18 SET 1984
intervista

La situazione in Alto Adige

INTERVISTA | di Bruno Luverà - RADIO - 00:00 Durata: 1 sec
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"La situazione in Alto Adige" realizzata da Bruno Luverà con Alexander Langer.

L'intervista è stata registrata martedì 18 settembre 1984 alle ore 00:00.

Nel corso dell'intervista sono stati trattati i seguenti temi: Alto Adige, Bolzano, Discriminazione, Enti Locali, Nazionalismo, Storia.
  • Alexander Langer

    In provincia di Bolzano si sono verificati diversi fatti di cronaca all'insegna del nazionalismo tirolese. Per Langer questi eventi non vanno considerati manifestazioni di irredentismo: vi sono differenze sostanziali tra il conflitto tra i Tirolesi e lo Stato italiano negli anni Sessanta, quando si chiedeva l'attuazione degli accordi di autonomia, e quello di oggi, in cui i Tirolesi hanno una posizione di forza e lo scontro è rivolto non contro lo Stato, ma piuttosto contro gli Altoatesini di lingua italiana. Langer ripercorre alcuni episodi che hanno alimentato il conflitto etnico, come l'estensione dei confini italiani al Brennero dopo la guerra del 1915-18 e le italianizzazioni forzate compiute sotto il fascismo. Lo Statuto del 1969 ha garantito una forte autonomia a discapito della democrazia: si è trattato di una spartizione della gestione territoriale tra poteri politici *, grazie alla quale la Volkspartei ha ottenuto il predominio nella provincia di Bolzano, che è divenuta un condominio con rigide distinzioni etniche, non una comunità plurilingue in cui si convive democraticamente. I problemi di fondo restano la proporzionale etnica (divisione dei servizi e dei benefici in base alla consistenza del gruppo di appartenenza, tedesco, italiano o ladino) e il censimento linguistico. Un sistema apparentemente riequilibrante è diventato una rigida gabbia che obbliga il singolo alla militanza etnica. La ripartizione proporzionale ha favorito l'etnia tedesca nell'accesso al pubblico impiego e ha provocato problemi occupazionali per il gruppo italiano. La prospettiva portata avanti da Langer tramite la lista "L'altro Sud Tirolo", anch'essa minoritaria (raccoglie circa il 4,5% dei consensi), propone una democrazia partecipata, tramite il ricorso frequente alla democrazia diretta, e dichiaratamente plurilingue. La lotta, oltre che alla Volkspartei, è diretta verso lo Stato italiano, che avalla con troppa leggerezza le rivendicazioni dei sud-tirolesi. La lista è aperta ai movimenti alternativi, impegnati sui temi dell'ambiente dell'economia e del multiculturalismo, che vogliano promuovere nei singoli comuni una opposizione incentrata sulla salvaguardia ambientale, la vita urbana, la riconversione economica. La questione sudtirolese deve essere ricondotta ad una dimensione europea, collocando le rivendicazioni in una prospettiva di decentramento e federalismo. Questo aiuterebbe sia gli stati nazionali che le minoranze, per farle uscire da logiche di riproduzione dello statalismo al loro interno