I figli del "dopo"

Bene di nuovo buongiorno a tutti benvenuti insomma tavola rotonda i figli del dopo
Nell'ambito della celebrazione in quel giorno della memoria
Organizzato dal Comitato di coordinamento per la celebrazione del ricordo della Shoah presso la Presidenza del Consiglio dei ministri dall'Unione delle comunità ebraiche italiane
I figli e dopo il tema
Che affronteremo questa mattina in questa mattinata di studio assieme e vorrei invitarvi dopo aver sentito relatori invitarli anche a fare subito delle domande in maniera eccessiva un'interazione siamo in rapporto diciamo anche noi sicuri
Per il messaggio che sta arrivando in sala
Abbiamo gli interventi introduttivi e saluti istituzionali
Del dottor Roberto Chieppa segretario generale della Presidenza del Consiglio dei ministri e di Noemi Disegni presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane
La porchetta
Grazie saluto a tutti i presenti impatto e saluto disegni presente l'Unione comunità ebraiche italiane a tutti i relatori consentiti un saluto a voi ragazzi presenti qua oggi almeno venti ragazzi del liceo Tacito denuncio Volterra del Convitto Nazionale Vittorio Emanuele secondo
Perché penso che con la vostra presenza date ancora maggior valore a questa iniziativa
Io qui solo un breve saluto rappresentò la presidenza del consiglio dei ministri che orgogliosa di ospitare anche quest'anno contro dedicato ai temi della Shoah
Questo ormai una lunga tradizione nata dall'impegno del comitato per il coordinamento delle celebrazioni in ricordo della Shoah che costituisce il consiglio più presidenza affidabili del nove per dare attuazione anche la legge del due mila quindi sono ma in molti anni che l'Unione delle comunità ebraiche italiane collabora con la presidenza e per questo rinnovo un ringraziamento sentito organizza questi incontri
Diciamo ricordare conservare la memoria trarre dai fatti terribili ha venduto in quel momento buio
Della nostra storia
Una lezione per il futuro questo mi rivolgo a voi giovani quindi a provocare una riflessione in voi su tutti i diversi aspetti che hanno caratterizzato quel momento
Affini di fare in modo infatti non si vedono più
Non solo gli stessi fatti ma anche altri atteggiamenti ispirati alla stessa logica
Di odio il tema vigili del dopo è stato al centro delle celebrazioni che qualche giorno fa evolute era presente Mattarella al Quirinale il ventisette gennaio scorso settantacinque anni dopo l'apertura dei cancelli di altri stanno come sappiamo invece le braccia al Quirinale si sono aperte proprio con l'asse Simone anzi due figli
Con il Piero Terracina sopravvissuto ai campi di sterminio tornata a casa da uomo libero però unico della sua intera famiglia deportata e uccisa da alcuni e quello di righe finali d'abbandonata la madre perché proprio arruolatosi volontario nelle SS poi militante ha dato inizio entrambi accomunati dall'orrore
L'uno per le sue bizze sì di subite per quello
Quello che è accaduto alla propria famiglia l'altra per le violenze compiute la madre io penso che questo è il senso del tema di quest'anno dal giorno della memoria è un tema che scava negli angoli più scuri della psiche
Con diciamo di chi è cresciuto con genitori che portano dentro di sé ricordi
Talmente orribili che non orribili che non trovavano la voce per essere contati che invece devono essere raccontati manteniamo memoria
è una serie nel suo libretti di logo dell'Olocausto posso attenzione su una considerazione quindi sono molto importante
Non è finito tutto con la liberazione dai campi di concentramento con
La liberazione di Hafiz settantacinque anni fa
Con le persone iniziato qualcosa iniziato un nuovo impegno
Il fatto di essere sopravvissuto ai campi necessitava in qualcosa forse di altrettanto coraggioso popolo del vivere dopo
Probabilmente la domanda molti sopravvissuti sono posti perché io trattanti mi sono salvati perché io una domanda cui praticamente cioè risposto meglio l'unica risposta è la vita sua continuare
A vivere in modo coraggioso mantenendo quella Minoia e quindi
