Cerimonia di commemorazione di Eugenio Scalfari

Tale in cui mescolava sapientemente il rigore della cronaca l'acutezza dell'analisi
Il frutto delle interlocuzioni quotidiane con i massimi esponenti della politica dell'economia
Sono stati per intere generazioni per me sono stati profondamente un punto di riferimento irrinunciabile per formare la propria opinione per partecipare alla vita pubblica
Genio Scalfari ha inciso un segno
Profondo nel giornalismo nella cultura nella politica italiana l'insegna dell'innovazione e della modernizzazione del Paese
Un segno che costituisce anche un'eredità costruita nel fuoco delle stagioni in cui è stato tra i protagonisti combattendo battaglie cruciali mentre raccontava un taglio passione originali
E poi la sua cura nel formare generazioni di giornalisti costruendo un rapporto particolare con ciascuno i loro molti dei quali sono tuttora figure di primo piano dei principali quotidiani nazionali Scalfari è stato un intellettuale un tempo militante e orgogliosamente indipendente con un punto di vista forte e netto ma mai settario sempre capace di ascoltare di capire il punto di vista di chi la pensava diversamente da lui
Il suo sguardo sul mondo la sua concezione della responsabilità verso il Paese le sue esigenze di cambiamento non sono mai stati neutrali
E sempre orientati da convincimenti profondi e da forti ragioni etico civile con i suoi articoli sui libri su idee si è sempre battuto tenacemente per ciò che riteneva un Paese migliore una società più giusta istituzioni più efficienti e libere da indebite pressioni o dinamiche corruttive
C'è stato l'interprete di una diciamo sinistra laica liberal socialista che teneva insieme capacità di dialogo con i partiti più rappresentativi della sinistra fondamentale sul dialogo un suo rapporto col Partito comunista di Enrico Berlinguer ma al tempo stesso uno spirito critico che chiedeva conto di mancate riforme di contraddizioni di pigrizia di strategie ritenute sbagliate e in questo ha avuto la capacità nel tempo di costruire con il suo giornale con la sua autorevolezza con il suo anche straordinario carisma una significativa influenza politica e culturale che ha inciso sul percorso della sinistra italiana soprattutto a partire dalla grande crisi seguita al delitto Moro e poi dopo alla caduta del muro di Berlino contribuendo il modo significativo alla maturazione di un campo democratico progressista
Roma saluta oggi quindi un protagonista della vita repubblicana è un grande protagonista anche della vita di questa città perché a Roma Scalfari aveva tessuto coltivato legami che hanno segnato la sua vita intellettuali effettivi di lavoro via Veneto piazza Indipendenza Piazza della Minerva qui ha costruito le sue imprese più importanti che erano fatte di idee e di amicizia di condivisione ma anche di organizzazione innovative a Roma aveva dedicato parte del suo impegno
In particolare nella fase iniziale della sua carriera pensiamo al suo impegno contro le distorsioni della speculazione edilizia messa dall'unica nudo sull'Espresso ah dalla metà degli anni Cinquanta un impegno di inchiesta che oggi costituisce una delle pagine di giornalismo e di politica tra le più significative della storia dell'Italia repubblicana
E mi fa piacere ricordare anche che Roma è stata teatro negli ultimi anni della vita Eugenio Scalfari di un incontro di un'amicizia di cui andava particolarmente fiero quelli con Papa Francesco un incontro che arricchito la sua vita e di cui Scalfari ancora una volta ha reso partecipi i colleghi elettori esortandoli a riflessioni sulla vita sul destino dell'umanità sui fondamenti dell'etica verso i quali stava riversando sempre più con attenzione e riflessione studio è una pregevole produzione letteraria speculativa memorialistica che ha avuto come riferimento la tradizione moralistiche scettica francese Montaigne e Pascal su tutti è quella del pensiero illuminista
Pensieri che hanno riflesso i valori di una vita la giustizia la libertà individuale l'universalità dei diritti la trasparenza delle istituzioni l'economia al servizio di uno sviluppo equilibrato inclusivo e che oggi onoriamo stringendo ci attorno ai familiari alle figlie donate implica la moglie Serena agli amici di una vita ai colleghi ai suoi lettori perché Roma saprà ricordare Eugenio Scalfari come
Nasce il merci
Vediamo se messo se il il ossia se mi Sciacca Lecce al summit l'occasione la Repubblica in maniera accumulo Mascia cento il loro peso Monte scemata e dovute vivere lumi strascino
La fossa a termini anche dopo attengono
Genio Scalfari netti pacche anni bui soffocò il forno questi crescendo lo sguardo si Mou
Quello più rigoroso Torchi la vittoria emettono sinistri
Non ignavi pace il mito della nudo dottor Longhi pesavo Tula modo la Focus gestirli mie presso un nostro peggio di tutti le tesi fiero d'acqua quindici originale o credo che essa biblioteche Gessate Kuliscioff tu
Siete Pollini livello una Teodoro due locomotive e mi ha detto selve Liberté Doris ridurre archivio donatole FOSS ed il quadro
La Francia ha perso un grande un grande amico Eugenio Scalfari non era soltanto una mirabile francofono così accurato nella scelta delle sue parole come i nostri più grandi autori che aveva tanto letto e amato tanto citare no non c'era Luís solo l'amore della nostra lingua ma prima di tutto l'amore della Francia dei suoi lumi della sua enciclopedia di cui era così fiero di avere un'edizione originale al centro della sua libreria della rivoluzione soprattutto che era aperto l'avvenimento fondatori dell'Europa di quella chiamava tanto quella delle libertà dello spirito di apertura della tolleranza e dei diritti dell'uomo
Genio Scalfari
E te lo indossi SIC Sito succede sulle Kelly sul fondo sui Consorzi su Del Piero vecchio del pittore esce le fila con esoso o sua Corriere Leonardo Grassi la cognito s'e l'accumulo prenotare il seduto in assiomi duello più ciglio dello lite vaccino dello come militare su gomma e Jim Mellon su devo proprio fare
Eugenio Scalfari era uno di quelle pietre miliari sul quale si fonda sedi in forze si perpetua da più di un secolo dalla dal Rinascimento da Francesco primo e da Leonardo da Vinci
La complicità e la complementarità delle nostre due nazioni delle loro culture
Della loro letteratura dell'eredità romana comune e del melò dei nostri popoli fratelli
