"In vista del G7 la politica estera italiana: bilanci e prospettive"

La facoltà di Scienze politiche L'Orientale come sapete stasera conclude il suo ciclo di interventi sul tema del G7 e della
Partecipazione a questo
A questo momento quest'evento che riguarda la nostra città
Una comunità universitarie quindi fatta di docenti e di studenti questa importante sottolinea a me mi piace ribadirlo che stasera siete qua numerosi che è attenta ai problemi dei ghisa politica internazionale
Diciamo subito che in relazione al programma questo voglio dire come fatto preliminare noi abbiamo alcuni cambiamenti perché il sindaco di Napoli onorevole Bassolino ci ha mandato un telegramma dicendo che per impegni che riguardano l'attuale gestione attuale congiuntura del comune non può esserci l'onorevole Napolitano invece ci sta per raggiungere ma abbiamo saputo che la città è stata bloccata da una da un incidente che è successo sulla Napoli Pompei quindi anche elettorali a Rossi sembra essere il ritardo per questo motivo rettore sta venendo allora prendo un po'di tempo così possiamo avere il suo saluto e invece ho qui con me con molto piacere
I colleghi che sono la parte poi di merito di questa iniziativa
Cioè o come alla mia sinistra il professor Carlo Maria Santoro che insegna Relazioni internazionali la facoltà di Scienze politiche della università di Milano ed è uno dei maggiori esperti nel nostro Paese sui temi appunto delle relazioni internazionali odore di numerosi saggi sulla politica estera italiana sulla politica
Per ed è la politica estera degli Stati Uniti ed è quindi una presenza particolarmente qualificata altrettanto faccio a Passoni arresto perché Biagio De Giovanni è un nostro collega e quindi lo lascio per motivi di ospitalità per ultimo c'è il professor
Ferraris il quale è stato nostro docente ambasciatore
In Germania insegna attualmente relazioni internazionali alla Juice
E Biagio De Giovanni voi non lo potete a non l'avete avuto come docente perché da quattro anni è fuori ma è uno dei nostri colleghi in pianta stabile lo abbiamo sentito da europarlamentare
Docente di Storia lotte politiche e in in ogni caso ha avuto l'occasione di fare una ricchissima esperienza di euro parlamentare e credo che la sua presenza stasera qui sia calibrata appunto su questa testimonianza
Io vorrei aggiungere magari inatteso un attimo che mi dicono che il Rettore sta per venire quindi volevo un attimo lasciargli la parola
Qualche cosa su queste iniziative sul suo significato nell'ambito delle nostre ultime i nostri ultimi incontri abbiamo fatto come ricorda un ciclo sul G7 ma abbiamo fatto anche un altro ciclo che forse qualcuno di voi
Ha avuto presente sui poteri che cambiano
E questo discorso del potere sia come potere interno dalla transizione dalla Prima Seconda Repubblica che sia degli scenari alla politica internazionale a me sembra che possa essere ben collegabile in una prospettiva di politica culturale di una facoltà di Scienze politiche oggi
Lo dico con molta precisione perché se è molto visibile il concetto che riguarda il potere che cambia in un discorso di di politologi all'interno del sistema politico nazionale mi sembra che anche un discorso di taglio politologico che riguardi la politica estera un oggetto particolarmente difficile poco diciamo praticabile o comunque poco divulgato anche dei media
Sia da trattare con strumenti come topologia appropriate al di fuori di quelle che sono emozioni o slanci del momento diciamo di più che la politica estera italiana poi tra l'altro è qualche cosa di più misterioso perché qualcuno dice ma stasera ne avremo eventualmente conferma
Che non c'è cioè richiesta di un Paese che almeno visibilmente non si esprime e non si manifesta
E invece proprio la cronaca di questi giorni ci sta indicando alcune possibilità o potenzialità di cambiamento che vanno Corte quindi ha l'occasione di avere qui degli e Sperti ci può dire che cosa sta cambiando e che cosa può cambiare per il resto io non aggiungerei automobile che poi Adriano Rossi quando ci raggiungerà si inserirà nel nostro incontro è lascio subito la parola al professor Santoro abbiamo pensato Posse iniziale
Io ringrazio
Di essere stato invitato sono molto onorato di la prima volta
Tavola rotonda sul questioni che mi interessano particolarmente
In una sede così prestigiosa come l'istituto orientale di Napoli
Spero che gli argomenti che adopererò siano
Sufficientemente chiari per
Impostare un discorso su un tema che come è già stato qui detto nell'introduzione
è praticamente un oggetto misterioso
Forse è assente
Nella vicenda del sistema politico italiano
Per ragioni che adesso vedremo brevemente Didier
Io
Non credo che ci sarà molta difficoltà a rendersi conto che la politica estera di un Paese qualsiasi e quindi anche dell'Italia
Il prodotto dei una serie di forze diverse che operano nel senso di giungere a una sorta di del processo decisionale dal quale dovrebbe trasparire l'impegno verso l'esterno in un certo senso la politica estera è composto di due di due parti
Una prima parte che una forma della politica interna in particolare una politica pubblica diciamo come la politica della sanità dei trasporti e la politica verso l'estero di questo Paese
E una seconda che invece la politica di questo Paese va verso l'esterno
Questo lo sappiamo tutti e questo non non spiegherebbe assolutamente nulla all'inizio di un discorso di questo tipo se non fosse collegato ha un'idea che pochi si rappresenta l'Italia è stato un Paese il quale durante gli ultimi cinquant'anni
Dalla fine della seconda guerra mondiale
Ha fatto politica estera in un modo molto indefinito e molto ambiguo ha dovuto OSCE fare delle scelte di politica estera
Che sono state il prodotto di un dibattito politico interno alle volte anche aspro
E soprattutto di una divisione del mondo che esulava dalle proprie capacità di intervento e cioè la divisione bipolare fra Est e Ovest e la divisione ideologica fra come dire occidentali visti e orientalisti nel senso di fra comunismo e democrazia liberale o capitalismo eccetera
Le le due le le due anime diciamo così della politica interna italiana che vediamo che ancora sopravvivono a cinquant'anni di distanza nonostante tutto
Hanno per molti aspetti impedito la politica estera italiana di esistere
Nel senso che l'Italia si è limitata a scendere in campo
Prendendo posizioni a favore di una parte e contro l'altra
Perché era collocata anche geograficamente all'interno della zona di influenza di una parte e non poteva spostarsi in un altro campo
Tentativi di spostare all'altro capo ci sono stati ma sono falliti
Per che era evidente che non era possibile spostarsi altrimenti vi sarebbe stata probabilmente una situazione di guerra civile come accade sempre o uno degli interventi esterni come accade sempre nelle situazioni di questo tipo
Nel mondo
E orientale dell'est e nel sistema estiva nel sistema sovietico e di influenza sovietica e ne abbiamo avuto alcuni casi di alcuni attori nazionali come l'Ungheria la Cecoslovacchia Polonia da Germania escano tentato chi più chi meno di liberarsi da una conta un condizionamento preciso anche di carattere internazionale sono entrati le truppe stranieri oppure hanno avuto dei massacri oppure sono stati come diversi pentiti con delle pesanti intimidazioni sia politiche che militari
Da noi questo fenomeno per fortuna non è stato mai così manifesto ma probabilmente se fosse stato così manifesta qualche problemino l'avremmo avuto anche noi qui in Italia
Questo quadro questo scenario si è concluso
è finito in questi ultimi anni è finito quindi la rappresentazione di una politica estera italiana che ancora ricorrere ricorra agli stessi strumenti a cui ricorreva
Nei cinquanta anni precedenti cioè usiamo di qua siamo di lama più molto senso
Non ha più molto senso perché in realtà oggi la politica estera che non c'è stata
Va inventata e probabilmente una delle operazioni più importanti che la Italia dei prossimi mesi o dei prossimi anni l'Italia modificata la Seconda Repubblica o quello che sia
Il nuovo sistema politico nato dalle elezioni del ventisette ventotto marzo il nuovo governo i nuovi ministri
Coloro i quali dovranno prendere delle decisioni in questa materia hanno davanti a sé un campo libero riaperto un orizzonte di possibilità che l'Italia non ha mai avuto fino adesso questo è un punto fermo importante per cercare di capire quello che sarà o potrà essere la politica estera
Quando ho detto che non esiste una politica estera in realtà è una come dire un eccesso
Interpretativo in senso negativo dell'Italia perché l'Italia in realtà una politica estera l'ha avuta nel senso che prendendo posizione ha scelto automaticamente le linee maestre di una politica estera che magari non era controllata al cento per cento da lei ma che era senz'altro
Fondamentale
Le due linee principali sono state l'Alleanza atlantica e l'adesione diciamo così all'alleanza difensiva militare strategica
è uno atlantica alla NATO
E l'altra è stata l'alleanza contro gestualità integrazione federale e istituzionale che si chiamata la comunità europea che oggi si chiama l'Unione europea questo lo Stato linea maestra la politica estera italiana durante cinquant'anni
Linee maestre che hanno visto in una prima fase fino alla fine degli anni sessanta inizio anni Settanta metà anni settanta una divisione interna anche nel sistema politico italiano fra chi sosteneva
La tesi della
Politica estera occidentali lista e chi sosteneva la tesi della politica estera prima di tipo sovietico o diciamo di socialista e poi successivamente di tipo neutralista
Fino al punto che nella seconda metà degli anni Settanta
Le stesse forze della sinistra che erano controlli le alleanze della politica estera
Italiana
Stabilite negli anni precedenti decidono di aderire il primo passo per avere diciamo così una politica estera che potesse muoversi in qualche misura in modo diverso dal passato è stato fatto fra il mille novecentosettantacinque diciamo il mille centosettantotto stanza nove quando l'allora segretario generale del Partito comunista italiano Enrico Berlinguer dichiarò che non c'erano più obiezioni di sostanza alla linee maestre della politica estera italiana del Governo
Quando si il quando la sinistra ha citofonato e prima ancora quando la sinistra accettò la comunità europea
Fino alla fine degli anni sessanta la sinistra definiva la comunità europea come l'Europa dei monopoli
E si batteva contro di essa
Fino alla metà degli anni settanta la sinistra definiva la NATO come un'alleanza aggressiva e uno dei dei punti principali di forza della guerra fredda
Dalla fine degli anni settanta in poi questa per questo ostacolo concettuale e politico generale è stato rimosso
E negli anni ottanta e ancora oggi non esistono più delle vere distinzioni di politica estera su per quel che riguarda linee maestre fra i vari partiti della politica del dello schieramento politico italiano con qualche eccezione sull'estrema destra sull'estrema sinistra ma il grosso diciamo così della del sistema politico italiano del suo sotto sistema partitico hanno accettato i criteri generali della politica solo che però adesso le cose sono cambiate anche rispetto a quello
Le ragioni per cui c'erano questa specie di unanimismo nei confronti consociativo possiamo chiamarlo nei confronti della politica estera era collegato all'idea che rimosso l'ostacolo della politica estera sarebbe stato rimosso automaticamente anche l'ostacolo della partecipazione della sinistra un Governo di tipo consociativo
Il governo del compromesso storico diciamo la politica estera
Non era modificata la sinistra accettava e a quel punto si era come dire costruita una ipotesi di credibilità per tutte le forze politiche in campo che prima non esisteva perché come si sa in un sistema bipolare diviso in due campi ideologicamente contrapposti
Quelle forze politiche operanti in uno dei dei due campi che simpatizzavano con l'altro campo erano escluse matematicamente dalla possibilità di andare al governo
Nei fatti le cose non sono andate poi così come si sperava nel senso che questa accettazione delle linee generali della politica estera non ha fatto andare al governo le forze di sinistra e non ha nemmeno cambiato le linee maestre nella politica estera accentuandone il carattere italiano diciamo così
Se tiriamo le somme gli anni Ottanta tutto sommato sono stati un ulteriore fallimento nella capacità dell'Italia di fare politica estera
Anche se abbiamo dimostrato qualche capacità di atti attivisti Ca'in più rispetto al passato onde consentire di togliermi la giacca favorito
Però nella sostanza non c'è stato un vero cambiamento
La politica estera è stata sempre la stessa
E fino diciamo così alla liquidazione del sistema estero che si che si è auto distrutto come dire
Non c'è stata una variazione di nessun tipo e l'Italia ha continuato a vivere una condizione di marginalità rispetto alle alleanze di cui faceva parte
Sia per quel che riguarda l'Alleanza atlantica in modo particolare dove abbiamo due giocato sempre un ruolo del tutto minimale
Sia la comunità europea nei confronti della quale al di là delle grandi dichiarazioni di principio a favore dell'Europa poi nei fatti non abbiamo dato dei contributi né di tipo concettuale ideale politico
Inter intellettuale diciamo così e neppure di carattere politico operativo vero e proprio abbiamo seguito la corrente
Portando la bandiera dell'europeismo ma nei fatti non abbiamo fatto nulla a favore dell'europeismo che non fosse diciamo così routine routine
Ma adesso le situazioni sono cambiate perché e cambiato il sistema politico internazionale
Ed è cambiato anche il sistema politico interno per cui noi abbiamo di fronte a noi
Un un range di possibilità piuttosto ampio
Cosa potrà succedere
Prima di dire qualcosa su cosa potrà succedere vorrei dire qualcosa su che cosa è successo e quali sono le caratteristiche tipiche dalla politica estera italiana così come sintetizzando le molto brevemente scusate scusate di quella semplificazione con cui affrontò il problema
La politica estera italiana a una tradizione non molto lunga ma insomma sono ormai più di cento trent'anni abbiamo qui
Il professor Ferraris già ambasciatore il quale la nei suoi giovani anni aveva scritto un un aureo libricino che che sarebbe opportuno ripubblicare che parla proprio delle trasformazioni
Sulle trasformazioni del ministero degli Esteri nel corso di cento cinquant'anni dal mille ottocento dall'epoca ancora del del ministero degli Esteri
Sabaudo di Torino fino alla metà degli anni Cinquanta mia recente cinquantacinque se non vado errato
Questo in questo aureo libretto sono riporta tutte le variazioni e le caratteristiche in fondo
