La deriva demografica. Popolazione, economia, società. I 110 anni della Rivista di Politica Economica

Buon pomeriggio
Benvenute e benvenuti alla presentazione di questo volume la rissa di politica economica nell'anno dei centodieci anni della rivista stessa
Per me naturalmente un onore poter presentare questo numero qui nella nostra università
Ringrazio in particolare il presidente Vincenzo Boccia che adesso prenderà la parola per l'apertura dei lavori
Ringrazio naturalmente anche il direttore generale rettore della Luiss che sono qui presenti come ringrazio il vicepresidente di Confindustria Brugnoli e Murandy che sono qui con noi oggi
Il la rivista appunto compie questo traguardo importante compito nostro come abbiamo cercato di fare con questo volume è di assicurare oltre a una storia così rilevante della rivista anche il presente e il futuro di questa pubblicazione nel panorama della letteratura economica in Italia
Grazie ancora e per l'apertura dei lavori la parola al presidente della Luiss Guido Carli Vincenzo Boccia
Grazie professor Manzocchi saluto anche io i nostri ospiti i vicepresidenti Brignoli e merengue siamo onorati di avervi qui Maurizio Beretta direttore generale il nostro lettore e tutti gli amici presenti
Quindi invidio in presenza centodieci anni sono un numero rilevante la rivista di politica economica un pezzo vi racconto di riflessione sulla vita reale del Paese perché la politica economica
Vita reale del Paese è quella che abbiamo sempre definito e che il Presidente Bonomi ci ricorda sempre in quella terza dimensione di sostenibilità ambientale economica e sociale questo vuole essere la rivista di politica economica
Che è stata rilanciata in questo nuovo formato nel due mila diciannove
Da Confindustria sulla bassa di numeri monotematici su questioni attuali di policy dal debito pubblico alla trasformazione digitale dalla sostenibilità ambientale fino appunto oggi alla questione
Demografica che affrontiamo
Dalla lettura del volume che si terrà senta oggi in particolare due aspetti
Voglio sottolineare il riferimento al ruolo dell'università in generale e chiaramente nella Luis in particolare il primo aspetto e naturalmente quello della condizione giovanile del nostro Paese dove la consistenza numerica delle nuove generazioni e sempre più ridotte dove le ragazze e di ragazzi
Incontrano difficoltà crescenti nell'inserimento nella vita lavorativa
E nella società in generale come ben definita nel capitolo di Roberto il picchiatore e Francesca tossica sindrome del ritardo dell'IMI della emancipazione dei giovani italiani accentua oltremodo il ruolo e le risorse delle famiglie di origine peggiorando la già scarsa mobilità associati la contrazione del numero dei giovani occupati amplifica il processo stesso di invecchiamento ritardando e riducendo le decisioni riproduttive questo lamento l'elemento essenziale ricordo
Nell'ultima dell'azione
Del governatore Draghi quando era presente Draghi Governatore della Banca d'Italia i colpi diciamo un aspetto perché si riferì ai mali dell'economia e differito ai vari dell'economia Pardo di ansietà
Non cercare uno dei padri dell'economia riguarda la pressione demografica del Paese riguarda la questione economica riguarda la percezione della questione economica del paese qui la rivista di politica economica ritorna attualissima
Partendo da questo aspetto e allargando la sua visione in senso largo ed è chiaro che qui c'è un ruolo anche delle università della formazione in un mondo in cui lo diciamo spesso i fattori di produzione sono quattro e non più due
Capitale e lavoro conoscenza e di informazione e il ruolo di una università con la nostra Meduno degli universitari il ruolo del mondo della scuola nel Paese
Diventa strategico ed importante perché per noi significa anche riattivare l'ascensore sociale del Paese ma dare una speranza attraverso le competenze ai nostri giovani è chiaro che bisogna lavorare su una dimensione di intervento organico di politica economica in cui la formazione diventa strategica per il Paese ma anche le grandi opportunità per i giovani per lo sviluppo questo riporta all'attenzione quello che sottolinea spesso una nostra Confindustria cioè appunto la questione industriale che hai moglie diventata ancora più attuale in questo momento storico per la dimensione dei costi dell'energia e in questo
Luis cerca diciamo di costruire una serie di legami con le giovani generazioni per costruire appunto percorsi di formazione aprendo a fronte internazionale dal Mediterraneo Balcani nei paesi di prossimità nella logica di costruire percorsi di formazione specie i nostri giovani del paese ecco questi aspetti riguardano l'idea di futuro del Paese che non può prescindere dalla questione demografica
Ma dalle cause della questione demografica che vengono un poco prima e che ci invitano a una riflessione profonda e anche questa volta il volume Della sua dimensione monotematica ci apre ad una riflessione non solo sulla costatazione di quello che sta accadendo ma sulla capacità e sulle soluzioni che potremmo realizzare per costruire una speranza un sogno un futuro
Mattarella qualche anno Farcas Mattarella rivolgendosi a noi italiani era il suo discorso di fine anno
Disse una frase
Che ricordo in questo momento la frase era termini come sogno speranza non possono essere delegate solo alle generazioni come dire dei fanciulli cioè riguardano tutti noi recuperare sogno speranza uscire dall'ansietà
E una delle prime tre condizioni per uscire diciamo di questo calo demografico che riguarda l'Italia e che invece deve guardare avanti per costruire futuro attraverso i giovani grazie buon lavoro a tutti
Buona sera tutte
Indicatori di relatori della sezione demografica a prendere posto accanto a me professor Rosina dell'Università Cattolica di Milano è la dottoressa passi del mia città di Bologna grazie per essere qui sono Maria Rita Testa professore associato di demografia la Luiss Guido Carli e oggi di saremo qui con voi
Per credo che possiamo anche uno darci i per fare il punto de sulla situazione demografica in Italia e in Europa Vorrei ringraziare ora iniziare ringraziando il professor Manzotti
Per l'entusiasmo e la passione che mi ha trasmesso nel coinvolgermi in questo progetto di stesura della volume di rivista di politica economica
Credo che credo che viene sia elementi
Una buon successo un buon esempio di collaborazione anche tra generazioni e vorrei ringraziare anche gli ospiti i con tutti io gli autori dei contributi di questo volume per la sessione demografica
In particolare la dottoressa Francesca Luppi che ci sta seguendo
In streaming non è potuta venire in presenza e ringrazio anche i miei studenti dei vari corsi di demografia che prese hanno accettato il mio invito a presenziare all'evento e mostrando un vivo interesse per le questioni demografiche
Iniziamo
A fare il punto vorrei partire vorrei partire dalla dal titolo che abbiamo dato alla sessione demografica della del volume
Donne
Giovani e l'inverno demografico italiano
L'inverno demografico italiano è un termine abbastanza inflazionato l'avrete sentito anche molto la rete sentito e letto nei nei nidi a recentemente allude con la molto incisivo alludendo alla serietà e alla gravità della situazione demografica italiana
Non è nuovo fu usato già sul finire degli anni ottanta e i primi anni novanta allorché alcuni illustri demografi tra cui io ricordo il francese Jean-Claude insieme
Parlava delle insidie di una possibile inclusione demografica del continente europeo su un po'oltre dei mini l'americano di origini ungheresi
Additava questa prospettiva uno scenario di marginalizzazione demografica del continente europeo
E devo dire oggi mi farò un focus sull'Italia quelle prospettive di perdita di l'ammissione demografico non erano infondate
Erano gli anni Novanta voi vedete in questo grafico il declino della popolazione italiana il Periodo va dal novantuno al due mila diciannove quindi mi fermo al Periodo pre pandemico
E vedete bene come in realtà concentrandosi su la parte italiana della popolazione residente in Italia
Fosse già presente negli anni Novanta questa spinta al declino contrastata inizialmente i dalla immigrazione
E poi tornata in campo nella seconda metà dello scorso decennio allorché i flussi di immigrati non gli la componente
Dell'immigrazione
Non è stata più capace di più che controbilanciare il declino della popolazione italiana e questo anche a causa dei continui dei della crescita delle in emigrazioni purtroppo spesso relative alla componente giovanile di giovani italiani decidono sempre più frequentemente di lasciare il Paese
Negli ultimi tre anni dal diciannove al ventuno abbiamo avuto un declino marcato
Cinquantanove virgola otto milioni di abitanti nel due mila diciannove cinquantanove virgola sei nel due mila venti la stima del due mila ventuno indica cinquantanove virgola due milioni di abitanti
E ancora fino le previsioni al due mila cinquanta indicono una perdita di altri cinque milioni di abitanti
Qual è la questione non è un solo una questione di numeri non è il punto cruciale della questione demografica italiana e dell'inverno
I nuovi equilibri
I nuovi qui nel nella in questo processo in questo avvio di declino demografico che non è unico al nostro Paese
Sì sviluppa parallele mente la il cambiamento del peso proporzionale dei SEG menti di popolazioni per grande fasce d'età
Vedete che i giovani
Zero quattordici anni questa sono le soglie convenzionalmente usate per indicare i giovani dipendenti
A Omen de diminuiscono dal venticinque per cento negli anni Sessanta al tredici per cento ai giorni nostri mentre parallelamente abbiamo un aumento considerevole della componente della perché proporzioni di popolazione in età sessantacinque anni e più dal nove virgola cinque per cento degli anni sessanta al ventitré virgola due per cento dei nostri giorni due mila venti
Quello che vorrei far di negli anni Novanta abbiamo detto siamo partiti dal dagli anni Novanta vorrei che richiamare la vostra attenzione sul fatto che gli anni novanta sono stati degli anni un po'decisivi perché a in quell'epoca si era l'Italia raggiunge per la prima volta un record di minimo
Mille novecentonovantacinque uno virgola diciannove figli per donna di gran lunga inferiore a quel se il livello soglia due virgola uno figli per donna
I due figli che rimpiazzano i due genitori e quindi assicurano la costanza della generazioni due virgola uno perché si tiene in considerazione anche gli affetti la situazione di sopravvivenza
La situazione e quindi si parlava Alitalia fu è stato il primo paese in cui si è verificato lo storico capovolgimento delle popolazioni il novantuno guarda il praticamente la alla Cina vedete quindici virgola cinque per cento di anziani contro il quindici virgola quattro per cento degli dei giovani
