"Il liberalismo democratico di Giovanni Amendola" lezione di Enzo Scavino, primo incontro del ciclo "Il liberalismo italiano come liberalismo d'emergenza", organizzato da Valeria Sgambati e Nicola Tranfraglia presso la Casa della Cultura

Sinistra soprattutto taluni personaggi pensiamo a Giovanni Amendola a Rosselli che appare ai Ernesto Rossi mentre per Nitti il discorso già un po'diverso quindi questa interpretazione anche un po'forzata che non abbiamo voluto dare fin dal titolo il liberismo italiano allora è stato un liberalismo di emergenza significa che ha indotto questi personaggi più importanti con un vissuto politico più consapevole con una coerenza culturale mica più profonda ad approdare poi all'Idi politici riversi quindi di politici che poi andavano oltre il liberalismo
E se questo è vero
Perché è successo questa è un po'la domanda se volete banane che ci siamo posti e che ha inaugurato questo ciclo che ci ha fatto teme l'iniziativa di
Formare costo circa questo ciclo di incontri
Vogliamo appunto sottoporlo ai nostri operatori questa domanda è il vero oramai erano state poc'anzi è vero che il liberalismo e liberismo di emergenza che quindi non è potuto effettivamente esplicarsi perché c'è stato
Prina la crisi di fin e secolo faccio un esempio poi c'è stato il fascismo poi c'è stata la guerra fredda e quant'altro ancora
Oppure e invece un liberalismo che i non è vero emergenza perché tutto è perfettamente coerente scelte di questi personaggi non ci consentono di affermarlo come tale ecco al quelli della Torino interpellati e il primo dei quali è proprio il dottor stradina ci hanno detto che erano d'accordo con l'oste poteri oppure che non il disaccordo evidentemente noi non pretendiamo di avere nessuna
Interpretazione né dogmatica Lisa ostativa del fenomeno però quanto meno è a un sasso gettato nello stagno per discutere anche in vista diciamo in connessione con l'attualità politica e quindi l'hanno chiesta questi storici di farci prendere confidenza con l'idealismo in maniera un po'diverso a non scrivendo i soliti editoriali sui giornali come come vediamo pienamente per cui si parla sempre della debolezza cronica del liberalismo italiano perché è stato minata dal comunismo dal cattolicesimo cioè dall'i meccanismi oppure perché non ha mai avuto una classe dirigente economica degna di questo no e quindi e quant'altro questo lo vediamo nel dibattito politico qui
Abbiamo voluto vedere come mai questi personaggi liberali epidemiche misura liberali hanno poi dovuto affrontare delle svolte delle svolte personali politiche e culturali personali che spesso hanno quindi deciso anche con svolte storiche del nostro Paese e questa coincidenza
Ci ha allertato potremo dirci ha messo in guardia e ci ha fatto appunto chiede ai nostri interlocutori di affrontare un po'attraverso i personaggi anche la storia politica del nostro Paese io Attolini sinonimi farvi appunto a continuare a seguirci diciamo a questo sorta di giallo storiografico e di arrivare fino alla fine dove la NATO si porrà appunto la domanda mai vero che idealismo italiano e l'idealismo d'emergenza pani trarremo un po'alle conclusioni e il bilancio non mi resta altro che dare la parola al dottor Scarlino
Dunque
Gli organizzatori in questo ciclo di conferenze
Mi hanno lasciato mano abbastanza libero per quanto riguarda il tempo a disposizione ma su questo non vorrei ragionare poi della vostra pazienza per cui cercano di non andare oltre un certo limite
E soprattutto nell'impostazione della del lavoro per cui io cercherò di intrecciare alcune considerazioni di carattere biografico
Scusate confronto
Insomma
Dovremmo esserci viene
Va bene esatto forse possiamo fare comunque facciamo queste ringrazio tra poco pongo dicevo che dal punto di vista dell'impostazione io vorrei provare a intrecciare elementi di biografia dei di Giovanni Amendola con alcune considerazioni sul tema anche mi è stato proposto
E sul quale vorrei partire subito una un'osservazione il fondo ovverosia che
Quando si parla cioè che qui noi stiamo parlando di una determinata corrente del liberalismo italiano una corrente sicuramente di minoranza in quanto per liberalismo dobbiamo intendere nell'Italia nell'Italia della crisi dello Stato liberale dell'avvento del regime fascista
Chiunque parlasse Lippi liberali aveva in mente in primo luogo pure come Giovanni Giolitti come Vittorio Emanuele Orlando Roma Antonio Salandra cioè aveva in mente le figure che avevano retto Renis sino a quel momento del partito liberale e rispetto a questo campo
Giovanni Amendola era sicuramente un personaggio
E centri egocentrico in senso in senso stretto in quanto propriamente non si considerava e non si qualificava come appartenente al Partito Liberale quanto piuttosto al campo della democrazia
E cercherò quindi di spiegare meglio che cosa si intendesse all'epoca con questi comunque credo che non possono esistere dubbi sul fatto che la figura di di Amendola vada considerata una delle più originali e significative se non la più originale significativa in assoluto per aspetti che poi cercherò il preliminare negli anni della crisi dello Stato liberale in Italia e a questo proposito farai un piccolo inciso sul fatto che stupisce però sotto questo aspetto che nel rincorrere l'anno passato dei settanta anni dalla morte di Amendola l'opinione pubblica l'indulto
Si avventura nell'editoriale abbiano dedicato ad Amendola un'attenzione infinitamente minore di quanto non è stato non sia stato fatto
Per altri personaggio mi riferisco soprattutto a Piero Gobetti
Nel quale ricorreva nello stesso nello stesso mille novecentonovantasei ricorreva esattamente come per Amendola settantesimo della morte ma io a me vengono in mente immediatamente alcuni volumi su Piero Gobetti di critica di attualizzazione del sempiterno tentativo di attualizzare le figure di settanta anni fa non me ne viene in mente personalmente uno di livello scientifico su un giovane americano può darsi che mi sia sfuggito ma credo che questo nasconda qualcosa di più di più grossa
Comunque per suffragare giudizio che da prima sul
Significato una figura di Amendola basterebbe ricordare il ruolo che ha meglio la ebbe durante la crisi cosiddetta dell'Aventino cioè la crisi aperta dal perito ma crisi politica istituzionale aperta
Dal sequestro per il delitto di Matteotti e durante la quale il vero leader della cosiddetta successione aventiniana cioè del modo con il quale una parte dei bar dei gruppi di opposizione decisamente di astenersi dalla vita parlamentare chiedendo come condizione per il ritorno inaugurava il ripristino di condizioni minime di legalità nel Paese
Ecco il vero leader di questi raggruppamenti era senza alcun dubbio Giovanni Amendola e dopo cercherò di argomentare meglio questa cosa questo questo giudizio
Una figura decisiva insieme a quella lì di Turati per i socialisti ma per tanti aspetti non ultimo quello un dato anagrafico cioè l'età più avanzata di Turati la sua stanchezza la figura leader era sicuramente Giovanni Amendola anche da un altro elemento perché tra questi personaggi tra che raggruppa il diciamo il gruppo dirigente aventiniana o Giovanni Amendola era
Il personaggio con maggiore esperienza politica e di governo cioè i tetti leader liberali rimasero com'è noto rimasero sino all'ultimo in aula e in buona parte continuarono a votare la fiducia alla al governo Mussolini anche dopo il delitto Matteotti compreso Benedetto Croce
Di dirigenti liberali i Democratici Popolari e socialisti
Che invece guidavano la secessione aventiniana Giovanni Amendola era la persona con più esperienza basti citare il fatto che al momento della marcia su Roma cioè nell'ultimo governo pre fascista ricopriva un incarico ministeriale
Era ministro delle colonie
Legato a questa c'è anche un'altra considerazione che non va dimenticata
E cioè il fatto che a Vendola fosse il rappresentante nel parlamento italiano di per così dire di una generazione nuova nella vita nella vita politica italiana era relativamente giovane
Quando morì aveva soltanto quarantaquattro anni era nato nel mille ottocentottantadue
Ma soprattutto era un dato anagrafico e politico insieme
E qui ricordo sottolineo ciò che dicevo all'inizio
A me and ora era rappresentante di una e élite politica e di governo
Nuova sicuramente nuova della generazione vecchia di una generazione di appunto di Giolitti Salandra volanti in buona parte erano persone nate tra gli anni cinquanta e gli anni sessanta dello zero ottocento
E lo stesso dato anagrafico ricorre in in una parte almeno della dirigenza del partito socialista come il caso di Turati garante di degli anni Cinquanta
