Presentazione della rivista "Quaderni d'arte italiana"

Allora buonasera a tutti grazie di essere qui presso la sede dell'ISI Suellen ce lo vieta Jana
Sono molto contento che presentiamo la rivista Quaderni d'arte italiana
Che un trimestrale d'arte contemporanea che nasce da una sinergia e di cui mentre cani siamo particolarmente orgogliosi tra la Quadriennale Treccani ringrazio di questo comune Miccoli Treccani come Umberto Croppi che è presidente della Fondazione quadriennale
Il direttore ma anche direttore artistico Gian Maria Tosatti che due esponenti del curatore editoriale che presenteranno la rivista che sono Francesca Guerisoli Andrea Viviani
Devo dire che la prima volta che
Gian Maria Tosatti c'ha parlato e ci ha presentati questa rivista
Ho apprezzato molto il suo coraggio
Perfetto se voleva appunto definire una pubblicazione dedicata al sistema dell'arte
Non solo a livello internazionale ma anche con come dire con quella serietà editoriale
Che nel ventunesimo secolo mi lasciava qualche perplessità che potesse essere accolta non solo da un pubblico ma anche da chi lavora nel mondo dell'arte con quella giusta tensione che avrebbe meritato quello che era una sua idea quando qualche insomma qualche giorno fa ho visto una delle prime copie ho detto che aveva perfettamente tra il giovane mi piace dirglielo
E una bellissima rivista mostra appunto come ancora oggi si possa credere nel valore dei contenuti e nel valore che può avere l'arte contemporanea lo dico da un punto di vista Treccani come linguaggio della contemporaneità
I quaderni hanno una forma che evocano proprio un quaderno come un insieme di fogli che raccolgono appuntite in fieri annotazioni
E ogni numero si articolerà in quattordici contributi in una doppia lingue italiano ed inglese
Anche con questa intuizione secondo me intelligente di affidare a curatori a storici dell'arte esperti in discipline per fare in modo che ancora una volta centrale sia il contenuto
Dei credo che aver avvicinato della Quadriennale ha Treccani sia anche un modo per riconoscere il valore delle istituzioni culturali
Devo dire che il lavoro che sta facendo Umberto troppi insieme a tutte le persone di quadriennale che ringrazio insieme permettetemi di ringraziare anche le persone di Treccani che lavorano nel Progetto Treccani arte
Credo che sia in questo momento nel nostro paese un segnale importante un segnale che mette al centro la cultura e il suo valore
La capacità di credere che al di là delle forse eccessive e inutili discussioni sul valore dei beni culturali c'è un valore come dire
Di tutela che la nostra Costituzione ci richiama sempre del della cultura che emerge nel lavoro che la Quadriennale il suo direttore artistico vogliono fare
Treccani ben lieta di accompagnarli in questa sfida perché di una sfida si tratta
E quindi avevo ringraziare davvero tutto lo staff di quadriennale per aver voluto affiancare al lavoro di Triennale il lavoro di Treccani siamo contenti che si presenti qui nella nostra sede speriamo che questa sto lavoro comune via molti frutti
Se niente darei la parola a Umberto Croppi e ringrazierei davvero ancora una volta di questa scelta che per noi
Ci onora in qualche modo ci aiuta anche a traghettare Treccani verso alcuni temi della contemporaneità su cui siamo molto impegnati grazie
Io dirò pochissime cose e i ringraziamenti reciproci che sono diciamo fanno parte del cerimoniale ci son delle occasioni in cui invece hanno un valore mo'molto più profondo e e onnicomprensivo perché lo diceva bene il direttore bagagli non noi celebriamo
Un
Tipo di attività che non è sufficientemente diffusa assorbe cioè quella di mettere in sinergia uso questa brutta parola che ormai è invalsa
Istituzioni pubbliche che hanno dei mandati precisi ma anche appunto tendenzialmente sinergici fallo
Spesso c'è indifferenza competizione nel nostro caso sarebbe persa in partenza ma insomma dire rispetto alla importanza del della Treccani in invece quando si incontreranno sensibilità che hanno a cuore il compito che gli è stato assegnato che ci è stato assegnato e il senso di responsabilità per la cosa pubblica possono succedere anche queste
E i risultati sì vedono e sono convinto si vedranno in maniera con una crescita esponenziale nel tempo
A questa
Avventura c'è un terzo partecipante istituzionale che depositare purtroppo ma comunicato poco fa che voleva essere presente ma non c'è Paolo vi Chiarello che il coordinatore della unità di missione del Ministero delle Presidenza del Consiglio perché anche questa iniziativa editoriale che è destinata a durare oltre che la scadenza della dell'iniziativa
Realizzata anche grazie al sostegno appunto dell'unità di missione per le ricorrenze
Se che legata però al ministero delle Politiche giovanili alla amministra Dadone quindi a loro va anche un ringraziamento fortissimo perché avete capito che il mandato che loro hanno può essere vitali basato soprattutto la parte che riguarda i giovani utilizzando gli strumenti i linguaggi della contemporaneità
Quindi dicevo è era una cosa di cui siamo felicissimi il mie la mia gratitudine nei confronti di Massimo Bojayá della istituzione che lui rappresenta
Veramente importante il la la rivista ha un precedente che è il il catalogo dell'ultima edizione della Treccani anche questo per qualità per
In in impegno e per autorevolezza rappresenta già rappresentava già un traguardo però non si fermerà qua noi abbiamo sottoscritto un protocollo d'intesa in Italia protocolli finiscono in fondo ai cassetti invece noi abbiamo voluto far partire il popolo protocollo insieme a una realizzazione e su questa strada andremo avanti
