulle idee i problemi reali non trovo molto spazio
Dopo le elezioni alle nostre proposte si sono ispirati in misura notevole il programma e alcuni atti dell'attuale governo
Non perché come qualcheduno va dicendo tra noi e il Governo si sia stabilito un rapporto di reciproco collateralismo ma per un motivo più semplice quasi elementare
Il recupero di competitività era il rimane un'esigenza obiettiva del paese eravamo d'accordo e come potevamo non esserlo su un programma che si voleva tale obiettivo
E per questo abbiamo dato credito al governo come era giusto fare all'inizio del mandato e come del resto avevamo fatto anche con il governo Amato
Non abbiamo però mancato e non mancheremo di esprimere i nostri punti di vista in piena autonomia
Lo abbiamo fatto e continueremo a farlo come sempre con pragmatismo guardando ai fatti e non alle ideologie senza la pretesa di dare pagelle
Di bocciare o promuovere i governi questo semmai e come singoli cittadini che possiamo farlo non come organizzazione rappresentativa di una pluralità di imprese come Confindustria noi dobbiamo lavorare sempre con qualunque governo affinché vengano realizzate le cose che riteniamo necessarie per lo sviluppo dell'economia e dell'occupazione
Pragmatismo significa anche sapere
Che tra il dire e il fare c'è di mezzo un mare di interessi consolidati
Più o meno legittimi di abiti culturali di inerzie e anche di idee diverse dalle nostre sulla società sull'economia sul ruolo della politica e delle parti sociali
Rispettiamo vede altrui ci confrontiamo con tutti e non abbiamo mai smesso di farlo
E siamo sinceramente dispiaciuti di avere oggi maggiori difficoltà a dialogare con una sinistra dove le forze riformiste pur maggioritarie sembrano aver perduto voce e soprattutto capacità di iniziativa
Per parte nostra comunque consideriamo oggi più che mai valida la Filosofia cui ci siamo sempre ispirati e tenuti rigorosamente fedeli la filosofia di una forza sociale che convinta di poter tutelare efficacemente gli interessi specifici di cui alla rappresentanza i legittimi interessi di tutte le imprese italiane
Solo se e nella misura in cui regola i suoi comportamenti secondo una visione chiara organica complessiva di quello che l'interesse generale del paese
Sta qui i legati lei ben stretto è stringente che c'è fra la nostra posizione di parte sociale il nostro ruolo di classe dirigente e con questo spirito che siamo tornati il mese scorso a Parma per verificare i passi compiuti e soprattutto per ribadire la nostra volontà di batterci in prima fila per il cambiamento di cui questo Paese a un'impellente bisogno
E su questo metro sul parametro dell'impegno per la modernizzazione che misuriamo i nostri rapporti con tutti gli altri soggetti della vita politica e sociale
Si colloca in questo contesto la questione dei rapporti con il sindacato
Nei giorni scorsi qualcuno ha osservato che l'idea di sperimentare una riforma dell'articolo diciotto peraltro circoscritto a pochi casi senza toccare i diritti già acquisiti può essere interpretata in due diversi modi
Può essere considerato come un tentativo di accorciare le distanze tra l'Italia e gli altri Paesi europei dove non esiste l'istituto della l'integrazione obbligatoria da parte a parte di qualche limitata eccezione
Oppure può essere vista come un tentativo maldestro lo dico subito di ridimensionare la presenza del sindacato il suo peso nel sistema produttivo in generale nella società italiana
In realtà e perfino ovvio che nella situazione italiana il sindacato ha un ruolo fondamentale anche rispetto all'attuazione delle riforme cui si deve mettere mano con il sindacato si deve dialogare vogliamo dialogare
Con il sindacato dobbiamo incontrarci
E del resto ci incontriamo continuamente per rinnovo dei contratti di lavoro per attuare quella politica dei redditi che dal mille novecentonovantatré ad oggi ha dato buoni risultati e che nei suoi capisaldi riteniamo debba essere confermata
Quella politica con la quale abbiamo tutti archiviato le stagioni degli automatismi
Del salario come variabile indipendente dell'alta inflazione e delle continue svalutazioni che ci avevano portato ai margini dell'Europa
C'è di più
Con il sindacato intendiamo lavorare a definire insieme un modello di relazioni industriali più moderno che tenga davvero conto dei cambiamenti che sono avvenuti e stanno aderendo nella struttura della società e del mercato del lavoro
Benché troppo spesso sia stato di ostacolo alle politiche di modernizzazione
In Italia il sindacato a livelli di legittimazione che non possiamo e non intendiamo ignorare per la sua storia per il suo contributo alla lotta contro il terrorismo e negli anni novanta risanamento finanziario
Almeno in molte sue componenti il sindacato italiano si rende conto che solo quando le imprese sono competitive i lavoratori possono migliorare i loro livelli retributivi sono sicuri del loro posto di lavoro hanno maggiori chance di trovare nuova occupazione e di più alta qualità
Questo il sindacato lo sa
E lo sanno soprattutto i lavoratori
Ed è questo il terreno sul quale si può instaurare un rapporto costruttivo non ci appartengono proposi di liberalizzare il sindacato non l'abbiamo mai detto e non abbiamo mai pensato
Ma fino a quando ci chiediamo un sindacato che si dichiara moderno può chiudere gli occhi di fronte ad un mondo del lavoro nel quale si intrecciano la tutela dei garantiti con l'emarginazione degli esclusi
I valori delle solidarietà e della giustizia non dovrebbero spingerlo a porsi con serietà questo problema
Solidarietà e giustizia non dovrebbero spingere il sindacato a guardare alla piaga del sommerso senza quella sorta di aristocratico distacco con il quale finora giudicato le politiche di emersione
Necessari per dare legalità dignità diritti a centinaia di migliaia di lavoratori in nero
Il sommerso lo ha confermato l'OCSE nelle settimane scorse rappresenta quasi il trenta per cento dalla nostra economia il doppio che negli altri Paesi europei
Ridurre il peso e un imperativo categorico
Certo la legge che abbiamo tenuta e ancora imperfetta può e deve essere migliorata ma il successo su questo fronte
Che sarebbe un successo storico per l'Italia
Si può cogliere solo se tutto il Paese e anche il sindacato concorre a creare il clima culturale e politico necessario per asciugare le acque quelle sì veramente limacciose dell'economia sommersa
Noi sulla trincea dei diritti quelli veri ci siamo intendiamo restarci e abbiamo tuttora la speranza che il sindacato non voglia sottrarsi al confronto sul terreno della modernizzazione
E dobbiamo dire che se il sindacato si rigidissime nel contrastare le riforme
Se ne facesse un motivo di accentuazione della conflittualità allora non sarebbe la nostra pressione ma sarebbe la forza stessa delle cose la logica oggettiva dei processi di cambiamento che lo spingerebbe fuorigioco
Quelle che proponiamo peraltro sono nelle grandi linee le stesse riforme che vengono continuamente suggerite al nostro Paese dei più autorevoli organismi e istituti internazionali
E sono riforme che corrispondono in tutto e per tutto alla logica del documento sottoscritto all'unanimità dei quindici capi di Stato e di governo europei in occasione del vertice di Lisbona ormai più di tre anni fa nel marzo del novantanove
Fu per l'appunto a Lisbona che era giunto finalmente il traguardo della moneta unica conclusa cioè la fase che si era aperta con il trattato di Maastricht l'Unione europea decise di darsi un nuovo obiettivo strategico
E proprio e proclamò di voler fare in modo di diventare nel giro di dieci anni l'economia della conoscenza più competitiva del mondo
Era magari un linguaggio un po'enfatico ma i leader europei non mancavano di specificare in termini quantitativi i loro proponimenti
E dichiaravano che per uscire per riuscire a concretizzarle il tasso dell'occupazione
La percentuale di coloro che lavorano effettivamente sull'universo di quanti sono in età di lavoro doveva salire in dieci anni dal sessanta sessantuno per cento ad almeno il settanta per cento
Ma la svolta di Lisbona ovviamente non consisteva solo in questo a darle sostanza a farne realmente o una strategia di politica economica sono due dati due direttrici di marcia che l'Europa si assegnava
Da una parte si metteva bene in chiaro che il modello di protezione sociale tipico dell'Europa continentale quel modello europeo che viene di solito contrapposto al modello americano per rivendicarne un più alto grado di socialità
Andava bensì salvaguardato ma poteva esserlo solo a patto di modernizzare lo attraverso profonde incisive riforme
In particolare attraverso riforme capaci di alzare il tasso di occupazione
E con ciò dar luogo alla creazione di quelle risorse senza le quali gli stessi obiettivi di benessere di giustizia ed equità sociale sono destinati a rimanere nere petizioni di principio
D'altra parte contemporaneamente contestualmente
Si predisponeva il quadro degli strumenti atti a consentire il passaggio verso l'economia di una società basate sulla conoscenza migliorando le politiche in materia di società dell'informazione di scuole e università di ricerca e sviluppo
