Liliana Segre al Consiglio Regionale della Lombardia

Bene cari colleghi gentili ospiti
Credo che oggi per noi sia
Un giorno
Certamente mozione ante per quest'Aula per questa Assemblea
Perché c'è un'ora della sua presenza la senatrice Liliana Segre
Abbiamo visto pochi minuti fa insieme a lei insieme al presidente Fontana
La mostra che avete tutti visitato nato dalla collaborazione
Tra l'Associazione vittime dalla Shoah e Museo della Brigata Ebraica
E credo che abbia prezzato
Perché la guardata con grande interesse
E con grande partecipazione
Dire che siamo onorati non è certamente una formula di rito o di stile
Perché la senatrice Segre
Con la sua semplice presenza
Oggi compie un atto importante per tutti noi
Per le nostre comunità
Proviamo a rappresentare e per la comunità lombarda
Le testimonianza in carne ed ossa di quegli avvenimenti tragici funesti credo che non vi siano aggettivi che possono avvicinarsi a descrivere quei momenti
Che hanno segnato la nostra storia tra un prima e un dopo
Ma allo stesso tempo testimone della forza straordinaria della vita
Quella di una bambina strappata senza pietà alla sua casa stesso affetti
Dalla sua terra
Deportata
A vivere agli orrori di Auschwitz
Fortunatamente ritornata
Diventata una mamma
Una nonna
Di cui credo tutti noi oggi dobbiamo sentirci
Orgogliosamente figli e nipoti capaci di ascoltare il suo racconto che certamente rinnova mentre lei sentimenti che credo noi non potremo mai neanche lontanamente immaginare
Sapete che a pochi metri d'acqua c'è il binario ventuno
Oggi Memoriale della Shoah che certamente non dove essere un luogo museale
Ma deve essere un luogo di grande riflessione
L'uomo che nel sottosuolo che abbiamo credo il dovere di riportare in superficie e di illuminare
Il più frequentemente
E il più ampiamente possibile
Perché da lì nascosti partivano i i treni su cui devi ne venivano stipati di ebrei in primis quelli della comunità milanese una volta strappati dalle professioni dalle scuole dalle pubbliche amministrazioni verso l'ignoto
Non si seppe mai il numero esatto e probabilmente questo numero non si saprà mai perché il tutto fu tenuto il più possibile nascosto in un clima generale certamente esacerbato dal terrore dalla crudeltà della guerra ma in cui
L'indifferenza l'ignavia dei quieto vivere non erano certamente semplici comparse
Ma
Protagonisti di una delle rappresentazioni
Peggiori del genere umano
Senatrice siamo convinti che con la sua voce pacata ma estremamente limpida ci riempirà di emozioni sia prima ancora di più gli occhi ci indurrà ancora più a guardare verso con la direzione che spesso è lontana ma certamente dolorosa
Le diciamo però che siamo e saremo al suo fianco
Quali donne e uomini delle istituzioni
Che rappresentano comunità in cui si riconosce e si costruisce il rispetto dalla memoria
Vogliamo quindi assumerci il nostro vere che non è certamente non è solamente quello di ricordare ma credo che sia soprattutto quello di garantire quel pezzo di cammino verso l'eternità
Del monito che il monito di questa sua testimonianza dovrà necessariamente avere
Questa memoria ci ci coinvolge da vicino quali i cittadini italiani e cittadini europei
Consapevole che con l'avvicendarsi delle generazioni
Dovrà essere ancora più sulle nostre spalle questo compito di mantenere acceso ricordo
Perché non abbiamo avuto per così dire il privilegio di potere sentire
Questi racconti dalla voce viva di chi ha vissuto quelli avvenimenti in prima persona
Ma per i figli per alcuni figli di chi è presente qui in aula ma certamente per i figli
Dei nostri figli così non sarà
Abbiamo quindi come dire forte il senso di responsabilità
Di parlare alle nuove generazioni per ribadire sempre come grazie agli anticorpi della democrazia abbiamo potuto nascere vivere e crescere in una società che da oltre settant'anni non conosce la guerra un'eccezione non certamente la normalità