Era sembrava è un libro in cui sono riportate le trasformazioni istituzionali della struttura del ministero degli esteri ma dietro si legge anche già quale fosse diciamo così la filosofia che animava i ministri degli Esteri governi di quell'Italia e delle Italia e successive fino agli anni cinquanta e poi possiamo dire ancora fino agli anni Ottanta
Tendenzialmente il problema centrale della Italia e della sua politica estera è stata quella che l'Italia non ha saputo mai scegliere in modo netto il ruolo che poteva occupare nel suo environment ambiente internazionale
Ha tentato di essere una grande potenza in più di un'occasione
Con risultati mediocri nella maggior parte dei casi e disastrosi in un caso due
Ha tentato allora di fare macchina indietro e di chiudersi in una isolata sottomissione ad alleanze più forti
Giocando un ruolo da piccola potenza
L'Italia non ha mai trovato la sua giusta collocazione la differenza fra il rango il ruolo fra il rango di grande potenza o il rango di piccola potenza il ruolo effettivo che l'Italia poteva giocare
Perché in tutti i casi non riusciva a essere altro che l'ultima delle grandi potenze come diceva Bismark oppure la prima delle piccole potenze
Questa doppia condizione creava una differenza sostanziale
Quest'ultima condizione la differenza fra
Un rango di grande potenza e un ruolo
Inadeguato rispetto al rango
Oppure una comportamento da piccola potenza essendo in realtà la prima delle piccole potenze ha fatto sì che l'Italia in più occasione sbagliasse tono nel senso che alle volte si comportava come una grande potenza timida impacciata
Oppure come una piccola potenza aggressiva
In altri casi ha tentato di essere una grande potenza aggressiva come durante il periodo del fascismo con risultati disastrosi
E altre volte invece ha fatto la super piccola potenza nel senso che era timida impacciata anche in un ruolo minore come è stato per esempio nel cinquantennio dopo la seconda guerra mondiale
Questa contraddizione di comportamenti e questa differenza fra rango il ruolo è stato una caratteristica tipica della politica estera italiana fin dall'inizio dalla metà del secolo scorso e tuttora resta un punto interrogativo irrisolto
Il se la seconda caratteristica tipica della politica estera italiana è stata quella che sentendosi insicura incapace di compiere una politica indipendente nazionale fra virgolette attentato sempre di mettersi in relazione con degli alleati che erano sul sproporzionatamente più forti di lei
La Francia all'inizio quando ancora il Regno di Sardegna e poi successivamente la Germania con la Triplice Alleanza e poi successivamente le grandi potenze alleate nella prima guerra mondiale e poi successivamente di nuovo la Germania
Del periodo nell'ultima parte del periodo fascista e poi gli Stati Uniti nel periodo postbellico
Un rapporto squilibrato e asimmetrico permanente di una politica estera che da un lato cercava di trovare una propria collocazione come dire al seguito di un alleato maggiore
Ma questo tipo di politica estera è stato studiato anche da alcuni politologi
Internazionalisti molto bene nel corso di questi ultimi trenta quarant'anni ecco crea una situazione di che viene definita come il dilemma della sicurezza un alleato
Debole
Nei confronti di un alleato forte tende a vivere sempre delle situazioni che sono squilibrati odi intrappolamento
Con una sensazione di intrappolamento viene trascinata dal più forte nella sua politica come è successo per esempio con l'asse Roma Berlino
Oppure di abbandono nel senso che di fronte alle difficoltà di un'alleanza di questo tipo tende ad abbandonare l'alleanza
Ed è qui e di cui abbiamo per esempio il tradimento dell'otto settembre del quarantatré oppure il cambiamento di campo del mille novecentoquindici rispetto al mille novecentoquattordici quando eravamo alleati della Germania e poi entriamo in guerra contro l'Austria e la Germania
Questo questa possibilità o questa pericolosità diciamo di questo tipo di comportamento fa parte appunto anche di una di una tradizione consolidata dalla quale forse per il futuro bisognerebbe guardarsi
Il terzo punto che è tipico anche di una politica estera come è stata quella italiana ripeto sempre di un periodo molto lungo di quasi centotrent'anni
è stata quella di di non avere degli obiettivi propri
Ma avere sempre degli obiettivi presi a prestito
O è o per reazione rispetto a iniziative prese dall'esterno
Oppure per manifestare una propria presenza sul mercato internazionale diciamo e quindi per far pagare una parte del del prezzo anche agli altri con una proprio atteggiamento aggressivo pensati quella che si può definire la dispersione degli obiettivi di cui la politica estera italiana è piena nella sua
Storia narrativa se vogliamo
E in questo senso in questo senso
Abbiamo l'esempio più clamoroso nel corso della seconda guerra mondiale in cui l'Italia è l'unico Paese al mondo che è riuscita a dichiarare guerra a tutti i maggiori belligeranti sia di una parte che dell'altra nel senso che ha dichiarato guerra i francesi e gli inglesi ai russi agli americani
E poi ai tedeschi e anche i giapponesi
E quindi è riuscito praticamente a mettersi contro tutto il mondo in un tentativo di squilibrato e disperato e anche un po'patetico alcune volte comunque drammatico per gli italiani
Che ha portato a quelle conseguenze che sapeva in un certo senso ci ha portato anche ad conseguenze migliori
Sì di altre perché certe manovre certe capriole hanno impedito che mai pagassimo il prezzo in il prezzo pieno della sconfitta militare dell'aggressione però certamente non abbiamo non ci abbiamo guadagnato né il prestigio né in immagine nei confronti dell'estero
Concludo cultura un'ultima considerazione sul futuro
Date queste premesse e dato il fatto che anche le caratteristiche geografiche del Paese pesa non nel determinare una politica estera antico io sono assolutamente convinto che dell'Italia essendo divisa in due parti sostanzialmente
Non possiamo negarlo cioè una parte continentale una penisola appendice dell'Europa centrale
Che è quella dell'Italia centro nord divisa dall'Appennino e quella che invece dall'Appennino vieni giù fino in Sicilia e le isole in realtà
è un'Italia di tipo insulare come dire marittima orientata anche concettualmente a una marittimi ITA
Che invece nell'Italia centro settentrionale
Soprattutto stagionale è orientata una continentalità non casualmente
Ne abbiamo avuto nel corso della storia d'Italia unita
Una serie di esempi di leaders politici della politica estera ministri un capi militari o contabile e Governo i quali a seconda della loro origine origine geografica
Hanno condotto delle politiche di tipo diverso
Per esempio quelli del Nord tendevano avere un atteggiamento più filoeuropeo o più filo continentale
E quelli del Sud in alcuni casi pensata Francesco Crispi tanto per dirne uno avevano un atteggiamento invece più espansionista colonialista mediterranea eccetera eccetera
Non è che si può generalizzare questo concetto però certamente vi sono una serie di casi che dimostrano questo
Di fronte alla situazione di questo genere le novità della situazione politica internazionale e le novità anche del sistema politico interno italiano
Lasciano appunto un grande spazio Appierto come potrà essere riempito punto interrogativo naturalmente su questo ci sono molte ipotesi però al le possibili le possibilità e forse le necessità di questo momento sono sostanzialmente tre
A mio parere
La prima è quella di rivedere il rapporto nella continuità dei rapporti di alleanza rivederle la qualità
Non è più possibile continuare a pensare che poi che nel mille novecentoquarantanove ci siamo iscritti alla NATO e da allora non ci siamo non l'abbiamo mai abbandonata questo vuol dire che che la la NATO continuerà ad avere la stessa funzione che aveva avuto nel corso dei quarantacinque anni in cui la NATO serviva come barriera difensiva deterrente per un'eventuale ipotetica
Attacco da destra
Nel momento in cui l'attacco da Este per il momento è escluso a questo punto anche la NATO in se stessa abbisogni di una revisione che infatti è in corso anche se con molte difficoltà
L'Italia all'interno di questa nato ha bisogno di rivedere anche la sua collocazione credo che questo dovrebbe essere uno dei filoni di marcia del nuovo governo qualsiasi esso sarà sì questo o un altro
Nel senso che non sarà più possibile continuare ad andare alle riunioni della NATO dicendo sempre sissignore qualsiasi qualsiasi sia la situazione perché che in fase di cambiamento perché ormai la NATO che è nata è nata appunto con un'alleanza di tipo difensivo
Non ha più il nemico davanti a sé contro cui combattere quindi deve cambiare la sua natura
Gli italiani non si occupano di questo i governi italiani fino adesso non se ne sono occupati ben pochi a anche fra gli studiosi hanno scritto qualcosa relativamente al nuovo ruolo che l'Italia dovrebbe avere la NATO credo che qui sia un dibattito a cominciare ed è tutto aperto sarei sono curioso di sentire Prato gli interventi e gli altri amici che parlerà seconda questione l'Europa anche sull'Europa
L'Europa non non noi siamo fortemente caratterizzata in senso europeista
E il Trattato di Maastricht ha come dire rituali Zattoni questa speranza dell'euro dell'Europa nel momento in cui anche l'Europa subisce i contraccolpi della fine dell'Europa divisa di Yalta
è finita Yalta è finita l'Europa divisa la Germania
Annesso alla Germania Est non si è unificata annesso alla Germania Est
Oggi all'interno dell'Europa dei codici alle ore all'interno dell'Europa dei dodici noi abbiamo una Germania che da sola pesa molto di più di quello che non pesava prima
E non è più bilanciata dalla Francia e dall'Inghilterra e forse anche da lui ma
Ha un peso specifico che sarà sempre più crescente anche se la classe dirigente tedesca si fa piccola piccola per evitare che questo problema emerga una questo problema emergerà e quindi un Europa progettata
Prima del mille novecentottantanove com'è l'Europa di Maastricht di ben difficilmente riuscirà a realizzarsi come previsto dato che i dati del problema sono cambia e questo è ancora un secondo
Campo molto ampio in cui l'Italia dovrà e potrà dire qualcosa l'ultimo campo è quello dei rapporti bilaterali con alcuni Paesi che ci sono vicini
Su questo punto molto delicato bisogna ricordare che nel corso dei quarantacinque anni dopo la seconda guerra mondiale che abbiamo la testimonianza battuto ferraristi queste cose l'ha vissuto in prima persona in quanto ex diplomatico noi l'Italia ha avuto solamente terreni campi in cui ha svolto un'attività di potenza bilaterale USA ha lavorato in proprio perché per il resto faceva l'annata faceva la comunità europea
Solo in tre campi ha lavorato in proprio
Uno è stato l'accordo per il pacchetto dell'Alto Adige con l'Austria
Quindi una questione legata ancora problemi di frontiera
In un periodo in cui le frontiere erano intoccabili
Il secondo è stato il pacchetto
Di accordi con la Jugoslavia di Tito del settantacinque di Osimo
E il terzo è stato il rinnovo del concordato con il Vaticano anche questo con rapporto di politica estera che era del ventinove che è stato e concluso nel mille novecento ottantasei ottantacinque sono
Questi sono stati gli unici tre campi in cui l'Italia ha svolto una politica estera come dire indipendente perché si trattava di problemi
Strettamente bilaterali problemi legati alle proprie frontiere Este nord est e alla al problema dell'età porti Stato Chiesa
Oggi in Italia si trova di fronte a quel alla necessità di prendere in considerazione anche alcuni nuovi rapporti bilaterali che non sono antiche non erano previsti i nella prima fase della politica estera postbellica e cioè oltre che la questione del Trattato di Osimo un Slovenia Croazia con cui alcuni alcune questioni dovranno necessariamente essere riviste non quelle dei confini come si dice perché quella mi pare una cosa assolutamente assurda ma invece alcuni problemi della gestione della dell'apporto di ottimo dovranno certamente essere rivisti perché questi due Stati non sono lo Stato con cui si è precedentemente stabilito il rapporto di Osimo nel mille novecentosettanta
E poi ci sono tutti i rapporti con una serie di Stati che allora erano tutti sotto diciamo così un controllo egemonico della potenza estrazione dello sovietico quasi
Come sono gli Stati dei Balcani
In cui esiste il rischio permanente di interventi
Di rottura di equilibri fragilissimi Bert per dire la Macedonia e l'Albania e il Kosovo con il coinvolgimento quasi certo della Grecia e poiché la Bulgaria e non è escluso di quello della Turchia
Di fronte al rischio di una terza guerra balcanica come si dice per esempio Nick e l'Italia non potrà
Essere silenziosa dovrà dire prendere una posizione come dire concettualizzare qualche idea in proposito e non aspettare che i fatti avvengano per poi rispondere in modo
Incoerente come è spesso accaduto nel passato e quindi questo
Volevo concludere mi pare e poi per l'ultima cosa gli interventi sempre più frequenti che vengono richiesti all'Italia nel quadro delle Nazioni Unite per quel che riguarda per esempio le operazioni di peacekeeping di Pisa forse in cioè le operazioni di intervento
In funzione umanitaria udì controllo dei conflitti insieme ad altri paesi a noi vicini
In aree sempre più lontane dove si fanno degli investimenti anche finanziari molto cospicui a con il rischio di perdere di anche di vite umane di soldati eccetera per i quali non esiste nessuna politica coerente
Ma che vengono semplicemente come le ciliegie una tira l'altra adesso ci parla del Ruanda assiepato alla Somalia con quei risultati che sappiamo
Chiesta ma sia fatta il golfo a suo tempo tutto questo non ha senso se non è impostato all'interno di una consapevolezza politica
L'Italia ha considerato che la politica estera secondaria
La campagna elettorale del ventisette ventotto marzo è stata caratterizzata per l'assenza quasi totale forse non so se Giorgio Napolitano qualche volta ne ha parlato Messori interventi ma in generale non ne ha parlato quasi nessuno i giornali si sono guardati bene adesso scoprono e c'è il rischio che la politica estera perché ci sono cinque ministri di Alleanza Nazionale
Ma dal punto di vista di come prevenire queste cose nessuno ne ha mai parlato nessuno ne parlerà così come anche per la politica della difesa e della sicurezza il silenzio è totale
Io credo che a questo punto l'Italia non possa più tirarsi indietro e concludo davvero
E quindi debba trovare un ruolo che abbia un senso e il senso che può avere l'Italia in questo momento in una situazione di sgretolamento delle vecchie strutture del sistema internazionale
è quello di non essere né una grande potenza che non può e non vuole esserlo
