Cinema&cinema: "No other land" di Yuval Abraham, Basel Adra e altri
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10:30 Durata: 4 min 20 sec
Un saluto agli ascoltatori di radio radicale un modo per raccontare una guerra per montare il punto di vista di uno dei contendenti la sua visuale non avrà la distanza del cronista o dello storico
Non sarà in grado di bilanciare e forse nemmeno di comprendere davvero le ragioni degli avversari
Sarà inevitabilmente faziosa ma di lentamente emotivamente coinvolta in drammatici a volte tragici avvenimenti
Potrà trasmettere di quegli eventi una verità che potrebbe sfuggire archivi guarda con distacco
Il documentario mo'a darle del realizzato da un giovane giornalista israeliano io vado al dramma in collaborazione con un gruppo di arabi palestinesi tra cui il suo amico base la darà
Racconta la lotta simili a una guerra tra gli uomini dell'esercito israeliano e gli abitanti arabi di un paese della Cisgiordania
E secondo un decreto adottato dal governo israeliano già nel mille novecentottanta devono abbandonare le loro case perché quella zona è stata adibita all'addestramento militare dell'esercito israeliano
Ora gli abitanti del paese sono determinati a non obbedire
Il titolo del documentario che significa nessun'altra terra esprime proprio il loro rifiuto di lasciare il loro Paese dove praticano l'agricoltura per trasferirsi in città come il governo israeliano vorrebbe
E dopo che le ruspe demoliscono ed uno casi la loro scuola loro continuano a soggiornare tra le macerie e poi pazientemente ricostruiscono
Intanto continuano a documentari sui social le immagini quelle distruzioni sperando che l'opinione pubblica internazionale in particolare negli Stati Uniti si muova a loro favore
Anticipavo vi racconto adotta in pieno il loro punto di vista sebbene appunto tra gli autori del documentario ci sia un giornalista israeliano
Ma questi che anche un personaggio del film dichiara che quelle di munizioni sono senz'altro un crimine
E nessuna giustificazione e nemmeno nessuna ragione e attribuita a quelle decisioni del governo di Israele che qui si configura non soltanto ovunque come arbitrarie e violente
Per loro confronti gli abitanti del villaggio malgrado siccome Intino manifestamente in loro Calabria e l'odio usano una sapienza antica la stessa che si potrebbe usare contro le calamità naturali
E cioè una resistenza incrollabile ma mite inesauribile pazienza
Nella fiducia che il tempo anche se un tempo di una lunghezza quasi disumana li condurrà alla fine alla salvezza
Ma il finale del film insinua il dubbio che quella sapienza antica potrebbe rivelarsi inadeguata ai conflitti contemporanei
L'atteggiamento non violento di quel gruppo di personaggi evidenziato dal momento più sorprendente del racconto e cioè proprio l'amicizia tra il giornalista israeliano e gli abitanti del villaggio in particolare uno di loro un giovane attivista
è vero che il giornalista difende pubblicamente le loro ragioni ma è pur sempre un rappresentante del nemico e tuttavia viene colto sempre di loro case con spirito di convivialità
Insomma i personaggi attraverso di loro il film mostrano di distinguere tra un governo ostile e gli individui del popolo che quel governo dovrebbe rappresentare
I momenti più belli sono forse quelli che documentano l'amicizia tra i due giovani
L'israeliano incerto un privilegiato rispetto all'amico perché lui può circolare liberamente in automobile e quando vuole può tornarsene tornarsene nella sua casa intatta
Ma proprio per questo si sente in colpa e dunque in soggezione rispetto all'altro
E tuttavia ciò che predomina tra loro più che i rapporti di potere è la tenerezza di un tale grado da far somigliare la loro amicizia a un amore
Il film è stato presentato al Festival di Berlino dove aveva vinto un premio come miglior documentario è distribuito nelle sale da luoghi di cinema e mio marito è un fin da ridire
Dunque no Other lenta di base ladra Juvara dramma gli altri un saluto da Gianfranco Cercone
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