Di una storia europea caratterizzata da divisioni da odi da conflitti
In altre parti del mondo stragi ed orrori continuano
Assegnare la vita delle persone
E questo deve ricordarci ogni giorno di quanto siamo innanzitutto fortunati
E di quanto la pace non sia cosa scontata
Ragazzi credo che dobbiamo trasmettere questa consapevolezza e questa memoria affinché diventino o continua ad essere sentinelle di una società plurale
Libera e soprattutto democratica
Io credo che siano tanti segnali che oggi arrivano li incoraggiano evidenziano una rinnovata voglia di partecipazione all'impegno sociale e civile fra i giovani
Ai quali dobbiamo quindi affidare con fiducia questo testimone
Nella speranza che possono fare anche meglio di noi
Ricordando sempre come i nemici da combattere sono la noncuranza di si intende in tre S l'indifferenza che si alimentano attraverso l'ignoranza della storia e l'ignoranza della verità
Io credo che la memoria ma la praticata sempre
Doni l'unico per quanto straordinariamente importante straordinari mento simbolico giorno dell'anno
Quindi signora Segre grazie ancora della sua presenza ma grazie soprattutto per non aver mai perso la voglia di vivere
Io credo innanzitutto prima di fare qualunque altra considerazione di augurale benvenuto
Benvenuta in quest'aula che è il luogo del confronto il luogo della democrazia il luogo più bello
Della istituzione democratica che ciascuno dei consiglieri rappresenta benvenuta grazie grazie credo che sia doveroso rivolgerle questo ringraziamento per la sua presenza e per la sua testimonianza che sarà sicuramente qualcosa che arricchì era ciascuno Dinoi io credo che il dramma della Shoah sia un vulnus
Scolpito per sempre nella storia europea e in quella italiana
Siamo chiamati a ricordarlo e credo che questo sia l'aspetto più importante il più determinante noi dobbiamo ricordare e dobbiamo sentire siano i responsabili e questo avviene ogni anno grazie alla giornata della memoria
E al programma delle iniziative realizzate eliminare per evitare che si possa verificare uno dei due mali che ritengo terribili l'oblio ed indifferenza
Sono due aspetti che rischiano di essere gravissimi lo rischiano di diventarlo senza che neanche se ne rendiamo conto il ventisette gennaio del quarantacinque la liberazione dei superstiti del campo di concentramento di Auschwitz poneva simbolicamente fine a un ferrato
E programmatico crimine contro l'umanità
Il significato della real vocazione dei tragici eventi risiede nell'esigenza di non disperdere la memoria
Soltanto la memoria infatti ci protegge consentendoci di superare l'indifferenza quella stessa indifferenza bisogna sottolinearlo indicata come male da sconfiggere ai visitatori del binario ventuno che qui nella stazione centrale
Da cui partirono purtroppo migliaia e migliaia di deportati
Ma la mancanza di interesse verso quanto stava accadendo sotto gli occhi di tutti contribuì
A consentire che venisse scritta questa tragica pagina anche a Milano contro l'oblio e l'indifferenza Regione Lombardia c'è
Nella vicinanza quotidiana alla comunità ebraica come nell'appoggio concreto a tante iniziative e istituzioni che lavorano per tenere vivo il ricordo dalla deportazione e dello sterminio
Fra i fondatori della Fondazione Monte memoriale dello Shoah la Regione ha fortemente creduto fin dall'inizio nel progetto di realizzazione del memoriale
Luogo più omaggio di commemorazione ma anche di confronto e di dibattito civile
Ma non basta ogni equivoco va chiarito ogni eroina celebrato ogni giusto va riconosciuto
E per questo voglio ricordare tra le più recenti manifestazioni di vicinanza l'approvazione da parte del Consiglio regionale lo scorso cinque novembre di una mozione