Quindi a questo
Cambiamento del peso proporzionale e soprattutto anche all'interno nella fascia centrale la popolazione in età lavorativa che va a diminuire e va ad invecchiare
In futuro avremo stiamo andando questa è uno scenario i prossimi anni voi sapete che la demografia e cambiamenti demografici
Sono caratterizzati da una grande inerzia quindi la previsione abbrevia Abdu a venti e trent'anni è abbastanza precisa
Quindi a via diciamo verso uno scenario due mila quaranta in cui ci saranno più di di un terzo della popolazione in Italia sarà anziana sessantacinque anni e più
E un terzo o trentuno per cento sarà giovane ora
Avete avete notato che limite per indicare i giovani non è più zero quattordici ma trentacinque voi noi sappiamo che i giovani lavorano cioè sempre di più scelgono in misura proporzionale di più le donne rispetto agli uomini di
Prolungare il percorso formativo
E spesso
Ancora all'età di trentacinque anni ascolteremo nella l'intervento della dottoressa Tosi non hanno ancora raggiunto una solida autonomia economica allora sicuramente questo cambio di equilibri richiederà un cambiamento di paradigma cioè come consideriamo Lita anziane perché essere anziani oggi non è come essere anziani negli anni novanta o negli anni Settanta e come consideriamo i giovani perché saranno una risorsa sempre più scarsa avuto modo di dirlo frequentemente il professor Rosina né i suoi contributi recenti alla questione demografica italiana un bene sempre più raro ma nel mio contributo che potete leggere l'invito a leggere nel volume
Per la mia indole sono sempre ottimista la palla bassa fecondità non è destino parto da questo situazione per dare individuare alcuni spunti per invertire la rotta
E chiaro dobbiamo essere anche realisti si serve ottimismo giova ma bisogna essere realistici da dove partire
Io la mia proposta è partire come un'attenzione al tempo al tempo della fecondità
Perché la ragione per cui la fecondità è andata calando negli ultimi decenni in Italia ragione principale è che le donne posticipo hanno sempre di più
La letta a cui iniziano a fare famiglia perché questo perché studiano più a lungo perché vogliono prima raggiungere una solida posizione nel mercato del lavoro
Per non vederla compromettere poi una volta alle foto alle soglie della maternità ma e quindi questo chiaramente come vedete nel grafico crea anche diminuisce le probabilità le chance di avere un figlio in più da questioni in Italia proprio la transizione al secondo figlio vedete c'è una correlazione
Negativa abbastanza forte tra l'età media della donna al parto nelle regioni italiane e il numero medio di figli per donna sono le regioni in cui le donne
Fanno i figli ad età più elevati quelli cui la fecondità è più bassa allora partendo lento chiaramente le due variabili sono collegati partendo con questa attenzione al tempo
E e qui concludo ritornando all'inizio alle donne e ai gioielli inverno demografico italiano la il mio suggerimento è di guardare alla condizione giovanile
Avendo a mente che c'è al momento guardando alle regioni italiane le situazioni delle regioni italiane una correlazione negativa tra il tasso di disoccupazione giovanile e il numero medio di figli per donna quindi l'assunzione
Aiutiamo i giovani a trovare una lavoro stabile a uscire dalla condizione di incertezza
Presidente ha parlato di speranze a dire proprio in fondiamo fiducia in questi giovani che avranno poi una un futuro da garantire a loro volta alle loro generazioni per questo il punto di
Volta agraria chiavi di volta
E l'altro spunto
Che vorrei darvi su cui mi soffermo nella contributo al volume relativo al tasso di occupazione femminile e qui vedete che la correlazione tragici questa variabile il tasso di occupazione femminile il numero medio di figli per donna è positivo cioè sono quelle regioni
Regioni settentrionali ViviMilano Magna il Veneto la Valle d'Aosta la Lombardia in cui il tasso di occupazione femminile più elevato
Anche quelle che all'interno dell'Italia hanno una fecondità più elevata e questo tipo di correlazione positiva non è una caratteristica peculiare alla situazione italiana la ritroviamo anche nel contesto europeo di cui ora tra a breve ci parlerà professor Rosina
Proprio perché la le equazioni
Fecondità occupazione da negativa che era in passato è divenuta positiva e vedremo che anche a livello europeo sono quei Paesi che garantiscono che tengono occupazioni Fini mille elevata quelli in cui le donne
Non trovandosi di fronte all'alternativa al conflitto tra dedicarsi ai compiti di cura della prole o alle attività professionali e poi decidono di avere un figlio più perché sanno che possono combinare le e quindi questa è la venerabile chiave per poter rallentare e come obiettivo l'obiettivo è nel decennio
Ecco siamo al due mila ventuno due mila trenta raggiungere parte tollerare la fecondità se non altro l'ultima stima per il due mila ventuno professor Blangiardo deve il il nostro presidente dell'Istat
L'ha comunicata in occasione degli Stati generali uno virgola ventidue figli per donna
Io penso che sia un obiettivo realistico non solo ottimistico raggiungere un un un un tasso di fecondità di uno virgola cinque figli per donna perché uno virgola cinque figli per donna è proprio quel tasso di fecondità che noi oggi osserveremmo
Depurando l'indicatore da questo stretto ritardo
E con questo concludo la mia con presentazioni di ringrazio per l'attenzione e invito il professore Rosina contestualizzare questa relazione in ambito europeo
Grazie grazie si spero che funzioni per seme telecomando no perfetto no io partirei da da un dato supponiamo che le nascite siano un bene che viene prodotto
Forse è il bene più importante tra l'altro più prezioso di un di una nazione bene
Allora se consideriamo le nascite un bene prodotto dovremmo renderci conto prendere atto che negli ultimi cinquant'anni la produzione di questo bene sia dimezzata c'è crollato del cinquanta per cento
E questa uno dei crolli maggiori nel mondo non solo le dinamiche recenti sono state tali da aver fatto scivolare il nostro Paese anche all'interno del contesto europeo sempre più i margini prima tu dicevi no l'Europa rischia di Simona Sala dei margini di tagli all'interno dell'Europa scivola sempre per i manager che avevamo un grafico che forse più di altri fa capire anche l'anomalia italiana all'interno dello stesso contesto europeo ma sono riuscita a leggere forse i Paesi vano indebito agli assi in verticale avete il numero medio di figli per donna di ciascun Paese europeo in orizzontale l'età media al primo figlio e quindi mi ricollego alla alle tue indicazioni anche precedenti ed italiane quel cerchietto rosso come vedete quindi in basso a destra e quindi siamo uno dei Paesi che maggiormente all'interno della stessa Europa si caratterizza da un rinvio continuo della scelta di avere un figlio
E una rinuncia progressiva una revisione al ribasso sul numero di figli che poi effettivamente si hanno e questo è il dato del due mila diciassette poi c'è stato l'impatto della pandemia H spostato ulteriormente in basso
A destra il paese cioè l'Italia praticamente fuori dal grafico cioè dovremmo ingrandire il grafico solamente per farci stare l'Italia tanto per insomma far capire un po'la sigla l'anomalia anche italiana alla che cosa che caratterizza il nostro Paese se vogliamo proprio essere molto sintetici prima che anticipato il declino rispetta la popolazione europea
La popolazione europea non ha più la capacità endogena di crescere e l'Italia prima della d'Europa e tu l'hai fatto vedere ha esaurito questa capacità endogena tant'è che nemmeno l'immigrazione pur consistente sarebbe in grado di compensato il seconda aspetto che caratterizzano nella particolare l'Italia è chiara accentuato gli squilibri interni
Nelle fare fasce d'età ne siamo il Paese uno dei paesi al mondo in cui maggiormente giovani anziani vanno con maggiore intensità in direzione opposta gli anziani ad aumentarle e giovani a diminuire
Quindi ha l'intera proposta italiana crea diminuzione
Abbiamo due fasce che chiusi in altri Paesi corrono in una direzione uno da una parte in declino e l'altra punto in crescita
Non ci invece caratterizza e il numero desiderato i figli se non ci confrontiamo con gli altri Paesi europei
Il numero di figli desiderato praticamente sullo stesso livello medio europeo devo dire che quello che specifico del nostro Paese il gap il divario tra il numero di figli desiderati e quelli che effettivamente si riesco a realizzare che possiamo quantificare in circa un terzo in Italia ne abbiamo un terzo in meno dei figli che vorremmo avere almeno fumante in tutte le indagini sia Eurostat Istat che vengono realizzati e quindi a questo su questo grave su questo divario che con le politiche
Devono che possono intervenire
E ci sono però adesso due e novità peggiorativa rispetto a questo quadro delineato la prima quella congiunturale all'impatto della pandemia la pandemia ulteriormente a portato alle nascite verso il basso noi vediamo da vari anni in cui ogni anno battiamo il record negativo di santo dell'anno precedente
Fino a quindi siamo scesi per la prima volta sotto le cinquecento mila nascite dimezzando i dati del baby boom e però il nuovo anno siamo andati sotto l'anno successivo ancora più sotto e così via fino a quattrocentoventi mila nascite nel due mila diciannove
Quattrocentoquattro mila nel due mila venti ore sospenderemo sotto le quattrocento mila chiamate avanti rotolando verso il basso battendo ogni Volterra crolla ribasso all'anno precedente
Ecco adesso appunto la la pandemia ulteriormente accentuato queste questa revisione al ribasso aperta congelato il tegame di progetti di vita e la possibilità di realizzare e poi però come novità peggiorativa c'è quella strutturale perché il fatto di essere di avere una così persistente bassa fecondità che quello che caratterizza l'Italia non è solo una bassa fecondità normale ma la persistente bassa fecondità
Siamo uno dei Paesi che dà più lungo più d'uno tempo più di trentacinque anni al numero ma di figli e sotto uno virgola cinque
E sotto quel livello lì vuol dire che ogni nuova generazione si riduce ma era consistente rispetta la generosa dei propri genitori e così via i loro figli sono ancora de me non c'è traccia tra
E la conseguenza di avere una persistenza che dura da oltre trentacinque anni vuol dire che gli attuali trentenni trentacinquenne sono ornate nel periodo di crollo delle nascite e quindi anche le potenziali madri adesso sono in riduzione
E quindi diventa sempre più difficile invertire la tendenza perché ultra bassa fecondità bisogna anche compensare il fatto che si riducono lei stesse potenziali malati
