"I destini della cooperazione italiana. Le prospettive di riforma nel quadro europeo"

In questa sala della Società italiana per l'organizzazione internazionale
Che in questo caso svolge soltanto un ruolo di ospite ma un ruolo di ospite particolarmente gradito per una conferenza per una tavola rotonda che si presentano estremamente interessante e soprattutto in un momento cruciale per la nostra la politica estera e per la cooperazione in particolare oltretutto le competenze e io ruoli istituzionali presenti intorno a questo tavolo ci consentono di sperare che gli uomini di buona volontà e le istituzioni competenti siano in grado di rilanciare questo ruolo assolutamente significativo ed importante per il rapporto nord-sud e far recuperare una riflessione importante ai soggetti che devono decidere sullo sviluppo futuro della cooperazione italiana
Quindi benvenuti a tutti vi auguro buon lavoro ma soprattutto auguro risultati positivi operativi a questa tavola rotonda grazie a tutti
Grazie grazie a mia volta professor Caggiano Nacional per averci ospitato in questa sarà molto bella noi abbiamo voluto organizzare questo incontro sui destini della cooperazione italiana nonostante che il momento politico non sia ideale nel senso che come voi tutti sapete c'è la discussione alla Camera sulla Finanziaria che probabilmente comporterà anche degli assenze nella nostra lista di di interventi ma comunque moltissime delle persone che avevano in e invitato sono qui e questo ci fa non molto piacere
Abbiamo appunto voluto comunque organizzare questa discussione perché ci pare molto opportuna per almeno due ragioni
Dapprima è appunto la situazione in Italia dove come sapete si è insediata la commissione d'inchiesta bilaterale sua quella Bicamerale sulla cooperazione allo sviluppo
E si sono avuti i primi annunci relativi alla riforma Martino di cui parlerà più più diffusamente credo il ministro Francesco Ago Aloisi che ringrazio molto per avere accettato di intervenire
E il tutto avviene appunto in una situazione così critica anche dal punto di vista finanziario d'avere portato come si spiega nel nostro rapporto sulla cooperazione allo sviluppo dell'Italia che oggi appunto vogliamo presentare
Ha una forte riduzione dei fondi di cooperazione ma la situazione in fondo è critica anche nei Paesi OCSE e più in generale dove sia quella che uno degli istituti più autorevoli degli studi in questo campo doversi development Institute inglese definisce una vera e propria crisi dell'aiuto allo sviluppo
Una crisi che noi pensiamo sia dovuta ad almeno tre motivi di tipo molto diverso
Anzitutto i cambiamenti del contesto s'strategico seguiti alla fine della guerra fredda
Secondariamente le politiche di restrizioni di bilancio in parecchi dei Paesi europei occidentali e infine la delegittimazione almeno parziale della politica di cooperazione dovuta ai suoi risultati insoddisfacenti
In sostanza noi crediamo che caso italiano non sia così atipico che rifletta in una certa misura una tendenza più generale
Ma nel caso dell'Italia si sommano almeno due fattori a breve aggravanti che esaminiamo nel nostro rapporto di quest'anno
E cioè da una parte il discredito della cooperazione generato dai riflessi di Tangentopoli anche in questo campo
E poi la misura del taglio operato sui fondi che portano l'Italia ad un punto così basso per non avere probabilmente paragoni con gli altri membri del G7
E come indica il rapporto dell'odia e dell'istituto che già ricordato una porta qui cespi ha contribuito l'aiuto pubblico allo sviluppo dei Paesi OCSE aumentato in termini reali del due tre per cento all'anno negli anni settanta e negli anni ottanta
C'è stato un rallentamento della crescita negli anni novanta ma in parte dovuto al declino degli aiuti da parte OPEC da parte dell'ex come come e dal novantadue la crescita annuale dei dei fondi è stata inferiore al due per cento ma gli aiuti sono comunque aumentati i tagli veri sono cominciati nel novantatré novantaquattro ma nessun Paese ha operato riduzioni così drastiche come italiani
E quali sono le implicazioni di una scelta del genere che naturalmente vincola fortemente le opzioni di cooperazione del nostro Paese
Ne abbiamo scelto di discutere questo problema i destini della cooperazione italiana
In un quadro specifico e cioè nel quadro europeo perché siamo profondamente convinti spiegano perché anche nel rapporto siamo convinti che qualunque ripresa della politiche di aiuti italiana
Vada vista come parte di un'azione più efficace dell'Unione Europea in questo campo sia un quindi molto felici che Emma Bonino mio commissaria europea per una quantità di incarichi tra cui gli aiuti umanitari sia qui con noi oggi per approfondire appunto questo aspetto
E come sapete il Trattato di Maastricht prevede in effetti il coordinamento delle politiche di cooperazione dei Paesi in modo membri è un punto su cui certe ha curato un rapporto per una D G otto e Togo questo occasione per ringraziare anche Lucio Guerrato che capo divisione della divisione politiche di cooperazione D G otto
Alla commissione europea che è stato un grande ispiratore del nel nostro studio che oggi ci parlerà su questo punto a questo punto dalla parola conseguisse rissa osé che ha curato il rapporto del Cesvi e lo invito ad aprire questa
Bene l'indicatore più evidente della crisi della cooperazione italiana è stato detto e l'ammontare delle risorse dal mille novecentonovantatré gli stanziamenti sono in caduta libera perché cali
La Finanziaria novantacinque prevede un livello di aiuti in termine cooperazione bilaterale intorno ai settecento miliardi quindi prima constatazione che se può considerare chiusa la parabola della cooperazione iniziata sia a metà degli anni ottanta e che raggiunse nei suoi momenti migliori cifre superiori ai cinque mila miliardi
Certamente una ragione fondamentale di tale riduzione la crisi del debito pubblico
Ma si deve tener presente anche il ruolo di Tangentopoli come è stato ricordato il fatto che la drastica riduzione degli aiuti e passata praticamente senza resistenze
Tranne che per le ONG e l'associazionismo l'opinione pubblica ha colto i tagli con indifferenza sia o addirittura con sollievo
Perciò la crisi quantitativa e accompagnata ad un ancora più grave crisi di credibilità della cooperazione allo sviluppo
Da questi due dati così drammaticamente chiari deve partire il nostro ripensamento della cooperazione dell'Italia mentre la riflessione europea sulla cooperazione mette l'accento soprattutto sul problema dell'efficacia degli aiuti
Del comune innescare dinamiche di sviluppo nei Paesi poveri da lì la discussione sul coordinamento sulla coerenza della cooperazione internazionale
Nel caso italiano la riflessione deve comprendere anche la definitiva chiusura della ma alla cooperazione
Il mai più del fenomeno della corruzione nella politica di aiuti come condizione indispensabile per ridare senso ad una nuova politica di cooperazione non pretendo soffermarmi in questa sede sulle SIT esperienza passata sulla quale vi rimando al nostro rapporto appena pubblicato vuole invece indicare molte schematicamente alcuni di quelli che riteniamo insegnamenti voi alcuni conclusione della cooperazione passata che possono essere utili alla nostra discussione sulla prospettiva della politica di aiuti
Una prima constatazione elementari
E che la cooperazione allo sviluppo non ha un carattere strutturale e radicato nella società italiani non è sistemi una chiara vocazione altruistica né una forte tradizione post coloniali
La politica di aiuti italiani piuttosto è stata guidata da diverse e in qualche caso contraddittorie motivazioni
Nel nostro rapporto mostriamo comuni interessi commerciali si alternano e convivono con le ragioni umanitarie
L'attenzione ai vicini poveri del Mediterraneo come li chiama Mario Deaglio con un costante occhio di riguardo verso i paesi italiani del terzo mondo cioè i Paesi ai quali l'Italia è legata per rapporti storici e culturali
Questa debolezza della cooperazione bilaterale però presenta quindi una consequenziale fondamentali a differenza di molti dei paesi donatori
Per l'Italia e la cooperazione multilaterale estremamente significativo
Non si tratta solo di un secondo tipo di aiuti complementari o meno con la cooperazione bilaterali ma di un vero e proprio quadro di riferimento il multilaterale ha rappresentato da sempre una quota molto rilevanti
E la politica di aiuto di questa opzione è stata determinante nell'assenza di una vera e propria burocrazia dello sviluppo nel caso dell'Italia
Questa vocazione per il multilaterale deriva della miglior tradizione della politica estera italiana del dopoguerra dall'opzione per l'Europa per il Patto Atlantico dall'Obiettivo raggiunto di far parte del G7
Di appartenere al Clube ricchi perciò il multilateralismo italiano nel campo della cooperazione in realtà è indice della ricerca di un altro tipo di consenso il consenso esterno la legittimazione dello status internazionale
Altro intanto importanti di quello interno su questo terreno dobbiamo tener presente che l'ammontare delle risorse non è un optional ma un obbligo sì se vuole ancora mantenere e consolidare tale consenso
La cooperazione multilaterale soprattutto quella dell'Unione Europea e diventata anche negli ultimi anni un punto di riferimento per le riforme delle procedure e delle metodologie della cooperazione italiana
Nonostante l'importanza data questo tipo di cooperazione pero l'Italia non dispone di un'articolata politica verso il multilaterali
Continua a essere deficitaria in termini sia del ritorni economici che politici così come ancora povera alla presenza di personalità li hanno nelle organizzazioni internazionali
Un'altra conclusione dal TAR da trarre dall'esperienza passata e quella di consolidare questa e quella di consolidare questa vocazione multilaterali dell'Italia in particolare quelle europea a partire del seguente principio
Combinare il massimo possibile l'Italia nella cooperazione comunitaria con il massimo possibile d'Europa nella cooperazione italiana
Per quanto riguarda la cooperazione bilaterali essa non può est che e seri almeno nel breve-medio termino fortemente concentrata geograficamente si tratta di una tendenza già in atto
Ma che richiede ulteriori definizioni prima di tutto Alitalia dovrà decidere sulla sua opzione mediterranea perché nonostante la considerevole dose di retorica al riguardo nel passato non è stata affatto evidente tale opzione
Quest'aria poi deve intendersi nel senso ampio comprendendo il Medio Oriente i Balcani il Corno d'Africa e l'altra aria della cooperazione italiana dopo ci sono e ci saranno l'impegno della comunità internazionale vedi Sudafrica ad esempio evidente che rimangono fuori dallo schema realtà Monti molto importanti per l'Italia
Ma ciò non impone nuovi obiettivi alla cooperazione voglia tra l'italiana dimostri invece la necessità di arti cullare maggiormente proponendo loro pista con ripristinando altri strumenti la politica estera e soprattutto la politica economica ed estera
In Asia e in America latina l'Italia non ha non può arrivare troppo tardi all'appuntamento però deve dotarsi degli strumenti della preparazione adeguata della cooperazione economica
E non della cooperazione allo sviluppo
Anche qui senza potermi soffermare il riferimento europeo è obbligato anche sì l'Italia utilizza ancora molto poco di questi meccanismi
Tutto ciò porta ad un'altra conclusioni
Alla necessità di evitare i che la cooperazione allo sviluppo sia un surrogato della politica estera e dalla politica economica il superamento di questo problema permetterebbe di definire meglio le specifiche attività di cooperazione il che fare dopo l'identificazione geografica
Il che fare probabilmente il terreno maggiormente dibattuto dalla cooperazione internazionali
La necessità di partire dalla gente stesa per avviare processi di sviluppo
L'obbligatorietà di considerare i vincoli ambientali il circolo virtuoso che si stempera il rispetto dei diritti umani e civili e lo sviluppo sono alcune delle vita cui siti in questi ultimi anni
Esiste però un altro problema della tematica del che fare quello che permette di giustificare l'esistenza di una variegata offerta di cooperazione l'idea e che i vari soggetti nazionali dovrebbero fondarsi sui vantaggi comparati o competitivi delle loro azione di cooperazione tralasciando il possibile usi strumentali che può essere fatto da questa categoria indubbiamente si tratta di un problema reale quali sono i vantaggi comparati della cooperazione allo sviluppo italiano
Tenendo presente gli obiettivi comuni che devono guidare ogni modello di cooperazione l'Italia almeno cinque tipi di vantaggi comparati
La promozione dell'imprenditoria locale sulla base delle struttura della piccola e media impresa la collaborazione e il sostegno tecnologico né campi sociale economico la formazione lo sviluppo sociale comunitaria partire delle ONG la cooperazione decentralizzata
Il quadro che potrebbe essere fatto della cooperazione italiana del domani può essere così sintetizzato quadro di riferimento multilaterale con particulare enfasi sull'opzione europea articolazione di una politica verso il molte lateralmente al multilaterali
Almeno su quel che riguarda tre aspetti presenza italiana negli organismi multilaterali
Un ruolo attivo della grande impresa nel project financing e né i cofinanziamenti maggiore peso politico dell'Italia nell'organismi internazionali
Cooperazione bilaterale fortemente concentrata da un punto di vista geografico adozione degli obiettivi di sviluppo della cooperazione internazionale sviluppo umano democrazia diritti umani promozione dei vantaggi comparati del modello italiano
La in tre importanti ebraista e la politica bilaterali sono le gli ottima elitarie d'emergenza
Quella situazione particolarmente complessa da un lato un peso quantitativo ogni volta più rilevanti anche in funzione della diminuzione complessiva dei fondi
Dall'altro richiede delle competenze specialistiche dei dei soggetti decentrati organismi internazionali UNC enti locali
La domanda che si pone sia via senza una politica nazionali
Per gli aiuti ed emergenze umanitarie
L'idea che sia delle esperienze degli ultimi anni e che il momento nazionali sia il meno adeguato mentre il momento locali o decentrato comuni l'usura Acea ENEL associazioni ambientali umanitaria ONG eccetera
E quello internazionale e comuni specie di un PPI ad un'ora eccetera siano particolarmente era adatti
Resta di vedere i chi dirige questo tipo di cooperazione e cioè come deve essere riformata la macchina della cooperazione su questo punto interverrà il ministro Aloisio illustrando la riforma proposta dal governo
In ogni caso c'è da dire che negli ultimi anni questo problema occupato una parte significativa di tempo della cooperazione sia per riforme parziale che per progetti più complessi
Da parte nostra vogliamo sollevare solo due problemi generale che incideranno sul modello organizzativo uno
Che nella cooperazione italiana continua ad essere penalizzato il momento tecnico il secondo che negli ultimi anni si assiste ad una spostamento del processo decisionali fuori della Direzione generale per la cooperazione e lo sviluppo
Vorrei concludere richiamando ancora la pensione
Sulla necessità di costruire un consenso attorno alla cooperazione tale consenso si deve fondare nel caso italiano sul concetto di reciprocità i sull'idea di sviluppo comuni reciprocità
Io che ho mai quasi nessuno crede più all'assistenzialismo ma al partenariato e di sviluppo comuni
Perché la cooperazione continua a essere uno dei migliori luoghi per riflettere non solo sullo sviluppo degli altri ma sullo sviluppo di questa parte come lucidamente spiega Giorgio Ruffolo nella sua critica la crescita insensata
Grazie
Adesso
Apro la parte verrà nostra discussione dedicata alle telecomunicazioni introduttive che abbiamo previsto quindi do senz'altro la parola al ministro Luigi
Grazie molto dottoressa
Ringrazio laici eccetera
Questa ospitalità finché questa occasione molto Credit dire alcune cose
Devo dire che mi costringe reo di essere molto selettivo in quello che dico perché di cooperazione si potrebbe parlare per ore né bastato ascoltare con interesse l'intervento vedo Tocci
Era così avere vari altri stimoli di intervento ha però mi controllerò cercherò di essere ragionevolmente
Il mio intervento non sarà tanto sulla sostanza di una nuova politica di cooperazione ma sarà inferte metodologico
Perché mi è capitato nella mia vita di lavoro di vedere nascere almeno altri due leggi per la cooperazione mie sempre sembrato che nel processo di formazione di queste nuove normative si sia messo in un certo senso il carro davanti ai buoi
Il mio intervento vorrebbe mirare
A sottolineare alcuni esigenze metodologiche in questo senso comunque cominciò per dire due parole sullo stato della cooperazione italiana oggi
Nonostante il fortissimo taglio dei bilancio sul Tirreno la cooperazione italiana è ancora una realtà a grande perché abbiamo circa mille seicento progetti nei periodi di sviluppo ancora in attuazione sono progetti che sono stati finanziati su fondi degli anni precedenti
Che quindi non sono stati toccati dai tagli attuali
Naturalmente questi progetti sono per la maggior parte nella fase conclusiva della loro vita e quindi rapidamente arriveranno a conclusione e l'attività sul campo diminuirà nel corso di un anno di un anno e mezzo almeno che non ci sia un rilancio
I dettagli di bilancio invece si è sentito molto fortemente sul tasso di adempimento degli impegni politici che avevamo per progetti nuovi
Abbiamo ereditato dal passato un volume di impegni altissimo evidentemente questo volume gli impegni era stato preso sulla base delle previsioni triennale di Bilancia
Lo stanziamento ed è stato tagliato a un terzo di quello che era e quindi le nostre possibilità di mantenere questi impegni e di un terzo rispetto agli impegni che erano stati presi vi lascio immaginare cosa ha significato questo nei rapporti con i paesi con cui stiamo lavorando
E infine la capacità di in prendere impegni nuovi
Estremamente ridotta non stiamo prendendo non stiamo riunendo commissioni miste non prendiamo impegni nuovi salvo che in paesi di estrema attualità posso pensare alla Palestina
All'Albania o al Ruanda e pochissimi altri
A questa situazione sì aggiunge un