Interrogarsi di quali sono i sentimenti del figlio il degli utili del dopo penso sia molto importante
Circa due genitori che forse non riuscivo neanche a prendere in braccio profili perché ha un viso troppi bambini strappati dalle proprie famiglie
Io penso che Fini dopo hanno intuito
Per anni il trauma riferimenti dal passato dei propri genitori presso i propri genitori Buzzi silenziosi duri segnati a vita marcati nell'animo prima ancora che nel fisico
Sempre l'altro giorno al Quirinale mi hanno colpito le testimonianze si sono seduti uno di fronte all'altro due donne Rosanna Bauer figlia di una sopravvissuta ad Auschwitz e Federica guarderei qui non devono dà vita al partito nazista
Entrano sarà barra contato le vicende della madre e ha sottolineato la Marvel gita delle indifferenza dei buoni ha raccontato come quel numero tatuato sul braccio l'amare alla fine un qualcosa che è passato
Nel proprio DNA nel DNA delle generazioni e future
E proprio sulla malvagità dell'indifferenza e buoni soffermato il presidente Mattarella che a ricordarmi e ricordare come il nazista o sottratto alle vittime anche le caratteristiche i minimi dell'essere umano
Però ha ricordato il tutto questo avveniva nell'indifferenza di tanti proprio indifferenza ragazzi ricordato l'anticamera delle barbarie indifferenza che fu diffusa anche in Italia è proprio questo diciamo per combattere nel presente
E anche il futuro qualsiasi forma di indifferenza non sottoporla mai e importante che i figli
In ipotesi del dopo-voto onorando il compito di raccontare
Vissuti estremamente dolorosi ridare la parola genitori e nonni che non ci sono più o che sono troppo provati per raccontare ancora tutto questo serve per evitare che la forza dell'oblio per evitare che venga negato anche solo ridimensionata
Per evitare che venga circondata da indifferenza quello che a differenza compare avvolta anche oggi per singoli episodi
E sono episodi che non vanno in alcun modo sottovalutati quindi ripeto voi studenti disse di qua questo è l'occasione per fermarsi a riflettere a riflettere sull'importanza della memoria
Del ricordo dello studio episodi una storia che devono saper servire da monito perché dei miei errori non si ripetano
E badate bene che la storia non si ripete mai sotto le stesse vesti
E non siamo qua a parlare del pericolo che ovviamente c'è il ritorno di quegli orrori della storia so stiamo parlando il fatto che determinati rischi possono ripetersi sotto altre spoglie
E esponente del dato di oggi dicendo di conservare non solo ma il modo di quei tragici eventi maltrattando i giusti aprendo i giusti comportamenti che non sono quelli dell'indifferenza non solo quelli del girarsi dall'altra parte in presenza di ogni tipo di pericolo per la vita democratica di un Paese
Non voglio citare il tempo alla tavola rotonda Piaia farà parola non i segni che ringrazio ancora di cuore per il suo impegno
Prima ancora che per la collaborazione ormai duratura con la presenza del consiglio chiama dottoressa buona farci partecipi il messaggio che inviato al sottosegretario Fraccaro grazie
Indirizzo di saluto del sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Riccardo Fraccaro
Rivolgo un saluto a tutti i presenti e ai rappresentanti delle istituzioni coinvolte
In particolare all'Unione delle comunità ebraiche italiane che ha collaborato con il comitato di coordinamento per le celebrazioni in ricordo della Shoah della Presidenza del Consiglio per l'organizzazione di questa tavola rotonda nonostante gli impegni istituzionali m'impediscano di partecipare personalmente desidero anzitutto esprimere a nome mio e del governo il profondo senso di vicinanza alle comunità ebraiche del nostro Paese
Non è discorso abbiamo commemorato il giorno della memoria nel ventesimo anno della sua istituzione in Italia ma il ricordo della Shoah e la riflessione profonda su ciò che essa rappresenta per l'umanità devono essere costanti
Occasioni di confronto come quella odierna sono quindi contributi preziosi per garantire che la memoria venga tramandata
Si tratta di un dovere nei confronti delle vittime ma anche di un impegno morale affinché la nostra società respinga ogni forma di discriminazione