Cioè come se noi per invertì la tendenza dovessimo salire su una scala mobile che va verso il basso la scala mobile gravava sul basso avete presente no nei centri come l'acciarino se uno volesse salire su una scala mobile carsica bassa stavate caso basso
è dovuta al fatto che via via le donne in età riproduttiva si stanno riducendo e quindi dobbiamo Salafia qualità meno ha più che compensato IVA rispetto a questo trascinamento verso il basso e più aspettiamo più sarà difficile sarde
E quindi urgente ma diventa anche necessario agire in maniera particolarmente accentuate tutto questo ha delle conseguenze delle conseguenze sul piano poi economico e sociale uno degli indicatori guardati con più preoccupazione
Dalle società mature avanzate all'indice di dipendenza degli anziani e che ha al numeratore gli over sessantacinque
E al denominatore la popolazione in età attiva che lavoro sono sempre di più adesso va misurare tre venti e sessantaquattro anni mentre qui cioè prete sessantaquattro
Bene finora quell'indicatore lì è peggiorato CEO ma intanto perché aumentar tra la popolazione anziana cioè il numeratore
Mentre il denominatore che la popolazione attiva è rimasto consistenti perché c'erano le generazioni nate nel fino al da Vibo
Quindi non c'è un permesso il lusso anche ai DS di sottovalutare le conseguenze della denatalità e l'impatto sulla struttura demografica perché tutto sommato aumentano gli anziani è diminuito volevano sempre di meno ma al centro la vita attiva c'erano le generazioni consistente Bardem
è però adesso i nodi vengono al pettine e ci sono alcuni Paesi che proprio per evitare di trovarsi con squilibri demografici di Richard gestire con tutte le implicazioni hanno agito per tempo gli avete due Paesi oltre l'Italia
E tra i due Paesi incorniciati che sono che sono due casi interessanti urla sprezzante trovate alla mia destra e quindi anche alla vostra destra
Che è interessante perché la Svezia è stato uno dei primi Paesi con una fecondità è scesa sotto il livello di sostituzione generazionale già verso la fine degli anni sessanta
A un certo punto si è preoccupata alla fine degli anni Novanta di essere scesa addirittura quasi uno virgola cinque figli per donna e quindi proprio per evitare di ridurre maniera eccessiva la popolazione in età attiva a investito su consistenti politiche familiari
E la conseguenza vedete appunto dai dati che se ne confrontiamo il punto la la crocetta Carla situazione dell'indice di dipendenza le aziende minori centonovanta quello del due mila diciannove e la prospettiva il due mila cinquanta
La Svezia pur partendo da valori peggiore sarà quella che peggiorerà di meno questo indicatore Grassi appunto apolitiche adeguate che che hanno consentito di contenere la riduzione del denominatore la Germania l'ha fatto un po'dopo poco prima dalla grande recessione del due mila otto ha deciso di
Prendere consapevolezza che la fecondità era scesa su livelli troppo bassi era addirittura scesa sotto i rivali italiani intanto per farsi un'idea
E ha deciso quindi di investire anche essa sul politiche adeguate per invertire la tendenza della natalità ma poi investito anche sull'immigrazione eccetera e vedete quindi la Germania che si trovava su livelli li avete il rombo insomma tra i più alti d'Europa grazie a questa inversione di tendenza che ha consentito la Germania in dieci anni meno di dieci anni da di passare dalle che Vialli più bassi d'Europa sotto quelli italiani a livelli sopra la media europea
La conseguenza di questa inversione di tendenza della della fecondità la vedete sul fatto che la Germania adesso si mette al centro sostanzialmente non a un peggioramento dedicatore che tutto sommato abbastanza contenuto e nella linea della media europea di peggioramento
L'Italia invece è il terzo caso non ha messo in campo politiche ed efficaci di contrastate lavora della natalità la denatalità non ha promosso appunto politiche familiari adeguate e quindi sarà uno dei paesi che peggiorerà di più su questi indicatori
Ora
Più si lascia che gli squilibri demografici si allargano più questo scenario andrà ulteriormente peggiora
Che vuol dire che le rischiava adesso perché già vediamo da una situazione di questo tipo
Di ogni ad ogni nuova edizione delle previsioni distratta di dover prevedere al due mila cinquanta lo scenario peggiore rispetto alle delle previsioni precedenti perché appunto nel frattempo via via lo scenario diventa ancora più negativo
Un esempio ce l'abbiamo confrontando semplicemente le ultime due destino delle previsioni distratta nelle previsioni precedenti nelle penultime
L'Istat prevedeva che al due mila e cinquanta la popolazione in età attiva sarebbe diminuita scenario mediano di oltre sei milioni gli abitanti tra i venti e Santa quattro anni quindi la parità particolarmente consistente tant'è che appunto l'OCSE aveva anche previsto che se non ci fosse stata una inversione di tendenza e un miglioramento anche nel quadro generale dista l'Italia era il Paese che rischiava maggiormente a metà di questo secolo di trovarsi con rapporto uno a uno tra persone effettivamente in pensione da e lavoratori un rapporto uno a uno
è assolutamente incompatibile con un qualsiasi possibilità di produrre crescita rendere sostenibile sistema socio
Quindi è una scenario va be'nel frattempo le cose sono ulteriormente peggiorate tant'è che nell'ultima previsione che ha fatto l'Istat
Lo scenario peggiore dell'edizione precedente la penultima edizione è diventato lo scenario più probabile di quella più aggiornata ovvero nella penultima si prevedeva di padre sei milioni come scenario mediano è di otto milioni lo scenario peggiore bene quell'otto milioni è diventato lo scenario mediano delle ultime previsioni
Quindi da lasciamo che la demografia faccia vada alla deriva per conto suo e poi diventa sempre più difficile aggiustare una rotta che ci porta progressivamente
Lontani poi dal poter valorizzare effettivamente le potenziali questo Paese ha e poi produce dei costi che diventano opifici perché gestiti quindi la questione di invertire la tendenza passione vogliamo invertire la tendenza proprio per la scala mobile che dicevo prima cioè per la struttura per età così compromessa come attualmente abbiamo e per i livelli bassi della fecondità che in cui ci troviamo tra l'altro a livelli bassi anche di occupazione giovanile e femminile e quindi la necessità di far di mete nato delle politiche che consentano di mettere in in relazione positiva
Tra i progetti di vita la percorsi formative professionali e la conciliazione tra lavoro e famiglia stavano politiche che riescano tutti questi frontiera essere portate avanti
Per riuscire a farlo adesso dobbiamo quindi per la situazione in cui ci troviamo a fare il contrario di quello che abbiamo fatto finora
Cioè dall'essere stati i peggiori in Europa rispetto alle politiche che riguardano tutto questo sistema che avete sempre natalità occupazione femminile occupazione giovanile
Eccetera diventa i migliori a imporsi e di mettere in campo le politiche più avanzate cioè diventare l'esempio da seguire in Europa per realizzare politiche di questo tipo perché è l'ultima è l'unica possibilità che abbiamo per invertire la tendenza per invertire la tendenza privo di alternanza non basta salire uno virgola cinque perché se mai arrivassimo uno virgola cinque come tasso di fecondità
Avremo comunque una natalità che non riesce a risollevarsi perché la struttura demografica delle delle potenziali madri no sarebbe trascinerebbe comunque verso il basso le nascite quindi bisogna arrivare almeno queste sono un po'le simulazioni che ci sono anche nel nel nel saggio arrivare almeno ai livelli di Svezia e Francia attorno a uno virgola settantacinque entro questo decennio perché le le nascite stesse Fossano risalire per farlo
Serve quindi spostare verso le migliori esperienze europee le politiche da realizzare questo vuol dire farlo interne sia di approccio che di misure chiave da realizzare
Come approccio se vogliamo ispirarci migliora spesero per cioè la Francia che insegna che le misure non possono essere occasionali ma devono essere Poli devono essere continuamente grazie
Cioè devono dare l'idea che avere un figlio non è un costo privato ma un bene collettivo su cui tutta la società investe qui alla base c'è anche un cambiamento culturale rispetto alla scelta di avere un figlio
Rispetto alla Svezia qui la prova cioè il quello di mettere assieme le politiche di conciliazione con le politica di condivisione prepolitico citazione funzionasse sono contemporaneamente anche politica di condivisione che quindi possono essere sono accessibili allo stesso modo da madri e patate
E la Germania poiché quello che che ecco un approccio che che indica
E che le politiche familiari vanno messe politiche per i giovani vanno considerate messa al centro delle politiche di sviluppo del Paese pretesti in che continueremo così rare marginali
Le politiche familiari e le politiche per le nuove generazioni non avremo nessuna politica veramente trasformati in faccia che consenta
Alle persone di pienamente realizzare i propri progetti di vita e questo è ancor più confermato dal fatto che appunto proprio per le ricadute il collegamento che c'è con l'occupazione giovanile con l'occupazione femminile con la riduzione della povertà infantile dico signora senta la povertà educativa
è evidente che politiche di questo tipo sono proprio politica di sviluppo non solo quindi politica e famiglia
Internet né sull'agenda è molto interessante scusami se ti interrompo arrestata perché non vorrei mangiare poi il tempo al alla dottoressa Tosi ti chiederei di arrivare alla conclusione così poi tutto siamo da lasciare i dieci minuti anche a Francesca perfetto
Sì teme di misura chiave vuol dire che
Bene l'assegno unico universale bene il sostegno lo economico alle famiglie ma non può bastare
Proprio per la visione sistemica e integrata
Dobbiamo anche poi per rendere solido percorso ma l'inversione di tendenza agganciarlo a un investimento forte anche alle politiche di conciliazione e poi le politiche giovanili sulle politiche di conciliazione
Ci sono i servizi per l'infanzia non basta portare al trentatré per cento cioè qui l'obiettivo che avevamo raggiunge dieci anni fa
C'è l'Europa aveva in sé messo il trentatré per cento di copertura dei servizi per l'infanzia come obiettivo da raggiungere al due mila dieci no adesso non possiamo fare dei prossimi dieci anni quello che avremmo dovuto fare dieci anni fa
Dobbiamo fare nei prossimi dieci anni quello che serve al Paese per cresce ancora di più ancora meglio fra dieci anni
