Tra gli argomenti discussi: Antifascismo, Cultura, Fascismo, Gobetti, Gramsci, Storia.
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Rubrica
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Grazie
A
Ma
La politica fascista del consenso si avvale negli anni trenta di una molteplicità di mezzi a partire da la radio le quali diventa portatrice anzitutto di una cultura di massa tanto sport molte canzoni Buzzetti e radiogrammi ma soprattutto la rivista
No negli anni andiamo al mare vale poi venne ventinove andare per la mia mano capita un po'fuori di mano
Non motiva vennero nel fino al nella Russia dagli interisti e molti
Di Agnelli guardi inverno finché nella non Bendinelli di a me Navarria Blair intorno
Apparve ma intervento ma dove stiamo nuova recapito ma guardi tutto bianco comporti Samp il podio a molti utilizzo così dopo non veda questo grande fiume il vomito affabile ma allora mettiamoci Dedalon sempre poi non vedrete compatto del proiettile la steppa desolata omogeneo diamo il boom
Sia questi quattro moschettieri tre più uno che viaggiava nel mondo della ricerca agli in Scarpetta scarpette della rigida per vedere un po'l'atterraggio ieri perché Squitieri quindi gli artisti
Però gli insegnanti degli artisti veramente che canali che che nessuno in quel momento tutti improvvisate poi dopo quando siccome la rivista prese piede
Il secondo il terzo anno si pensò di riportarla con degli artisti di che altro allora degli importi da più importante qui abbia notato qualche torni
Quindi
Strehler
Questa discesa in pallone a Milano in Fiera
Fu talmente una cosa favolosa perché a tiro tuttavia circa di guida soltanto sul piazzale delle fiere eccellenti di cento mila persone vale
Trionfa il sogno piccolo borghese delle Mille lire al mese l'etica delibere senza maniche con
Ma nell'Italia messe in camicia nera per tracce una radio come del resto un cinema l'evasione non danno sufficienti garanzie
Con il militarizzare se del regime la sua proiezioni imperialista all'spero papà la cappa dell'omologazione ideologica deve coprire l'intera società civile il Minculpop nel ministero per la cultura popolare viene onnipotente picconi presa
La guerra in cui Mussolini getta l'Italia il dieci giugno mille novecentoquaranta rompendo l'equilibrio precario tra indottrinamento ed evasione farà pendere la bilancia dalla parte della propaganda più smaccata
Contribuendo ad allargare il divario già in atto trapanese il regime
Sotto la Mole decima puntata buona sera il l'argomento di questa sera tra fronda e disse
La puntata precedente avevamo visto i rapporti fra la scienza fra la ricerca e l'industria avevamo parlato del Politecnico amo anche parlato della radio la radio che non era nata a Torino maturino era diventata matura importante
Ecco in questa puntata appunto tra fronda dissenso continuava a parlare della radio e di come la radio venne usata durante gli anni del regime
Per parlare di questo tema e anche di altri temi abbiamo invitato il professor Alessandro Galante Garrone Insigne giurista storico delle dell'età contemporanea
Fatto curioso il professore è stato uno dei primi
A scrivere un saggio sulla radio di quegli anni il saggio uscì su il ponte di Calamandrei e si chiamava nel il saggio l'arido senza fili
Buona sera posso ore io volevo chiederle com'era la radio durante gli anni trenta quaranta
Beh insomma c'era questa parte e richiamarci appresa su tutto il pubblico devo dire anche su di me in un certo senso allora giovani
Quella d'evasione che aveva spetti gustosi ma penso che interessa soprattutto cogliere l'altro versante cioè quello per l'appunto
Politico propagandistico e allora questo vorrei ricordare ad esempio quello che scrisse
Vicenda alti che proprio a proposito della radio che quando la radio