Sostegno
Proprio per la senatrice nelle Segre contro gli attacchi vili rivolti alla sua persona il ventuno gennaio il Consiglio ha approvato un'altra mozione che impegna la giunta a farsi portavoce presso il governo nazionale le istituzioni europee dell'istanza di stesura di un codice dal quale emerga una chiara definizione di antisemiti
Da questa o la dunque luogo di BA di dibattito e di libertà di pensiero siede sede di confronto democratico Assemblea
Rappresentativa istituzione simbolo del principio fondamento delle costituzioni nazionali nate dalle macerie della guerra e del totalitarismo giunge un messaggio carico di significato
I valori fondanti della nostra democrazia costituiscono gli anticorpi indispensabili respingere il rischio di nuove atrocità
Che sia dunque il nostro operato un monito per i le giovani generazioni a preservare la memoria dei periodi bui a identificare le cause del male per diventare buoni maestri per le generazioni che verranno ai nostri giovani affidiamo quei valori civili e morali senza i quali il mondo può incorrere in nuovi pericoli
Può nuovamente essere indifferente ai rinnovati i rischi chiediamo i nostri ragazzi
Di diventare vere pietre d'inciampo di essere per i loro coetanei memoria viva di un passato che non deve ritornare mi permetto di sottolineare come la senatrice
Durante la visita
Della della mostra abbia richiesto con entusiasmo di sapere se alla Mostra avevano partecipato erano intervenute tante scolaresche e la risposta positiva credo che sia la la cosa più bella che le si possa dire
Chiediamo ai nostri giovani di essere eredi dei molti giusti che anche a Milano e in Lombardia misero in gioco le loro carriere le relazioni a volte addirittura la loro vita rifiutando l'indifferenza
E facendo prevalere quella spinta morale che poi la sola
Vera prova della nostra umanità
Grazie senatrice per la sua
Siamo talmente tante cose da dire in quest'aula anche
Non so da che parte cominciare prima di tutto grazie quindi questo invito così affettuoso anche lui è stato fatto dal presidente Fontana
E poi un'altra cosa che non c'entra con quello che dirò poi
Ma che avendo sentito nominare il binario ventuno al Memoriale della Shoah più di una volta
Mi farebbe molto molto piacere sei presidente volesse una volta organizzare che tutti i consiglieri venissero a visitare quel luogo che sicuramente non tutti conoscono
Io purtroppo essendoci passata
Volentieri farei da guida se avessi questa possibilità così come sono venuti per esempio tutti i carabinieri che è stato un incontro bellissimo
Che fa a al di là del del fatto che vengano le scuole
Perché sono molti genitori molti professori che non conoscono quel luogo che è molto importante vorrei
Raccontarvi dalla dal fondo della storia del binario ventuno
Binario ventuno scoperta o
Dalla Comunità di Sant'Egidio una ventina d'anni fa
Era un luogo in cui
C'erano dei disgraziati che trovavano rifugio andavano a dormire di notte per il ferito
Il Mila no e Comunità di Sant'Egidio scoprì quel luogo e cominciamo andarci quando
Era un antro buio abbandonato ma c'erano due persone importanti che venivano con questo gruppetto di sette otto dieci persone
Erano il cardinale Martini
E il rabbino capo di Milano rav Laras che erano due persone
Che al di là della loro fede
Che gli unità come tali
Avevano quella apertura mentale per cui mentre il cardinale Martini aveva fatto addirittura all'Università Statale la Cattedra dei non credenti che suscita un interesse enorme a Milano in quei tempi c'erano file fuori dall'università per andare a sentire i non credenti e rav Laras non si tirava mai indietro
Nelle occasioni di proporre sempre di più l'amicizia ebraico cristiana quindi erano due persone assolutamente eccezionali con una candelina in mano facendo