Pertanto il blocco delle attività amministrative largamente dovuto da una serie di vincoli normativi amministrativi che sono stati sovrapposti alla cooperazione a seguito dello scandalo e che si aggiungono alle debolezze della struttura amministrativa
Certo i vincoli sono stati
Introdotti con l'intento lodevole di reprimere o anzi prevenire delle ulteriori deviazioni ma ovviamente
Non sono stati posti in essere altri correttivi e quindi all'attività si è praticamente bloccata basti citare il giustissimo obbligo di realizzare gare di appalto senza che nessuno abbia pensato di dotare l'amministrazione della struttura amministrativa necessaria per fare delle gare serie e soprattutto per fare dei termini di riferimento delle gare di appalto che sono necessari che rimane
Ma a il problema del rilancio della cooperazione non è solamente un problema di finanziamento credo che serve praticamente sbagliato mettere a fuoco solamente prima dei finanziamenti
E non si tratta neanche di introdurre nuova normativa che garantisca quella trasparenza e quell'efficienza che sono spesso mancate in passata
Ci vuole molto di più ci vuole una riforma strutturale completa della cooperazione che parta da una definizione degli obiettivi che questo Paese vuole perseguire nello svolgere cooperazione allo sviluppo per i fini ultimi ed è lì che bisogna secondo me cominciare
Le scelte da fare per una riforma sono tante chi si interessa questi problemi le conosce l'equilibrio tra motivazioni umanitarie il ridere motivazioni di lupo economico la alternativa tra concentrazione geografica o diffusione degli interventi l'equilibrio tra cooperazione bilaterale e multilaterale tra grandi progetti di infrastrutture inviluppo umana integrato il maggiore o minor grado di legamenti dell'intervento di cooperazione a forniture di beni e servizi italiani
Il ricorso a risorse tecniche amministrative interne all'amministrazione oppure il ricorso competenze tecniche esterne tutte queste alternative non hanno di per sé una risposta non hanno non ci sono risposte ottimali a questo alternative se prima non si stabiliscono con chiarezza
Gli obiettivi per cui questo Paese vuole fare cooperazione in questo periodo della vita internazionale
E direi anche che il riferimento a esperienze gli altri paesi a un'autorità limitata perché gli altri paesi hanno adottato delle soluzioni
Estremamente diversificate per quanto riguarda il contenuto dell'operazione la struttura che si sono date proprio perché i loro fini ultimi politici ed economici rispettive poi cooperazione sono Lo Bue fondamentalmente diversi basti pensare differenza per la cooperazione degli Stati Uniti della Francia della Svezia dal Giappone dalla Germania
Il ministro Martina il trenta novembre scorso han presentato alla Commissione esteri del Senato col piano di azione per il rilancio della cooperazione
Che parte appunto della definizione di una nuova la politica di cooperazione fornisce gli elementi per una legge di riforma strutturale e allora non c'è anche un terzo elemento che un decreto legislativo che introduca alcune misure
Urgenti per quanto riguarda
La l'efficienza e la trasparenza quindi riforma della legge la cooperazione si ma legata una revisione della politica di cooperazione
E interessante secondo me parlare degli obiettivi della cooperazione come gli ha presentato il mese mattino io non farò le degenti completa di quello che gli ha detto in commissione esteri mi soffermerò solamente su alcuni punti e in particolare sugli obiettivi che il ministro ha indicato
Il ministro parte da una constatazione
Anche la cooperazione allo sviluppo
In quanto trasferimento finanziario
Non crea di per sé sviluppo economico lo sviluppo economico dei per i più poveri che abbiamo visto in questi anni dipende largamente od altri fattori interni ed esteri
In termini dall'adozione di corrette politiche economiche da parte loro nella misura in cui la loro situazione politica e sociale glielo consente
Il termine per esempio problemi di indebitamento e soprattutto l'apertura dei mercati dei paesi industrializzati alle loro produzioni quindi concepire come è stato fatto non dall'Italia particolarmente ma dalla comunità internazionale la cooperazione come principalmente come strumento di sviluppo economico
In parte riduttivo e in parte fuorviante
E quindi il ministro Martina
A ha presentato una lista di obiettori sibili obiettivi della cooperazione italiana in cui la parte economica e ridefinita la maniera in cui livido in quella parte politica ha un peso maggiore
Infatti comincio a illustrarvi un pochino gli obiettivi politici che sono stati esposti al Senato il trenta novembre
Bene il primo obiettivo politico innanzitutto quello di contribuire
Alla sicurezza del Paese attraverso un rafforzamento della stabilità di una serie di Paesi a noi vicini quindi essenzialmente Paesi dell'area mediterranea il pensiero corre mia tenente l'Albania ai Paesi del Maghreb alla Palestina ad altri l'Egitto ed altri Paesi dell'area mediterranea la cui stabilità
A delle fondamenta anche economiche dà un contributo diretto alla sicurezza di questo Paese Nicolina
Secondo grande obiettivo politico
è quello di consentire all'Italia
Di fare la sua parte dello sforzo
Che e la comunità internazionale in particolare impegno strizzati fanno
Per aiutare i Paesi più poveri in generale
Il che significa al settanta ottanta per cento per la mediateca
Questo Paese membro del G7 che è stato
Eletto nel Consiglio di Sicurezza infermità ritenere un ruolo da svolgere intente a fine internazionale comincia l'Unione europea
E
Fa parte della sua posizioni in sede internazionale di accollarsi una quota ragionevole dello Sforza
Che improvvisati fanno
Un terzo obiettivo politico
Quello di partecipare
Alle a grandi azione tematiche che la comunità ha messo in cantiere per la difesa di interessi comuni di tutta la comunità internazionale
Il pensiero corre alla difesa dell'ambiente
Ai problemi demografici alla lotta contro la droga la chimica avanzata educazione di base e la lista si potrebbe allungare abbastanza obiettivi che possono essere raggiunti solamente con la piena collaborazione di tutti i Paesi anche dei paesi in via di sviluppo che in questo momento non hanno i mezzi tecnici e economici
Per poter affrontare quindi un terzo obiettivo politico la cooperazione di dare un contributo
Per mettere in grado i paesi del terzo mondo a da fare la loro parte in queste grandi azioni chiamati
Quarto obiettivo politico infine è quello di contribuire alle riforme politiche né per il gruppo favorendo i processi elettorali aiutando la tutela dei diritti umani sviluppando le istituzioni di governo locale
In particolare le
Istituzioni locali a differenza del governo centrale in quanto in molti paesi del terzo mondo perdente in Africa
è in atto una revisione costituzionale nel senso del decentramento amministrativo che uno strumento di governo anche di democrazia inizino crescono
Questi gli obiettivi politici per quanto riguarda gli obiettivi economici
Il lavoro che si pensa la cooperazione possedere soprattutto quello di sostenere le politiche di riforma economica che i Paesi in via di sviluppo adottano nell'ambito della loro sovranità le quali hanno nei Paesi poveri un costo politico e sociale maggiore di quanto già non abbiano mi impegno stilizzate e quindi meritano di essere appoggiate laddove sono adottato con coraggio
E liste d'altronde una azione internazionale già in questo senso basta pensare allo Special Program for Africa della Banca mondiale
Che costituisco seguito essenzialmente da una importante sede aiuti alla bilancia dei pagamenti e a bilancio dello stato di Paesi africani che sotto la guida del Fondo monetario hanno adottato delle
Dolorose politiche di riforma strutturale
In questo quadro degli obiettivi economici si inserisce un aspetto molto importante il nuovo dalla politica di cooperazione che lo sviluppo del mercato nei Paesi del Terzo mondo e quindi l'aiuto alla imprenditoria privata
Tema che sempre più adottato dalla comunità internazionale ma come diceva il dottor Bissau si vede l'Italia con degli strumenti particolarmente adatti
Quindi questo tema avrà una importanza particolare
La nostra nuova politica di cooperazione ma troverà posto anche nella legge di riforma perché ci stiamo progettando dei nuovi strumenti di intervento potere far fronte a questa nuova priorità
E infine il terzo gruppo di obiettivi dopo i politici economici sono gli obiettivi umanitari
Io non so se uno stato un governo se l'azione di uno stato di un governo debba uno forse di perseguire obiettivi morale in questo è una tema che ci porterebbe lontano e discussione
Però contrariamente allora l'oratore che mi ha preceduto io credo che nella società italiana ci sia una sensibilità per gli obiettivi morale come tali che questo sia approvato dalla azione non di del cinema di centinaia di organismi non governativi
Dal numero di volontari di cooperanti che al di fuori della cooperazione governativa
Lavora per il Terzo Mondo e anche dalla risposta che la nostra società ha spontaneamente da agli appelli in caso di
Calamità internazionali
Quindi secondo me una certa domanda difficilmente misurabile esiste nella società italiana vede normale ed è giusto che sia riflessa anche questa
L'aspetto umanitario in una politica di cooperazione
Vi rendete conto come la definizione degli obiettivi nella maniera in cui lo delineata o in un'altra influisca nasco i contenuti della cooperazione secondo me influisce atto al punto che lo stesso numero di cooperazione allo sviluppo
Superato
Vada cambiato non tanto e non solamente perché ha perso prestigio dopo tutto quello che è successa
Ma perché riduttivo cooperazione allo sviluppo da una impressione concettualmente sbagliata del lavoro che si vuole fare e che già in pratica si fa io direi che chi si deve parlare
Piuttosto di programma italiano di solidarietà intesa una ferita che non si ferma all'economico ma che ha delle larghe componenti di carattere politico di carattere umanitario
Dunque
Questa era la prima cosa che volevo dire quindi la necessità di un dibattito sugli obiettivi preliminare a questi diede discussione sulla legge sulle strutture i soli strumenti la seconda cosa che volevo dire
è un aspetto che probabilmente
La Ferrari ha destato più curiosità
Sulla base di articoli di stampa che sono comparsi dopo l'intervento del ministro Martino quello degli strumenti
Gli strumenti della cooperazione italiana sono stati nel passato largamente inadeguati
La legge del mille novecentottantasette che ancora in vigore la legge quarantanove
Che ha innovato positivamente per tanti aspetti della politica di cooperazione gli strumenti per il contenuto
Eccetera non dotato l'amministrazione italiana
Di una struttura amministrativa abbastanza forte per fare fronte agli impegni
Che gli stanziamenti di cooperazione rapidamente crescenti dall'ottantacinque novanta comportavano ha creato Silvio una unità tecnica centrale non essendo molto chiara sulle sue funzioni ma non ha ha creato una capacità amministrativa gestionale
E sembra strano dirlo non ha previsto che l'Amministrazione disponesse
Economisti
Ed è questa
Sembra quasi incredibile dirlo non tutti lo sanno ma è bene sottolinearlo
Ora alla luce di tutto quanto è successo per attuare un forte recupero di efficienza efficienza a livello progettuale a livello di scelta gli interventi a livello dei controlli ci si trova davanti a due alternative un'alternativa
Creare una struttura completa articolata se vogliamo potente dotata di tutte le competenze necessarie e tutte le capacità amministrative e di controllo necessarie
Il che equivarrebbe
Creare a Roma un piccolo succedaneo della Banca mondiale
Forse un ministero della cooperazione che allora sarebbe abbastanza lontano delle finalità che ho descritto prima
Un'alternativa quella verso la quale va i termini stamattina e e quella di mantenere al ministero degli Esteri la definizione della politica di cooperazione
Mantenerne la programmazione
Mantenere il negoziato dei programmi e dei progetti
Sia con i Paesi che con gli organismi internazionali
Ma ricorrere largamente all'e sterno dico largamente non solamente all'esterno per quanto riguarda le attività tecniche anche le attività amministrativa
Ricorre all'esterno può dire ricorrere a una miriade di enti quello che ha colpito l'immaginazione e questa idea della Fondazione di cui parlerò tra un momento
Ma la fondazione è solo uno degli strumenti che questo disegno prevede perché è previsto il principio del largo ricorso ad enti esterni
Impresa e società di consulenza università e centri di ricerca amministrazioni locali istituto ecco come l'Istituto agronomico d'oltremare seduto Federsanità o altri istituti e organismi internazionali
E abbiamo già delle condizioni di cofinanziamento che funziona molto bene sia con le Unione europea che con la Banca Mondiale da molti anni
Accanto a questo disegno prevede anche la creazione di un ente chiamato per il momento provvisoriamente fondazione che possa fornire alla cooperazione italiana dei servizi tecnici e gestionali
Uscendo dallo schema del diritto amministrativo pubblico che si mostra estremamente rigido per poter far fronte alle esigenze di elasticità necessarie
E a lavorare a migliaia di chilometri da qui in situazioni tecniche in certe politiche mutevole
Lei questo ente pensano questo ente ci siamo ispirati questa volta sì ad alcune esperienze straniere
La cooperazione tedesca a una serie di enti Esterni ministero dalla cooperazione tedesca l'Inghilterra a un ente che si chiama CRA unige anziché fin dall'epoca delle colonie
Fa questo tipo di lavoro per il governo inglese in passato ricovero con era invece in passato oggi per la cooperazione
Per la cooperazione inglese segnalo a titolo di interessante presenta il Crown agents realizza programmi appagamento anche per la cooperazione allo sviluppo giapponese
Proprio arrivando qui ho avuto la notizia mi sembra per non incoraggiante che il governo inglese ha intenzione di trasformare il CRA uniti proprio in una fondazione a meno che dice Foundation
Penso che il concetto invece di fronte c'è anzi altrimenti abbastanza simile a quello di formazione tenta comunque vorrei essere molto chiaro
A questo proposito l'intenzione non ne di dare a questo ente il monopolio della reca attività tecniche la cooperazione e tanto meno di dare la cooperazione al settore privato
L'ultimo tema che volevo trattare prima di concludere quello della trasparenza e quello dell'efficienza
Beh molto si è scritto sugli scandali della cooperazione
Gran parte delle critiche alla trasparenza l'efficienza erano fondate ma devo dire che la per chi lavora nel settore
Molto facile intuire il nodi procedurali soprattutto la mancanza di procedure che ha permesso le deviazioni soprattutto le interferenze dall'esterno che ci sono stati e qui veramente soccorrono modelli largamente sperimentati all'esterno all'organismo internazionale nato in cooperazione perché siamo convinti che l'adozione di una programma coerente di un modello coerente di programma paese
Permette di guidare le scelte dei progetti in maniera che sia al di sopra di ogni sospetta e che l'adozione di un ciclo di gestione del Progetto possa rendere trasparenti tutte le scelte e soprattutto attribuire precise responsabilità i singoli decisori che questi due bastano questi due strumenti che sono molto più complessi di quanto io non abbia accennato ora ha ricordato il novanta per cento dei problemi di trasparenza
Efficienza
Concludo il tempo è molto breve
Non ho intenzione di fare un corso sulla cooperazione
Non per evitare critiche dico che mi dispiace di non avere parlato di organismi non governativi viene demandato di cooperazione decentrata non aver parlato di sviluppo dell'imprenditoria privata o delle prospettive
Che ci offre la cooperazione multilaterale della quale dottoressa Rossi è vero abbiamo pochi italiani degli organismi internazionali però per quanto riguarda i ritorni economici non è vera
In organismi come la Banca mondiale società italiane hanno un volume di contratti di molto superiore contributi italiani e anche se costruire ritorni politici ci sarebbe da Di
Però per concludere appunto vorrei dire che una cosa essenziale
Che questo Paese ritrovi la fiducia nella sua capacità di fare cooperazione
La ricadute da più negativa
Delle deviazioni del passato lo scandalo estremo che hanno creato quindi una critica a assolutamente
Generalizzata a tutta l'attività di cooperazione degli ultimi quindici anni critiche completamente generalizzata e come tale infondata
Cioè questo Paese ha realizzato una serie di programmi di cooperazione di grande successo molti dei quali sono ancora in alla realizzazione oggi e quindi sono sotto gli occhi di tutti
Stamattina lei in pochi secondi o segnato alcuni casi
Per esempio il premio ingresso Roland che abbiamo ritirato due settimane fa della costituzione genetica in Honduras
La nostra base logistica di Spalato per gli aiuti alla Bosnia
Che ho visitato recentemente e che un modello di efficienza non solo tecnica ma anche di corretta gestione di politica di cooperazione il programma di sviluppo integrato che abbiamo in Mozambico nella Valle delle ombre Luti sul quale abbiamo lavorato per dieci anni di fila con continuità che presenta dei risultati veramente molto soddisfacenti
Il progetto di sviluppo integrato acché i termini già dove si può dire la stessa cosa
Il nostro programma per i rifugiati in Centro America con quelli di P che per When EDP e il miglior programma che abbia realizzato finora hanno realizzato con l'Italia Ancona contributo decisivo vitali nel mitico Campa programma potere
E infine potrei citare la nostra cooperazione degli Palestina dobbiamo trenta progetti nessuno dei quali ai fatti toccato da nessuno scandalo nessuna accusa di inefficienza
Ecco voglio dire ci saranno state certamente delle deviazioni o dell'interferenza nel passata però questo paese è in grado di fare cooperazione e soprattutto a accumulato anche attraverso il proprio personale una serie di esperienze e di conoscenze sui paesi del terzo mondo
Che indispensabile per svolgere questo tipo di attività
E che non sarebbe facilmente ricostruibile Siro disperdersi
Quindi la cooperazione italiana ancora un anno un anno e mezzo di vita sul terreno il tempo che abbiamo per
Rilanciarla