Deve essere fatto su tutto il territorio deve essere fatto anche tenendo conto delle specificità italiane e quindi ad esempio con attenzione particolare a tre piccole e medie imprese che fanno parte appunto del De Soto italiane quindi va be'aiutate a poter sperimentare
Anche politiche di conciliazione che siano efficaci ecco
Solo cogliendo pienamente questa sfida e mettendo al centro politiche familiare le politiche di sviluppo l'Italia può coglie la discontinuità
Prodotto dalla pandemia l'occasione che i fondi Dax Sean Hughes metto a disposizione e il Piano integrato del fra negli Acta posso effettivamente diventare le novità che consenta al Paese di iniziare un percorso poco prassi
Benissimo grazie Alessandro i mi è piaciuto molto che tu abbia toccato una variabile chiave la fecondità desiderata tu sai che è stato uno dei miei cavalli di battaglia nella ricerca sono nota in Europa insomma ricerca internazionale proprio per questo tema e a questo mi consente di fare il passaggio ora Francesca molto velocemente per non rubati altro tempo Francesca c'è un altro termine molto usato per indicare per de descrivere la situazione demografica e italiana attuale la trappola demografica che allude
Sia a quella perdita di potenziale riproduttivo stiamo avendo sempre meno donne in età riproduttiva
In questo senso stiamo entrando nella trappola demografica ma c'è un altro modo per intendere la trappola demografica di cui mi sono occupata è una proposta di una teoria dello faciliti cioè per anni addietro e lo scenario ipotetico in cui i giovani di giovani nostri figli
S'essendo socialisti dati in una società in cui la famiglia con un solo figlio è la normalità
Avranno come desiderio non più la famiglia con due figli ma la famiglia con un figlio Solow se questa scenario si dovesse realizzare
Sarebbe più difficile mettere in campo delle politiche che oggi dovrebbero andare solo a chiudere il che è poi quello che noi chiamiamo certi riti ghetto c'è la discrepanza tra il le i desideri due figli sono ancora due figli
E le realizzazioni uno virgola due figli per donna e a questo proposito per questo ti ho fatto il passato perché credo che sia cruciale capire
Perché pur avendo in cantiere questa famiglia con due figli che ancora il modello persistente ma non solo in Italia anche in Europa
Non ci contraddistinguiamo in questo senso perché i giovani si fermano prima vogliono due figli ma poi alla fine ne fanno uno o se mai
Nessuno intenda Francesca
Grazie mille
Sì il il mio contributo parte più dalla prospettiva diciamo biografica dei costi di vita dei giovani essi concentra un contributo proposto da me e Roberto impiccio Ettore sempre dell'Università di Bologna che si concentra parte dalla constatazione di come i corsi di vita dei giovani siano diventati sempre più incerti insicuri e Complessi in un certo modo frammentati smaglianti
E cosa che ha inevitabilmente comporta inevitabilmente un accumulo di ritardi nella transizione nel percorso di transizione all'età adulta
Innanzitutto i demografi parlano di transizione all'età adulta proprio riferendosi a quella momento quella fase di vita in cui si chiude l'età giovanile attraverso la sperimentazione di una serie di importanti e venti il conseguimento di una serie di importanti
Obiettivi momenti fondanti ad esempio l'uscita dalla scuola l'entrata nel primo lavoro
La prima abitazione indipendente la formazione familiare o la nascita di un figlio queste sono tappe che nell'immaginario di una biografia sembrano quasi dovessi rincorrere e conseguire in maniera lineare
Quando in verità soprattutto quando c'è molta complessità e incertezza
A livello sociale ed economico alcune di queste tappe e vengono saltate l'ordine può essere invertito ma accade anche che si vada per tentativi e si torni anche indietro talvolta questo a maggior ragione per l'appunto in società in in contesti dove c'è una grande insicurezza economica di fatti l'Italia è un Paese in cui i giovani hanno accumulato un'enorme ritardo in più aree in più stare della vita
Nel loro percorso di transizione nel loro percorso verso l'adultità e questo è stato messo ancora più a dura prova dalle recenti crisi degli ultimi quindici anni quindi
Sì alla crisi
La grande recessione nel due mila nove come anche la corrente crisi economico sanitaria
Un'aria per esempio in cui è stato accumulato un grande ritardo a quella della della transizione scuola lavoro quindi quella che caratterizza il passaggio dal mondo della formazione a quello produttivo economico economicamente attivo basti pensare che lieta di uscita dalla scuola il percorso scolastico in Italia è gradualmente sempre più elevata
Tuttavia pur pur avendo in Italia una delle percentuali di laureati nella Pepoli nella popolazione adulta
Più bassi d'Europa siamo seguiti solo dalla Romania quindi non possiamo ascrivere soltanto il fatto che ad oggi i giovani studiano di più no il fatto che si arrivi sempre più tardi al mondo del lavoro
Anche i mezzi che intercorrono tra l'uscita dalla conclusione degli studi Allen al primo impiego sono tanti dieci undici in media e i dati ci dicono che non dipendono dal grado di istruzione quindi vale questo vale sia per i diplomati
Sia perché ha concluso il ciclo terziario quindi universitario in questo senso la laurea non sembra essere un fattore tanto protettivo
E a questo proposito ci tengo a dire che questa difficoltà nel transitare dallo studio al lavoro non va ascritta ad un atteggiamento ad un presunto atteggiamento inerte o sbagliato dei giovani nei confronti del lavoro
è il contesto che rende difficile il contesto economico e sociale che rende difficile questa transizione e questo è dimostrato dei tassi di disoccupazione giovanile cioè dalla prevalenza di giovani che non trovano lavoro pur cercando lo attivamente
Ad oggi nel due mila venti la fascia quindici ventiquattro anni De Giovanni a osserva un tasso di disoccupazione di quasi il trenta per cento siamo sul ventinove virgola quattro per cento
E per le giovani donne in quella fascia di età siamo addirittura superiamo il trenta siamo sul trentadue per cento circa
Anche nella fascia venticinque trentaquattro ci attestiamo sul tasso di disoccupazione giovanile del quattordici per cento per non parlare del tasto dolente dei Mitt quindi di quei giovani che al contempo non studiano e al contempo non sono occupati quindi sono quasi esclusi socialmente sono a un passo dall'esclusione sociale
Che ad oggi ci vedono in cima tristemente ad una classifica europea
Nel due mila venti il tasso Dynit in Italia nella fascia quindici ventinove ammonta a ventitré per cento virgola tre sa e la percentuale più alta d'Europa dove la media al di sotto del quindici per cento
E in particolare nella fascia venticinque trentaquattro
Le donne rappresentano il gruppo storicamente consistentemente più grande di Mitterrand più di un milione duecentotrenta mila donne tra i venticinque trentaquattro anni
Non studiano e non lavorano e teniamo conto che quando diciamo non lavorano si considerano sia ai disoccupati cioè coloro che comunque lo cercava il lavoro
Che gli inattivi e anche qui c'è da sottolineare che fra i miti italiani lo zoccolo duro sono i disoccupati quindi la ricerca di lavoro c'è un'altra aria di grande ritardo rappresentata dalla conquista dell'autonomia abitativa dalla conquista di una autonomia familiare no quindi della dell'inizio di un percorso proprio di una formazione di un proprio nucleo familiare
In Italia infatti l'uscita dalla casa genitoriale dei giovani è il ritardo di cinque sei anni rispetto ad una media europea
Ovviamente non ha pace con Paesi che ci precedono anche di molti più anni per esempio i Paesi scandinavi dove l'uscita dalla casa dei genitori cioè intorno ai venti
Ma anche la coabitazione con almeno un genitore resta a lungo la soluzione abitativa mo'una soluzione abitativa molto diffusa la più diffusa che arriva a sessantaquattro settanta per cento per i maschi tra i diciotto e i trentaquattro anni
Ora è evidente che questa questo con testo in cui sia la transizione scuola-lavoro sia la transizione alle tappe dell'adultità che riguardano la formazione familiare
Ribelle di noi giovani in una posizione di inferiorità
Relativa a livello sociale sul mercato del lavoro è facile comprendere perché quando si entra tardi nel mondo del lavoro composizioni precarie scarsamente retribuite se non quando retribuite
Questo chiaramente comporta l'accumulo di insicurezza incertezza per il futuro
Di conseguenza spesso come abbiamo appena visto grazie contributi dei miei colleghi si rinvia non se non si rinuncia alle scelte riproduttive e questo ha a che fare anche con ha come conseguenza anche una cristallizzazione della mobilità sociale laddove i giovani infatti possono contare su una vasta rete di risorse in termini di capitale sociale di risorse finanziarie
Da parte della famiglia di origine ovviamente il passaggio all'età adulta
Si rende meno complicato meno farraginoso ma per quei giovani in cui alle cui spalle non c'è una famiglia così così solida
Ecco per loro sarà sempre più difficile e in questo senso si tendono a cristallizzare le disuguaglianze sociali in Italia e concludo con un'altra
Con un altro spunto al di là delle disuguaglianze sociali che dipendono dal fatto che la indipendenza economica e l'autonomia dei giovani è sempre più lontana
Una troppo stretta vicinanza dipendenza interdipendenza tra generazioni precedenti quindi famiglie nuclei genitoriali di origine e figli fa sì che i giovani in omino di meno anche sul piano della formazione familiare sul piano affettivo che sperimentino di meno nuove forme di abitazione di qua vita azione
E questo una perdita netta per la società perché i giovani hanno una propensione al rischio all'innovazione tipica della loro fascia di età e senza la quale lo sviluppo sociale e la modernizzazione della società stessa si rendono impossibili
Grazie mille grazie mille alla dottoressa pazzi e questa grande
Delle veramente interessante ampia e dettagliata overview di suggerisco di Jair il suo contributo nella nella rivista di politica economica e troveremo tanti spunti attraverso questa analisi
Per cercare veramente di capire come affrontare le criticità dei giovani cioè le problematicità gli aspetti critici del loro
Passaggio all'età all'autonomia all'età adulta le all'autonomia il tempo corre quindi siamo in conclusione voglio ringraziare di nuovo professor Rosina e la dottoressa Tosi per aver contribuito al buon successo di questa sessione demografica e passo la parola al professor Manzocchi per la sessione economica
Grazie
Grazie di nuovo Maria Rita vero mi ha aiutato in modo fondamentale a costruire questo volume e invito tutti vanno avrete tempo e voglia
A leggere i contributi perché naturalmente c'è molto di più nella nel volume di quanto riusciamo a darvi oggi in questo poco tempo