E e questa parte editoriale e all'interno di un programma triennale quello che ha elaborato il direttore Tosatti e che comprende una serie di altre cose che sembravano impossibili perché e qua debbo dire il lavoro svolto dalla piccolo ma agguerrito staff della Quadriennale e per questa parte non solo insieme a il i collaboratori della dell'Istituto Treccani è un lavoro veramente full immersion
Che comporta una dose di passione di attaccamento che va ben al di là degli impegni contrattuali e e la mole di attività messa in campo da Gian Maria che pure era fortemente impegnato sul versante veneziana
Fino alla mese scorso
Comporta delle attività addirittura di natura quotidiana cosa che ha immesso
La Quadriennale nel solco storico per cui era stata immaginata cioè uno strumento di promozione dell'arte contemporanei
Comprendo una serie di vuoti questa rivista copre un vuoto assoluto non c'era in Italia in questo momento della nostra storia una uno strumento di indagine
Su quello che sta succedendo e per questo è bilingue giorni fa è stato presentato uno studio dei finanziato dalla dalle generali sulla conoscenza dell'arte italiana contemporanea allestito che da come sappiamo ma la viene provato con i numeri delle risultati veramente deprimenti di fronte invece a una scena che fortemente attiva quindi la rivista e anche uno degli strumenti di promozione
All'estero di promozione di conoscenza
Il
Abbiamo questa attività
Quotidiana di studio vincente che alla fine del percorso ci consentirà David un repertorio di quasi mille artisti
Abbiamo le le attività divulgative affidate Ludovico Pratesi e qua abbiamo in programma tutta una serie di cose comune importanti partiranno da settembre ma non per le anticipo
Io avevo promesso che avrei parlato poco ho già detto troppo in ordine di tempo forse d'informazioni dovrei andare avanti quindi chiedo ed ringraziando gli spiega Gian Maria e ai due membri del comitato di di autorevolissimi membri del comitato di redazione
Nell'ordine che preferiscono di entrare nel merito perquisiamo qualsiasi
Ringrazio il mio presidente ringrazio Massimo Bray direttore generale quinte cani felicissimo che appunto il nostro primo incontro che è stato un incontro vera e propria un vero confronto
Ha portato appunto poi alla prova la realizzazione di un prodotto di cui anche i nostri editori sono sono soddisfatti
Io sono molto soddisfatto di questo prodotto perché
Con questo prodotto scriviamo la storia
Scriviamo a Stradella parte può sembrare un'espressione iperbolica in realtà è molto concreta e vi spiego perché
Alcuni mesi fa scrive un editoriale sul Corriere della Sera e parlavo iniziamo parlando del film di Walt Disney Luca che voi tutti probabilmente avrete visto un film molto bello
Lo notavo dicevo che sarebbe un film per vedere davvero a tutti tutti i bambini che pure ha qualche adulto sicuramente
Però daccapo ci troviamo di fronte a un'Italia degli anni cinquanta degli anni sessanta un'Italia che rimasta fortemente impressa nell'immaginario
Internazionale
Dopo di che fuori da questo Paese sembra che l'Italia sia comparsa e nel nel nell'editoriale dicevo
Che è successo e perché non abbiamo saputo raccontarci no perché non come dire fuori da questo Paese nessuno sa chi sono gli italiani oggi che cos'è l'Italia oggi
All'idea di questa rivista di avvenuta parlando con Mary Jane Jacob che una curatrice molto importante è stata veramente una dei curatori Noemi mitologici negli anni Novanta soprattutto quei punti di raccordo tra un mondo dell'arte del ventesimo secolo e mondo dell'arte che diventava quello del ventunesimo secolo
Parlando con lei mi mi diceva saggia Maria io però oltre la versione di Germano Celant ho faccio fatica a leggere l'arte italiana e così mi sono detto beh allora c'è un problema e questo problema tra l'altro ce lo ha ce lo ha ben illustrato quello studio
Fatto recentemente appunto da alcuni studiosi tra cui una persona che sta collaborando con a Marilena Perrelli sta collaborando con noi anche con una certa continuità
Perché Rillo ricordo la rivista la rivista che cerca di affrontare il fenomeno dell'arte contemporanea nella sua completezza qui non soltanto sui temi critici ma anche su temi di carattere economico socio politico perché ci avverte
L'arte non si sostiene da sola chiaramente fra dietro tutta una serie di processi che devono essere studiati per essere anche migliorati
E e quindi mi sono detto beh è necessario che ci mettiamo a riscrivere la storia dell'arte anzi a scrivere a Strehler l'arte il ventunesimo secolo perché fino ad oggi tutto questo non è stato fatto nell'editoria dell'arte del ventunesimo secolo ha prodotto un numero importante di monografia le monografie sono la definizione di stelle fisse nello spazio puntuali monadi che al un cello fatto di stelle sconnesse uccello che non ci aiuta a navigare
è un cielo illeggibile re abbiamo bisogno di creare la cosmologia
Per poter interpretare il cello per poter navigare per poterci muovere per poter la disegnare delle traiettorie che da un certo punto di vista poi diventano i vettori di una storia è la storia di una civiltà perché abbiamo pensato che al di là diciamo delle della di un'attività innegabilmente importante di scrittura di monografie fosse arrivato il momento di cucire tutto questo in una storia perché sono convinto che tutto ciò che non sei capace di raccontare forse non lo hai neanche capito molto bene