Per ricostruire un appoggio politico che abbia carattere infantile
Allora Emma Bonino
Grazie
Non una relazione ovviamente sono alcuni
Pensierini sparsi neanche tanto omogenee
Che mi sono
Venuti recentemente ma che realtà confermano alcune cose
Di cui io una radicata convinzione da alcuni anni
Poi certamente da commissario designato in Europa con gli aiuti umanitari si apre un altro settore
Di una settore d'intervento che non in cui sarò chiamata ad un dato di gestione
Invece di un giardino un dato di mobilitazione di opinione pubblica qui invece ha speso alcuni anni almeno relativo relativamente a questo tema
Ma innanzitutto a due considerazioni le io sono è stata sempre una mutilare multilateralità convinta su molti settori in particolare anche sulla cooperazione
E devo dire che mi interessa anche poco sapere
E perché uno e multilateralità poi che a me sembra la strada maestra da perseguire
Indipendentemente se venga fatto per essere accreditati tra i Paesi potenti o per altre ragioni quello che mi interessa e quindi mi interessa favorire ed una strada multilaterale
Su moltissimi temi della nostra vita politica in particolare anche sulla cooperazione
Dico multilaterali sta non solo in ambito Nazioni Unite mai in ambito comunitario propria nazione
Per attenermi a questo specifico settore di cui parliamo oggi
E lo dico a maggior ragione perché condivido molto una parte che sta nel rapporto che poi è stata ripresa da Marta Dassù
Che in realtà il modello di cooperazione Edin ridiscussione in tutta Europa e non solo in Europa
Condivido altrettanto che per quanto riguarda il nostro Paese noi abbiamo alcuni elementi in più condivido altrettanto però che alcuni elementi più da superare voglio dire negativi però io sono profondamente convinta che proprio l'entità del problema cooperazione che poi all'entità grande del rapporto nord-sud di porco come lo vogliamo chiamare cui poi più recentemente e diventato anche seppure per aspetti per settori completamente diverse anche coinvolge in qualche misura anche i paesi dell'Est
Abbiamo assistito negli anni scorsi quasi ad una guerra tra poveri in cui in non solo per quanto riguarda l'Italia per cui i fondi destinati alla cooperazione
Venivano deviati sui Paesi dell'Est ed abbiamo avuto tutto lungo periodo né di neanche chiarezza di questa diciamo deviazione fino alla approvazione di una legge che poi ha avuto alcuni problemi fa funzionare in effetti non ha funzionato granché la legge duecentododici che in qualche modo faceva chiarezza
Che cos'è cooperazione allo sviluppo rispetto al paese visto che genericamente chiamiamo terzo mondo
Ma dicevo che
Io credo che una riflessione per lo meno in ambito europeo può aiutare anche una
Riforma diciamo degli strumenti
Dei temi e degli obiettivi della cooperazione italiana
Non solo perché si interrogano tutti gli altri Paesi non solo perché lo scenario internazionale cambiato dopo l'ottantanove non solo per tutta una serie di motivi ma perché io ritengo che la politica di cooperazione cosa che oggi non è ovviamente
Ma che la politica di cooperazione comunque la si voglia chiamare in come linguaggio a mio avviso dovrebbe essere esattamente una aspetto del settore politico e delle competenze politica dell'Unione Europea cosa che oggi non è esistono alcuni bagni diciamo ancora vaghe già nel Trattato di Maastricht ma che si riferiscono soprattutto al coordinamento delle politiche di cooperazione e non alla politica di comparazione in quanto tale ma a partire ed è troppo presto io credo che non ce la si farà dalla conferenza del novantasei per intenderci
Ma comunque come obiettivo dei prossimi anni io ritengo che la politica di cooperazione deve essere una politica non t'hanno intanto degli stati membri ma dell'unione europea in quanto tale so perfettamente tutti gli ostacoli rispetto a questo ma come linea di tendenza ne sono profondissima mente convinta e per questo motivo ritengo che una riflessione
Europea ci potrebbe molto aiutare
Allora ma non ce l'abbiamo neanche nascondere ovviamente le difficoltà le difficoltà nascono dal fatto era arrivare a questo obiettivo mi pare che nascano dal fatto che la stessa finalità della cooperazione l'esperto e finalità mutano da paese a paese e anche in ambito europeo per non parlare per quanto riguarda gli Stati Uniti no per alcuni la politica di cooperazione è una politica diciamo economica in qualche modo
è un linguaggio un po'grezzo ma per intenderci così è una politica di espansione economica in qualche modo
Per altri mette l'accento prioritariamente su una politica di sicurezza
Se noi pensiamo al rapporto bilaterale che ne so Stati Uniti Israele giusto per dirne una era esattamente una scelta strategica in una loro prospettiva di sicurezza in una certa zona di sicurezza o comunque di un punto di riferimento in una certa zona
Per altri ancora le finalità sono diverse sicché è difficile ad oggi ben varie non dico ad una politica dell'unione europea in termini di cooperazione ma anche solo di coordinamento perché sono diverse le finalità della cooperazione dei vari Paesi parte basta pensare alla diversità di finalità e quindi poi di attività che ne so della Inghilterra rispetto alla politica di cooperazione francese che ancora percorribile dal punto di vista di priorità geografiche ma anche proprio dal punto di vista di di finalità strategiche
Obiettivi completamente diverso in un caso sei per esempio in questo panorama è sicuramente la Germania
E infatti poi ogni Paese a seconda degli obiettivi che si è dato e degli obiettivi della cooperazione poi modulato delle strutture una forma di cooperazione diversa l'uno dall'altro
E non è che qualcuno aveva una formula altri un forme e strumenti di cooperazione di un certo modo e altri in altro
A caso semplicemente perché i fini erano diversi impegni prioritari erano diversi e quindi gli strumenti per raggiungere dei piccini obiettivamente sono diventati diversi sono tentiamo dalla cooperazione spagnola ad esempio che dipende addirittura da due ministeri completamente diverso
No la parte finanziaria e l'altra
Come però ci sono sette
Sì i francesi però sono più come dire in qualche modo parlarti sì si accavallano un po'mentre invece la parte spagnola
Direttissima su questo sono due ministeri e con due competenze che peraltro si parlano anche poco fra di loro in parecchi feriti
Allora queste sono le difficoltà per arrivare a mio avviso anche solo ad un'ipotesi di una politica di cooperazione europea appunto perché intanto i fini sono completamente diversi e una riflessione comune invece può aiutare a capire perché c'è una cosa su cui chi più chi meno noi un po'di più altri un po'di meno fa lo stesso comunque lo vogliamo mettere ed è che la politica di cooperazione della stragrande maggioranza degli Stati insomma
E non ha avuto esiti felicissimi io credo che e questo non è per deprezzare gli sforzi dico che sforzi sono anche stati fatti ma probabilmente erano e sono inadeguati rispetto all'entità del problema da affrontare questo lo dice alla pura fotografia cioè se noi guardiamo ma semplicemente la fotografia del mondo che abbiamo di fronte
Del divario fra persistente fra nord e sud di nuove sacche eccetera è evidente che gli sforzi fatti dalla comunità internazionale dai Paesi membri dall'ONU
Dan mettiamo tutti quelli che vogliamo evidentemente sono stati inadeguati a superare e a risolvere un certo tipo di problema
Ora a me pare che c'è forse un filo e parlo a titolo assolutamente personale ovviamente
C'è forse un filo che ci può aiutare a progredire in questo cammino che a me pare il necessario forse il più virgolette facile tutte relativo però consentite nel più facile cominciare ad avere una politica comune sugli aiuti umanitari e sull'emergenza
E da lì diciamo da cosa nasce cosa senza affrontare le cose semplicemente dal punto di vista teorico e allora non andiamo avanti
Perché dico questo
Dico questo perché sull'aiuto umanitario dell'emergenza su cui peraltro vorrei aprire una parentesi l'aiuto umanitario
Oggi ha caratteristiche
Trita che è completamente diverso ovviamente da quello di anni fa l'Europa credo sia il più grosso donatore virgolette da questo punto di vista perché le richieste del River ovviamente sono e le le zone di crisi si sono ampliate
Negli ultimi negli ultimi anni
L'intervento umanitario non è nella realtà attuale ne deve essere una virgolette semplice distribuzione direi che ne so aiuti alimentari urgenza piuttosto che tende piuttosto che ne interventi sanitari piuttosto che medicinali tutto certamente fa parte anche questo ma io credo che l'aiuto umanitario nell'ambito del diritto internazionale umanitario abbia i debba evolversi in un modo
Eminentemente politico faccio un esempio per spiegarmi se non ci capiamo la tutto bene teniamo in vita in qualche modo provvediamo a due milioni di profughi o fuoriusciti tutù hutu sulle confini di Ruanda Burundi va bene tutto bene per alcuni metri
Va anche bene ma non sfugge a nessuno diede due milioni di profughi sulle frontiere di paesi così fragili sia dal punto di vista economico che dal punto di vista istituzionale non sono sicuramente un elemento di tranquillità
Cioè la persistenza di due milioni di profughi
Hutu peraltro organizzati perché lo stesso Eduardo è stato organizzato e non è stato un esodo individuale voglio dire
Avendo accanto il Burundi dove Lettonia e il potere rovesciato sostanzialmente ma fa parte delle stesse etnia
Dico che responsabilità di chi attuale questo calo Unione europea credo gli aiuti umanitari sia esso il commissario lo sviluppo la Commissione nel suo insieme il Commissario agli aiuti umanitari non so che
Ma c'è una responsabilità di un avvio di una proposta di mediazione politica
Ovvero di riassetto politico della zona credo che non sia pensabile pensare che la comunità europea si limita a tenere in vita due milioni di profughi che sono l'elemento esplosivo
E non vorrei che ci ritrovassimo tra qualche mese ad avere in fondo alimentato senza volerlo struggente perché non ci abbiamo pensato la prossima guerra civile vero non vorrei che fra qualche mese
Non avendo appunto avviato prima un dialogo delle proposte politiche due milioni di hutu armi e bagagli stabilmente più armi che bagagli si avviano verso Kigali
O debordano in altri Paesi Cerri avviando nuovi una guerra civile in questo senso dico che l'aiuto umanitario
Che è una scelta eminentemente politica si interviene evidente in un posto piuttosto che in un altro non estende in grado di coprire e tutti i dati d'emergenza per scelte di priorità politica però non può non intervenire in determinate zone senza porsi il problema appunto dello sbocco politica delle zone in cui interviene in collegamento poi con la riabilitazione del territorio e quindi con lo sviluppo
Quindi mi sembra una situazione che è molto complessa
Però per tornare all'ipotesi facevo prima
Io però che forse un filo possiamo tirare e quello di porre il problema a partire dalla commissione ma agli stati membri forse è più facile iniziare un discorso sugli aiuti umanitarie come competenza europea questo sia in termini di efficienza efficacia questo senta fatto togliere ovviamente visibilità al Paese donatore non è questo che volevo dire ma dico che semplicemente l'intervento umanitario che normalmente avviene in zone di crisi
Menzione di guerra in zone molto delicate
Succede spesso mi sembra di aver letto anche dai la rapporti o comunque basta andare in zona che la presenza di dodici stati membri
Più la commissione più le organizzazioni internazionali
Più o chiunque volete a spesso invece come risultato una mancanza di coordinamento di efficienza e poi di efficacia e di intervento quando non relativamente lo scontro in questa senza forse
Divergono differiscono dalla opzione
Che ho sentito fare prima dove si diceva appunto che anche voi ritenete che l'aiuto umanitario non è non si deve fare o comunque non dovrebbe essere diciamo detto grossolanamente una competenza nazionale ma piuttosto voi facevate l'ipotesi di una competenza diciamo da Società Civile
Se ho capito bene come regioni organizzazioni non governative e cioè io credo che non sia così
Credo che è possibile ovviamente che quando è quando è possibile usare le forme del volontariato e dell'associazionismo in zone molto delicate ma ci deve essere pure qualcuno che ne ha la responsabilità di un coordinamento che peraltro avviene anche a livello internazionale
Voglio dire che non è pensabile
Che in situazioni di crisi o di guerra o in cui situazioni molto pericolose e qualunque si possa pensare che ogni da adesso estremizzo ma insomma ogni associazione che lo ritiene interviene sul posto questo non è davvero pensabile perché e la delicatezza normale sto parlando
Editore di crisi politica diciamo di guerre sostanzialmente questo pone dei problemi di delicatezza e anche di personale diciamo specializzato in qualche modo sì che è è vero e sono d'accordo che e potrebbe essere presso le più efficace una competenza primaria della per esempio dell'Unione Europea salito delle andare tanto lontano che può coordinare ovviamente utilizzare forme di volontariato di associazionismo quando
Come dire
Quando adeguate hanno ad una prospettiva politica che si vuole perseguire ad esempio tornando al caso del Ruanda e qui mi fermo se la prospettiva è quella della mediazione del rientro dei profughi con la garanzia quindi quella d'esempio di una conferenza interregionale in cui si cerchi di mettere seduti una serie di Signori
Se poi spaventa la comunità europea si può usare un'organizzazione
Tipo che ne so come è stato fatto in Mozambico Katie dove il processo di pace è stato avviato da altre associazioni col supporto evidentemente la diplomazia del governo ma allora se questo progetto
Evidente funziona dal punto di vista politico e quindi si deve organizzare il rientro forme di di volontariato associazioni ONG comuni eccetera possono senz'sinceramente ovviamente contribuire ma nell'ambito di questa prospettiva che è stata delineata e quindi di questa di questa strategia volevo solamente fare questo appunto per specie in situazioni difficile ma penso anche alla postino penso anche a Sarajevo a me è capitato sono andata molto spesso
è a volte succede che magari organizzazione o individui Lecce che ci sono per straordinario buona volontà per grandissima generosità anche a rischio individuale e poi si trovano in condizioni in cui la stessa struttura che esista Sarajevo dal sindaco a non so chi non è in grado di utilizzare la o anzi in qualche modo dovendo anche proteggerli succedono tutta una serie di e problemi perché spero bene che problema per lo meno fin dove sia possibile di protezione degli operatori volontario non volontari in loco sia un problema che ci sta a cuore e di cui in qualche modo dobbiamo farci carico
Allora per concludere e dicendo appunto che è un'opinione del tutto personale che ero a me sembra sostanzialmente due
Che nella prospettiva che io ritengo auspicabile e di una la politica della cooperazione di competenza strettamente dell'Unico Unione Europea forse possiamo dal punto di vista pragmatico cominciare a tirare il filo dell'aiuto umanitario di competenza Unione europea perché forse da questo riusciamo a far fare mente locale o può tutti sulla entità della sfida che abbiamo di fronte un'ultima domanda
E ha Aleppo provocatoria
Avvocato no non dubito che ciò da ho davvero lei ha descritto l'ipotesi del ministro Martino gli obiettivi eccetera
Domandina ma tutto questo con qualche centinaio di miliardi
Grazie
Najaf Sampanis chi ad aprire una discussione fra Dinoi intanto se l'intento è una sanità stiano ancora meno ministro rischiano ponendo controtempo in particolare fascino pieni ritornare ad Amsterdam contare sulla Finanziaria
Per lui dire Piero Fassino se se qua iniziamo a intervenire prima dell'intervento insomma è nata in cantavano ringrazia i cani anziani anche
Come sapete il presidente acquisendo i cartelli in che senso ha potenziato il ma che ce n'è giunta annessa grazie
Non ho altre cattocomunismo Osama
Devo andare a votare sono poi L'Espresso fra la graduatoria di quelli che non votano io sono tra gli assenti
Allora ma io voglio intervenire sulla
Riferimento all'intervento che ha fatto il ministro Luigi
Perché io considero che l'ipotesi che prospettato di riforma della cooperazione sia sostanzialmente condivisibile
Condivisibile
Diciamo la specificazione della
Per le finalità e diciamo adesso come tutti l'avete sentito per
Ascoltato per essere
Si intende cosa voglio dire cioè la caratterizzazione più direttamente e più eminentemente politica della cooperazione rispetto alla dimensione economica e di sviluppo
Sapendo naturalmente tra gli obiettivi politici c'è anche evidentemente il consolidamento tutto economico
La promozione del ricorso al mercato tra queste cose ma insomma la dimensione politica così come las la diciamo illustra grazie
Il ministro
E
Trovo anche condivisibile
La articolazione
La maggiore diciamo distinzione tra diciamo le competenze più direttamente politiche cioè individuazione degli o quelle strategiche individuazione degli obiettivi e negoziazione che attengono più direttamente al soggetto politico governo italiano
O chi per esso e diciamo invece la parte esecutiva diciamo
Viene portata fuori peraltro il ministro indiscusso altre volte ricorderà che lungo questa distinzione si muoveva una riflessione che
Nostro partito me l'ha fatto negli anni scorsi di riorganizzazione di riforma della cooperazione quindi io considero che sia condivisibile viene da questo punto di vista mi pare che la proposta sia una proposta
Che può essere assunta
Come alcuni però che non sono non contestano l'impostazione ma richiedono coerenza con questa impostazione
Il primo però riguarda il rapporto tra multilaterale e bilaterale
Io qualche sospetto ogni qualvolta sento una enfasi molto forte
Sul multilaterale
Rispetto alla cooperazione bilaterale
Perché intravedo il rischio di un alibi
E di una
Al di là delle degli enunciamo indelebile rinunciati formale di una sostanziale disimpegno dalla politica di cooperazione
Tradotto in altri termini
Ci siamo sentiti dire nel passato più brutalmente in camera caritatis va be'ma poi noi non siamo in grado di gestire la cooperazione affidiamoci alla cooperazione multilaterale e questo significa sostanzialmente diamo i soldi dopodiché
Non abbiamo più responsabilità