Premio Oscar Farinetti dell'Atm io insisto io della Fox dossier guado si battaglie pensate che i politici duellanti al massimo due sunnita chi darmi eletto ed è stato mediante le civile tutti i detenuti o lisci e chieda signor e si scosta Monte Cornetto la Select ognuno fosse Palmiro o meglio Del Noce fingersi te inciso
Eugenio Scalfari era uno dei migliori storici della Francia desumere delle sue battaglie della Repubblica della firmati della relazione del suo stato
Chi l'ha diretto
Che ammirava tanto della sua vita di cui era nutrito arricchito e che ha così bene costantemente fatto conoscere i suoi lettori apprende suoi articoli ai migliori dei nostri ricercatori universitari scrittori
Messi Messico Cile messi finisce dove c'ero Jenyu cassette sabbioso dell'Italia e della scossa e tanti spostarla al lupo e le truppe mi disse nel genio Scalfari
Ne trippa che andammo con la Fox
Grazie grata Eugenio
Perché questa simbiosi tra l'Italia e la Francia indispensabile all'Europa e lo è sempre di più Eugenio Scalfari non era soltanto un innamorato della Francia
Il decreto si John Cusack Ungheria Angela confessa Nova sono ostile il direttore diceva usciti istmo Luigi eletto ai xe los nell'ombra che assicura cortissimi sessismo anni Guido materia quotidiano c'è un tutto tornerebbe vicino nei la protesi italienne che la discreta un fosso lungo al giudice riga leggi Beha Berneri Lophura tenuto il mondo
La creatività dei oltre quello Jarl editoriali risorsa che siamo scade lo fondazioni spesso Tito Boeri vuoti ricchi del giudice un agnello fondatore più veloce ha fatto su un Gotha mito il tuo Sud Hublot fosse
Era anche non mi stanno dicendo niente di nuovo un genio del giornalismo non solo un immenso direttore il direttore come lo chiamavate
Ma l'uomo che ha saputo inventare successivamente un settimanale è un quotidiano
Che hanno saputo rivoluzionare la stampa italiana così come l'avevano fatto in Francia con il fermo rigore oggi beato Merry fondatore di Lo Monte la creatività manageriale editoriale risorsa Xi approccio ai fondatori dell'Espresso e il brio intellettuale di sonda niente fondatore del Nouvel Observateur
Suo grande amico di sempre e il suo doppio francese sulla comunque scuola FOS calate sconfiggendo invitammo ai credo che ognuno e alla fine e Pascalis un nudo Eugenio Scalfari
Dirlo con loro passaggi i seggi utente Palmieri somme dopo Acitelli Baldini oltre al gonfiore delusi chic i politici
Questo vale per la Francia perché la stampa contribuisce naturalmente a illuminare l'opinione pubblica
E a fare e e a costruirla perché i giornali giornali di Eugenio Scalfari di giornali partito come diceva sono stati i primi in Europa a mettere le fondamenta di una reinvenzione delle nostre scacchiere politica
Genio Scalfari assiste al comune cioè dose saldo reduction secolo edotto un criterio gli attori
Lei meglio soffrono di confermi politici della preghiera Italia gli arcigni del liberalismo ecco nel mica laicisti sociali Olivetti politiche
Un po'di Roma mo'la sua alla Fiera Massud abilitabile liberalismo lo copia
E quel mitico e politiche servito Lotto Tris e della solidarietà dei social della creatività di di vigile e della regressione con il
Eugenio Scalfari ha saputo far convergere nelle sue aule di redazione nei suoi fondi e in tutta l'Italia migliori figli delle due grandi famiglie politiche del dopoguerra italiano far sposare il liberalismo economico alla giustizia sociale alle libertà politiche aprire in una sola parola la strada all'affermarsi di vero liberalismo europeo economico che politico quello dell'impresa e della solidarietà della creatività individuale e nel senso della Società collettiva
Come l'eponimo Pesach durante l'incidente della più plichi
Il genio Scalfari o ai teologi o rosso il figlio attraverso il Rid Giulini un politici credo usavo sotto il profilo costruire e c'è ma conto molto
Come i più grandi degli attori intellettuali della vita pubblica Eugenio Scalfari
è stato un presi curatore quello dell'unione politica che noi abbiamo intrapreso di costruire e che ora
Allora Sacha fu esattamente Simone
Giornata Ettore è unica sede ma
Vorrei giovanilista della Repubblica e dell'Espresso pur se si in un voto rese ammise le criterio del tutto il territorio che la fossa Lemme la migliore
Il resto ha condotto comunque messo
Allora sappiate Simone donata Ettore Enrica Serena voi la sua famiglia
Voi i giornalisti di Repubblica e dell'Espresso voi così numerosi amici e lettori di tutta l'Italia che la Francia allarmava l'ammirava e lì resta s'prima di tutto riconoscente
Il suo sex danzo effettuato
Bisogna future argenteria un un mutuo due fax
Per questo la Repubblica Curagi la famosa per la prima volta mi
Nel nuovo persone che mo'
Sì per
Tant'è che offre
Ok ok Michele già aveva prima del Motor Show
E se fa
Comunque pure complesse sofferente qui toujours per lo puoi fare Somers
Eugenio non se n'è andato in un momento di gioia mangiando un pandoro come Luigi Abete Ico sperava accadesse se ne è andato elegantemente nel silenzio che aveva recentemente preso la sua vita fatta tutta di parole
Quelle dei suoi articoli dei suoi saggi dei suoi romanzi delle sue polizia
Le parole scritte e quelle dette le parole delle mitiche riunioni della redazione
Suo giornale quelle pronunciate in televisione e quelle con le quali tesseva la rete dei suoi rapporti professionali e personali parole la più bella delle facoltà umane quelle la cui scelta selezione scarto
Ci definisce e ci racconta
Quelle che pronunci quelle che ascolti e che ogni volta ti creano diverso da prima
Ho letto ironia per l'entusiasmo che Eugenio aveva manifestato per l'amicizia di Papa Francesco le sue telefonate inaspettate delle quali era molto orgoglioso
E per i loro incontri Benzi di quel significato che lo stesso pontefice ha voluto sottolineare su Repubblica ricordando Scalfaro
Non capiva chi ironizzava che in quell'entusiasmo c'era tanto di Eugenio
Persino la sua componente dichiaratamente infantile
Quella che solo le grandi persone non vogliono nascondere
Ma c'era l'anima della sua vita il viaggio il viaggio quello infinito quello di Odisseo il nostro Schenone solo tornare a scoprire varcare i cancelli del mare del cielo
E cercare disperatamente sempre
E l'essere Mozzi o capitani ma mai guardiani del porto
Sì Eugenio Scalfari uomo le cui idee erano nitidamente visibili nelle parole che sceglieva in quelli che scartava
Era soprattutto un uomo magnificamente curioso