Allora abbiamo creduto e crediamo ancora che per appassionarsi all'arte contemporanea sia necessario capirla e per capirla giustamente bisogna che ne dici accompagnamenti facciamo fare un viaggio d'altra parte è inutile che ci giriamo intorno voglio dire le pagine di storia dell'arte che amiamo di più sono quelle che hanno saputo scrivere una loro storia quindi diciamo quando dico stiamo scrivendo la storia non è in senso appunto metaforica in senso molto pratico cioè stiamo cercando con questa rivista di connettere
A tante parti tanti elementi che rappresentano quella che io ritengo una delle generazioni più fortunate e più interessanti che la nostra arte italiana abbia conosciuto almeno dal dopoguerra in poi
E che però appunto stava soffrendo di uno scollamento
Non solo interno ma anche sterno perché ripeto cogliere laddove una cosa non era contabile una nemmeno così tanto condivisibile il racconto e alla base diciamo delle culture no il racconto significa poter avere la capacità anche di espandere una cultura quindi creare questo racconto è l'obiettivo primario di questa rivista ovviamente è un racconto problematico usato il racconto critico è un racconto che non non è un racconto di promozione noi non non siamo solo ecco diciamo la Quadriennale ha due grandi colonne no ricerca e promozione ma le due cose vanno per forza insieme nel senso che noi non siamo e non dobbiamo vendere delle cose promuovere non significa vendere promuovere significa essere consapevoli del valore di una determinata cultura e poi poterla raccontare per esserne veramente consapevoli bisogna innanzitutto indagarlo allora
In questa rivista ci sono questi strumenti ci sono diversi testi testi di filosofi che cercano di creare delle cornici di pensiero attorno ai fenomeni ci sono vado vado in in ordine a come appaiono c'è una presenta ecco parliamo di questo primo numero per esempio no il ragioniamo su questa su questa logica partendo dal primo numero abbiamo un un a il primo numero ha come tema l'Italia
Tra l'altro stiamo già stampando il secondo numero che ha come tema il concetto di popolare il terzo numero ve lo anticipo a come ha come tema quello che ho appena introdotto cioè che cosa significa scrivere la storia
Perché poi se vogliamo fare una cosa dobbiamo anche problema attizzare no cerchiamo come una strada e un metodo per poterlo fare quindici interroghiamo attraverso la rivista su questo o quel primo numero parla dell'Italia mi sembrava
Corretto tra l'altro è stato Andrea Viviani diciamo un grande sostenitore di questo tema durante la prima di una di redazione
Si apre con una un articolo che parla sul parla affronta il concetto di identità italiana in questo momento della storia da parte Nicholas Martino che è un bravissimo filosofo contemporaneo che si occupa di arte contemporanea
No segue un articolo di Lara dei Mori che fa un dialogo con Carlos ma su Aldo dire capo curatore del Philadelphia Museum a parte che il secondo più grande Museo degli Stati Uniti grande conoscitore di arte italiana che appunto ci dice più o meno alcune delle cose che dicevo io prima cioè a abbiamo un problema nel senso all'estremo To difficile comunicare comunicare l'arte italiana dopo l'Arte povera c'è poi un un articolo di Lucrezia Longobardi che fa una cucitura diciamo di che cosa è successo nel primo ventennio della sta nell'arte italiana è una prima ipotetica lettura una prima possibile lettura che unisce i punti
PA che ho detto io
Sì sì prima in tema di questo secolo Quinzio nel nuovo secolo segue poi in maniera quasi quasi
Coordinata diciamo un articolo di Elisa Carollo sulle sul sul terzo decennio di questo secolo quindi agli anni Venti allora se è vero che i primi vent'anni hanno avuto una una certa coerenza già forte coerenza questo mi mi Mila di dirlo perché in generale ecco è proprio questo che è mancato no cercare di leggere fenomeno sua coerenza gli anni dieci e gli anni Zero hanno avuto non solo una grande coerenza tra loro ma anche molti elementi di consecutività piuttosto interessanti
Poi il terzo decennio si apre con questioni anche generazionale mente diverso e per esempio mentre i primi vent'anni sono stati dominati da un ritorno dell'intenzione dell'interesse politico verso l'arte contemporanea il terzo decennio che diciamo vissuto principalmente da artisti che sono i così detti Millennials quindi persone
Che la vivono la loro identità fisica e la loro identità digitale in un come dire rapporto quasi simbiotico no noi che siamo di qualche anno più vecchi
Per noi il mondo digitale no Etò o come oggi si comincia a chiamare il metà verso è qualche cosa di decisamente staccato da chi ci sentiamo essere invece l'identità digitale l'identità fisica per un ragazzo che è nato appunto alla fine del degli anni due mila
Degli anni nel disco del Novecento
Come di una posizione molto più molto più miste meticcia e quindi Carollo ci dice
Probabilmente il ritorno a una pittura molto più intima
è la necessità di una generazione
Di interrogarsi su se stessi quindi non più come i precedenti proiettati verso l'universo politico sociale per dire che cos'è che cosa siamo come comunità ma un ritorno di che cosa stiamo perché c'è stato un terremoto la rivoluzione digitale ha prodotto questo terremoto
Percorro con gli altri articoli perché mi sto prendendo molto tempo
C'è Raffaella Perna che ci parla ecco poi da da questi due sguardi generali cominciamo degli approfondimenti Raffaella Perna ci parla dell'importanza del coinvolgimento della scena femminile e quindi anche femminista in questi ultimi anni come ha trasformato
La percezione dell'arte aprire chiaramente
