Rassegna stampa di economia

Buongiorno radio radicale lunedì sedici novembre mille novecentonovantotto stampa e regime la rassegna stampa e radio radicale supplemento da lunedì pomeriggio dedicato all'eco la mia Repubblica Affari e Finanza apre come titolo principale anche della prima pagina centauri fondazioni fra non profit e grande finanza
Perché d'improvviso nessuno vuole più crescano completamente dal controllo delle banche scrive in prima pagina Stefano Carli poi servizi di Eugenio Occorsio e vedremo questo che è uno dei temi principali della cosa settimana parlamentare anche se è passato sotto tono in un'Italia in cui i ribaltoni ribattini contano molto più o in termini di dibattito politico dell'ENEL della liberalizzazione del mercato elettrico o del ridefinizione degli assetti proprietari delle banche
Il Senato la settimana scorsa ha approvato un testo sulle fondazioni che ora passa alla Camera e lo vedremo sempre
Dalla prima pagina di a fare finanza
Francia tv pubblica meno spot più fondi statali un articolo che vedremo interessante soprattutto alla luce di quanto si sta discutendo in Europa
E parlo di Commissione europea e in Italia rispetto ai destini delle televisioni di stato il Corriere Economia invece apre con la banca centrale europea Wim il piccolo o il grande potere governi e governatori nazionali vorrebbero ridimensionare la Banca centrale europea e c'è un articolo a a piena pagina di Danilo Taino
Sempre su CorrierEconomia vediamo dalla prima pagina Bernabè Telecom i politici e le stelle abbiamo Gianni Gambarotta prima pagina per l'economia e questo
Tema questo della candidatura avanzata non smentita quindi ufficiale e nel caso sicura di Franco Bernabé ad amministratore delegato di Telecom una mini l'attuale amministratore delegato dell'ENI lascerebbe il petrolio per occuparsi di telecomunicazioni vedremo Gambarotta e Giannini
Invece su Repubblica a fare finanza dal Corriere tenendo conto che oggi abbiamo solo una mezz'ora
Segnaliamo Dario Di vico che a pagina cinque del Corriere Economia si interroga sulla sulla sulle idee dell'euro sinistro ma che cerca la sua via alta dal Corriere a pagina sette prenderemo una intervista con Renato Ruggiero direttore dall'Organizzazione mondiale
Del commercio dal titolo una nuova Bretton Woods
Altre segnalazioni le vedremo in coda a questa rassegna stampa e direi di cominciare subito da Stefano Carli prima pagina dire pubblica Affari e Finanza che si occupa di fondazioni in Senato con voto plebiscitario ribaltato il testo pochi mesi fa alla dalla Camera e vediamo
Cosa scrive Stefano Carli per le fondazioni bancarie Senato è stato come il più classico dei conclavi della chiesa quelli in cui chi entra papa esce cardinale viceversa il testo approvato mercoledì scorso nove
Esse infatti intenzioni obiettivi che rappresentavano l'ossatura stabilite la Camera dei deputati resta il principio base che gli enti nati dallo scorporo delle aziende bancarie di casse di risparmio dei sei istituti di credito diritto pubblico
Il Banco di Sicilia di Sardegna di Napoli
Monte dei Paschi e San Paolo
Dovranno Bmc mancanza comunicazioni dovranno occuparsi di opere di bene ma con una differenza non da poco il Senato ha infatti deciso che tra cultura e ricerca scientifica sanità aiuti ai poveri il primavera opera di bene di cui le fondazioni dovranno occuparsi e di sostenere il sistema economico italiano sostenerlo nel suo sviluppo accompagnarlo verso la maturità difenderlo dagli attacchi provando a sintetizzare in una battuta quando
Caduto stanno aggiustando le impressioni raccolte dagli addetti lavori si potrebbe dire che tutta questa vicenda delle fondazioni è stato ed è tuttora dominata dalla sindrome della Comit questa è una lettura in realtà
La vera sindrome a mio avviso è quella della restaurazione del potere politico e dal potere dei partiti sulle cono
Mia come fonte di potere di clientela di orientamento del consenso e credo che le fondazioni anche se pochi se ne sono accorti serviranno sempre più a questo prosegue Stefano Cardi pagina sedia fare finanza solo che da prima dell'estate ad oggi questa sindrome quella Comit si è sdoppiata cambiato di segno
Fino alla primavera scorsa la Sindone commenterà infatti legato alla vicenda della privatizzazione dell'istituto di Piazza della Scala ha come