Curioso del tempo che aveva vissuto e di quello che immaginava curioso della vita degli altri e del pensiero degli altri curioso come un viaggiatore incapace di annoiarsi perché la vita gli cambia sotto le dita e davanti agli occhi
Come le creazioni della natura
Eugenio andava per l'alto mare aperto alla ricerca di quei pensieri che lo avrebbero condotto non a essere diverso da sé ma nuovo sempre nuovo
Ha detto io ho avuto il desiderio di viaggiare nel mondo esterno e dentro di me e questo è stato il privilegio del quale sono grato alla sorte alle circostanze agli incontri che l'hanno punteggiato e arricchito
Lui laico e ateo era incuriosito dall'ultimo viaggio possibile
Non si è convertito parlando con papa Francesco ma non ha smesso di dubitare mai
Ha scritto credo che nulla sia l'ombra di Dio
E che il divino sia dovunque nel filo d'erba nella rosa nel passero nelle ore nell'uomo in questo offende la fede nell'uomo che Eugenio non ha mai smesso di coltivare e che ironia leggiadra della storia lo ha portato a morire in quel quattordici luglio chiamava festeggiare
Si è detto che Eugenio Scalfari era un uomo di parte fondatore di un giornale partito la prima cosa è vera Eugenio è stato un democratico convinto amante della libertà e delle libertà Scalfari è riuscito forse unico caso a fare della sua cultura differimento quella dell'azionismo e del socialismo liberale un fenomeno di massa affondando due giornali L'Espresso e poi Repubblica che hanno portato questo pensiero laico ispirato la convinzione profonda che libertà individuali e giustizia sociale fossero inscindibili
Ad essere frequentato e condiviso da milioni di persone
Amava Berlinguer che definiva straniero in patria
Proprio perché apprezzava lo sforzo di strappare il PC dall'ideologia
E di farne un partito ancorato davvero la convinzione che la democrazia fosse un valore universale e stimolava De Mita cambiare la DC a recuperare l'idea di Moro di un'alternanza al governo di forze egualmente legittime
Eugenio non è mai stato comunista e tanto meno democristiano è stato socialista con Nenni ha stimato e rispettato la Malfa
Ma se si va oltre le cortine fumogene della memoria si scoprirà che Scalfari ha sempre avuto un'idea guida quella di una democrazia dell'alternanza e di un'evoluzione dei partiti figli del dopoguerra e dell'ideologia verso modelli più evoluti più europei se si vuole perché più anglosassone e l'idea liberale di un'economia di mercato temperata dall'attenzione agli ultimi dalla contestazione della diseguaglianza e la moralità della vita pubblica come garanzia della democrazia
La seconda osservazione che gli è stata fatta quella che riguarda il giornale partito e per nemmeno corrispondente al vero
Eugenio ha sempre creato dei giornali comunità che erano tali nella redazione il dolore squassante dei suoi giornalisti sta a dimostrarlo nel rapporto con i lettori
Repubblica in particolare è stata un'identità ma il bello quando un giornale fatto di parole riesce a entrare nelle menti e nei cuori di tante persone approvare l'esperanto che l'ente che rende la lettura dei fatti un'esperienza comune per milioni di esseri umani
Perché le dittature antiche e moderne hanno sempre odiati giornali liberi perché proprio il loro essere di parte di tante parti diverse alimenta il dubbio la distanza dal potere e dalle verità ufficiali
Un giornale senz'anima senza emozione senza curiosità in definitiva senza identità è un'occasione perduta
Si può essere di parte per fortuna tutti lo sono e lo possono essere in democrazia ma senza venir meno all'etica di una professione che disegna le censure e le menzogne
Eugenio ha inventato due giornali fatti così nuovi per linguaggio e forme riconoscibili per le idee che sostenevano una vera rivoluzione della storia del giornalismo italiano che è continuata attraverso i suoi direttori quelli che sono succeduti Luís a cominciare da Ezio
Repubblica è stata la sua vita matura parlava del giornale come di un figlio dei suoi redattori come della sua famiglia certa era padre padrone la sua vita come quella di ogni mortale non è stata esente da errori ma che grandi italiano è stato Eugenio Scalfari
Figlio di quella generazione che ha vissuto l'incubo il sogno che ha liberato questo paese dalle macerie lo ha fatto correre finché ha potuto
La generazione di Calvino e di ecco di Ciampi di Natalia Ginzburg del cardinal Martini e di Federico Fellini di Angelo Guglielmi e di Ettore Scola
Nella splendida interviste che un genio fece a Mastroianni e Gassman già avanti con gli anni i due raccontarono che di solito si vedevano con altri cinematografari coetanei per cena e che una volta Mario Monicelli che aveva già ottant'anni aprì la porta del ristorante riguardo disse tutti i vecchi e richiusa
Eugenio amava la saggezza della sua vecchiaia ma invecchiare gli scocciava
Ha scritto a novantacinque anni una poesia in cui dice
Una scimmia pensante che si vede vivere crescere invecchiare morire questo siamo nuovi al tempo stesso una forza è un'infelicità
Che solo creando diventa felici
Solo creando queste parole di Eugenio mi sono rimaste nella testa Calvino vecchio amico di Scalfari scrisse lezioni americane che la malinconia e la tristezza quando diventa leggera e Calvino la leggerezza la considerava giustamente un valore quel solo creando che pure sembra un'intenzione per la felicità me invece è sembrato più figlio della malinconia di un uomo che si avvicinava all'ultimo viaggio ma soprattutto era sorpreso e amareggiato dalla condizione di ciò che tanto lo aveva sempre appassionato la politica come scienza e passione come soluzione e sogno come passione collettiva illuminata dalla luce dell'interesse generale e quello della nazione
Se n'è andato Eugenio in un tempo invece confuso impaurito in un'Italia smarrita slabbrata
Io l'ho conosciuto come Lucio Fabrizio Marco e tanti altri
Nella sua casa che era un ragazzo per merito in primo luogo di Enrica edito nata alle quali voglio un gran bene
Ma non ricordo una sola delle mille conversazione in questi decenni in cui non si finisse di parlare di politica
E sempre con la convinzione che una soluzione fosse possibile che un nuovo viaggio collettivo magari difficile potesse cominciare per le idee nelle quali ambedue tenevamo
Le ultime volte che l'ho sentito prima del legittimo silenzio era sfiduciato sorpreso amareggiato si sentiva in qualche modo anche lui ormai straniero impatti