Il giorno della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz tutto il mondo scoprì l'abisso di orrore causato dal sistematico Progetto gli annientamento messo in atto nel cuore del nostro continente
Un orrore di violenza morte soprusi che causò milioni di vittime in nome della folle ideologia razzista fondata sull'intolleranza e l'antisemitismo o la deportazione nei campi di concentramento e l'approvazione delle leggi razziali
Il fascismo ebbe in mani responsabilità dirette morali e materiali nella persecuzione subita da donne e uomini sul piano della segregazione della morte civile e della soppressione fisica
Mai nella storia dell'umanità l'odio per gli ebrei che pure attraverso i secoli si era dispiegato in forme ripugnanti aveva generato un meccanismo repressivo tanto vasto e feroce
Quando il ventisette gennaio mille novecentoquarantacinque si aprirono le porte di Auschwitz per pochi superstiti rimasti non fu possibile vivere appieno il senso della liberazione
Dopo grandi erano state le sofferenze fisiche e mentali subite a causa del regime hitleriano e dei suoi alleati troppo grande era il peso che si portavano dietro il peso della memoria che tutti siamo chiamati a condividere
Il tema della tavola rotonda di quest'anno riguarda le seconde generazioni ovvero che ha vissuto la sua attraverso il ricordo dei propri familiari scampati alla follia nazi-fascista
I testimoni della barbarie ci restituiscono la dimensione di quella tragedia che ha segnato anche le vite dei figli del dopo a cui è dedicata la tavola rotonda
Donne e uomini che per tutta la vita con i propri cari hanno condiviso un fardello immane e con la loro testimonianza ci interrogano sulle responsabilità che abbiamo gli uni verso gli altri
Ci esortano a coltivare la memoria la coscienza storica e la consapevolezza collettiva che sono necessarie per difendere i valori su cui è basata la nostra società
E ad essere sempre vigili rispetto ad ogni manifestazione di intolleranza ai pericoli insiti focolai di odio
E agli episodi di razzismo che è nostro compito contrastare in nome della civiltà democratica libera e tollerante sancita dalla nostra Costituzione
C'è sorta una in conclusione a respingere ogni recluta scienza di fanatismo e di intolleranza che è nostro dovere combattere in questa prospettiva il consiglio dei ministri ha convenuto sulla proposta del presidente Conte di nominare Milena Santerini come coordinatore nazionale per la lotta all'antisemitismo
Una minaccia che riguarda la collettività nel suo insieme e che non può non deve trovare posto nella nostra società
Grazie a tutti e buon lavoro
Grazie dottoressa Sabrina Bono Noemi Disegni presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane
Grazie buongiorno a tutti Buongiorno gli studenti ragazzi qui presenti
Al presidente Chieppa e a tutti i relatori che hanno partecipato anche Anna progettazioni di questa giornata e si sono resi disponibili via abbonarsi le loro riflessioni e anche della loro professionalità e alcuni di loro se ne occupano in maniera proprio direttamente personale allora perché abbiamo voluto organizzare questo convegno con questo tema quest'anno e cosa vuol dire le generazioni del dopo dopo cosa esattamente
Non è il solo dopo Auschwitz che celebriamo settantacinque della liberazione ma è anche dopo le leggi razziali
Ora consiste dopo essersi nascosti in mille posti inimmaginabili quindi è un dopo che dei sopravvissuti in particolare che il tema principale di questa tavola ma è anche il dopo di milioni di persone
Che in qualche modo si son dovuti arrangiare nascondere scappare
E sopravvivere anche loro è un tema di sopravvivenza e anche questo è stato è stato tramandato alle seconde alle terze generazioni e anche alle generazioni che ancora devono nascere perché anche loro porteranno questo segno nelle loro
Nel loro nei loro percorsi quindi il il trauma del sopravvissuto che non si è fermato al giorno della liberazione che l'ha portato dentro di sé e di come è stato trasmesso alle seconde e le terze generazioni che ascolteremo