Quella che doveva essere una consegna al mercato sia invece tradotto in una consegna Mediobanca e con questo e questo aveva spinto la Camera ad approvare un testo di legge che puntasse dritto sull'uscita dalle S.p.A. bancarie delle fondazioni enti c'è un tavoli un po'pubblici un po'privati un po'super parte e un po'espressione dello stesso mondo bar
Cari al tempo stesso no-profit ma coinvolti coinvolgibili nelle guerre di controllo dagli istituti di credito delle maggiori libertà industriale
Dopo l'estate soprattutto dopo che piazza Della Scala divenuta terreno di scontro tra le opposte strategie di sviluppo in Italia in Europa le due grandi banche tedesche laddove ce la Commerzbank la sindrome Comité diventato invece sinonimo e materializzazione degli incubi di quanti temono che la moneta unica la banca centrale
Che vada assume progressivamente compiti e funzioni finora svolte da Bankitalia dal Tesoro posso lasciare troppo soli e indifesi i protagonisti della parte più vitale dell'eco italiana quel mondo delle piccole e medie imprese che proprio dal sistema delle banche territoriali si procura risorse necessarie per operare per crescere e questa al più sarà una
Ennesima buona intenzione alla sprecare la via del disastro o comunque del della corruzione dei meccanismi dell'economia privata italiana
Ed ecco quindi uscire dal Senato la legge che li affida le fondazioni ruolo di sentinella
Del sistema
Si dice che hanno votato tutti a favore più o meno ricordiamo che ha votato contro la lega ha votato contro la Lista Pannella e ha votato con
Pro a titolo personale il senatore Franco Debenedetti di cui vedremo due battute raccolte sempre da Repubblica
Il testo del Senato cambia radicalmente le regole del gioco il no profit il cosiddetto terzo settore non è più il beneficiario privilegiato delle risorse delle fondazioni queste continueranno a svolgere un ruolo cruciale nel settore bancario potranno partecipare attivamente alle prossime per i attizza azioni la posta in gioco è considerevole il patrimonio dell'ottantasette fondazioni bancarie ottantuno rigenerati dalle casse di risparmio più le sei banche di diritto pubblico è stimabile in una cifra fra i sessanta e settanta mila miliardi di lire in un flusso annuo di prove in ti che dovrebbe aggirarsi sui mille miliardi l'anno certo gran parte del patrimonio ancora immobilizzato nelle quote azionarie dall'ex Società per azioni bancarie la maggior parte delle Fondazioni più piccole controllano ancora il cento al centro delle società bancarie lo stesso Monte dei Paschi ancora la totalità del MPS a Monte dei Paschi di Siena Banca ma le quote iniziano a scendere più o meno lo cemento e nonostante questo però l'insieme delle fondazioni delle Casse di Risparmio aveva
A fine novantasei qualcosa come l'otto per cento del patrimonio disponibile per nuovi investimenti una cifra di poco inferiore ai cinque mila miliardi
Si dice di Banca Intesa che della Cariplo che ha venduto la Fondazione ma ormai solo ci sembra un solo un po'discutibile il ventiquattro virgola quattro per cento dalla nuova banca intesa e su questo bisognerebbe discutere
A partire proprio dall'esperienza della Cariplo anche sul a chi e a quanto le fondazioni vendono le banche ma questo poi rischierebbe di essere fuorviante rispetto alla questione centrale cioè dal fatto che le fondazioni devono attendere le banche secondo il testo di legge uscito dalla Camera fuorviante
In termini nei termini in cui ne stiamo discutendo adesso mentre invece qualcuno dovrebbe occuparsene secondo il testo di legge uscito dalla Camera nel marzo scorso tutte queste risorse prosegue Stefano Carletti dovevano andare a beneficio di ricerca scientifica istruzione arte allo redazione di beni culturali sanità assistenza alle categorie sociali più deboli il tutto garantito dal carattere non commerciale delle iniziative degli investimenti realizzabili e agevolato per questa ragione da sgravi fiscali sulle operazioni di vendita delle quote azionari o detenute dalle aziende bancarie in uscita dalle banche non solo suggerita ma quasi imposta visto che la condizione per ottenere e mantenere i benefici di legge era per la Camera la rinuncia al controllo degli istituti di credito e qui viene uno dei nodi cruciali un principio che neppure il nuovo testo del senato rinnega nei fatti però ora non c'è più la Camera aveva infatti usato la