Nella dedica su un suo libro tempo fa mi ha scritto semplicemente con grande e antico affetto
Antico sta per certo solido resistente vero ed è persino più importante di grande io per Eugenio ho sempre nutrito ammirazione rispetto curiosità gratitudine per la stima che mi ha sempre dimostrato e proprio un grande e antico affetto
Gli ho voluto molto bene e non smetterò mai di volerne
Perché ci sono persone che muoiono ma non finiscono
Scalfari ha scritto una volta dialogando con il cardinal Martini
Chi non crede in un altro mondo sa che in quel certo momento tutto si concluderà non teme l'inferno e non spera in un paradiso non si aspetta prendine castighi la preghiera non saprebbe a chi rivolgermi posso lo augurarsi d'essere ricordato da chi lo ha amato una sopravvivenza Breve che avrà solo se l'avrà merita
Non sarà breve Eugenio per me e per tutti noi te la sei meritata ecco
Questo è il momento del dolore della responsabilità
Il dolore della comunità intellettuale di Repubblica dei suoi giornalisti dei suoi lettori di quelli che lo sono stati di quelli che lo sono di quelli che lo saranno di unirsi affiancarsi alle figlie per la famiglia tutta per ricordare un uomo straordinario che ha dedicato il suo genio le sue invenzioni la sua forza creativa a creare chi nulli oggi sia la sua dote più importante il coraggio di osare
E la chiave ad interpretare il momento di responsabilità che si somma a questo momento di dolore
Il coraggio di osare nell'innovare fare giornalismo nel cambiare il metodo di fra i giornali di presentare le notizie di impaginare i timoni di immaginare le fotografie il coraggio di osare nel leggere notizie nel va in una chiave di lettura dei fatti di assumersi di nuovo
La responsabilità di guidare come spesso mi diceva negli incontri che avevamo nella nella sua casa quest'idea di innovare in continuazione di non fermarsi mai perché questa è la chiave della modernizzazione del nostro straordinario Paese in fin dei conti questo possiamo dire
Che lo ha fatto uno dei protagonisti del fatto che oggi l'Italia grazie a luglio un paese migliore ma responsabilità anche sul piano dei valori perché l'altra grande
L'altro grande pilastro per quello dell'innovazione del giornalismo e appunto il socialismo liberale ovvero l'idea di una società abbassata su diritti e riforme
Su e uguaglianza e modernizzazione
Sulla capacità di fare attenzione a tutti e di lavorare per migliorare la vita di tutti idee profonde radicate facevano riferimento alla sua storia personale alle sue esperienze ma anche e soprattutto alla Costituzione repubblicana per la sua straordinario
Vocazione europea che tutti noi condividiamo Grassi direttore
Il giorno che tutti aspettavamo temevamo infine arrivato
Per questo mi maledettamente difficile parlare oggi qui di Eugenio Scalfari
Sì è stato un padre lo scritto ieri sulla stampa e scusate se
Mi cito lo farò ancora durante questo breve discorso con lungo discorso non lo so
Ringrazio ricca e donata di avermi concesso il privilegio di ricordarlo questo padre di tutti noi il nostro Barbapapà
Non c'è bisogno che io vi parli della sua sconfinata grandezza giornalistica
La conoscono tutti
Sta lì
Quella
Prima pagina del quattordici gennaio
L'abbiamo fatto rifatto cambiato modernizzato ma un giornale così bello non l'abbiamo mai più saputo replicare e sarebbe meraviglioso anche oggi c'era già tutto dentro tutto tutto
L'aveva chiamato un settimanale che esce tutti i giorni l'aveva detto con Arrigo Benedetti
E poi ha continuato
A innovare e a inventarsi tutto quello che oggi sembra nuovo ma lui aveva già inventato
Oltre a quel giornale tutto il resto
Affari finanza il venerdì Mercurio viaggi oggi siamo digitali li chiamiamo content ab
Che è una bella parola ma lui l'aveva già intentati
Cambiava il mezzo
Ma il messaggio c'era già
Aveva raccontato tutto anche dal punto di vista del paese l'ha detto
Prima Walter
Ma io continuo a dire che il titolo di quell'editoriale è la summa della sua straordinaria intelligenza e della sua incredibile preveggenza
è vuoto il palazzo del potere
Insomma valeva per quel quattordici gennaio del settantasei vale anche per oggi
Doveva poi avere qualche feeling con quel numero quattordici lo ricordavamo ieri con Ezio Mauro perché ha scelto un altro quattordici per andarsene
Che lo dice nel straordinario documentario
Che ha fatto con Simonetta Fiori
Parlando della Rivoluzione francese la nostra patria intellettuale come la chiamava libertà e uguaglianza
E non sarò quindi io a spiegarmi il modo in cui ha rivoluzionato tutto il modo di fare informazione in Italia di modernizzare la già con L'Espresso sempre Simonetta dice volevamo parlare a un Paese non più ingessato e baciapile e c'è riuscito c'è riuscito in modo straordinariamente
Efficace
Ed è rimasto nel tempo e lo diceva già mesi prima di fondare lo sogno un settimanale che esce tutti i giorni
E lo diceva già la campagna pubblicitaria di Repubblica prima ancora che uscisse dal quattordici gennaio concreti al telegiornale o credi alla Repubblica il giornalismo come campo di battaglia
Questa era l'anima di Repubblica io oggi di questo soprattutto vi voglio parlare perché ne sono stato testimone
Quell'anima che ha colpito trasformato anche le nostre vite o almeno di quelli come me che hanno avuto la fortuna ho il privilegio di condividere quell'avventura
Tutti i giornali hanno un'anima tutti tutti persino quelli che non la vogliono oppure quelli che non ne sono coscienti
La diversità di Repubblica nel ventennio Scalfari hanno e poi in quello di Ezio
E che di quell'anima non solo era consapevole ma era orgogliosa e gelosa e per noi ragazzi
Eravamo ragazzi
Di Piazza Indipendenza Accolti nella piccola corte dire Eugenio imparare quel genere di giornalismo non voleva dire iscriversi a un partito Ezio l'ha detto tante volte lo dicevo prima Walter perché Repubblica non era un partito ma significava certamente condividere un'identità e partecipare a una comunità che era quella di redattori ma soprattutto quella dei lettori questo senso profondo di appartenenza o persino di militanza sì di militanza
è stato è e rimarrà per sempre lo specifico di Repubblica
Solo questa visione comune questa missione condivisa
Potevano permettere a quel direttore di decidere già dalla mattina anche giornale avrebbe fatto
Il giorno dopo cascasse il mondo oggi lo due terzi fa su questo perché l'agenda la dettiamo noi