Così asservita diventa strumento di propaganda allora si rivela quasi per un'ispirazione detti quel demonio in tutti gli uomini in uno stile perfetto strumento per il Ribezzi inutilmente dell'umanità e devo dire che questa funzione di tentato dite imbonitore eccellente diciamo italiani fu adempiuta così fino in fondo fino in fondo con degli a spetti indubbiamente è sgradevole per tutti quelli Cancer badavano un minimo senso critico e che raggiunge punte estreme direi quanto più si approfondiva quelle di Basiglio di cui è stato detto momento fa tra il il regime l'opinione il consenso che via via scemata
Tanto più il sì accentuava l'esasperazione di questa propaganda grazie professore sugli altri strumenti di cui disponeva il regime in quegli anni vediamo il filmato ma mare hanno
Un importante strumento di acquisizione del consenso indirizzato alle giovani generazioni a quella che dovrebbe essere la futura classe dirigente dell'Italia pacificata sotto il simbolo littorio sono i littoriali nati nel mille novecentotrentadue decimo anniversario della marcia su Roma come gare sportive per gli studenti delle università italiane estesi poi alla cultura e all'arte diventerà una delle più solenni manifestazioni interregionale
Queste Olimpiadi del fascismo concepite nell'ambito della strategia di cattura dei giovani dell'ambiente intellettuale messa a fuoco da un gerarca di largo seguito quale Giuseppe Bottai nella seconda metà degli anni Trenta finiscono però per essere oltre che una cassa di sarà Anza dei fasti del regime luogo di confronto è un'occasione di dibattito nella cui scia maturano molti lunghi viaggi dal fascismo all'antifascismo ce ne parla un torinese che si fregia per due volte del titolo ambitissimo direttore vicende gli scambi il video veramente
Veramente coraggio sia non penso proprio questo
Sia stato
Pericoloso per chi li ha fatti
E tutti hanno superato il rischio quasi tutti ma pericolosa specialmente per regimi e perché era lungo Caglioni
In cui in un'atmosfera illiberale
C'era sia pure limitata una certa libertaria espressione
La mobilitazione dei giovani e degli intellettuali trova sempre a partire da stimoli può Tajani un riscontro nelle riviste studentesco universitarie più o meno organicamente connesse ai buffet i Gruppi universitari fascisti
A Torino la più interessante di tale riviste piuttosto slegata dalla precedente esperienza della rivista universitaria e della successiva del lambello
è vent'anni fondata e diretta da Guido Pallotta un fascista della prima ora che Morra in Africa nel mille novecentoquaranta
Che cosa fosse la cultura cui questi giovani guardavano ce lo spiega il redattore capo del periodico
Forse il più crea una forma di cultura fascista il vero ideale di Pallotta insomma in fondo da anche di tutto il gruppo era quello del cosiddetto uomo integrale
Insomma le portava l'intestazione quindicinale di bonifica integrale quindi vede già questa parola compare anche in attestata l'ho integrale l'anno quando esce un uomo che doveva un doppia faccia doveva essere un uomo valido come fisicamente quindi non lo capisce un'efficienza fisica notevole capaci quindi di grandi sforzi e di fatiche e quindi anche eventualmente buon combattente esce anche una Ford una forte convinzione interiore quindi una cultura adeguata e sufficiente per accettare il fascismo come concetto di rivoluzione permanente lettore Kyoto tam limitatamente c'erano già le che non si estinguerà nel tempo e quindi il problema anche Gellatti nato del dissenso era su questo fatto che si aveva l'impressione per tempo che il il la l'apparato tendesse a una certa burocratizzazione della vita del Paese mentre viceversa gruppo di vent'anni sosteneva che occorreva mimare una dinamica interna perché gli obiettivi da raggiungere erano con la moltissimi possiamo parlare di dissenso se lo interpretiamo come dissenso da terzi certi atteggiamenti presi dall'apparato burocratico del regime cioè come un dissenso interno che era rivolto a rafforzare i decibel non indebolirlo
Se dissenso interno fronda professore lei che che giudizio da oggi sulla fronda di allora