E grazie naturalmente tutti gli autori a quelli che oggi riescono a stare qui con noi a presentare quindi Alessandro grazie Francesca anche Francesca Luppi Roberto impiccio Ettore gli autori di del paper sulla Silver economiche è un tema super interessante ma Massimo Rota e Francesca Sica e Giuseppe D'Arcangeli sei le sue cautele complici che hanno scritto un paper molto interessante su contributo dei lavoratori immigrati alla valore aggiunto della manifattura europea
Dunque la seconda parte di volume guarda appunto alla ha come utilizzare la demografia come un Prisma per leggere
Appunto la l'evoluzione ma anche la struttura della dell'economia della società non è naturalmente un una cosa originale uno dei di lavori storici del della dell'economia politica si chiama i principi della popolazione di Malthus ed di fine Settecento ma sorprendente come utilizzando appunto una lente demografica come abbiamo scritto da nessuna parte del volume si riesca a interpretare la strutture cambiamenti l'evoluzione le nostre economie delle nostre società in maniera profonda
A volte anche sorprendente pieghe senz'altro molto interessante
Non ci siamo occupati grazie
Addio lira e di previdenza perché la previdenza è un tema inflazionato quando simili
Si guarda al rapporto della demografia l'economia ma abbiamo un tema molto interessante che hanno a che fare sempre con l'invecchiamento è quello del dell'evoluzione dei sistemi sanitari in relazione appunto alla dinamica della popolazione che abbiamo qui Gilberto Turati che oltre
Essere un membro dell'Advisory Board la rivista ha contribuito con un lavoro super interessante a questo
Questo tema TR Gilberto di parlarcene soprattutto guardando alla chiave molto originale che avete usato quei tuoi Colturi di guardare appunto alla popolazione anziana
Come
Utilizzatori naturalmente i servizi sanitari ma anche come contribuenti come i lettori grazie sì grazie Stefano sensibile
Grazie Stefano grazie anche della generosità con la quale hai presentato il lavoro che eminentemente descrittivo io avevo qualche slide non so se forse posso già utilizzare questo
Dunque ecco quando mi è stato assegnato il il il tema si aprivano almeno due prospettive sulle quali poter guardare la relazione tra demografica diciamo in senso lato anziani i sistemi sanitari la prima prospettiva che vorrei qui ricordare che i sistemi sanitari e più in generale il il welfare
Hanno chiaramente giocato un ruolo in tutto ciò di cui stiamo discutendo oggi perché hanno consentito un miglioramento sostanziale delle condizioni materiale quindi se oggi parliamo di invecchiamento e anche grazie ai sistemi di protezione sociale che da questo punto di vista diventano un investimento era il Paese
Lavoratori più sani sono lavoratori certamente più produttivi quindi questo non dovremo mai scordarci allo nella prospettiva poi futura questa chiave di lettura la lasciamo da parte nella nel lavoro perché se non ci avrebbe portato troppo lontano e ci concentriamo invece sugli aspetti più di preoccupazione che diciamo l'invecchiamento della popolazione equità si dipendenza dei di cui ha ha parlato a Rosina Alessandro Rosina
Annella nell'intervento precedente possono dare al rispetto appunto all'evoluzione della della spesa sanitaria quindi quali via di fondo è provare a vedere che cosa succede rispetto all'equilibrio finanziario degli schemi di protezione sociale in particolare
Per quanto riguarda la la spesa sanitaria ora
La prospettiva con la quale di nuovo si può guardare a questo tema lo ricordava adesso Stefano Manzocchi almeno di tre tipi noi di primo acchito siamo portati a pensare che l'anziano può essere fonte tra virgolette di preoccupazione i termini pressione sulla spesa perché l'anziano è tipicamente un consumatore di servizi sanitari
E se guardiamo a ai dati pro sezionali e alla probabilità per esempio di accedere a un servizio sanitario come potrebbe essere l'ospedalizzazione
Insomma del resto il Coni diciannove la messo abbastanza in luce è chiaro che c'è una probabilità che cresce al crescere dell'età e addirittura si impenna arrivati a a una certa età qui ho messo sessantacinque più per ricordare questa questa convenzione vedremo che in realtà i dati pro sezionali lo dicono
La soglia critica sembrerebbe essere intorno agli ottant'anni si arriva lì ha un picco poi la spesa si riduce e questo avrà un impatto questo però è è solo uno degli aspetti rispetto al quale guardare alle sette o all'impatto dell'invecchiamento sulla sospese sulle politiche sanitarie perché gli anziani potranno e la prospettiva di politica le condomini a non può non essere presa in considerazione in un Paese come il nostro
Dove già si è visto qual è stato l'impatto diciamo così dell'invecchiamento dell'elettore mediano rispetto all'adozione di determinate politiche
C'è un terzo aspetto che vale la pena considerare cioè che gli anziani pagate le tasse
E da questo punto di vista le tasse diciamo così in senso lato sono legate ai redditi e consumi e credito i consumi di questa fascia d'età sono diversi rispetto ai di consumi di una popolazione di diverse età quindi quello che proviamo a fare molto sinteticamente adesso cercherò di farla breve
è guardare appunto al Litta al mondo del politiche sanitarie più in generale la spesa sanitaria rispetto a queste tre prospetti
La prospettiva principale è quella dell'appunto sto cercando di andare sul posto e successiva ma non ci riesco
Questo torno indietro questo va ecco
E quella di guardare alla spesa la spesa è un fenomeno di equilibrio come dicono gli economisti quindi qua si mischiano fattori domande fatte degli offerta da un primo un modo per guardare a che cosa è successo nel Paese
E e qui si vedono chiaramente delle delle fasi che possiamo chiaramente ricondurre a a e i finti che tutti noi cinici ricordiamo si parte nel novanta
Si era intorno medie italiane mille quattrocento euro pro capite irreali sto parlando di a valori reali per evitare appunto che qualcuno dica c'è stata l'inflazione
Si scende un po'fino al novantacinque poi si riparte per arrivare fino più o meno al due mila dieci e poi dal due mila dieci c'è una riduzione in termini reali di quasi un centinaio di euro per poi a riassestare assi intorno al due mila dodici e provare a risalire negli anni successivi
Perché vi voglio fare vedere questa questa vai con la spesa sanitaria perché in realtà la dinamica di breve periodo sembra ovvio non ha nulla a che fare con l'evoluzione del numero di anziani o della quota di anziani
A ad guidare la la la spesa sanitaria nel breve periodo sembrano essere fatto di altro tipo in particolare fattori politici
Nel primo periodo conta chiaramente tutto il processo di aggiustamento verso gli obiettivi di Maastricht
Che ha richiesto un controllo pesante di una spesa sanitaria che galoppava con tassi di crescita del più di dieci per cento nel periodo precedente
Arrivati a raggiunge gli obiettivi di Maastricht la spesa invece ha ripreso a crescere perché ormai l'obiettivo della giunta e quindi ci siamo un po'scortati di quali fossero le le regole europee e poi arriva la crisi crisi particolare
Quella del due mila undici che ha costretto anche lì a calmierare diciamo tasso di crescita della della SPISAL e questo ha portato a una riduzione in termini reali e poi ce cercato in qualche maniera di stabilizzare di mettere il miliardo in più sul tavolo perché questa è stata la politica appunto The i i governi tre copie d'a rispetto appunto al tema della politica sanitaria
Questa riflessione che ho appena fatto sulla dinamica di breve periodo e la spesa salta fuori anche da esercizi molto molto semplice molto descrittivi ai suggestivi a della di una regressione diciamo della spesa sanitaria rispetto a una serie di variabili tra le quali ovviamente il a tasso di ansia ecco la tavola si interpreta così nella prima colonna novantuno due mila diciassette abbiamo l'intero periodo che abbiamo visto prima e se facciamo una regressione con a sinistra la spesa sanitaria e a destra la quota di Over sessantacinque salta fuori su questo lungo periodo una relazione positiva
Quindi nel lungo periodo sembrerebbe esserci un Effetto appunto degli anta la quota di anziani sul totale della spesa accrescono
Pare però nel breve periodo e questo conferma quella lettura tra virgolette politica che ne ho dato prima a cosa interessante ed è un po'una novità rispetto appunto agli esercizi che non mente vengono condotti è che se dovessimo considerare solo i grandi anziani cioè gli over ottantacinque questa relazione anche nel lungo periodo scompare
E lì siamo andati un po'a indagare che cosa stava succedendo provando anche a spezzare
La quota di anziani facendo sessantacinque ottantacinque ottantacinque più e di nuovo ritroviamo questo affetto per cui la spesa sanitaria nel lungo periodo sembra guidata soprattutto da questi anziani diciamo non ho ancora garanzie
Siamo andati a guardare appunto nella nei dati pro sezionale quello che salta fuori appunto che c'è questa relazione che cresce con la spesa individuale fino agli ottant'anni e poi si riduce alla DC sono due possibili letture la prima e è che al di là di una certa soglia vietate poi coincide più o meno con l'aspettativa di vita
Le cure che vengono prestate anche per particolari patologie sono meno aggressive rispetto a quelle che vengono prestate a diciamo persone più giovani e questo riduce la spesa
Una seconda lettura a induce invece ad allargare un po'il quadro perché dentro la spesa sanitaria non ce la spesa sociale
E questo è l'altro pezzo dalla storia che dovremo invece andare a considerare perché la spesa per la lontra che ER che potrebbe coinvolgere invece gli anziani over ottanta
E sarebbe un pezzo della storia da mappare se vogliamo aprire un quadro complessivo di quello che sta succedendo a proposito della a speso appunto per alla popolazione anziana
Questa è una partita che riguarda il sociale ed è una partita per la quale purtroppo non abbiamo ancora evidenze sufficientemente stabile anche in termini di raccolta di dati quindi sarebbe utile che dal punto di vista il Paese che cominciassimo a raccogliere un po'di informazioni sistematiche su questo allora su questo aspetto
Due rapide occhiate invece a ruolo degli anziani sia come elettori sia ha come contribuenti dal punto di vista degli elettori siamo andati a fare un esercizio molto semplice queste sono dati comunali elezione alla Camera deputati in quattro anni differenti
E e quello che viene mappato qua dentro e la il il risultato alla percentuale di voti per i partiti di destra avendo in mente che esista una destra e una sinistra alla Bobbio in cui la destra e meno favore dalla spesa sociale la sinistra più a favore dello stesso quello che si trova da un esercizio simile