Straordinario l'ha scritto Concita De Gregorio in un bellissimo ricordo che abbiamo pubblicato ieri sulla stampa l'identità e l'unica cosa che fa di te la persona che sei chi definisce quel che ha in Idi verso questo io devo dirvi ho provato anche a spiegarlo più volte non solo a chi non ha partecipato a quell'avventura ma anche i nostri nuovi azionisti perché non è semplice farlo capire per chi non c'è stato dentro non è semplice
Fatichiamo
A farlo capire
Naturalmente questa appartenenza o militanza produceva anche un una forma di egemonia e io dico per fortuna Repubblica come lo dice Lupi è una sua formula Repubblica come contropotere come roccaforte imprendibile
è bello immaginare
E noi lì dentro eravamo i suoi guerrieri lotta dura col potere e competizione del re tra di noi c'era questa anche questo
E sarebbe bello davvero ricordare tutti i compagni di quel viaggio tutti tutti a partire da quelli che se ne sono andati già ne cito solo due ma ne potrei citare tanti purtroppo dico Alfredo Del Lucchese Giuseppe D'Avanzo tanto per dire
Eugenio ci raccontava spesso
E anche questa l'ho detta l'ho raccontato ai nostri nuovi azionisti per provare a spiegare agli che spirito c'era in quel giornale
La storia della falange macedone forse
Della ricorderete
Quelle che hanno condiviso con lui la nostra avventura
Che faceva la falange macedone lui lo raccontava quando c'era magari gli dissi di uno scontro dentro la nostra redazione
La falange macedone
La notte negli accampamenti
Con i suoi soldati ne faceva di tutti i colori
Si picchiavano
Se ne flussi che stavamo facevano qualunque cosa ma la mattina dopo in battaglia non ce n'era per nessuno la falange macedone di in Cina e noi dovevamo essere come la falange macedone questo ci chiedeva
Questo ci chiedeva Eugenio
E guai se di tutte queste lotte intestine uscisse qualcosa al di fuori qualcuno ne sapesse qualcosa perché noi eravamo la roccaforte imprendibile no
Non c'era Dagospia allora però ogni tanto qualche cosa usciva fuori sugli altri giornali
E io mi ricordo la sua furia quando i riunione diceva
C'è un miserabile tra di noi
Sappia che non merita di stare in questo giornale
I miserabili fantastico
Era carismatico era dispotico
Come un maestro era severissimo ma era dolcissimo come un padre appunto
Aveva questa esigeva pretendeva questa cura nel lavoro per noi era sconosciuta volterà disumana
è inutile che io ripeta
Tutto quello che abbiamo detto e scritto in questi giorni sulle famose lettere di censura
Quante ne abbiamo ricevute
Rivali al giornale la mattina chili trovati questa lettera bianca
La tastiera del computer
E lì come dice quel film sto pugno può essere ferro può essere piuma tu aprì la busta e dice come sarà andata logici
Avrò vinto avevo perso
Ma lettere censure erano di tutti i tipi d'andavano da una didascalia sbagliata un numero impreciso su un grafico
E Luigi impartiva così recitava quella censura impartiscono censura formale
E la prossima volta trasferito questa censura all'azienda
Fu
Il disperato però poi tiri consiliari sapendo che l'azienda era sempre lui non mi non me ne voglia andreottiana non me ne voglia Andrea Piana ma lui era tutto era direttore era amministratore delegato qualunque cosa quindi tutt'al più riferiva a se stesso
Ma quale azienda poi entrare Repubblica era come entrare in una chiesa laica questi redditi e le sue liturgie anche queste le abbiamo dette tante volte qualcuna però non la conoscete forse allora però voglio raccontare perché erano fantastiche il nuovo assunto
C'era spesso accompagnato dal grande Mauro bene non lo so non lo vedo lo abbraccio comunque Mauro
Prima da Franco Magalini che era il grande storico caporedattore centrale
Una specie di share vero di cui tutti avevano il terrore e ci andava con una bottiglia di whisky bisognava consegnare una bottiglia di whisky Franco Marini
Poi che accompagnava dal direttore
Presentazione del primo giù o c'era la messa cantata anche questa quante volte sabato e non i novizi partecipavamo come se se fosse se fosse una una messa a punto una messa cantata come se dovessimo fare la comunione ma di gol così ormai veramente tutto lui la officiava con tutti i crismi
La stretta di mano col caporedattore centrale tutte le mattine c'era il rito della stretta di mano col caporedattore centrale non era una cosa stupida banale in saldava ogni giorno il patto che Eugenio aveva con la sua gente
A partire dai mostri sacri del giornalismo che sedevano intorno a quel tavolo è inutile del lipidico tutti potrei
Citarli cinquanta uno più grande dell'altro
Ma compresi anche tutti gli altri non solo i giornalisti anche gli autisti tutti tutti tutti Giovanni
Sergio e Dario Dario quell'accompagnato
Fino all'ultima sua ora
Noi entravamo in quella sala riunioni piccoli implumi quasi
Sempre con un groppo in gola magari facevamo prima una una sosta in segreteria di redazione
L'ordine c'erano Patrizia poi Anna Stella
Fausta che custodivano gli umori e quindi chiedevamo oggi come
Andiamo tranquilli
Succedeva questo
E oggi poteva andare bene come poteva andare male dipendeva appunto dalle viva o dalla basso
Che erano altrettanto forti nell'una o nell'altra direzione sia che tu avessi fatto male sia che tu avessi fatto bene
Quando facevo il male però
Erano dolori era quella che lui chiamava sempre nella conversazione con Simonetta la prova Toscanini il grande direttore d'orchestra che prende ciascuno i suoi orchestrali egli ripete vergognati vergognati vergognati
E lui dice io è un dittatore e quindi
Quando convocate compensarli va be per me finisce qua di saluto torno a fare non lo so vigile urbano
Invece di sbagliare perché proprio quando capitava questo finiva la riunione magari Luís si faceva chiamare nella sua stanza
Tu andavi giù al secondo piano convinto del
Arrivasse anche il resto come dicevano i vecchi genitori di una volta invece succedeva l'opposto
E lui con tutta la sua dolcezza di diceva guarda
Io ti ho oggi Pio
Sì ho piuttosto maltrattato Manon Sighieri deprimere io lo faccio perché penso che tu abbia delle qualità perché credo intenti dei preoccupare quando non lo farò più
Ma invece se lo faccio c'è un motivo perché un giorno io Porro consegnare immettere nel tuo zaino il bastone di maresciallo
Il bastone di maresciallo era una delle altre sue immagini formidabili
Questo bastone di maresciallo Cola Lou evocava sempre allora se eri bravo finiva dello zaino se non eri bravo magari andava a finire da qualche altra parte ma insomma andava comunque bene così