Diciamo una preghiera laica che andava bene del tutto tempo in quel luogo
Prese una forma diversa
E attualmente ci sono questi vagoni che sono paragoni dell'epoca certo non sono i vagoni in cui siamo stati deportati
E in un certo senso la la fine del viaggio mentre invece e l'inizio del viaggio
E di questo inizio del viaggio che io vorrei parlare
Parlando di mio nonno
Mio nonno Giuseppe sei gare era un milanese zone come usava una volta
Modeste origini
Si era fatto da solo
Aveva lavorato in una filanda a Monza e poi aveva aperto con con degli amici soci una piccolissima ditta
Che ancora come nome esistenti sempre una cosa piccola una cosa modesta ma molto molto stimata e ritenuta sicura nell'ambiente
No no parlava milanese
In casa gli piaceva molto il minestrone era un ebreo Atteo
E quindi non aveva trasmesso in famiglia
Altro che la sua estere milanese suo essere italiano
Un grande lavoratore
Aveva fatto una piccola fortuna
E aveva due figli uno era mio padre che si laureò alla Bocconi dopo la prima guerra mondiale
E l'altro mio zio che porto avanti la ditta tutti milanesi tutti nati a Milano tutti
Italiani di religione ebraica
Era una famiglia
Molto semplice dirigente che si voleva bene e lo zio era molto fascista
Mio zio Amedeo era uno della prima ora era era uno che aveva creduto nel fascismo
Eppure amando moltissimo a mio padre che invece era temperamento assolutamente antifascista litigavano però bonariamente perché
Al di là delle idee diverse c'era un grande amore fraterno una grande unione familiare
Lo zio si sposo in camicia nera nel mille novecentotrentasette
E già nel trentotto io mi ricordo questo fatto stranissimo di vedere per ritagliare le fotografie come usava allora quelle grandi fotografie in bianco e nero del matrimonio in cui lo zio
Che aveva combattuto nella Prima guerra mondiale e nella mostra rivedevo divise fatti
Lo zio si vedeva
Si vedeva ritirare la sua tessera di ufficiale in congedo dopo aver combattuto nelle prime linee nelle trincee a Caporetto esso è stato anche De Corato
E quindi la sua fede fascista crollò così come con grande entusiasmo lui nel ventuno ventidue aveva aderito nel mille novecentotrentotto fu una mazzata
Che molti italiani di religione ebraica ricevettero
Così come abbiamo visto anche nella mostra che abbiamo visto prima si ritaglia ovvia dalle fotografie del matrimonio e la zia rimase sola
Perché lo zio in camicia nera si era sposato e si vergognava di questo
Da ricominciò nella nostra famiglia una discesa
C'è una discesa che fu prima di diventare invisibili di diventare di di di di essere scartati io dalla scuola
Problemi nella ditta problemi con quelle che si credevano amicizie che poi risultarono poche di eletti come sempre sono gli amici pochi eletti ma tutti quelli che si credevano amici
Invece diventarono indifferenti perché è molto facile essere amici quando tutto va bene quando uno e popolare ma quando uno è un povero malato solitario ecco che gli amici si squaglia hanno e questo lo sentivamo a vari livelli lo sentivo io
Che le mie compagne di scuola salvo due o tre che con la quale sono rimaste in amicizia tutta la vita
Si dimenticarono del posto vuoto dalla terza elementare in poi tela Liliana Segre e così gli amici di mio padre di mio zio io non ne parliamo di quelli dei nonni
E cosa faceva questo nonno così meraviglioso nel quale io ero legatissima il nonno si ammalò
E fu uno caso strano si ammalò quasi contemporaneamente alla campagna razziale con un morbo di Parkinson mica lo assalì violentemente comincia a premere
Il suo corpo pian pianino pian piano
E quando le cose si fecero più più difficili quando si fecero pesanti non solo per la nostra famiglia ma per tutti gli italiani con l'entrata in guerra i bombardamenti su Milano