Furono delineati i tratti essenziali gli strumenti principali per costruire uno spazio europeo della ricerca e dell'innovazione
Lisbona non può rappresentare solo un'enunciazione di buoni propositi un messaggio agli uomini di buona volontà deve essere un concreto impegno politico direi una seconda Rifondazione dopo Maastricht
Finora tuttavia questo impegno ha trovato rare e scarse applicazioni
Potremmo essere tentati di consolarci constatando che siamo in buona in numerosa compagnia ma è un lusso che non possiamo permetterci
Rispetto agli altri Paesi europei il tasso di occupazione che insieme causa ed Effetto del vero sviluppo in Italia e enormemente basso
Se la media europea era nel mille novecentonovantanove del sessantadue per cento
Con qualche Paese che era Biava già superare il settanta per cento in Italia invece siamo oggi al cinquantaquattro virgola sei per cento e nel Mezzogiorno siamo sotto di altri dieci punti
Insomma in meno di nove anni da oggi al due mila e i dieci dobbiamo aumentare gli occupati di oltre cinque milioni il che significa circa seicento mila posti di lavoro ogni anno e questo è il parametro sul quale valutare anno dopo anno se la nostra politica economica sta avendo o no successo
E non possiamo accontentarci del duecentoquaranta mila occupati in più che abbiamo fatto in media tra il novantasei e il due mila
E nemmeno dei trecentosettantuno mila nuovi posti di lavoro realizzati nel due mila e uno
Che pure rappresentano un significativo progresso rispetto al passato
Evidente che nessun altro Paese ha interesse come il nostro a muoversi sulle direttrici tracciate sui a Lisbona
E desta perfino meraviglia doverlo sottolineare visto quello che siamo stati capaci di fare quando si è trattato di onorare i vincoli gli oneri i sacrifici imposti dal Trattato di Maastricht
Forse anzi certamente fu allora di aiuto la possibilità di simboleggiare gli obiettivi di Maastricht in un oggetto di uso comune
Il più comune degli usi la moneta
Ma cosa c'è di più entusiasmante che impegnarsi per dare a un giovane che lo sta cercando un posto di lavoro per dare a chi l'ha perduta una nuova occupazione
Per motivi di equità e di effettiva giustizia sociale
Oltre che per ragioni strettamente economiche dobbiamo riuscire a realizzare le riforme dobbiamo su questi obiettivi impegnare tutta la nostra intelligenza la nostra coscienza
Dobbiamo creare un clima di mobilitazione civica come quello che ci ha permesso di entrare in prima fila senza complessi di inferiorità nell'area dei paesi dell'euro dobbiamo renderci conto che la nuova Maastricht si chiama Lisbona
Ci spingono adottare riforme di questo tipo di questa portata anche gli sviluppi della situazione internazionale
Dopo i tragici avvenimenti dell'undici settembre sono diventati più evidenti tanti motivi di preoccupazione che non possiamo ridurre per comodità di analisi o di convenienza diplomatica alla questione del terrorismo
Gli Stati Uniti hanno reagito a quei fatti costerà ordinaria prontezza sul piano politico e morale innanzitutto ma anche sul piano delle politiche economiche e della capacità di ripresa dell'economia
Nel primo trimestre hanno messo a segno una crescita di quasi il sei per cento del PIL scollamento della propositi della produttività di quasi il nove per cento
Il che pone le premesse perché gli Stati Uniti diventino nuovamente al tempo stesso la locomotiva della ripresa mondiale il nostro più temibile concorrente
Comunque lo scenario internazionale rimane stabile
Negli anni Novanta la forte crescita dell'economia americana ha consentito all'Europa di mantenere tassi di sviluppo positivi ancorché modesti e di affrontare il risanamento finanziario richiesto dal Trattato di Maastricht
Ha consentito al Giappone di evitare una recessione prolungata
Senza peraltro risolve i problemi strutturali che tuttora lo figurano
In tale quadro delle relazioni economiche internazionali non sembra riproponibile in questo decennio
Dobbiamo prepararci ad una minore crescita del commercio internazionale degli anni a venire
E ciò comporta un aumento della concorrenza sui mercati mondiali per vendere una maggiore quantità di merci non sarà più sufficiente affidarsi alla dinamica dell'espansione bisognerà conquistare nuove quote di mercato
Per i Paesi dell'Europa continentale le cui quote del mercato mondiale si sono già notevolmente compresse nell'ultimo quinquennio questi sviluppi sono particolarmente preoccupanti
Già nel due mila e uno la competizione globale si è intensificata si sono registrati un contenimento dei prezzi e una riduzione dei margini di profitto
Secondo molti analisti in tali condizioni la ripresa economica tesa per quest'anno e per il due mila e tre potrebbe realizzarsi prostituzione di bassi profitti e quindi con basse potenzialità di accumulazione
Anche sul piano politico l'undici settembre ha segnato una svolta con conseguenze diverse
Talune molto positive la grande coalizione contro il terrorismo l'ulteriore avvicinamento della Russia e l'Occidente gli accordi di Doha per un nuovo round di negoziati commerciali
Altre assai preoccupanti l'acuirsi della crisi del Medioriente la decisione americana del marzo scorso di imporre un fortissimo danzo sull'importazione dell'acciaio
Queste misure protezionistiche non possono essere accettate degli altri paesi in particolare dall'Europa
L'Unione europea come fece dopo il rifiuto americano del protocollo di Kyoto deve individuare una linea comune sulla quale impostare un fermo negoziato con gli Stati Uniti
L'evoluzione dello scenario internazionale richiede maggiore assunzione di responsabilità da parte dell'Europa soprattutto in materia di difesa e politica estera sicurezza ambiente oltre che per lo sviluppo economico e sociale
A questo fine l'Europa deve superare i propri handicap interni economici politici e istituzionali e deve tornare a credere in se stesso
Passi avanti importanti sono stati segnati negli ultimi anni
E tuttavia dobbiamo riconoscere che non sono stati pienamente conseguiti gli obiettivi di sviluppo e di occupazione che c'eravamo dati alla fine degli anni ottanta
Quando per reagire alla cosiddetta ero sclerosi lascia lanciamo i due ambiziosi progetti del mercato interno e della moneta unica
La leadership mondiale sul piano politico ed economico continua ad essere nelle mani degli Stati Uniti negli anni novanta si ancora allargato il divario con gli Stati Uniti in termini di reddito pro-capite dal trentuno al trentacinque per cento
L'Europa è in ritardo nella diffusione della nuova economia
Ed è ancora più ritardo l'eliminazione di quelle rigidità che spingono le imprese ad un eccessivo immobilizzò di capitale fisso che rallentano le sue capacità di reazione alle nuove sfide della competitività e il ritardo sul piano del sostegno che i mercati finanziari devono offrire alle nuove intraprese sul piano dell'eccellenza nell'università e nel sistema di ricerca sul piano della disponibilità di capitale umano qualificato
Ecco perché dobbiamo aprire un nuovo libro e provare a scrivere la storia di un grande progetto di rilancio e di sviluppo dell'economia europea
Un libro che si proponga di attuare senza ulteriori indugi gli obiettivi che ci siamo dati a Lisbona
Deve essere questo l'impegno politico e morale prima ancora che economico
Oggi crede all'Europa significa credere che l'Europa abbia la capacità e la volontà di cambiare marcia
Mutuando un'espressione che è stata usata per gli Stati Uniti negli anni ottanta direi che l'Europa deve avere la capacità e la volontà di ringiovanire
Il manifesto di Lisbona la sfida di dare lavoro a chi non ce la una nuova stagione fondata sulla piena cittadinanza di tutti i lavori
Possono anzi devono essere il cemento di un'unità europea che sappia fondere insieme valori ed interessi
L'obiettivo deve essere quello di coniugare un modello sociale avanzato con la competitività lo sviluppo e l'occupazione
Alcuni dei nostri partner europei hanno già compiuto progressi rilevanti in questa direzione
E alcuni tra essi registrò livelli occupazionali in linea con quelli degli Stati Uniti
Non c'è quindi bisogno di andare al di là dell'Atlantico per vedere come e perché le riforme ed in particolare quelle del mercato del lavoro possono funzionare senza stravolgere il modello europeo
Sul piano politico occorre costruire un comune sentire europeo un'identità e un'idea di Europa che ancora non c'è o che si è smarrita un'identità che sia percepita e condivisa dei cittadini
La storia della costruzione europea e una storia in cui si sono sempre collegate forti convenienze economiche e grandi idealità politiche
Fu così fin dall'inizio
Quando i padri fondatori furono certo preveggenti nel dare vita la Comunità del carbone e dell'acciaio la cieca
Ma ciò che l'immobile era soprattutto un fattore morale la loro ferma volontà di chiudere le ferite della guerra
E anche in seguito è stato così con il vecchio lo SME il mercato unico e soprattutto l'euro che è stato il passaggio più temerario e più straordinarie fu la scelta coraggiosa fatta da una generazione che aveva vissuto le tragedie delle guerre mondiali e credeva nell'unità dell'Europa come strumento di pace
