Presentazione del documentario "Picciotti, che cosa vi ho fatto?"

Utili
Questo
Anzi
Va bene
Sì così
Pensiamo personali
Siglato
Sì
Il nome
No vorrei
Lo scontro europei grossi vogliamo da allora nell'anima
La nostra intelligenza da definire ai principi della giustizia unità nella legalità
Si conoscevano che siamo tutti chiamati a vivere questa vita secondo questo percorso
Non è stato
Ma anche il credente a essere testimone di una santità quella santità che meraviglia l'umanità intera
Pregheremo
Per la pace
Ma quella pace ci ricorda
La reliquia del beato Livatino che va conquistata
Va ricercata
Con l'opera dell'impegno nella giustizia
La pace non è una parola ideologica
Vuota
Ma è l'espressione di un impegno di giustizia che noi prendiamo di fronte al servizio che il mondo ci richiede
Nella fede che il beato Livatino
A Espresso quella fede che lo ha reso
Beato
Nella forza del suo impegno civile
Diciamo la nostra preghiera che ci fa tutti fratelli Padre nostro che sei nei cieli
Sia santificato il tuo nome venga il tuo regno sia fatta la tua volontà comincia lo così in terra dacci oggi il nostro pane quotidiano
Rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori
E non abbandonarci alla tentazione ma liberaci dal male
E chiediamo a Dio
Il dono della preghiera della benedizione del beato Angelo Rosario Livatino
Prende ora la parola il signor vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura onorevole Ermini
Autorità
Colleghi consiglieri signore e signori accogliendo l'invito dell'Arciconfraternita di Santa Maria codici o di GTA dei siciliani
In Roma qui nella casa dei magistrati e la sua casa oggi esponiamo la reliquia del giudice Rosario Livatino
Figura simbolo del tributo di sangue che la magistratura ha pagato in difesa della legalità e della democrazia
E la camicia che il beato Livatino indossava al momento del martirio la camicia imbrattata di sangue che testimonia la barbarie dei suoi carnefici
Non posso dimenticare la vibrante omelia del vescovo di Agrigento al suo funerale il grido di accusa contro la ferocia della mafia assassina peggiore persino della tirannide nazista
Non suoni allora sconveniente se di fronte a questa reliquia mi si sovrappone l'immagine di un'altra camicia insanguinata
Quella di Gioacchino Gesù mondo martire delle Fosse Ardeatine conservata al Museo della Liberazione di Via Tasso
Come Gismondo nella Roma occupata dalle SS così Livatino nella sua terra martoriata dalle cosche è caduto per la libertà della sua gente per la libertà e per i diritti di tutti noi cittadini
Mi ha sempre colpito un pensiero del sociologo Bauman va umana e l'agnostico ma diceva che senza la presenza dei santi noi non saremo umani
E si ci mostrano la via sono la via ci dimostrano che incamminarci è possibile sono fitte della coscienza per noi che non vogliamo e non sa abbiamo imboccare la via e seguirla
Livatino quella via ce l'ha indicata ancora prima di essere beatificato
L'ha indicata nel corso della sua giovane vita con il suo esempio con la sua rettitudine con la sua coerenza per questo la mafia lo ha ucciso la colpito quale simbolo del magistrato professionalmente preparato ligio al dovere d'incorruttibile impegnato nel proprio servizio fino al massimo del sacrificio
Livatino è stato il magistrato più stimato il più rispettato il più amato del suo ufficio stimato da tutti per la dote professionale laboriosità il senso delle istituzioni il rigore la profonda conoscenza della realtà mafiosa
E da tutti amato per la dolcezza del carattere per l'atteggiamento riservato è sempre rispettoso della personalità altrui per la sua straordinaria umanità
Quando moriremo ha lasciato scritto nei suoi appunti nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti ma credibili
Essere credibili ecco l'insegnamento di un uomo e di un magistrato esemplare un uomo semplice misericordioso insieme determinato e coraggioso un magistrato schivo per nulla carrierista e insieme rigorosa e tenace
Capace da sostituto procuratore di condurre delicate in ma indagini contro la mafia e gli intrecci corruttivi con politici e imprenditori e di colpire duramente le cosche regia agrigentine confiscando né i beni Livatino ha incarnato l'immagine limpida ideale del magistrato
L'indipendenza del giudice diceva
Non è solo nella propria coscienza nella incessante libertà morale nella fedeltà ai principi nella sua capacità di sacrificio nella sua conoscenza tecnica nella sua esperienza nella chiarezza e linearità delle sue decisioni
Ma anche nella sua moralità
La trasparenza della sua condotta anche fuori dalle mura del suo ufficio nella normalità delle sue relazioni e delle sue manifestazioni nella sua nella vita sociale
Nella scelta delle sue amicizie nella sua indisponibilità di iniziative d'affari tuttora consentiti ma rischiosi
Nella rinunzia ad ogni desiderio di incarichi e prebende specie in settori che possono produrre il germe della contaminazione ed il pericolo della interferenza
L'indipendenza del giudice e infine nella sua credibilità che riesce a conquistarne il travaglio delle sue decisioni e in ogni momento della sua attività
La credibilità esterna della magistratura nel suo insieme di ciascuno dei suoi componenti è un valore essenziale in uno Stato democratico oggi più di ieri
Di Martino tutto questo lo ha testimoniato con la vita una vita per la giustizia alluce ASCO magistrato ha il dovere di ispirarsi per guadagnarsi la fiducia dei cittadini fonte primaria ed esclusiva della legittimità del suo agire
Davanti alla sua reliquie oggi onoriamo la memoria del giudice Livatino che nel suo nome quella di tutti i magistrati di tutti i servitori dello Stato caduti sul fronte del diritto e della democrazia sotto il fuoco della mafia dette turismo
Grazie
A nome del Consiglio superiore della magistratura e della venerabile Arciconfraternita di Santa Maria Odigitria dei siciliani in Roma ringraziamo tutti coloro che hanno partecipato a questa breve cerimonia
Per l'accoglienza dell'insigne reliquia del beato Rosario Angelo Livatino nella casa della magistratura italiana
La reliquia sarà qui conservata ed esposta fino alle ore diciassette e quarantacinque dei ringraziano