Fine porte finestre per molti anni sono state decisamente meno aperte
Lorenzo Madaro ci parla di di una scena che racconta il paesaggio racconta la strada racconta tutti quei luoghi
Che fanno parte decisamente di questo orizzonte politico di lasciare gli anni di zero degli anni dieci quindi i luoghi in cui gli artisti sono nati a ricercare il contatto con le persone un contatto
A vero e proprio non sono un contratto ma un contatto mediato Ángel Moya Garcia ci racconta anche delle della trance mediali tali e comincia a diventare un elemento importante per l'arte contemporanea voglio dire
Due delle delle colonne diciamo dell'arte del ventunesimo secolo sono l'arte ambientale la performances tutte e due sono elementi tra virgolette che provengono probabilmente anche da altri ambiti diciamo mi immagino principalmente per esempio dal teatro
Vediamo che c'è da fare Ceggia Bascià ecco questo comincia una un altro discorso Igiaba Scego
Ci parla sempre rispetto all'Italia non soltanto ha quindi che cosa sa d'arte italiana chi sono gli artisti italiani per esempio con una bella conversazione conferences Hoffmann un artista nato in Ruanda sfuggito a dodici anni alle alla genocidio del Ruanda che adesso da vent'anni lavora
In Italia gli abbiamo dedicato anche la copertina
E Igiaba che è una meravigliosa scrittrice di origine somala ma probabilmente più romana di me dal punto di vista diciamo dell'amore che prova per la nostra cultura nostra città fa con un ragionamento per dire che cosa è oggi un artista italiano non artista che porta avanti la nostra cultura ma lo fa anche con radici che magari vengono da lontano abbiamo una un approfondimento filosofico nella seconda parte che viene portata avanti da Ilaria Busoni e da Riccardo Venturi
Mentre Valentino Catricalà si dedica alle prospettive sull'arte digitale come sta avvenendo letta in Italia
Giacinto Di Pietrantonio e Marcello Franco li fanno ragionamento su alcune radici importanti della cultura italiana che sono qui regala cristianesimo che cosa succede in un'arte che è stata dal Duecento in poi fortemente allegata anche allo sviluppo di un pensiero simbiotico con con il mondo cristiano oggi che cosa succede su questo si interrogano si interrogano questi due artisti facendo dei riferimenti anche ad opere molto famose come quelli Maurizio Cattelan per esempio che su questo hanno lavorato e poi c'è l'ultima parte quella un po'economica di cui avevo detto se ne occupano in questo numero Francesca Guerisoli e Marilena Pirelli parlando di quali sono le economie reali su cui il mondo dell'arte può contare perché come dire sempre molto aleatorio questo discorso invece cominciava a capire dove stanno i soldi
Veri non i soldi millantate i soldi veri che possono soste sostenere questo sistema e l'ultimo articolo un articolo più come dire socio economico è di Santa nastro Ricci racconta un po'come vive un artista italiano in questo momento della della storia dell'arte chiudo dicendo soltanto che la sinergia fra Treccani e quadriennale rappresenta una responsabilità istituzionale sull'arte italiana cioè io credo che quando si vuole cercare di migliorare di implementare la capacità di un sistema di sedersi raccontare ma anche di sapersi presentare fortemente sulla Schenker nazionale come l'arte italiana
Merita di di fare questo chiaramente non può non passare per una responsabilità delle istituzioni paese l'Italia non è un Paese che deve e può affidarsi come dire alla alla buona volontà dei privati nel senso i privati fanno la loro parte Noemi come lo apprezziamo ci sostengono ma è essenziale che la politica italiana e quindi le istituzioni
Sostengano questi questi obiettivi fortemente allora credo che questa sinergia rappresenti esattamente questo rappresenti il senso di responsabilità di due istituzioni a dire benissimo facciamo Rete cerchiamo di fare in modo che come dicevano prima direttore il presidente
Il sistema dell'arte italiano il sistema della cultura italiana smetta di lavorare in maniera come dire separata ma comincia a muoversi come un organismo questo è uno dei grandi obiettivi di quadriennale anche per per cercare di essere un Energia che cerchi di riportare organicità all'interno d'un sistema che è vero è stato un po'come dire spezzettato in questi anni il fatto che accanto a me come redattori della rivista ci siano due direttori di musei italiani nella dimostrazione io credo nel senso che quando si muove la nostra rivista si sta muovendo anche un sistema che ha voglia di rimettersi in assetto
Grazie
Riprendo secondo la il microfono per un'informazione che prima avevo messo l'impianto grafico della divisa è stato affidato allo studio F. M. di Milano
Che anche compiuto un restyling e complessivo dell'immagine della quadriennali cercando di renderla intanto più coerente e e anche più aggiornata rispetto alle sensibilità del mondo
Buona sera tutte a tutti sono Francesca corridori accusa direttrice del museo di Lissone da da poco da settembre scorso
E tante altre cose di negli anni sviluppate negli anni
E quello che che mi interessa molto di di questo gruppo che si è formato perché forse Servello anche raccontare un po'del dietro le quinte no quindi questo gruppo che dietro questa rivista
Non solo la redazione o può anche tutti i collaboratori che poi variano anche nel corso del dei numeri da un numero all'altro ecco credo che sia un'occasione questa della rivista molto interessante