E invece la cooperazione bilaterale ci carica di responsabilità e politiche esecutive che noi non siamo in grado di ecco io questa impostazione collo tradotto un po'brutalmente vedo qui un amico che potrebbe essermi testimone di questa di questa discussione
No no non la condivido e quindi io sono assolutamente d'accordo sul fatto che bisogna avere una presenza italiana cooperazione multilaterale forte
Incisiva le cose che ha detto il ministro condivido a patto che non diventi alibi perché in realtà assistant nella cooperazione multilaterale con credibilità in quanto si abbia una cooperazione bilaterale
Che svolge cene esercita un ruolo una funzione si è credibili in quelle sedi
Multilaterali se non si vuole essere solo apportatore di denaro ma si vuole essere anche come dire contribuenti attivi cioè che si partecipare individuazione dei delle priorità dei progetti in quanto si sia come dire paese che fa una politica bilaterale di cooperazione quindi lo dico solo che su questo io sto caso mia Polemone col ministro composizioni che però ci sono anche nel dibattito sulla cooperazione italiana attenzione al rapporto tra multilaterale e bilaterale perché la credibilità ripeto di una più forte presenza
Nel multilaterale è in primo luogo proprio nei nostri interlocutori in quelle sedi misurata sullo sforzo che in termini bilaterali il nostro Paese
Seconda seconda questione
Benissimo la maggiore distinzione tra diciamo momento politico direttamente in carico autorità politiche momento esecutivo ne viene diciamo gestito con una struttura più flessibile evitare quel sia questa la finalità e quindi dotata di una maggiore agilità col Fondazione cosa saranno insomma
Con una punto con una logica che esca diciamo dalla dall'attuale struttura questo però a maggior ragione presuppone una grande chiarezza da parte del soggetto politico sulle sue responsabilità cioè ancora una volta
Il l'affidarsi a strumenti più flessibili come fondazioni ricorso plurimo come è stato sottolineato una serie di soggetti
Presuppone però che chi ha la funzione ridefinire gli obiettivi di analizzare negoziato e di esercitare il controllo
Abbia una strategia
Ti voglio dire
Il decentramento spesso viene Conseco separato come una forma diciamo più facile gestione è una faccia è una forma più difficile digestione
No perché il decentramento preso proprio perché stabilisce un rapporto come dire più dialettico tra i diversi momenti funzione in quanto il momento prioritario che il momento strategico di chi deve individuare quali obiettivi ci si pone verso quali aree con quali Paesi con quali progetti abbia chiaro che cosa vuole fare quindi lo dico perché anche qui non vorrei che in qualche modo
Come dire il problema del decentramento venissero inutili vissuto unicamente nella
Liberarsi di una serie di pesi e di oneri di difficoltà operative anche questo anche questo però in realtà andare verso una struttura più flessibile carica di maggiore responsabilità soggetto politico
Se si vuole poi che questa flessibilità sia davvero efficace occorre che una pluralità di soggetti che vengono chiamati poi a essere gestori esecutore di progetti siano dentro una
A scelte e strategie chiare e quindi ripeto perché dico questo perché finiscono ultima considerazione che io sono d'accordissimo acquerello risalti lo ha ripetuto il ministro
La cooperazione è uno strumento non evidentemente lo strumento e uno strumento della politica estera ma è uno strumento della politica estera e allora cosa che può sembrare banale ma se guardiamo
A questi mesi non lo è per fare cooperazione azione politica estera
Lei mi dice ovvio
Sono tempi in cui l'ovvio forse è meglio ribadirlo perché
Per esempio in una serie di situazioni
A noi vicine che sono state richiamate come diciamo aree prioritarie
Di intervento alla cooperazione l'assenza la politica estera italiana è tale da rendere poco credibile che ci possa essere un intervento di cooperazione se non c'è una scelta di politica estera vogliamo fare dei nomi crisi algerina
E né sull'Algeria
Non abbiamo in termini di politica estera il Paese fin qui diciamo prodotto un'iniziativa politica apprezzabile se non quella di sponsorizzare un colloquio utile che c'è stato qualche settimana fa promosso è una comunità di Sant'Egidio ma diventa difficile come dire implementare una politica per esempio in Algeria di come dire
Cooperazione finalizzata a una delle con orientata una delle finalità che diciamo stabilità politica processo democratico eccetera se non c'è una politica resta la stessa questione può riguardare altre armi allora
Io sono assolutamente d'accordo sul fatto che occorre una riforma le linee di riforma che vengono indicate ripeto sono condivisi per costituiscono un punto di riferimento importante possono permettere di uscire da una condizione di difficoltà che la cooperazione ha conosciuto sono altresì raccordo
Questo particolarmente d'accordo
Con una sotto l'altra sottolineatura faceva il ministro abbia nel suo intervento poi diciamo il fatto che la cooperazione sia stata investita da da problemi seri che tutti conosciamo non può offuscare anche le molte cose positive parte giustamente ne sono state richiamate alcune tutto giusto però il punto che io continua a considerare come dire delicato che naturalmente richiama responsabilità più generale e più ampie e che difficilmente si fa una riforma della cooperazione se non si colma un vuoto di politica estera che in questi mesi c'è stato
Senza avere chiaro diciamo qual è la la politica estera e questo nostro Paese vuole realizzare che Luo che collocazione vuole avere nella politica nella politica europea nella politica mondiale diventa difficile fare
Rissa housing dice
Giustamente una delle scelte di cooperazione non può che derivare l'ha detto anche il ministro
Dalla dimensione europea della politica estera politica estera comune europea Sudafrica è uno dei cinque dossier a livello europeo si è individuato come terreno di applicazione di una politica sì questo presuppone allora che si voglia stare in Europa in un certo modo se invece si sostiene che l'Europa è soltanto una moneta
E qualche casco per difendere quella moneta che non è niente di più diventa poi difficile
Collocare la cooperazione dentro una politica europea che in cui non si crede
Naturalmente non rivolgo questo amministratori una responsabile di questo livello di decisioni ma questo è il problema
è uno strumento di politica estera sì fondamentale sì presuppone che si come dire colmi un vuoto che a me sembra in questi mesi su molti fronti proprio fronti caldi diciamo esemplificati indicati qui come priorità di cooperazione noi siamo stati pericolosamente assente
Finanze no la parola
Sì Grand Guignol segua
Annuncio governata e poi Giancarlo Del Bufalo della direzione generale del ministero del Tesoro prego
Grazie
Temo che dopo il brillante interventi precedenti vi dovete abituare al grigiore
Nel linguaggio burocratico di Brussel degli ocra finiva cercherò tanto più che gli argomenti che tratterò
Sono abbastanza direi austeri
E di conseguenza non non proprio non appropriati a fare dei grandi effetti ma
Il compito che mi sono assunto prendendo la parola è quello dibattito
Tra multilaterale bilaterale di dare gli elementi del problema che sono sul tavolo
Ritardi lo stato del dibattito gli elementi del problema eventualmente una soluzione al problema stesso e
Se stavo internet
Di
Di vedere come
Il la cooperazione italiana si può inserire in questa evoluzione che è già tracciata
A livello comunitario
Quindi vorrei prima di tutto fare un breve un breve intervento d'ordine strettamente tecnico
Del dialogo bilaterale tra bilaterale e multilaterale si è tenuto conto i principi politici
Ma non si è tenuto conto di qualche elemento tecnico
Personalmente essendo nel nell'aiuto lo sviluppo da da molti anni e lavorando in questo settore considera il la peggiore
Delle ipotesi immaginare che un certo numero di cooperazione allo sviluppo bilaterali potessero di sparire
Quanto che la loro di sparizioni presupporrebbe l'idea che il multilaterale a parte la sua apoliticità sa tecnicamente quello che deve fare in realtà molto spesso il multilaterale e di fronte a dei problemi tecnici
Ha di fronte a dei problemi di intervento che sono identici a quelli del bilaterale è assolutamente inadeguato
Il bilaterale quanto il Mullah terrà multilaterale a risolverlo
Quindi quello che è interessante è l'apporto dell'accumulo di esperienze che vengono sia dal multilaterale sia dal bilaterale la messa in comune di questa Inter esperienze ed una certa linea politica che si delinea sulla base dei risultati successi insuccessi degli uni e degli altri e quindi forse anticipo alcune alcune conclusioni a cui arriverò a più tardi il è importante che certi ambiti e con certi equilibri multilaterale e bilaterale continuano a sussistere in conto che ognuno arricchisce un'esperienza comune per la soluzione di un problema che è quella della lotta contro il sottosviluppo lotta per la
Per il miglioramento di condizioni di vita la lotta per la creazione di strutture atte a far decollare questi Paesi che nessuno finora ha risolto
Il peggior elemento che considero in questo in questo che noi consideriamo in questo momento chi sia
Un'unica soluzione unica proposta e unico agente che auto giustifichi al limite i propri fallimenti attraverso analisi più o meno più o meno deviate quindi dibattito continuo tra bilaterale e multilaterale ma il dibattito non è strettamente teorico il dibattito non è solamente l'intenzioni è un dibattito che almeno a livello comunitario si basa su delle norme che sono state stabilite all'interno del Trattato di Maastricht norme ben precise che
Sì sono precise loro dizione per questo detto ben precise sono altre abbastanza vaga nelle loro interpretazioni
Ora questo dibattito multilaterale e bilaterale vorrei aggiungere questo sia sviluppato ultimamente per diverse ragioni la prima ragione
Lo citate una certa misura prima alla politica di cooperazione comunitaria non avevo nessuna base di Reggio ridica si è costituita su decisioni
Tempo che si sono accumulate stratificate nel tempo
Dal cinquantotto praticamente dal primo fondo europeo di sviluppo fino ad oggi ma senza che esistesse una politica comunitaria di sviluppo la politica comunitaria di sviluppo ufficialmente o almeno e la sua struttura giuridica è nata con il Trattato sull'Unione Trattato di Maastricht e al suo titolo diciassette
Ne sono ENI diversi articoli centotrentadue seguenti descrive qual è la finalità della della politica di cooperazione quali sono gli stimoli e le modalità per la messa in opera ora
Di possiamo varare che questa ragione sia sufficiente per lanciare il dibattito in realtà ce n'è un'altra
Che ha reso il dibattito non solo necessario ma anche direi urgente
In realtà
Se ne consideriamo le dimensioni della politica di cooperazione messa in opera dalla comunità nell'ottanta abbiamo circa parliamo un attimo di cifre sono le sole che cito lavoro circa un miliardo seicento milioni di ECU rosso un miliardo e mezzo di ecco nell'ottanta come poli
Come livello come dimensione
Nel novantaquattro siamo quattro virgola uno miliardi di ECU
Più un un miliardo e due per i paesi del dell'est europeo
Quindi siamo già a cinque virgola due miliardi
Se si considera lo sviluppo possibile degli obiettivi comunitari in materia di bilancio di bilancio e l'accrescimento di bilancio destinato anche la cooperazione dovremmo arrivare nel novantanove a sette miliardi di ecco
Oggi come oggi la comunità e il la commissione
L'aiuto gestito dalla Commissione quindi alla comunità è il terzo a livello europeo siamo preceduti dalla Germani dalla Francia e dalla Germania siamo più grossi donatori che il Regno Unito
Delle decisioni documento di bilancio allo guardavamo davanti agli occhi il il comunicato finale di ieri del consiglio europeo DS stanno già prendendo sul fatto che i per quanto riguarda la politica Media Padania recita il Consiglio conviene che uno sviluppo graduale di questo genere si riferisce alla alla polizia metterà debba essere sostenuto mediante un consistente aiuto finanziario e sottolineo supplementare
Quindi c'è un accrescimento di bilancio dei fondi destinati alla comunità ora domanda da dove possono venire questi fondi
Ora se guardiamo le previsioni
Economiche generali essi consideriamo quello che potrà essere il futuro dei bilanci della comunità l'avvenire non è dei più radiosi
E in particolare la cooperazione allo sviluppo che bisogna ammetterlo subisce in questi ultimi tempi una minore attenzione da parte del dell'opinione pubblica e quindi questa minore attenzione si rifletta almeno alcuni Stati membri in un la riduzione dei loro bilanci
Quindi la cooperazione nazionale oggi stia gestionali de la cooperazione nazionale temo e questo accrescimento di bilancio destinato ad aiuti comunitari si traduca attraverso una o per mezzo di una riduzione di quelli che sono i bilanci nazionali
Lei è di ciò che apre il ministro cooperazione britannico ci dice e ci ripete continuamente che noi stiamo spendendo il venticinque per cento del suo bilancio nazionale
Da cui
Una pressione al di là di quello che è l'analisi teorica di quello che può essere il l'articolazione bilaterale e multilaterale una pressione immediata e costante e c'è stata trasmessa
Per vie che descriverò successivamente da particolarmente due Stati membri se non c'è nulla di segreto a questo riguardo
Dal Regno Unito e dalla Germania
Nel Regno Unito la Germania hanno prima attraverso un
Direi una via indiretta cioè attraverso studi fatti da
Ora istituti universitari e successivamente con delle prese di posizioni più più dirette ce l'ha posto un problema
Semplice brutale a cosa serve la cooperazione comunitaria
In fondo ci dicono
In che cosa Vidiri Ferenczi arte come cooperazione comunitaria rispetto alla cooperazione degli stati membri
Infatti se noi ci riferiamo allora a due principi che sono stabiliti dal Trattato di Maastricht
Oscuri ma utilizzati largamente il principio della sussidiarietà
E
Implica io è un'azione venga trasferita a livello comunitario se c'è un interesse a trattava a livello comunitario o
Ma lasciata nell'ambito nazionale se c'è un piuttosto interessa battere all'ambito nazionale la domanda si pone perché fare una cooperazione comunitaria se gli stessi obiettivi possono essere raggiunti a livello nazionale
Il l'esempio brutale che ci è stato fatto è quello di una strada
Perché la comunità deve fare una strada quando la cooperazione italiana a una cooperazione tedesca è perfettamente competente capace di porre in essere un tale progetto non c'è nessun interesse che scatti la comunità si differenzia questo soggetto
Il principio dei vantaggi comparativi
In che è inserito se vogliamo nel principio del della sussidiarietà
E
Mitigato o piuttosto aggravato se vorrei essere più preciso nell'articolo centotrenta avuto il Trattato di Maastricht dato che il trattato rimaste dice qualche cosa che non dice in nessun altro luogo per le altre differenti politiche comunitarie
Il testo italiano dice che la comitiva di cooperazione sviluppo della comunità integra quelle svolte dagli Stati membri
Nel testo francese si è completamente e complementare a quello degli Stati membri
Quindi c'è stato fin dall'inizio e fin dalla decisione
Al che è alla base della creazione del titolo diciassette una volontà degli Stati membri di limitare attraverso gli strumenti particolari non esclusivamente per la sua serietà ma quello e a complementarità indicato qui limitare l'ambito della competenza comunitari in materia di cooperazione allo sviluppo
Ora
Abbiamo avuto delle discussioni a cui hanno partecipato largamente abbiamo ha aperto un dibattito con gli Stati membri a livello dei direttori generali per interpretare effettivamente
Il principio di complementarità
E sussidiarietà applicato alla cooperazione di sviluppo
Ma soprattutto di vedere come articolare efficacemente lei politiche bilaterali e multilaterali tenendo conto dell'esistenza di una politica comunitaria di sviluppo anche se con una base giuridica nuova rispetto al passato
E tenendo conto egualmente di questa esigenza di di bilancio di accrescimento del bilancio che è stata è stata decisa dagli stessi Stati membri al consiglio di ingorgo
Ora
Non vorrei prolungarmi sull'analisi di chi subisce le sottigliezze di questi di questi problemi
Il punto il punto su cui vorrei arrivare questo
In realtà
La discriminante tra una politica comunitaria e una politica di statine non ha intanto la strada che evidentemente identica per tutti
Ma è lo scopo e viene dato a questo progetto
Cioè
Da parte della degli stati membri in circa venti anni di storia è stato attribuito alla comunità sono state attribuite la rogna delle finalità precise
E non sono state coperte politicamente attraverso una base giuridica ma sono state coperte
Parte attraverso decisioni di bilancio
Noi gestiamo i grandi accordi internazionali come come e gli accordi di Terragni
Diamo un quadro mondiale alla politica di alcuni Stati membri essendo presenti in Paesi in cui gli Stati membri non sarebbero probabilmente stati presenti
Non vedo il da Danimarca esercitare un aiuto in Honduras ma la Danimarca è presente in Honduras attraverso un aiuto comunitario coperto globalmente quindi quante più peso politico ecco e
Esercitiamo effettivamente in alcuni settori come l'aiuto alimentare e l'aiuto di urgenza un'attività ben precisa che cede regata quindi una politica comunitaria esiste
Alle finalità che sono indicate alla del trattato
Devo constatare una coincidenza su quanto è stato detto riguardo nei riguardi della politica di cooperazione italiana sulle finalità generali e particolari coincidono effettivamente con quanto è scritto nel trattato
Cosa fare nel frattempo
Non credo che siamo ancora arrivati con una sola eccezione equamente come si allinea Bonino ha perfettamente ragione a dire che forse la prima vittoria materie di competenza comunitaria si potrà vedere nel settore dell'aiuto di emergenza
In altri settori la una competenza comunitaria mi sembra prematura e ipotetica che forse non necessaria a questo stadio abbiamo con gli Stati membri hanno deciso di tracciare una linea
Di azione ben precisa che è quella del coordinamento delle politiche
Una delle ragioni del fallimento della cooperazione allo sviluppo è stata in passato il fatto che ognuno agiva per conto suo secondo principi propri secondo obiettivi e priorità proprie