definizione di controllo in vigore dal settore industriale la stessa uscì ita agli inizi degli anni Novanta dalla lunga battaglia per l'istruzione la stessa uscita all'inizio degli anni Novanta la lunga battaglia per l'istituzione della legislazione antitrust dalla stessa Authority per la concorrenza una definizione efficiente Checconi ricomprende senza difficoltà anche le forme di controllo più moderne e sofisticate dei patti di sindacato ai nuclei stabili una definizione insomma per cui si può controllare una società anche avendo meno dell'un per cento delle sue azioni e qua pare che il riferimento sia Telecom il Senato rispetto a questo è tornato indietro di dieci anni il controllo è quello dell'articolo due due mila trecentocinquantanove del codice civile secondo cui in sostanza per perdere il conto o di una società basta scendere sotto il cinquanta per cento o poco più basta insomma non essere socio di maggioranza relativa a non partecipare anche solo in parte al patto di sindacato e per la legge nella versione del Senato
Si è a posto e quindi scompare nei fatti l'impossibilità per le fondazioni di avere partecipazioni di controllo nelle banche resta il limite del cinquanta per cento che come ben spiegato in questo articolo non vuol dire assolutamente nulla
E quindi le fondazioni potranno continuare a mantenere mantenere
Il controllo delle banche senza penalizzazioni fiscali qualora disse smettessero partecipazioni minoritarie infine gli ultimi due noti la quantità direttivo disponibile per l'attività non profit è calata notevolmente prima erano meno della metà del edito totale adesso è sempre non meno della metà ma del reddito al netto di spese di funzionamento e acconto lamenti di legge due voci che nel novantasei per il sistema delle casse di risparmio volevano da solo intorno al cinquanta per cento del reddito
Totale
Inoltre la Giunta tra gli scopi da attuare da parte delle fondazioni di obiettivi di promozione dello sviluppo economico e qui siamo al
Paradosso o al raccapriccio visto che l'esempio che veniva più volte fatto era quello delle fondazioni delle grandi fondazioni non profit culturali e scientifiche americane qui invece si arriva allo sviluppo economico ricordiamo che non più di due mesi fa salvi
Capogruppo al Senato dei DS in un'intervista al Sole ventiquattro Ore disse che bisognava dirottare parte degli investimenti al Sud ha ottenuto con parole diverse quello che voleva quattro parole Promos
Dello sviluppo economico che fanno ricadere tutto il sistema economico italiano tra gli obiettivi di utilità sociale delle fondazioni e qui chiudiamo la lettura di dell'articolo di Stefano Carlei una
Uno dovrebbe vediamo prima che dice il senatore Franco Debenedetti
Il problema principale che fare con i proventi delle dismissioni
Dopo essersi occupato occupato da queste nel controllo la legge non prevede nessuna limitazione alla partecipazione in società private dato che i dirigenti delle fondazioni continueranno ad essere di nomina politica oggi lo è il sessantatré per
Tu e io credo che in questo sessantatré per cento De Benedetti inserisca solo quelli di nomina strettamente politica cioè nomine dovute amministrazione mi pubbliche come le regioni i comuni le province ma evidentemente poi quando si tratta di camere di commercio altro la nomina restano comunque politiche anche se
Fatte da organismi non strettamente politici io ci vedo un sistema per mantenere la longa manus nell'industria specie quella pubblica privatizzata
E questo che si voleva ma allora era meglio dirlo esplicitamente così si sarebbe anche potuto stabilire regole più precise in proposito in questo modo
Invece tutto resta sommerso a sacrosanta ragione Franca De Benedetti quello che manca a mio avviso anche in questi articoli è che è vero quanto si dice sulla permanenza delle fondazioni nelle banche su questo ruolo improprio e astruso di promotori da parte delle fondazioni bancarie di sviluppo economico ma resta il fatto centrale che anch'
Che qualora le fondazioni su quel passo di non profit di cultura di assistenza sociale di ricerca scientifica essendo le fondazioni rette da emissari di partito la partitocrazia avrebbe comunque un potenziale norme da spendere in settori non industriali ma molto adatti a orientare il consenso a creare clientele quindi il nodo comunque non sarebbe risolto l'unico modo era quello di liquidarle le fondazioni il sottosegretario Pinza invece si difende dicendo che