Attraverso le testimonianze e i gli e Sperti Queens alla che ci spiegheranno in che ti fidi comportamenti sie trasmessa questa memoriale attraverso questo silenzio soprattutto nei primi anni
E capire chi saranno le voci narranti nel futuro nel prossimo futuro quando non ci saranno più i testimoni
Li chiamiamo testimoni ma non perché hanno visto perché hanno vissuto in prima persona e diciamo in questo contesto possiamo chiamarli la prima generazione che quella che ha subito l'orrore della Shoah e quindi il tema si è posto come tema urgente di emergenza perché tutti noi speriamo che i sopravvissuti restino con noi ancora per anni
Permisi per alcuni giorni per afferrare ancora le loro parole ma sappiamo bene che questo è una generazione che sta per lasciarci e quindi la domanda è chi Carrera al posto loro oltre ai loro figli diretti e nipoti diretti
E questa è la sfida di tutti noi che sicuramente di questa in questa sede
Alla su quali sfide abbiamo ragionato e lavorato e sulle quali si incentrano i lavori non solo dell'Unione delle comunità ma anche nei rapporti istituzionali
E in questo concetto che abbiamo voluto ribadire più volte della necessità di fare rete tra soggetti diversi del del della società civile
La prima sfida è quella di far maturare una narrazione alle seconde e le terze generazioni
Che sono quelli che sono anche loro diventati testimoni o attraverso il silenzio dei genitori sostituendosi a loro o attraverso quello che hanno preso accompagnati in un percorso da istituzioni da esperti si sono fatti loro stessi portatori di conoscenza di ciò che è avvenuto
Quindi stratificando sì su quello che hanno ricevuto delle famiglie ulteriore capacità di raccontare e di trasmettere quello che è avvenuto
Far maturare una seconda sfida è quella di far maturare una capacità di testimonianza nel senso di narrazione dei fatti
Da parte di collettività non ebraiche come formazione di una propria coscienza collettiva di responsabilità di quanto avvenuto nel passato ciascuno riflettendo sul ruolo che ha avuto o come istituzione o come come persona non perché era vivo in quell'epoca ma capendo in che modo la società italiana si è comportata allora
E questo è proprio l'obiettivo della presenza vostre dei ragazzi qui attraverso i viaggi della memoria attraverso un percorso didattico che facciamo nelle scuole quindi tutta la sfida della didattica della Shoah soprattutto collettività che non l'hanno vissuta e che non sono di religione ebraica di capire che hanno un ruolo anche loro di narratori e di testimonianze lo vediamo quando tornano i ragazzi dai viaggi della memoria
E quanto si sentono responsabilizzati nel raccontare quello che hanno visto a qualcun altro
Terza sfida è quella dell'attualizzazione quindi non solo sapere come sono state le cose avvenute in quel periodo storico
Ma essere in grado di capire che a quello sì è arrivato perché c'erano determinati segnali c'erano determinati comportamenti il tutto si è stratificato su un antisemitismo di secoli e secoli quindi capire i segnali OSCE nomini di allora che hanno generato la Shoah
E avere la capacità oggi con quell'analisi di cogliere i segnali di oggi quindi tradurre
Un
Fatti ascolto di fatti avvenuti nel passato in quello che bisogna fare oggi ed è è stato anche ribadito poco fa
Nel discorso del segretario generale quindi come interpretare i segnali che viviamo oggi non è facile perché quando si vive la storia non ci si rende conto che quella diventa storia e si è forse più bravi accoglierlo quando si fa un'analisi del passato però e questo una delle sfide che abbiamo quindi quella di saper affrontare un percorso che non è solo di memoria
Narrativa ma quella di educare e questa educazione al al comprendere i segnali di oggi non la rivolgiamo ovviamente solo i ragazzi invitandoli
A ragionare ad agire a comportarsi anche nelle piccole cose in un certo modo civile con i propri amici a non essere indifferente ma lo rivolgiamo anche alle istituzioni alla magistratura