Gli Stati membri hanno deciso attraverso una serie di risoluzioni valide per la comunità gli stati membri di mettere insieme
Le loro esperienze e mi riferisco a quanto detto prima sull'utilità delle esperienze bilaterale e multilaterale mette insieme le loro esperienze e fare eseguire del le loro proprie politiche secondo le linee direttrici stabilite in comune
Credo che questa sia per il momento politicamente la sola via agibile
Secondo la procedura comunitaria e lasciamo tempo al tempo finché le abitudini lei
Le strutture amministrative e anche le le le percezioni dei problemi diventino realmente comuni fino a a raggiungere quell'unità che è necessaria per un'azione corretta
Il
Vorrei concludere intanto che il tempo manca ho cercato di essere più rapido possibile ma ho detto sono dei problemi estremamente complessi e difficile darne in dettaglio il
In breve tempo Grazzini nemici trovato in appena per me
Per intervento molto efficace e mi scuso in anticipo perché veramente abbiamo molti interventi lì previsti forse sedi riuscissimo a limitare in un breve spazio di tempo parleremo tutti io penso cinque minuti più o meno
O dieci al massimo sei e Giancarlo Del Bufalo vuole sarebbe soprintendente a un paio darei la parola Stefano Squarcina di Nanni tese che anche lui ci tiene trascinare subito ad Alberto Corrias belli ricchi e anche il suo problema di tinte parente Annicco armi
Niente inespresse varie
Io cercherò di di utilizzare meno di cinque minuti che che mi sono dati perché in realtà credo che molte cose sono già state dette
E e credo che che quindi mi posso mi potrei limitarmi a sottolineare alcuni degli aspetti già ricordati
Ovviamente data la la mia veste istituzionale mi mi è difficile sfuggire
Da richiamare l'aspetto l'aspetto finanziario della crisi della cooperazione cioè
Il fatto o della fortissima diminuzione di fondi i stanziati a favore della della cooperazione negli ultimi anni
Ora non voglio affatto difendere questa politica che più che una politica forse è stata una scelta necessita da nulla di più anche se chiaramente questa scelta mostra a
Una scelta scala di priorità e di valori su cui forse tutti quanti dovremmo riflettere
Però credo che poi la dimensione finanziaria della crisi a cooperazione in Italia non è forse neanche l'elemento fondamentale in realtà vi Grisi della politica di sviluppo o si può parlare non solo a livello italiano ma al livello molto più ampio
Sempre più frequentemente anche in ambienti internazionali penso agli organismi di Bretton Woods
Ad esempio o la domanda
Ma gli sforzi finora fatti hanno dato i risultati ivi auspicabili José sperabile lì dei trova risposte non positive sempre più spesso
Un
Vi sono critiche molto molto attente alle alle politiche di sviluppo seguite quindi non solo o al rabbonire sviluppi italiana con i suoi problemi specifici ma proprio a una politica di sviluppo in generale
E quindi si sta cercando a me sembra di cioè di trovare vie nuove anche qui se se penso per esempio a Banca mondiale il sempre maggior la sempre maggiore attenzione al coinvolgimento nel nei progetti di sviluppo del settore privato degli investitori privati il tanto per fare soltanto un esempio ma credo che in fondo il vero problema a la vera questione di fondo pro
Credo che
Che vada ricercata nella definizione più precisa degli obiettivi e da questo punto di vista l'ha fatto molto piacere sentire
Il ministero Risi enunciare proprio partire dagli obiettivi nella ha diciamo il illustrazione della riforma futura della cooperazione italiana
E sono partendo da obiettive definendo con precisione degli obiettivi e chiedendosi quale sono quali dovrebbero essere i veri obiettivi della politica di di visita di cooperazione allo sviluppo
Che possiamo forse anche affrontare il dibattito che qui è ritornato più volte tra bilateralismo molti Calderisi multilateralismo
Ora
Credo che se l'obiettivo unico della Bolivia e l'operazione sviluppo fosse effettivamente esclusivamente lo sviluppo economico o di alcune di certi gruppi di paese di certe regioni i allora il discorso del multilateralismo avrebbe un valore molto più rilevante di quanto non abbia attualmente in realtà al multilateralismo si provvede sotto due aspetti c'è un aspetto diciamo così tecnico di di
Di aumentare l'efficienza e gli interventi attraverso l'utilizzo di di quello che l'economia viene vengono chiamate l'economia di scala e allora da questo punto di vista effettivamente intervenire insieme con organismi multilaterali lì ad esempio può dare un un aumento di di efficienza nel all'intervento stesso c'è un aspetto invece molto più ampio e di vivo molto più politico
Che appunto richiama gli obiettivi
I
E che quello
O sulla cui base a me sembra che di molti l'Aris multi la terrorismo si possa effettivamente
I comuni e condivisi gli adulti purtroppo mi pare che da questo punto di vista si è ancora lontani da avere questa situazione l'intervento precedente
Lo confermava anche nella stessa Europa via S. in questa situazione di obiettivi perché sono uguali per tutti condivisi da tutti grazie
Sì grazie
Io ringrazio Crespi per aver organizzato questa iniziativa perché trovo estremamente interessante e volevo anche ringraziare tutti per avermi dato la possibilità di sopravanzare negli interventi persone molto più tre voli di me ma con i problemi di trasporto che non sono diciamo non dipendono da me devo anch'io adeguarne quelli che sono alle
Le forzature diciamo Estero
Io non vorrei ripetere alcune cose che sono state già dette però sugli aspetti europea e premetto anche che non avendo come dire ruoli istituzionali non è anche necessità di dovermi attenere come dire ad un linguaggio estremamente diploma voi così vorrei portare anche una sensibilità ONG a quello che è il dibattito qui questa sera
Sugli aspetti europei io parte lei proprio da quel concetto di complementarietà diciamo che il trattato di Maastricht sancisce per quanto riguarda il rapporto tra cooperazione europea e cooperazioni nazionale
Per cui ci sono tre aspetti e non solo uno che io ho sentito questa sera qui che vanno diciamo in direzione di quella dichiarazione contenuta nell'articolo centotrenta dal Trattato di Maastricht uno è il coordinamento delle politiche nazionale lo sviluppo come abbiamo detto siamo tutti d'accordo non ci possono essere più tredici cooperazione sviluppo diciamo dodici di una che come diceva già allora De Michelis quand'era ministro degli Esteri
Competono l'una con l'altra all'interno di uno stesso Paese ma ci deve essere un coordinamento politico un po'per allora anch'io e quinta Mengoni Spada quello che diceva l'onorevole Bonino ritengo e conosciamo le difficoltà che ci sono in questo senso ma la nostra preoccupazione nasce laddove non sentiamo
Come dire che il governo italiano ha fatto propria questa opzione strategica che non ha fatto proprie diciamo questa opzione politica di andare perso
Una coordinamento più forte della propria politica nazionale di cooperazione con quelle europee infatti Prato sono da tempo convinto che a parte multilaterale e a parte diciamo quella quel settore della politica nazionale che va verso paesi diciamo strategicamente individuati perché ti attenenti
Diciamo alle nostre necessità chiamiamole così di sicurezza poi tutto il resto io ritengo dovrebbe essere in qualche modo concentrato a livello europeo a livello della commissione esecutiva tenendo conto che ci sono le azioni come diceva giustamente voi le azioni comuni
Previste nell'ambito della pesca della politica estera e di sicurezza comune non si capisce perché queste azioni comuni diciamo nell'ambito della pesca non possano essere estese anche ad azione di politica di cooperazione nel senso stretto il secondo aspetto e pio ci terrei molto particolarmente un punto di vista politico è questo
Qui la cooperazione allo sviluppo va negata con quelli che sono gli altri settori diciamo delle altre politiche settoriali che investe nei paesi in via di sviluppo
In particolare mi riferisco alle politiche commerciali e alle politiche di aggiustamento strutturale che hanno un forte fortissimo impatto sociale nei cosiddetti peraltro paesi in via di sviluppo un concetto che andrebbe rivisto ma per semplicità utilizzo
Penso ad esempio a tutto quello che è stato l'impatto del gatto quello che sarà impatto del Gatt nei paesi in via di sviluppo mi chiedo come supplisce a questi effetti negativi di queste altre politiche soprattutto commerciali
Come subisce tutto questo le la politica nazionale di cooperazione allo sviluppo anche qui io chiederei diciamo al Governo italiano quello che c'è quello che ci sarà che faccia propria questa scelta strategica di diciamo Connect di andare perso un coordinamento politico forte tra la cooperazione allo sviluppo nel senso classico e le altre politiche di cooperazione e il terzo aspetto diciamo che secondo me porta questo discorso della del Trattato di Maastricht perché qui non ho sentito è che in Europa
Quando parla i diciamo politiche nei confronti di Paesi in via di sviluppo
Se vuole essere un minimo coerente con le proprie finalità dovrebbe parlare con una sola voce
Come si dice soprattutto all'interno di grandi istituzioni e le grandi istituzioni finanziarie penso particolarmente la Banca Mondiale presso il Fondo monetario internazionale penso a quella che sarà la futura organizzazione mondiale per il commercio
Perché in modo che ripeto un po'si collega al culto secondo che così mi distraggo brevemente ci sia una coerenza politica complessiva per quella che è la cooperazione allo sviluppo e diciamo le politiche commerciali
Diciamo politica di questo genere
Qui io vorrei insisterà perché io ho letto con molta attenzione diciamo l'intervento del del ministro Martino alla Commissione esteri del Senato mi sono fatto dare reso conto poi integrato e io volevo far osservare però questo lo trovo culturalmente grave che non c'è la parola Europa dentro il documento cioè non c'è un minimo di approccio europeo all'interno del Documento di programmazione di quelle che dovrebbero essere le linee strategiche di cooperazione allo sviluppo italiano questo per diciamo in qualche modo fare giustizia rispetto a quelle che sono le intenzioni e poi anche con tutte le difficoltà che conosco perché non è che viviamo diciamo sulla luna quelle che sono poi davvero le linee strategiche portate avanti dal nostro governo
Sulla politica nazionale mi avvio diciamo verso il termine
Io con altri abbiamo indicato un cammino perché Italia tenti di uscire da questa profonda crisi diciamo dico per quanto riguarda la cooperazione allo sviluppo
Un cammino che va più o meno in questo senso uno eh
Dare immediatamente seguito alla quelli che sono i lavori della commissione bicamerale d'inchiesta sulla cooperazione
E vorrei dire all'onorevole Sorio che noi ONG ci aspettiamo molto dai lavori di questa commissione bicamerale d'inchiesta non solo sugli aspetti diciamo più propriamente giuridico in qualche modo di magistratura perché poi se ci sono come dire a responsabilità penali da colpire la B vengano e con tutta tranquillità senza giustizialisti per carità però vadano avanti senza problemi
Però dicevo soprattutto questa Commissione dovrebbe secondo noi come dire fare un approfondito esame di quelli che sono gli Stati gli eroi politici che hanno prodotto quella situazione che conosciamo oggi nella cooperazione per cui uno diciamo la cooperazione parlamentare d'inchiesta due io chiederei a viva voce
Nuovamente la Conferenza nazionale sulla cooperazione subito dopo la chiusura dei lavori della commissione bicamerale in modo che ci sia un processo come dire di sensibilizzazione dell'opinione pubblica e di dibattito generale Vanni giri diciamo ministero e tutti diciamo Lilli gli organi che si occupano di cooperazioni che discutano di quelli che saranno i risultati politici della commissione d'inchiesta
E terzo dopo questa fase che il Ponente esterno molto lunga può durare diciamo anche un anno se c'è una volontà politica di perseguito a tutto questo si arrivi ad una nuova legge sulla cooperazione allo sviluppo io ministro Aloisi
Vorrei prende le sue parole quando le parlava di riforma strutturale completa che ci vuole diciamo della cooperazione soprattutto per quanto riguarda gli obiettivi ecco magari ci si può mettere d'accordo però io in questo leggo comunque una diciamo necessità di arrivare Nore definizione legislativa almeno è una forzatura che io faccio perché no
Diciamo porta avanti questo tipo di sensibilità però dicevo ad una predefinizione legislativa di quelli che sono gli obiettivi e gli strumenti della cooperazione che poi sia agenzia che poi si è Fondazione questo diciamolo si discute però bisogna diciamo sbloccarsi proprio anche da un punto di vista legislativo da alcune ancora che ormai ci bloccano
Per quanto riguarda lo sviluppo della cooperazione nel frattempo però io chiederei alla governo due cose uno è quello che soprattutto mi pare Gildo parati da ecologisti amava l'anno sabbatico
Per favore basta prendere impegni Esterni come le diceva abbiamo mille seicento iniziative così c'è scritto nell'inizio nella nella relazione del ministro a cui praticamente come anche lei emetteva non riusciamo a dare seguito si blocchi diciamo questo ingolfamento contino della direzione generale del cooperazione allo sviluppo
E la seconda aspetto che anche questo politicamente rilevante e sulla decretazione d'urgenza io non vorrei che i temi della cooperazione allo sviluppo venissero risolti con della decretazione d'urgenza
Perché hanno un impatto come dire politico è toccano anche gli aspetti della società italiana della cultura della solidarietà italiana che mi pare invece abbiano bisogno per essere modificati in profondità di un dibattito che propone e l'ultima riflessione proprio ma scusate mi assumo umanitario neanche se l'onorevole Bonino è andata via
Anche qui io non so che cosa ne pensano diciamo i miei amici dell'ONG però io ho un grande timore tenuto dentro che vedo
Un po'così lavorando al Parlamento europeo che va avanti come stiamo mettendo avanti mettendo diciamo sempre più stiamo dando sempre più enfasi a quelle che sono da una parte le strategie di lotta alla povertà
E dall'altra quelli che sono gli Emilia aiuti proprio umanitari di emergenza allora perché di con timore perché a me pare che questo accento messo sull'umanitario
Proprio Sguotti il significato politico della cooperazione allo sviluppo che vuol dire ben altra cosa che non vuol dire solamente inviare le tende come diceva l'onorevole Bonino piuttosto che giustamente come peraltro va fatto assicurata diciamo la sopravvivenza fisica di milioni di persone in difficoltà
Ma voglio dire questo io ci tengo come nemici una ricomposizione diciamo di rapporti politici ed economici tra nord e sud del mondo allora benissimo l'umanitario
Benissimo la lotta alla povertà però non dimentichiamoci che la cooperazione allo sviluppo e altro è la come dire
Tocca proprio il senso politico dei rapporti dei rapporti nord sud e in questo senso l'altro timore sull'ONG io vedo una siccome di una specie di
In qualche modo una riallocazione degli interessi delle ONG anche italiane da quelli che sono i programmi di sviluppo all'umanitario
Per evidenti motivi nel senso che la crisi è talmente forte anche nell'maneggi che c'è un tentativo di andare verso settori anche più facili da gestire da un punto di vista amministrativo
Ed è una preoccupazione che peraltro mi pare estremamente in maniera molto chiara contenuta nella libera la crisi della cooperazione italiana che qui diciamo è oggetto del dibattito oggi soprattutto in quella parte diciamo di vanno agli anni che segnala proprio come c'è questo pericolo
Di
Trasformazione del ruolo
Proprio mutazione genetica oserei dire dell'ONG se si abbandonano all'umanitario che ne gran bella cosa però se dimenticano di conseguenza quello che invece loro ruolo politico e culturale nella società italiana e soprattutto delle società nel sud del mondo grazie scusate
Grazie eh non è manicheo si scusano e dovete andare via astutamente da una parola da Alberta Cornia se delle mie paella Gianni torbide Repubblica e dell'Espresso
Però perché rappresentando al mondo dell'industria discutesse molto più carico di quanto non si è andati interventi precedenti perché purtroppo noi siamo legati a dei fatti estremamente concreti interventi economici veramente credo che l'esperienza del liberato dimensione giudice della presenta un teste nazionali sia abbastanza emblematico di una certa roba
Buona critica del passato di quella che è stato ripreso da dalla colazione in cui noi ci siamo trovati con godimento
Io con confermo quello che richiami fruibili su molte cose non è stato negativo abbia avuto delle opere del penitente positive che oggi stanno confermando stanno consolidando in alcuni mercati alcune presenze Diana petto delle vie
Verso lo sviluppo del del del di quelle reazioni ma nel contempo anche di presenza italiana in quel tratto di fronte se una critica devo farlo Papin proprio hanno gli stessi altri tenendo tra l'italiano che ha purtroppo io posseduta dovuto dietro la cooperazione che dimenticata che impresa si dimenticata la visti all'invito di intraprendere per cui ha approfittato del canale come cooperazione si inserirà in certi mercati poi si è ritirata al momento in cui questo proliferare Luca prevedere Penta un elemento di diffusione di sviluppo questa è un po'un elemento che dico che io faccio a noi stessi
E che poi a degenerato in maniera prodotto porta in una fase finale quando poi la cooperazione è stato sottoposto a Port anche perché rappresentava un'occasione appetibili richiamo al mondo industriale è una persona talmente porta in cui le strutture andiamo anche in Italia non sono più riuscite a resistere
Alla personalità all'esterno che questo elemento che partita tutto sommato condivide poco chiaro proponesse l'obiettivo individuata da parte dell'industria come un'occasione positiva per entrare in certe data è stato un elemento di grossa pigrizia sul piano previa tanto è vero che non vediamo le nostre avvenne italiani anche anche dell'IRI presente in gare internazionali noi vediamo presenti in D'Alema manca mondiale ma sempre a far la fila davanti
è l'occasione che la cooperazione del tavolo dunque