Questo di nuovo è una figurina ma abbiamo fatto anche qui le regressioni con qualche esercizio
E salta fuori che gli anziani sembrano andare nella direzione di votare più partiti di sinistra
E questo di nuovo torna ad avere un feedback
Non indifferente poi sulla tenuta del sistema perché vuol dire che dal punto di vista la politica l'economia se pensiamo che a quota di anziani tende ad aumentare questa quota di anziani che da votare in un certo modo che supporta le politiche distesa
E si dimentica però la parte diciamo così via raccolta dall'entrata e quindi il rischio è che si vada di nuovo a incrementare il il debito
L'ultimo pezzo dalla storia che è quello del del contribuente conferma un po'questa storia
Nel senso che agli anziani di nuovo hanno tipicamente redditi più bassi e consumano di meno e però le entrate che finanziano oggi la sanità sono legate e anche DTE sono legate soprattutto i consumi
Tramite la l'IVA
è quindi di nuovo questo in prospettiva ci può nella direzione di dire che anche le entrate che sono finalizzate per il finanziamento del servizio sanitario nazionale tenderanno a ridursi
C'è un pezzettino in più della storia che abbiamo voluto metter dentro e che richiama quella quella figura sull'asse orizzontale ci sono a alla cioè la quota di di anziani nelle regioni italiane dall'altra parte c'è la spesa sanitaria portata in detrazione
Per abitante è quello che si vede chiaramente che siccome gli anziani consumano non solo servizi sanitari pubblici ma anche servizi sanitari privati perché hanno pattern nati consumo diversi allora
Anche la la la quota portata in trenta l'azione di questa spesa tenderà ad aumentare questo di nuovo porterà a una riduzione prospettica delle entrate Daiet naturalmente questo a bocce ferme quindi è ovvio che il governo a un certo punto potrebbe decidere di modificare lei fonti di entrata per quanto riguarda il servizio sanitario nazionale e le regole che concernono la a detrazione delle spese sanitarie private però è del tutto evidente che questo tipo di scelta sarà reso complicato dall'equilibrio politico che si viene a creare e questo mi porta alla alla sua e precedette e di messaggio qui è che se dovessimo pochi tirare una conclusione molto molto rapida
Senza un patto sociale per il Paese che tenga conto di tutti questi aspetti dal punto di vista politico sarà difficile riuscire ad avere un equilibrio che ci consenta in qualche modo di tener conto di queste che sono prospettive piuttosto allarmanti
Soprattutto alla luce dei dati demografici di cui hanno parlato prima i colleghi demografico e mi fermo qua
Grazie mille Gilberto avrei molte domande da farti ma temo che
Tempo sia tiranno quindi telefono può gran parte perché mi pare che dalla sfera con questo conservatorismo
Adesso diciamo che prevale tende a prevalere per quello che c'è spiegato sul sistema sanitario poi Cisal tornasse ai servizi sociali che stanno andando in un'altra direzione uscendo dal perimetro della provvista pubblica sostanzialmente che come dire dei quali sappiamo poco maghetto e che probabilmente intercettano domande diversi anche offerte diverse se posso reagire velocemente su questo
Qui agli uffici del secondo me anche sulla demografia cioè uno degli aspetti per cui se hai chi papà la mamma anziana e e te ne devi far carico e il rischio è che sia ancora la donna a doversene fare carico
E questo a un feedback peggiorativo rispetto a quella prospettiva di costruzione di una famiglia che di nuovo
Come dire rimette in circolo le stesse discussione che abbiamo fatto prima chiarissimo grazie mille e l'ultima presentazione di oggi Andrea Papetti che ha scritto un lavoro anche qui molto interessante ma sono di parte
Sul tema di come la demografia sia un driver
Molto potente di struttura e di evoluzione del della della macro economica a livello globale quindi Andrea ti pregherei di illustrare come dire le tre conclusioni litri
Ambiti sui quali si è concentrata grazie
Mi sentite sì
Grazie molto per per l'invito sono molto lieto di essere qui oggi in in presenza a parlare del degli effetti macro economici del del cambiamento demografico in alto
Vale solito discoteche per cui quello che dirà oggi non non è attribuibile in alcun modo la Banca d'Italia o o all'Eurosistema
Prima di andare sugli effetti macroeconomici avrei tue messaggi preliminari
Perché in parte sono già stati son già emersi a discussioni oggi il primo che la democrazia offro grado di conoscenza del futuro senza eguali
Di nelle scienze sociali questo perché ci sono dei degli effetti di ritardo nell'evoluzione delle delle variabili demografiche venti
De indefiniti Shinui oggi conoscendo il numero di nuovi nati quest'anno
E avendo un'idea che ci sono tre
Ha un grado di approssimazione buono sulle probabilità di di sopravvivenza media per età sappiamo quale sarà lo scarto tra il numero di persone in età lavorativa presso in in età di di pensionamento di qui a quindici vent'anni e sappiamo questo scarto è un buon indicatore per valutare gli effetti macro economici nel cambiamento demografico quindi questo a conoscenza inusuale del futuro ci dà la possibilità di agire fin fin d'ora con delle politiche di gestioni donne eventualmente il secondo messaggio che invecchiamento la popolazione a livello globale più che essere un problema era alta una condizione di di necessità Queen piccolo milizie del citazioni di un economista indiano al suo che dicono che in sostanza il messaggio che che vi sto dicendo
Cosa intende intendo
Che sappiamo che stiamo che siamo una una transizione demografica in corso che ci porta contattarsi di di fecondità e mortalità ha alti a tassi di fretta e mortalità basse poi ovviamente se tutto un discorso di come ciascun paese si colloca all'interno di questo fenomeno globale son d'accordo nel dire che una così bassa la fecondità in Italia non è destino utilizzare espressione utilizzata prima però diciamo l'invecchiamento la popolazione come fenomeno globale
Più che essere un po'un un problema da da risolvere da contrastare è qualcosa da da da gestire
Bene in questo contesto che cosa possiamo fare lo in quanto macro economisti io credo che un esercizio utile ed è quello che ogni
Provato a fare per per l'articolo pubblicato previste politica
Economica
è quello di utilizzare le variabili
Demografiche che lì che ci vengono date dai dai demografi come variazione esogena né i migliori modelli ma per comici che abbiamo che utilizziamo
Oggi almeno a per quanto ci è dato dalla dal paradigma scientifico corrente prima che venga insomma in qualche modo superato
Il modello utilizzato per questo esercizio
No ma non entro nei dettagli comunque
Ci porta a tre risultati principali Cise che l'invecchiamento e la popolazione in atto al a livello globale può spiegare
In misura significativa tra fenomeni che hanno caratterizzato la nostra economia a partire dalla fine degli anni ottanta e loro per durare
Chi nel nel futuro
Il primo era così età stagnazione secolare ovvero il declino dei tassi di interesse reali che abbiamo osservato alla fine degli anni ottanta
Il secondo è dato dalla crescente divergenza delle posizioni nette sull'estro tra tra Paesi sappiamo che nel negli ultimi decenni sono stati i Paesi che hanno continuato ad accumulare posizioni creditorie nette positive legacy Cina Giappone altri paesi che invece hanno alcuna posizioni nette negative quindi debitorie negli assi gli Stati Uniti
Il terzo fenomeno così la così detta trasformazione strutturale ovvero la riallocazione delle risorse dal settore dei beni
Commerciabili a quello invece dei disservizi e questo dovuto la alla demografia perché
Il a in una sottile comportamento di di consumo cambia a al al variare delle
Prima di andare sul sugli effetti macroeconomici vorrei mostrarvi questo indice di dipendenza del degli anziani per i principali Paesi secondo le proiezioni centrali delle Nazioni Unite del due mila diciannove i prossimi dati sono disponibili credo a giugno quest'anno dove si si vede che e l'Italia avrà già a metà del del secolo
Circa sette individui in in età avanzata dal oltre sessantacinque per ogni dieci persone in in in età lavorativa alto livello
Spesso che doppio rispetto al al valore attuale sarà molto vicino al ai valori del Giappone che il che il Paese sappia occhiali che nel mondo all'Iran
A le l'invecchiamento più più avanzato e questo valore
è già stato detto
Apriva superiore al valore medio nel nell'area dell'Euro dove questo indice
Questo lo porzione di cinque virgola cinque per ogni ogni dieci collaboratore undici individui in età lavorativa
Interessanti questo grafiche votare anche l'evoluzione per Cina e India come vedete questi Paesi Papardo nota livelli bassi ma siccome proiezioni avranno un'accelerazione nel processo d'invecchiamento questo è importante perché Cina India ovviamente hanno una una quota molto importante nel al nella popolazione pro global mio modello che modello con diciotto Paesi che coprono circa settanta per cento del PIL Cina e India contano per circa il settanta per cento della della popolazione globale
Bene andiamo dunque al primo fenomeno che la la demografia il cambiamento demografico in atto può Po lo spiegare ovvero stagnazione secolare qui avete un un grafico
Che mostra l'andamento del tasso di Inter interesse reale di equilibrio ovvero quel tasso che permette in linea teorica e di equilibrare risparmierei investimenti a livello mondiale in arancione avete
Il tasso d'interesse di equilibrio stimato con metodi econometrici quindi a partire da i dati invece le altre inimicato quello che prevede il mio modello fa diciotto Paesi larga scala il racconto di il a di tutta la la redistribuzione grafica per ogni per ogni Paese dove in questo modello
La il solo cambiamento esogeno è dato dalle variabili demografica
Dunque confrontando la linea arancione con quella grigia e e quel quella blu si evince che secondo questo modello secondo la calibrazione centrale di di riferimento la demografia può contare per circa i due terzi del declino
Osservato di cosparso di equilibrio partire dalla fine degli anni
Ottanta andando
Avanti nel tempo
Le proiezioni demografiche ci dicono che questo tasso interessi di equilibrio rimarrà permanentemente un livello inferiore rispetto a quanto eravamo abituati alla fine degli anni
Ottanta di circa due punti percentuali come come vedete nel grafico
Benché ci sia una certa incertezza di queste stime vedete le le bande incertezza nel nel grafico c'è comunque il consenso scientifico nel dire che il cambiamento demografico porterà a una riduzione permanente nel lungo periodo
Di questo tasso d'interesse di equilibrio quali sono le