E quindi in belve ridotte il crollo dello Stato liberale e stiamo parlando di persone che andavano tra i settanta e gli ottanta anni
Amendolara era sicuramente io e quindi da questo punto di vista rappresentante e di una generazione che veniva dopo una generazione che non aveva vissuto in prima persona le esperienze
Della fine dell'Ottocento in particolar modo la trasformazione dallo Stato strettamente oligarchico all'esperimento giolittiano a partire dagli inizi del secolo
Stiamo parlando invece di una generazione qui butto un in giro c'è una generazione di Amendolara stessa generazione di Mussolini per intendersi dal punto di vista dal punto di vista anagrafico e anche dal punto di vista per molti aspetti della formazione
Stiamo parlando cioè
Di una generazione che era maturata
Alla politica la riflessione pubblica in quell'ambiente legato Gallery rispedì cultura d'inizio secolo i primi passi di di Giovanni Amendola sono legate a riviste come Leonardo ma poi soprattutto in alcuni anni successivi alla voce di Giuseppe Prezzolini
Era insomma
Quella generazione potremmo accostare ai nomi fatti sopra viene in mente in primo luogo quello di Gaetano Salvemini che benché fosse di alcuni anni più anziano di Amendola era legato a questa stessa temperie culturale faccia
E alla generazione per la quale sostanzialmente l'il periodo che va dalla guerra di Libia alla guerra mondiale poi all'immediato dopoguerra rappresenta il vero accesso alla il vero approccio alla vita politica attiva ecco
Ma ci sono anche vedi degli aspetti della di un profilo biografico di Giovanni Amendola che da questo punto di vista mette conto richiamare anche se molto brevemente per non annoiare
Più del lecito nessuno
Amendola
Dicevo nato nel mille ottocentottantadue una a Napoli ma una famiglia di di un paese della campata in piccolo paese della Campania
E a differenza delle vecchie classi
Delle vecchie hit delle vecchie classi dirigenti
è un personaggio che proviene
Da ambienti di piccola borghesia povera impoverita diciamo del Meridione questo segna un anche dal punto di vista del del percorso personale una tracciato completamente diverso da quello dei delle di tutti dirigenti liberali che in buona parte
Arrivavano alla vita politica Attraverso sostanzialmente il notabilato c'è una carriera come avvocati l'avvicinamento ad alcune consorterie quindi l'ingresso in politica con la candidatura in alcuni collegi
Legati ad alcune figure il leader oppure nel caso dei partiti popolari attraverso a volte non spessissimo percorso Motta affidare ma in parte legato ad associazioni ad associazioni popolari
Il percorso di Amendola è originale perché oltretutto il suo avvicinamento la politica viene iniettata stanza tarda cioè interesse i Amendola per la politica viene datato in genere
Nell'estate del mille novecentododici quando ebbe un contratto come corrispondente per il quotidiano il Resto del Carlino da Roma
Quindi Amendola aveva corretta trent'anni
Era una persona che alla circa una decina d'anni ormai faceva parte del del dibattito Eva il dibattito culturale italiano ma lo viveva in modo completamente diverso profilo viveva come sotto il profilo classico dell'intellettuale era una persona che tra l'altro per le
In condizioni economiche della sua famiglia non aveva neanche potuto fare gli studi umanistici che erano in genere il percorso obbligato di di tutte di tutte le persone che ambivano al ruolo pubblico Amendola aveva fatto invece gli studi tecnici nonostante questo nonostante questo aveva maturato prestissimo un interesse molto forte
Per la filosofia sotto un aspetto particolare
Direi che gli interessi di Amendolara nella nella gioventù sono legati a quel clima di reazione idealista e per certi aspetti anche spiritualista al del positivismo uscenti Istat dell'Ottocento
Naturalmente mi devo limitare delle a delle categorie generali Issime ma basti si può citare tanto per far capire che cosa intendiamo degli interessi principali del giovane Amendola sono è la filosofia di Schopenhauer l'influenza addirittura della filosofia orientale sul l'incrocio tra filosofia orientale
Il mondo occidentale ci sono addirittura dei manoscritti curiosi in cui giovanissimo Amendola si firmava con un nome con un nome orientale un po'come per fare una battuta un po'come fanno alcuni artisti poco al giorno d'oggi che adottano un nome non vedutista per significare la l'abbraccio di questa
Era un interesse filosofico che tra l'altro non era disgiunto neanche ad avere da aspetti che oggi possono incuriosire cioè addirittura inquietanti cioè ad esempio era solito frequentare insieme a questo ambiente ogni ambiente che si chiamava Società filosofica italiana era solito frequentare sede regolarmente sedute spiritiche
Perché tra l'altro in questo ambiente sempre spiritiche ebbe a conoscere giovanissimo anche Julius Evola futuro
Era di moda allora Evola era tra l'altro giovanissimo ma anche in un investimento di questo di questo tipo di suggestioni misticheggiante
Tra l'altro sono in quest'ambiente che Amendola ebbe modo di conoscere la moglie
Di origine straniera film
Sì lituana che trasforma trascorreva oltretutto lunghi periodi a Vilnius ammenda capitale della Lituania e con la quale sì strinse subito un rapporto affettivo che duro poi tutta la vita anche se la moglie era una persona emotivamente e psicologicamente molto fragile che molto presto precipitò in alcune crisi psicologiche poi in una vera e propria
Malattia mentale comunque sopravvisse al marito per lunghissimi anni dedico anche un un attenzione per recuperare materiali lettere sputi veramente encomiabili nonostante
La malattia piuttosto grave che che l'ha colpito tra l'altro credo che sia accertato che più o meno in questi anni d'inizio secolo che avviene il contatto tra Amendola e gli ambienti massonici
Amendolara sicuramente affiliato affiliato alla massoneria
Naturalmente quando si parla di dell'ambiente delle riviste culturali d'inizio secolo si parla di un una fortissima carica polemica contro le condizioni nelle quali nell'Italia dell'epoca avveniva un processo un primo larvato processo di modernizzazione
Divenne era famoso all'epoca lo slogan lanciato appunto su una di queste riviste l'Italia così come oggi non ci piace
E
Questo era un un tipo di posizione che attaccata
Alle invece rileva come propria argomenti polemici
Soprattutto le caratteristiche che governi liberali di guidati vita prima di Zanardelli ma poi soprattutto di Giovanni Giolitti dietro nel primo decennio del secolo alla alla guida del governo sotto un aspetto particolare cioè sotto l'aspetto in primo luogo di quella politica di collaborazione
Tra stato liberale e organizzazioni del movimento operaio
Che
Avevano assegnato la vera svolta rispetto alle alla gestione oligarchica del potere nell'Ottocento
Ma chi ha buona parte dell'intellettualità italiana e anche una parte del movimento operaio italiano appariva niente come nient'altro che una degenerazione intollerabile
Questo secondo me è un punto sul quale si tratta di riflette non si rifletterà mai abbastanza e cioè quale tipo di ambiguità e di coacervo di contraddizioni contenesse questo tipo di posizione
Perché
Questa opposizione finiva con il miscelare la capigliatura neanche qui uso delle categorie molto netta e molto tranchant per così dire ma si finiva comuni di intrecciare un punto di vista conservatore per così dire antipopolare cioè era sostanzialmente il rifiuto del carattere di massa della società
Era il rifiuto del ruolo che dentro allo sviluppo della società venivano da assumere i gruppi sociali fino a quel momento esclusi
E dentro a questo si esprimeva il più Gretto eclettismo elitarismo come si può dire più correttamente del dell'intellettualità italiana dispensa il disprezzo per la massa il disprezzo per la cultura plebea
E al tempo stesso però un punto di vista rivoluzionario
Perché anti riformista e ostile a qualunque tipo di incontro tra le culture anche le politiche le culture proletarie letture dello Stato
Non a caso e questo l'aspetto più significativo a mio giudizio del di questo di questa temperie culturale è rappresentata dalle riviste di primo secolo non a caso finirono con l'intrecciarsi su questo terreno
Correnti che
Nel giro di un decennio a venire finirono poi condivida se con il contrapporsi radicalmente in almeno tre o quattro filoni contatta contrapposti
Voglio dire che su questo tipo di polemica