Sul piano storico c'è stato questo negozio questo è anche vero perché poi quando è partita la grande occasione dalla cooperazione anche dal momento in cui Micia parla di globalizzazione per cui a un'industria che era tendenzialmente culturalmente quindi e mi riferisco alimenti già padre di prima e provinciale Lungarno aperta sul discorso ogni al ha trovato in questo occasione diciamo di cooperazione lo una via attraverso cui aprirsi dunque in questo campo è un processo di alcune culturale che si è sviluppato
E che ha avuto una sua forte quindi ma che non è stata completamente negativa secondo me che tralasciando distruggermi in qualche ora
Di fognatura prospicienti e lei mi ricollego secondo aspetto il prospetto dell'altro presenta ne prenderà rimettere tra taceva da finalizzare oggi
La presenza devoluta alla presenza dei medici mercante nazionale lì siamo l'immissione di venti mila miliardi di fatturato dunque sono abbastanza significativo chi vede veramente una crollo quadri
Sostanziare su tutta la B tre mercati in via di sviluppo è una crescente presente a livello pari dunque
Mancano quegli elementi di stimolo verso l'industria per entrare in certi mercati menomare poi lo sviluppo e anche collegato non soltanto latte comunitari altrimenti topologia alla presenza di della personalità né infrastrutture tutta una serie di interventi che devono in qualche maniera aiutare un cattolico i processi
Oggi è in in preda delle grotte preoccupata grosse difficoltà aiutare qui in questi mercati se non è supportata da un sistema ecco dunque proprio per la cipolla tanto in quanto cooperazione come singolo elemento ma come sistema che oggi manca come titoli supporto verso questo repellente che sono legate a sicurezza politica era previsto in certi Paesi sicurezza di una vigna
Politica del Paese stesso paga un Paese mediterraneo nettamente che sia coerente nel tempo
E supporto di carattere finanziario anche al di là di quello che gli aspetti strettamente cooperazione non è soltanto l'aspetto di pura disponibilità di finanza che implementa che fanno cooperazione ma anche la presenza di strumentazioni molto più efficaci sul piano del supporto finanziario d'iniziativa in cui interrotta per il rischio vedo Mediocredito vedo sassi vedove fratelli di strumentazione dichiarate con questo che e tutto un insieme di realtà che secondo quello che è noto e per età oggi non è sufficiente a garantire quelle condito in cui l'impresa si sente legittimata entrare in certi mercati che hanno provveduto alla presenza di una presenza diciamo più attiva dell'industria ecologicamente più sofisticata diciamo
Altro punto del discorso della della della partecipazione allegare multilaterali
Non c'è dubbio che davanti a una dei leader del del bilaterale il discorso musicale tutela della diventa molto importante perché perché ormai nei paesi in via di sviluppo è soltanto quella lapide attraverso cui si riesca a fare investimenti e la Banca asiatica la Banca Mondiale Bolivia
E anche lì c'è una carenza di iniziativa da parte italiana anche a livello territoriale è vero che in banca mondiale noi e partecipiamo più di quanto sia la quota ma segnano dei richiami di qualità premetto di partecipiamo alla parte più povera e non ce l'ho presente riflettori il Vangelo raggiunto
Se poniamo della banca d Africa la biancheria riga a un'assenza quasi totale della presenza italiana suo sette offerte fatte da tedeschi parte da da inglesi dico giapponesi la regola ce ne una una Italia e non c'è nessuna gratificazione in questo testo perché l'abbiamo fatto un'analisi vi ho detto che mi dirà ella il la quota di di acquisizione per quanto riguarda l'Italia il cinquantasette per cento rispetto all'operetta contro circa settanta per cento rispetto a quello che fanno le azioni dunque ci sono elementi di richiamo
Il esistenti ma sufficientemente sostenibile compirono una serie di elementi di stimolo che devono esser fa di cui faccio la vedi che anche nel tecnico non è sul tavolo del corto della della cooperazione scorto di una politica più attiva molta sensibilità recare con le strutture in cui certo il Rabin pena è disposta a a è in grado diciamo di valutare il rischio e dunque di potere valutare il dato possibile a meno di te bene in certi mercati e chiaro che ebbe tra Regione molto arida perché vistare visto da un punto di vista di un'impresa però ente mentre l'impressione che l'intero che è importante
Non è che siamo sensibili e attenti Mani Dario ricordo che noi da trent'anni la vent'anni ne facciamo azione di informazione d'accordo con Ministero in collaborazione col ministero abbiamo fatto più di tre mila poi corso di formazione prende il viluppo
Stiamo cercando in questo momento di aprire stiamo aprendo effettivamente una collaborazione con la Confindustria dunque un lavoro che non ha una finalità immediata ma la ferita ricreare
Una presenza diciamo di capacità in prigione quelli del gruppo però lentamente se ne voglio mettere in modo di volani bene il sistema nel suo complesso che demolisce la singola operazione governi umanitaria eventualmente può servire incerte Caripe civici ma non a quelle petto diciamo di fertilizzazione che secondo me potrebbe perché se invece riusciamo è chiaro che questo piloti vediamo un contesto internazionale forse più efficaci questa presenza dunque la critica la faccio un po'al sistema industriale che ha una certa pigrizia intellettuale e molti visto che direttore Compositae ma Italia che deve trovare una convergenza una coerenza nelle varie politiche in modo che la finalizzazione sia chiaro
Rischio politico le stelline finanziario riscrive storico di mercato che deve in qualche maniera trovare un punto di riferimento in cui tu nemmeno l'avvio a un po'molto Ari la via del mondo industriale ma che poi secondo me una formula grazie
Grazie tante dottor Corrias io mi ricordo che ancora che abbiamo di bene diversi interventi e quindi sono ricordo i problemi di tempi chiaramente
E invita a parlare a tecnico editorialista della Repubblica
Io condivido molte delle cose dette dal ministro Aloisi e penso che sia apprezzabile la riforma e che il ministro Martino sta pensando di mettere in
In particolare su la separazione dei compiti per cui al ministero degli Esteri rimarrebbe la progettazione chiamiamo nelle fasi strategiche mente all'esterno ad organismi quella che viene definito una fondazione rimarrebbero tutta la progettazione tecnica
Progettuale sono anche d'accordo sul evitare la polverizzazione un po'ridicola di carattere planetario della cooperazione allo sviluppo e di concentrare la in alcuni Paesi nell'area del Mediterraneo
E in alcuni Paesi africani
E sono anche d'accordo sul destinare più fondi all'aiuto multilaterale vedo però nell'impostazione del ministro Luigi alcuni rischi
Ed è chiamiamola così sulla filosofia
Ha mosso e continua a muovere la nostra cooperazione
Così il ministro Visco ha detto che noi in questi Paesi dell'area mediterranea dobbiamo Borrelli il fine né non solo quello degli aiuti
Ma anche quello di favorire la stabilità
Politica e anche la democratizzazione di questi ora io credo che sia stato un errore
Dissento profondamente da quello che ha detto Fassino di aver messo nella legge la cooperazione fatto che la cooperazione sia un braccio della politica estera italiana io credo che questo sia all'origine di molti
Difetti molte guai
Delle varie delle tre leggi che hanno poi di dato corpo ma la cooperazione sono ho qualche dubbio e ho anche delle Riserve anche delle perplessità perché questo non mi sembra che sia un compio c'è un compito del ministero degli esteri e la politica estera
Ma non si ha un compito della cooperazione e don dimentichiamoci che questa delle zone d'influenza
Che in una aria più fatta dei paesi del Mediterraneo vedo ripresentarsi e starà all'origine poi della nostra politica in Somalia e in Etiopia
Ed è stata all'origine proprio quello di rapporti privilegiati con questi governi e stare al proseguita abbiamo proseguita poi in Perù con Alan Garcia per affinità più o meno ideologiche lo abbiamo esteso addirittura in paesi che difficilmente possono essere considerate in via di sviluppo come l'Argentina con gli aiuti
All'Argentina al governo né quindi io desidererei che su questo punto
Ci fosse una maggiore chiarezza
Perché non vorrei e la cooperazione si sposasse ancora una volta con il la teoria delle interferenza
Mi dispiace che nella però noi Bonino sia assente ma mi fa molto piacere e lei sia fortemente multilaterali Stan cosa che di cui io non dubito affanni ricordo però le volevo ricordare tutta l'esperienza per legge settantatré del sottosegretario forte del mille novecento miliardi da spendere nel giro di diciannove ministri e che
Si discostavano molto dal principio della molti lati della multilateralità
Infine ho già detto che non sono d'accordo con l'onorevole Fassino
E quando lui dice
Che diffida del multilaterale perché vede in questo una specie di disimpegno lavarsi le mani e io credo che noi se facciamo una netta distinzione tra cooperazione diretta alla politica estera compito che deve
Essere realizzato dal nostro ministero degli Esteri ed è quello che riguarda la promozione dell'economia italiana compito che deve essere affidato al ministero del Commercio contesta alla sua asciutta altri organismi alla Confindustria
Alle industrie stesse e io credo che questo
Tentativo di in differenziare e stabilire bene le cifre dell'influenza di quella che deve esser la cooperazione e quindi dando un maggior peso anche alla specializzazione alle alle anche a a delle scuole professionale per nuovi quadri che possono essere inviati nei paesi in via di sviluppo
E alla cooperazione interna multilaterale e quindi sia in fase sia in sede europea
Cosa che io credo che dovrebbe essere un compito essenziale l'Unione europea e sia in in sede più vasta tipo ONU tipo UNESCO tipo
Organizzazione mondiale della sanità
Ecco io credo che
Nel nuovo progetto del della cooperazione questi i pericoli del passato avrebbero essere evitati e dovremmo così avere qualche insegnamento dai grandi errori che abbiamo Conte
Grazie dottor ancor meno io vi prego motivo
Così commenta commenta il prestatore entro i cinque minuti esiliati oratorio adesso ha la parola il senatore Carmine mensole
Io sono davvero molto stringato anche perché ritengo che
A questo punto alla luce interventi svolti possiamo essere tutti d'accordo sulla fondamentalista di una più equilibrata razionali articolazione della politica di cooperazione sull'intero vastissimo territorio
I Paesi in via di sviluppo e per nella fattispecie per la tematica che ci compete modo particolare a livello europeo
In effetti noi da tempo dibattiamo questa tematica si susseguono incontri convegni dibattiti siamo alla ricerca di nuovo modello di politica di cooperazione oggi questa la tematica come vediamo si impone in tutta la sua ampiezza proprio come frutto del processo di sviluppo socio economico del nostro Paese oggi nel momento in cui sono prova di muri ideologici in cui ci sono aperture di ulteriori mercati livelli internazionali in cui proprio come ho ascoltato in precedenza si pone la necessità di soffermarci per un attimo a riflettere a guardare
Sul passato a fare una diagnosi capirlo le disfunzioni sul recepire anche meccanismi di distorsione e senza recriminare Consoli inquieto passato ovviamente
Dobbiamo anche fare luce su quanto è avvenuto io accolgo l'invito che mi viene così spontanei dal brillante giovane che mi ha preceduto perché non a caso è stata istituita la Commissione bicamerale d'inchiesta sulla cooperazione con i Paesi in via di sviluppo
Ovviamente non esili che ho l'onore di presiedere non si tratta dunque io una azioni inquisitoria ma indubbiamente si tratta che di fare luce per conosce i meccanismi per apportare i correttivi per dare indicazioni giusti quindi poi procedere in una politica di programmazione che deve essere molto equilibrato dove si inserisce molto bene la proposta di ci viene dal ministro
Martina che in effetti e pone dei problemi sul piano tecnico in un'organizzazione che io condivido pienamente e poi anche sul piano politico che indubbiamente la cooperazione immancabilmente una parte integrante della politica esterno
Come addetta Cordini non ci voglio interferenze però indubbiamente nuovi ecco dobbiamo dare un'impostazione molto attiva fattiva produttiva
E in termini di del tutto luogo inizi del tutto nuovi in termini che siano confacente alle pressanti esigenze di questo presidio il gruppo non in termini come avvenuto in passato
Di mandare diceva la Bonino all'intento di fare a parte assistenza visto tanto lui dobbiamo sovvertire l'intero sistema si vogliamo realmente avanza al Napoli di riprogrammazione vogliamo essere l'altezza dei tempi e vogliamo ecco resti e creare tutti i meccanismi di stimolo inserite sul territorio
Per la creazione ecco dei movimenti è fondamentale produttivi di e creare Quintero e deposita dello sviluppo e delle migliore qualità di vita di quella popolazione non a caso io ho alzato la voce sui tagli proprio per la cooperazione nella finanziaria di recente al Senato a vento presentata anche il così con insuccesso
Degli emendamenti in ordine propria al istituzione di borse di studio per i neolaureati sia vero che ci sono le curve senza anche delle malattie infettive le condizioni igienico sanitarie sono estremamente precarie
Sì è vero che comunque no occorre da parte nostra tutto il contributo fattiva a livello di specializzazione anche bene che ci sia bilateralmente o quest'incontro tra neolaureati
Di quei paesi con i nostri giovani viceversa in uno scambio culturale di preparazione di specializzazioni inerente proprio all'esigenza insiste su quel territorio qui deve superare il concetto di bilateralismo che ha dato i suoi frutti avuti i suoi commenti
Noi condividiamo pienamente questa multilateralità che rimane fondamentale ma per molteplici aspetti a oltre quelli politici indubbiamente sul terreno squisitamente pratico consentitemi il raccordo
Alle alle europee fondamentale perché non si possono fare neanche i doppioni l'ho sentito parlare con compiacimento della specializzazione ogni paese nel raccordo europea di una molti la deroga devo dare a quelle che ha lo dico a Capaci
E noi Diodoro possiamo emerge l'agricoltura in altre tematiche di sviluppo tecnologico la Germania può avere luce del l'acciaio l'altra così perché guai se noi pensassimo ecco
Rimandare le sto fine aprile il frigorifero nord insomma sarebbe paradossale che ci vuole uno studio approfondito anche in ordine all'esigenza della specificità di quelle realtà e nelle responsabile che non abbiamo a livello di una programmazione in dirigente di quella multilateralità che corrisponde realmente alle finalità agli obiettivi di noi ci proponiamo di costruire e qui in questo modo una cultura nuova che deve sulla cultura
Di quei Paesi e quindi che deve essere una cultura perché abbiamo ovviamente lo stima una di quelle che sono le nostre democrazie occidentali loro premono alle nostre portano e lo vediamo e in che modo noi dobbiamo far sì che come avvenuto Danovi voi mi credi ci sarà la conferenza Cairo produrre con la contestazione da corna ben vengano anche queste conferenze noi dobbiamo proprio in sede e sul posto stimolare quindi aggiunge quegli obiettivi per quei principi fondamentali che sono oggi di grande attualità come la tutela della donna come il diritto allo studio con la tutela della salute è solo sono questi
Principi fondamentali incontrovertibili sono conquista nobili sono quindi questa le realtà Barry che sembri imporre verso le quali noi ci dobbiamo premura are di corrispondere in termini qualitativi per consentire che si possono sviluppare realmente questo processo
In termini di grande affidabilità ricordando con fiducia ecco in avanti in modo tale da creare le basi fondamentali sulle quali a livello poi significa tecnologiche si possono sviluppare le grande realtà che di quei Paesi noi potremmo ecco dibatterà lungo queste tematiche che sono tantissime però io vorrei in questo momento solo ringraziarlo per l'invito che mi è stato fatto al momento lasciata la commissione eravamo in piena attività di molto doverosamente sono venuto anche per ascoltare mi compiaccio vivamente posso dire Simone al molta solidarietà e dirvi come ha voluto amabilmente giovane
Brillante giovane che ha poste domande il dirigente e corrispondere in questi termini è per un'analisi molto rapida abbiamo di cinesi ma io credo con molta solerzia di sviluppare un lavori impegnativo di approfondimento di capire di sapere poi di proporre e di fare una conferenza
Ecco internazionale
Nella quale dibattere i problemi quindi alla luce di una strutturazione della riforma della cooperazione alle alle europee che c'è la proposta che della del ministero degli Esteri essere realmente in una fase nuova avviare realmente un nuovo corso dalle risposte pertinenti astro doverosamente anche nel nostro posto di responsabilità in condizione di poter dare un contributo che non sia soltanto di recriminazioni Muddy fattivo operativo costruttivo di raccordo che noi avremo a livello europeo come a livello internazionale
Grazie senatore invito a parlare Angius perché
Avermi invitato cercherò di restare in un in un po'meno del cinque minuti
Ascoltando quello che si diceva mi sono venuti mente
Due libri che poco hanno a che fare con la cooperazione e lo sviluppo ma che se ne importa
Alcuni passi del Pneumologia dello spirito di Hegel
Quell'in cui si parla dell'eterno passare alcuni passi
Di un dare libero di molti anni fa dell'immane credo che si chiamasse la teoria politica dello stato di benessere qualcosa del genere in cui si parlava di come le organizzazioni diventano autoreferenziali
E mi sono chiesto se questo non è non è un gruppo autoreferenziale
Che celebra l'eterno passato ora non c'è niente di male di essere autoreferenziali e
Celebrare Letta hanno passato pensiamo Rasputin India Iraq tutti in India assediati dei mussulmani per settecento anni hanno resistito per settecento anni
In modo autoreferenziale celebrando nell'eterno passato ne potremmo stare qui per settecento anni
E mi sono chiesto
Come mai
Quelle che sono forse i principali sviluppi del pensiero economico degli ultimi dieci anni in materia di sviluppo economico
Non riescono permeare la cooperazione allo sviluppo non dico la cooperazione de allora sviluppo italiano occupazione sviluppo tout court