Ma non è facile rispondere io vorrei premettere è stato ricordato allora la figura di Giuseppe Bottai oggi si tende sotto la specie di un riflessione storiografica si tende un po'a rivalutare certi figure e devo dire che su questo orientamento storiografi Dio non sono affatto d'accordo
Duttile ora ricordare ma la figura di Giuseppe Bottai per esempio
Il cosiddetto fascista critico quasi a contrapporre lo al grossolana così volgarità d'io berretti di uno Starace di un Farinacci ben questo per me è una persona delle meno
Pregevoli di quel periodo di quell'ambiente io lo considero proprio un corruttore se mai della cultura che adempì fu una certa funzione
Halloween facevano capo come è stato ora ricordato i littoriali anche ma è io credo che alla base di tutto questo si fosse sostanzialmente io
Un un brutto e quindi poco naturalmente i giovani per se stessi dei giovani intelligenti di giovani onesti indubbiamente ce n'erano molti in questo
Trovavano lì
L'unica forse possibilità per esprimere se stessi allora
E poi come è stato letto attraverso un lungo viaggio sì portarono via via supposizioni
Antifasciste militarono molti di loro degnissima mente della Resistenza e ci Pupo agli anche una milizia politica degli anni successivi e che rappresenta anche rispetto a questa loro esperienza giovanile indubbiamente un riscatto
Però vorrei che anche costoro vero che sono ancora tra l'altro Amici Miei cari
Che e riflettendo su quello che allora accade di cui furono partecipi mantenessero
Un senso critico vivi vedere che il fondo di riconoscere che c'era alla radice questo equivoco di fondo nel trentotto passano le leggi di Cattinara azzerata razziali
E ecco e difatti poi la fronda si vede si appiattisce secondo le direttive ecco come reagiva e ambiente intellettuale
Torinese a queste a queste leggi razziali B dovete le leggi razziali furono un corpo per tutti
Per tutti per la per la gente minuta che non si era mai occupata di politica per tanti fascisti diciamolo pure in perfetta buona fede dobbiamo riconoscerlo
Non parliamo degli ebrei franco-algerino anche dei fascisti e dei filo fascisti o degli indifferenti ebbene questo fu veramente un pugno nello stomaco che sorprese e avviliti e indigno moltissimi italiani anche nel campo culturale ci furono delle reazioni diverse potremmo dire opposte ci furono quelli
Si prestarono nel modo più brutto a queste persecuzioni così che vennero operati implicate nel campo della cultura pensiamo per un momento forse qualcuno ne ha già parlato nelle puntate precedenti e pensiamo
Così ai professori illustri come un giornale Giuseppe Levi padre notarile addirittura che è stato rimosso dalla calata la facciamo uno storico dell'antichità come Arnaldo Momigliano per parlare dei piemontesi
Pensiamo di uno storico come Giorgio Falco storico del vedente pubblicò proprio in quegli anni fu costretto a pubblicare un bellissimo libro sul Medioevo che poi tra l'altro credo sulla Chiesa la Santa Romana Repubblica lo pubblicò sotto il nome di Giuseppe Ford Aselli se ricordo bene o la figlia di Giuseppe levi Natalia Ginzburg la moglie di leone Ginzburg che per pubblicare il suo primo libro molto bello ancora che ricordo con molta simpatia
Dovette presentarsi autrice come Alessandra torni Malaparte insomma
Già questo ma poi ci fu proprio ci furono
Episodi Bolton brutti il servilismo smarcato da parte di professori ricordo bisogna ricordare tutto
Certe sicure come il rettore priva nuovo occorre l'italianista cattedratico Vittorio Cia vero
Diciamo pure figure vorrei dire moralmente anche poco stimabile proprio per questo loro
Piegarsi e prostituirsi
A questo gioco ma ci fu una reazione che si estese ceduti sdegno da parte di tutti quindi direi che proprio le leggi razziali rappresentare un punto di svolta per la cultura torinese come per la cultura italiana
E direi proprio per i sentimenti generali per per la gente
Grazie vorrei far vedere adesso questa intervista all'Iraq Corinaldi
Una professoressa ebrea
Militante del Partito comunista clandestina c'è stata o una attività particolare che ha avuto una funzione molto importante