C'è un organo di indirizzo l'Assemblea formato anche dai rappresentanti indicati dalle forze economiche all'interno delle fondazioni c'è l'organo di gestione il consiglio d'amministrazione i cui componenti non solo debbono possedere i requisiti di legge di
Onorabilità e professionalità ma sono anche incompatibili con qualsiasi altra carica nelle banche infine c'è un organo di controllo il tasso di politicizzazione sostiene Roberto Pinza viene fortemente diminuito e a proposito del ruolo delle fondazioni nelle privatizzazioni pensa dice ma insomma nelle privatizzazioni qualcuno dovrà pure investire c'è forse una folla di potenziali acquirenti finora quanto al capitale
Quanto capitale impegnato l'industria privata nelle privatizzazioni che sono già state fatte
Rischi ce ne sono per esempio anche quello di lottizzazione dei beneficiari per lo sviluppo economico sostiene sempre Pinza ma il punto chiave nella scelta degli organi se quelle correi per il resto viene da sé ed è di questo che noi dubitiamo fortemente comunque tenendo presente l'autonomia degli enti con l'esercizio della delega si potranno precisare meglio alcune cose tra cui questa
E questo è quello che sta succedendo alle fondazioni bancarie e ora la palla passa ora la palla passa alla Camera
Ricordiamo
Che la Lista Pannella votato contro questa legge sulle fondazioni ribadendo che è un ginepraio da cui non se ne esce che la il pregiudiziale l'ipoteca politica partitocratica sulle fondazioni è massima e non varranno Authority ero con lamenti a rimuoverla
Che questo sì questa pregiudiziale questi proteica si indirizza i settori d'cosiddetti vanno profitto o al settore industriale sono due mali uno peggio dell'altro l'alternativa a quella forse sì esisteva ed era la liquidazione abbandoniamo le fondazioni e andiamo occuparci di Tele com'vero è che abbandoniamo le fondazioni per modo di dire perché nel nocciolo duro della Telecom ci stanno le fondazioni e proprio oggi la Fondazione Cariplo sì lamentava di non avere
Ha avuto
Alcuna informazione ha proposto dalla scelta da nomi è stato delegato e tiene con Vale for Cariplo vale da sola come fondazione zero cinque per cento nel capitale Telecom Ifil Dian lì per esempio vale lo zero sei vediamo cosa scrive però Gianni Gambarotta la designazione di Franco Bernabè ad amministratore delegato di Telecom Italia assegna due punti importanti il primo ovvio
Dopo un paio d'anni di colpi di scena e stravaganti certe l'ex monopolista del telecomunicazioni ora privatizzato Husseini privatizzato avrà finalmente la testo Managers che ha dimostrato sul campo le proprie capacità ed è per questo apprezzato dai mercati il secondo me ne ridente le ultime battute la conclusione di quella che era ormai diventata date nove muoverci Tel vertice Telecom
Ha presente il ritorno non sicuro ma possibile di una prudenza politica nella vita della società ancora in qualche modo appartenenti alla Repubblica quelle stesse che nell'era dalla Prima Repubblica andavano sotto il nome di partecipazioni statali
E questa ci sembra un'osservazione
Più azzeccata della prima Bernabè era diventato amministratore delegato dell'ENI nel novantadue il momento peggiore della storia dell'ex Ente petrolifero devastato da Tangentopoli in questi sette anni è riuscito a farne un'azienda di primo piano a livello internazionale in realtà aziende primo piano lo era anche prima l'impresa su cui pochi erano disposti a scommettere all'epoca e andata felicemente in porto grazie alle doti di questo giovane Managers di cui si è detto e anche una congiunzione per così dire politico astrale difficile per un ripetibile politico astrale magari anche giudiziale edificante difficilmente ripetibile i polizia Prima Repubblica messi al bando dal ciclone Mani pulite avevano dovuto mollare lo tra visionare presa sui gruppi pubblici Bernabè a voi ha potuto così lavorare in autonomia all'ENEL facendo nel alleni scusate facendone una azienda facendone una azienda normale molto nel numero attiva con questo però sembra che Gianni Gambarotta escluda