Le ragioni due sono le le le ragioni principali da un lato le famiglie ad un desiderio di risparmiare di più perché scontano una un'aspettativa di vita più lunga e quindi dovendo finanziare una un perito di di consumo più lungo devono anche risparmiare di più e dall'altro lato l'impresa a fronte di una scarsità crescente del del fattore lavoro domanda Romeo in meno risparmiata investire in capitale produttivo
Questi due fattori contribuiscono a creare un desiderio per una sovrabbondanza di di risparmio nel mondo nel nell'economia che per logiche di di mercato porta
Al
A il il rendimento del del capitale che permette di eguagliare risparmi investimento questo tasso di equilibrio porta queste logiche di mercato portano il tasso di di interesse a diminuire
Quindi queste questa duplice la ragione
Spiega anche in modo molto chiaro
Come possiamo prevedere gli i flussi di capitale tra Paesi come spiegati dal dal dal cambiamento demografico
Se prendiamo un Paese che invecchia o abbiamo perenni capito che questo Paese vuole risparmiare di più e investire di nero
Quindi vuole esportare all'estero
Più capitale di quanto non non importi ovviamente non è possibile a questa cosa cioè non è possibile che ogni Paese si esportatore netto nel mondo
E quindi al alla fine nel nell'equilibrio globale quello che che sia è che i Paesi che invecchia di più e anche ragione nel sente la loro importanza nell'attacco come quota una popolazione globale sanno quelli che che tengono S. creditori netti esportare capitali ed è quello che si vede in queste figure che era riportano posizioni nette sull'estero apporto al PIL principali paesi vedete che il Giappone fine del degli anni ottanta
Oggi è continuato accumulare posizioni nette
Positive in rapporto al PIL e lo vedete dalla linea continuamente alle linee tratteggiate solo quel che si che siano risolvendo il il mio modello dopo lo ricordo il solo cambiamento risolvono solo driver nell'economia dato dal del cambiamento demografico e si vede che il modello in modo anche sorprendente se volete
Cattura esattamente questo fenomeno il Giappone che il Paese che più è invecchiato rispetto ai ai partner commerciali anche il Paese che più accurato posizioni nette positive tuttavia
Siccome Cina e India
Accede accedere avrà un'accelerazione di questo processo di di invecchiamento il modello prevede che nel corso del ventunesimo secolo diventeranno i soli creditori netti
Nel in questo equilibrio lo Valenti Stati Uniti anche l'area dell'euro all'anno posizioni
Mi sempre più sempre più negative l'ultimo fenomeno che la la demografia può spiegare la così detta dal trasformazione strutturale
E qui avete in nero i dati sulla frazione di spesa per articoli di consumo non commerciabili pensate ai ai ai ai servizi per diversi Paesi
E vedete che questa frazione e crei è cresciuta sempre nel nel nel corso del tempo a questa in effetti è un fatto stilizzato
Da trasformazione strutturale ovvero dare l'occasione sistematica di di risorse l'assetto letti Bini a quello a quello dei dei servizi le altre linee sono quelle che si ottengono dal dal dal mio modello dove lo ricordo ancora una volta c'è solo il solo il cambiamento demografico a guidare tutte le dinamiche vedete
Confrontando linee nere con con con le altre che
Può spiegare il cambiamento demografico può spiegare una certa frazione anche la trasformazione strutturale fino diciamo un quinto di questo fenomeno quindi è un alla frazione bassa ma fa parte del la storiella tutto sol sarebbero molte cose da dire ma mi fermerei qui credo di essere
Grazie a grano grazie mille Andrea quindi eccesso di risparmio tassi riusciva più bassi credo che il professor Pier Carlo Padoan che presidente di UniCredit che ringrazio molto per essere qui oggi con noi
Sia molto interessato a questi temi credo che ne parlerà che prego Piercarlo e grazie anche ad UniCredit per il supporto che dalla rivista
Grazie a voi buonasera e grazie dell'invito
Permettetemi di congratularmi con la rivista di politica economica
Con Stefano che conosco da un po'di tempo fossero polli voi lo sa
Per aveva del degli deciso di dedicare un numero della rivista in un'occasione importante una un compleanno molto importante al alla demografia
Lo ritengo importante perché la grafia è importante abbiamo avuto indicazioni molto precise in questo pomeriggio ma anche per una ragione più generale su questa vorrei spendere i pochi minuti che vi rubo
E cioè il fatto che ci sono elementi drivers di lungo periodo
Di cui spesso non si parla
Ma che invece devono essere al centro del dibattito di politica economica almeno in alcune situazioni particolari
E poiché la situazione particolare in cui è necessario per guarda a lungo periodo è sicuramente quella il cui stiamo vivendo adesso
Quindi questa è il messaggio e potrei fermarmi qui permettetemi
Di condividere con voi alcune considerazioni
Innanzitutto le variabili di lungo periodo non le trovate sulle prime pagine dei giornali perché o almeno molto raramente
Perché non si vedono
Ma questo è una una fallacia perché in realtà si muovono solo che lo fanno con una lentezza che è difficile da identificare e quindi non si traduce in un messaggio immediato
Richiedono tempo per essere riconoscibili ma sono anche spesso irreversibili o almeno molto difficilmente reversibili e quindi ci portano lontano dall'equilibrio iniziale in un modo che può essere irreversibile e tragicamente irreversibile scusate il termine chi mi ha preceduto
Nelle relazioni relazioni di questo pomeriggio lo ha detto in modo molto più chiaro di me ma credo che un messaggio importante sia questo che rende appunto questa questione
Più in generale oltre a quella demografica
Importante ovviamente i fattori demografici ho appena fatto vedere Papetti
Sono quelli che possono da soli spiegare una gran parte di fenomeni di lungo periodo ma non sono i soli
Un altro elemento di cui necessariamente non si è parlato stasera ma che uscito qui e lì da dalle dalle relazioni e che se ci ricordiamo che tra i fattori di lungo periodo oltre alla demografia ce ne sono altri come la letteratura indicava la diseguaglianza lo sviluppo tecnologico
La crescita della produttività di lungo termine le istituzioni che evidentemente si muovono ma con lentezza e hanno un impatto se consideriamo che il diciamo la realtà è fatta da un intrecciarsi di fenomeni di lungo periodo e a quell'intreccio che dobbiamo vedere
Questo si può fare in modo elegante in modo utile il tasso d'interesse aree di lungo periodo come sapete è una cosa che gli economisti usano spesso per cogliere proprio il messaggio sintetico
Non è solo demografia ma sono anche altri fattori che per usare un termine economico rubano spazio fiscale una delle conseguenze negative
Un po'preoccupanti anzi molto preoccupanti dal fatto che il tasso di interesse reale e andavo scendendo non solo in Europa ma anche in altri paesi e che questo riduce lo spazio fiscale delle politiche che invece si vedono ovviamente in primo luogo la politica monetaria se il tasso d'interesse reale scende troppo
Collocare un tasso di policy in modo tale che si espansivo è molto più difficile
Dove voglio arrivare a un fatto ovvio e banale queste iterazioni ci dicono che quando ci occupiamo di politica economica non possiamo ignorare queste interazioni
Perché se le ignoriamo le interazioni vanno avanti lo stesso e producono situazioni di moltiplicatori negativi
è possibile invertire la tendenza del tasso di interesse reale a scendere e quindi a creare spazio fiscale lo spazio di Polizzi invece per ridurlo
è molto difficile dalla letteratura per quanto io conosca non da indicazioni in proposito ma questo non significa che dal punto di vista del disegno di politica economica non si debba approvare allora invertire questa tendenza fosse sano iper ottimista in questo sono meno economista di altri
Ma non si può in un periodo storico come questo non fare loro e ovviamente il pensiero va tale al quadro di politica economica che evita recente tempo indirizza il dibattito in Europa e ovviamente anche al nostro Paese conquistò riferendo naturalmente
Al lezione invece New al piano di resilienza eredi ripresa dell'economia che per l'Italia ma anche per l'Europa
Ecco se volessimo fare un esercizio accademico di descrizione della Generation io credo che questo schema logico
Per esempio il modello molto interessante lo dico perché l'ho letto di Papetti
Può dare indicazioni che vanno al di là dell'esposizione elegante perché ci dice questa analisi questo meno approccio analitico che oltre alla demografia ci sono fattori su cui la policy Point può influenzare tutt'un esempio per ovvio esempio
Le politiche per la crescita per l'innovazione
Le scelte istituzionali il fatto di introdurre qualcosa che si chiama
è uno è un prete chiaramente qualcosa che innesta nell'economia qualcosa che durerà nel tempo magari al finir male speriamo di no alla sua durata più di vent'anni
Quindi diciamo chiaro richiamo l'attenzione su queste cose e ho finito perché il messaggio si ferma qui
Questo approccio lungo periodo inviterà a riflettere su come bisogna distribuire le priorità
Il nazione decenni io da informazioni su diversi livelli ci dice come bisogna gestire la domanda eccitava e risorse per farlo
Ci dice come gestire l'uso le questioni di queste risorse in termini allocativi ci dice come collegare le scelte di breve periodo a quelle di lungo periodo anche con innovazioni finanziarie importanti come gli eurobond per finanziare queste voci di spesa
E quindi in qualche modo offre un esempio vedremo se funzionerà di come il lungo periodo può smettere di essere solo un fattore di studiosi di pochi economisti saggi Maldive deve diventare parte del dibattito
E qui mi fermo ricordando una cosa Kennedy Generation in You
Uno strumento molto importante a tutto campo ma ha una durata limitata
Anche se a volte si sente dire facciamo in genere Fei Yu permane per varie ragioni comprese quelle istituzionali questo non è possibile
Quindi se se crediamo nell'approccio del di questo sistema dobbiamo costruire un nuovo nel genere New che anche dal punto di vista dell'arco della coerenza con i trattati europei sia fattibile
Però questo è il messaggio che con cui vorrei concludere riflessioni come quelle che abbiamo reso ascoltato stasera ci ricordano che per fare politica economica bisogna oggi più che mai guardare a quello che c'è sotto perché se non si guarda quello che c'è sotto
Si fanno delle Dixie producono risposte che prima o poi saranno limitate nel tempo magari da qualche decennio potevamo dire potevamo spendere meglio quei soldi questo si dice sempre
E quindi non abbiamo ascoltato indicazioni importanti