Io mi ricordo i primi bombardamenti dell'ottobre del del quarantadue quando andavamo tutti nel rifugio
E per i miei nonni c'era una situazione che già gli altri nella stessa accade la stessa casa agli altri
Inquilini guardavano con una certa aria di sospetto come se fosse colpa nostra se c'erano i bombardamenti questo io lo sentivo perché lo sentivo che lo dicevano i miei
Quando veniva la polizia incalza dagli altri non andava
Un certo punto sfollato Mimmo a Inverigo
Dove avevamo affittato una casetta e lì
Il nonno comincio a stare molto male dalla sua malattia per cui era diventato un invalido completo e io facevo la stupida con Luigi leggevo il giornale facevo una una bambina una ragazzina molto allegra che voleva far ridere il nonno e il legame fra noi di vento fortissimo perché io
I tagliagole Junger lo Pettinato
E cercavo di farlo ridere era quasi impossibile
Quando in momenti diventarono terribili per voi E venne un amico di quelli con la maiuscola di quelli che rischiavano la vita alla fucilazione a nascondere un ebreo anche un neonato
E venne a prendermi Lia Inverigo questo amico di mio papà e mi portò a casa sua in Val d'Ossola
E io lasciai mio nonno e mia nonna lasciai la mia casa ed era un momento terribile in cui Cappi improvvisamente che c'era qualche cosa di più grande di me e Fui nascosta in due case diverse
Senza mai più
Incontrare lo sguardo affettuoso
E caldo dei miei nonni
Perché dalla seconda calda dove dove fui ospite miracolosamente
Tentammo io mio papà e due vecchi cugini la fuga in Svizzera una fuga grottesca dei borghesi piccoli piccoli come eravamo noi sulle montagne
Della Svizzera del al confine tra l'Italia e la Svizzera d'inverno e una volta arrivati in Svizzera fumo rimandati indietro
E arrestati sul confine
Quando io racconto ai ragazzi che spesso sono ragazzi delle medie che io ho tredici anni sono andata in prigione
Per la colpa del SerT nata non perché avessi fatto qualcosa di male
Cerco sempre di provocare il loro un'attenzione al fatto che oggi gli adolescenti sono tenuti come una cosa rarissima per cui bisognava essere pronti con lo psicologo e con tutte le attenzioni
Verso gli adolescenti di quanto siano forti gli adolescenti io da nonna
Ed essendo stata un'adolescente che andate in prigione cenno ad un recente che aveva intorno a sé o che buoni idea grazie
E cerco di trasmettere a loro quella forza che ci vuole per affrontare la vita anche se non si va in prigione
Da lì comincia la storia che tutti sanno per cui dopo due essere stata in prigione a Como e a Varese
Furet
A San Vittore
Io ero nata all'ospedale San Giuseppe in via San Vittore per cui ho sempre abitato da quelle parti ed ero passata mille volte davanti al carcere
Avrei mai pensato di essere io
Io dentro il carcere di San Vittore esperienza
Molto varia sulla quale ci sarebbe da parlare un giorno intero ed è sicuro che non sarà così
E e poi l'uscita dal carcere quaranta giorni dopo diretti dovunque alla stazione Centrale
Io non sapevo che esistesse
Un sotterraneo alla stazione centrale enorme pari alla stazione supera
E da lì quando partimmo su quel treno del binario ventuno così detto
Partimmo per ignota destinazione ed era
Già lontana la mia casa già lontano tutto ma avevamo la speranza che i nonni
Per un permesso che avevano ricevuto dalla questore di Como vista l'età e la malattia fossero in salvo
Passarono Mesic dalla da quel momento della partenza del treno che lasciamo Milano per raggiungere lo sterminio dopo aver attraversato
Austria e Germania Alta Slesia Foresta Nera arrivare dove luogo mai sentito nominare da nessuno prima Auschwitz è diventata poi da Mita
Della tragedia
E lì cominciano come dice Primo levi in modo assolutamente perfetto per questa ragazzina
Stupida è sciocca qualsiasi com'ero io
