Critica e militanti

Buongiorno da critica militanti anche in questa rubrica vogliamo ricordare Angiolo Bandinelli che come hanno detto in questi giorni persone autorevoli a lui vicine
è stato molte cose è stato un protagonista della storia radicale un raffinatissimo traduttore è un narratore soprattutto lui ci teneva molto un po'in tutta nei suoi interventi di dirigente di militante con quella voce pastosa tu faccia centro italiana
Bandinelli era impetuoso ed era letteralmente radicale nel senso che puntava alla radice delle scelte l'abitava quando gli sembrava si stesse perdendo di vista richiamava ad esempio spesso lo Statuto libertario del partito
Nel mille novecentosessantasette oppure tirava le orecchie ai compagni che discetta vanno di Europa in modo un po'troppo tecnocratico economicista e gli ricordava su quali intuizioni invece schiettamente politiche si basasse la battaglia per il federalismo
Ciò che lo faceva amare anche quando si dimostrava più cocciuto e detraggono era credo il suo fondo di candore di ingenuità quasi infantile
Sempre acuto nel delineare i problemi essenziali nel trarre dal groviglio della cronaca un sintomo storico Angelo non aveva infatti la STU sia una vocazione tattica del politico era un intellettuale ma privo delle pose che hanno quasi invariabilmente caratterizzato nella sua generazione anche in quelle limitrofe gli intellettuali per eccellenza il più proverbiali insomma quelli avrebbe borbottato lui de sinistra
E infatti nemmeno su quel piano ha saputo essere tattico e astuto e costruirsi una carriera di scrittore pure
Eppure ne aveva le doti e ne aveva la cultura una cultura basta variegata non solamente letteraria Bandinelli è cresciuto tra le due guerre e anche per ragioni familiari a stretto contatto con le arti figurative del più rappresentativo novecento
E in quegli anni se imbevuto sicuramente anche di prosa d'arte che ritroviamo in certi suoi racconti anche tardi ha respirato l'aria dell'ermetismo del modernismo ha studiato i grandi poeti di lingua francese inglese e gli ha poi tradotti Baudelaire io te la cui questa lenta tradotto non come Terra desolata
Ma con l'espressione dantesca il Paese guasto
è stato ancora Angelo giornalista e saggista da giovane collaboratore del Mondo di Pannunzio da vecchio dopo
Una vita di interventi sui fogli radicali autore di splendide pagine di memorie
Sul Foglio di Ferrara e Cerasa ma forse vecchio non è la parola giusta Angiolo Bandinelli questo magnifico ponte potremmo dire tra l'età di Benedetto Croce con la riferisco
è rimasto infatti sempre
Un giovane autore
Un autore che scriveva mela ogni ora del giorno e della notte che si inventava ogni anno piccoli libretti o quaderni proseguendo la linea di Stampa Alternativa
E pubblicando in proprio i suoi versi novecenteschi o cominci le sue prose rarefatte o di genere
Insomma sperimentava Angelo sperimentava senza sosta
E tra i tanti esperimenti cui nel ricordarlo vogliamo citare dei versi come si diceva l'attività che forse lui aveva più cara dei versi che come tanti
Di Angiolo hanno dentro nella loro pronuncia bandire gli andamenti piena e si direbbe satura una gioia intensa sensuale musicale la gioia dell'amore e del paesaggio
E in cui convergono molte diverse lezioni della polizia del pieno ventesimo secolo la poesia
Che abbiamo scelto si trova in un libretto del novantadue intitolato picco del Circeo un libretto che raccoglie però testi degli anni cinquanta ed è apre fruttifera
Grazia dell'ora mattutina sorta ancora in un suo prestigioso son labbra di viola che hanno alla s'morta luce un loro inquieto balenare
Scocca in croce un altissimo uccelletto folgorato di luce piomba giù fluisce alle un solo secco in un gemito Ormanni sei destra tutto
Apri altri a Riata infruttifera celle di miele ove la lingua giostrine un grembo Daria un'eco senza fondo musica dolce senza fine un brief c'era
Fuori tre ma una foglia nel giardino canta vibrando un sole dono Rotundo
A risentirci venerdì prossimo