La moneta unica è stata realizzata dieci anni dopo in un contesto in cui quell'ispirazione originaria sembra essersi in gran parte smarrita in cui anziché for riaffiorano nazionalisti nazionalismi e spinte xenofobe
Prende corpo una concezione minimalista dell'Europa secondo cui essa non dovrebbe essere molto di più di una zona di libero scambio
Quest'idea di un'Europa minima non ci pare convincente
Noi riteniamo che sia necessaria più Europa non meno Europa
Dobbiamo impegnarci attivamente per spingere Europa diventare più competitiva della sua economia più forte nelle sue istituzioni più coesa sul piano politico e sociale
Tutto questo è necessario per sostenere la moneta unica e garantire la sua stessa sorte
E perciò essenziale che la convenzione abbia il senso della sua missione storica e riesca a formulare proposte coraggiose e lungimiranti
Tanto più nella prospettiva dell'allargamento
Al superamento della crisi che si avverte oggi in Europa l'Italia può e deve fornire il suo apporto essenziale
Dobbiamo superare un certo europeismo di maniera imparare a declinare i nostri legittimi interessi nazionali all'interno di una visione comune
Dobbiamo avere una visione adulta del nostro ruolo in Europa
L'Europa non deve essere più percepita come una tutrice
Che ci obbliga a fare le cose che tutti noi sappiamo essere necessarie come quell'Hugo lontana in cui si entra per diventare virtuosi e da cui si è cacciati quando non ci si comporta bene
Il rigore finanziario la cultura della stabilità la cultura della concorrenza delle liberalizzazioni devono essere valori nostri non imposizioni esterne estranee alla nostra cultura
Io allora deve essere chiaro una volta per tutte che noi anche noi siamo l'Europa
In questa nostra Europa vogliamo e dobbiamo essere più autorevoli e possiamo diventarlo solo se saremo capaci di mettere ordine in casa nostra se sapremo impegnarci a modernizzazione a modernizzare la nostra economia e tutto il sistema Paese
Oggi la via della modernizzazione passa innanzitutto attraverso lo sviluppo dell'economia della conoscenza
Scuola università ricerca formazione professionale formazione continua
Sono punti qualificanti e centrali del progetto delineato il vertice di Lisbona che proponiamo di assumere come bussola per le nostre politiche per i nostri comportamenti
Il Governo si sta muovendo in questa direzione
Apprezziamo in particolare l'impegno a rafforzare la formazione professionale ad attuare l'alternanza tra scuola e lavoro ad aumentare gradualmente all'uno per cento del prodotto interno lordo i finanziamenti pubblici per la ricerca
Introducendo rigorosi criteri di valutazione ex-ante esposto
Ma su questi obiettivi occorre grande coesione e determinazione
Tra i Paesi industriali l'Italia agli ultimi posti per quanto riguarda un gran numero di indicatori qualitativi e quantitativi del sistema educativo e della ricerca scientifica
E non abbiamo un sistema di formazione professionale degno di questo nome ai lavoratori e disoccupati che devono aggiornarsi riconvertirsi e nuovi mestieri e alle nuove tecnologie non abbiamo quasi nulla da offrire
Queste sono carenze intollerabili nel nostro Paese
Non si tratta solo di aumentare i finanziamenti che pure in alcuni settori è necessario si tratta soprattutto di aumentare la qualità e l'efficienza dell'intero sistema della formazione di base fino all'università e centri di ricerca
Per la ricerca in questo Paese si spende poco e quel poco lo si spende male
Dobbiamo anzitutto proporci di creare centri università di eccellenza capace di competere con le migliori università europee e mondiali nell'attrarre i migliori studenti i migliori docenti i migliori ricercatori dobbiamo porre fine all'esodo dei nostri migliori cervelli anzi dobbiamo far ritornare
Dobbiamo valorizzare la ricerca applicata delle piccole e medie imprese che costituiscono il nerbo del nostro sistema produttivo ma dobbiamo anche sapere
Che se non si fa grande ricerca applicata senza un nucleo di grandi imprese che hanno le dimensioni e mezzi finanziari oggi necessarie che sono le fucine
In cui fanno le loro esperienze e crescono i ricercatori
Per quasi quarant'anni
Dei tempi delle polemiche tra la Malfa e Giolitti
Fino alle difficoltà sulle quali inciampo il governo Prodi si è discusso nel nostro Paese sia una politica di rigore finanziario ed una politica di sviluppo siano o no reciprocamente compatibili
Lo sono in realtà
Anzi solo attuando una strategia di riforme capaci di coniugare appunto l'uno con l'altro rigore e sviluppo si può mettere in moto quel circolo virtuoso delineato il primo Documento di politica economica presentata dall'attuale governo
Il DPEF del luglio scorso
Ossia meno Spesal meno tasse inducendo così più investimenti più occupazione più crescita
Il che a sua volta determina l'aumento del gettito fiscale e dunque nuove possibilità di ridurre le aliquote di fare più investimenti e più crescita senza aumentare il deficit grazie appunto al controllo della spesa
Ma il circolo virtuoso non si mette in moto da sì non basta il gioco pure importante degli annunci e delle aspettative
Allo stato attuale sia per effetto della congiuntura internazionale
Sia perché non abbiamo ancora realizzato le riforme strutturali che ci servono dobbiamo realisticamente renderci conto che il dato della crescita di quest'anno sarà ben inferiore al due virgola tre per cento indicato dal governo
Secondo le stime più accreditate siamo sotto di circa un punto
Questo livello di sviluppo e del tutto insufficiente
Negli anni Novanta per fronteggiare la crisi finanziaria il nostro Paese smise di investire su se stesso
Oggi la competizione internazionale ci impone di destinare importanti risorse agli investimenti sulle infrastrutture materiali immateriali
Sono risorse di cui non disponiamo
A meno che non si facciano riforme vere intervenendo su tre fronti il contenimento della spesa corrente una forte riduzione del sommerso un vero rilancio dell'economia insomma più rigore meno sommerso e più sviluppo
E questa la grande sfida di fronte alla quale si trova la politica economica in Italia per dare avvio al circolo virtuoso per rendere possibile la riduzione della pressione fiscale è necessario ridurre l'incidenza della spesa corrente sul prodotto interno lordo
Negli anni Novanta non è stato fatto
Ancora nel due mila uno secondo il consuntivo Istat la spesa corrente al netto della componente degli interessi era pari al trentasette virgola cinque per cento del prodotto interno lordo lo stesso livello del novantasei
Circa lo stesso livello della fine degli anni ottanta
E non possiamo non guardare con preoccupazione al fatto che con lo stesso numero trentasette virgola cinque per cento sia la previsione ufficiale del governo per il due mila e due
Il due mila e tre dovrà segnare una svolta il Paese ne ha bisogno
Però alla prossima Rizzo l'Italia si è impegnata a conseguire il pareggio di bilancio un obiettivo importante anche sotto il profilo simbolico un obiettivo che è stato opportunamente riconfermato dal governo anche nelle ultime settimane
Secondo le previsioni della Commissione europea ciò potrebbe richiedere una legge finanziaria per il due mila tre nell'ordine dei sedici miliardi di euro una cifra consistente ma inferiore a quelle di tante leggi finanziarie del recente passato
Altri Paesi europei hanno difficoltà analoghe alle nostre a rispettare il patto di stabilità a Brussel si è aperto un dibattito sull'opportunità di modificarne alcuni parametri
Ma non possiamo farci illusioni il nostro debito pubblico il più alto di tutti le valutazioni delle agenzie di rating sulla Repubblica italiana stanno migliorando
Il che indubbiamente positivo ma rimaniamo ancora agli ultimi posti delle classifiche europee non possiamo perciò arretrare di un millimetro sulla strada del rigore dobbiamo fare le riforme
Ecco perché ci aspettiamo una manovra molto diversa da quelle del passato che incida finalmente sulle grandi componenti strutturali della spesa corrente
Altrimenti su chi lavora sul nostro sistema produttivo sulle nostre imprese continueranno a gravare costi oneri imposte contributi superiori a quelli degli altri Paesi
Continueremo ad essere costretti ad affrontare la concorrenza internazionale con un handicap in più
Non voglio qui entrare nella polemica su quale sia l'entità dell'extradeficit
E se esso sia per intero solo in parte grande o piccola un lascito della passata legislatura
Non c'è dubbio che la finanziaria del due mila e uno fu fatta con un occhio alle imminenti elezioni politiche
E certo l'autunno scorso dopo l'undici settembre i timori di una recessione globale sconsigliavano l'Italia come negli altri Paesi di mettere in atto politiche di bilancio e stia eccessivamente restrittive
Che avrebbero rischiato di aggravare una situazione economica già molto fragile
E che quanto meno tale appariva in quel momento ma oggi a distanza ormai di parecchi mesi diventa sempre più difficile sostenere che le responsabilità appartengono al passato