Quello stupore per il male altrui che io ho sempre sempre racconto ai ragazzini perché nessuno si può adattare alla meraviglia delle cose belle
Felicemente ma non si può adattare all'orrore al male altrui indescrivibile indicibile come ha scritto giustamente Primo levi
Indicibile che dall'etimologia della parola stesse vuol dire che non si può dire
E passarono misi
Mesi in cui la vita dell'hacker
Era quella che tutti sanno tutti abbiamo letto anche quello che non si sapeva nei dettagli e nei particolari che è talmente orribile
Che io mi rendo conto come già subito e poi la distanza di tempo non ne parliamo quelli che nega nei negazionisti anche di oggi
Abbiano per quell'avranno sempre di più man mano che tutte le voci come la mia si stanno spegnendo
Mi hanno un grande successo perché è molto più facile credere che tutto questo non sia avvenuto che ammettere che l'uomo può arrivare a delle cose
Indicibili
E se le cose avvenute sono indicibile in
Beh se sono indicibile è più facile negato né che se fossero di civili
E questo stupore per il mandante Luís e la assoluta incapacità di rendersi conto che questo stava succedendo a me
Beh devo dire la verità mia mamma mi ha seguito con mia mia mi ha perseguitato ecco diciamo questa parola che era già nel per l'oggetto
E mi perseguita non non è che ti lascia non ti lascia mai più quella quella visione
E dopo aver fatto l'operaia schiava per quasi un anno in una fabbrica di munizioni
Quando il ventisette di gennaio data che è diventata storica
In realtà sulla quale ci sarebbe molto da dire perché i ragazzini delle scuole pensano che il ventisette di gennaio del quarantacinque aperte
Aperti i cancelli di Auschwitz fine assolutamente la guerra è finita mesi dopo e quindi c'è stata l'apertura e non la liberazione perché i nazisti erano già partiti da tempo
Di questo luogo orrendo dove c'erano buchi di morti che non aveva fatto in tempo a bruciare e centinaia di feriti di malati che non
Di malati che non avevano potuto ben dire alla marcia della morte
Così come io invece che cinquanta mila circa altri prigionieri avevamo dovuto fare per cui la guerra non è finita il ventisette di gennaio siamo tutti contenti e festeggiamo la guerra continuata
E la marcia della morte che toccò a tutti quelli che come me si trovarono su quelle strade
La gamba davanti all'altra
Nella neve con i morti che cadevano i veri con i malati i deboli che cadevano e diventavano morti in pochi secondi perché venivano uccisi dalle guardie della scorta
Ed era una visione orribile camminare con la neve rossa del sangue
E tutti questi morti e senza Tomba che sono rimasti lì
Ma noi non le guardavamo
Noi cercavamo di vivere perché la spinta la vita e così grande dentro ognuno di noi e così forte così e così primordiale e per cui signora Coman fatto a resistere mi chiedono tante volte i ragazzi ma perché siamo fortissimi perché vogliamo vivere in tutto il tutto il mondo è così cerchiamo la vita
Poi in una delle tappe terribili di questo marcia della morte che durò mesi
E che bisogna vedere la carta geografica quanto ci vuole da Auschwitz che è lì per arrivare nel nord della Germania dove mi son trovata io
In una delle tappe Ravensbrück altro orribile del luogo
Incontrai dell'italiani ce n'erano pochissimi gli italiani rispetta i francesi belghe olandesi polacchi ungheresi bionici cioè
Parlavo l'altro giorno al Parlamento europeo di come come fosse un Europa in guerra
In cui prigionieri erano tanti quanti oggi ne vediamo lì
Nello sventolio delle bandiere che mi ha molto colpito
A Ravensbrück incontrai delle italiane
Che sentendo un altra prigioniera che mi chiamava
Mi chiese e ottenne il Diana ti chiami di dove sei di Milano
Come ti chiami di cognome io dissi come mi chiamavo e questi anni disse che aveva incontrato in meno anni