E negli ultimi dieci anni il pensiero economico in materia di sviluppo
Laboratorio paradigmi importanti non voglio entrare in cose che potrebbero essere forse seminario tecnico
Paradigmi della teoria economica di informazioni
Che ci dicono che lo sviluppo economico
Si produce soltanto se i mercati delle informazioni sono simmetrici
Sì mercati dell'informazioni funzionano il perché soltanto in questo modo
Gli agenti economici e riescono ad imparare o facendo od utilizzando altrimenti non riescono ad imparare sui mercati delle informazioni economiche vengono per turbati sia un freno allo sviluppo
L'altro grande paradigma quello che ha portato il no per la per la se no col suo libro meraviglioso sullo sviluppo economico istituzioni cambiamento istituzionale sviluppo
Si dice che in uno swap in un parco Orso di sviluppo economico c'è un percorso predeterminato tenti
La sola prova empirica per lavori ti North sono stati fatti sull'Italia sul Mezzogiorno italiano sull'analisi ventennale ed hanno provato i partiti ora se lo sviluppo sia soltanto sui meccanismi produttivi funziona
E in un percorso predeterminato perché se facciamo violenza
Ai meccanismi formativi
Con la cooperazione o con altre cose e si facciamo potenza al percorso predeterminato fermiamo lo sviluppo
Dobbiamo veramente chiederci che cosa resta preoccupare se lo sviluppo ad esempio si è parlato da con ESP progetti di sviluppo agricolo integrato se il costo per famiglia contadina
Un multiplo
Un suo grande multiplo trenta mila dollari per famiglia contadina un grande multiplo del reddito pro capite del Paese interessato si fa probabilmente
Violenza al percorso preordinato precostituito
E probabilmente si introducono nuove distorsioni e si frena lo sviluppo son cose d'altronde che noi abbiamo visto in pectore cute in questo paese nel Mezzogiorno
Io mi chiamo Pennisi e quindi non sono né altro terzino
Nel Bergamasco queste cose le posso dire possesso robot Jon suppletiva
Perché né di un fatto esperienze nostromi sociale
E se un giorno in una università
Lippi può essere un giorno informazione ci può essere costa quanto un anno il reddito pro capite nel Paese in questione si fa un'altra volta io lento
Tanto ha percorso più determinato quanto i meccanismi formativi estivi cadono sul che cosa resta
Seri questi paradigmi sono falliti
Quale paradigmi della letteratura economica degli ultimi che ci anni
Sono le cose che forse farà di più in ambiente accademico dove si lavora sullo sviluppo cosa resta la cooperazione per venticinque anni tutta la cooperazione si è basata su
Via via Etnea contrattuali isterico anch'esso ora quelle sembra aver fatto il loro tempo
Me sembra che se questi paradigmi tono balletti se non vogliamo restare nell'eterno passato se vogliamo essere autoreferenziali
Dobbiamo veramente chiederci se non sia il caso di concentrare la cooperazione
Sugli aiuti umanitari
Per fare sopravvivere con meno risorse con con il trasferimento minore di risorse pro capite
Maggior numero di persone
Lascia il resto al mercato aprendo i nostri
Forse questo
Potrebbe darci
Un nuovo sentiero
Per violentare le politiche
Di cooperazione ripeto ancora una volta non parlo della politica di cooperazione italiana merce grazie
Adesso tocca Claudio Verna uccide i limoni
Bene leggeremo
Subito con estremo
Interesse l'ultimo l'ultima fatica del CESPI
Però
Ecco proprio di pomeriggio mentre
Tentavo di riflettere su che cosa dire di nuovo in questo dibattito
Sono stato preso da una sensazioni difficoltà insomma risulta un po'difficile dire cose nuove sulla cooperazione italiana perché sinceramente non c'è molto sotto il sole di nuovo
Che si possa evidenziare siccome poi ma siamo rimasti in pochi in genere anche prima che andavamo di numerosi conoscere circa l'ottanta novanta per cento di persone ecco sento molto l'esigenza
Innanzitutto di un maggiore respiro in questa comunicazione in questa riflessione
E i nelle politiche conseguenti
E voglio un pochino uscire dalle richiede un approccio come dire troppo troppo diplomatico alle tematiche qui stiamo trattando santo
Esigenza una un sentimento di forte saturazione in poche parole anche rispetto a tanti tante importanti serie condivise e condivisibili condivisibilissima e riflessioni
Che poi però stentano a trovare le gambe
Ciò gioco è un problema molto serio il problema dell'interlocutore evidentemente apprezziamo molto gli impegni
Del ministro ieri sera di DCS per salvare comunque per un rilancio della cooperazione italiana ebbene ci troviamo anche nell'en passant di oggi in cui non sappiamo quale interlocutore di governo soprattutto e di Parlamento domani potrà poi occuparsi raccogliere queste nostre riflessione e mi viene appunto in mente il vecchio motto insomma rispetto a tanta farraginosi farraginosità insomma politica Dabo ecco qui sento esigenza impellente di un'attenzione e di un rilancio delle politiche però proprio per questo ecco interverrò di rimessa non non mi sento portatore di grandi riflessioni innovative e e mi limiterò a commentare brevemente più sinteticamente possibile quanto qui ascoltato risalti ci ricordava il primo imperativo ovvero sia quello morale
Mi vien voglia di ricordare che le ONG italiane io sono un esponente di quel mondo ebbe proprio mi nelle primissime settimane del novantadue ricordo stavamo a Radio Vaticana ad un dibattito col cardinal Martini evidentemente avevamo intuito che le cose non andavano denunciamo propria Luís una situazione che ci sembrava incontrollabile fin d'allora certo tanto meno rispetto a molti altri sospettavamo ciò che si celasse
In quei primi mesi del novantadue cardinal Martini mi rispose personalmente con una citazione della Bibbia molto nobile ma ahimè ormai i tasti c'erano già combinati ma cosa fare oggi per rilanciare la questione morale
Ebbene mi sembra di poter capire che i vecchi appetiti
Dello Ligorio oligarchia imprenditoriale che la cooperazione se erano interessati per un business internazionale e nulla più siano se non sopiti per ora insomma non non non particolarmente accesi per l'esiguità delle risorse
Temo diciamo
Uno sconfinamento su questa questione allorché non riusciamo ad essere tutti molto rigorosi nella trasparenza
Della gestione di risorse pubbliche quindi sono molto impaurito di un uso del multi bilaterale che non dia garanzie di questa trasparenza e al quale ci si rivolga per supplire a carenze dei bilaterale
Per ultimo o un accenno anche al mondo dell'ANC evidentemente le energie sono rimaste al di fuori immuni
Per gli addetti ai lavori alla questione morale per il grande pubblico siamo parte della cooperazione italiana che è diventato un nome abbastanza infamante
Ebbene però se è vero che la crisi della cooperazione italiana ci riguarda e per questioni di efficienza per questioni di incisività e di non dispersione del nostro operare per per la più o ampia rappresentanza che dobbiamo garantire ebbene però a tutti gli effetti dal bando irato che non ci riguarda per la questione morale
Ebbene però se eccezioni
Puta caso nel sanno mondo dell'ONG italiana si fossero verificate ebbene queste eccezioni vanno individuate vanno vanno cacciati via i mercanti dal tempio oserei dire
Sono reduce ministro Aloisi siamo un po'le ultime chiacchierate tra amici da o un viaggio a Bruxelles in cui in ben due uffici mi parlano di pecore nere ONG della cooperazione italiana
E anche questo sì che che già nei corridoi della DGCS
Però non si fanno nomi e cognomi si dice che è uno che due
E
Direttore Diego mi dispiace che non ci provi l'onorevole Bonino mi diceva abbiamo ritardato la firma dell'accordo di partenariato per Cuneo leggi italiane perché purché ai un partito Texas negra in realtà alla sola e Cassani Grass essere corta la con essa perché se queste pergamene ci sono centrate nel gregge
E fingendosi semplicemente va termine di Zhang invece pagare ero proprio sporche ebbene non c'è da scandalizzarsi che nella grande infornata delle centoquaranta ogni gita Ayane negli anni ruggenti un paio di pecore nel centra ecco queste portano danno all'immagine dell'Italia e soprattutto della sana cooperazione Necci
Quindi un auspicio c'era qui il dottor Guerra eccolo che arriva
Anche lui io ho fatto cenno a questi problemi propria Brussel e una coordinazione tra il ministero e l'unione
Al fine di questi episodi se si è trattato solamente di malfunzionamenti che non gli si diano più a gestire finanziamenti pubblici a fare qualcosa di più grave ci sono gli indirizzi a cui rivolgersi
Per nome e cognome
Sulla dibattito multipli anche qui noto insomma una grossa carenza invece di di chiarezza
Non vorrei che rischiasse in Italia di fare come per l'europeismo siamo tutti europeisti però molto più a parole che non ne hai fatti e così siamo tutti multilaterali 'sti convinti
Bene c'è però da riflettere che oggi diciamo intanto gli organismi a cui l'Italia si può rivolgere per per per un intervento appunto multilaterali Istat sono organizzazioni internazionali agenzie dell'ONU è stato citato anche la Banca mondiale fortemente autoreferenziale grossissimi centri di potere centralizzato
Che gestiscono risorse e vogliono concentrare potere per gestirne di più
Che è un pochino a mio avviso agli antipodi di quell'approccio ormai sempre più vivo nella nostra società in Europa
A quella quella ispirazione federalista e quindi che federalismo nella cooperazione su cooperazione decentrata che proprio tende a voler concentrare solo ciò che nell'essere concentrano si riesce a a realizzare meglio ma decentrare tutto ciò che a livello decentrato e più efficace
E quindi e poi oltre a questo sinceramente per per le grandi agenzie internazionali ecco bisogna e su questo voglio essere quanto mai chiaro
Essere strenui difensori del sistema delle Nazioni Unite per una loro riforma è vero il loro fallimento sarebbe il rischio di una
Di un'epoca posta Società delle nazioni che tutti dobbiamo scongiurare però affinché questo sostegno possa essere dato che affinché questa prospettiva quindi come dire anche utopica del Governo mondiale possa essere perseguita ebbene la riforma indispensabile e per quanto riguarda il terreno della cooperazione vorrei sottolineare che c'è anche una riforma di la parola etica eccessiva ma sicuramente immagini di tipo comportamentale non si può fare lotta alla poppa come se qui citato come impegno prevalente o oggi insomma de per lo sviluppo bersaglio con salari da venti trenta milioni al mese
E questi abbiamo finanziari anche noi italiani mi ricordo veniva un po'da ridere quattro miliardi circa per l'Albania
Finanziati dal mai per la Banca mondiale per la lotta la porta parte quattro milioni e otto apportando insomma ho procurato io ma poi se si andava a vedere e gli stipendi nodi Guatri per quattro tecnici la Banca mondiale trentasei milioni al mese se non ricordo male c'erano trenta sono stati poco meno ebbene ecco anche questo c'è da riflettere e c'è un problema di di di di di di
DDT tutti
Presenta avvilita ecco di di certi operatori per lo sviluppo
Rifuggendo dal pauperismo ma ma certo nella vale lo zero valorizzazione delle professionalità est modus in rebus
Dopodiché condivido invece l'approccio del dottor Guerrato per quanto riguarda il rapporto corretto tra
Un multi laterale da riformare è un bilaterale efficace che nel caso italiano e chiudo è necessario a mio avviso per un rilancio di una corretta
Nitida cultura della cooperazione internazionale per una dunque educazione direi alla cittadinanza internazionale a cui i nostri cittadini come altri debbono essere formati
è indispensabile questo approccio bilaterale efficace per il conseguimento di risultati visibili che ci portino quindi ad un recupero di visibilità immagini e quindi finalmente al superamento DT DTT
Della situazione rovinosa in cui siamo precipitati
Infine due parole sull'intervento del ministro Aloisi del quale non si possono non condividere l'impianto l'impianto complessivo soprattutto per quanto riguarda gli obiettivi politici della cooperazione mi c'era un tempo consentito ministro con una breve riflessione per quanto riguarda il tema e l'obiettivo quindi della sicurezza
è è un è un termine ed un concetto politico assai contraddittori
E lo strumentalizza la sinistra lo rifugge per principio
Mi permetterei di suggerire una più attenta elaborazione di questo obiettivo e di questo concetto anche alla luce della più recente riflessione dell'UE né di
La quale
Individua non più tanto nella sicurezza intesa quanto barriera di fronte agli altri non tanto quanto difesa dello Stato nazionale di fronte al nemico quanto l'obiettivo della sicurezza propriamente intesa in quanto sicurezza dell'individuo della persona della famiglia sicurezza del lavoro della salute
Eccetera
E in questo troveremo tutti pieno consenso completamente d'accordo perché il sicurezza individuale
Dei nostri economica sociale e culturale
Il sicurezza nostra collettivo non è in contraddizione rapidamente complementare
Tanto che lei ne sia perfettamente d'accordo
Italia però ecco non c'è questo consenso così chiaro e sarebbe importante che non lo consolida Simo
Permettetemi due parole sull'amici le debbo dire dobbiamo ripetere che ho parlato troppo bassi allora Donadoni dell'origine allora qualcuno sì da me
Ma allora ci sono quattro interventi sono gli ultimi interventi prima di tutto io voglio ringraziare moltissimo a questi quattro persone che sono rimasti per ultime semplice perché non dovevano viaggiare
Quindi vi ringrazio molto e anche alla Resistenza vostra quindi vi prego questi quindici venti minuti che mancano gli interventi si sono del del dottor Malesani Pierluigi Malesani che tutti voi conoscete esperti alla cooperazione
Luca ieri era successivamente Raffaele Salinari Eduardo Missoni
No no non serve
Vai vai vai
Guardi cercano di guadagnare tempo dato che molte cose sono state dette
Credo che una riflessione in più
Che deve essere fatta per la
Progettualità futura
Sia quella legata a capire quanto questi venti anni di cooperazione in questi vent'i venticinque mila miliardi spesi hanno innescato nella società civile processi di cooperazione
Come dire non legati a quella che è stata chiamata un po'l'assalto alla diligenza
Da parte dei vari sentimenti della società civile che hanno visto il mondo della cooperazione come un qualcosa che erogava dei fondi e quindi una possibilità in più di fare strategie interventi ciascuno tenendo conto della propria appartenenza delle proprie motivazioni
Il mondo dell'impresa e vedeva nuovi mercati nuove possibilità di acquisizione di commesse
Il mondo della Università vedeva possibilità di creare nuove cattedre in giro per il mondo i il mondo lo leggi che naturalmente esplicitava
Nuove attività però tutti questi considerando il ministero degli Esteri la cooperazione come un fortino da saltare per prendere il più possibile i fondi
Allora la domanda di quanto questo poi invece ha inciso nella società
Con processi come dire moltiplicativi delle Effetto della cooperazione mi pare che sia una chiave di lettura per il futura cooperazione molto importante
Allora quali sono gli affetti moltiplicativi
Che possono essere in qualche modo pensati e proposti
A fronte poi di una come dire realtà in cui le risorse sono sempre delle risorse più scarse perlomeno scarse e in assoluto e relativamente ai fabbisogni sempre più emergenti che e crescenti che che si che siamo di fronte allora se si condivide se condividete questo ragionamento io credo che uno dei punti centrali di effetto moltiplicativo è senz'altro Dionigi
Dopo
Subito uno spazio a a al discorso doveva interrotto prima
E un altro aspetto che da grande risultanza alle effetti moltiplicativi secondo me sono
Lo sviluppo dell'imprenditoria locale
Cioè la possibilità di creare con un tutto le possibili perché menti sedimenti della Società italiana quindi dal mondo della scuola nel mondo della Confindustria dal mondo dell'impresa
La possibilità di aiutare l'imprenditoria locale nei vari Paesi
Convinti che soltanto Attraverso dei processi di vera imprenditorialità all'interno di questi Paesi possa crearsi forze lavoro possibilità di commercio possibilità di scambio quindi una crescita economica che in realtà
Tocchi i punti centrali dello sviluppo
Questo tra l'altro potrebbe essere interessante anche per quella ricerca che è stata qui ribattuta sulla specificità della cooperazione italiana
La specificità della cooperativa di una cooperazione di un Paese e quella legata ce lo diceva anche ce lo ricordava il presidente legata alla specificità la caratteristica del Paese
Quindi l'Italia che ha un mondo di piccola impresa all'avanguardia come sistema certamente può proporsi come momento di aggregazione in questo sviluppo dell'imprenditoria locale
Devo dire che mi dica di guide ministro il Libano sia presente che questo tema lo abbiamo dibattuto all'interno di un comitato ahimè scomparso fortunatamente scomparso che il comitato consultivo il quale morto di morte che nemmeno ce ne siamo accorti siamo morti senza che nemmeno ce ne siamo accorti senza che nessuno abbia abbia vi ha sprecato una una lacrima senza che nessuno abbia un cero ora una Lecri che a bordo promette di vecchiaia ma secondo me ecco questo è anche questo vorrei che venisse riflettuto di vecchiaia del comitato ma forse anche della della cooperazione
E all'interno all'interno all'interno di questa di questa gruppo questo mi dà consultivo è stato istituito un gruppo di lavoro che io ho per un breve tempo coordinato
E che sostanzialmente
A ha scoperto tutti assieme abbiamo scoperto tutta una serie di cose estremamente interessante
Sullo sviluppo dell'imprenditoria locale
Ci sono convergenze e interessi che danno al corpo a tutte le attività della del vario mondo dei soggetti che si occupano di cooperazione certamente il mondo dell'impresa
Certamente il mondo dello Angie
Che ha trovato per esempio in tutto quello che era uno dei punti che noi chiamavamo l'aiuto all'imprenditoria diffusa cioè tutta questo
Un Murdoch mare magnum di realtà molto diffuse nei paesi in via di gruppo che hanno bisogno di sostegno sostanzialmente finalizzato dalle venti
La creazione d'impresa che di nuove impresa in questi Paesi che vedeva l'intervento di della Confindustria delle delle camere di commercio delle imprese italiane
E non ultimo il problema che abbiamo anche affrontato del rientro di tra larghe fare frange di extracomunitari