E quella dell'onestà ciabatte che si è sviluppata tra il trentuno e trentaquattro a Torino era questa onestà ciabatte una riunione è piena fatta in onore del Savo Thonet ciabatte significa gioia del salotto che era stata costituita da un gruppo che andava un massimo di una trentina di Giove negai
Venti e i trent'anni e che io venivo dalla scena perdere parlare della e tradizioni ebraiche della cultura ebraica
Invitavano anche delle personalità che e rappresentavano qualche cosa nel mondo ebraico e che non ho anche naturalmente più fasciste da queste posso ricordare che c'era stato aveva era stato presente di espulsione di Lisbona
Era venuto Enzo Sereni
Però non so Alfonso pacifici a parlare a queste riunioni e in queste in questo gruppo che si alternano e si veniva la sera del venerdì sera si prendeva coscienza
Della non sta ebraicità nel senso di essere coscienti di una realtà umana diversa da quella del fascismo ed è a questo quindi un mondo anche lì e stagnanti
Da quel fascismo e e acquistare sempre di più consapevolezza di una tradizione questo gruppo dell'onestà ciabatte si sviluppava parallelamente ad un altro gruppo che vi era quello nella alla John collegato a Giustizia e Libertà e che si riunirà invece il giovedì sera
E a questo pupo partecipavano anche molti dei giovani ebrei che partecipavano lo nel ciabatte in relazione all'o Pitelli allora lascia battersi era costituito un gruppo invece della nostra bandiera
Fatto da ebrei torinesi che volevo nove quindi alto senso
Prendere una posizione di non direi sono di conformismo ma di ricettazione al fascismo potevano Immortals di buoni italiani italiani pattisti questo senso nostra bandiera da pretenda da un aspetto l'aspetto più brutto
Dell'ebraismo torinese
L'offensiva del regime nei confronti dell'ebraismo torinese accusato di essere al soldo dei fuoriusciti comincia con le retate del mille novecentotrentaquattro e del mille novecentotrentacinque con cui si chiude il cerchio contro quella che viene definita la setta di Giustizia e Libertà
Scrive il prefetto di Torino informando il suo ministero
Detta sette si serviva Torino dell'attività della casa editrice Einaudi la quale segnatamente con la pubblicazione della rivista Pseudo letteraria la cultura era riuscita a riunire una cerchia di intellettuali e di antifascisti
E a servizi di redattori e collaboratori in maggior parte ostili al regime fascista
Più sinteticamente con l'efficacia dello scrittore il fiduciario trecentosettantatré alias Dino Segre alias Pitigrilli in uno dei suoi rapporti all'Ovra
Parlerà della cultura come di un ago calamitato sul quale si raduna tutta la limatura di ferro dell'antifascismo culturale torinese
Proveniente dalle arti dalla letteratura dal giornalismo il gruppo torinese di Giustizia e Libertà in effetti giunge alla politica quasi a malincuore per un dovere imposto dai tempi
Di formazione crociana ma volti al superamento del Croce n-esimo
I giovani giellisti torinesi a cominciare dalla figura guida Leone Ginzburg e dal folto gruppo del liceo D'Azeglio che riunite intorno ad Augusto Monti proprio attraverso la rivista la cultura e in parte la casa editrice Einaudi
Sono protagonisti di una sorta di cospirazione alla luce del sole
E se non può che finire come finisce tra le braccia della polizia fascista ma getta semi che fruttifica l'hanno a lungo e nello stesso tempo recupera ciò che di meglio il liberalismo a Torino aveva proposto l'esperienza umana e politica di Gobetti
Professore com'era questa questa cultura antifascista che che si era riunito intorno a Giustizia e Libertà
Beh aveva una sua complessità c'erano diversi finiti concorrevano darle una sua specifica fisionomia c'era più antico filone diciamo che partiva da Piero Gobetti che era ancora vivo a Torino
Soprattutto a Torino attraverso intanto la
Carra indimenticabile splendida figura della moglie di ad Abete attorno alla quale poi ci riunimmo poi noi della generazione successiva a quella di Piero Gobetti c'erano degli esponenti dei continuatori c'era l'avvocato