E non può nemmeno riuscire ad esserlo né una piccola potenza umile sottomessa perché richiedono sempre più interventi e quindi non potrà più essere questo ma che trovi una sua collocazione come media potenza regionale esattamente come è il ruolo il peso politico il peso economico il peso demografico il peso culturale il peso tecnologico del Paese essere una potenza regionale significa avere come dire qualcosa da dire in una area geopolitica di una certa dimensione di nella quale il peso politico di questo Stato dovrà essere richiesto o dovrà non potrà essere escluso senza eccessi di ambizione e senza nemmeno eccessi di modestia e con questo mi sembra che più di questi per il momento non posso
Per di più ha detto colleghi studentesse e studenti non è senza un po'di commozione che paventava il disegnatore sale fino a dodici anni fa e quindi ridurre il sale molto ritrovato in sale bellissimi che i tempi non c'erano
Quindi punto sono voto contro particolarmente contento e felice di essere qua è un ricordo incancellabile orientale voi siete studente in una grande università
Di questo film mi rallegro comune quell'invito in certo senso per essere qui
Mi capita più volte di partecipare a incontri insieme all'amico stimatissimo che ammiratissimo professor Santoro e mi capita altrettanto e poi disaccordo con lui questo
Direi
Sette
è una è un'abitudine ormai quale sono appunto devo dobbiamo farci carico nel senso vi sono però grato per una ottima su quella condivido esposizione esposizione e quindi questo mi permette di evitarla ma
Sono largamente in disaccordo con lui sul piano direi quasi metodologico
E cioè su quello del fatto l'Italia avuto non ho avuto la politica estera a me pare una discussione poco sterile
Perché ogni paese che si rispetti ha una sua politica estera per il fatto stesso di esistere anche San Marino ha una sua politica estera
Sì sarà una politica estera limitata negli obiettivi limitata dei mezzi ma è una politica estera nel senso che è una è una politica di relazioni e d'altra parte ogni paese alla politica estera che la società di quel Paese consente di a vere
Se noi guardiamo all'Italia rifacendo in chiave un po'leggermente diverso la storia di quella che ha fatto l'abito ripeto ammiratissimo se gli iscritti nelle parole Santoro
Per noi e lei l'Italia ha avuto una politica estera essenziali in cui ha individuato sin dal principio dopo il quarantacinque parliamo dell'Italia repubblicana dell'Italia democratica lasciamo stare l'Italia fascista o l'Italia deprezza è dice aver identificato ecco una prima il leggera divaricazione con quanto ha detto nel professor Santoro
E individuando con grande chiarezza quali erano i suoi interessi o almeno quelli che la maggioranza riteneva fossero i suoi interessi ed erano quelli di essere vincolata o o parte del sistema occidentale
Di essere di aderire all'Europa di aderire alla NATO furono decisioni estremamente grosse gravi difficili e complesse contraddette perché non vi era unanimità
Anche giustamente non vi era unanimità nel senso che erano scelte che potevano essere giuste o sbagliate
Che poi alcuni abbiamo ritenuto giusto a temperature sbagliate che poi nel proseguo del tempo ci siano verifiche si siano trasformate le condizioni rimane però il fatto che è stata sono state scelte importanti
E ripeto difficili complesse e estesi e scelte precise di politica estera nel senso più preciso che la parola ce lo ricordiamo i negoziati per l'adesione all'Alleanza atlantica dove nessuno ci voleva la l'adesione all'Europa dopo il fondo era una scelta che poteva anche essere contraddetta da molte forte non soltanto politiche la forte economiche
Se si fosse fatto nel cinquantasette un referendum in Italia sull'adesione ai trattati di Roma io credo che la maggioranza il popolo italiano avrei detto di no quindi erano scelte che non erano necessariamente quelle che erano quelle dello Hunan
Successivamente e vi sono state una serie di iniziative di scelte o di politica estera basterebbe dire
E che basterebbero dire ve ne cito alcune a casaccio fra tanti la prima Ostpolitik il primo tentativo di un avvicinamento de di un Paese occidentale all'Europa orientale nonostante le divergenze ideologiche
Che allora permanevano è stato fatto dall'Italia
Potremmo ricordare che il primo viaggio di un capo dello Stato in Russia pardon nell'URSS è stato Gronchi ed era il primo capo di Stato
Di un Paese occidentale che si recasse dell'URSS dopo de Gaulle nel mille novecentoquarantaquattro in circostanze leggermente diverse il primo capo di Stato che si è recato in un Paese dell'Est cioè in un Paese che allora si chiamavano satelliti
E fu Saragat in Polonia cioè nel senso l'idea che era dettata anche da alcune ragioni interno evidentemente l'esistenza di un forte partito comunista fa
L'urto in maniera illustre rappresenta
Lustro ha presentato nella storia dall'onorevole Napolitano poi era forse era necessario ecco questa apertura italiana nei confronti dei Paesi comunisti o sovietici era un fatto positivo importante che ha aperto la strada a molti
La stessa adesione all'Alleanza atlantica
E aperti in fondo alla strada un'idea importante di politica estera che era quella di dire che un Paese ex nemico ripeto nel quarantanove quattro anni dopo la fine della guerra
Sei anni dopo l'armistizio di Cassibile dica l'armistizio di Cassibile
E la e la resa senza condizioni in pratica dell'Italia di una un paese occidentale ex nemico che diventasse parte di un'alleanza occidentale dei Paesi vincitori
A mio avviso in un certo senso spianando la strada poi gli eventi successivi che riguardava la Germani e noi potremo continuare nel tempo
Ma l'idea della Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione europea
E è un'idea che fu lanciata sostanzialmente nel mondo occidentale
Da in a Roma dall'incontro fra comica fa affari del sessantaquattro
Che aveva che ha avuto un'opinione pubblica portata portate espressa dalla sinistra perché ciò avvenisse il superamento dei blocchi contrapposti tutta questa logica erano anche se delle discussione
Di politica estera e possiamo continuare continuare
Direi all'infinito
E in una arrivando anche ai giorni nostri non voglio dire bene né ho male di uno o l'altro ministro degli Esteri
Non è questo il punto non è molto spesso la politica essa non è fatta dai ministri degli Esteri fatta da tante circostanze che in un Paese democratico si sommano che vanno dai ministeri fino all'opinione pubblica ma Lupo potremmo ricordare la decisione fu di politica estera di discosta naturalmente a mio avviso giusta Hutter altri non giusto almeno non opportuna della dislocazione dei missili Iacopino cioè dall'adesione alla decisione atlantica del del settantanove
E anche in sede atlantica come in seno comun comunitaria non io non concordo francamente lo faccio mica per diffidare di passate professioni
Non concordo sull'idea che non vi sia stata politica estera il per quanto riguarda l'Europa proprio specificatamente l'Europa
Non so non è è un fondo emersa da una situazione italiana o almeno da un atmosfera italiana il Progetto Spinelli di costitutivi di Costituzione europea o il referendum dell'ottantasette hanno seguito da partono la nuova legge no quella del del referendum ma una reazione da ottantanove che non ha servito a nulla evidentemente ma che dimostrava però una visione una visione un altro dove il il processo posso essere d'accordo col suo Santoro scusate che faccio questo dialettica che può essere anche interessante per voi potrei anche sostenere il contrario
Terra mordi polemica ma mi sembra utile proprio anche per voi ragazzi e il il quello che manca son due cose che manca alla alla politica estera italiana Lula
La capacità di estrinsecazione verso l'esterno e cioè la capacità di esprimere che queste iniziative politiche vengano chiaramente indicate con un'autonomia e con decisione come finalizzate a un obiettivo determinato
E la seconda
E colpa in fondo di cui tutti e l'assoluta mancanza di una stampa che si occupi di politica estera questo non questo su questo non ci ho portato in quella sera di oggi preferendo un giornale qualsiasi di quattro pagine di politica estera una fatina di questi estratto
Dedicata ad un fatto che con la politica e società del fare che panico per il batterio killer
Vai ma i medici tranquillizzano niente di nuovo le sull'epidemia
E queste mezza pagina la pagina esteri
Ritengo qualunque tecnicamente in qualunque giornale andrebbe andrebbe nelle varie nel nella nella dell'acetilene quello che accade all'estero ha detto giustamente Lo Re Napolitano quello che ed è questo mi pare un fatto importante qui arriviamo al punto
Mi pare nodale anche per il futuro e che quello che accade all'estero
Quello quindi che accade nel mondo internazionale prendo quello che avviene nel mondo viene visto dall'Italia dagli italiani dalla stampa
O dalla televisione come qualche cosa che avviene al di fuori e sono siamo tutti spettatori alla finestra guardano cosa succede per la strada
E estrema inviamo un giudizio indignazione approvazione protesta ma dalla finestra cioè senza scendere in strada cioè quello che dà l'impressione la nostra informazione e di questo distacco
Ecco dove quindi in quello che viene fatto quello che possono essere poi effettivamente le scelte gli indirizzi le iniziative le proposte di politica estera non trovano poi nessun riscontro della società e sembrano fatte in un pianeta diverso sembra fatto livello diverso sembrano fatte in un modo diverso
E questo con per esempio dimostra il fatto la scarsità dei dibattiti parlamentari sull'argomento al più sono dibattiti in commissioni o dibattito parlamentare su fatti importanti non c'è
Vi è dopo uno il ventisette a Napoli voi vedrete vedrete che né i parlamenti dei Paesi europei dei paesi partecipanti vi sarà un dibattito sul G7
Probabilmente non in Italia vi sarà il più le relazione del presidente del consiglio e poi forse la reazione ministro degli esteri a a una commissione affari esteri
Ma non vi è quella partecipazioni integrale al fatto del collegamento fra fatti esterni interessi nazionali
E siamo al punto
Quello degli interessi nazionali
è una parola è una parola che fino a qualche tempo fa era considerata inaccettabile
Era qualcosa che non di cui non si doveva parlare perché suonava male
E adesso io non vorrei che se ne parlasse perché suona male in altra maniera
Cioè bisogna mettersi d'accordo su questa parola che non era parola che non ha nessun colore specifico non è né buona negativa se non è una parola che si un anatema in sei perché usato dall'una o dall'altra parte politica
Problema della interessi nazionali vuol dire semplicemente quello di individuare nella collettività nazionale quali sono gli obiettivi l'interesse di questa collettività
Non vuol dire essere aggressivo non è interesse nazionale non vuol dire nazionalismo
Interesse nazionale non vuol dire pressione interesse nazionale vuol dire inimicizia verso nessuna interesse nazionale vuol dire soltanto un'individuazione ripeto di quelli che possono essere gli obiettivi di una comunità internazionale ed è lì appunto nel
Nazionale corretto
Abbiamo italiano e unità nazionale
Su questo e qui una piccola frase fra nord e sud io non concordo sull'idea di divisione fra noto sulla comunità nazionale unica
E gli interessi sono comuni e l'italiana ha detto anche D'Azeglio l'Italia è un Paese con i piedi nell'acqua salata i qua stanno in piedi Diana
Questi Italia non esistere se non ai piedi chiese non ha la testa non sta nel Nord aste la testa sta dappertutto quindi su questa della divisione fra nord e sud io sono dell'ordine stesso inoltre il espansionistica e uomo colto lo
La prossima societario sono intanto per affermare una identità nazionale fra Nord e Sud Arca abolita dalla Vetta d'Italia capolini però questo anneghiamo venga sì
C'è una diversità vecchia diversità perché l'interesse l'interesse Piemonte sono altrettanto diversi di quelli dell'evidenza di quanto l'interesse di molto diversa quella toscana quindi non io come piemontese non mi sentivo alcun modo associata l'interesse del Veneto
Se questo si potesse andiamo spendiamo in dettaglio Berezi antinazionale nono importanza per esempio come torinese avere capitale Milano proprio no preferisco del capitale Palermo Robilant ricordano
Non andiamo tanto tu che stai a Milano tante come capita l'ottimo
No tornando tornando quindi a quello che volevo dire sulla sulle teste nazionale cioè quello che manca ed il punto del quale proprio nel direttorio dirò ancora dieci minuti che mi rimane ottenute mi rimandano uno alcuni punti
Quello che è importante ragazzi proprio importante per voi mirini rivolto in particolare agli studenti con con il permesso bruscolini partecipanti alla alla discussione occorre chiarire a noi stessi che la politica estera non è fatta soltanto dalle grandi scelte
Che ci sono non è fatto soltanto da iniziative o da possibilità di una politica indipendente a dopo la parola innocuo su quale concordo poco del professor Santo
Occorre seguire tutti i giorni la politica estera politiche estere un fatto di tutti i giorni non ho fatto della Dominica non ho fatto di grandi eventi non tanto di grandi
Tutti i giorni cioè quello che occorre e in fondo è l'orientamento che esista indipendente dal governo che non vuole entrare in politica interna evidentemente e che in fondo quanto si sta manifestando negli ultimi due tre anni italiane non è un caso che ciò si manifesti anche fra l'altro in altri Paesi
Di individuare nei singoli punti quali sono nostro interesse ridico soltanto alcuni
Per dare soltanto un esempio di quanto voglio dire sì voglio si vuol dire su questo degli riprendendo anche alcuni argomenti giusti che ha ha ha posto il professor Santoro prendiamo proprio la NATO
Come esempio
Che la NATO debba esistere a mio avviso non ci non non ci piove sul che la nausea necessario anche armi a mio avviso appare certa che è una l'unica alleanza militare
E e pure politica che adesso perché se è in grado di sopravvivere e che abbia sopravvissuta che abbia mantenuto la sua funzione certo è una funzione leggermente diversa da quella che aveva prima questo mi pare ovvio
E ma è una funzione di aggregazione di una certo numero di paesi e degli Stati Uniti in una funzione che politica e militare al tempo stesso che non è aggressiva e difensiva
Su questo possiamo non tutti magari voi sarete d'accordo ma comunque sia questo la NATO anzi è dimostrata un fatto positivo per la pace questo non non non c'è dubbio
Che posso adesso riconsiderare in parte le sue funzioni sì
Però non deve e non deve necessari di essere quella che è sempre stata cioè di questa forma di aggregazione giusto l'osservazione dire che cosa deve fare l'Italia nella NATO
L'Italia era nato io credo non possa pensare ad una sua politica indipendenti o diverso deve cercare di essere e deve continuare ad essere quella che è stata e quindi sulla NATO è un fatto dove le proposte un'iniziativa italiana sono ben poche