Che una che avendo la possibilità di formarsi con partner imprenditoriali e qui in Italia potevano essere dei soggetti attivi di ritorno
Nei paesi in via di sviluppo
Ecco questo patrimonio che abbiamo come dire studiato abbiamo approfondito volevamo andare più avanti però qui c'è stato purtroppo una mancanza di dialogo in questi ultimi tempi con la cooperazione ma poco male e qualcun altro può essere depositario di questo ulteriore lavoro che viene fatto
Io io terminerei perché so che l'evidenza di tempo sono molto
Carenti a questo punto grazie
Allora alla parola locali J. R. della Fox i
La vista l'ora tarda farò
Tra i commenti raccolti sotto tre parole
Un plauso un insieme di preoccupazioni è un auspicio
Un plauso mi verrebbe di definirlo un questo termine eppur si muove
Nel senso che con la da una parte con una grandissima preoccupazione
Dopo le elezioni del ventisette marzo ci eravamo resi conto che quasi nessuna delle forze politiche da quelle la maggioranza governativa quello di opposizione sembrava vera un'eccessiva
Disposizione attenzione ho interesse a svilupparla materico operazione prova ne sia che il famigerato o buono secondo lei e pareri decreto Andreatta
Fu respinto in commissioni esteri alla Camera a giugno ma quasi inaspettatamente in qualche misura perché fu addirittura la maggioranza che lo bocciò mentre l'attore era di maggioranza che lo propone
Quindi un plauso sicuramente a all'insieme della proposta dentro la quale ci sono sicuramente molte cose da discutere molte cose la metterà a punto perché segna un tentativo mi pare serio e organico di rimettere mano alla materia ma sopra tutto segna dà un segnale
Da parte del ministro e da parte dell'intera Farnesina di volere riaprire la questione la cooperazione non lasciarla morire di morte naturale o di molte spinte
A questo plauso però io metto immediatamente alcune preoccupazioni
Alcune preoccupazioni che sostanzialmente ruotano intorno a questo nodo
La grande preoccupazione di quando ne usciamo
A me pare che non bisogna perdere di di vista il fatto che da circa mille novecentottantacinque cioè da quando qualcuno
Sarà dico l'esperienza positiva di una legge che esisteva Carla trentotto settantanove con l'esperienza abominevole del Fondo aiuti italiani
Che cancellò di colpo un esperienza in corso una politica di cooperazione io ricordo in quegli anni
Si stava costruendo Napoli cooperazione dei Paesi al Sahel in quei Paesi l'Italia stava divenendo il primo donatore con programmi ricordava lo stesso ministro easy prima con la May che ITA in Niger estremamente positivo
L'esperienza quindi noi siamo in una
Situazione di
Ansia riformisti GA prolungata o quasi da definire di frenesia normativa dall'ottantacinque in poi quando siamo addivenuti alla quarantanove dell'ottantasette ma poi con il Regolamento da non ce l'abbiamo fatta a rispettarla
E e via di questo passo in particolare mi pare che negli ultimi quattro cinque anni
Dalle grandi norme male più piccole norme il grosso del lavoro sia stato intorno alle norme quasi ritenendo che con le norme si risolvano i problemi sostanziali
Allora io vedo intorno a questo
Un grosso pericolo no un grosso pericolo di fissare tutto intorno questa partita collegato alla seconda
Frenesia un po'di questo tempo che stiamo vivendo che la frenesia privatistica dove sicuramente il maggior ricorso alle competente altre e positivo
Ma dice quasi un assunto dove si ritiene che privatizzando in qualunque settore quindi nella cooperazione sicuramente sì guadagni inefficienza inefficacia
Da questo punto di vista condivido la preoccupazione espressa prima di me
Se è ben chiaro quanto deve essere più elevate più forte ruolo politico di fronte una delega
Di privatizzazione ancor prima di entrare nel merito la discussione su Fondazione delega l'esterno quant'altro
Ma a mio parere il grosso rischio grosso pericolo è che si perda quella che il mini il ministro easy prima sottolineava la preoccupazione di riformare prima che lo strumento nelle linee la politica ciò che si perde la dimensione politica della della cooperazione o che si perde la capacità di riflettere sulle nuove linee dello sviluppo
Anche perché questa riflessione rischia veramente di essere scavalcata lesione distrattiva tout-court ma saputo perché intorno a questa non si sta attivando il dibattito nelle sedi più ampie
Il plauso l'iniziativa del ministro mi pare che finora forse nelle prossime settimane ma non credo all'atto che l'attuale Tosoni fibrillazione politica il Parlamento per primo ma anche arresto spazzi via dovrebbe essere coinvolta
Se non nella discussione intorno gli strumenti per lo meno ad uso dentro la politica mi verrebbe da dire fra gli esempi questa grande enfasi sul Mediterraneo dell'Italia giusta strategicamente e politicamente mi chiedo quanto faccia i conti su una politica del dell'Unione Europea che mette a disposizione del Mediterraneo enormi ingenti risorse allora è utile e necessario che anche noi mettiamo Another risorse laddove ce ne sono già molte oppure potrebbe essere utile che le scelte di priorità possono altrove senza per questo rinunciare a anche perché se si analizzano le scelte però l'ha fatto nella finanziaria
Ecco queste scelte di linea politica sembrano andare in qualche misura altrove sembra per esempio andare verso un maggiore centralismo e significativo anche se era poco che non esistano più
Neanche poche briciole per gli enti locali in questa finanziaria quindi alcune scelte quieta hanno già passa un auspicio un auspicio molto forte
Qui dentro un apprezzamento di questa della proposta complessive comunque del fatto che ci sia un muoversi un lavorare da parte del ministro i suoi collaboratori un auspicio
Che l'apertura alle norme europee così spesso richiamate negli interventi intorno a questo tavolo dal ministro lo ISI ma anche da altri
Si traduca però anche nello specifico di tante norme applicative
Vorrei fare un esempio che molti di noi conoscono da vicino e che con c'erano per esempio le ONG tutti sappiamo che negli ultimi nell'ultimo anno da per un anno circa dal giugno luglio del novantatré al luglio novantaquattro una unità del ministero a lavorato per mettere a punto le nuove norme per il cofinanziamento dei progetti e nove mesi
Quando probabilmente era molto utile semplice eccetto che per la parte volontari recepire semplicemente le normative esistenti in Europa
O quando lei più restrittive normativo europeo e parlo di cofinanziamenti a settantacinque per cento le stiam parlando di cofinanziamenti ad un massimo del cinquanta con anticipi e poi i rimborsi alla fine del del resto delle quote quindi il recepire norme europee poi mente vuol dire a recepirla Fini fondono soltanto rientra a me
E infine che
La giusta preoccupazione manifestata intorno a questo tavolo il dovere riaprire ricostituire un forte consenso coinvolgimento del paese dell'opinione pubblica intorno ad un messaggio positivo di cooperazione parta già da ora parta se da ora in primo luogo riconoscendo la soggettività diffusa all'interno di questa legge
In nella legge quarantanove preesistente
Oltre allo Stato erano riconosciuti come soggetti gli enti locali le ONG io mi auguro che siano ancora altri soggetti riconosciuti
E non che vengano soltanto designati come enti esecutori ai perché vedo in alcune linee di dibattito un po'questa tendenza e in secondo luogo che venga con questi soggetti con molti altri convocata immediatamente non ai termini della commissione d'inchiesta se mai si farà ma immediatamente nei prossimi mesi la tanto auspicata
Terza conferenza l'azione sulla cooperazione dove si recava da discutere nuove linee politiche la cooperazione doveva forse questo sarà un modo di lanciare un messaggio a questo Paese
Grazie e Luca è il Raffaele Salinari del cocci s'
Fortunatamente ovviamente io sono assolutamente d'accordo con Luca che mi ha preceduto quindi questa è la parte generale
Mi piace sfruttare i miei due minuti per alcune comunicazioni di ampio respiro che cosa noi cercheremo di inserire nella legge
Ma prima di tutto secondo noi il l'economia non può esaurire l'orizzonte umano e questo è è una riflessione che noi abbiamo fatto e che ci permea in profondità quindi l'economia non è l'unico orizzonte possibile dello sviluppo non deve essere il paradigma dello sviluppo quindi questo noi cercheremo di inserire quindi di al forgiare per quello che ci sarà possibile una legge di cooperazione con dei presupposti che partano da questa riflessione
Una seconda questione che ci preoccupa
L'importanza scarsissima che viene data la cooperazione o comunque alla politica estera in un momento di globalizzazione totale
Dell'economia dei mercati cioè di quello che in questo momento conta quindi se lo spazio del mercato e il mondo intero lo spazio della politica non può essere soltanto quello nazionale per qui dal nostro punto di vista la politica estera
è molto più importante di quella in Terna e quelle interna diventa quasi un riflesso della politica estera che fa il nostro Paese
Per questo quello che diceva Luca eppur si muove ecco dovrebbe veramente muoversi di più in questo senso una terza questione a cui noi teniamo molto e che cercheremo di inserire anche questo questa cento nella legge
Noi oggi come volontariato internazionale ci sentiamo legati moltissimo sempre di più anche al volontariato nazionale
Quindi questa linea questo iato che fino a qualche anno fa
Divideva il volontariato internazionale quindi che si occupava dal Sud del volontariato nazionale che si occupava delle nuove povertà noi cercheremo e stiamo assolutamente come terzo settore quindi come privato sociale
Stiamo cercando di colmarlo e anche in questo senso cercheremo di di trasferire nella legge queste queste acquisizioni delle della della società civile un ultimo accenno molto breve noi teniamo molto a che questa legge sia dotata di tutti gli strumenti per far capire che l'interculturalità e la multiculturalità quindi sono un momento
Questo sì importanti anche della politica estera italiana come formazione della cittadinanza e dei cittadini italiani oggi si possono erigere delle barriere si può fare del nuovo modello di difesa una maniera per difendere gli interessi noi
Siamo ovviamente per un ipotesi complementare per non dire opposta l'interculturalità la multiculturalità quindi spinge Remo affinché all'interno della legge non solo e non soltanto i paesi in via di sviluppo ricevano
Aiuti ma anche qui sia dato veramente possibilità la nostra società civile di crescere in questo senso grazie
Grazie Salinari
Guardano Eduardo Missoni è un esperto di cooperazione grazie
Grazie cose Louis per presentarmi come esperto di cooperazione io sono però qui anche in veste di presidente dell'associazione degli operatori di cooperazione allo sviluppo e dato il brevissimo spazzole rimane tra l'altro conclusivo
Non affronto assolutamente i contenuti però puoi fare un appunto metodologico anche perché di metodo si è già parlato quest'oggi
Chi mi ha preceduto
Ha parlato della frenesia legislativa che caratterizza questo nostro Paese
Ebbene io penso che prima di affrontare un discorso di riforma
Bisogna valutare attentamente e le leggi esistenti e capire se sono state adeguatamente applicate o ittici piuttosto siano state ampiamente violate il discorso quindi dell'applicazione delle leggi dovrebbe essere valutato ancor prima di affrontare la riforma il che non significa che non ci sia bisogno di una riforma il che non significa che non ci sia bisogno di di affrontare i passi legislativi ha forse c'è ancor prima bisogno di verificare l'esperienza del passato
Si è detto che la cooperazione non ha funzionato mi riferisco al ministro avvisi perché non è stato non è stata dotata di strumenti come per esempio quelli per eseguire legare ma chi avrebbe dovuto dotarsi di questi strumenti se non chi la misti Chilla cooperazione amministrato si dice che manca e c'è carenza di economisti e bene ci sono ancora venti posti disponibili all'UDC per individuare eventualmente gli economisti riempire gli economisti la struttura evidentemente proprio la gestione della legge che non è stata adeguata ed è questa che deve essere rivista
E probabile dicevo che c'è bisogno di riformare la legge allora chiediamo visto che c'è un grandissimo patrimonio positivo e l'esperienza purezza italiano è stato rimarcato da più
Oratori
Perché non ricorrere a questo patrimonio perché non ascoltare perché non cercare dei metodi partecipativi
Per sentire tutti gli operatori postali coinvolti da da decine di anni la cooperazione aprire un grande dibattito nazionale
Su questo confrontarsi anche con risultati alla Commissione parlamentare d'inchiesta i su questo costruire la riforma o la modifica della legge esistente o le nuove procedure
Insomma l'intero quadro normativo e non soltanto la legge potrà essere rivisto in forma positiva soltanto ed esclusivamente ascoltando l'esperienza di migliaia e migliaia di operatori esistono oggi in Italia e sul campo e continua a prestare la loro opera
Se questo si nega allora continuiamo a costo di leggi in clandestinità come sta facendo il ministro Martino
Continuiamo a Praga approdo a produrre decreti legislativi senza consultare nessuno
Nemmeno in quella funzione consultiva MD un comitato consultivo che state morto di morte violenta come qualcuno come dava non di morte naturale e se morte naturale era era perché ancora una volta uno strumento che non è stato utilizzato a dovere
La funzione consultiva la società civile e il punto essenziale affinché questo Paese posso dotarsi di strumenti innovativi creativi
E anche affrontare il discorso dell'impresa ma l'impresa come lavoriamo intendeva nel senso di intraprendere cioè cercare cammini nuovi che sfruttino ampiamente tutto il patrimonio che esiste in Italia nella cooperazione
Se non ha non procediamo su questo cammino seguiamo in clandestinità non seguiamo le regole della democrazia sediamo M Perego che portano alla rovina la cooperazione e poi forse anche il Paese grazie
Niente non so se il ministero Aloisi è un cervo è nata vanno ancora qualcosa da dire se vogliono in qualche modo replicare per chiudere questa discussione India oggi
Brevissimamente se possibile
Grazie dottoressa non è non non abbiate paura non replicherò le cose e ho preso anche degli appunti ringrazio tutti i contributi che dei contributi che ci sono state volevo sottolineare solamente una cosa
Io si dice spesso che la cooperazione internazionale ha fallito
Perché non si hanno segni di crescita dei Paesi più poveri
Io vorrei dire che
In realtà quello che abbiamo imparato in questi anni che la crescita dei Paesi più poveri non dipende dalla cooperazione
Abbiamo visto dei paesi che si sono sviluppati lo hanno fatto in gran parte senza la cooperazione abbiamo visto dei peli poverissimi che ha avuto tantissima cooperazione e non si sono sviluppate ritorno quello che ho detto all'inizio
La crescita economica dei pini sviluppo dipende in parte da politiche interne impartita altri fattori che dipendono da noi quale soprattutto la politica commerciale politica dell'individuo finanziaria dell'indebitamento eccetera
Quindi non addossiamo alla cooperazione la responsabilità del non sviluppo e non facciamo l'errore di vedere la cooperazione solamente in termini sviluppo economico
Perché allora sì che rimaniamo nell'autoreferenzialità né di cui hanno parlato almeno due interlocutori l'abbiamo ormai capito tutti negli ultimi tre decenni per esempio che lo scopo principale della cooperazione non è questo
Quindi il nostro compito è di vedere se la cooperazione ancora delle finalità se fossero solo che dello sviluppo per fare ritorno smettere di farla perché ci sono le altre cose più efficace però io credo che ce ne sono altri no accennate alcune alcuni quindi dato il misto Martina
Io qui di cui fanno parte anche finalità economiche inteso in maniera diversa che nel passato intere come appoggio alle corrette politiche economiche
Quindi secondo me ritorna quello che ho detto o finisco il problema ridefinire con cura le finalità della cooperazione la cooperazione internazionale della cooperazione che può fare l'Italia e quando saremo sicuri di aver individuato avremo una base per analizzare i contenuti gli strumenti le strutture e anche per chiedere a questo Paese di fare uno sforzo finanziario la più forte di quello che ha fatto quest'anno
Perché altrimenti
Mi sembra che Max anche le basi politiche per chiedere una mensa del finanziamento grazie
Giusto per
Associarmi nello stesso nel nel sottolineare che il problema che la cooperazione italiana esattamente identico a quello che era la cooperazione dell'unione noi stessi abbiamo bisogno di ridefinire con curo definire piuttosto perché la definizione non esiste ancora precisi con precisione definire con cura quelle che sono le finalità
Della cooperazione dell'unione
E di articolare correttamente le le relazioni tra cooperazione bilaterale italiana e gli stati degli stati membri e gli altri Stati membri con la cooperazione dell'Unione
è un problema estremamente difficile perché se la cooperazione italiana a parte da una base evidentemente nazionale
In cui interessi che cultura i principi pressioni interne sono ben definite unitarie dobbiamo trattare con quindici Paesi
I cui interessi e finalità spesso quo corrispondono ma c'è un problema da parte nostra di trovare un interesse comune
Anche piccolo un margine ben preciso su cui costruire questa è una politica comunitaria di sviluppo
Ultima osservazione avevo sentito qualche commento
Al riguardo la la cooperazione italiana la cooperazione però debbo sottolineare qui che la collaborazione a tutte le operazioni che abbiamo dato in materia di definizione di politiche e di coordinamento sono state eseguite dalla cooperazione italiana con loro con sincerità e con apporti intellettuali che abbiamo particolarmente apprezzato
Simile io vorrei solo ringraziare tutti voi che siete intervenuti ovvia scontata delineazione in particolare il ministro Guidi che è stato con me tutto il pomeriggio e Lucio Guerrato
Naturalmente sarebbero necessarie molte ore ancora per poter discutere a fondo di tutti questi problemi noi pensiamo che questo sia solo l'inizio di una discussione che sicuramente io trovo molto produttiva nel continente a lavorare su questi due assi come i cespi su una politica italiana e si problemi cooperazione europea e speriamo agli avverbi ancora porno Ignazi