Permetterci anche in relazione tra di noi le riunioni di redazione e le riunioni con i collaboratori sono sempre molto lunga quindi questo può anche essere un punto a sfavore delle riunioni stesse ma in realtà sono molto significative cioè credo che varrebbe la pena registrarle pubblicarne no come dire però lasciamo perdere certo abbastanza carne al fuoco
C'è quello che sta emergendo è anche un un confronto diretto che sta avvenendo nel corso di queste riunioni tra i singoli componenti del comitato editoriale e i collaboratori cosa utilissima perché né affetti
è un connettore la rivista è un connettore che ha che ha sviluppato appunto delle relazioni che erano come dire in nuce no
Chiaramente ci si conosceva praticamente tutti quanti però a bere con una cadenza precisa
Ha ogni ogni ogni mese delle degli incontri fa sì che ci sia anche proprio un confronto tra di noi quindi diventa davvero quasi un tavolo di lavoro
Con grande partecipazione da parte di tutte e tutti quindi io credo che questo sia un aspetto non trascurabile perché la rivista sta facendo un lavoro sì di ricerca e promozione rispetto a quello che la produzione e la promozione dell'Artico italiana ma anche un lavoro direi facciano un passo indietro proprio mettendo insieme noi stessi che che siamo parte di questa rivista anche la che che la facciamo insieme grazie a Giammaria che ci ha coinvolti
Quindi questo è un punto che che credo sia utile ricordare un altro punto è che ogni volta che ci troviamo a scrivere un articolo saggio non lo so ecco la definizione è
E anomala io poi cerco sempre definizioni e mi piace anche se a portarle rivive cerco per favore
Allora qui definirle definirli articoli a definire i saggi credo che non non valga nessuna delle due come definizione è qualcosa di ibrido è qualcosa di ibrido perché la lunghezza non è quella di un articolo classico giornalistico
Ma il saggio accademico è un'altra cosa
E allora che cosa sono questi testi credo siano dei testi che innanzitutto ci chiedono di approfondire dei singoli temi delle singole questioni che ogni volta che ci almeno che il mio approccio ma credo chiunque di noi scriva su questa rivista
Ad un nuovo tema diventa una ricerca non va bene non accademica ma è comunque una ricerca non è semplicemente un articolo che mette insieme dei dei dei dei dati delle dei fatti e cerca di descriverli ecco non è solo questo non è solo descrittivo superficialmente
E e quindi ci obbliga in qualche modo a ad assumere uno sguardo critico uno sguardo puntuale preciso e a fare i conti appunto con quella che è la realtà attuale non è facile in dieci mila siamo arrivati dieci Milano battute concentrare un'idea ma
Uno sviluppo di un'idea o meglio non è per nulla facile molto più facile farlo in trenta mila a cinquanta mila per quanto mi riguarda forse perché sono anche un po'prolissa alcun motivo
Però ecco arrivare a sintetizzare
Un un a condensare quindi lo sviluppo di una di un idea critica non è cosa semplice io credo che insomma i tempi Sellers leggerete i saggi che sono stati scritti per questo primo numero troverete interessante vedere come appunto c'è da un certo punto di vista un certo approfondimento e dall'altro però con grande cioè vivacità con grande
Seguire proprio vivacità cioè non li hanno gli altri
Per questo credo sia una rivista che può interessare davvero un pubblico non solo il pubblico dell'arte ma anche un pubblico generico pubblico non specializzato
Uno dei miei come dire cavalli di battaglia che odiare a quando ero giovane ventenne
Informazione
è sempre stato quello di cercare di portare l'arte a tutti e a tutte altrimenti se la dobbiamo portare sole collezionisti non lo so preferirei fare altro ma e e lo dico da direttrice di museo dove punto nel nel programma del del del museo che che deriva appunto da da settembre ma che di Lissone Museo d'arte contemporanea istone
è proprio un punto per me fu estremamente importante cioè cercare di rompere quella barriera di autoreferenzialità ben dico che che la che molti pensano
Sia proprio tipica dell'arte contemporanea poi quando però la frequentano ecco che
Questo questo pregiudizio entra in in discussione viene messo in discussione
Quindi la rivista credo Cabianca questo come obiettivo non c'è proprio quello di sfondare questa percezione di autoreferenzialità
Dell'arte contemporanea che purtroppo è ancora molto presente è molto presente va be'qua poi potremo indagare i ruoli soprattutto i ruoli istituzionali della scuola
La scuola pubblica e privata
Il fatto che il contemporaneo non venga di fatto affrontato se non in rarissimi casi a discrezione di un docente illuminato o illuminata
E e quindi ecco che ci troviamo su sul contemporaneo animucce indietro rispetto ad altri Paesi purtroppo e quindi ancor di più
Un una rivista una rivista come questa e le istituzioni hanno credo il compito e il dovere di cercare di promuovere l'arte e gli artisti il sistema dell'arte italiana
Prima di tutto all'interno dell'Italia e certamente come ci dice la ricerca del Sole ventiquattro Ore capitanata da Marina Pirelli che capo redattrice di di arte economico Enti quattro la pagina per cui ho scritto finché non sono diventate direttrice dopodiché non più avuto tempo di scrivere però ecco il grande problema della della visibilità di artisti italiani all'estero è un problema strutturale
Dell'Italia e riprendo quello che è stato detto precedentemente cioè il fatto che è necessario fare rete noi chiediamo proprio il nostro pezzo
Dicendo questo sa qual è il modo per uscire da questa invisibilità
Cioè ci sono tante energie tante ricerche in Italia c'è una ricerca artistica avanzata dal punto di vista della forma del del concetto insomma non ha nulla da invidiare rispetto a a ad artisti che che sono molto in voga in negli altri Paesi che hanno raggiunto diciamo livello