Nel contesto che si era determinato dopo l'undici settembre le misure una tantum sono sicuramente servite a guadagnare tempo è stato giusto e opportuno averlo fatto probabilmente re inevitabile
Come imprenditori però sappiamo che misure di ingegneria finanziaria volti al recupero di efficienza aiutano ad utilizzare il breve periodo ma non bastano
Il tempo guadagnato deve essere utilizzato per attuare quelle grandi riforme strutturali che possono realmente risolvere i problemi
La questione più gente oggi e quella di ripensare in chiave meno ideologiche e più razionale la televisione la tratta
La transizione in senso federalista
In teoria il federalismo può comportare una serie di vantaggi ma dipende da come viene attuato in pratica oggi corriamo il rischio di ricavarne più danni che vantaggi
Mentre restano da semplificare i rapporti con i poteri pubblici e restano diminuire gli adempimenti a carico dei cittadini e delle imprese
Il sistema amministrativo tende a diventare ancora più complicato di quanto già non fosse e si è rafforzata la rete dei vincoli e dei denti che tra l'altro sta con la realizzazione delle opere pubbliche nonostante le innovazioni della legge Obiettivo
Se dovessimo stilare un primo bilancio il risultato e per ora un ulteriore aumento della spesa pubblica in particolare quella per la salita già ampiamente fuori controllo
Sappiamo che non si cambia in pochi mesi la struttura economica di un Paese
E non ci sfugge che questo governo ha fatto molte cose in un breve arco di tempo
Alcune poche stanno già dando dei risultati ma non tutto ciò che a nostro avviso andava fatto è stato fatto e non tutto ciò che è stato fatto va nella direzione giusta
Comunque sono per lo più iniziative il cui successo dipende dalla fase di attuazione non priva di aspetti critici e sulle quali è quindi difficile esprimere oggi un giudizio compiuto tali misure messe in cantiere o già approvate vorrei anzitutto ricordare quelle veramente importanti in materia di mercato del lavoro
L'intesa raggiunta tra le parti sociali sui contratti a termine è stata recepita e legge dello Stato
è stato approvato un decreto legislativo che favorisce l'incontro fra domanda e offerta di lavoro migliorando l'efficienza del collocamento pubblico
Il Parlamento ha già dato il suo primo sì ad una vera liberalizzazione del collocamento privato allo staff leasing per cui le imprese potranno impiegare anche in via strutturale personale dipendente da agenzie specializzate
Sta andando avanti il riordino dei contratti a contenuto formativo valorizzando il ruolo dell'apprendistato e specializzare il contratto di formazione lavoro e fini dell'inserimento lavorativo
Soprattutto e in corso di approvazione la legge delega del ministro Maroni
Che non va dimenticato conti e innovazioni fondamentali riguarda temi come la riforma degli incentivi all'occupazione e degli ammortizzatori sociali la revisione del part-time
L'introduzione del lavoro a chiamata la regolamentazione del lavoro a progetto del job sharing
Anche molti provvedimenti per lo sviluppo contenuti nelle cosiddette misure dei cento giorni sono coerenti con le attese delle imprese
La riedizione della legge Tremonti opportunamente stesa gli investimenti in formazione l'eliminazione della tassa di successione la riforma del diritto societario la nuova normativa contro il sommerso la stessa legge obiettivo per le opere pubbliche
E altre ancora
Sono stati avviati in alcuni casi già approvati interventi in settori chiave fisco scuola previdenza fondazioni bancarie servizi pubblici locali giustizia pubblica amministrazione ambiente decreto sblocca centrali
Molte di queste riforme corrispondono al nostro aspettative e spesso nostre specifiche richieste
A chi ci rimprovera di aver impiegato il nostro tempo solo ad occuparci dell'articolo diciotto consentitemi di ricordare che tutto ciò è stato fatto proprio mentre ci occupavamo anche dell'articolo diciotto
Ciò non toglie che vediamo il rischio di verificare gli effetti complessivi degli importanti passi avanti che sono stati fatti rimanendo incerti in mezzo al guado su alcune questioni cruciali il contenimento della spesa pubblica
Il fisco le liberalizzazioni
In materia di fiscalità delle imprese la riforma quadro proposto al governo si pone l'obiettivo di legislatura che condividiamo abbassare la pressione effettiva al trentatré per cento con la riduzione dell'IRPEG e l'eliminazione dell'IRAP
La riforma vale il senso di una semplificazione ma restano nel vago i tempi le modalità e l'entità della riduzione annunciata
Soprattutto non è ancora dato di sapere se per le imprese ci sarà effettivamente nel due mila e tre una riduzione si abbassò alcune aliquote ma si annuncia un ampliamento della base imponibile si inverte l'ordine dei fattori ma non è chiaro se cambierà il risultato ossia la pressione media effettiva sul sistema per molte imprese potrebbe esserci una grave occorre uscire dall'affermazione di principio avviare fin dal due mila e tre un primo alleggerimento dell'onere complessivo che grava sulle imprese solo così si dà credibilità all'obiettivo di fondo del trentatré per cento
Apprezziamo nondimeno l'ente l'intenzione di ridurre l'IRPEF sull'universo dei cittadini a partire dai ceti più deboli
Ma tutto ciò pone più che mai il problema delle risorse ed è per questo che non abbiamo nascosto le nostre perplessità nessun nuovo contratto del pubblico impiego troppo oneroso né sulla riforma previdenziale il cui esito e per lo meno incerto
Possiamo anche augurarci che la via scelta dal governo basata esclusivamente sul meccanismo di incentivi produca risultati concreti
Resta il fatto che l'invecchiamento demografico e la sostenibilità della spesa previdenziale sono problemi che non consentono scorciatoie
C'è di positivo che con questa riforma
Si incomincia ad intaccare l'insopportabile cuneo fiscale e contributivo che grava sul costo del lavoro ed è solo per questo solo a queste condizioni che ci siamo dichiarati disponibili a mettere sul tavolo il TFR maturando
E lo abbiamo fatto in vista
In modo da non appesantire il bilancio statale
Sulle liberalizzazioni lo stiamo facendo passi in avanti né a livello nazionale né a livello locale
Le liberalizzazioni devono invece essere rilanciate nei settori delle utilities dell'Energia delle professioni e del commercio
Sono un passaggio ineludibile per ridurre il differenziale di costi che grava sulle nostre imprese e dunque per metterle in condizioni di giocare ad armi pari con i concorrenti esteri
Per oltre dieci anni
Abbiamo assistito ad un conflitto che nelle cose tra i ministeri interessati a fare cassa per lo Stato i ministeri interessati a creare mercati competitivi a ridurre i costi per gli utenti finali
Occorre risolvere questo conflitto
Chiarendo una volta per tutte che l'obiettivo prioritario deve essere quello di sviluppare i mercati e a rilanciare la crescita economica solo così tra l'altro si possono ottenere risultati duraturi anche per le casse dello Stato
Le ragioni della competitività ci impongono di privilegiare le liberalizzazioni la riduzione dei costi la trasparenza del mercato gli investimenti nelle reti per aumentare la capacità di offerta
Anche se questo può comportare rimettere in seconda linea gli interessi di breve periodo dello Stato azionista e dobbiamo essere inflessibili a livello europeo per evitare che tra un Paese e l'altro si vengono a creare situazioni asimmetriche non possiamo consentire che ciò che noi privatizziamo divenga terreno di conquista da parte di manipoli pubblici di altri paesi
L'insieme delle riforme che sono sull'agenda del governo servono all'intero Paese
Servono a maggior ragione per il Mezzogiorno
Il Sud rappresenta oggi la grande opportunità per il nostro sviluppo e la grande risorsa del nostro futuro
L'economia meridionale sta dando segni di vita virili rilevanti di vitalità
Il fenomeno delle iniziative imprenditoriali oggi è sicuramente incoraggiante va per allineare la crescita del Mezzogiorno a quella del resto del Paese occorre una fortissima accelerazione l'attrazione di capitali nazionali ed internazionali
Dobbiamo riposizionare il Mezzogiorno sul mercato degli investimenti esteri con un piano d'azione che ci consenta nel corso dei prossimi anni di passare dagli ultimi posti della classifica a posizioni di leadership uno strumento di straordinaria importanza era presentato dei fondi strutturali
I fondi strutturali vanno spesi
Spesi per tempo e soprattutto bene ed è così che si faccia si cambia la faccia del Sud ci rendiamo conto che le cose che diciamo non sono nuove ma siamo costretti a ripeterle perché non sono state mai fatte
Sul Sud o non c'è più niente da sperimentare c'è solo da fare
E se vogliamo essere un Paese che svolga un ruolo di primo piano in Europa non possiamo non avere un Mezzogiorno europeo e questo non è solo l'obiettivo di natura economica ma anzitutto sociale civile e politico
E l'obiettivo
Sui cui tempi e sulla cui qualità