Anti giolittiana che sceglieva come proprio bersaglio nettissimo la sicura di Giovanni di Giovanni Giolitti visto come corruttore come del generatore della vita pubblica proprio perché aveva realizzato una forma di connubio tra le lo Stato liberale e le organizzazioni del movimento operaio questo è l'arresto spesso uso una formula un po'semplicistica ma che a mio giudizio coglie l'essenza del problema questo poteva essere visto per così dire da destra come un tradimento delle leggi liberali e da sinistra con un tradimento delle avanguardie proletarie
Non a caso finivano col coinvolto Corvair convergere in questo tipo di di critica radicale correnti di destra e correnti di sinistra correnti conservatrice correnti quali il sindacalismo rivoluzionario o l'anarchismo
Che
Proprio dall'istituto di questo tipo di prassi in cui soprattutto le organizzazioni sindacali furono quelli con le organizzazioni sindacali del nord furono coinvolte
Forse attorno al rifiuto di questa di questo tipo di pratica politica tentarono di costruire un'alternativa alla direzione riformista del movimento operaio
E questo ripeto ancora una volta credo che sia estremamente importante sarebbe anche importante approfondire studi su il primo quindicennio
Della vita politica ma soprattutto culturale italiana più di quanto non sia stato fatto finora perché a mio giudizio sono lì in quel
Intreccio contraddittorio di posizioni unite dall'anti gentilissimo che noi possiamo individuare l'humus della della crisi che poi esploderà nel dopoguerra perché questi
Perché nell'immediato dopoguerra queste correnti hanno origine a mio giudizio tanto il rapido riformismo San Gimignano perché non abbiamo Salvemini fu uno delle figure dei riferimenti principali queste battaglie anti giolittiana
Che caricava di una vena sostanzialmente meridionalista cioè la polemica rivolta contro all'interno stesso del movimento operaio l'accusa era quello che sindacati
Privilegiando un certo tipo di accordi al nord e sfruttando una posizione di forza delle associazioni proletarie del nord vivessero sostanzialmente sfruttando risorse ed energie dal sud sotto proletario contadino e plebeo
Però purtroppo diciamo non c'è la possibilità di soffermarsi troppo su questo punto
E bisogna invece tornare tornare ad Amendola insomma
E credo che sia interessante tratteggiare
Proprio per titoli di i passaggi le scansioni della chiamiamola del della della carriera politica di di Giovanni Amendola
Quindi avevo dicevo prima agosto mille novecentododici redattore corrispondente romano del Resto del Carlino con interessi prioritari per la politica estera cioè gli argomenti sui quali Ammendola passò dalla dura la politica attiva diciamo così furono i temi di politica estera la crisi balcanica da cui nel giro di alcuni anni scaturì la guerra mondiale la guerra di Libia sulla quale Amendola ebbe un atteggiamento oscillante ma sostanzialmente di condivisione della scelta favorevole alla scelta di guerra in Libia
Nell'estate del quattordici Amendola passerà poi dal Resto del Carlino al Corriere della Sera sempre come corrispondente romano sulla base di un rapporto molto solido che si era costruito in quegli anni con il direttore del Corriere della Sera Luigi Albertini
E da questo punto di vista si spiegano allora e acquistano un significato particolare la l'atteggiamento di Amendola nei confronti della dello scoppio della guerra del problema neutralismo interventismo in Italia gli Amendola fu decisamente interventista fu uno rappresentante del cosiddetto interventismo democratico
Trentesimo democratico dove l'aggettivo stava contraddistinguere
Le finalità con le quali certi gruppi di democrazia di socialismo riformista
Le stesse la stessa scissione nel partito socialista che aveva operato Mussolini rompendo con il partito finendo espulso dal partito per aver appoggiato la guerra queste erano le correnti che volevano rappresentare come scopo dell'Italia in guerra nomi le solite chiaramente a usare il loro linguaggio no le solite gli arrivi nelle diplomatiche degli stati maggiori e dei governi che vogliono trattare sulla testa dei popoli ma volevano rappresentare invece chi per un verso chi per l'altro
Certo le intenzioni di Mussolini non erano sin dall'inizio
Le stesse di un Salvemini Amendola ma tutti questi raggruppamenti erano accomunate dal desiderio di portare dentro alla guerra la vita della nazione di fare della guerra un'occasione rigenerazione della vita morale del popolo del popolo italiano
La collaborazione con Albertini e con il Corriere della Sera segna indubbiamente un trampolino di lancio per lo stesso Mendole quindi da qui si costruisce la successiva carriera politica vera e propria procediamo
Amendola si avvicina alle posizioni di Francesco Saverio Nitti l'uomo di governo della classe di governo meridionale uniti alla lucano
Gliela Napoli Celentano lucano ma come tutti ingenuità povere lucani vengono attratti conclude il centro maggiore simile a Napoli fu eletto Amendola deputato del collegio di Sarno cioè nel suo paese di origine nelle elezioni del diciannove cioè nella venticinquesima Legislatura
Con il Governo il terzo governo Nitti che durò pochissimo duro tra maggio e giugno del mille novecentoventi Amendola ricopriva la carica di sottosegretario alle Finanze ma una cosa veramente di pochissime due milioni
Nel febbraio ventidue invece con la crisi del governo guidato dai valori Bonomi un ex socialista passato a posizioni di democrazia di democrazia sociale
Il governo Bonomi carte nacque il governo Facta l'ultimo governo dell'Italia liberale prima del governo Mussolini
E in questo gabinetto Amendola ricoprì l'incarico di ministro delle colonie in questo quadro
Come secondo uno schema classico del dei percorsi della dell'Italia liberale
Il raggruppamento politico che si riconosceva in Amendolara e indirettamente ma più fondatamente Nitti diede vita a un giornale quotidiano che si chiamò il mondo che nacque agli inizi del ventidue
E non è casuale tra l'altro la concomitanza con una il fatto che Amendola diventa ministro e sì va in porto un'operazione economica e politica che vuol dire dar vita ha un grosso quotidiano nazionale con sede con sede a Roma
E che negli anni riuscì ad esprimersi più o meno liberamente cioè tra il ventidue e il ventisei all'apice di una carriera di Amendola su uno dei giornali quotidiani politici più importanti sulla scena sulla scena nazionale
Ecco a questo un punto credo che si possa già avanzare una prima considerazione una prima considerazione ciò che le posizioni di Amendola ma più in generale
Di quest'area che è possibile chiamare di democrazia
O di liberalismo democratico anche se il termine liberalismo democratico all'epoca era poco usato perché
Appariva vagamente scandalosa la coniugazione fra i due terzi cioè ai liberali soprattutto appariva scandalosa la coniugazione del termine liberare quel termine democratico
Ecco diciamo erano opposizioni francamente conservatrici tant'è vero che uno storico diversi decenni fa uno storico di di matrice comunista diciamo all'epoca
Come Giampiero Carocci ha potuto scrivere e un'opera dedicata proprio a Giovanni Amendola
Che Amendola parole di Carocci si trovò militare per così dire a destra di Croce che per Carocci era veramente tutto dire insomma però dirette a parte le battute
Credo che questo giudizio vada approfondito contenga sorte nocciolo di verità
Perché sostanzialmente la posizione la posizione di Amendola dei raggruppamenti democratici dell'epoca risorse necessarie una piccolissima precisazione quando io parlo di democrazia all'epoca
Mi riferisco a un arcipelago non saprei usare una parola differente di gruppi parlamentari sostanzialmente di gruppi politici con radici in Parlamento e dotati di alcuni agganci radici nella società tipo tra abbastanza tradizionale sicuramente il nome le dimensioni del partito di massa ma la dimensione dei gruppi diritto un arcipelago sfrangiato e sostanzialmente incapace di raggiungere un'omogeneità
Alcune figure come
Minuti
Il vanno economiche già richiamato
Lo stesso Amendola sono figure cardine del campo democratico ma sono sicura che rappresentano per tutta questa fase gruppi parlamentari dieci venti trenta deputati che si riconoscono in uno nell'altro senza una capacità di senza alcuna mezzo lontane capacità in quella fase di raggiungere le dimensioni di un partito unificato sul piano nazionale quindi quando si parla di democrazia è sempre bene tenere presente
Che stiamo parlando di una realtà di questo tipo anzi precisano meglio dopo che uno degli aspetti invece della battaglia di Amendola esattamente il tentativo di superare questa frantumazione visto ormai come un anacronismo