Vi è un punto di John paio di punti in cui invece l'Italia può e deve dire delle prende una posizione madre apprenderà come qualità nazionale non basta prenderà dall'alto cosa fare
Una domanda che qualcosa pare per la garanzia che rischierà nato deve uno deve dare ai Paesi del centro dell'Europa centrorientale
In poche parole il problema dell'allargamento della NATO e pareti centro centrorientale cioè l'adesione o meno la domanda che questi Paesi fanno di dire noi vogliamo esserne imbranato la NATO e ONU una è un'organizzazione che ora va sempre più clienti tutti vorrebbero diventare membri della NATO
A tutti i costi dalla Lituania fra poco anche il Tagikistan chiederà di essere membro della NATO dobbiamo siamo noi pronti a condividere l'opinione di alcuni dei Paesi NATO che ritengono che si debba sia pure gradualmente estendere il la protezione della NATO e quindi anche i rischi che questa protezione comporta anche Paesi dell'Europa centrorientale siamo in altri termini
Pronti a esercitare la stessa funzione di difesa che è stato ed è applicata nei confronti della Germania soprattutto fino al mille novecentottantanove per dare una data anche nei confronti la Lituania della Polonia e domani anche eventualmente d'Ucraina
La Russia ed è e cosa fare la Russia avevi giorno nei confronti dell'uso questo un discorso che è una mia risposta vedessero voglio dare la mia risposta è questo è un problema che deve essere affrontato la destra pronta ad essere dibattuto da noi perché i tedeschi hanno un'opinione
I francesi hanno la fortuna di avere un'arma nucleare propria e quindi non ne hanno meno bisogno gli inglesi sono in dubbio sul cosa fare quindi noi dobbiamo decidere ma dopo una nostra discussione se siamo pronti ad aderire a questa da a questa visione
Secondo punto che importa all'Europa
Premesso che del non non si può più dire come si è detto per molti anni e che si continua a dire per vezzo che l'Italia non applica le norme comunitarie
Questo onestamente non si può più dire rimprovero che si faceva al Parlamento di lentezza questo non è più vero
Direttive comunitarie noi siamo attualmente al secondo posto in Europa per applicazione trasformazioni normativi interna di normative comunitarie quindi su queste accuse non può esserci più data anzi noi andiamo a persino al di là noi noi applichiamo le norme comunitarie quando non ci sono esempio tipico fra tanti interessa tutto il cambiamento e le targhe automobilistiche rivenduto al pubblico italiano con una norma comunitaria che non è vero
Tutti i Paesi hanno le no hanno le targhe con le città salgono voi e e l'Inghilterra quindi noi future l'Inghilterra attualmente quindi è una qualcosa e non è vero quello che occorre in sede comunitaria
E quello di avere chiare le idee in questo il il professor Santoro aveva perfettamente ragione cioè di non aprire per una visione di europeismo
I acritico di affermazione ideale di sport ideale e generoso
Di non di non aderire necessariamente a tutto quanto venga da Bruxelles e cioè di aderire a una nostra opinione in certi punti in certe cose
Quali cose potrei farne tutto un elenco ve lo risparmio
Ma ci sono alcuni punti sui quali vi sono degli interessi italiani delle necessità italiane che non seria e non si si identifica con quelle degli altri perché è avvenuto questo in passato
E avvenuto proprio per questa specie di primazia della politica estera sulla politica interna in Italia
E cioè quello che dalla da Bruxelles e ci si attendevano le decisioni di su questioni che l'Italia non è in grado di prendere da sola quindi era quasi un obbligo che una trasferimento una delega Brussa presenti imporci certe cose che altrimenti e lentezze parlamentare ventitré opinione pubblica i tabulati non avrebbero consentito questo non deve più avvenire
Lo deve più avvenire nel senso che occorre dire qualche dire spesso noi di essere cioè meno accondiscendente bambino anch'io vorrei quasi dire acquiescenti a questa a a questa impostazione europea
Ma sull'Europa vuole dire anche di più e questo da una per sposare opinioni di nessuno
Occorre anche noi porci il problema di come si debba costruire l'Europa Silvio ne cioè porsi anche di quel il problema se il Trattato di Maastricht bateau non vada applicato integralmente in quali tempi
Se effettivamente è vero che l'unione monetaria una buona o una cattiva cosa e se noi possiamo meno accettare che l'unione monetaria si faccia se anche l'Italia non vi appartiene
E su questo su questa linea io credo che si potrebbe si potrebbe continuare continuare per esempio il problema dell'allargamento della comunità e Paesi del centro orientale voler attirava alta tensione su questo non basta dire
Sono diventati democratici sono e quindi li ha li accogliamo gli accogliamo anche a condizione della concorrenza del di un di un salari inferiori al siamo disposti a rinunciare all'industria tessile in parte l'agricoltura per far piacere polacco burbero gli ucraini
Queste sono vorrei soltanto dirvi problemi sul quale dobbiamo soffermarci cioè in poche parole la politica estera deve tradursi in in un fatto il deve coinvolgere l'opinione pubblica e deve coinvolgere dei dati di tutti i giorni
Falso è con questo vorrei conclude farsela affermazione la rileggo in una frase centra citare l'autore proprio ripubblicata da un giornale l'altro giorno falsare di dire
Che la la la nella politica estera defunta dopo gli avvenimenti due ottantanove sepolta dalla crisi jugoslava da quella mediorientale dall'insolvenza europeiste
Questa impostazione con importazione che circola molto sulla stampa
Queste importazioni che l'ottantanove la politica estera e morta che fino ad allora potevamo fare perché eravamo in un quadro quindi potevamo sotto questo quadro adesso la facciamo più
Concordo vedete non è che sono sempre d'accordo concordo fuori rosa o Santoro nel dire che anche adesso vi sono ancor più di prima se si vuole delle possibilità perché adesso ci sono delle possibilità non dico di scelta non dico di grandi scelte
Cercate di evitare ragazzi quello di pensare sempre che si possa far le grandi scelte le grandi scelte non si fanno i Paesi come l'Italia non possono fare grandi scelte ma nessuno le fa questi grandi scelte perché le farà ieri a queste grandi città non ci riesce manco Clinton a fare grandi scelte le grandi scelte sono lentissimi sono rare sono i momenti storici ma non sono cose che si fanno tutti i giorni
Quello che è importante ed è di trovarci
A guardare la politica estera dei fatti tutti i giorni del quotidiano del forse meno entusiasmante del piccolo de del del quello però che poi incide sulla vita di tutti i giorni
E proprio questo di non aver pensato a questo di della vita di tutti i giorni è proprio questo credere credere che la dire che le scelte vengono fatte soltanto le grandi scelte ma non ma si evita ma si si evitano pelle invece che sono le decisioni tutti i giorni e dove proprio poi si dà l'impressione che la politica estera italiana non esiste
Occorre quindi tradurre quelle che sono le grandi scelte che vedo che sono state fatte che vengano mantenute
Di tradurre queste grandi scelte nell'azione di tutti i giorni da diplomazia del dei ministri dei degli incontri del G sette in quella che sono poi la partecipazione vostra nostra a alle cose di tutti i giorni
Cioè della partecipazione con le nostre opinioni con le nostre opposizioni con le nostre critiche colpe nostre incoraggiamenti
A cose di tutti i giorni il dire cioè dove sono gli interessi italiani il dire dove le cose vanno o non vanno e non e non credere che la politica sia fatta soltanto dai diplomatici o dal o davo dei politici la politica estera è fatta da ciascuno di noi se non la facciamo ciascuno di noi allora la politica esteri entrano soltanto più fattiva ma anche più visibile grazie
Non fu
Naturalmente
Ma io mi considero un po'
Come dicevo all'amico professor Ferraris un po'un abusivo nel senso che non no evidentemente la esperienza scientifica anzitutto e politica che e intorno a questo tavolo per i miei interlocutori autorevolissimi
Ho tuttavia accettato di partecipare a questa tavola rotonda dandomi un compito quindi un po'diverso
Cioè quello di utilizzare un po'anche della mia esperienza
Di questi ultimi anni nel Parlamento europeo
Per porre più che altro qualche interrogativo qualche domanda vorrei iniziare questo mio intervento anche nel senso di sperabilmente stimolare alcuni alcune disposto alcuni quesiti
Alcuni quesiti che io corro
Ma prima di entrare brevemente nel merito della questione che più direttamente vorrei trattare
Vorrei porre una questione perché mi è stata un po'stimolata dagli interventi precedenti in modo particolare anche dalla no contrasto dalla dialettica che c'è stato l'intervento di Sandi di Ferraris rispetto all'intervento di Santoro
Per porre una questione che riguarda come dire il ruolo dell'Italia durante
Circa cinquant'anni e cioè fino al mille novecentottantanove
Stato sottolineato dal professor Santoro alcune cose che sono appunto conosciute
Occidente Oriente
Le scelte di fondo che l'Italia ha fatto in quegli anni
Ecco le questioni che vorrei porre io un po'la seguente
In fondo l'Italia in quegli anni ha avuto la possibilità di rappresentare
Uno stato un po'di frontiera
E per la presenza di un partito comunista di straordinaria forza politica
Per la presenza di una democrazia cristiana che evidentemente in funzione
Della stessa presenza di un partito comunista di questa importanza finiva con la vede in quanto tale una funzione internazionale
Io credo che il rapporto tra gli Stati Uniti della Democrazia Cristiana cioè tra sia stato un rapporto che
è stato orientato e guidato dal fatto che l'Italia rappresentava questo punto di frontiera attraverso il quale passava è stato già osservato negli interventi precedenti quasi come dire uno spartiacque che riguardava anche scelte fondamentali
E allora la mia domanda è un po'questa
E riuscita in qualche modo l'Italia ad utilizzare almeno per alcuni aspetti
Questo un ruolo di frontiera che le veniva dato
Dall'essere un paese ai confini fra Ovest ed Est
E all'interno del quale persino il gioco dialettico delle forze politiche poteva essere destinato a influenzare questa sua posizione questa sua collocazione questo suo modo di essere
E come ragionando perché io su questo punto o qualche dubbio positivo nel senso cioè voglio dire
Forse una specificità almeno in alcuni tratti
Però è veramente una domanda non è non è fanno devo dire che una domanda
A cui diciamo estetista di questo
Se e in che modo questa collocazione internazionale dell'Italia che insisto appunto nel chiamare di frontiera e che in un certo senso
Dava un ruolo appunto anche alle forze politiche interni e sì al partito comunista sia la democrazia cristiana in modo diverso
C'erano delle politiche estere in un certo senso di questi partiti se questo abbia Comi abbia inciso positivamente ora non so come abbia inciso attivamente sulla possibilità di delineare una storia della politica estera italiana durante il cinquantennio fino circa fino al mille novecentottantanove c'è questa possibilità di delineare i momenti di autonomia di una politica estera italiana in questo quadro di rapporti io penso
Penso anche al fatto che
In questo quadro come dire politico-diplomatico
C'era da fare i conti anche con alcune culture politiche
La cultura politica che si esprimeva nel chiederci e che è stata una politica una culturale sono spetta mi entrare molto nel merito di questo tema ma certamente molto complessa e ricca
Al punto da non delineare una posizione come dire di passiva acquiescenza mi alle scelte di fondo che pure per molti aspetti quello stesso partito aveva fatto io penso per esempio solamente all'europeismo di marca comunista italiana
Un europeismo difficile non foss'altro perché in contrasto con le linee di tendenza di tutti gli altri partiti comunisti europei
La vede il vigile l'Italia
Parte a Giorgio Amendola Berlinguer ma avete portato Altiero Spinelli al Parlamento europeo e avere in definitiva influenzato in maniera determinante la storia dell'europeismo
Determinante perché il ruolo di Spinelli nella i Trattati di Roma ma poi in tutta la cultura la costruzione di una cultura politico l'operista è stata per molti aspetti determinanti
Ma anche la cultura cattolica
Per esempio mi domando è possibile o è un come dire un un
Mito politico o qualcosa che è passata nella stampa ma che non ha poi avuto in realtà un gran puro questo sforzo della politica estera italiana di matrice cattolica di matrice tra virgolette a mille virgolette neutralista
Di individuare alcuni elementi di autonomia della politica estera italiana rispetto per esempio all'area mediterranea
è un problema no e me lo domando lo so che lo domando a voi che Nesi che nelle che queste cose le conosce ed evidentemente molto meglio dall'interno però siccome questa cosa c'è stata
E ha avuto delle dei momenti come dire esteriormente attivi io penso che quando si dovranno fare i conti da storici non più da politici ma da storici nei confronti di questo quaranta cinquantennio
E insomma interrogativi di questo tipo su come la vicenda interna abbia influito sulla costituzione dell'identità estera dell'Italia se questo rapporto c'è stato in che termini c'è stato è un problema è una domanda legittima
Magari potrà avere una risposta totalmente negativa e dire in realtà
Lo Stato un po'di chiacchiere e condite non si sa bene con che altro ma io credo invece che questi siano problemi seri perché questo questo rapporto fra interno ed esterno questa singolarità della collocazione italiana per le ragioni che ho detto e per le multe che si potrebbero aggiungere e possibile che qualche effetto sulla costituzione Esterna dell'Italia certamente sul senso comune l'ha avuto certamente sull'immaginazione su quelli essere tutti quanti in qualche modo partecipi di questa
Vicenda della ecco è una è una questione che volevo porre
E preliminarmente perché a me è una domanda che interessa molto e credo che sia una questione che si possa almeno solleva
Sulla questione europea
I temi su cui si può essere stimolati naturalmente sono moltissimi io vorrei brevemente partire da questo elemento
è stato osservato già sotto gli occhi di tutti
Il mutamento profondissimo della situazione della collocazione dell'Europa dopo il mille novecentottantanove cioè è un equilibrio completamente saltato
Nella vecchia situazioni bipolare tutto sommato le scelte europee era uno molto stabilito
Io curo Phase mo'era molto stabile addirittura statico addirittura sembrava non essere più un vero problema politico entrava in un in una sorta di suo automatismo
Che diventava anche cultura politica
C'era non c'era veramente un dibattito sull'Europa fino al mille novecentottantanove
Cioè non c'era e forse non ci poteva essere perché la rigidità del confine a destra