Occorre impegno per realizzarlo è un impegno che dovrà misurare la capacità non solo del governo ma delle stesse amministrazioni regionali ed è per questo che il governo Berlusconi doveva venire la lungimiranza di fare quello che tanti altri Governi non hanno avuto il coraggio e la capacità di fare recuperare il principio della coerenza meridionalistica che ispirò l'azione del governo De Gasperi e degli anni del primo miracolo economico quando si seppero combinare insieme intelligenza tecnica riformismo cattolico e cultura laica
I temi che riguardano il mercato del lavoro vanno inquadrate in una visione a più ampio raggio che permetta di valutarli come elementi di un sistema il modello dell'UE il Fabrizio insieme di cui lo stesso mercato del lavoro e solo una parte
Io la logica complessiva del modello che bisogna guardare sia per poter individuare i singoli punti sui quali conviene intervenire con appropriate politiche di riforma sia per poter stabilizzare abbastanza rapidamente nuovi equilibri al posto di quelli precedenti
Nel suo modello tradizionale il Welfare State aveva essenzialmente e ha svolto egregiamente la funzione di addomesticare diciamo così il conflitto fra capitale e lavoro per garantire contemporaneamente un più alto livello di sviluppo economico
E un più alto standard di equità sociale
Tutto ciò in un contesto caratterizzato da un modo di produrre cosiddetto fordista uno stato almeno tendenziale di Piero occupazione una relativa disponibilità di risorse da destinare ai servizi sociali
Queste condizioni sono venute meno in parte per effetto dello stesso Welfare State in parte per i cambiamenti che sono intervenuti nella vita economica e sociale il conflitto fra capitale e lavoro non è più il paradigma dei contrasti d'interesse
Il fordismo e ormai un residuo del passato
Lo stato di piena occupazione non è più un dato di fatto ma un obiettivo difficile da raggiungere
E di conseguenza è diventato un problema poter disporre delle risorse che servono per i servizi sociali
Non si tratta dunque di modificare in qualche aspetto il vecchio modello di welfare ma si tratta di cambiare il modello stesso di danni come obiettivo quello che oggi il problema di fondo creare nuova occupazione
In questo senso si tratta di passare dal Welfare State al warfarin sei
La riforma del mercato del lavoro che non è solo l'articolo diciotto ma di cui l'articolo diciotto è parte rilevante
E dunque un punto di attacco importante un sentiero stretto ma ineludibile per avviare il circolo virtuoso della crescita non è e non sarà un vicolo cieco
Si dovrà accompagnare ad una revisione degli ammortizzatori sociali
E vanno salvaguardati quegli istituti che hanno dimostrato di funzionare bene e peraltro sono finanziati dalle stesse imprese
Le quali già oggi per l'insieme degli ammortizzatori sociali dalla cassa integrazione alla mobilità e la disoccupazione pagano bene il quattro il quarantuno per cento Del Monte retributivo
E un'altra delle tante anomalie
Derivanti da quel vecchio modello di Welfare State
Per cui tutto il suo impianto si regge sul sistema produttivo anziché sulla fiscalità generale
E non si tratta solo né tanto di aumentare il sussidio di disoccupazione chiedano invero molto basso
Si tratta soprattutto di offrire ai lavoratori strumenti efficienti per trovare un nuovo lavoro dall'orientamento al Collocamento alla formazione
Per mettere fine al paradosso per cui le persone non trovano lavoro e le aziende non trovano lavoratori
Vi chiedo di fermarci un poco a riflettere sull'esperienza di quella che oggi dell'economia de italiana l'aria più dinamiche Nordest
Sappiamo tutti che in quest'area le imprese hanno il drammatico bisogno di lavoratori de impiegare e chiedono comprensibilmente che le frontiere siano più aperte all'immigrazione
Ebbene se andassimo a guardare le cifre vediamo che anche nel Nord Est il tasso di occupazione e attorno a quella media europea che il vertice di Lisbona aggiudicato intollerabile mente bassa
Sembra un assurdo in effetti lo è ma vuole dire semplicemente evidentemente che l'attuale struttura del mercato del lavoro e tale in Italia da scoraggiare l'accesso al sistema produttivo anche laddove ci sarebbe non solo la possibilità ma addirittura la necessità di nuovo occupazione
Su questo insieme di questioni vorremmo ragionare con il sindacato
Ciò è possibile se si riconosce che è necessaria più flessibilità e che la protezione del lavoratore deve essere trasferita gradualmente dal posto di lavoro al mercato come già oggi accade in molti paesi europei se si riconosce che non tanto di voler fare ossia di sussidi abbiamo bisogno quanto piuttosto di workfare cioè di strumenti per consentire alle persone di trovare lavoro sentiamo dire spesso che la flessibilità del lavoro non c'entra con l'occupazione
è una ben strana teoria
Non si può non crederanno Confindustria ma non si può essere completamente sordi ai richiami degli Esperti e delle organizzazioni internazionali
Ogni giorno ci dicono che dobbiamo rendere più flessibile il nostro mercato del lavoro ci ricordano che il nostro mercato Ettore fra i più vigili del mondo
Secondo l'OCSE fatto cento il grado di rigidità degli Stati Uniti l'indice dell'Italia si colloca quattrocento ottantacinque tra i Paesi industriali siamo secondi solo alla Grecia e al Portogallo
Vorremmo che tutti avessero chiare le implicazioni degli attuali rigidità in termini di sviluppo e anche in termini di equità ossia di diritti delle persone
Va bene in carne queste implicazioni con un certo puntiglio affinché nessuno posso dire domani che non ci siamo spiegati bene
La prima è fondamentale conseguenza
Grazie
La prima e fondamentale conseguenza
E che le imprese per rimanere competitive sono costretti a fare il bielorusso possibile di lavoro umano o per lo meno di quella sua componente che più direttamente soggetto all'attuale sistema di tutela e così che l'Italia è uno dei Paesi in cui il più intenso è stato il processo di sostituzione delle macchine al posto di lavoro
I dati OCSE ci dicono che all'inizio degli anni settanta ad oggi nel settore privato il capitale fisso per ha detto e home intatto negli Stati Uniti del trentasette per cento in Italia è aumentato del centoventicinque per cento per quanto incerta possa essere la misurazione di queste variabili le differenze sono colossali e non si vede a cos'altro possono essere attribuite se non ha fattori di costo e di rigidità nell'utilizzo del lavoro
L'elevato rapporto tra capitale e lavoro e senza dubbio l'altra faccia dell'alta disoccupazione europea e a maggior ragione di quella italiana
Io la soluzione efficiente per la singola azienda aggirava rigidità quella del lavoro mani crea un'altra quella dell'eccesso di capitale fisso da ammortizzare che rende più lenta l'introduzione di innovazioni di prodotto specie nelle grandi imprese
L'altra conseguenza e che la più gran parte degli occupati sfugge alle rigidità del mercato ufficiale quattordici ma
Io nel mezzo di italiane i due terzi degli occupati non sono coperti dall'articolo diciotto
Sono tre milioni e mezzo di lavoratori irregolari quasi tre milioni di dipendenti di imprese al di sotto della soglia dello Statuto dei lavoratori un milione e mezzo di lavoratori a termine sei milioni e mezzo di lavoratori autonomi
Sei milioni e mezzo di lavoratori autonomi rappresentano quasi il trenta per cento degli occupati il doppio della media europea più di tre volte i livelli degli altri principali Paesi
Il lavoratore o lavoro autonomo e un importante indice di vitalità del tessuto imprenditoriale di un Paese ma anche un modo per sfuggire alle rigidità e dunque attraverso l'estrema frammentazione dell'apparato produttivo che l'Italia reale ritrova la flessibilità che in teoria le negata
E anche qui ci sorreggono i dati dall'inizio degli anni Settanta da oggi il peso delle piccole imprese fortemente aumentato in Italia mentre rimasto all'incirca invariato negli altri principali Paesi la quota di occupati imprese manifatturiere con meno di cento addetti infatti passata dal cinquanta al settanta per cento negli altri Paesi è rimasto attorno al venti per cento
In altre parole negli ultimi tre decenni anziché convergere verso modelli produttivi degli altri paesi ce ne siamo allontanati e di molto
Come non mettere questi dati relazione con la ricerca di quella flessibilità di cui il sistema ha bisogno per essere competitivo
E come negare che questa è un'altra delle grandi anomalie dell'Italia assieme la bassa occupazione e alla straordinaria diffusione del sommerso
In Italia la piccola impresa lo abbiamo detto molte volte del resto universalmente riconosciuto
Ha fatto miracoli e l'asse portante del nostro export ha dimostrato una straordinaria capacità di innovare nei processi dei prodotti nel design che non a caso è un tratto distintivo del made in Italy
Noi siamo orgogliosi delle nostre piccole imprese
Ma siamo anche ben consapevoli che le piccole imprese hanno dei limiti
L'essere costretti dalle rigidità del sistema rimanere piccoli il non poter liberamente scegliere la dimensione più adatta alle caratteristiche del mercato delle tecnologie in un limite grave del nostro sistema
Le piccole imprese fanno fatica a fare grande ricerca a internazionalizzarsi ad accedere ingenti flussi di capitali che solo disponibili sui mercati internazionali