Nel momento in cui ci si troverà a doversi scontrare con il fascismo al potere e quindi un tentativo di mettere capo a un partito unico sul piano nazionale tentativo che sostanzialmente fallisce
Dicevo che comunque questo giudizio su un sostanziale conservatorismo di Giovanni Amendola nella sua pratica di governo direi che è confermata da diversi elementi
Basterebbe citare l'atteggiamento l'atteggiamento tenuto soprattutto come editorialista sul Corriere della Sera in occasione dell'occupazione delle fabbriche in cui la sua posizione non è distante ovviamente da quella di Albertini da quella di in parte anche di Luigi Einaudi cioè e credere nella nel movimento dell'occupazione delle fabbriche un pericolo mortale per le istituzioni e lunghi e chiedere ancora una volta in polemica siano cioè con Giovanni Giolitti richiedere un atteggiamento più duro e severo dello Stato nei confronti dell'organizzazione dell'organizzazione ma più in generale
Più in generale dirette ciò che va colto è il senso
Di questi governi avaria coloritura democratica
Tra appunto ogni tipo nomi maniera più attenuata Giolitti che comunque
Nei nei governi del dopoguerra accentuò fortemente la la carica c'è il tentativo e la capacità di coinvolgere raggruppamenti alla sinistra del del tradizionale partito liberale
Ecco ma tutti questi tentativi ruotano attorno a un problema specifico direi ossessivo per le classi dirigenti italiane
Cioè come uscire da una situazione che si è dalla situazione che si era creata nell'immediato dopoguerra
E sostanzialmente sul piano istituzionale con le elezioni del mille novecentodiciannove che furono un trauma come in Italia non se ne vide mai più cioè cos'è che novantadue novantaquattro
In Italia degli ultimi anni fanno fanno sorridere cioè basti pensare che nelle elezioni del mille novecentodiciannove
I due raggruppamenti più forti che conquistano
Di maggioranza relativa dei dei seggi sono i due raggruppamenti politici che si erano opposti gli unici che si fossero opposti alla guerra mondiale Guerra mondiale che tra l'altro Stato italiano ha vinto cioè sono i socialisti e i cattolici
Partito popolare cioè diventò sotto la guida di di Sturzo in quel terribile su un trauma per la classe dirigente liberale di dimensioni apocalittiche e credo che non si capisca nulla della crisi dello Stato liberale e consegnare
Progressivamente
Aprire le porte diciamo alla alla soluzione fascista se non si tiene conto che i governi liberali tra il mille novecentodiciannove mille novecentoventidue in tre anni si arrovellano
Cercando sbaragliate combinazioni parlamentari con un'unica preoccupazione cioè come tener fuori socialisti dal governo
Nei confronti del Partito popolare
Era possibile
Perché tra l'altro Giolitti di questo aveva già larga esperienza negli anni d'inizio secolo
Era possibile trovare forme di collaborazione che gli effetti furono trovati
E impopolare entrarono tra i turnisti popolare entrarono tranquillamente negli governi lo stesso tipo di operazione non funzionò con i socialisti
Per quanto il campo socialista non avesse fatto a partire dal mille novecentododici poi dalle polemiche sulla guerra di Libia non avesse fatto altro che sfrangiata sedi diverse al proprio interno il problema era che tutte le volte che si staccava qualcuno e lo Stato liberale cercava di in qualche modo di accreditarle coinvolgerlo come legittimo rappresentante
Diciamo dei sindacati delle organizzazioni popolari Siri questa operazione si rivelavano tracce era stato così compì sola con Bonomi
E anche negli anni del dopoguerra nel suo sì mentre si consumava la crisi drammatica del movimento socialista sostanzialmente incapace come hanno detto con una formula piuttosto drastica ma tutti io trovo efficace
Gli storici contemporanei cioè incapaci sia di decidersi una buona volta di andare al governo con i democratici sia di fare la rivoluzione se volevano provarci veramente
In realtà stretti in una crisi che li dissanguato progressivamente
E i socialisti non riuscirono ai essere elemento condizionante determinante della crisi ma è altrettanto vero che tutto quanto avvenne tra il diciannove e il ventidue a mio giudizio è comprensibile solo se si tiene ben presente che cos'era successo con le elezioni del diciannove e che cos'è un atto del Parlamento italiano
E che cos'era il Parlamento italiano in quegli anni
Tant'è vero che la stessa soluzione fascista nonostante la drammaticità con cui si creano la marcia su Roma il ghetto quanto sappiamo benissimo da molti dei vecchi gruppi liberali su visto sostanzialmente come un tentativo già come dire adesso non voglio banalizzare il problema non è che ne abbiam provate tante proviamo anche con questa gabbia di matti che siam fascisti vediamo se funziona
Cerchiamo di fare in modo che non siano solo loro non abbiano l'esclusiva del governo ma come si sa il primo governo Mussolini fu un governo g ampia coalizione con una rappresentanza dei democratici sociali popolare e e furono libera entrare anche qualche anche qualche socialista fondi per entrarci
E e questo coacervo di problemi dai quali non si può non si può sfuggire beh rispetto a questo direi che le posizioni di innevamento la non sono posizioni differenti da quelli di gran parte dell'élite delle élite di governo e cito solo un esempio perché se non mi dilungo Empoli veramente annoio troppo quando cade il governo Bonomi nel febbraio del ventidue ebbene De nel governo Facta lo stesso fatta tra l'altro apparteneva a un raggruppamento democratico in Parlamento
La crisi del governo bonomia de uno dei motivi di crisi principale del governo Bonomi fu problema del salvataggio della Banca di sconto la banca che aveva che aveva sorretto e finanziato con mutui
E negli anni precedenti e soprattutto nel periodo della guerra
Grosse aziende private principalmente l'Ansaldo una delle ditte aveva sorretto uno sforzo bellico con l'industria pesante
E che era nel clima del dopoguerra della chiusura delle commesse militari era precipitato in una crisi in una crisi notevole Forti raggruppamenti che non erano soltanto l'assalto ma erano anche frotte di piccoli risparmiatori che avevano investito i propri i propri capitali nel Banco di sconto
Spingevano per un salvataggio della Banca di sconto che voleva dire ripianare ripianare i debiti Bonomi
Democratico di provenienza socialista sostanzialmente si rifiutò a fare questa cosa i gruppi della democrazia e Amendola in particolare furono determinanti in una polemica che intendeva rappresentare vero gli interessi dei piccoli risparmiatori del sud come l'interesse nella Banca di sconto ma le cui non è possibile non tenere nullo perdere di vista il fatto
Che sostanzialmente l'atteggiamento di Amendola in quella crisi di governo si risolve in una difesa della soluzione di salvataggio della Banca di sconto il salvataggio dell'Ansaldo
E secondo aspetto nell'impedire a ogni costo nel fare di tutto per impedire un'ennesima riesumazione di un governo Giolitti
Che appunto veniva visto come da molti da alcuni da molti diciamo come il personaggio che forse avrebbe potuto in extremis tentare un governo di coalizione con i socialisti
Forse con gli stessi fascisti insieme perché questa soluzione di cui si parlava forse con una mediazione di Gabriele D'Annunzio
Personaggio che in quei mesi era visto come una possibile cerniera tra ex-combattenti associazioni dei lavoratori partiti di massa
Ecco
Io credo che di fronte a questo non possa non si possano trarne la conclusione che in questa fase specifica la concezione della democrazia e dell'organizzazione parlamentare che un personaggio come Amendola e ancora una posizione fortemente elitaria
è una posizione che non che sembra
Non capire non sembra sembra essergli estranea ecco la la dimensione di massa dei partiti nuovi e l'esigenza di tener conto almeno di un intreccio tra vita parlamentare e strutture sociali del Paese
La sua concezione in questo momento non solo una concezione direi fortemente direi forse del tutto tradizionale
Ora io mi ero preparato anche un paio di cose da leggere ma Tempo vola erano semplicemente
Citazioni del luglio del ventidue dal mondo articoli via Amendola liguri egli difende addirittura in un articolo difende addirittura il principio del delle relazioni personali nel collegio elettorale come cosa che sta sullo stesso piano di dignità delle tessere di un partito
Poiché sostanzialmente i raggruppamenti che facevano capo al Luini ad altri sicure di democrazia di liberalismo democratico nel nel Meridione operavano secondo in parte secondo criteri di clientele personali che erano la tradizione dell'aggregazione politica nell'Italia liberale impressiona però leggere certe pagine nel luglio mille novecentoventidue di ammenda ma questa cosa viene teorizzata in difesa come cosa che non è da meno