Era stata deportata col treno il vagone con i miei nonni
Il che ha voluto dire
Che il nonno in quelle condizioni
In cui non poteva fare nulla da solo cominciare a mangiare non ne parliamo di lavarsi non ne parliamo di andare in bagno e non ne parliamo di qualunque funzione fisica ma col suo cervello
Purtroppo perfetto fino in ultimo e con la nonna che aveva perso la testa davanti a una cosa del genere erano arrivati Risi ad Auschwitz
E queste di tutte le cose
Sofferte dalla dalla mia famiglia
Che si è
Che è stata sterminata
L'idea che il no non sia stato deportato in quella situazione
Fu qualche cosa di niente
Che non affronto mai che non ma oggi non voluto parlare perché la sua milanesità
Il suo orgoglio di estere di Milano di parlare di tutto quello che riguardava dai ghisa lui era nato in via Argelati e mi portava a vedere questa via
Che adesso è diventata anche di moda ma che allora era una via di gente molto modesta
E il panettone tutte le cose che sono assolutamente milanesi lui mi ha portato a vedere la Madonnina del del Duomo con l'ascensore allora che sembrava una grande novità
Anche l'urite pur tanto per la colpa di esternato vecchio malato
Per il morbo di Parkinson
Non c'era non c'era mai fine a quello che potevo sopportare
Sono rimasta viva
Sono tornata dove a Milano
Avevo molti dubbi sul fatto di tornare a Mila no perché io sono stata
Quattro mesi dopo la Liberazione in Germania aspettando che gli americani organizzassero quelle tradotte in cui i terreni era i vagoni erano come quelli del binario ventuno solo che non erano sprangate i dall'esterno e dentro non c'era solo paglia è un vaso un secchio per i bisogni dei deportati verso ignota destinazione il ritorno era diverso sia era era estate si tornava col portelloni
Aperti del vagone dentro soldati italiani gente che era viva per miracolo cantava e ogni tanto il treno si fermava la gente ci voleva dare qualunque cosa
Anzi del ritorno era molto diverso dalla data quando fu tutto indifferente quando fu tutto contro questi che andavano al macello
Il ritorno avrà festoso ritorno era allegro e io mi domandavo ma cosa troverò perché non eravamo inquilini in corso Magenta non era a casa nostra la casa per cui io non sapevo che avere il ritrovato già avevo saputo dei nonni già immaginarlo di mio padre che cosa troverò
Forse forse non torno a Milano forse vado in Francia dove avevo trovato delle amiche che mi dicevano ma vieni con noi in Francia non è più nessuno facciamo
Facciamo che cosa c'avevo quattordici anni
Ho deciso assolutamente ritornare a Mila no
E quando sono arrivata
Alla stazione Nord non non alla stazione con un camion americano
Quella piazza l'avevo attraversata mille volte perché andavo al parco a giocare
Era un'altra Milano la Stazione Nord era stata bombardata
Ma la piazza era piena di gente c'era un mercato vendevano la frutta io non avevo nulla
Io ho provato a vedere il mio corpo vivo per miracolo
Ma senza a vendere nulla e quando uno dice nulla è veramente
Lo zero assoluto io avevo degli degli stracci recuperati dei vestiti da uomo
Un signore
Quella che adesso si chiama Cadorna non si dice più Stazione Nord
Diede a me e alla mia amica Graziella coi che era tornata insieme a me ci chiede l'elemosina
Erano le ama lire che c'erano subito dopo la guerra stampate dagli americani
E io
Questa esperienza di aver ricevuto l'elemosina in quella piazza dove io passavo con la mia battaglia con la mia cameriera con la mia babysitter come si dice adesso
Per andare al parco ero io che ero così buona che facevo le le cose nella dominante
Dell'angolo ma io l'ho ricevuta l'elemosina e devo dire la verità che è una grande esperienza a ricevere l'elemosina
è un'enorme esperienza perché io avevo assai poco due lire che allora erano qualche cosa
Dini immaginabile
Per una che era un pezzo uno sprint com'ero stata