Da cui anche le difficoltà dell'Italia a competere nei settori dell'alta tecnologia il nostro essere particolarmente pericolosamente esposti alla concorrenza crescente dei paesi emergenti
Da qui le nostre difficoltà sui mercati internazionali e la perdita di quote di mercato da cui in parte il carattere ancora asfittico del nostro mercato finanziario
Si sente spesso dire che l'Italia non ha bisogno di ulteriore flessibilità perché già molto flessibile rispondiamo che è vero
L'Italia è un Paese molto flessibile
E flessibile evitare delle piccole e piccolissime imprese e flessibile l'Italia dei lavoratori autonomi e flessibili l'Italia dei quasi quindici milioni di lavoratori che non solo coperti dall'articolo diciotto
E flessibile evitare di quell'insostenibile patologia che il lavoro sommerso
Ma è questa l'Italia che vogliamo
Un'Italia che nonostante i progressi degli ultimi anni ancora produce tassi di crescita del reddito della ricchezza nazionale dell'occupazione inferiori a quelli di quasi tutti gli altri Paesi europei
Unitaria in cui la giustizia sociale e per lo più una petizione di principio
Un'Italia in cui sono troppo poche le grandi imprese relativamente poche le medie imprese e le tantissime piccole imprese fanno fatica a crescere
Ciò che ciò non può che essere un motivo di grave preoccupazione per cui per chiunque abbia a cuore le sorti del nostro Paese
Questa struttura del sistema produttivo italiano infatti non è sostenibile nel lungo periodo nonostante il tasso di imprenditorialità in Italia sia fra i più alti al mondo
Ecco perché diciamo che occorre voltare pagina e fare finalmente le riforme necessarie per la competitività
Il punto è che da troppi anni abbiamo ormai non solo smesso di fare sviluppo
Ma abbiamo anche rinunciato progettarlo
Non abbiamo nessuna sporge Nostalgia della vecchia politica industriale dei piani di settore di una visione dirigista che è fallita ha creato disastri e non ha niente a che fare con la nostra cultura di mercato
Ci sono però questioni sulle quali occorre avere un progetto un'idea di sistema Paese un disegno strategico per capire quale tipo di sviluppo vogliamo
Crescita delle imprese mercati finanziari Energia grandi reti infrastrutturali trasporti logistica ricerca uno dei player dell'industria della finanza italiana all'interno dei processi di aggregazione europea e mondiale rispetto a questi temi dobbiamo scegliere come intendiamo muoverci
Dove posizionare il nostro sistema produttivo nell'ambito della competizione internazionale prendiamo il caso dell'energia
Abbiamo detto prima che occorre liberalizzare ma sappiamo bene che non basta che da solo nella la liberalizzazione non è sufficiente per ridurre i prezzi occorre aumentare l'offerta fare grandi investimenti nelle reti porsi il problema di diversificare le fonti e i paesi di approvvigionamento non è solo una questione di costi ma anche di sicurezza delle forniture per gli anni a venire
Non possiamo non apprezzare che il Parlamento sia tornato da affrontare dopo tanti anni senza tabù e pregiudizi temi di questa rilevanza sono questioni di portata strategica
Che vorrei aggiungere non si possono lasciare all'esclusivo governo delle Autonomie regionali
Lo stesso vale per il fondamentale tema delle infrastrutture di trasporto e logistica che richiede una visione integrata a livello nazionale e anzi europeo
Dobbiamo saper mettere in Rete i porti gli interporti le strade le ferrovie Ilario porti per compensare con una logistica di avanguardia le tipicità della nostra posizione geografica e anzi saperne trarre vantaggio
E non di vera essenziale per la competitività del sistema Paese sviluppare mercati finanziari e rafforzare il nostro sistema del credito
I nostri intermediari sono cresciute negli ultimi anni hanno fatto importanti aggregazioni si stanno ristrutturando sono tornati alla redditività ma molto ancora deve essere fatto
Come per le imprese si pone per la non problema di competitività
Di ulteriore crescita dimensionale e di rafforzamento sul piano internazionale
Abbiamo bisogno di investitori istituzionali in particolare fondi pensioni capaci di raccogliere il risparmio investire nelle operazioni di privatizzazione che nel corso degli ultimi anni hanno subito una battuta di arresto
E devono poter riprendere al più presto
Siamo certamente favorevole alla logica degli investimenti esteri
Come vogliamo sviluppare una maggiore capacità di investire all'estero e di internazionalizzare il nostro sistema produttivo le nostre imprese
Così siamo dall'altro ben aperti ad accogliere gli investimenti esteri nel nostro Paese e anzi abbiamo proposto che questo sia un punto qualificante per il rilancio
E la crescita del Mezzogiorno
Ciò non toglie che per il futuro della nostra economia siamo direttamente interessati acché risparmio privato confluiscono sull'operazione di privatizzazione di asset strategici del nostro sistema economico vogliamo essere un'economia aperta non un'economia colonizzata mantenere sul territorio nazionale gli escutere significa mantenere in Italia la fascia alta della catena del valore capacità di ricerca intelligenze definizione degli investimenti e delle strategie
Per questo riteniamo essenziale il rafforzamento dei fondi pensione il ruolo che si possono svolgere il futuro delle privatizzazioni del nostro Paese sarà di grande beneficio per il capitalismo italiano
La modernizzazione dell'Italia come di gran parte dell'Europa continentale passa anche attraverso un rinnovamento delle strutture di governo dell'impresa
Il caso erano all'aperto nel mondo un dibattito importante sull'esigenza di di pensare in termini più lineari il modello di governance delle imprese i rapporti i potenziali conflitti di interesse
Tra gli azionisti investitori istituzionali Melegy menta analisti finanziari informazione economica
Si è resa così evidente la necessità di rafforzare la regolamentazione dei possibili conflitti di interesse
I sistemi di vigilanza la protezione degli azionisti di minoranza allo scopo di assicurare i due elementi fondamentali per il buon funzionamento dei mercati fiducia e reputazione
Anche in Italia il dibattito su questi temi si sta sviluppando ed è nostro interesse intervenire per migliorare in modo autonomo ed efficiente i nostri meccanismi di controllo
Non abbiamo difficoltà a confrontarci su queste questioni siamo per un capitalismo della trasparenza e delle regole
Signor presidente del Consiglio
Noi diamo atto al suo governo di aver lanciato un programma che assume come obiettivo prioritario quello di rendere maggiormente competitivo il nostro Paese
Questa per noi è un'esigenza imprescindibile
Il suo governo ha messo in cantiere alcune delle riforme di struttura che sono necessarie a tale scopo e le annunciate altre di cui c'è ugualmente bisogna
Su tutto ciò si è aperto fra le forze politiche e sociali un confronto duro e serrato
E normale
Che quando sono in gioco riforme di grande portata si vengono a formare blocchi di interesse contrapposti
Tanto più in un Paese dove la vita sociale è stata per troppo tempo soffocata da un intreccio di gruppi corporativi col risultato di avere una società
Tendente privilegiare più le rendite di posizione che a premiare le capacità di iniziativa
Una società così
Non è un altro
Una società così non è una società aperta e dinamica non è una società giusta non può essere una società in grado di reggere l'urto della competizione
Quello che non è normale né tanto meno utile e che il dibattito di questi mesi si sia schermato la superficie dello scontro ideologico senza entrare nel merito delle questioni
è un modo come un altro per tentare di lasciare nel limbo le riforme e questo imporrebbe al Paese un prezzo altissimo
Noi non abbiamo bisogno di riforme annunciate ho appena cominciate e tanto meno di riforme destinate a rimanere sulla carta
Abbiamo bisogno invece di riforma che vengono realizzate con forza e di incisività in modo da mettere finalmente a frutto tutto il potenziale di crescita e di sviluppo di cui il Paese dispone
Per questo chiediamo al governo di essere fermamente determinato sull'obiettivo di fare le riforme per la modernizzazione per questo chiediamo la posizione di sapersi confrontare sulle riforme da fare di incalzare il governo su quelle che non fa e non già limitarsi ad ostacolarne o peggio ancora impedirne
Per questo chiediamo al sindacato di non chiudersi in un atteggiamento di pregiudiziale rifiuto ma di aprirsi realmente al dialogo e di impegnarsi anch'esso per la modernizzazione del Paese
Credo di aver dimostrato nel corso di questa lunga relazione
Che le riforme delle proposte sono riforme per tutti
Riforme che ci servono oggi per il nostro presente e ancora più per il nostro futuro
Come ricordavo all'inizio oggi tutto il mondo per l'uno per l'altro motivo dove più dove meno e percorso da correnti di inquietudine e perfino di angoscia
In tanti in troppi scorgono sul loro orizzonte più problemi che prospettive
Per questo qualcuno ha scritto che stiamo vivendo unità dell'incertezza c'è del vero indubbiamente anzi diciamo senz'altro che è vero