L'avvocato Manlio Brosio amico Tito perché c'era il giudice Giuseppe Manfredini c'erano altri che naturalmente c'era Alessandro ottantatré
Ai quali noi più giovani Cile grammo vero quindi che era c'era poi stata accennata giustamente questa componente Corciano anche un po'per me ho tutto il movimento via Tadino tutti fummo quegli anni cos'era la critica per non se non proprio questa voce libera
In tanta palude di servilismo e quindi in un certo senso che quelli che come me non avevano
A differenza di un Norberto Bobbio una vocazione diciamo filosofica però proprio nella critica si ritrovava nove
E poi ci fu questo il superamento se vogliamo di del del liberalismo crociano di cui la migliori più alta più belle incarnazione fu proprio lo dico statura dominato la figura
Il Leonetti
Ora
Io le piogge rappresenta molto bene questo punto di sutura fra il superstite Gobetti ISMU tra il diciamo che il tre nuove correnti culturali morali politiche che cercavano di superare un po'quella certa
Ci voleva un Bush stia
Della religione della libertà per fame invece pure
Per per usare la formula che poi Omodeo tutta adotterà della libertà liberatrice cioè di una azione vero per la libertà e che uscisse dalle secche di una pura teoria e si trasferisse sul campo dell'azione
E poi ci fu ha proprio per questo
Per questo desiderio di superare delle origini culturali questo il superamento dovuto proprio Righetti che qui giunsero che alla opera fattiva di del movimento di Giustizia e Libertà
E qui porre ricordare la figura FEOGA individuano in un primo momento a quella altra figura
Di un caro al nostro amico compagno ancora vivo pugnace vivacissimo d'ingegno come Vittorio Foa ghepardo autentico lungo il carcere
Vero la sua partecipazione ecco questo fu e questa fu una diciamo un'attività cospirativa cui molti di voi prese Europa parte in forme più
O meno marginali ma il fulcro intellettuale e anche proprio di azione direte voi dobbiamo scorgere soprattutto in una figura come quella di Leonetti
Dal politico letterato Gobetti al letterato politico Ginsborg il percorso anche se non lungo è comunque irto di difficoltà di ostacoli io ritorni all'indietro
Ma non è casuale che a distanza di quasi vent'anni muoiono entrambi vittime del fascismo
A differenza di Gobetti che in pochi anni gruccia un'intera esistenza in svolga morendo sotto la tortura nel mille novecentoquarantaquattro ha ordito una trama che è tutta ancora da riempire
Scriverà l'amico Bobbio Leone è morto senza dire la sua ultima parola
Senza dire addio nessuno
Senza concludere la sua opera senza lasciarci un messaggio per questo non possiamo rassegnarci
Né perdonare
è morto solo
Come se non avesse più nulla da dire invece il suo discorso era appena cominciato
Le siamo grati della lezione di umanità di nobiltà di coraggio di serenità di fiducia nella vita di fermezza nella tragedia
Che egli ci ha lasciato
Ma avremmo voluto averlo ancora con noi
Tutta differente la lezione che si può trarre da un altro personaggio di grande statura sodale di leone al liceo d'Azeglio nella rivista la cultura nella casa Einaudi Cesare Pavese
A Massimo Mila che fu amico di entrambi chiediamo un ritratto parallelo se dovesse
Fare un paragone
Tra all'antifascismo nel Pavese antifascismo che Leone
Prima di tutto il sposterei subito la questione sopra
La concezione letteraria pubblica dell'uno e dell'altro cioè per concezione letteraria dire onere inserita nella vita culturale dell'Italia del tempo la concezione del terrario di Pavese era totalmente estranea proprio di chiusura portale
Lo voglio dire ora
In America viveva presso i poeti greci
Nella Grecia antica attiene nel caso il sì ma lei dei contemporanei non gliene importava proprio niente no ma ciò non gliene importava Vai disprezzava in un modo totale
Indubbiamente pavese
In questa operazione dovrebbero parte attiva di rete si era avuta dopo pietà
Invece Leone Ginzburg auto non parte