Al a chi partecipa alle procedimenti alle procedure le di legifera attive a chi addotta una definizione della era e la deve poi implementare nel sistema italiano e quindi quella questa approvazione che noi abbiamo ovviamente apprezzato e l'abbiamo espressa è un punto di partenza e richiede adesso un lavoro pezzo per pezzo su che cosa si fa e dove va ad inserirsi in una realtà nel quadro normativo italiano e quindi questa traduzioni
Dalla comprensione del passato come fatto a all'attualità e che tipo di minacce generano attualità questo è un compito anche delle istituzioni
Quarta sfida quella di arginare forme di ogni tipo di negazionismo
Che ha tutta una fascia di di di modi di esprimersi quindi lottare contro forme di distorsione
Derisioni riduzione banalizzazione della Shoah tutte quelle forme che rappresentano in maniera distorta
E capire dove portano queste distorsioni e saperli individuare saperle identificare e ultima sfida non facile non facile per chi ha subito lascio a che anche questa ha fatto parte di un processo
Dei singoli e anche dello Stato di Israele e anche delle comunità ebraiche
E quello di di come gestire da un punto di vista relazionale sia per singoli che per istituzioni chi ci tende una mano se vuole chiedere scusa come si gestisce questo chiedere scusa che significato si dà la parola scusa quando è pronunciata dopo decenni è stata pronunciata anche prima
Ci sono state anche forme di compensazioni e tutto il dibattito sulle compensazioni risarcimenti che la Germania ha voluto pagare ieri
Il presidente tedesco Steinmeier ha pronunciato un discorso furti stimo di nuovo chiedendo scusa sapendo che scusa vuol dire anche rendersi conto di quello che succede oggi quindi
è una sfida di gestire questa intento sicuramente mosso da un senso di di distruzione di profonda comprensione ma di chi vuole chiedere scusa e tende una mano che vuole essere vicino e vuole essere ascoltato noi dobbiamo appunto gestire questo chiedere scusa e finisco con un riferimento appunto alla cerimonia che è stata fatta l'altro giorno al Quirinale perché nella tavola rotonda di oggi
Abbiamo focalizzato il lato ebraico
Delle seconde e delle terze generazioni quindi gli interventi riguardano l'analisi di questa prospettiva ed è stato menzionato al Quirinale c'è stata anche la testimonianza di una nipote di un nazista non l'abbiamo inserito in questo convegno la Frederica l'ho incontrata proprio ieri e lei mi ha detto una cosa che mi ha molto colpito ha detto dopo che io ho parlato Elio
Esternato quest'lei l'ha esternato già anche in altri contesti ma è chiaro che lì era particolarmente significativa il forte la mamma sua che sta in Germania e che l'ha vista e l'ha sentita la figlia
Ha detto adesso ho capito quanto è importante capi la nostra cultura
Quel foglio parlarsi di più di questa cosa
E voglio scrivere quello che io sento penso e le mie le mie memorie da figlia di nazista cosa che la mamma non ha mai fatto cioè non ha voluto la mamma ha negato questa sua parte questa sua questo suo rapporto con la figlia la figlia ha fatto una un lavoro particolare anche il marito il figlio di nazisti però la madre no
E quindi in questo riguarda forse anche quest'ultimo concetto che avevo espresso prima di chi tende la mano e di sapersi relazionare con queste persone grazie a tutti
Grazie allora segretario generale della Presidenza del Consiglio dei ministri Roberto Chieppa la consigliera Sabrina Bono e al presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane non i disegni invito il relatori apprendere
Posizione qui al tavolo intanto ve li presento uno per uno con poche parole sintetiche Davide né che Nagy psicanalista è stato vice presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane ed è assessore alla cultura dell'Unione delle comunità
E il direttore del master della didattica della Shoah delle università di Roma Tre professore di Psicologia clinica Psicologia dinamica psicologica delle radici o della religione
Studioso di Freud autore di numerosi saggi tra cui ricomporre l'infranto l'esperienza dei sopravvissuti alla Shoah
