Critica e militanti
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Matteo Marchesini
7:30 Durata: 5 min 17 sec
Buongiorno da critica e militanti oggi parliamo di un bellissimo libro di versi della poetessa israeliana Lea Goldberg nata nel mille novecentoundici è morta nel mille novecentosettanta
Si intitola lampo all'alba ed è pubblicato col testo ebraico a fronte dall'editrice Giuntina
Lo ha tradotto e fittamente annotato Paola Messori la Goldberg è cresciuta in Lituania tra cultura russa e tedesca e a presto considerato l'ebraico come lingua d'elezione
Si è formata in Russia in Germania e dal mille novecentotrentacinque è andata ad abitare in Palestina dove ha scritto romanzi poesie
Libri per ragazzi è insegnato e studiato a lungo la tradizione italiana diventando tra l'altro una esperta di Petrarca
Lampo all'alba apparso nel mille novecentocinquantacinque cui presentato al netto dei versi popolari narrativi più legati alla costruzione dell'identità nazionale è il libro della maturità della poetessa apriamo la raccolta è subito nel primo testo ci colpisce la voce perentoria la prospettiva insieme intellettuali Istica immagino cosa che ci accompagnerà fino alla fine citiamo
Lampo e Alba una luce percuote la luce e ancora così nasce il giorno inizia il suo vivere in luce bellicosa con spada ardue tali torna più volte questo tema del mondo della luce del giorno umano come luogo in cui mai la doppiezza si riduce a unità nell'immagine di una realtà spaccate in due si trova forse il cuore di lampo all'alba due sono nella storia dell'autrice le patrie i serbatoi di memoria i paesaggi due sono i tempi che la tragedia bellica e lascio hanno separato separando i testimoni
E si veda la lirica vent'anni dopo due persone assidue persone estranee descrive la Goldberg ai due lati di un abisso di rovina interrogare
Neppure sulle tombe dei nostri morti diremmo più oggi la stessa preghiera
Due infine sono le tradizioni che agiscono sulla Goldberg c'è un sottotesto biblico infatti e ce n'è uno cortese importanti a questo proposito i dodici sonetti che inventa lo descrivono
L'amore di una nobile provenzale del cinquecento per il precettore dei figli con un occhio alle poetesse rinascimentali Gaspara Stampa e Luis la band
L'amore cortese poi ha già in sé un gioco continuo di poli opposti in me il cuore arde la ragione di ghiaccio si dice a un certo punto petrarchesca avvenute e anche qui la Goldberg
Si sofferma sull'incommensurabili ITA delle esperienze leggiamo uno dei testi più intensi della sezione alla mia finestra la tua finestra
Lo stesso giardino appare lo stesso scenario e per un giorno intero di amare mi è concesso
Le cose che il tuo occhio accarezzato
Davanti alla tua finestra la mia finestra canta nella notte lo stesso usignolo e altra salire del tuo cuore nel sogno mi sveglio e lo ascolto a mia volta
Il pino annoso che sostiene con ogni suo atto il tuo sguardo come fosse pure la rugiada col mattino che in gamba mi saluta per primo
Innumerevoli cose abbiamo amato insieme ma non sporgono volto abbaino la luce quando la mia solitudine tocco la tua solitudine infine c'è un'ultima dialettica un'ultima contraddizione o forse è la prima quella tra un mondo inattesa cui è negato ogni segno di redenzione e la pienezza che pure inspiegabilmente rimanere alla fine del mio viaggio scrive la poetessa gli occhi ancora volti alla Terra desolata
La felicità sorprese come fosse pioggia e non riuscì a coprirmi il campo la grazia della Goldberg spesso racchiusa in pochi concisi versi dove una forte vocazione intellettuali Istica come si diceva si sposa alli caustici Tau una religiosa aderenza alle cose come se le forme del mondo si riempisse lo del vento del pensiero lievitando nitide in un'area di cristallo simili in questo a quelle dell'attivismo russo che certo la poetessa aveva ben presente spiccano anche nei versi alcuni aforismi che non si dimenticano uno per tutti nella sezione Natura morta il corpo dell'anfora Bruna può in sé contenere anche la danza
Nella postfazione chi dorme Ticozzi parla di lampo all'alba come di uno dei libri più italiani della letteratura ebraica moderna e osserva che la Goldberg causato il sonetto soprattutto negli anni di formazione di questa raccolta cioè tra mille novecentoquarantadue cinquantacinque gli anni della guerra e del dopoguerra e della nascita di Israele forse come accade nello stesso periodo al nostro Caproni la poetessa cercava
Attraverso un sonetto di trovare un principio di coesione davanti alla distruzione le macerie i frantumi forse
Cercava anche di aggrapparsi a una tradizione che aveva mantenuto una continuità a differenza di quelle Branca spezzata dalla storia e in cui fin troppo restava come dice la volta da creare ex novo dunque il Consiglio di oggi è Lea Goldberg lampo all'alba
Giuntina a cura di Paola Messori bellissime polizia a risentirci venerdì prossimo
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