Internazionale di rilievo
E allora ecco probabilmente il problema è proprio questo che le strutture pubbliche le strutture private ci sono ma c'è la necessità di come dire legarle insieme di fare un lavoro sinergico
Per cui appunto
Ecco come avviene in altri Paesi
Quindi questo il tema della dell'economia che sostiene l'arte credo sia un tema trasversale ad ogni numero cioè questo sì è un numero a una rivista di critica d'arte ma per porter parlare di critica così come prepararvi storia dell'arte
Dobbiamo Namio ma a mio parere andare allo scheletro delle cose cioè che cosa permette agli artisti di sostenersi di poter produrre di poter andare all'estero di poter di poter essere artisti di rilievo a livello internazionale
Per cui credo che punto finora ogni numero avuto un un articolo un pezzo come vogliamo chiamarlo un saggio di taglio economico
Ecco eh
Ci potrebbe essere chi chi solleva una critica a questo sano perché è una rivista di critica propone anche saggi di taglio economico e con la mia risposta è che senza l'analisi della dello scheletro non possiamo analizzare il corpo che poi vediamo per cui credo che che dovremmo sempre
Avere un pezzo su uno di cui con questo taglio
Che altro l'altra questione secondo me importante che non è fisicamente qui ma che c'è on line il Progetto Panorama
Preso atto panorama di cui si è accennato cioè la ricognizione sul territorio di quelli che sono di quella che la produzione artistica quindi facendo studio visite dedicati con poi un report una relazione di di ogni studio visite
Questo è un altro un altro lavoro devo dire
Che io
Arrivo sempre un po'asettica consiliari pezzi perché si sommano i vari i vari lavori che però non lascerò mai perché è un lavoro prima di tutto che serve a me
Di nuovo quindi di nuovo anche solo parlando egoisticamente a un lavoro che serve a noi prima di tutto a noi
E ovviamente il il tema è presentare quella che la ricerca artistica italiana contemporanea con un taglio critico e poter avere quindi uno strumento anche utile per a da cui attingere no quindi io mi immagino anche curatori io sì insomma curatori più o meno giovani che possano usare questo strumento questo in questo questo box
Da cui appunto attingere per la produzione di mostre per esempio sono un esempio però Tom credo sia molto utile
Quindi ecco anche questo strumento è un molto utile utilissimo
E ci consente di fare nel mio caso specifico per parlo del mio caso anche un'indagine proprio sul territorio quindi mi indagine capillare che cosa su quali sono le energie che si stanno muovendo sul territorio presentiamo le vediamo come che cosa hanno di buono da raccontarci e quali sono però anche i limiti perché ovviamente stiamo facendo critica quindi Gian Maria ci bacchetta sempre se non siamo abbastanza critici
Ecco credo che
Non no no no lascerei la parola D'Andrea perché altrimenti io poi mi dilungo avrei
Ancora altre cose da dire ma ma forse è meglio poiché mi potete fare un altro giro quindi grazie per questa opportunità ci stai ci ha messo ci ha messo sottosopra il milione però credo sia un lavoro sia questo della rivista Quaderni d'arte italiana sia il Progetto Panorama un lavoro davvero utile indispensabile cioè se vogliamo davvero riportare l'arte italiana davvero un rilievo
Prima di tutto nel Paese e poi internazionale
è un lavoro davvero necessario per cui ho accettato di farne parte e nessuno ancora ancora per ora felice
Una buona sera tutte e a tutti
Mi scuserete se a un certo punto leggo un una pagina si fa sempre no quando si presentano i libri cioè anche il momento della lettura
E parto prima come dire Ferrari una piccola introduzione parto da un'espressione che adesso ho voluto rileggere da una piccola frase con voluto rileggere far diventare chi guarda e quindi anche chi legge parte dell'operazione artistica a sì Gianmaria quando abbiamo parlato della come dire
Del tema del primo numero di questa rivista che a suo modo storica storiche in generale ma soprattutto storica in questo momento storico forse per le prospettive che si pone nella ricerca
Da condividere sull'arte italiana abbiamo detto che forse il tema da proporre sul primo numero era proprio l'Italia dice un'altra volta ancora alita un numero sull'arte italiana divisa sull'altana il tema è l'Italia
Sì
Perché è un po'l'impressione anzi debbo dire ti darò poi un esempio io personale che per molti aspetti si parla di una cosa all'Ostini mento senza in realtà parlarne mai veramente si gira intorno e ci si crea come dire una specie di
Illusione di aver approfondito l'argomento e sull'Italia ho l'impressione che questo stia accadendo da troppo tempo forse perché siamo anche molto abili con la parola con il teatro con la messinscena senza veramente mai dire nulla
Che si muova diciamo così questo Effetto Fata Morgana diciamo così
Come sapete dirigo da qualche mese un museo che si chiama Museo delle civiltà che è il Museo nazionale di Antropologia
E all'interno di questo museo riceviamo molte richieste di poter visionare quello che era fino a direi
Più di cinque decenni fa un museo aperto il museo
Coloniale
Italiano
E oggi non sappiamo nemmeno come chiamarlo esattamente io non ho messo in crisi il nome che ho trovato
E non credo che si debba nemmeno chiamare museo non so esattamente quando aprirà non so come aprirà ma so che Como dichiarato recentemente nei saloni del nostro ministero non vorrei essere quello che apre il nuovo Museo coloniale