Del partito che alle tessere che quindi selezione dei gruppi dirigenti attraverso il meccanismo
Che noi oggi chiameremmo democratico al proprio interno già meglio non dirlo per nel derby ma Berlusconi che non la pensa così però in genere nei partiti moderni si dovrebbe fare così ci sono delle strutture di base vengono dei rappresentanti con un principio di maggioranza insomma
Va bene intorno a me piace pensare che esista una tradizione democratica partiti operano così però queste attualità lasciamo fare non vogliono
Questi no è vero anche allora la la esisteva una forte polemica su su questo su questo principio quindi mi fermerei nel sottolineare che a Mendole fortemente ancorato a una cultura del tutto tradizionale sul problema delle selezioni
A Napoli
Ma c'è di più ancora anche di fronte alla marcia su Roma e i primi atti del governo Mussolini l'atteggiamento di di Amendola è un atteggiamento comprensibilmente intendiamoci pieno di oscillazioni di esitazioni di lui come di gran parte dei raggruppamenti di opposizione come già dicevo fornendo la visse la crisi della marcia su Roma da una posizione privilegiata diciamo così perché come ministro prese parte alle famose come dire tumultuose serate e nottate al Viminale per decidere lo stato d'assedio meno com'è noto il fatta raduno in Consiglio ministri discussero la proposta di
Emanare lo stato d'assedio tra l'altro ministro ministro era un ex prefetto
Un personaggio che era stato prefetto a a Torino Taddei
E che aveva usato aveva usato la la mano forte contro i socialisti in epoca passata era stato uno di quei profeti episterno diciamo così e prometteva di usare le stesse maniere anche nei confronti dei fascisti diciamo
Lo stato d'assedio fu il decreto fu fu speso c'erano già direttore manifesti stampati poi com'è noto quando tutto fu sottoposto alla RAI il re si rifiutò di firmare il decreto
Temendo come diciamo la motivazione che la situazione fosse ormai talmente degenerata per la presenza di milizie ormai
La città di milizie fasciste armate nella città di Roma per cui lo stato d'assedio avrebbe dato vita a un bagno di sangue che il re non si sentiva come diciamo Capo dello Stato non si sentiva di di decidere
Ecco
Ma per quanto la riflessione di Amendola sul fascismo fosse in certi momenti sufficientemente lucida e mi ero segnato segnato qui un una frase sud
Dell'agosto ventidue sul mondo in cui senza mezzi termini Amendola scriveva se il fascismo prevarrà la forma di Stato da esso voluta sarà nient'altro che l'antitesi di quella liberale
C'è qui la percezione del fatto che il Governo fascista non è un qualunque governo di coalizione che prima o poi si possa stemperare in qualche modo marciano dentro di sé germi di una soluzione intimamente autoritario
Ecco però al tempo stesso spiega ancora il fascismo come una comprensibile reazione di alcuni settori della relazione alle esagerazioni socialiste degli anni precedenti e comunque in tutti i casi
Non ritiene che possa essere né nessun'altra soluzione alla crisi in atto se non un tentativo lento
Il più possibile diplomatico di stemperare la natura eversiva del fascismo attraversa un'opera paziente di erosione
Di erogazione del consenso che alcuni gruppi soprattutto i liberali moderati e parte dei popolari davano
A Mussolini
Ecco in questa fase l'orizzonte culturale politico-culturale di
Di Amendola e interamente
Costituzionale
Ovvero sia ritiene che non possa essere nessun'altra soluzione se non una soluzione che passi attraverso il rispetto delle prerogative della corona erogative dello Stato liberale
Cioè come come si potesse ritenere legittimo un governo che era sostanzialmente è stato imposto a un'azione militare
Di milizie armate sull'esecutivo cioè praticamente insomma e noto come è andata la cosa ci sono state una serie di telefonate in cui Mussolini tre fare Mussolini stava a Milano e non si muoveva perché i suoi dicessero prende il treno e viene continuava a dire no io mi muovo quando so che la situazione mi ha posto però vi furono vari tentativi furono fatte delle proposte di coalizione di coalizione più ampia gli fu offerto un o lo anche per i ministri socialisti a un certo punto capirono che avevano come si dirà il pallino
Del gioco in mano e si direbbe dai documenti soprattutto per ruolo determinante sullo stesso Mussolini di Michele Bianchi si decise un tutto niente cioè l'unica soluzione l'incarico di governo a Benito Mussolini ecco è difficile se uno legge i resoconti dell'epoca i giornali clima che c'era in tutta Italia il clima che gira per le strade di Roma pensare a quella con una soluzione costituzionale però diciamo tante insomma
E lo stesso la stessa azione tenete presente
Lo stesso Amendola
Non andò in Parlamento a votare contro il governo Mussolini
Ritenne più più giusto corretto politicamente non non essere in Aula e c'è una lettera molto bello suo collaboratore che era uno specchio della mentalità del delle élites liberali dell'epoca in cui spiega la sua contraddizione quella che lui non avrebbe potuto votare né contro né a favore lui avrebbe anche votato a favore perché diceva forse
Ebbene è bene lasciar fare questo esperimento vediamo come come funziona poi però diceva ma noi lì siamo schiavi questo teniamo presente che Mussolini tanto tanto aveva capito come anche con chi aveva a che fare per cui se ricordate non è che proprio fu gentile con il Parlamento andò in Parlamento a dire potevo fare di quest'aula un bivacco di manipoli potevo ma almeno in questo momento non ho voluto va beh dubbi dirigenti liberale hanno votato cioè sulla base di dichiarazioni di questo tipo
La situazione drammatica dell'epoca portava in buona fede a un atteggiamento attendista nei confronti di insomma
Ora qui cerco di di accelerare perché il tempo vola si può dire dal punto di vista storico che una più mutamento di atteggiamento per così dire una più netta consapevolezza da parte di Amendola
Della piega anche che prendeva la situazione politica e istituzionale può essere datata nella discussione parlamentare del ventitré sulla legge elettorale che prendeva il nome da Acerbo
La così detta legge Acerbo introduceva un principio fortemente maggioritario tale da garantire sostanzialmente alla lista di governo insomma
Una maggioranza tuttavia seggi a relegare le minoranze in un una posizione una posizione veramente marginale nel Parlamento
Tra l'altro si può anche citare il fatto che proprio nella discussione sulla legge Acerbo nel luglio del ventitré le posizioni assunte da Amendola che effettivamente contenevano un elemento di novità non solo per gli storici di oggi lo studiano ma anche per i contemporanei
Viene ricordato come il primo discorso parlamentare di Amendola chiede che abbia ricevuto un plauso anche dai banchi della sinistra proprio assegnare il fatto che si iniziava a prendere consapevolezza
Come diceva Amendola spesso che problema a questo punto dello Stato italiano è che l'esecutivo e tutto
Il parlamento dello Stato non sono più niente
Avendo colto l'essenza più macroscopica dei governi autoritari
Poi sempre più drammaticamente in un clima che diventava di intolleranza aperta vi fu la prima delle aggressioni che Amendola subì ventisei dicembre del ventitré a Roma
In cui fu aggredito alle spalle bastonato da un gruppo di fascisti alcuni dei quali pare fossero in parte erano gli stessi che sei mesi dopo sequestrarono Giacomo Matteotti
Ma il punto di svolta chiaramente furono sul piano politico le elezioni del dell'aprile ventiquattro in cui riuscì a Mussolini una grande operazione politica cioè cioè riuscì sulla base di quella legge elettorale che c'era pene formato quello che all'epoca si chiamava il Listone nel quale corsero avvinto comparsi
Buona parte di personaggi che fascisti non erano tra l'altro questo scatenando anche le ire dei cosiddetti intransigenti fascisti che avrebbero bastonato volentieri metà di quelli che stavano in questo listone che vedevano come nient'altro che opportunisti pronti a buttarsi sul carro del vincitore
Ma l'elezioni del ventiquattro si svolsero come si sa in un clima di violenza particolarmente acceso basta cito questo dato c'è il collegio di Sarno in cui tradizionalmente nelle elezioni precedenti era stato eletto Amendola Amendola prese il ventisette voti contro quattro mila quattrocento del listone fascista e insomma le condizioni erano quelle poi come è noto alla riapertura della Camera Matteotti tenne il famoso discorso sulla non legittimità neanche sul piano costituzionale della Camera appena eletta perché le elezioni non si erano potute svolgere in condizioni di irregolarità