Sapeva tutto era preparato su tutto io posso parlare della mia esperienza
All'economia dico di cui con lui mi occupavo vi posso dire che il mio incubo il nostro incubo perché non dobbiamo mai parlare in prima persona
Di quell'avventura nel nostro incubo notturno ricorrente era il franco svizzero perché era il franco svizzero perché lui
Al pomeriggio
In genere verso le tre tre mezza
Faceva questa telefonata e ti chiedeva freddo
Allora oggi come ha chiuso il franco svizzero
Tu va bene se ieri il capo dell'economia però francamente e cominciai a fare rumore ad inventare la super Cazzola perché due di prendere tempo non c'erano ancora le agenzie così rapide come oggi non li lo capiva
Dice no ma da essa e diretti i mercati dei dei sono in ritardo
Come è andato il franco svizzero oggi
Era alla fine glielo dici però una volta era il franco svizzero la volta dopo magari era lo yen oppure era Montedison a quanto sta accudendo Montedison eccede nel suo direttore che adesso non lo so non lo so
Però la sua grandezza era proprio questa
C'è anche con i più giovani
Ci credeva se tu dimostrarmi di essere alla sua altezza chi dava fiducia
E questo era un unicum a Repubblica in nessun altro giornale
Tanti giovani sono arrivati in posti di comando così presto vero e qui in sala c'è il governatore Visco lo dico perché se ne parla sempre se ne parla tanto il patto generazionale
Che in Italia non si riesce a fare a Repubblica nell'unico posto dove ha funzionato
E lo dico con tutto l'orgoglio possibile
Se eri giovane ed eri bravo
Lui ti dava tutto lo spazio che meritano i questo non vuol dire che uno vale uno no un non vale nulla io mi ricordo una volta e scusate ancora sì se di nuovo parlo di un eventi ogni episodio che mi riguarda
Feci un errore esiziale scrissi un corsi letto nella prima pagina nella copertina dell'economia sul figlio
Dell'allora presidente della Corte dei Conti
Che veniva assunto senza apparentemente averi titoli nella segreteria tecnica del ministro Guido taccuino Carli che era un suo caro amico oltre ad essere uno dei grandi della storia repubblicana l'svillaneggiato un po'
L'enfant prodige perché sta lì feci malissimo
Perché la mattina dopo di fronte al tutto il sinedrio riunito Barbapapà Minias falcato letteralmente asfaltato
Urlando cd credi di essere tu
Come ti permetti di usare questo linguaggio nel mio nel nostro giornale
Giusto così ma anche lì giusto così lo dice lui stesso sempre a Simonetta professione ma agitate crudele il giornalismo
E poi questo è un giornale che è stata anche una scuola professionale e quello che mi sta più a cuore diceva una scuola morale
Però vi voglio dire anche questo perché siamo tristi ma non dobbiamo essere tristi perché
Lo dico
Ai miei amici di allora molti dei quali vedo qua siamo tutti cambiati siamo tutti più vecchi ma ma con quanta felicità entravano in redazione la mattina nomi ma quanta gioia partecipavamo a quella
A quello straordinario evento collettivo quanta e quando mai ci sarebbe ricapitato a una cosa del genere entrare con quell'entusiasmo in un luogo dove sapevi che avresti imparato dichiara saresti cresciuto
Lo diceva anche lui lo dice sempre a Simonetta non mi sono mai divertito tanto quanto lavorando
Verissimo e quante risate quante nottate abbiamo fatto lo ricordavamo ieri con gli amici in tipografia
Come Orlando una imparano di persone che molti di voi non conoscono ma che ci colpiscono al cuore
Quanto quanti quanti divertimenti grazie all'arrivo all'ironia e alla leggerezza di cui lui era capace
E di cui il capofila era non lo vedo qua una braccio anche lui
Capofila capocomico Gianni Mascolo
Ci ha fatto
Ridere a tutti lui compreso quando la sera si andava a fare a disegnare la per
Vedere assieme Scalfati e Mascolo
Vi assicuro
Era un buon film un film straordinari voglio dire ancora due cose rapido
Di Luís delle dell'esperienza che abbiamo vissuto assieme tutti quanti una era il senso di libertà
Quella che si respirava in quelle stanze perché lui stesso coltivava il dubbio ci dava spazio
Rivendicava il suo diritto a ripensarci diceva solo che chi non cambia idea e un Curione scusate il termine però lo diceva
Anche qui voglio ricordare un piccolo episodio io mi ricordo un pomeriggio in cui arriva la solita telefonata ci vuole il direttore scendo giù
Noi avevamo impagina un un articolo grosso
Sulle difficoltà del Monte dei Paschi
Riguardo di nuovo il governatore perché insomma tutto tornano tutto torna
Sembra oggi
Scarsa e mi dice so che avete impagina questo pezzo te lo chiedo perché mi ha chiamato Corrado Passera che allora era l'amministratore delegato dell'Olivetti
Quindi parliamo del gruppo De Benedetti
Al massimo della sua potenza in quegli anni no
Scalfari capisce
Passera richiede si è possibile di non pubblicare questo articolo perché
Hanno in piedi un'operazione col Monte dei Paschi
E io dico direttore dimmi tu su voi lo togliamo
E lui mi chiede
Ma tu sei sicuro della vostra fonte
Dico io si sono sicuro perché secondo te è importante che questo articolo esca
Secondo me sì
E allora con l'articolo esce e quell'articolo uscì uscì e questo era il suo stile e l'altra cosa che voglio dire
Il senso di protezione
Dietro di lui ci sentiamo tutti sempre al sicuro
Lo dicevamo ieri insieme ad Ezio anche anche con con John Elkann durante la guerra di Segrate contro il Cavaliere qui ci trauma Tizzoro in assemblea disse dopo l'OPA di Berlusconi d'ora in poi il vostro unico strumento di tutela e il contratto di lavoro per lui fu un trauma terribile come non ci sei più tu a fare da parafulmine noi no non ci sono più io adesso
E non il fumo totalmente
Spauriti totalmente ma non sapevamo che stava già lavorando per proteggerci un'altra volta insieme a Carlo Caracciolo
Con l'aiuto in quel caso
Servono anche quelli
Dice arrampico avrebbe messo un'altra volta quella roccaforte invincibile inespugnabile al sicuro dalle invasioni barbariche
Ed era anche il suo modo di essere padre poi questa componente paternale la chiama così con Simonetta l'appartenenza a un progetto comune la protezione la felicità che tutto questo poteva dar loro cioè noi il senso di partecipazione a qualcosa che supera i singoli individui insomma un patriarcato dove il potere del patriarca era il risultato dell'amore
è per questo che oggi piangiamo per per Eugenio