Ex museo coloniale che viene a terra come il nuovo museo colonia
E parlando con tutta una serie di persone e di intellettuali di artisti molti afrodiscendenti
A non tutti hanno l'intenzione di parlarmi non tutti hanno l'intenzione di
Come dire venire in un luogo che è stato definito non citerò ovviamente l'autore di questa espressione ma citerò espressione un luogo di violenza percepibile e quindi percepita
Allora se come dire esiste un museo dove alcuni Dinoi alcuni Dinoi vedono la bellezza l'importanza
Di un documento storico ci sono persone che ne vedono la terribile ITA la come dire impossibilità
Proprio psicologica forse direbbe la litra va al di là anche dell'aspetto psicologico di guardarla di ascoltarla e quindi di dare autorità istituzionale a quella cosa lì
Ora in al centro ha fatto molto bene Gian Maria di contraddire parte del suo gruppo editoriale che lo voleva all'inizio lui ha messo al centro del primo numero dei quaderni c'è una testo che scritto da Igiaba Scego
Che saluto e ringrazio è stata anche parte delle riflessioni sul nominate che intervista in realtà è una bellissima intervista che non c'è un'intervista è un testo di Jabbar scenico che a suo modo un'intervista pigiava una scrittrice
A ad un artista visivo che hai appena nominato sulla copertina del primo quaderno che Francis Hoffman
Allora alcune di queste persone non solo loro che io frequento da qualche tempo più assiduamente perché per certi aspetti che ci sta a fare un Contemporanei sta al Museo delle civiltà forse la stessa cosa che m'ha detto quando è stato nominato Gian Maria la Quadriennale ci fa un artista alla Quadriennale ce lo stanno dicendo diciamo così
Non lo so proporlo probabilmente quell'affetto Fata Morgana non so come dire quella voglia di smuovere una situazione rende anche utile che a volte ci sia la persona sbagliata a fare una cosa che lo fa senz'altro almeno in un altro modo
Allora parlando con molti dubbi
Senza l'autorità di chi deve dirigere lo quel museo ma che probabilmente infatti lo farà per il tempo necessario diciamo così a provare a a far capire che ci sono dei miraggi ho chiesto a molte persone di aiutarmi alcune di queste persone sono queste due di queste sono sono queste due persone
E in modo particolare parlando con frasi e con altre persone mi hanno invitato a riflettere su una cosa e quel passo alla lettura
Se noi parliamo per esempio di ex museo coloniale ci viene naturale pensare e la cosa che diciamo sempre le stesse cose ci viene naturale pensare che quel museo parla di una storia salta
Parla di quando in questo Paese c'erano le persone e quindi le idee che hanno costruito quei palazzi tra cui quelli dell'Eur dove c'è il Museo delle civiltà cioè parte ci viene naturale dicendo ex museo coloniale il fascismo
Benissimo ma che cosa vuol dire che questo museo non è atterrato da decenni cioè non sarà che questo museo non aperto da decenni ci parla anche del modo in cui abbiamo rimosso il problema per decenni non riguarda anche la nostra responsabilità nell'aver eliminato il problema nell'aver messo il problema sotto il tappeto nel parlare d'Italia senza parlare d'Italia
Da tutti i punti di vista e come dire mettendo nel discorso non le solite parole definizioni di Italia ma cercando di guardare all'Italia nella sua irriducibile complessità che comporta anche il fatto di affrontare alcuni aspetti come per esempio quello di un ex museo coloniale chiuso da decenni e che adesso tentativi a mente dovrebbe provare a riaprire come beh prove porse rileggendo testi come la terza patria conversazione specchio confessi soft ma di già vascello ve ne vorrei leggere due pezzi posso posso certo la lettura noiosa cercherò di essere
Meno noiose
Siamo due artisti io Igiaba Scego scrivo testi letterari di diversa forma e origine Francis Hoffman è un artista visuale che usa per le sue opere materiali recuperati o donati
Ci portiamo entrambi i due Paesi sulle spalle due continenti siamo Europa ma siamo anche se in modo diverso Africa
Frances Senato in Ruanda io invece sono nata a Roma da genitori somali scappati dalla dittatura di sabato ma quando cominciamo a parlare non iniziamo la conversazione dal Ruanda o dalla Somalia cominciamo dalla nostra a parte la terza patria il mestiere tanto voluto il cammino che abbiamo intrapreso
La voce di France si colora di entusiasmo quando parla del caffè che usa nelle sue opere mischiando lo alla collega all'acqua questo parleremo un po'di caffè un po'di lingua italiana abbiate pazienza
Caffè che fa da controcanto al gesso della tradizione europea che in parte lo ha formato il caffè legato a doppio nodo al Ruanda
Lo ha portato la madre dopo un ritorno tanto atteso nel paese natale il fatto di consumare un caffè prodotto nella propria terra ha colto di sorpresa Frances
Prima del genocidio i caffè ruandese mi spiega non era una bevanda popolare viveva veniva scusate esportato e quasi mai consumato in loco c'era più l'influenza francese del tempo
Con il latte il Ruanda prima degli anni novanta del ventesimo secolo non era un paese da caffè ma poi dopo il genocidio né diventato un grande consumatore questa novità che la madre quasi casualmente aveva riportato dal viaggio nelle sue valigie
Ha spinto Frances non solo a bere con gusto il caffè prodotto dalla sua terra ma pensare al caffè anche come possibile materiale da utilizzare nelle sue opere
In cui ha sviluppato una vera e propria ossessione per la bevanda ha cominciato a studiare anche dal punto di vista chimico i fondi di caffè
E a raccoglierli modo certosino venendo in contatto con molte persone molte vite