Quindi il delitto Matteotti dieci giugno del ventiquattro e da lì la svolta aventiniana
E poi via via nella in quella che può essere considerata sicuramente la fase di maggiore più intenso impegno politico di Giovanni Amendola nella sua vita politica
E in questi frangenti allora che che Amendola opera alcune significative aperture
E da questo punto di vista ripeto
Amendola fu determinante più di qualunque altro leader dell'Aventino nel determinarne la linea di condotta che era una linea di condotta per così dire mediano cioè da una parte ricevuto netto
Di ogni tentativo di trasportare così USA scusate all'epoca questo questo slogan diciamo portare la lotta nel Paese alla proposta dei comunisti di una parte dei socialisti massimalisti cioè voleva dire dopo il delitto Matteotti scattati indire uno sciopero generale quanto meno che non si indetto per l'opposizione di parte dei leader dei leader dello stesso sindacato degli dal socialismo ma indubbiamente fu determinante anche il ruolo di Amendola a mente l'aveva il prestigio tra l'altro di essere stato di essere stato ministro di aver vissuto ultima fase in prima persona
Quindi da una parte escludere questa accelerazione dello scontro che tutti paventavano tutti in quest'area paventavano come foriera di bagno di sangue uno scontro di cui non si sarebbe non si è riusciti notare che c'era un capo anche il timore ovviamente di soluzioni alla russa diciamo
Di soluzioni
Che potessero portare un raggruppamento piccolo come magari potevano essere in Italia i comunisti ad un ruolo ad una dittatura ruolo di governo dall'altra parte cercare però di tenere dritta la barra diciamo della della scelta aventiniana la scelta di non partecipare alla vita parlamentare contro ogni tentazione di comprò di compromesso che erano notevoli all'epoca perché se teniamo presente dei maggiori leader liberali rimanevano in aula sostanzialmente il lavoro di Amendola fu un grande lavoro di diplomazia purtroppo sfortunato ma del quale dal punto di vista della statura del leader politico non si può non riconoscere il valore un tentativo di diplomazia che aveva come interlocutori da una parte del re al quale si voleva strappare una una promessa quanto meno di poter di volere concedere un in dare un incarico di governo a un'altra persona
E dall'altra parte tentativo di portare dopo una parte di questi liberali nell'aula quanto meno di farli votare una una volta almeno contro la fiducia a a Mussolini
Per azione che riuscì solo lentissimamente quando ormai i giochi
Erano fatti se non ricordo male Salandra aspetto addirittura il discorso del tre gennaio cioè il colpo di stato praticamente tra gennaio venticinque per decidersi una volta a votare contro l'altro neanche presenziando mandandolo a dire cioè degli equilibri stranissimo
Però la statura di Amendolara tale che se durante la crisi aventiniana su un momento almeno in cui il re pensò di poter risolvere la crisi scaricando Mussolini affidando l'incarico di governo a un'altra persona questa persona non poteva che essere per unanime giudizio dei gruppi politici d'opposizione Giovanni amento
Ecco
Io penso che
Sostanzialmente vada collocata in questa dimensione in questo quadro diciamo
Il l'estremo disperato tentativo allora come già accennavo prima di Amendola di mettere capo a un raggruppamento politico che riuscisse finalmente a fare della democrazia un interlocutore
Valido e di peso
Il tentativo era quello di mettere insieme diversi raggruppamenti ma soprattutto direi
I raggruppamenti che si riconoscevano
In Giovanni Amendola che erano gruppi a forte radicamento meridionale
Erano forti
In alcune regioni del del Meridione totalmente assenti nel Nord
Il problema era quello di riuscire a realizzare un accordo con gruppi che invece avessero un loro radicamento nel centro nord e si faceva riferimento in particolare i gruppi di democrazia sociale vicini a Ivanoe Bonomi
Ecco il raggruppamento cui Amendola diede vita era il gruppo della cosiddetta Unione Democratica Nazionale tra l'altro l'aggettivo nazionale veniva unito perché si trattava di tenere insieme alcune unioni democratiche che informi indipendenti avevano preso vita in diverse città italiane
E con il tentativo di di Amendolara si può dire forse col senno del poi insomma sto segno che la storia poi facile per certe volte dare dei giudizi
Avveniva in una situazione profondamente deteriorata in cui forse i giochi erano fatti da un certo punto di vista se vogliamo questo tentativo di mettere capo Raggruppamento nazionale a fare un salto di qualità per certi versi riuscì mi pare che si parlasse nel novembre del ventiquattro per l'Unione Democratica Nazionale che tenne un unico congresso fra l'altro nel venticinque
Si parlava di centosessantasei sezioni sul piano nazionale di quarantotto Comitati provinciali che voleva dire una presenza effettiva a livello nazionale
A chi in questo raggruppamento confluirono tra l'altro buona parte di di intellettualità
Italiana democratica dell'epoca
C'è ancora
Sì c'è anche il giovane Ugo la Malfa di cui esistono delle lettere di di profonda devozione a Giovanni Amendola ma direi che a questo punto proprio per non magari poi se ci sono delle cose che qualcuno voglia di dire la sua di fare delle domande forse alcuni aspetti si possono approfondire io terrei una conclusione proprio brevissimi cinque minuti una possibile conclusione qui esprimo anche qualche perplessità sulla tesi avanzata dal titolo di questo ciclo di conferenze
In parte per quello che richiamavo all'inizio di questa questa chiacchierata ovverosia la difficoltà di usare in senso storico stretto per quegli anni
Un'espressione come liberalismo democratico
Io ho messo liberalismo democratico di Giovanni Amendola interista questa cosa per differenziarlo dal liberalismo tradizionale ma non possiamo dimenticare che questa espressione non era usuale all'epoca
Veniva non veniva usata nei dei liberali e dei democratici democratici preferivano chiamarsi Democratici insomma
E da questo punto di vista
Non c'è dubbio che Amendola sia stato quindi il rappresentante delle classi dirigenti liberali italiane del dopoguerra che abbia preso maggiormente coscienza dei limiti dello Stato liberale postunitario e che sia arrivato
Al limite estremo della propria vita tenete presente che dopo la seconda aggressione la stabili nell'estate del venticinque fu un'aggressione veramente brutale fu Amendola era e così lo massacrarono diciamo o lo non lo lui era in un albergo i fascisti non volevano che stesse risolvete discussione volevano aggredire lui si mise d'accordo con il responsabile dei carabinieri che siccome l'insistito sulla parola che l'avrebbero lasciato andar via poiché Hamas grazie bloccata in aperta campagna paletto a Montecatini e Pistoia e con insomma contro i veri veri d'acciaio fuso con data la macchina in cui stavano fu diffuse sfondato il torace infatti poi quando morì morì materialmente di un tumore
Molto probabilmente secondo gli stessi medici prodotto da questa dal trauma tant'è vero che poi lui dopo l'estate si allontano dall'Italia e per alcuni mesi stette in convalescenza rientro in Italia per un periodo breve tra la fine del venticinque vinsero il ventisei emigrò nuovamente Moriana cambia sette aprile del ventisei ecco parte questa digressione biografica credo che non ci siano dubbi allora dicevo che Amendola sia stato tra i rappresentanti di questi gruppi dirigenti quello che arrivato già
Appunto si rese conto che non esisteva soluzioni nell'ambito costituzionale e da questo punto di vista
Si trattava di mettere in discussione in primo luogo la figura del re e l'istituzione della monarchia in Italia cosa che era il suono dell'orizzonte culturale e politico in cui Amendola era nato in cui era cresciuto in cui aveva sperato
E ed era una cosa traumatica ma io penso però che nonostante questo questo che sicuramente ma riconosciuto che egli abbia anche tentato quindi in extremis per così dire un'opera di di potenziale rinnovamento
Io credo che non possono però essere taciuti tanto carattere contraddittorietà esitante di questo tentativo comprensibilmente diciamo che non è un giudizio né politico né morale mia semplice giudizio di di storico dice
Ma accanto a questo anche un altro fenomeno l'ultimo poi qui chiudo di cui va tenuto presente e che contemporaneo a questa ultima fase di lotta politica di Amendola nascevano che operavano in Italia