Ma è proprio questo che caratterizza da sempre la condizione umana ovvero la condizione di chi è consapevole Dio per forgiare da sé il proprio destino
Noi tutti dobbiamo avvertire la responsabilità di costruire un Paese che offre ai nostri figli la promessa di un futuro migliore
Che gli offra più opportunità di quanti noi stessi ne abbiamo avuti i nostri padri si è però farlo e anche noi dobbiamo riuscire
Abbiamo
Abbiamo la fortuna di vivere in un'Italia che ha straordinarie risorse
Grandi talenti imprenditoriali grande capacità di lavoro un patrimonio di intelligenza di cultura di arte di tradizione di bellezze naturali che non hanno paragoni al mondo
Noi abbiamo una grande fiducia nel futuro del nostro Paese
Sì a Lisbona l'Europa si è data l'obiettivo di diventare l'area più competitiva del mondo accettiamo questa sfida e sono sicuro che sapremo vincerla come abbiamo vinta quella di Maastricht per noi la nuova Maastricht si chiama Lisbona grazie
Grazie
Vi ringrazio molto e tradizione delle nostre assemblee avere ospite cornuti ministro dell'industria da qualche anno anche il Presidente del Consiglio a consolidato una tradizione di intervenire alle nostre assemblee io sono molto dietro di
Confermare questa che non aveva sul piacevole quindi vorrei invitare dal presidente Berlusconi ha
L'argentino Angel risoluto poi il ministro Marzano
Grazie presidente
Un saluto
Cordialissimo
A tutti quanti
Personale te
Ai componenti nuovi della tua nuova giunta tutti i colleghi imprenditori
Per la verità ero venuto per ascoltare la tua relazione e la relazione
Del nostro ministro Marzano
Ma la tua relazione quindi non sapevo e non ho preparato
Un intervento articolato
Che ho lasciato appunto al rappresentante del mio governo
Ma la tua relazione è stata una relazione
Così ampia
Così positiva
Così costruttiva che mi sento davvero compiaciuto
Di potere aggiungere qualche mio pensiero
Alle tante cose che tu hai detto
Prendendo in esame i vari panorami panorama mondiale il panorama europeo il panorama del nostro il Paese
Partiamo proprio da qui
E al Paese che ci troviamo
A dover cambiare
E partiamo da una considerazione che mi è venuta spontanea mentre tu numerabile tante cose le grandi riforme importanti riforme strutturali che noi abbiamo cominciato
A fare
Apprendo un grande cantiere di cambiamento dello Stato il cantiere appunto di una trasformazione di una modernizzazione
Dello stato
E allora dobbiamo essere tutti consapevoli di quello che abbiamo ricevuto fin qui in eredità
Abbiamo
Dovuto scontare
Un male
Del nostro assetto istituzionale
Quello di un Paese che si è dato mi sembra cinquantasette Governi in cinquanta
Ogni governo si è trovato ad operare nella media per meno di un anno
Che cosa hanno potuto fare
I protagonisti di questi governi portiamolo a livello nostro quello che conosciamo meglio a livello delle nostre aziende
Come potrebbe un'azienda progredire
Modernizzarsi se
Ogni anno anzi ogni dieci undici mesi
Cambiassero i suoi massimi dirigenti cambiasse l'amministrazione delegato
Al quarto quinto cambio successivo credo che l'azienda porterebbe i libri in tribunale o si potrebbe acquistare da un'azienda più grande
Eppure a noi al nostro Stato insuccesso
Che il cambiamenti sono stati continuativi e tutti quindi protagonisti della politica altro non hanno potuto fare che galleggiare sulle cose
Nessuno ha potuto andare oltre l'annuncio
E tu giustamente il presidente ha ricordato che noi siamo stanchi di annunci ma vogliamo che i progetti annunciati si trasformino in concrete realtà
Nessuno fino ad oggi la potuto
Fa
A noi incombe quindi una grande
Responsabilità
Siamo di fronte a un'Italia
Che è stata vivace nelle sue componenti più avanzata di quella grande ricco la grande ricchezza materia prima che noi abbiamo e che sono i nostri cinque milioni di imprenditori che tutti ci invidiano i quali nonostante uno Stato che ha frenato che certe volte ha impedito
Sono andati avanti e l'Italia è riuscita a portarsi al quinto posto calcolando il sommerso come economia nel mondo
Ma lo Stato rimasti indietro
Lo Stato è rimasto quello
Del modello della grande burocrazia francese senza avere la scuola di burocrazia francese che è nato oltre cent'anni fa
E nessuno ha potuto intervenire
Per semplificare i percorsi della burocrazia anzi via via si sono aggiunte le regole e leggi ed è venuto fuori una giungla difficilissima da vincere
Abbiamo un assetto istituzionale parlamentare
Ancora molto complicato il governo non avere i poteri può solo fare delle proposte al Parlamento i tempi del Parlamento con il bicameralismo sono tempi estenuanti a volte
Tutto questo
Rende
Molto difficile anche oggi
Di procedere con speditezza e con la necessaria tempestività
Nella direzione delle riforme va è stato impossibile per quei governi che in condizioni differenti da quelli in cui oggi noi ci troviamo si sono trovati ad operare con un lasso di tempo assolutamente inadeguato
Ecco allora che noi consapevole di questa situazione dobbiamo lavorare
Per cambiare il nostro Stato per renderlo adeguato alle esigenze del mercato e a ciò che la competizione internazionale ci impone ma dobbiamo avere il realismo la consapevolezza di sapere
Che è tutto molto difficile e che non si può improvvisare in qualche mese e che occorrerà lo spazio di una legislatura e forse anche quel tono sarà sufficiente per potere
A vedere una assetto di Stato uno Stato che guardi alla centralità della persona che guardi al supporto che deve dare alle imprese
Che sia un gestore disservizi
Cercando di essere
Amico dei cittadini e non qualcuno che crea difficoltà ai cittadini e soprattutto quei cittadini che rischiano che investono che intraprendono uno stato che possa fare da supporto a un'economia che voglia svilupparsi
Per reggere la competizione internazionale e per creare
Essendo
Nella possibilità di essere competitiva
La piena occupazione e quindi un benessere maggiore per tutti gli italiani ecco io credo che questa consapevolezza deve sempre essere alla base di qualunque Progetto di qualunque discorso che noi facciamo
Nella direzione del cambiamento
Ti ringrazio presidente per l'apprezzamento
Che hai dato all'attività del governo in questi mesi
Devo dire che non non non saprei come avremmo potuto fare di più
Confesso anche una certa stanchezza una certa est innovazione
Per le notti in bianco trascorse aleggia dei vari provvedimenti siamo arrivati come Governo accento sessantasette tra disegni di legge e decreti-legge
E ha lavorato bene anche la maggioranza in Parlamento perché mi se centosessantacinque anzi ventidue li presenteremo nel prossimo Consiglio dei ministri
Di questi ben sessantasette sono già diventati legge dello Stato approvati nell'uno come nell'altro ramo del Parlamento un risultato straordinario un record assoluto nella storia della repubblica
Lei novantotto che sono all'esame del Parlamento trentatré
Sono già stati approvati da una delle due Camere
Ecco io credo
Che si è cominciato bene facendo il massimo possibile sono orgoglioso del lavoro
Dei componenti del gabinetto non ci sono in vista di impasto il perché cadremmo ancora nell'errore di non profittare
Della esperienza che ciascun ministro si è fatto arrivando a conoscere il suo ministero i suoi collaboratori le questioni sul tavolo le varie soluzioni i i diritti in via i soggetti del dialogo
Sociale dall'altra parte ora
Non si può pensare davvero di cambiare continuamente io vedete lo vedo anche nella politica estera nella politica estera mi sono domandato ma come mai il nostro paese ha contato così poco negli ultimi anni basta guardare anche alle nostre presenze
Negli alti livelli della organizzazione delle europea siamo presenti ai bassissimi livelli siamo assolutamente assenti negli alti livelli come mai così poco autorevolezza curva
Dei vari protagonisti che invece dispongono a nomi di persone che noi
Giustamente stimiamo e sono arrivato anche qui alla conclusione
La stessa che ho accennato prima non si può costruire niente
Se sia poco tempo a disposizione quando ci si siede ai tavoli internazionali ai vari consigli d'Europa ai consigli delle Nazioni Unite ai consigli della NATO
Beh occorre capire come funziona il sistema occorre avere un rapporto di fiducia di ristretto di cordialità poi di amicizia
E magari anche di complicità con gli altri che sono seduti allo stesso tavolo devi poter fare un favore o aver fatto un favore per poterle poi richiedere uno a tua volta
Devo dire al a arrivare allacciare dei rapporti personali che sono quelli
Che tutti noi imprenditori allacciamo con tutti i nostri clienti ho qua anche con i nostri concorrenti con cui si possono risolvere dei problemi o anche con i nostri antagonisti
E allora come mai l'Italia quinta economia mondiale terzo Paese per gli sforzi che facciamo con la presenza dei nostri militari in tutte le operazioni per il mantenimento dalla pace autorizzati dalle Nazioni Unite
Sesto contributore dell'azione un ente terzo contributore devo OPA con tutto quello che tu hai benissimo ricordato con la ricchezza artistica archeologica monumentale