Ecco questo è uno dei meriti della rivista che non a caso se chiama di politica economica perché deve cercare di legare l'analisi alle indicazioni grazie
Grazie mille Piercarlo
Considerazioni direi molto importanti sia per terra all'università dove siamo perché questo ci deve
Spingere appunto a andare sia dal punto di vista la ritiro che dal punto di vista riflessione di policy a ampliare appunto lo sguardo a concentrarci effettivamente anche negli studi che faceva esce che facciamo nell'insegnamento su questi driver come dire che possono in qualche modo scavare sotto
L'attualità l'immediatezza del dibattito anche di politica economica andare appunto verso lei dei fondamentali che poi in qualche modo costruiscono il futuro della nostra economia la nostra società
E importanti senz'altro anche per per l'editore di della riserva che economica che che Confindustria
E Confindustria servizi e qui sono molto contento di adesso dare la parola per le conclusioni al vicepresidente per l'Education di Confindustria
Giovanni Brugnoli direi che il tema della formazione in questo quadro che abbiamo tratteggiato è assolutamente centrale grazie
Buonasera a tutti innanzitutto porto i saluti del presidente Bonomi che è stato trattenuto da un impegno improrogabile in azienda e si scusa con voi mamma detto di portare i saluti più vivi a a voi tutti
Ringrazio e saluto il presidente della LUISS nonché past president insomma oggi alla nostra dice il mio collega di presidenza Alberto Murandy che vedo con grande piacere
E permettetemi di ringraziare anche il nostro prorettore alla ricerca nonché direttore di questo importante rivista Stefano Manzocchi che con grande sapienza porta avanti questo importante rivista che compie centodieci anni
Vuol dire che Confindustria ha sempre voluto portare avanti un'iniziativa che fa del dibattito del confronto dell'analisi dei dati un'importante tra i Verdi crescita
Un driver come diceva il professor Pato Anna
Che vuole portare alla luce alcuni dati sensibili e puntuali cosa che noi facciamo delle nostre imprese costantemente e quotidianamente con grande impegno grande dedizione in momenti non facili come quelli che stiamo vivendo speriamo che sia proprio la parola del post pandemico quello che stiamo vivendo
L'abbiamo sempre portata avanti
Una fucina di interesse generale fondata su un'analisi dei dati puntuali ma con una visione prospettica di lungo termine e l'abbiamo fatto sempre e vedendo anche gli illustri autori che si sono susseguite nel corso di questi centodieci anni è veramente un piacere e un onore essere qui
Nel novantatré il ministero dei Beni culturali ha diciamo premiato la nostra rivista come fiore all'occhiello proprio di questo dibattito sociopolitico e addirittura nel quarantotto durante un convegno quindi nella posta seconda guerra mondiale l'allora presidente Angelo Costa gli veniva intercettato e in un dibattito citava proprio queste parole volo da bere in maniera puntuale per non incorrere in errori mi diceva che quello di essere al di sopra dei problemi che vengono trattati stiam parlando nel mille centoquarantotto quindi di problemi che stavamo vivendo
Quello di avvicinare uomini di scienza con uomini di lavoro perché possono liberamente discutere su problemi economico e sociali discutere cioè da uomini liberi dove per uomini liberi si intendono quegli uomini che sono solo che non sono schiavi di nessuna prevenzione di nessuna ci pregiudiziale
Perché non è un uomo libero colui che nella discussione si lascia influenzare sia dei propri interessi personali
Sia da interessi di partito io credo che le parole del presidente costa sono ancora più attuali per i giorni nostri
Stiamo vivendo diciamo il momento del PNR R quindi un nuovo Piano Marshall che si sta affacciando all'interno del nostro continente così come fu nel mille centoquarantanove toccando gli stessi temi che toccava quella quella Piano Marshall ovvero lavoro occupazione benessere e welfare per il futuro e per le future generazioni
Alcune alcune siamo sottolineature che sono emersi anche dal dibattito e dalle importante slide che hanno diciamo preceduto il mio intervento il tema della disoccupazione e disoccupazione femminile è realmente un'opportunità l'intercettare egli invertire la tendenza della disoccupazione femminile con tutti i problemi che ne conseguono per quello che ha esercitato la professoressa è vero
Porsi davanti a una scelta familiare se fare un altro figlio
Ho e rinunciare
Ed è brutto usare anche questo termine rinunciare un pezzo di carriera secondo me visto che sono genitore anch'io
è un dilemma che tra moglie e marito non dovrebbe essere non dovrebbe mai a cadere eppure avviene questo questo questo dialogo questo contributo e questo pensiero
Che anni dalla nostra società
Il fatto di avere una disoccupazione giovanile così alta diciamo largo circa come diceva lo doveva la professoressa Tosi
Intorno al trenta per cento mi fa dire un paio di considerazioni
La prima e che per troppo tempo il mondo del lavoro nel mondo della formazione non si sono parlati
Perché se è vero che c'è il trenta per cento di disoccupazione e altresì vero che noi abbiamo un mismatch in in termini di competenze ovvero noi non troviamo il personale qualificato aderente alle prospettive di crescita delle nostre imprese e mi dispiace che scuota la testa la professoressa Tosi perché noi vediamo costantemente che i nostri imprenditori dati di settimana scorsa sempre sul Sole ventiquattro Ore sei imprese su dieci cercano costantemente lavoro qualificato purtroppo è che il trenta per cento delle imprese non riesce a trovarlo
Vuol dire che questi due mondi non si son parlati non do la colpa né alla formazione né alle imprese vuol dire che non ci si è parlati adeguatamente
Noi ed è il nostro compito che stiamo facendo
Come Confindustria riallacciare quel grande dialogo e siamo in Luisa quindi siamo una università fatta dal sistema confindustriale
Proprio per riallacciare quel dialogo costante per far sì che i giovani trovano concreta aspirazioni di entrare all'interno delle nostre fabbriche
Fabbriche che hanno fatto un passo di innovazione tecnologica digitale trasformazione imprenditoriale veramente molto importante
E il ruolo delle donne in questa trasformazione e nevralgico
Perché purtroppo nel nostro Paese solo il tre per cento a ruoli apicali sono i sia o delle aziende ed è un inversione che dobbiamo veramente intercettare verrà anche purtroppo
Che il fatto di uscire dal nido familiare dei nostri ragazzi
Ha un'età molto più avanzata rispetto a quello dei Paesi europei noi siamo i largo circa intorno ai trent'anni la media europea e venticinque evidente che il contesto sociale e da diciamo e infatti Zare e cercare di trovare delle soluzioni il Pnr R è un'opportunità col Family atte a Como diceva il professore è un importante tassello ma deve essere come diceva il professor Padoa
Un driver che deve essere visto come una traiettoria di lungo periodo purtroppo
Non riempie le pagine dei giornali
Non riempie le piazze perché non era una moral suasion così come il tema della formazione io lo dico sempre ai miei colleghi la formazione non riempie le piazze perché è un è un di cui della società che però dopo trova difficile occupabilità dei ragazzi oppure cattivo orientamento nei confronti di quelle diciamo fattispecie di di insegnamento che poi dopo non trovano sbocco lavorativo
E purtroppo sono quelle cose che pagano cioè il conto arriva nel lungo termine nel lungo termine che però lo paghiamo tutti
Perché dopo per mantenere quel welfare e quindi al due mila quaranta purtroppo io sono anch'io nella nella nelle over sessantacinque
Anch'io influenze rock la scelta di quei giovani che dovranno mantenere anche un pezzettino del sottoscritto
Allora mi intercettare questo cambiamento partendo anche dalla formazione e noi stiamo cercando come Confindustria di portare avanti una costante dialogo nei confronti di famiglie e ragazzi per far capire loro di quante impresa c'è all'interno del nostro Paese siamo ancora secondo Paese manifatturiero d'Europa dopo la Germania
E a me piacerebbe sempre dire che non siamo solo i paladini del made in Italy ma anche del made ed Dughet d'in Italy ovvero il nostro sistema formativo deve essere un fiore all'occhiello così come sono i nostri prodotti proprio per far sì che il nostro Paese continua ad essere non solo secondo gradino del podio ma io scriverei sempre di scalzare i nostri colleghi tedeschi è evidente che le cose da fare sono tante
E come Confindustria stiamo portando avanti
L'iniziativa della riforma degli ITS per trovare quei super periti che le nostre imprese stanno cercando a in maniera sempre più costante e numerosa e cito numerosa e dall'altra parte cercare di implementare quel tasso di laureati che nel nostro Paese purtroppo siamo penultimi giustamente come diceva professore della classifica europea dopo la Romania se non sbaglio
E anche qui un dramma tutto italiano quindi poteva cercare di indirizzare per una buona scuola per una buona occupabilità dei nostri ragazzi partendo proprio dalla da quello che sappiamo fare
Noi ci siamo messi a disposizione
Del governo proprio per un dialogo costante lo stiamo portando avanti con grande dedizione è evidente che anche qui quando i colleghi che mi chiedono ma non è un ingegnere ma non è un super perito io dico sempre che non ho il cassetto né degli ingegneri neri super periti
è una cosa che va costruita nel tempo le risorse in questo momento ci sono dobbiamo investirle bene per cercare di garantire quel welfare sociale che ci diceva il professore che altrimenti dovremmo veramente ricalibrare
E soprattutto cercare di dare speranza alle giovani coppie
Che non deve essere un calcolo meramente economico avere un figlio o più figli
Ma deve essere una soddisfazione familiare accompagnata danno soddisfazione economica vuol dire che il nostro Paese avrà fatto un passo in avanti come ho fatto
Altri Paesi europei come la Germania
E la Francia in primis che però hanno fatto un cammino di lungo periodo per arrivare ad avere una fertilità all'uno virgola sette per cento quindi di a natalità per coppia e soprattutto di farli in un'età ancora più giovanile io credo che sia una sfida molto importante che il nostro Paese ha davanti
Credo che sia una sfida che grazie al Next Generation new quindi è una proiezione delle nuove generazioni credo che il nostro Paese abbia tutte le possibilità per intercettare e dobbiamo essere i primi noi il facilitatore di questa iniziativa grazie ancora per i centodieci anni vuol dire che diciamo la l'iniziativa fatta nel mille novecentoundici da Confindustria continua ad animare il dibattito e ci auguriamo di portarla avanti sempre in maniera più pragmatica
Ma dall'altra parte anche con una visione sul futuro del nostro Paese grazie