Tra componenti minorità estremamente minoritari più minoritarie ancora di quanto non fosse l'Unione democratica di di ammenda macchine effettivamente partivano invece dal per così dire partivano da da dove una sicura con Amendola era arrivata e cioè dalla inconciliabilità tra il quadro costituzionale dato e le possibilità di uscire dal fascismo mi riferisco a raggruppamenti
Come il piccolo gruppo legato a Piero Gobetti la rivoluzione liberale tra in altro molti dei collaboratori di Gobetti erano membri dell'Unione Democratica Nazionale
Ma mi riferisco anche raggruppamenti
Legate alla lezione di Salvemini come quelli di Rosselli come quelli che a partire dall'inizio del venticinque presero a far uscire giornaletto clandestino che si chiamano mollare cucinano pochi numeri ma comunque era un fatto clamoroso per
Per la vita politica dell'epoca realizzare un giornaletto a diffusione clandestina
Era una una cosa che che non era mai stata fatta che era estranea alla tradizione tanto della democrazia quanto del liberalismo italiani mi riferisco anche alla all'azione che pochi in collaborazione con Gobetti convegni e con gruppi analoghi faceva Pietro Nenni nell'ambito del partito massimalista in questo periodo proprio per
Queste posizioni aperti a una collaborazione a tutto campo con le forze rivoluzionarie negli dovette abbandonare la direzione dell'Avanti
Per polemiche proprio per perché per ora insomma nascevano voglio dire richiudere
Nascevano gruppi che si ponevano il problema che Amendola non si era mai posto cioè il problema della rivoluzione
La consapevolezza cioè nascendo dalla consapevolezza che la situazione italiana fosse arrivata a un punto tale per cui l'antifascismo diventava un problema di rivoluzione democratica
Parola d'ordine che la rivoluzione è un termine che non corre nella prosa di Giovanni Amendola in questo Giovanni Amendola è un liberale è un liberaldemocratico
Che ritiene comunque che qualunque soluzione debba passare attraverso il rispetto della prassi costituzionale
Alla fine della vita
Probabilmente si rese conto del chiude Sacchi in cui questa posizione nell'Italia dell'epoca carato
Naturalmente è difficile dire quale sarebbero potute stare essendo le sue scelte nette che non se ne silenzio entrerà negli Migliore in buona parte con una scelta che magari il padre non avrebbe condiviso cioè quello di pretendere di fare la rivoluzione democratica
Con il Partito comunista staliniano questo questo è un altro paio di maniche tutta un'altra cosa
Io vorrei chiudere romanzato abbastanza nella vostra pazienza chiudo soltanto con due
Parole prendendo da una lettera di Amendola
Che riflette un po'questo clima a me piace vederlo così insomma come storico come
Un un clima di rassegnazione un Amendola malato Lamendola sconfitto che è ritornato in Italia dopo un lungo periodo di convalescenza già malato di tumore al quale i medici l'hanno danno poco di vita
Scrive a Turati Turati che è molto più vecchio di luglio all'epoca retto la lettera del ventiquattro dicembre cinque giorni dopo gli moriva la compagna di tutta la vita la Kuliscioff
E Amendola dice in questa solitudine natalizia carissimo Turati
Al vietata però per noi è una tranquilla coscienza
Possiamo scambiarci chiusa rapidamente del consueto gli auguri che vengono dal cuore e soprattutto possiamo rallegrarci tra noi di aver tenacemente preferito la causa dei vinti a quella che avrebbe perduto le nostre anime
Non occorre la fede
Basta sapere pensare che tutto si muove per essere certi che un giorno la causa dei clienti sarà la causa dei vincitori
I figli nipotini bene diranno allora la memoria di coloro che ispirarono e che nel folto della notte più buia testimoniarono persistenza del so
Sì
Allora alla se ci sono domande interventi a voi la parola sfuggito Mazzone
Siam portati ha paura stroncato tolto il pubblico presente Scapinello
Virgola sociale sociale però
Va e
O neanche
Allora
I
Poi
Alla
Fine
Sì
Straordinario
Velocissimo
Era se
La
Fisico
Come
Siamo ingranare dice
Produzione
Dice
Che sicuramente abbiamo il nome
Sì ma
E quindi l'azione
E una
Angelo universale
Genius pongono giorno sicuro Giovanardi
Cittadini
Ritorni
Non
Non
Significa ci saranno
Sì no
No
Passa
Ginnasta allora oggi
Significa
Ci sono altre incontriamo finalizzate sognava la parola all'ossatura ci sono altri interventi anche domande semplici demandando agli scomparso
Io volevo solo chiedere una cosa Marcus più vicino la presentazione di Amendola che siccome eppure giusta certamente di un liberale che non riesce ancora distaccarsi
Come avrebbe potuto anche insomma dal dall'idealismo conservatore in qualche modo e quindi affibbiare quest'aggettivo io non pratico al sostantivo liberalismo è forse un'operazione eccessiva fatto nostro grafia o comunque dalla cultura politica in generale
Se questo può essere vero e quindi opportuno farlo con tutte le cautele del caso io però vorrei chiedere se quanto insomma abbia pesato la prima guerra mondiale perché è vero
Che Amendola e tu hai tracciato un quadro quasi di continuità hanno da da Amendola precedente prima guerra mondiale ad Amendola successivo alla prima guerra mondiale abbiamo detto appunto che Amendola venne in quella temperie turare particolare delle riviste fiorentine nomina che sono anti giolittiano in scena marcatamente quindi
Polemiche nei confronti del liberalismo che è incarnato da giuristi Italia anche più in generale possiamo dire si allacciano anche Anna reazione della cultura occidentale ed europea che è quella contro democrazia contro il parlamentarismo conto di ottimismo infine secco dove anche diciamo così di tipo riformistico specialistico democratico quindi Amendola partecipa certo a niente in questa temperie politica e culturale
Però la prima guerra mondiale rappresenta la frattura netta quindi vorrei sapere se lì non personaggio con ammenda da e nella sua stessa biografia politica e culturale quanto esatto l'esperienza della prima guerra mondiale il figlio non a caso che pure un ragazzino avverte che il padre per la prima guerra mondiale ha capito che in fondo anche l'interventismo democratico e che quindi diciamo che l'aveva minato era stato qualche cosa che poi è stato messo in discussione la sua stessa esperienza personale che la guerra non è una passeggiata come si pensava non è una cosa bella l'unico non era arrivato a dire che all'igiene del mondo nel a parlare in termini entusiastici la guerra ma completamento Risorgimento per lui la lite La Pira intraviste in questo senso ecco la prima guerra mondiale proprio da un punto di vista biografico e quindi del vissuto politico in cultura che Amendola accanto a contatto per un'evoluzione politica successiva questo
Sì ho fatto l'ho detto appena nella sala questo però il problema anche questa illusione precedente non seguente la prima guerra mondiale la prima opera Lungaretta con esperienza concreta vissuto al fronte dallo stesso Amendola che tra l'altro è decorato
Evidentemente ha significato secondo me non soltanto una svolta a livello geografico ma anche qualcosa che forse a intaccato quel profondamente quindi chiedevo questo se c'è evidentemente che la geografia politiche culturali Amendola un punto di rottura rappresentato dalla prima guerra mondiale in termini di cultura politica e se se questo secondo me anche importante e da parte del liberalismo in Italia appunto tu accennavi all'asta diciamo all'importanza del mondo del mondo punto diciamo anche di Amendola da Masella Mendole l'Iran entrambi i titoli del mondo sono i primi a rendersi conto di che cosa ha partorito la prima guerra mondiale cioè appunto l'anti cioè quello che si fa presente ormai avviene con un sistema totalitario come un'attrazione totalitaria da parte che il sistema politico tradizionale ecco laddove concepito per primi sono proprio quei del mondo del proprio Amendola con i suoi articoli sul mondo mai coniare il termine totalitarismo in Europa se non sbaglio quindi questa l'espressione ciò che avveniva è il momento in Italia ma la percezione inesatta Clara nel totalitarismo mi pare che siano con cui sia stato una conquista politica e culturale dello stesso mese
Io ho vissuto orgasmi accorci
Sì
Io ma se non ci sono altre ma qui rinvenuta di nuovo fuori tanta carne al fuoco io cerco di essere stringatissimo
Per quanto riguarda il discorso sulla sulla natura
Diciamo profondamente intrecciata con i rapporti sociali presente in alcune aree del Sud del tutta l'esperienza mento gli annali non posso che condividere
Anzi volevo ricordare una cosa che non avevo avuto modo di ricordare anche prima e cioè che a volte i raggruppamenti