Era tale sul terreno delle scelte di fondo
Per quanto riguarda l'identità dei sistemi politici
E anche sulle scelte più determinate per quanto riguarda i rapporti diplomatici le le le le scelte di alleanze e tutto il resto che impediva al problema Europa di emergere come problema autonomo
In un certo senso l'europeismo aveva questo tratto pacifico e automatico letta nel novecentottantanove
Quando come dire una immaginazione un po'illusoria lasciava in me lasciava dire va
Con la fine del sistema est della frontiera dell'Este
L'Europa si allargherà e diventerà la casa comune di tutti da questo era un po'retorica politica perché in realtà ci accorgiamo che i problemi che adesso emergono per l'unità dell'Europa sono assolutamente drammatici
E la comunità un'unione come oggi meglio sarebbe dire attraversa una crisi che non ha mai attraversato dal mille novecentocinquantasette perché intanto c'è un punto proprio elementare cioè non ci sono più confini certi adesso
Cioè non ci sa più che cosa è l'Europa
E certo si parla e si file si opera l'allargamento della Comunità europea ma l'allargamento della Comunità europea significa naturalmente straordinarie conseguenze sulla fisionomia istituzionale politica ideale di quello che appunto si chiama Europa al punto che l'allargamento che dovrebbe essere elemento come dire semplicemente di arricchimento dell'unione non è affatto così semplice
Perché una comunità allargata dovrebbe porsi tanto per cominciare enormi problemi per quanto riguarda il funzionamento istituzionale di questa comunità
Nessuno che abbia buonsenso può immaginare che una comunità che ha funzionato in un certo modo assedia nove o dodici possa funzionare
Allo stesso modo quindici a diciotto avvinti o addirittura venticinque trenta Stati come si potrebbe delineare nel momento in cui la grande massa la grande quantità degli Stati dell'Est entrasse
Entrasse nella comunità
E se mi permettete ancora una questione preliminare rispetto alla domanda problemi interrogativi che voglio porre in questi cinque anni sono caduti equilibri fondamentali della della storia politico europeo
Di fronte alla riunificazione tedesca ci sono stati lì squilibri fortissimi
E
Come sappiamo irruzione di problemi nuovi di fino alla guerra jugoslava nazionalismi frammentazioni insomma un quadro di estrema mobilità che non intendo descrivere intanto perché noto ma che mi mette mi pone un primo problema
Cioè si può dire che in questo quadro
Diventi più difficile una politica estera comune dell'Europa
Nel senso che
Sono tornate in campo delle quasi geo politiche tradizionali come quelle che in una certa misura hanno facilitato lo scontro Jugoslavia
è possibile per esempio dire questo e partire da questa anche per passare una riflessione sul rapporto Italia Europa qui credo che sia fondato dire anche qui sotto
Diciamo riflessioni ulteriori su questo tema che certamente all'origine della vicenda jugoslava c'è un contrasto tra Francia e Germania sull'opportunità del riconoscimento di Croazia e Slovenia
E sul problema del rapporto con la Serbia Francia Serbia Germania Croazia
Per un insieme di ragioni storico politiche diplomatiche economiche che sanno sembravano far ritornare l'Europa negli anni quattordici diciotto tre momenti nei quali diciamo l'insieme delle geopolitiche balcaniche orientano diversamente stati i i grandi Stati i grandi Stati europei
Ecco
Se è questo il quadro
Beh evidente che il problema europeo per l'Italia oggi diventa determinante
Perché non è più una questione come dire né automatica né pacifica
Io ho centro l'attenzione su questo non solo perché è una delle poche cose su cui ho fatto una certa esperienza e posso riflette ma anche perché penso che comunque sia un tema fondamentale
E è chiaro che per noi essenziale capire quale rapporto vogliamo avere con la Comunità europea quale da quale quale tipo di contributo noi pensiamo di dare al tema dell'Unità e siccome il tema dell'unità entrato radicalmente in discussione in questa crisi di di di forze di rapporti di idee che nasce a in maniera accelerata durante i cinque anni che vanno dal mille novecentottantanove al mille novecentonovantaquattro e questo problema
Evidentemente esiste ora io qui non voglio fare nessuna semplificazione perché so che le semplificazioni in questo caso sono equivoche probabilmente ci portano in un vicolo cieco abolirle troppo ideologizzata
Però è fuor di dubbio che oggi si delineano dei contrasti su come far camminare l'Unione europea
Verso una grande zona di libero scambio con poche istituzioni politiche
O cercando invece di tenere più insieme il rapporto fra le une e le altre anche qui non voglio semplificare come spesso si fa sui giornali cioè Inghilterra contro Francia Germania non è più così
Perché tra l'altro dopo la riunificazione tedesca
La collocazione della Germania rispetto all'Unione europea è profondamente mutata perché profondamente mutati sono i problemi e i temi di fronte ai quali la Germania riunificata si trova quindi l'idea di immaginare che la Germania ha posto di unificazione abbia la stessa politica della Germania precedente sbagliato non è vero tratto ed è stato tutta una certa politica del marco che come e sapete bene ha messo in discussione le scadenze dell'unione economica e monetaria ha fatto entrare in crisi il Sistema monetario europeo e a posto una serie di problemi di egemonia economica nel contesto della dialettica fra gli stati nazionali
Perché i fatti dico questo riflettendo sulla politica estera nostro
E perché io credo che il nuovo governo si troverà un poco di fronte a questo tipo di problema secondo me si troverà di fronte a questo tipo di problema tenendo anche conto della
Di uno spot di una di una verità che è stata detta
E cioè di questa situazione che fortemente vuota innovativi le mettevo il governo in uno spazio politico abbastanza petto quindi con possibilità di scelte io credo con la possibilità che ci sia ma non voglio entrare troppo nel merito di questo problema una forte connessione fra alcune scelte che si faranno in politica interna
E alcune scelte che si faranno in politica estera
Anche qui non voglio fare nessuna trasposizione meccanica ma una certa lettura del rapporto e è indubbio per esempio che l'allargamento della Comunità pone dei problemi di riequilibrio fra nord Europa e Sud Europa
Al Parlamento europeo ci sono stati forti contrasti sull'allargamento della comunità gli Stati esca da parte della Spagna per esempio degli altri Stati mediterranei non nulla nel caso
Perché si è immaginato che questo spostamento della questo allargamento della Comunità verso Stati del Nord Europa sia destinato a fortemente squilibrare il come dire l'armonia di una della Comunità europea verso il Nord
Se le cose stanno così io sì almeno in questo c'è uno spunto di verità beh io penso che
E se riflettiamo un altro elemento cioè alla a comici tema nord-sud è tornato in Italia in forme
Diciamo
Anche nuove impreviste a partire a partire dagli ultimi tre quattro anni
è insomma dura questo
Questo insieme questo quadro estremamente mobile di dici direi anche estremamente instabile pone sicuramente il problema di quale rapporto questa Italia che
In una forma o nell'altra adesso passare una sua ora a definire una sua politica estera in un quadro di profondissima novità come si collocherà rispetto
Io credo che qui c'è un c'è un largo spunto di autonomia possibile e ci sono problemi di straordinario interesse
Soprattutto io direi almeno per quel che io riesco a capire di straordinario interesse politico
Perché finora l'Italia sia pure in forma un po'rettori comporre Ale ha avuto nella rispetto all'Unione Europea un compito
Diciamo abbastanza trainante c'è stato uno dei grandi Stati che fondamentalmente è stato d'accordo nello spingere sull'unione politica
E nel concordare essenzialmente con la politica del tandem Francia Germania che è stato il tandem di avanguardia per la spinta della comunità in questi decenni
è possibile che adesso si apra una una una un'incrinatura una frattura in questa collocazione dell'Italia io faccio previsioni perché abbiamo anche detto parliamo anche un po'del futuro che variano anche un po'della della prospettiva cioè di quali sono i problemi di fronte ai quali
E allora e ben possibile
Che i sei la scelta di politica interna italiana come sembra abbastanza chiaro
Vada verso una forte accentuazione di elementi di liberismo
Ed è su una forte accentuazione degli elementi di spontaneità dei rapporti di mercato
è possibile anche qui senza voli di ideologizzare eccessivamente temi che non meritano diciamo un trattamento tra virgolette ideologico o puramente ideologico è possibile che questo tipo di interpretazione della politica interna italiana si rifletta su certi caratteri su certi tratti della politica estera
E che si possa dire una qualche maggiore simpatia della Italia
Ed esso una certa interpretazione dell'Europa quella che dà il Regno Unito fondamentalmente
E che basato su una idea estremamente ampia allargata di un'Europa mercato
Con istituzioni integrate estremamente deboli e che ma e quindi il problema poi di una politica estera comune rimane l'interrogativo secondo me più stringente di quanto non sia stato nell'Europa fino al mille novecentottantanove
Quindi aprendo tutto ciò un quadro di straordinaria novità direi anche di straordinario interesse Illy e su cui è difficile fare previsioni ma su cui sono possibili opzioni se mi consentite un serio un osservazione conclusiva e poi
Che il rimane ancora un po'nell'ambito del tempo che ci siamo dati
E questa qualche segnale in questa direzione eccetera mi ha colpito nel dibattito che ho sentito ascoltato l'altra sera però da parte di persone autorevoli perché parlano un sottosegretario agli Esteri del nuovo governo non ricordo come si chiama carica appunto
A un certo punto quasi in un inciso ha detto una cosa secondo me esisteva venti importanti del grande ma comunque molto significativa partì il giudizio di merito poi giudizi di merito possono essere evidentemente diversi retta ma insomma sì l'Europa però qua e poi ci sono c'è il problema del sociale su cui non si possono accettare troppi vincoli perché di finisce col diventare una specie di camicia di von
Bene siccome noi sappiamo bene che l'Inghilterra ha aderito al trattato di Maastricht
Ma De Vito non firmando la Carta sociale europea
Cioè dicendo io firmo Bol firmò il trattato ma ho l'opting out sul sociale per cui posso continuare a non sentirmi vincolato da quei vincoli sociali degli altri Paesi europei hanno hanno raggiunto insieme hanno concordato insieme
Bene questa proposizione mi fa pensare che qualche spinta in questa direzione ci possa essere che quindi ci possa essere ci possa essere una ricollocazione dell'Italia
Nel quadro del contesto europeo questo
Mi fermo qui perché questo non io non non ho intenzione su questo di aggiungere altro è una riflessione obiettiva che io pongo l'attenzione e soprattutto gli autorevoli amici e colleghi che sono intorno a questo tavolo anche perché se nella seconda parte della tavola rotonda si vuol parlare
Delle previsioni ho cercato di mettere appunto qualche tema che possa eventualmente interessare poi tutti quanti
Ho sentito ora dire che c'è una seconda parte a tavola rotonda è dedicata alle previsioni io
Non lo sapevo
Mi scuso comunque mi trattengo ancora
Per un pezzo in ogni caso nel mio primo e secondo intervento che ne farò uno solo cercherò
Di allungare lo sguardo sulle previsioni
Mi sembra insomma molto interessante questa iniziativa mi augurerei che ce ne fossero parecchia in giro per l'Italia
Perché senza dubbio noi scontiamo un vuoto molto grave
Di dibattito sulla politica estera diceva Santoro non se ne è parlato nella campagna elettorale io
Non voglio qui vantarmi di aver rappresentato un'eccezione perché qualche tentativo fatto ma non sono andato molto lontano
La verità è che noi riscontriamo un vuoto più grave e questo mi è accaduto di dirlo in Italia e fuori d'Italia
Nel corso degli ultimi due anni
Tra il mille novecentonovantadue il mille novecentonovantaquattro undicesima legislatura del Parlamento repubblicano siamo stati a tal punto dominati sopraffatti
Dai nostri guai alle nostre vicende dalle nostre convulsioni interne
Che ci siamo occupati pochissimo di politica e
Se ne sono occupate poco le forze politiche la stampa questo poi Ferraris dice che un vizio più
Abituale
Il Parlamento lo stesso governo nelle sedi internazionali attualmente avevamo sempre il nostro rappresentante ma ci siamo fatti
Sentire poco
Abbiamo
Risentito di una grave perdita di credibilità per le degenerazioni che sono emerse per i guasti del nostro sistema politico istituzionale che sono venuti alla luce poi abbiamo avuto un recupero di attenzione e anche un'apertura di fiducia per quello che è stato rapidamente
Ribattezzato il processo di catarsi o la pacifica rivoluzione in Italia con molta enfasi commi notevole esagerazione
Comunque di mi è anche capitato di ricevere da autorevoli interlocutori stranieri delle espressioni come dire di piena considerazione male capiamo bene che non avete potuto occuparmi troppo di politica estera in questo periodo eravate in altre faccende affaccendati importante
E che veri Solbiate al meglio e poi riprende Heritage vostro posto
Sull'arena internazionale ma insomma io sono abbastanza preoccupato
Per quello che riguarda anche il modo di riprendere questo posto il fatto che realmente ci accingiamo a riprenderlo e così via e credo che sia molto importante una sollecitazione di forze culturali
Di studiosi di Esperti di specialisti di opinione pubblica di università di giovani credo che sia vitale questo stimo anche nei confronti delle forze politiche e delle istituzioni io vorrei dire qualcosa sulla politica estera dell'Italia repubblicana ma non perché sottovaluti
Il discorso sul periodo più lungo quello che ha fatto Carlo Maria Santoro partendo diciamo da dagli inizi dello Stato unitario
Credo che bisogna essere prudenti ed è difficilissimo
Superare
Certi ostacoli nel tracciare delle costanti che abbraccino un periodo così lungo tenendo conto soprattutto di vere e proprie cesure rotture che ci sono state nello sviluppo dello Stato unitario
Col fascismo e poi con la seconda guerra mondiale ma se mi concentro in ogni caso
Essendo convinto che valga la pena
Di approfondire anche
Lo studio della nostra politica estera in periodi storici precedenti a quello dell'Italia repubblicana se mi concentro su quest'ultimo periodo e perché mi sembra che ne venga
Sorge rito un interrogativo che d'altronde già è stato posto qui essenziale che cosa poteva significare
Una politica estera italiana a partire dalla fine degli anni quaranta e che cosa può significare oggi perché badate non c'è mai è stata nella storia del nostro paese ma non solo per il nostro Paese