Bernabè dal novero dei Managers legati a filo doppio o triplo alla politica ricordiamo che Bernabè venne nominato se non sbaglio da Cossiga comunque da un presidente repubblicano pare proprio Cossiga nel novantadue in una commissione di revisione dei sei Rizzi segreti quando era già all'ENI quando il palazzo recuperato forza tentato più volte di ritornare ad avere voce in campo nel gruppo petrolifero mai sempre vista la strada sbarrata da un capo d'azienda che era riuscito a darsi un'autorevolezza
Alle da permettersi di dire molti no chiunque qualità che non è detto avrà il suo successore e se non sbaglio Bernabé ha chiesto come condizioni per la Sade Leni e approdare intere con di mettere un suo uomo un uomo indicato dall'UE al vertice ENI e questa già non è una cosa che nella forma e nella sostanza sì non è una cosa come dire in coni abile encomiabile alla Telecom se accetterà l'offerta Bernabè troverà un'azienda ci attivamente in condizioni molto migliori dell'ENI dal novantadue ma comunque con infiniti problemi arrivo dalla concorrenza alleanze internazionali passaggio la cultura monopolista quella di me scatto resi quasi drammatici dei continui ribaltoni e vertici seguiti alla privatizzazione troverà invece una situazione politico astrale assai meno favorevole
Il Governo si gioca buona parte del suo successo sul rilancio dell'economia la ripresa d'occupazione riuscirà a resistere tentazione di mettere al servizio
Di questo senz'altro condivisibili impegno anche la Telecom di cui è tuttora principale singolo azionista il Tesoro e quindi il governo così Gianni Gambarotta vediamo che dice
A questo proposito Massimo Giannini il destino dall'ENI se Bernabé lascia e qui la analisi speculare come insegna Pier Paolo Pato si Pasolini nel suo petrolio quella specie di complessa incompiuta Divina Commedia dell'Italia e ciniche capitalista degli anni settanta dagli affari del loro nei ero e dei suoi derivati si può uscire solo in tre modi morti ammazzati corrotti ammanettati Orroli mitizzata iper Franco Bernabè che si accinge a lasciare l'ENI per Telecom l'opzione decisamente fortunatamente la terza questo
Il parallelo non privo di enfasi di Massimo Giannini per restare in contesto dantesco con un po'di legge del contrappasso nel fatto che gli azionisti la più grande azienda privatizzata la storia d'Italia siano costretti dopo ripetuti e fallimentari tentativi a chiama al suo capezzale Managers che è cresciuto e ha fatto grande un ex Ente di Stato e su questo ci permettiamo di dissentire totalmente da Massimo Giannini riteniamo che il tesoro a tutt'oggi il massimo azionista di Telecom
è il responsabile sotto il profilo complessivo del fallimento la privatizzazione di Telecom fino ad oggi avendo egli scelto lei modalità cioè il nocciolo duro per privatizzare avendo egli scelto le modalità i i nomi le aziende chiamati a far parte della nocciolo duro di Telecom ed essendo stato ammonito da molti tra i quali noi della Lista Pannella sul fatto che una privatizzazione del genere per la Telecom sarebbe stata un fallimento e non un ente qualsiasi prosegue Massimo Giannini
Ma uno di quelli che in certe fasi della vicenda nazionale ha incarnato più signora di ogni altra il vizio dell'economia mista le giunti lottizzate la relazione in Commissioni bicamerali per le partecipazione statale gli incesti tra affari e politica i traffici intorno ai gasdotti i fondi neri dell'Enimont e così via tutto l'armamentario del modello di sviluppo dall'asse Craxi Andreotti Forlani Franco Bernabè nonostante i suoi tanti nemici non riescono a farsi una ragione quei la vicenda complessa l'ha vissuta la traversata senza lasciar segno di succhiare coinvolgere macchiare almeno fino a prova contraria che finora i magistrati non hanno trovato e questo garantismo un po'un po'ingenuo di Massimo
Giannini per giustificare il fatto che comunque Bernabé alleni
Del cast c'era e aveva un ruolo nord marginale tra l'altro quello proprio di controllare la bontà di operazioni che tanto buono non si sono rivelate lui stesso la racconta comunque Andorra che può insospettire suoi detrattori ma che le inchieste non sono comunque mai riuscito a smentire Mani pulite all'ENI è stata come una bomba atomica quanto esplosa ho capito quanto io sia stato stupido
E lui appunto era negli organismi di controllo il sistema tangenti esodi vagava nel grattacielo dell'EUR fior di dirigenti del gruppone di lottavano i fondi per costruirsi ville hollywoodiane all'estero e Lou Reed direttore centrale prima la mini Rettore delegato può e non ne sapeva niente ero come un genitore che non si accorge che il proprio figlio si droga quando lo scoprì più tardi ti domandi come ho fatto a non rendervene conto e queste sono parole