Però è per questo che io vi dico anche se abbiamo il cuore sotto sopra che noi non dobbiamo piangere ne dobbiamo sorridere
Vi tedio col mio ultimo ricordo
Era il novantasette un anno dopo che lui lascia la frase Repubblica il rosmarino per i ricordi le viole per i pensieri anche questo lo sapete è inutile che Lusi ripetiamo
Mio padre era morto in quel momento e lui mi chiamò e mi disse vieni a trovare ed era non era già più in Piazza Indipendenza ma era nel palazzo di fronte a quella piazza
Io andai
Parlammo un paio d'ore mi racconto di tutto quello che significa il rapporto padre-figlio concluso dicendo questo ci guarda
Io lo so adesso ricordo di punto il tuo papà tutti da un immenso dolore ma verrà il tempo in cui quel ricordo ti farà compagnia smetterà il dolore deterrà la compagnia allora io oggi qui io vi dico che per quello che mi riguarda spero anche per tutti voi quel tempo è già arrivato Eugenio ci fa già compagnia
Noi siamo in affanno siamo in difficoltà siamo nella tempesta di una professione che spacca ambiante cambiata
Piccola parentesi se lui avesse resistito altri due anni sono convinto che
L'avrebbe trovata l'unica soluzione su come si fa
A guadagnare e quindi a stabilizzare un'azienda editoriale facendo pagare i contenuti sul web quello che lui chiamava il giornale dei bottoni
In contrapposizione o in cui si spense col giornale di carta che invece li chiamava e qui cito tutto Eugenio il salotto il salotto Che meraviglia
Ma a parte questo concludo scusate sono stato troppo lungo ma se guardo annui riuniti qui per dargli l'ultimo saluto mi piace pensare e noi non siamo né un drappello di reduci in un collegio di orfani
Oltre al dolore per la perdita io credo che debba esserci noi l'orgoglio
E la gioia
Per quello che lui chiamava il lascito cioè la certezza di aver messo in mare una barca solida capace di navigare anche senza il suo nocchiero
Noi di per questo dobbiamo sorridere perché noi ce l'abbiamo fatta voi la nostra battaglia sul giornalismo l'abbiamo vinta
Perché tutto quello in cui abbiamo creduto è vero ancora oggi e lo sarà ancora di più lo sarà sempre
Mi piace pensare quindi che ci crediamo ancora come ci ha insegnato lui mi piace pensare che quell'anima non si è perduta anche se abita persone lontane luoghi diversi
E mi piace pensare che sapremo farla vivere sempre comunque saremo noi ovunque sarai tu immenso di Ettore dei nostri anni felici
Allora tutto è stato detto molto è stato scritto come giusto che sia
E oggi non ci resta che se traversie del genio
Lasciarlo andare
C'è pudore di fronte alla famiglia in questa giornata particolare
Ai vari spazio del dolore privato con la dimensione pubblica di Eugenio ricordato troppe volte
Quella che in qualche modo ci appartiene perché l'abbiamo condiviso con lui
La famiglia oggi riappropriare del padre
Di ricca e donata nel momento in cui l'usciere
Del suocero di Ettore
Del nonno di Simone che era la sua proiezione nel futuro
Però non si può non
Non parlare di quella dimensione
Che ha portato Scalfari a interagire con l'Italia con gli italiani
Attraverso un progetto culturale che non ha uguali
Sono state ricordate tutte le innovazioni rivoluzionarie che ha fatto ne abbiamo parlato tutti
Ma c'è qualcosa che viene ricordato troppo poco
Scalfari
Ha individuato il suo lettore tipo
Gli ha dato la dimensione di un soggetto collettivo politico culturale
Lo ha portato a far parte di una comunità di una comunità speciale in cui
Erano titolari a pieno titolo coloro che il giornale lo scrivevano
E quelli che il giornale lo leggevano
Per la prima volta il lettore non era un cliente era un parte era un socio in questa avventura della conoscenza in questo progetto culturale prima ancora che politico
E come potremmo dire come se Scalfari avesse costituito il suo pubblico lo avesse evocato s'è ritagliato dell'agiografia dell'Italia una mappa particolare
Da quella degli italiani a cui voleva rivolgersi io guidava la potestà del cambiamento
Perché la formula può essere riassunta in questa ambizione titanica cambiamento e possibile anche in Italia persino qui
Potete crederci avete il diritto di crederci e avete il dovere di esercitare quel diritto potete essere il soggetto attivo di quel cambiamento
Questa era la scommessa e il patto coi suoi lettori e il giornale era semplicemente una proiezione è una conseguenza di tutto questo
Il giornale era la testimonianza di questo patto
Era
Una lettura critica dell'Italia
Era la scommessa che un'altra Italia era possibile un'Italia che esisteva ma era come se non fosse consapevole delle sua potenzialità e quindi immediatamente dopo dei suoi doveri
Non era in questo senso un giornale lettore scende
Era un giornale da cui ti sentivi scelto perché l'ha fatto per te se credete nel cambiamento nel rinnovamento del Paese nell'aggancio del treno dell'Europa nella modernizzazione possibile nelle rifiuto di nella tradizione importante dell'Italia di quegli elementi tribali istrici primitivi familista ICI sono una zavorra per valorizzare quegli elementi che uniscono il passato il futuro e valorizzano presidente
Il giornale era esattamente questo
Lui aveva la capacità di individuando pubblico di suscitare un'altra Italia
Mai cedendo la tentazione della Giachery
Di citare il popolo contro il Palazzo tutt'altro credeva che la politica in una società democratica restare seduto a capotavola
Perché è l'unica che controlla al marzo perché l'unica che la potestà di armonizzare vinte gli interessi vari con l'interesse generale del Paese
E tuttavia compassione continua attraverso i suoi giornali per spingere il Paese a cambiare per spingere i il PAI
E se
A a fiaccare quelle resistenze che portavano una fetta del potere a chiudersi dentro il palazzo
è una proposta interclassista eclettica
Si rivolgeva con la parte di classe dirigente che credeva nell'Europa a quella parte di borghesia
Che si intitola per la prima volta il dovere di fare la sua parte sotto l'aspetto dell'impegno civile
A quel pezzo di classe operaia che voleva ridurre vi riversare e investire in qualche altro progetto le energie che avevano messo nel sogno sfumato della rivoluzione
Lui era perfetto per raccogliere tutte queste Italia di minoranza
Sembrava costruito apposta per guidare e per dare spazio e ospitalità
A queste culture di minoranza come era anche la cultura della Ginestra in quegli anni era eclettico perché era libertino culturalmente molto più di tutti noi