Nulla di simile per profondità per continuità
Terzo comprensibilità
Ha un sistema di alleanze internazionali come quello in cui l'Italia si è collocata
Prima con la visione all'Alleanza atlantica e poi con l'ingresso nella comunità europea naturalmente
Gli Stati nazionali hanno sempre fatto delle loro politiche internazionali
E hanno avuto
Delle
Alleanze di volta in volta in pace e in guerra hanno perseguito una politica di alleanze o il giuoco delle alleanze
Ma credo che
Non si possa
Istituire nessun confronto tracciò che sono state nel passato le alleanze e ciò che sono diventate le alleanze a partire
Dalla fine degli anni Quaranta per l'Italia ripeto e non soltanto per l'Italia
Il nostro Paese è stato inserito stabilmente in una organizzazione politico-militare come la NATO e successivamente e diventato partner di una comunità partecipe di un processo di integrazione tra stati una volta pienamente sovrani comunità europea e in questo contesto anche l'espressione politica estera italiana cambia completamente di significato e obiettivamente di dimensione di possibilità di contenuti di contenuti
E accaduto quello che la Costituzione della Repubblica aveva previsto in modo lungimirante
Che cioè ci potessero essere
Rinunce parziali alla sovranità nazionale a favore di organizzazioni internazionali
Scoppi di pace
Di collaborazione e in quel momento c'erto si pensava soprattutto all'organizzazione Nazioni Unite ancora non era nata
L'alleanza atlantica ancora non era alle porte e la comunità europea però è accaduto esattamente esattamente quello
E allora noi dobbiamo parlare
Di una politica estera italiana quale stata quale quale può essere
Come partecipazione a politiche
Di alleanze e di organizzazioni sovranazionali
Questo non significa affatto che scompaia una identità italiana questo non significa affatto che scompaiano interessi nazionali
Questo non significa affatto che esistano margini per iniziative anche autonome dell'Italia anche Esterne al quadro delle alleanze non tutte inquadrate
Nelle alleanze però l'asse e la nostra partecipazione alle politiche di queste alleanze e organizzazioni sovrannazionali
E lo sforzo principale avrebbe dovuto essere e dovrebbe essere quello di dare un nostro contributo attivo io originale di segnare con una nostra impronta queste politiche e poi fare la nostra parte
Anche in chiave di divisione del lavoro all'interno di queste organizzazioni e qui allargando per un momento ma voglio
Non esser lungo
E non toccare troppi tasti di accenno soltanto qui
Io al largo
L'orizzonte anche all'organizzazione delle Nazioni Unite che naturalmente è un'organizzazione ammalia assai più larghe rispetto rispetto a ciò che
Rappresentato per noi gli impegni dell'Alleanza atlantica della Comunità europea ma anche lì si tratta di vedere come consapevoli dei nostri limiti non presumendo di essere una grande potenza e così via
Ci studiamo di dare un contributo alla soluzione dei problemi relativi al ruolo dell'organizzazione delle Nazioni Unite e accettiamo l'idea di una certa divisione del lavoro
In occasione di un incontro con il segretario generale delle Nazioni Unite a Roma
E lo scorso anno verso la fine dello scorso anno ricordo appunto una discussione in cui si mise a fuoco questa necessità
In materia di cooperazione con i Paesi
In via di sviluppo o di
Collaborazione come dire quasi quasi ad una corresponsabilità collaborazione ad una corresponsabilità
Nella soluzione dei problemi più spinosi di alcuni di questi Paesi evitare la dispersione
Evitare e questo vale però anche su scala europea non solo su scala mondiale che ciascun Paese europeo faccia per conto suo una propria politica di collaborazione con i Paesi in via di sviluppo disperda le proprie abbastanza limitate risorse in tante direzioni tanto per piantare una bandierina nel maggior numero possibile
Di paesi africani latinoamericani e così continuando no necessità di una divisione del lavoro su scala mondiale e anche su scala europea comunitaria
D'altronde uno dei campi e chiudo questa parentesi in cui l'Italia ha fatto di più per conto suo
Va certo le Ferrari sono va menzionato ma insomma uno dei campi in cui l'Italia in un certo periodo tra gli anni settanta e ottanta ha fatto di più per conto suo è stato precisamente quello della cooperazione con i Paesi in via di sviluppo
Eppure essendo senza dubbio
Ispirata anche dava all'idea ragioni quella politica abbiamo sprecato molto danaro abbiamo alimentato molta corruzione abbiamo disperso molte energie
E sarebbe stato probabilmente meglio di sicuro sarà meglio dare il nostro contributo ad una politica europea
Di cooperazione con i Paesi in via di sviluppo e addirittura ad una politica mondiale anche attraverso organizzazioni che hanno questi fini istituzionali come la banca
Mondiale
E allora ecco che giudizio dare su ciò che è stata e in tutto questo contesto assolutamente nuovo il contesto assolutamente nuovo
Delineato si dopo la seconda guerra mondiale
Il ruolo dell'Italia
Qui ha sollevato una questione
Intanto che io mi permetto di dire ma non metto bocca nel nella contesa ecco non mi schiero no non mi sento non mi schiero ma insomma voglio dire che
Concordo
Con Ferrari se nel reagire a quello che viene detto con troppa facilità non da Santoro ma per esempio da qualche nuovo governante
Non ha fatto nemmeno in tempo a presentarsi che già dice che non c'è mai stata una politica che in generale si dice che non c'è mai stato nulla
A cui si possa fare riferimento nulla in questi quaranta e più anni che bisogna ripartire da zero in tutti i campi punk si capisce se ripartire da zero rispetto a ciò che hanno fatto le forze di governo
Ripartire da zero rispetto a ciò che hanno fatto le forze di opposizione ripartire da zero rispetto al Governo immediatamente precedente che ha dato una spinta notevole al risanamento e al cambiamento o ripartire da zero però rispetto a governi più lontani ma
Dire non c'è stata nessuna politica estere in Italia adesso arriviamo noi finalmente faccia una politica estera che c'è anche un po'risibile
Risibile e ha fatto bene a reagire di e ha fatto bene a reagire di
Il professor Ferraris
Però ecco la questione che ha sollevato Biagio De Giovanni è importante la questione del rapporto tra politica estere politica interna in questo nostro Paese nei decenni trascorsi io credo che lei non possiamo dimenticare il fatto che
Innanzitutto ci sono state mille novecento quarantotto quarantanove cinquanta delle scelte di campo
Ideologiche ideologiche io
Non voglio affatto negare che si siano considerati gli interessi nazionali strategici di lungo periodo del nostro Paese
In modi diversi contrapposti e che chi ha valutato che quegli interessi comportassero la nostra collocazione nel campo
Occidentale
Lo abbia fatto anche indipendentemente in una certa misura da considerazioni di pura lotta politica interna ma in una certa misura
Le considerazioni di lotta politica interna le considerazioni di lotta politica interna e le discriminanti ideologiche sono state decisive in quelle scelte di campo
Della sinistra da una parte all'inizio tutta la sinistra non solo il partito comunista e la democrazia cristiana e del centro dall'altra
E l'impegno nell'Alleanza Atlantica in modo particolare
Meno nella Comunità europea e poi più rapida è stata rispetto al momento della firma dei Trattati di Roma la la evoluzione in senso euro operistico comunitario del Partito Comunista Italiano
Mentre più lenta è stata la maturazione nel partito come
L'antica ma comunque l'impegno nell'Alleanza atlantica e diventato per le forze di governo nel nostro Paese un elemento distintivo
Essenziale verso l'opposizione di sinistra una barriera un argine un punto di forza contro l'opposizione di sinistra
E d'altra parte il Partito Comunista Italiano a fatto a sua volta una scelta di campo contro l'adesione all'Alleanza atlantica
In chiave fortemente storico ideologico di appartenenza al movimento comunista
Il punto di partenza è stato questo la conseguenza è stata in generale un atteggiamento nei rapporti soprattutto con gli Stati Uniti da parte delle forze di governo italiano assai remissivo
Voi che voi sapete e che si è molto discusso se poi a un dato momento
In epoca più recente elitaria abbia cominciato a diventare come ha scritto
Politologo americano una assertive parte non era cioè un membro dell'Alleanza più capace di affermare il suo punto di vista meno ecco pronto
A dire sempre e solo dissi e io non so se poi la identificazione da parte del nostro amico la Palombara autore di quel saggio del Periodo e anche delle persone e che avrebbero
Segnato questo passaggio ad una posizione più assertiva dell'Italia sia accettabile è giusto dire quello che dice
Ferraris che non c'è dubbio che ci sono stati i terreni e lui li ha indicati si può aggiungere il Medio Oriente il Mediterraneo eccetera sui quali l'Italia
Dei suoi contributi originali all'interno delle alleanze li ha dati e delle sue iniziative autonome le ha avute via
Anche se ripeto in modo particolare il rapporto con gli Stati Uniti e in modo particolare
Sulle questioni della difesa sulle questioni della difesa
è stato senza dubbio contrassegnato da garante da grande perenne
Disponibilità
Ad accettare a sottoscrivere orientamenti che venivano da oltre Atlantico però ecco col passare degli anni già già diciamo
Dalla fine degli anni Cinquanta non c'è dubbio che quella situazione venutasi a determinare con le due opposte scelte di campo della democrazia cristiana e del Partito comunista del centro e della sinistra
Ha finito per diventare anche uno stimolo e una risorsa
Per un percorso per un percorso più originale del nostro Paese nell'aria delle relazioni internazionali e il contrasto si è trasformata in una dialettica spesso di alto livello
E ha dato luogo a delle convergenze perché la Ostpolitik ha visto insieme protagoniste forze di governo e forze di opposizione ricordiamo perfino una una sorta qualche sorta di mediazione del PC
Nel rapporto per esempio con vibrante con le spese de mediazione per uno sviluppo di iniziativa verso i Paesi dell'est si sono ricordati fatti relativi al Medioriente in cui pure è stato rilevante l'apporto dell'opposizione di sinistra e io vedete proprio nei giorni scorsi ho dovuto scrivere come al solito in fretta una breve prefazione
A un a un lunghissimo volume sulla politica estera di Berlinguer
Sì un volume anche ricco di documentazione soprattutto e ripercorrendo
Tanti passaggi di quella politica io proprio questo mi dicevo ma insomma noi abbiamo vissuto anni in cui in Italia nella politica italiana nei maggiori partiti nel maggior partito di sinistra
Si è dedicata una attenzione ma veramente cospicua
Cospicua all'analisi della realtà mondiale all'evoluzione di rapporti internazionali alla elaborazione di linee di politica estera
E dall'altro lato c'era beh forse ancora più che la democrazia cristiana c'era il mondo cattolico in parte rappresentato dalla democrazia iniziale in parte articolato in modo del tutto autonomo e si è parlato io credo non a torto o Londra
Eccessivamente di due Universalis mi due forse che arrivano che avevano una che arrivano una cultura universalistica non provinciale
Non provinciale e tanto meno nazionalistica poi ci sono stati anche come dire
Dei sottoprodotti
Negativi di quel confronto
Dei sottoprodotti negativi per Chiesa
La data quella dialettica e anche da quelle convergenze su grandi temi hanno potuto nascere anche compromessi deteriori sul piano della politica interna confusioni
Pigrizie rispetto a scelte che dovevano essere fatte in modo particolare dalla sinistra dal pc già in anni più lontani ecco ma noi abbiamo alle spalle tutto questo
E io concludendo voglio dire che adesso sento il rischio di un forte impoverimento impoverimento
Che nelle forze politiche più o meno tutte vecchie e nuove il nuovo nuovissime Pseudo nuovissime
Che nelle forze politiche nell'opinione pubblica nella stampa e così via
Ma ci sia scarsa cultura
Delle relazioni internazionali scarsa tensione verso i problemi dello sviluppo mondiale
Sviluppo mondiale non solo va beh il G7
Se ne discuterà probabilmente Siviero ieri abbiamo firmato una richiesta del dibattito preventivo va bene di una di dibattito successivo sul carico
Sul sul G7 io non non non sottovaluterei nemmeno la sede delle commissioni tra l'altro certe volte c'è più gente quando si fa una riunione di Commissione quando si fa un dibattito nella grande aula poi se c'è poca gente la grande aula allora i giornali se ne accorgono e i riflettori sono tutti puntati
Ma certe volte c'è più gente e più attenzione in una commissione di cinquanta persone che in un'assemblea di seicentotrenta in ogni caso faremo io penso questo dibattito
Chiederemo al nuovo ministro degli esteri di farci un'esposizione programmatica e di discuterla però sono soltanto delle piccole pietre
Per costruire una situazione un clima di nuovo impegno sulle grandi questioni
Del nostro mondo della nostra epoca della politica internazionale e della politica estera italiana
Infine
Affermò entra
Beh io sono diviene re viene ridata la parola volevo
Scusate mi volevo dire una cosa io lo sapevo fin dall'inizio che parlare per primo era disastrata non casualmente avevo chiesto più volte all'amica ambasciatore De Ferraris di cominciare Lurie Luis si è ben guardato dal coniuge per cui adesso nel momento in cui
Riprendo la parola sono
Cosa è coperto da una serie di osservazioni per cui io mi limiterò solo a a fare qualche contro Osservazione Breve anche forse un po'provocatoria proprio perché in fondo a me piace poi lo stima che è venuto fuori dagli interventi soprattutto di Ferraris ma anche l'intervento di Napolitano intere più giovani erano degli interventi che cercavano giustamente secondo me di mettere in evidenza tutta la complessità di un discorso la politica estera io ho cercato di semplificare fin troppo forse anche un po'rozzamente e di mettere diciamo così dei punti di PIL dei dei puntelli di riferimento del campo entro il quale collocare le ipotesi di politica estera
E adesso vorrei però anch'io aggiungere qualche considerazione all'interno di quel campo
Puntellato che avevo rappresentato all'inizio anche perché mi pare che il le obiezioni breve per i ferraristi ma anche gli interventi degli altri sono stati contrassegnati dal fatto di non uscire da quel campo cioè il campo è stato quello poi c'è chi ha parlato di una parte c'è chi si è occupato del Della Della vigna chi si è occupato del campo di frumento ma non si è usciti dal territorio generale in cui sia avevamo con concepito la questione allora io mi limito adesso esclusivamente a dire alcune cose relative alle osservazioni la prima è la seguente