Di
Franco Bernabé ci si può credere o no ma oggi per Bernabè parlano i numeri non le carte bollate parla il grande patrimonio di credibilità che ha recuperato per l'ENI presso gli analisti finanziari operatori mercati internazionali gruppo dal novantadue ad oggi ha venduto più di due cento società chiudendo le attività off-shore arrivo dotto i debiti di nove virgola uno miliardi di dollari aumentato la produttività del lavoro del centododici per cento è passato da una per cinquecentocinquantaquattro milioni di dollari del novantadue a un utile di tre miliardi nel novantasette le tre tranche di privatizzazione del gruppo effettuate dal novembre novantacinque
Poi novantasei nel luglio novantasette hanno trasferito la proprietà di un milione virgola e mezzo di azioni per un valore di cinque virgola due miliardi di dollari è stata la più grande offerta pubblica di vendita mai fatta in Italia la più grande d'Europa nell'ultimo quinquennio in assoluto una delle più importanti a livello mondiale non per non è per niente scontato che questo discreto miracolo dire riesca ad Atene così come non è scontato che questo miracolo
Per l'ENI prosegua e
Non vorremmo pensar male ma il fatto che Bernabè sia disponibile a lasciarle una tale corazzata con questi risultati un per una nave che naviga in pessime acque come la Telecom bisognerà capire se nobile gusto per la sfida imprenditoriale oppure no ma che sia scelta migliore per un gigante un po'in crisi d'identità è spiazzato dalla scomposizione di aggregazione dei concorrenti mondiali è molto probabile l'uomo energie competenze ed esperienze che rappresenta una garanzia oggettiva
Per gli azionisti Telecom
E anche per i risparmiatori che hanno comprato il titolo in Borsa e comunque se non ci riesce e lui non si vede proprio come potrebbe provarci dopo la l'anomalo uscita di scena di Guido Rossi
Chi potrebbe provarci Guido Rossi e la rocambolesca parabola di Gian Mario Rossignolo semmai il problema più grosso si pone per lady dove Bernabé che ricordiamolo membro della giunta di Confindustria contava di restare ancora a lungo è presto per la pensione c'è ancora molto da fare qui dentro aveva detto poco tempo fa non so se tra dieci anni sarò ancora qui ma so che quando tu hai trasformare un gruppo di questo tipo richiede molto più tempo di quello che io alle mie spalle che è stato solo sei anni insomma
A mio avviso non è che da questa lettura sia così chiaro il passaggio di Bernabé alleni tanto più che tanto più che forse l'alternativa esisteva ed era un grande manager esperto delle TLC che in giro per il mondo forse si poteva trovare ma ben ebbe al centro di un rette di solidarietà politiche essendo appunto
Stato nominato amministratore delegato di un'azienda di Stato essendo il tesoro essendo il Tesoro
Principale azionista di Tele con mezzi sento cambiato il ministro delle Comunicazioni
Che ha due consiglieri d'anche che controlla nomina un consigliere d'amministrazione in virtù della legge sul monopolio che sopravvissuta in Telecom e poi partecipa alle nomine
Dei consiglieri d'amministrazione dovuti alla golden share che ancora intere cominci sono per un numero complessivo di quattro ecco io credo che bisognerà capire un po'meglio come mai Bernabè diventa amministratore delegato della tele comma augurandogli nel caso ovviamente come sempre buon lavoro soprattutto per il milione e mezzo di piccoli azionisti che hanno comprato le azioni della tele come siamo purtroppo già in chiusura perché oggi la rassegna stampa dura solo mezzo ora segnaliamo quello che sta succedendo nella televisione
Nella televisione francese meno spot soldi statali alla nuova televisione francese il momento commento più acido è stato quello di le Figaro il provvedimento va in direzione diametralmente opposta rispetto agli obiettivi fissati e si dice tra l'altro che questa diminuzione di seicentosettanta miliardi in lire italiane di pubblicità non verrà coperta da un aumento del canone ma verrà coperta da un contributo che anno dopo anno nell'ambito della finanziaria francese verrà stabilito per coprire il fabbisogno della televisione pubblica qualcuno si lamenta che è un modo per mettere la televisione pubblica francese sotto l'ipoteca Diretta del Parlamento del governo che potrebbe decidere anno per anno se dare i soldi oppure no e su questo su questa modalità di contributo ancor più esplicito che con il canone dovrebbero speriamo arrivare gli strali di care al Van Mirta che appunto a denuncia già togli aiuti leciti aiuti di stato alle televisioni pubbliche che fanno poi concorrenza a quelle private quello succede in Francia vediamo al Corriere