Era liberale per formazione radicale per metodo socialista nel linguaggio
Comunista nell'illusione di poter emancipare dai suoi demoni della sua dannazione la sinistra italiana in un viaggio che l'uomo è stato compiuto fino in fondo probabilmente proiettando la diventare finalmente una forza compiutamente occidentale risolta
Riformista usavamo la questa parola nel nel nostro linguaggio comune
Pronta alla sfida di governo e anche nell'illusione di poter la affiancare spingendola
Arrestando la in qualche misura guidandola da qui l'accusa di giornale partito di cui ha parlato Massimo di cui ha parlato Walter che è un'accusa che dimostra soltanto pigrizia intellettuale per chi la
Chi l'ha lanciata
Ha capito confusamente assentito che Repubblica del rapporto coi suoi lettori era qualcosa di più di un giornale come abbiamo sempre
Ma infinitamente meno di un partito perché Repubblica non aveva l'obbligo né di convertire
Né di arruolare non era un prete e non era un partito semplicemente voleva dare le informazioni che sviluppasse però la conoscenza il percorso della conoscenza nella convinzione che attraverso la con l'informazione della conoscenza nasce il cittadino nuovo il cittadino consapevole consapevole perché informato
E non aveva la minima importanza quando scriveva un articolo a Repubblica
Pensare che il lettore la doveva doveva alla fine
Pensare come noi importante era creare un sistema di pensiero che mettesse in movimento le sue idee
E lo portasse attraverso il un percorso crei consentiva di impadronirsi della vicenda che gli interessava lo portasse a formarsi una sua convinzione autonoma
Quando questo succede è una piccola scintilla della creazione dell'emancipazione e qualcosa che vale infinitamente di più del costo di un giornale
Nello stesso tempo non era Totus politico russo si potrebbe dire
Con gli anni
Mi diceva stamattina Angelo Rinaldi mentre arrivammo qui insieme aveva sviluppato una dolcezza
Insieme la fa o fragilità del corpo una dolcezza del carattere
Che non li conoscevamo che si accompagnava la fragilità fisica
E che li faceva cercare soprattutto l'amicizia
Parlava più di persone
Che di politica negli ultimi anni
Al mattino quando venire nella mia stanza accavallava le gambe fumavo anche se non si poteva fumare negli uffici portavano ed un caffè e parlavamo di tutto mi raccontava delle storie antiche
Le notti del del della del dell'invenzione di Repubblica
La battaglia di Segrate cose che io non avevo vissuto mi parlava del suo rapporto con Carlo Caracciolo
Qualcosa di magico due persone che potevano non sentirsi per settimane e che quando si trovavano a pranzo
In via della Lungaretta a casa di Carlo la pensavano esattamente uguale si trovavano di fianco uno di fianco all'altro sempre un miracolo
E questo era anche il suo modo di essere
Il modo in cui non c'ha fatto mai sentire soli c'è nel mestiere l'elemento della solitudine soprattutto in chi dirige un giornale quando senti che la jazzista affollando i rioni pone in giornate difficili giornate molto complicate da decifrare
Sai che devi uscire e che la gente si aspetta che tu dica dove devi mettere la prua della nave mentre le onde sono alte
E la gente pensa che tu lo sappia
In quei momenti di solitudine di difficoltà Lucera
Lui c'era con una battuta con una pacca sulle spalle
Con
Un racconto di sdrammatizza sezione con un suggerimento
Comune arrabbiature
Era
Detto questa ricerca dell'amicizia era un capo tribù
Che proteggeva i suoi uomini
Come un dovere non come un pregio non come qualcosa di familista ma perché li aveva scelti perché li conosceva bene e perché sentiva il dovere di servirli perché il capo che serve la tribù
Non viceversa
Nell'amicizia alla fine dopo gli anni del comando gli anni della potestà potremmo dire gli anni e non il Potenza
Io sono sul muso sempre stupito lo dicevo di credo nata l'altro giorno
Quando guardo
Le immagini del suo saluto la redazione dal vigore fisico
Che aveva ancora nel momento clou deciso autonomamente di lasciare perché aveva voglia di fare altro e forse perché voleva fare il compiere i suoi vent'anni come il suo suocero Giulio De Benedetti aveva fatto la stampa vent'anni di direzione per Giulio De Benedetti vent'anni di direzione a Repubblica per Eugenio
Cercava l'affetto cercava non soltanto la lealtà dell'amicizia ma cercava la commozione
Cercava qualcosa che lui sapeva riconoscere era un sentimentale dicevamo con Bernardo Valli che aveva la fortuna di avere una sensibilità maschile e femminile insieme
Che gli consentiva di cogliere di captare di esse di conquistare e di essere facilmente conquistato
E comunque sì
Di entrare in relazione di saper ascoltare
Oltre alla sua famiglia con Serena
Che l'ho assistito accompagnato in questo passaggio fino all'ultimo
Insieme condonata con con Enrica
Insieme alla sua famiglia e che viene prima di tutto l'orgoglio delle sue figlie di suo nipote suo genero
L'amore smisurato
Per questa proiezione nel futuro
C'era la famiglia di Repubblica che Luis sentiva come una comunità come qualcosa di suo
E c'era in questo
Che la ricerca della per invitare come facciamo tutti nelle opere grandi o piccole che abbiamo compiuto la ricerca di qualcosa che non finisce
Quindi la nostra risposta
Deve essere la fedeltà quei principi che ci ha trasmesso a quei valori
A quegli anni
A quella certa idea dell'Italia come ripeteva pur sempre tra di noi usando una formula di Piero Gobetti che metteva insieme un concetto di giornalismo un'idea della Repubblica istituzionale del Paese
E un'idea della sinistra sperando che nessuno degli definitiva emancipazione nella Risoluzione disse
Noi lo resteremo fedeli sì a tutto questo perché non tenere insieme le radici le foglie sarebbe come dissecare le radici dell'albero Colucci ha lasciato e pretendere che dia ancora frutti
E lo ricordiamo Fausta e Stella
Hanno raccolto i necrologi al telefono sul computer delle persone per un giorno intero fino al fino alle undici di sera
Sono rimaste commosso dei necrologi dei tipografi del giornale degli operai del giornale
Che lui
Quasi non conosceva più che non incontrava che non non frequentava la tipografia
Che hanno scritto quei necrologi e li hanno dettati
Alle ragazze
Come dei messaggi Eugenio come dei messaggi personali
Ringraziandolo di tutto
Ma di una cosa soprattutto
Di aver potuto prendere parte al suo grande meraviglioso unico viaggio che continua
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