La nota antiproibizionista

Nella nota del trentuno ottobre dell'anno scorso dissi che il Governo Meloni aveva davanti a sé l'opportunità di fare quello che il centrosinistra non era mai riuscito a fare
Chiudere l'inutile e costosissima guerra alla droga guardare all'esperienza dei paesi che hanno scelto nuove politiche di avviare una riforma razionale ed efficace capace di governare un fenomeno rilevante molto compresso sulla base delle evidenze
Concludendo il suo discorso programmatico in Parlamento la Presidenza del Consiglio Meloni disse che quella del governo non sarebbe stata una navigazione facile anche a causa di un pregiudizio politico nei suoi confronti ma che quello che intendeva fare era stravolgere i pronostici
Purtroppo per quanto riguarda la questione delle droghe i pronostici invece sono stati confermati il governo ha proseguito sulla strada di sempre anzi l'ha aggravata
Il primo provvedimento è stato il decreto cosiddetto anti rese poi convertito in legge che ha contiene norme contro i raduni illegali che presentano non poche criticità sulle quali a suo tempo si sono espressi autorevoli giuristi e costituzionalisti di vario orientamento
Quest'estate c'è stato il decreto Calibano da poco convertito in legge che per contrastare il disagio giovanile la povertà educativa e la criminalità minorile aumentato il ricorso al carcere anche per i minori ha inasprito le pene per le fattispecie che già lo prevedono
Per quanto riguarda le droghe aumentato le pene per i fatti di lieve entità
E l'ultimo provvedimento poi al pacchetto sicurezza approvato in questi giorni dal governo che introduce nuovi reati aggrava le pene di quelli già previsti estende ricorso al carcere e l'uso delle armi da parte delle forze dell'ordine
A giugno dell'anno prossimo si terranno le elezioni europee sarà un test importante per il governo per la sua maggioranza siamo in campagna elettorale come ho ripetuto più volte la droga è un tema sempre pronto all'uso
Basta un fatto di cronaca per far scattare l'allarme a cui si accompagna invariabilmente la richiesta di un'ulteriore stretta repressiva che questo governo ha cominciato ad attuare
Per una parte della politica l'unico approccio possibile in materia di droghe è quello della sicurezza e dell'ordine pubblico
Le misure legge-ordine però non riescono a incidere in maniera significativa sul grande traffico perché le organizzazioni criminali si adattano alla situazione e sfruttano tutti i mezzi a loro disposizione e se occorre inventano di nuovi più di mezzo secolo di guerra la droga dimostra che repressione e punizione possono ottenere qualche risultato nell'immediato ma in una società aperta in una società democratica il controllo militare capillare è impossibile insostenibile da ogni punto di vista in materia di droghe a fare le spese di politiche punitive e repressive per primi e sempre sono i piccoli spacciatori sono i semplici consumatori sono le persone che hanno una dipendenza
E la repressione si estende poi a tutti coloro che hanno comportamenti o adottano stili di vita considerati devianti
Le città da questo punto di vista sono un banco di prova esemplare sono i luoghi in cui convivono persone diverse culture diverse diversi stili di vita e nelle città che si sviluppano molteplici modelli di consumo delle sostanze
Ovvio che ciò sia accompagnato anche da nuovi problemi e da criticità inedite
Ed è nelle città che la guerra alla droga si misura con la complessità e mostra il suo fallimento la sua inutilità e tutta la sua crudeltà
E nelle città dunque che si possono sperimentare nuovi modelli di governo del fenomeno rendendo le amministrazioni locali protagoniste di politiche realmente efficaci basate sulle evidenze e sulle esperienze nel novembre del mille novecentonovanta a Francoforte sita nella Conferenza delle città europea al centro del traffico illegale di droga i rappresentanti di Amburgo Amsterdam Francoforte e Zurigo
Adottarono una risoluzione che riassume e dei principi della strategia di riduzione del danno l'anno seguente a Zurigo grazie all'impegno degli antiproibizionisti radicali e alla la seconda conferenza parteciparono anche i rappresentanti di alcune delle maggiori città italiane
Il kora il Coordinamento radicale antiproibizionista e consiglieri comunali delle lista antiproibizionista si impegnano per diffondere la risoluzione di Francoforte e anche grazie a loro nel mille novecentonovantadue la terza conferenza si tenne a Bologna
Trent'anni dopo le amministrazioni di Torino Milano Bologna Roma Napoli e Bari hanno costituito la Rete delle città italiane per una politica innovativa sulle droghe
Basata su un documento fondativo che prende atto del consumo di sostanze delle dipendenze come un fenomeno sociale
Ampio diffuso Complesso e radicato
E che come afferma all'ONU richiede di mettere le persone al centro lavorando sulla riduzione dei rischi e dei danni e superando stigmi e stereotipi
In Italia si parla di droga per non parlare di politica delle droghe cioè dagli strumenti più adatti per governare un fenomeno che direttamente o indirettamente tocca molti milioni di cittadini anche minorenni
Dalle misure emergenziali e dalla guerra la droga bisogna passare a politiche che prendano atto della complessità che siano concretamente centrate sulle persone e sui loro diritti sulle loro scelte di vita
Dovrebbe essere questo l'obiettivo di chi governa
Governare appunto non illudersi di risolvere i problemi con divieti e punizioni in una spirale che non fa che avvitarsi su se stessa all'infinito senza mai riuscire a trovare una soluzione
E scarica su tutti i cittadini costo le norme del suo fallimento