Al Corriere Economia alcune battute perlomeno di Renato Ruggiero presidente e direttore d'organizzazione mondiale del commercio del commercio internazionale gli strumenti di gestione sono diventati obsoleti servono nuove regole altrimenti prima o poi saremmo perduti e lo stato sociale non più assistenziale ma incentivante e poi si occupa di nuove tecnologie una uova Bretton Woods vediamo che dice Renato Ruggiero quali sono chiede Arturo battelli su CorrierEconomia di oggi quali sono gli avvenimenti di questi anni
Che più è valso la pena d'aver vissuto non vorrei essere banale spiega Ruggero risponde Ruggiero ma penso che la fine del comunismo l'affermazione dell'Europa la rivoluzione tecnologica in atto siano i tre momenti magici di quest'ultimo mezzo secolo il mondo è cambiato sotto i nostri occhi cambiato profonda mentre negli anni Cinquanta era impensabile il crollo del sistema comunista così come era impensabile che l'idea dell'Europa unita si facesse strada comunque talmente ora ci troviamo a metà del guado il mondo sta ancora cambiando ma noi non ci troviamo in difficoltà nel gestire cambiamenti
Ma noi ci troviamo in difficoltà registri in cambiamenti quale vede quali sono le difficoltà vede gli strumenti politici ed economici sono con i quali operiamo sono nati alla fine della seconda guerra mondiale l'arsenale di Bretton Woods prevede una serie di strumenti che sono tu ti del ventesimo secolo nel secolo scorso duro o di due secoli fa ormai nulla è più come allora gli strumenti di gestione sono improvvisamente diventati obsoleti caduti i vecchi a morire non è un caso che non si riesca a gestire la crisi finanziaria del Giappone non è che non siamo stati capaci a dare una risposta adeguata al caos che investe la Russia che siamo impotenti di fronte al fenomeno della disoccupazione di massa un fenomeno di cui l'Europa la vittima principale a questo mondo che cambia a un ritmo finora sconosciuto bisogna dare un nuovo ordine delle nuove leggi delle nuove regole di comportamento se non vinciamo questa sfida prima o poi saremo pro saremo
Ora perduti
Ma detto in sintesi quali sono gli effetti positivi e quali quelli negativi della globalizzazione la globalizzazione risponde Renato Ruggiero non è un fenomeno fotografabile è un processo in movimento sarebbe sbagliato dare un giudizio positivo o negativo di questo plot la globalizzazione tuttavia può essere gestita bene o gestita male sono quindi le politiche di gestione che vanno valutate d'altro canto la globalizzazione è ormai un pro su quasi automatico che dipende in gran parte dallo sviluppo di nuove tecnologie attenzione si tratta di tecnologie che annullano la dimensione del tempo e dello spazio e che riducono la globalizzazione un processo
A un processo tutto sommato
Neutrale
Con questa segnalazione a pagina sette del Corriere Economia
Chiudiamo questa rassegna stampa ricordi segnaliamo le polemiche sulla Banca centrale l'articolo di una rivolta e io non di Danilo Taino a pagina uno di a pagina uno del CorrierEconomia segnaliamo a pagina nove è come evitare l'euro boomerang sempre sul Corriere siamo Giovanni Palladino che scrive sugli affetti
Non positivi o comunque di maggiori difficoltà che ci si possono aspettare si possono aspettare
Dall'euro segnaliamo dal mondo di questa settimana Giovanni Vigo un Paese eternamente impreparato mentre in a proposito di invecchiamento la popolazione in Germania di ci sono sei virgola due posti tutte le strutture di assistenza per gli anziani ogni cento anziani in Italia ce ne sono due nove
Di cui sei otto in Trentino e zero tre in Calabria e questa l'Italia chiudiamo qui questa edizione del supplemento da lunedì pomeriggio dedicato all'economia di stampa e regime la rassegna stampa e radio radicale un saluto e un arrivederci da Benedetto Della Vedova grazie ad Alessandro Teodori per la regia della trasmissione