Che voi ce li troviamo come mai l'Italia ha contato recentemente così poco nel panorama internazionale
Ha contato poco perché
Vi vi vi dò una cosa
Recentissima ieri siamo riusciti in qualcosa
Di molto difficile
Nel riportare in Italia una bambina che le leggi del Paese che lo ospitava l'Algeria non consentivano che fosse sottratta alla custodia del padre
Ce ne siamo interessati l'abbiamo risolto sul piano dell'amicizia personale e il presidente Bouteflika che mi ha incontrato alla fine del colloquio mi ha detto ma lei lo sa che pensandoci
è la prima volta che mi capita di incontrare in tanti anni che sono stato il governo del mio Paese
Di incontrare per la seconda volta lo stesso presidente del Consiglio e lo stesso ministro degli esteri
E da qui è nata la possibilità di bruciare i tempi e di arrivare a qualcosa a cui i precedenti Governi che se ne erano interessati non erano arrivati perché questa anche è la politica internazionale quindi concludendo
Sul fatto interno sul fatto delle nostre
Delle delle delle nostre riforme
Condivido punto per punto la correlazione al presidente
Non perché sia una relazione di parte di Confindustria la relazione di buon senso e ciò di cui il nostro bisogno paese avviso
Molte cose sono state fatte
Molte sono state avviate ricordo tra l'altro
Che ci siamo assunti l'impegno anche di rivisitare tutto il complesso delle nostre leggi cominciando dei codici abbiamo istituito delle commissioni
Per la riforma dei codici di Terni civile del Codice penale di procedura penale di procedura civile sappiamo tutti i ritardi che abbiamo per incassare una frattura che giustamente ci ha dovuto a quanti anni non è più possibile
Non avere certezze andare avanti in questo modo e poi la riforma per quanto riguarda la sicurezza e la riforma del fisco
Beh la riforma del fisco eravamo i più felici
Se avessimo potuto cominciare da subito da quest'anno ma ci siamo trovati un extra deficit di trentasette mila miliardi e allora invece di avere cinque moduli in cinque anni cominceremo l'anno prossimo con questa Finanziaria
Con quattro moduli in quattro anni e anticipo visto la tua domanda precisa che sarà ci sarà un inizio di riduzione per quanto riguarda sia l'imposta sulle persone fisiche sia l'imposta dir per l'imposta sulle persone giuridiche
Ma tenendo presente che siamo vincolati
Da ciò che ci dice il bilancio siamo vincolati dai parametri di Maastricht che ci impongono di andare in pareggio nel due mila e tre e dobbiamo restare
Dentro questi parametri e quindi per arrivare ad avere la possibilità di diminuire le tasse abbiamo solo due sistemi meno spese
E più sviluppo
In questo momento c'è anche difficile ridurre le spese abbiamo recentemente il parlamento ha già provato un ramo del Parlamento già approvato la legge eliminato duecento e sessantadue enti inutili
Siamo intervenuti in molte direzioni ma ci sono delle resistenze burocratiche straordinari
E quando parli all'interno dei ministeri con i nostri collaboratori
Che cerchiamo di motivare cerchiamo di incentivare
Riportando dentro la macchina dello Stato il criterio del merito che quello che presiede allo sviluppo locale delle nostre aziende che dà entusiasmo ai nostri collaboratori certe volte ci sentiamo proprio che ci guardano dicendo beh insomma
Io sono qui da trent'anni tu sei arrivato non si sa quanto duri tutti gli altri sono passati in fretta e quindi e quindi bisogna tenere presente di tutte queste difficoltà
E credo che nessuno più che un uomo che è venuto dall'impresa abituato a realizzare velocemente un uomo che ha avuto tante esperienze come ho avuto la la fortuna di averle io ma esperienze in settori come la televisione in cui quello che si decide la mattina va in onda la sera quindi abituato a inventare a progettare e a realizzare
Beh
Nel mondo
Della burocrazia tutto questo
E da dimenticare bisogna procedere in una maniera diversa con molta pazienza con molta perseveranza con molta comprensione anche per viale
Comunque noi andremo avanti in quella direzione
Pensiamo non solo al fisco pensiamo alla sicurezza il primo dovere di uno Stato la difesa dei beni l'incolumità fisica della vita dei suoi cittadini su questo stiamo lavorando molto bene già i primi risultati si vedono
Credo che sia molto il dieci per cento di reati in meno anche su questo
è difficilissimo cambiare la filosofia di un sistema di forze dell'ordine orientato soltanto alla repressione
E di magistratura orientato solo nelle professione cioè la filosofia è c'è la criminalità lasciamo che commette i reati poi interveniamo per cercare di trovare il colpevole che non si trova nell'oltre l'ottanta per cento dei casi
Il cambiamento da filosofia è invece fondamentale c'è l'esercito del male e ci sono i cittadini beh mettiamo in mezzo tra esercito dell'ai cittadini l'esercito del bene affinché l'esercito del male non possa arrivare a colpire i cittadini cioè affinché diminuisca il numero dei reati
E anche qui siamo sulla buona strada ma è un cambiamento e boccale
Quindi per quanto riguarda le riforme
State sereni
Abbiamo le idee chiare
Sono idee
Che
Anche il presidente
A
In modo brillante completo avuto modo di esprimere in questa troppo lunga come l'ha definita luglio relazione cinquantotto pagine non avevo mai visto in tanti anni di presenza in Confindustria
E faremo tutto ciò che è possibile conoscenti che come diciamo a Milano le un Laura della Madonna
Ma
Presidente
Ai anche alzato gli occhi e hai guardato all'Europa
E ha guardato a alla alla alla globalità dentro cui ormai siamo in mezzo non solo all'Europa beh anche qui io devo dire che sta cambiando qualcosa e che sta avvenendo qualcosa di molto positivo nel mondo
Noi avremo una giornata storica il ventotto di maggio la settimana prossima
Ospitando qui
Tutti i capi di Stato e di governo della NATO
Il Presidente della Federazione Russa che firmeranno solennemente un accordo che chiude definitivamente la pagina
Del di ciò che è avvenuto nel secolo scorso
Devo dire la mia soddisfazione per questo perché credo che sia merito dell'Italia
Se siamo riusciti
Ad arrivare in pochissimo tempo a questo risultato
Al G8 di Genova Putin si era con me ha aperto manifestando ogni le sue angosce
Per un allargamento della NATO che avrebbe portato nella NATO i Paesi baltici
La Lettonia l'Estonia e la Lituania col che si sarebbe il come formata una morsa attorno alla Federazione russa
E nel suo Paese punti mi disse ci sono ancora tanti posizioni che guardano più ad oriente che hanno ancora dentro
Un'ostilità che non riescono a cambiare nei confronti dell'Occidente
Questa mossa è veramente una mossa che unita all'altra eventualità che si profilava
La denuncia unilaterale da parte degli Stati Uniti del trattato sui missili
L'Atm cosa che poi in effetti avvenuta lui dice io temo di non potere governare questa situazione
Temo che la politica estera del mio Paese possano orientarsi verso l'Oriente verso la Cina
E allora cominciamo a lavorare in una precisa direzione anticipare il cambiamento che si concretizzerà a Roma
La prossima settimana quella di una NATO che non fosse più una NATO fatta dei suoi diciannove Stati che poi lavoravano con la Russia
In una riunione diciannove più uno ma la Russia si trova di fronte a decisioni già assunte per esempio sulle soluzioni da prendere per le crisi regionali
E quindi sentiva di essere un ospite estraneo ancora non integrato nel sistema dovevamo arrivare a che questo accordo la messa in pensione la cancellazione
Del consiglio diciannove più uno desse vita ad un nuovo consiglio aventi
Con praticamente lo sposalizio della Russia contro l'Occidente con la pratica pratico intervento della federazione russa nella NATO
Dovevamo arrivare prima di Praga quindici di novembre
Data fissata per l'allargamento i tre paesi baltici abbiamo lavorato con insistenza siamo arrivati finalmente nell'ultimo mio viaggio
Da Putin sul Mar Nero c'è stata una telefonata storica che non dimenticherò mai con il presidente Bush
Ed è scaturita la possibilità di questo accordo che credo possano veramente dare a tutti noi e i nostri figli soprattutto uno futuro migliore di serenità
Questa situazione
Ha anche reso possibile il raggiungimento d'accordo che sembrava impossibile a Genova
L'accordo che è stato annunciato dieci giorni fa tra bus e Putin e sulla riduzione ad un terzo delle testate nucleari
E credo che anche questo sia stato possibile
Perché nel frattempo attraverso la nostra azione in Europa e con gli Stati Uniti si è immaginato un sistema per arrivare alla distruzione totale di tutto l'arsenale
Biologico di armi biologiche chimiche posseduto dall'ex e approntato dall'ex-Unione Sovietica
E e alla distruzione di circa sessanta sommergibili nucleari
E si è creato l'operazione che è stata denominata tenne pastello permettendo
Dieci Billion Dollar venti mila miliardi di vecchie lire
Da pagarsi dagli Stati Uniti venti mila miliardi da pagarsi dal Giappone Canada Unione Europea su dieci anni quattro mila miliardi di vecchie lire all'anno che tuttavia toglieranno una grande angoscia l'umanità
è difficile è stato difficile ancora difficile convincere tutti i Paesi a intervenire