Per un anno e mezzo per una che aveva marciato nel fango e nella neve per una che aveva bloccato nell'età mai per una che era arriva per caso e trovava
Uno utilizzava l'elemosina aveva capito che certo io non la chiedevo
Poi mi avviai
Per via Carducci
Cercando di ricordare quelle strade di prima dello sfondamento e ogni cosa era nuova
Ogni negozio che era aperto alle persone erano diverse io tocco un fattaccio dove andrò sono andata nella portineria della casa dove abitano
E il portinaio che si chiamava Antonio vedendo me e la mia amica Graziella che avendo meritato l'elemosina certamente non eravamo molto eleganti disse fuori fuori da qui
E io gli dissi Antonio io
Abitavo qua sterzo piano finestre chiuse
E Luís fu come un pazzo chiamo giù tutti gli inquilini che vennero giù anche quelli che non ci avevano mai più guardato invece quelli che erano stati gentili
E si e si litigavano perché noi andassimo io Graziella fare il bagno
Che il bagno importante dopo tanto
Essere straccione
E mi dissero
Che la casa c'erano altre persone
Ma che però c'erano vivi i miei nonni materni e mio zio
Ero tornata a Milano
Ero tornata a Milano
La mia città amatissima sempre stata dammene lo è tuttora amatissima
E dovevo riprendere quel posto
Quel posto non ero più con il
Eroina
Brutta ragazza goffa selvaggia
Inadatta a tagliare la mela col coltello nella forchetta perché avevo
Mangiato di tutto pur di mangiare
Era difficile ripresentarsi
In una società civile che ci aveva respinto e poi ci accoglieva con grande festeggiamenti
Io non volevo festeggiamenti io non sapevo più stare con nessuno
E la grande sofferenza del ritorno
E del riuscire a farsi accettare così com'ero brutta selvaggina
Infelice triste in un mondo in cui invece giustamente si festeggiava la libertà e i negozi che si riapriva hanno
Si andava a ballare mi invitavano alle feste a parte che io ero brutta che non mi guardava nessuno ma poi
Io facevo fatica era era troppo vicino aver sentito la musica
Delle violiniste del Lager e poi estere in una situazione l'anno dopo in cui c'era una musica per la quale si ballava non si andava il gas
E fu molto importante
Un molto importante tornare a studiare io questo non lo posso dire
Davanti ai ragazzi quanto è stato importante tornare a studiare riprendere la scuola interrotta
E quanto poi è stato importante
In quegli anni in cui non parlavo mai che questo argomento e non parlai per decine d'anni
Trovare l'amore
Trovare l'amore fu l'antidoto
E non per niente invitata dal presidente Mattarella diventare
Nominata dal presente Mattarella diventare senatrice a vita cosa fa una vecchia italiana
Che va di colpo in Senato non essendosi mai occupata di politica prima
Di una cosa sola io posso essere portatrice assennato italiano
Di una mozione contro l'odio contro l'odio in tutte le sue forme senza distinguo
Contro l'odio perché se non si fa la predica senza smettere mai un minuto contro l'odio allora si accettano
Degli atteggiamenti di oggi che sono del piccolo odio quotidiano vicino a quello che non ha spostato la bicicletta e di quello che ha preso il posto nel posteggio
E che si e che si permette per una cosa di questo genere di usare le parole dell'odio quindi non c'è e censure nella nella mozione della Commissione contro Litti spicce contro le parole dell'odio c'è solo il sentimento di chi Lotito l'ha visto praticare prima parole
E poi con gli atti e con i fatti
E non può anche cioè così vecchia come sono io nel mio novantesimo anno
Smettere di combattere contro l'odio perché il mondo va verso una deriva di odio e io invece voglio predicare facce e libertà
Bene ringraziamo
Senatrice Segre
Inviterei se qualche collega nemici tra piacere di stringere la mano
Ovviamente c'è
La disponibilità grazie per questo dal momento