Intensissima che si collega con la Fondazione dalla casa editrice Einaudi
Sì Leone Ginzburg appare l'esempio più alto di una scelta culturale morale e quindi politica antitetica a quella del fascismo
L'esempio di un intellettuale che rifiutando la chiusura nello studio nella creazione della ricerca non disdegna il confronto fino ad accettare lo scontro diretto con la società le istituzioni la politica
All'opposto Cesare Pavese che come Dean sporche finirà al confino ma quasi per errore senza davvero farsene una ragione
E l'uomo di lettere tradizionale pure nelle sue aperture pone il dubbio
è stato un grande organizzatore di cultura quando nel nel suo straordinario generoso meraviglioso lavoro che ha fatto con la casa editrice Einaudi che non sarebbe stata quella che è diventata stormo abilmente probabilmente senza pavese
Ma lo era soprattutto uno straordinario umanista credo che sia stato l'ultimo umanista che ha avuto l'Italia aveva una cultura veramente eccezionale veramente straordinarie io mi ricordo quando mi faceva finito il D'Azeglio tornato lui dal confino per parecchi anni non mi ha fatto delle elezioni
Di letterature comparate ed era un un incanto sentirlo parlare per le associazioni straordinarie che aveva per lei illuminazioni con con con le quali spiegava l'autore che che allora non erano assolutamente ammessi nella cultura italiana perché era tutto talmente provinciale con questa storia dell'autarchia culturale che c'era in quegli anni
Che non si poteva certo immaginare
Di parlare di autori di questo genere tuttavia proprio questo umanista in ritardo questo atemporale sognatore di Mari del Sud
Scriverà nel mille novecentoquarantasei icastica mente pensando alla propria esperienza biografica ma anche a quella di tanti altri intellettuali
Che la cultura italiana abbia potuto sotto il fascismo continuare sostanzialmente immutato il suo corso
Significa che della libertà
Le fosse o no consentita
Non ebbe neanche prima quell'arbusto che parrebbe
Coprono Sora sentito queste parole di pavese raccordo no con questo giudizio
Direi di sì entro certi limiti è vero vorrei fare più netto lo stacco tra quella che è stata diciamo alla milizia nell'uso di fronte ai problemi loro tempo la milizia della
Pavese
Con prossimamente chiuso in sé e io credo avvicinai proprio così principio in quegli anni trentanove quaranta in casa anche qui c'è buona
Notavo in luglio a contatto con altri attivi antifascisti ricordo la bellissima figura di Luigi Capriolo che lo Stato diversi anni in carcere l'atteggiamento appunto ha detto molto bene qui
Massimo Mila era quasi aveva dir Credit
Quasi unico distretto
Sto forse la parola eccessiva ma il dio con distacco quasi io rosa o che non si sembrava rivolto agli altri ma era soprattutto rivolto a se stesso a questo suo intimo rifiuto di una partecipazione atti
Mentre invece proprio in quella alta grandissima è la più alta figura quegli anni di quella generazione dal mio punto di vista ma credo che anche storicamente sì tentativi quello quella di Leonetti TV c'era invece questo atteggiamento minacce fino in fondo di partecipazione a tutti gli aspetti
Della vinta
Politica e sociale e culturale del suo tempo e questa volontà di incidere in questa realtà entrature ci sia di trenta aveva questo atteggiamento
Costante di ripudio di cui Bush Tesserin prima a soffrire per cui sott'al di là e al di sotto di quell'atteggiamento quasi di scherno greche c'era forse
Un segreto rimpianto
Per quel poco che ho potuto capire delusi non era facile in segreto rimpianto almeno
Partecipare come gli altri ad una lotta di cui sentita veramente anche la necessità
Grazie minime professore ringraziamo il professor Alessandro Galante Garrone si chiude così questa decimare Ultima puntata di sotto la Mole la cultura torinesi tuber durante gli anni del regime
Speriamo di aver rifornito alcuni materiali per una riflessione che deve ancora continuare
Buonasera
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