Può darsi che ci sia stata l'impressione che io ho dato cioè quella che di sottolineare il fatto che la politica estera italiana nel dopoguerra in sostanza non c'è stata io non l'ho detto che non c'è stata perché ho detto anzi abbiamo fatto una scelta fin dall'inizio
E abbiamo fatto delle scelte delle grandi scelte dice Ferraris ma poi tutti i giorni e tutti i giorni abbiamo ripetuto le stesse scelte la mancanza di immaginazione di fantasia però è stata corrispondente alle scelte le scelte erano così grosse
Che ci siamo messi il cuore in pace per i successivi quarant'anni e che quindi sostanzialmente non abbiamo mai fatto una deviazione di me di di qualche interesse quindi l'Italia
E qui rispondo subito di Giovanni da questo punto di vista al quesito che mi aveva posto
Molto garbatamente cioè se l'Italia è stato un paese di confine e che la sua condizione di Paesi anomalo rispetto alle altre democrazie occidentali per il fatto che aveva un grosso partito comunista
Che era considerato antisistema e lo è stato per molti anni per almeno venti venticinque anni è stato un partito antisistema perché si poneva in correlazione con un sistema Esterno diciamo così con il movimento comunista internazionale pensiamo che nel mille novecentoquarantanove mentre l'iter il dibattito dell'Italia sulla NATO se si vanno a vedere gli atti di quel dibattito parlamentare al quale credo che tu fossi non
Non c'è da
Eh sì
Beh comunque in quel dibattito parlamentare basta vedere le argomentazioni che sono state sviluppate dai vari rappresentanti delle varie parti politiche per rendersi conto di quanto duro il confronto fosse
E non casualmente in quell'epoca il come dire occhieggia Ava
Da est il baffo del compagno Stalin e quindi non è che ci fosse una situazione molto facile da risolvere considerato che anche l'Anpi l'anno prima nel quarantotto c'era stato il colpo di Praga e il cambio di regime
In Cecoslovacchia bene
Queste quindi la condizione dell'Italia che è stata certamente anomala risponda Biagio De Giovanni
Non è stato un una tu non è stato una sette non è stato un attività è stata una passività secondo me nel senso che tutte queste cose che sono state dette
Le fatiche le tessiture le lunghe le lunghe i i distinguo tipici di una politica estera tutta basata sull'ideologia della politica interna perché la relazione era stretta fra politica interna politica estera
Nonostante le abilità e le capacità indubbie dei nostri diplomatici o anche di alcuni politici sofisticati sia dalla maggioranza che dall'opposizione
I nonostante tutti i giri di valzer che la politica estera italiana ter ha cercato di fare in parte affatto nel corso di quei quarant'anni perché tutte le può la poi perché Gronchi a Mosca
Che io tutto sommato considero una forma di turismo politico più che di un'operazione veramente che abbia lasciato il tra tracciano segni nelle relazioni fra Est e Ovest
E così come anche le politiche mediterranee di Fanfani oggi Andreotti che Segni hanno lasciato nei rapporti con il Medio Oriente
Quisquilie piccoli piccoli vantaggi economici commerciali ma niente di importante dal punto di vista politico
Perché la vera politica che l'Italia ha fatto il secondo me a giusto titolo è stata quella di essere allineata sulle posizioni in atto e sulle posizioni Cheney
E queste allineamento però e lo sottolineo non è stato brillantemente autonomo
Noi eravamo considerati nella NATO la Bulgaria della NATO o esattamente come la Bulgari era il più allineato fra i satelliti dell'Unione Sovietica
è inutile che è inutile che continuiamo a a ai Louder cd aver avuto certo il PIL per gli storici delle relazioni internazionali
Per gli storici delle relazioni internazionali che avranno tutto il tempo di fare gli storici diplomatici potranno trovare la possibilità di scrivere centinaia di volumi su tutte quante le iniziative modeste parziali poi fallite
Che l'Italia ha fatto abbiamo fatto anche per anche nella politica nella Ostpolitik c'è stato un ruolo importante del partito comunista aveva ragione Napolitano
Beh me lo ricordo bene come questa questo ruolo c'è stato però tutto sommato il ruolo dell'Italia
E come come dire abbiamo sparato delle cannonate per uccidere delle zanzare cioè nel senso abbiamo sprecato dei delle montagne di energia e di capacità intellettuale di spesa di tempo politico per ottenere dei risultati minimi
Degiovanni si interrogava e diceva ma c'est forse sono stata la retorica politica bene sì è stata quasi tutta retorica politica secondo la mia interpretazione
Questa è la prima risposta che volevo dare a queste a questi quesiti però la politica estera c'è stata è stata l'alleanza la fedeltà come si diceva la fedeltà atlantica
E lo spirito europeista
Secondo punto
Napolitano ha detto giustamente
C'è un problema
Per la nuova politica estera dell'Italia
Io condivido al cento per cento non possiamo far finta che questi quarant'anni con la costruzione dei sistemi istituzionali o i tentativi di tipo federale
Ho il rafforzamento di alcune organizzazioni da quella mondiale nazioni unite fino alla nato come alleanza difensiva e pacifica tutto sommato e la
Tant'è vero che la prima volta che ha sparato un colpo di fucile è stato sulla Bosnia che pochi mesi fa la la NATO non l'aveva mai sparato un colpo tranne che in esercitazioni quindi sommato è stata un'alleanza pacifica
Bene questo tipo di fedeltà o questo tipo di dispetto della costruzione istituzionale e anche incerti momenti sovranazionale come ha detto giustamente Napolitano
Però è un discorso che va bene in senso generale ma in senso specifico
Queste e alle queste strutture di alleanza così integrate così forti giustamente Napolitano ha detto mai così forti nel passato però queste strutture di alleanza sostanzialmente avevano una loro ragione sociale come le imprese
Producevano sicurezza contro beh di Enza questa era la ragione della NATO e noi eravamo obbedienti e loro ci davano la sicurezza nel mercato della minaccia da est cade la minaccia da est la NATO perde la sua ragione sociale
Deve trovare un'altra ragione sociale
Che può essere anche quella di un accordo di sicurezza collettiva presente per tutta l'Europa compresa alcuni paesi dell'Europa dell'Est
La Germania è è il pilastro dell'Alleanza Atlantica in Europa
Come rivela sì certo sistema abbiamo diamo alla NATO questa ragione sociale non credo che la Germania possa accettare di stare nella NATO per essere controllata
Anche la NATO sta aspirando a prendere perfino la leadership dal punto di vista mille politico-militare nel caso in cui si di negozi una parte del trattato
Sicuramente
E concludo
Mi faccia concludere delle nazioni non si controllano tenendo le all'interno di una briglia o di un framework istituzionale non necessariamente
Io non credo affatto che quel che strutture di alleanza che sono nate contro lo qualcuno essendo alleanze difensive possano trasformarsi e diventare alleanze per tener fermo qualcuno all'interno dell'alleanza questo è molto difficile soprattutto se quel qualcuno è il più forte di tutti gli altri
C'è una simmetria come dire strutturale che è difficile che si riesca a essere superate e in ogni caso io sono convinto che l'Alleanza atlantica possa diventare una corda sicurezza collettiva ma nel momento in cui non si offrono ai Paesi dell'Europa centrorientale
Una eguaglianza di partnership ma solo una sorta di serie vide l'Alleanza per il momento perché la Russia non vuole e poi la Russia stessa propone di entrare nell'alleanza io d'accusa un raccordo con l'amico Ferraris e come vuole come è come costruire qualcosa che ha una funzione di sicurezza contro qualche altra cosa e poi prendere quell'altra cosa è portarla dentro è qualcosa che non funziona nemmeno concettualmente per quel che riguarda l'Europa
L'Europa io sono convinto che l'Europa abbia abbia avuto tutte le carte in regola per diventare quel processo di integrazione anche se ho dei dubbi
Diciamo così proprio di carattere teorico come studioso di teoria delle relazioni internazionali che possano funzionare le europei chi ha attraverso le le le regole del neo funzionali liste oppure istituzionali viste per cui si costruisce giorno per giorno l'Europa un giorno abbiamo l'Europa fatta
Quando la politica ancora non c'è
Ed è per questo che io credo che sia più facile appunto unificare parzialmente le targhe d'automobili ma non unificare la politica estera comune o la politica della difesa comune come si è dimostrato anche che non funzionano adesso nel momento in cui e accaduto qualcosa come la Bosnia e la Jugoslavia e l'Europa ha rivelato la sua totale impotenza
L'Europa adesso deve estendersi giustamente Giovanni diceva adesso ci sarà un aumento del peso dell'Europa del Nord con l'entrata dei Paesi Efta
E l'Europa del Sud punto avrà dei problemi ulteriori ma non solo questi problemi ci saranno ci sarà un'Europa che si estende
Maxi come esiste come dire una contraddizione fra l'estensione e l'approfondimento dell'Europa tra quello che si chiama il Wi Denning il dipendente è molto probabile che più si estende l'Europa meno integrata sarà l'Europa
Più grande sarà il numero degli Stati che ne fanno parte meno integrati e meno sovranazionale sarà la struttura dell'Europa stessa questa è una notizia che non ho scoperto io ma lo dicono anche
A Bruxelles si sa perfettamente che o si va sul di Berlingo si va sul web e quindi è difficile riuscire a fare le due cose contemporaneamente siccome adesso pare che ci sia orientata i sul Wi tenente è molto probabile che l'Europa verrà fuori a geometria variabile
Ah simmetrica con alcuni che saranno più europea e di altri altri meno europea e di altri quindi da questo punto di vista le istituzioni si certamente la politica estera italiana dovrà perseguire una politica anche di tipo istituzionale
Con l'avvertenza di sapere però che non siamo più nel mondo in cui queste istituzioni sono state create ma siamo in un mondo in cui tutto sta saltando la geopolitica dell'Europa oggi è diversa
Non abbiamo questo Parque sta Europa che aveva il i confini inchiodati dal trattato di Yalta per quarantacinque anni oggi nel giro di pochi anni ha visto crescere il numero dei suoi Stati membri di quindici unità o sedici o diciassette non so nemmeno quanto il suo quindici repubbliche al posto in Unione Sovietica
Sette sei del pubblico cinque Repubblica al posto dalla Jugoslavia perfino la Cecoslovacchia se divisa in due e non è detto che il processo sia concluso
A questo punto ci sono perfino dei problemi di guerra in Europa che non c'erano più da cinquant'anni
Ed ecco teniamo a far finta che non è successo niente e faremo una politica estera continuando a far finta che il problema centrale sia l'occhio verso Bruxelles mentre invece i Balcani ci vanno in fiamme dietro l'angolo non so voglio dire io credo che la politica estera posso andar debba andare avanti in una situazione che abbiamo contatto con la realtà in un momento di questo tipo
Ultima considerazione e finisco a proposito della politica verso i Paesi del Terzo Mondo
Come ho detto nella prima parte i paesi del terzo mondo e in particolare i Bardesono hanno un tasso di instabilità
Che era già alto nel passato ma che il sistema bipolare riusciva in qualche misura controllare
E che adesso in assenza del sistema bipolare
Con i sovietici che sono scomparsi e che non possono esercitare influenza nemmeno in Ucraina
E che nello stesso tempo gli americani tutto sommato non se la sentono non hanno meno voglia di farlo e l'amministrazione Clinton da questo punto di vista è abbastanza evidentemente orientata sulla politica interna più che sulla politica estera
Allora questo tasso di instabilità dei paesi sottosviluppate del terzo mondo dell'Africa nera
Sta esplodendo diventa un fenomeno di massa che può provocare delle reazioni a catena per cui episodi come la Etiopia che si è divisa già
La Somalia che non è più uno Stato ma un incrocio di bande rivali
Il Ruanda in cui si massacrano Tribal mente in quel modo che sappiamo il Sudafrica che adesso ha cambiato regime voi pensate che abbia risolto il problema invece è solamente l'inizio di una seconda fase di di di di disastri perché sì sì ammazzeranno perfino fra loro
Fra zulu e ANC oltre che con i bianchi
E poi l'Africa araba
In cui esistono i problemi del fondamentalismo dall'Egitto all'Algeria
Sì ma evitiamoli seduti su un barile di polvere da questo punto di vista che ha smentito in pieno tutte le illusioni ismi di ordine mondiale e di fine della storia di cui si parlava del mio la centonovanta novantuno
E che sono tre originati tutti guardate originati tutti dall'annessione
Io la chiamo annessione non riunificazione della Germania Est da parte della Germania Ovest
L'annessione della Germania Est da parte della Germania Ovest è la dimostrazione scientifica che tutti quanti i leaders politici e delle opposizioni di governo dell'opposizione di tutti i Paesi del mondo hanno imparato
Che era possibile
Far scomparire nel mondo delle Nazioni Unite delle teorie dell'Europa unita della NATO da lei era possibile far scomparire uno Stato esistente senza bisogno di una guerra
Perché invece per il Vietnam farlo scomparire c'è voluto quella guerra che sappiamo ma invece l'inno e quindi tutto poteva succedere
Era finito il dopoguerra e con il dopoguerra erano finite le ideologie del dopoguerra illusione del dopoguerra i piccoli passi
Ne abbiamo vissuto un mondo in cui quel appunto le cose che sono state qui ricordate sembravano delle grandi cose
La visita di Gronchi a a Mosca piuttosto che la strizzata d'occhio per l'Ostpolitik più con con i socialdemocratici tedeschi oppure una illesi una dichiarazione di di Berlinguer lo di Longo in cui criticava velatamente l'intervento sovietico in Cecoslovacchia erano tutte cose che infatti Napolitano
E poi è un politico e quindi a Tolmezzo ed io faccio lo studioso quindi un altro tipo di attività abusata dall'accusa allora non ne abuso concluda rapidamente in ogni caso
Nella elettori
è la bella somma io devo semplificare perché se mi trovo in una situazione di minoranza e quindi io sono costretto a a mantenermi su una posizione di questo tipo un po'semplificatorio
Come
No
Da chi sta dicendo che l'Italia dovrà rendersi conto io sta facendo un'analisi della situazione e dico che la situazione internazionale nel momento in cui è cominciato diciamo così la casa la caduta del muro di Berlino
è stato l'inizio di una fase di di frammentazione a cascata che non è ancora conclusa
E in questo senso anche le vecchie strutture istituzionali di protezione che erano nate in un periodo in cui il mondo era diviso in due rischiano di non essere più in grado di dare una risposta e la politica estera italiana dovrebbe tener conto di queste queste strutture
Beh e a questo punto non rientrano un'altra volta in polemica con il professor Santoro
Non rientrava fra otto in poi
Hanno fatto io pagherò le foto
Lei vuol dare