Liberali e non ne erano esenti neanche raggruppamenti democratici in in alcune regioni in alcune aree del Sud si appoggiavano sostanzialmente sulla mafia
Di fu come è noto una conflitto forte legato soprattutto in Sicilia tra fascismo nascente e opposizione di alcuni raggruppamenti mafiosi un forte in io tra l'altro alcuni anni di rappresentanti di famiglia mafiosa al consigli non vi su tutta la vicenda legata al prefetto Mori in Sicilia ecco una curiosità senza per questo voler chiamare direttamente in ballo la mafia che non c'entra lo ripeto e la il finanziamento del giornale il mondo di Amendola al proprietario del del mondo era un imprenditore siciliano RAI Uno proprietario di un mulino a Palermo e diciamo che gli ambienti che avevano appoggiato tutta l'iniziativa per l'interessamento di miti soprattutto erano gli ambienti della vecchia opposizione anti giolittiana
In Sicilia ambiente ai quali non era estranea senza per questo voler tirare in mezzo pecora in cui non so nulla ma qualche sospetto c'era in Sicilia erano ambienti a volte vicini alla mafia questo rafforzò l'idea di una notevoli difficoltà cioè a emanciparsi anche socialmente e culturalmente da da un certo ambito da noi abbiamo in mente la democrazia come come dicevi tu a democrazia di tipo anglosassone ce ne pensate Lucrezia espressione sul terreno politico delle modernizzazione capitalistica dell'imprenditoria e dell'industria in Italia la situazione esattamente diversa
C'è un dato avevo prima tra le mani sul fatto che nell'estate del ventidue in una delle innumerevoli scissioni di prestare democratica ecco il raggruppamento che si dicono emendamento la era costituito da trentacinque deputati di cui ventinove delle regioni Campania Puglia Sicilia Calabria Basilicata insomma tra cui quella era la l'avvocato ecco per quanto riguarda invece l'atteggiamento dei è una conferma la cosa detta sul su Gronchi sembra importante anzi sarebbe bellissimo ritrovare questa vetta però devo dire io non vorrei aver dato l'impressione giustappunto di vedere in Amendola non lo so responsabile quindi di tutte le reticenze di questo mondo in un mondo di puri quanto mai a questo proposito Diego cinque ritiene non scambio di lettere tra nidi e Amendola chiede l'aprile ventitré quindi ci sono già sei mesi di governo fascista e di tutto quello che c'è stato
Niki non fa una piega dice bisogna che l'esperimento fascista si compia indisturbato nessuna opposizione deve venire da parte nostra io non posso Torino aderire ma non voglio proporre se l'esperimento non riuscirà nessuno potrà dire che l'insuccesso dipende da noi o comunque che noi diamo creando ostacoli se riuscirà si dovrà tornare alla normalità o alla costruzione ed è la sola cosa che io desidero e i fascisti allora si avranno reso un gran servigio
Amendola devo dire la sua risposta è sostanzialmente d'accordo semplicemente gli fa notare che e è difficile
Essere così conciliante quando si ha a che fare con questioni dal nulla come la libertà personale e la violenza
E insomma così come dice Amendola non si può non essere preoccupati quando si sente parlare dei fascisti per gli ulteriori sviluppi della rivoluzione che potrebbero preludere a qualche definitivo attentato contro la Costituzione
Ecco dice Ammendola questo mi sembra significativo la Costituzione rappresenta la linea di resistenza al di là della quale non si può e non si deve retrocedere
Alcune sembra che poi
Campionamento visti gli si ritorce aveva tutto andando
Per venire invece all'ultima cosa poi penso che potremmo chiudere ecco una cosetta da nulla la prima guerra mondiale io personalmente devo dire non sono del tutto d'accordo con quello che sembrava
Dicessi
Perché credo che la prima guerra mondiale effettivamente sia
Uno dei più grossi forse più godono no il più grosso nodo irrisolto della riflessione
Degli storici e di tutti quanti noi sulla
Sulle vicende del Novecento italiano
Proprio per quello che dicevi tu e cioè che buona parte delle élite italiani fecero la guerra sognando Nagiev generazione ci si addirittura gli anarchici che sognavano la rivoluzione proletaria che nasceva da lì bisogna farla meravigliare ciò c'erano moderati e rivoluzionari democratici tutti si buttano
è vero che nel dopoguerra iniziarono ad accorgersi che probabilmente tutti quanti avevano fatto male giroconti
Io devo dire lei non verrà voleva fare l'avvocato del diavolo ma ho l'impressione che dopo le elezioni del diciannove nelle dichiarazioni di molti politici non dico con questo Amendola ma dico
Una parte delle vecchie classi dirigenti liberale l'argomento guerra fosse diventato un po'tabù cioè in una situazione in cui il Parlamento aveva era ormai affollato di gente che la guerra non l'aveva voluta fare
E l'aveva combattuta era diplomatico diciamo nella vita politica mettere la sordina allegra i grandi destini di rigenerazione della nazione italiana attraverso la guerra
Però fatti salvi questi casi chiamiamo l'opportunità politica rimane il problema è io credo da quello che non solo da quello che ho visto dal riflessioni fatte dagli studi compiuti che non fosse ormai nell'ultima del dopoguerra
Mo'motivo di enorme imbarazzo sostanzialmente di enorme imbarazzo per tutta questa generazione
Questa cosa lo colta personalmente ho avuto modo di coglierla molto più in Salvemini ad esempio che era stato uno degli artefici interrotta con i suoi vecchi compagni socialisti nel fare interventismo democratico
Dopo la guerra insomma c'avevano Mussolini che conduceva che si trattava di proseguire la guerra delle trincee nella nazione per portare gli ex combattenti a comandare dirigere tutto e così via
è un ruolo così forte di popolari e socialisti che erano stati Co Cavallo vero un velo pietoso
E credo che anche a merito del quale sono noti tra l'altro nell'immediato dopoguerra cioè nel periodo di smobilitazione sono noti i rapporti di forte vicinanza culturale intellettuale con Salvemini secondo me è probabile che operasse un sentimento di questo tipo io credo di poter escludere comunque che vi sia stato da parte dei rappresentanti di quella generazione una riflessione continuità che sarebbe stata forse troppo troppo imbarazzante perché avrebbe messo in discussione troppo la radice comportamenti e scelte del passato e anche del loro presente
Nidiacei chiudere questa cosa con un riferimento che viene in mente adesso
Che è talmente era talmente contraddittorio questo intreccio tra l'aver aderito alla guerra e poi combatté nelle conseguenze tanto teniamo teniamo presente che i socialisti comunisti facevano massicciamente una propaganda per la quale il fascismo era figlio della guerra c'era tutto c'è un nuovo un manifesto fatto dall'immigrazione antifascista in Francia insieme per cui in generale insomma la guerra gravida e che poi si chiamava fascismi
Ecco è talmente imbarazzante questa cosa che io ho trovato un unico scritto compiuto un su queste cose uno scritto di Carlo Rosselli
Più giovane di questi personaggi allusivo e discepolo loro
Però interventista interventiste militare che quando i nuovi arrivati scrive per Giustizia e Libertà un lungo scritto lo evinco scritto molto bello in onore di Filippo Turati ed è l'unico che io abbia visto che abbiamo detto il coraggio in un certo momento infilandosi in una serie di contraddizioni mostruose di dire io una generazione diversa da quella di Filippo Turati quando sulla Grande Guerra nazionali in Europa largo nella Grande guerra europea Filippo Turati era contro io e molti giovani come me del partito eravamo a favore non ho difficoltà dice Rosselli questo ma A uno nella sua maestà non ho difficoltà ad ammettere che il vecchio Turati aveva ragione io invece compagni avevamo peccato che subito dopo per non voler la proprietaria vinta i riformisti insomma sembra una brutta cosa si infila in un discorso di dire però l'opposizione dei Socialisti italiani abituati ad una posizione priva di sbocco nel quattordici quindici l'unico che intuì che cosa poteva venire dalla guerra
Che uno rimane stupefatto perché sembra rigore di allora Carlo Rosselli bisognava fare una rivoluzione dopo Caporetto
Cioè dopo la rotta di Caporetto bisognava sfidare i plotoni di esecuzione avvierà le guardie rosse fare la rivoluzione d'Italia cioè uno a questo punto rimane sconcertata dice forse è meglio andare a cena SARS con calma ecco però a parte le battute devo dire che questa riflessione su messo interventismo guerra conseguenze della guerra fascismo
è una riflessione che nessuno di questi personaggi a mia conoscenza abbiamo sviluppato sino in fondo
Ringrazio e vi aspetta per i prossimi incontri ma la serata
Capace