La capacità di assorbire l'acqua del caffè in fondo era anche la capacità di assorbire pensieri vita e venti
E in più lo avvicinava concettualmente al Ruanda e a tutta una serie di tematiche legate al continente dallo sfruttamento del pianeta all'idea di riciclo
Mentre parla con il suo tono pacato e preciso nella mia testa si affollano pensieri tutti riversi primo fra tutti importanza nel lavoro
Di artista della materia prima che si usa per dare forma la propria arte una materia fatta di concretezza tattile addirittura di Mani sporche la mia materia di lavoro cioè otto e meno palpabile dei caffè di Francis Hoffman
Io uso le parole la lingua italiana ma sento tra le mani la stessa concretezza che lui prova quando maneggia suo strumento di lavoro
Scrivo in una lingua che non è quella dei miei genitori non è né il somalo Materno nel bramano paterno ma la lingua di chi ha colonizzato la Somalia
Una lingua europea che ha imposto il suo alfabeto il suo ritmo le sue parole d'ordine ad un popolo lontano un popolo dell'equatore che è stato costretto a piegare il capo che suo malgrado a sottomettersi
L'italiano che uso
Pur essendo la bella lingua di Dante Alighieri di Giacomo leopardi di Elsa Morante Natalia Ginzburg si porta dietro molti elementi di tossicità
Ma nella mia scrittura l'italiano diventa qualcosa di diverso si spoglia dei panni del colonizzatore per indossare quelli più intimi di chi come me in questa terra cenato
Andando in fondo
Ci rivela un'altra bella cosa Igiaba ci parla di un'altra bella cosa
Io passo molto del mio tempo a capire in che struttura mentre contenuti delicati come guerra razzismo colonialismo è un lavoro non di testimonianza
Ma di scavo storico e artistico tuttavia ho dovuto difendere il mio lavoro dei ticket che tendevano a squalificare la matrice della mia arte
O peggio a inferiori zar nelle intenzioni ho lottato per essere definita artista continuavano a definirmi ed è durato per anni testimone e qualcosa che non è successo solo a me per duecento anni con questo voglio fare un esempio concreto l'editoria che conta
Ha negato l'arte I libri degli afrodiscendenti americani definendola testimonianze spesso negando l'autorizzare le persone nere chiedendo loro a gran voce di tirare fuori il bianco che aveva composto quell'opera si negava all'immaginazione in parte duecento anni dopo è successo anche a me e a molti altri
Anche su questo punto Francis Hoffman ha trovato una strategia Luís non si chiama Francis Hoffman
Hoffman badate bene senza l'acca
Ha un altro nome che conosce solo lui ovviamente suo nucleo stretto ma le opere le firma con questo nome che definire neutro forse è un errore
Ma è un nome che di primo acchito ecco non ci fa pensare all'Africa le persone all'inizio non sanno nulla della sua storia si godono l'opera senza sapere niente del suo percorso
In un certo senso il suo nome già parte del suo lavoro artistico non è un nome che nasconde l'identità da confondere con un processo di sbiancamento ma è un nome che agisce sul re giudizio del prossimo
Che lavora sul suo immaginario opere e nome giocano su un terreno minato riescono con grande eleganza
A far diventare chi guarda parte dell'operazione artistica allora secondo me
In questo ambito avere al centro di questi quaderni sull'arte italiana qualcosa che finalmente passarla
Dell'arte italiana dell'identità italiana con quell'altro ha detto e con quella capacità di evitare i luoghi comuni di iniziare a dire quello che magari in altre culture
Che hanno affrontato certi argomenti tra cui la propria identità è più frequente è uno dei meriti non è il solo ho voluto fare un esempio ma è uno dei meriti del modo in cui con il comitato redazionale le lunghissime riunioni spesso impossibili da seguire se non Gian Maria dall'inizio alla fine ci stiamo cercando di immaginare non l'ennesimo diciamo così
Libero pubblicazione giornale su un tema trito e ritrito ma di farlo come forse questa nostra generazione questo nostro gruppo di lavoro
Intende farlo cioè mettere come dire far diventare chi guarda e quindi chi legge
Parte di un'operazione artistica
No intanto vediamo se c'è qualcuno che vuole fare delle domande no poi gli onori di casa spettano al direttore che c'ha ospitato
Ci sono
Domande entro venti no
Allora ringraziamo anche i convenuti che siano stati così attenti e anche numerosi considerata la giornata
Estiva e gli altri no io devo solo ringraziare devo dire anche gli interventi fanno molto riflettere su quanto sia utile era una rivista dedicata all'arte italiana è chiaro che l'impegno deve essere quello di far conoscere l'arte come la cultura italiana di cui ahimè forse facciamo davvero tutti troppo poco le istituzioni devono fare una parte importante ha detto giustamente il direttore Tosatti
L'ultimo intervento mi colpisce Treccani dall'inizio ha lavora molto sulle parole
Su come la lingua cambia
L'ex mi convince pochissimo devo dire sinceramente
Perché quello è un museo non è un ex museo
E quindi rifletterei su questo
Però anche su questo credo che una rivista abbia importanza abbia importanza proprio per riflettere su quella che è stata la storia di questo Paese
Giustamente sulle pagine che non si vogliono vedere non si vogliono ricordare
E quindi è un'operazione culturale a tutto tondo e bene fa la Quadriennale il suo direttore a voler richiamare l'attenzione di tutti noi su come proprio attraverso l'arte si può leggere la storia
Quindi ancora una volta grazie affiancato Treccani speriamo di rivederci per il secondo numero che abbiamo saputo che già in stampa grazie