Sì cesto possiamo sentirlo lo facevamo per completezza di questo primo quattro ci sono le domando senz'altro qualcuno vuole intervenire in questa fase
Certe no
Sento certi certo né uno tra di voi che cosa
Sì
D'accordo se la sentiamo
Www dovuta alla
No dico
Per virgola
Bisogna
Anche
Se
Però dovranno
Ma Federico degli diciamo sicuro aiutino
No
La consigliere
Può come nuove nuove però
Forse sorpreso tesoro
Articolo
Marxista
Decoroso le scuole sono
Quarantuno dell'università rigore può finora prego
Nuove sono la
Il loro ruolo fare
Un attimo
Ci sono oppure ecco
Quando
Possiamo responsabili
No non è molto chiaro io lei ha ragione ma scusi stamane non non mi pare che ci siamo proprio anche nella realtà delle cose
Innanzitutto e li li scambi sono avvenuti avvengano basterebbe citare per quanto riguarda e i Paesi comunitari e anzi allargati i programmi Erasmus è pur sempre una cosa che ha fatto viaggiare non siamo al secondo posto in Europa nell'utilizzarle
E se vi sono difficoltà per esempio per raccogliere l'Italia
Studenti dell'Erasmus non è per mancanza di volontà Annico nei di governo né dell'Europa nei dell'università ma per alcuni problemi tecnici come la mancanza di alloggi per gli studenti stranieri per esempio
No in quanto agli scambi beh vi sono dello Stato una l'Italia ha firmato accordi culturali in tutte le salse in tutti i modi
Attuate Lelli gli scambi che hanno università italiana colore sia straniere
è altissimo quindi lo su questo dell'Armani del della mancanza di scambi universitari quanto percepito
Non mi può non mi non mi sembra che si possa dire per quanto poi riguarda alcuni aspetti dell'attività universitarie in confronto soprattutto avversità americane B e la struttura stessa delle nostre carte da struttura stessa dell'università la mancanza di ricercatore adesso
Possiamo entrare in tante critiche sulla politica universitaria negli ultimi vent'anni
Ma questo mi pare che non sia nella sede del modo o perché ci porterebbe molto lontano
Per quanto riguarda il ruolo dell'intellettuale fatto venne ha fatto bene il il preside a dare a lei la parola perché questo mi permette di rispondere a quella domanda molto giusta che aveva posto il professor De Giovanni e che in un certo senso aveva ripreso l'onorevole Napolitano
Io credo che la questo per questo su non dico conta corro con Santoro sono diventa banale ma un vorrei dire che l'importanza di questo dibattito culturale è un dibattito culturale che è stato fatto anche l'università e e non soltanto fra la questa cultura cattolica questi duri personalismi la cultura cattolica e la cultura di sinistra o comunista è stato un fatto che certamente arricchito indirettamente e direttamente la politica estera italiana
Questo non c'è alcun dubbio che è stata una dei profili della relativa è la della presenza italiana in Europa e nel mondo è stata proprio questa presenza queste di questo contrasto almeno di questa dialettico
Posso dire e questa volta per una volta richiamo alla mia passate professioni io sostenevo sempre in Italia riportante perché c'era anche il Partito Comunista io non relato pure Napolitano sa che io comunista non ero ma perché era proprio questa ricchezza intellettuale dialettica anche con l'opposizione anche con l'opposizione che in alcune fasi era una posizione decisamente tale anche a mio avviso non sono fendono Napolitano sodo Giovanni anche su posizioni a mio avviso errate
Però rimane il fatto che era questo lingue questo dibattito che arricchito certamente la cultura italiana di politica estera che poi queste voci si è tradotto nella stampa che questo non si sia tradotto nella visibilità questo è un discorso di altra natura
Il costo molto vero è molto complesso ma certamente questo e un un altro aspetto ma certamente questo per riprendere proprio una domanda una domanda un'osservazione che ha fatto l'esordio Giovanni ha inciso attivamente
Riprendo proprio su parole ha inciso attivamente sul profilo italiano nel mondo l'esistenza
Di un mondo cattolico Complesso variegato con alcune punte neutraliste dal molto velleitari e un mondo di sinistra
Comunista o anche al di là ma che talvolta magari con dei radicalismi al di là del Partito comunista
Che e e era presente nella nella vita italiana su quasi poteva non essere d'accordo personalmente non lo ero ma non è questo il punto che conta ed essere o non essere d'accordo chi sta qui ma è il fatto che era la realtà
Della Della vitaliano
E quindi vorrei aggiungere un'altra un'ultima un'ultima considerazione
Che quando si parla del profilo di una politica estera di un paese come l'Italia credo che ha ragione mi dispiace che sia andato via l'onorevole Napolitano quando dice l'Italia la scelta che ha fatto era e e che e che era quella di una partecipazione ad un linguaggio comune
Occorre vedere se all'interno di questa partecipazione il che misura si poteva influire sull'orientamento di questa partecipazione
Personalmente sono contrario all'idea che un Paese come l'Italia possa venire delle virgolette iniziative questa è stato sempre un poco talvolta detto dall'opposizione bisogna che prendono l'iniziativa sul Vietnam mettere anche iniziative del Vietnam del piffero
Scusate che iniziativa del Vietnam si poteva prendere si poteva soltanto a partecipare a un dibattito e dibattito poteva anche esser quello delle manifestazioni di dei consigli comunali che si dichiaravano und a favore del Vietnam che poteva sembrare ridicola
Concludendo dopo
E ho concluso
Questo intervento io credo che stiamo dove dobbiamo anche le alcuni versi Tarja rispondo a lei discutere dei problemi ma dei problemi attuali concreti qual è la collocazione in Europa
Dobbiamo fare come la Spagna o meno nell'opporsi alla minorenne al voto al voto europeo dobbiamo due opporci all'allargamento perché questo ci danneggia non ci danneggia
è questo trasferimento fra nord e sud della comunità importante e le istituzioni importanti le istituzionali più importante quale tipo di integrazione sono questi problemi concreti che noi dobbiamo esaminare la luce di quelli torna ripete che sono i nostri interessi
Scontiamo qualche altro intervento Imarisio Sergio Fabbrini che aveva manifestato Serife possiamo diamo spazio a qualche intervento dal da un pubblico
Vuole alzare la voce qui prego
Il nove novembre
Basta
Valutare sei tra i promotori tra gli organizzatori di questa cosa ricordiamolo recava pacato relazioni internazionali si è attivato particolarmente prego roba
Durante vorrei far domande
Fa abbiamo
Federico
Diciamo un senso nella come sappiamo
Alla politica estera con il ricavato che invece nella politica estera ci vuole buon senso assai sono partecipando
Alcuni
Ci pare sionista devono svolgere e consente vogliamo
Passato e senso elevato Westeros ma padre urgente invece questo applicazione suonarla pagina pazza undici il domenica
Che sarebbe sono va bene c'è anche un'altra regola accettata Giancarlo assoluti inaccettabili scelte strategiche dell'Italia con la data quella è sparito oggi la seconda
Il consenso
Quindi adesso io illustra dentro
A
Pari riservare ringrazio eventuali Simone
Io esterni studenti
Resta geometra diciamo che l'accesso ad internet che ci sono Michele riflessioni scintille ieri e avvenimento quel tragico teniamo presente Vargas questo amministrative giocare lei ha abilissima nell'ottica il dando surrettizia seconda eticamente appartiene al esaminato sta giusto non c'era Santoro centrale oggi invece guardia stanno bene in lingua con una essendo proveniente una abolizione punitivo strategy recita intende chiaramente danno allora iberica dalla esprimiamo governare grazie a tutti sto potrebbe essere le targhe alterne o no
Allora sorpasso di una generalista Ovest frenano ed è evidente io vengono mentre ha già sino a produrre se che cosa
Affidati risonanza da da un lato
L'autorità serietà quotidiana già un aggettivo buono ma dentro servono fino bene unitario avviso gran parte degli atti
Noi dobbiamo Lina ma esibisce antiche va bene integrazione delibera
No no ce ne dovevano essere questioni ritenute è il punto positivamente da integrazione e infatti ma mobile
Padre il presidente esistevano e
Sulle segretario nazionale dal ridere della sinistra governo sopra questa ronde generalista no evoluto del Giustino
E
Questa chiari possibile oggi giocare
Superiori donne quando verso europeo inesistente lo enorme alcuni dal punto di vista
Ecco
Allora rispondiamo a questa domanda penso che possa rispondere forzava primo Santoro e poi
Molto brevemente io intanto volevo sottolineare che non ho
Anche se
Accetto la classificazione nella quale Dell'Utri inserire nel senso che sanno fierissimo di essere un realista politico e di avere anche questi illustri
Ante predecessori che hai citato
Ma non però la conclusione di tu hai tirato dal mio realismo politico non era appunto molto realistica nel senso che non ho mai detto che bisogna fare una politica autonoma indipendente e basta ho detto il contrario ha detto che bisogna tener conto e credo che questo sia il centro del problema
Per una politica futura
Di è necessario che riconduce tua Lizzie amo cioè costruì amori il il il il lite l'intelaiatura logica sulla quale muovere la politica estera italiana che fino adesso non c'è stata
La nostra adesione alle linee tradizionali nato c'è o anche all'idealismo politico che tu accendi perché palato mi a me sorprendente al Senato viaggio Napolitano ma le le il fatto che tu abbia detto che Luís è un idealista
E insomma la tradizione
Gloriosa del movimento comunista e socialista internazionale si basava quello comunista in particolare il surrealismo politico di una forza tale che Stalin ha fatto l'accordo con i tre nel trentanove e più realismo politico di così per cui per cui no ma ciò anche un dubbio un piccolo sospetto Carrie che l'idealismo politico delle delle opposizioni di sinistra e la come dire la Colli la collusione fra il il la cultura cattolica il pensiero cattolico e la cultura marxista o post marxista eccetera eccetera
Siano per certi aspetti il risultato del fatto che realisticamente non avendo nessuna chance di andare al potere politico in Italia e di poter cambiare le carte sul tavolo internazionale
Si preferiva valorizzare l'aspetto idealistico propagandistico rispetto alla all'aspetto realistico dei rapporti reali di di di potere politico era una forma di realismo critico in un certo senso dietro la quale si nascondeva invece la consapevolezza che certe vittorie non erano all'orizzonte
E siccome anche questa volta le vittorie non sono stato l'orizzonte si continua a veleggiare su quel tipo di di di di orientamento di Filosofia delle relazioni internazionali va invece credo che da questo punto di vista l'integrazione le come si fa tu stesso hai detto l'integrazione
C'è chi sostiene integrazione anche se l'integrazione può e non funziona e allora per esempio quando parlavo di tutti Trezzo del mondo a proposito dei del dell'ONU delle Nazioni Unite le operazione di peacekeeping
Ma stiamo scherzando si moltiplicheranno le occasioni di crisi cosa facciamo
Non abbiamo nessuna idea come rispondiamo andiamo tutte le volte andiamo una volta sì una volta no quando ci andiamo perché ci andiamo c'è una linea politica dietro oppure lo facciamo solo perché ci chiama Boutros Ghali
Perché non ci sono altre bisogna che andiamo a fondo di queste cose questo è un modo di fare il di ragionare sulla politica estera per il futuro e non quello di o di rimanere attaccati ancorati alle illusioni di un periodo storico e concludo quando il l'aumento del Doge zero virgola tre per cento alle elezioni politiche era considerato una grande vittoria
Oggi che invece si presento un partito politico che non esiste fatto da un signore che non ha mai fatto politica e che nel giro di due mesi prende il ventuno per cento dei voti c'è qualcosa che non è più come prima allora cerchiamo di vedere che i piccoli passi
Rispondo anche a te i piccoli vasi in realtà sono una concezione superata della politica estera oggi perché oggi viviamo dopo una cesura storica di queste proporzioni in una fase in cui bisogna ricominciare a ragionare sulle cose
Come se non fossero avvenute anche se sono avvenute
Grazie allora il professore dell'ovale meno male che l'abito fa brillo ma dato dell'idealista se non l'avrei scelto dal Ray sfidato a duello perché BT di Alistair Benedetta ancora nessuno
Perché sono reali e non farlo non farlo Tadeo oltre a sfidare a duello perché sono altrettanto realista ed è i pessimisti in un certo senso come è stato Santoro quindi su questo punto di vista il mio realismo
Si distingue erano istituzione sulla politica italiana non parlavamo del sistema mondiale
E il fatto è questo piccoli passi non meno il mio realismo è che la situazione instabile del disonesto sappiamo tutti lo sappiamo e l'altro o l'ha ripetuto molto bene Santoro e sono perfettamente d'accordo con lui occorre da parte nostra italiana indotto realismo deve essere di scegliere le cose da fare
Senza
Pretendere di modificare il mondo de le grandi scelte ma da politica torno a ripetere di tutti i giorni e questi il lupo il punto che volevo così cercare di sostenere c'è ora Polito di concretezza Kerala realismo se si pre preferisce di grande concretezza
Anche di della politica europea per questo io lo dico senza io sono apartitico apolitico a me non dispiace alcune dichiarazioni per esempio state fatte l'attuale ministro degli Esteri
E da Martino del dire bisogna vivere sei le masse te va bene
L'idea di vedere se effettivamente alcune cose sul da farsi così ho corso in altra maniera bisogna vedere quaestio credo il realismo al quale noi dobbiamo attenerci e ha ragione Santoro quando dice è cambiato molto è cambiato tutto
è cambiato moltissimo
Ma è altrettanto vero è altrettanto vero che o ecco non nelle dichiarazioni del PM sono dichiarazioni che non stanno in piedi queste sono antiquate non non voglio dire sono stupido non stupida un voglio esprimere qualitativamente
Sono soltanto soltanto dire arretrate
Ecco sono antiquate se reazionario vuol dire guardare al passato sono dichiarazione reazionarie
In questo senso
Cioè noi dobbiamo guardare a situazione diversa
La era è vero non c'è più con l'arrivo di conflitti o mentre eccetera eccetera dobbiamo quindi a ricollocare anche la posizione italiana non nel modificare le scelte del volevate alterare l'alleanza Atlantico farle proposto iniziative
Stravaganti ma soltanto ripeto se noi di un interesse che deve nascerà anche da lei
All'università aree di una concretezza
Realistica di tutti i giorni grazie
Allora
Se non se non ci avessero abbiamo trovato anche una sorta di mediazione se non ci sono altre domande visto anche no io penso che possiamo chiudere questa giornata con questo ciclo ringraziando tutti alla partecipazione soprattutto di i colleghi Santoro ferrarese che sono stati molto attivi molto partecipe del nostro grazie
Allora
L'aveva
Franco
Si può così