Note che Gold Corp gol corna scrittore è stato responsabile culturale dell'Espresso ha scritto numerose saggi sull'ebraismo tra i libri che ha pubblicato citiamo il bambino nella neve del due mila sedici
Marcello Karofsky scrittore ha lavorato a lungo per la libri Immigration and Service occupandosi di ebrei sovietici in transito a Roma
Tra i leader pubblicate citiamo il silenzio di Abraham Raffaella Di Castro responsabile di progetti formativi dell'Unione delle comunità ebraiche italiane studiosa di filosofia di lei filosofa
Autrice di saggi sul problema dell'idolatria nelle brevi smesso la memoria della Shoah
Ha insegnato alla Sapienza Università di Roma l'Università della Calabria tra i testi libri pubblicati testimoni del non provato ricordare pensare immaginare la Shoah nella terza generazione
Sul rilievo che Hermann editore
Laureato in storia all'università di Gerusalemme ha fondato la collana israeliana per la Giuntina ha curato il festival internazionale di letteratura ebraica di Roma è pubblicato tre gli altri testi che citiamo il romanzo mentre la città ha bruciato
Il mio compito è quello di fare da moderatore in questa mattina di studio con un'introduzione che cercherò di rendere il più breve possibile
Mi sono trovato recentemente di fronte al pessimismo di Liliana Segre
Che ne ha fatto molto riflettere anche perché pur avendo dialogato a lungo con lei in maniera amichevole non son riuscito a smuovere la suo pessimismo che si può condensare in una frase
Il rischio di trovarci tra qualche anno ha allestite il padiglione che sta dopo quello dei vasi etruschi
Affermazione dura non mia
Se la senatrice Segre
Quindi
Questa gestione del dopo evidentemente non è semplice e non è semplice
Lo dimostra anche il fatto che giustamente la Presidenza del Consiglio dei ministri di una delle comunità ebraiche hanno chiamato tutti noi a riflettere ragionare questa mattina questa non è un incontro di divulgazione questo incontro di studio in cui dobbiamo dirci le cose apertamente prepararci a una gestione del dopo non facile quando inizia questo dopo
Questo dopo inizia subito
Il generale Eisenhower che pure era informato in quanto comandante in capo di tutte le forze alleate
Sicuramente aveva ricevuto il rapporto debito-PIL pile Ischitella riuscito a scappare da Hochfilzen fare arrivare il suo rapporto agli stati maggiori alleati quindi sapeva
Cosa succedeva ad altissima tra sapete vedere c'è una bella differenza quando cominciano a ritardi rapporti dei suoi Camera dei militari il generale Eisenhower dà ordine
Di riprendere tutto vengono girati chilometri di pellicola sulla liberazione campo per Campo lo stress Eisenhower se reca visitare alcuni campi appena liberati
Per rendersi conto di persona della situazione dice continuate a girare perché perché il dopo è già iniziato negherà hanno tutto
Diranno che non c'è stato che non è vero quindi abbiamo bisogno di chilometri di pellicola
E lì abbiamo
Attenzione noi continuiamo a presentarle io per primo perché utilizzo per filmati in televisione ma quello il dopo Shoah
E quello che è stato trovato subito dopo certo poi abbiamo il prima esempio le foto delle SS
E fotografie della senza che a Davos però vengono fermati prima di arrivare alle camere a gas non ci sono documentazioni fotografiche Lecce tutto il prima
Abbiamo il filmato rosso
Presentato peraltro assieme filmati americani come documento di prova al processo di Norimberga
Ma c'è un altro russo si pone una serie di problemi
Piero Terracina grandissimo testimone appena scomparso era ad Auschwitz quando è stato girato quel filmato
I cameramen militare russo l'ha invitato hanno andare insieme agli altri ad esultare per l'arrivo deliberato lo si Piero si è giustamente ha rifiutato e cioè non c'era niente
Da esultare nessuno di noi è stato esultando in quel momento non ci sono state scene di entusiasmo quel filmato è girato un mese dopo la liberazione la senatrice anche dall'immagine dal fatto che non c'è più la neve non c'è più il ghiaccio
Ebbe una ricostruzione
Come peraltro è una ricostruzione anche il filmato altrettanto famoso di Cartier-Bresson
Che è stato deportato per oltre un anno e poi invitato aumento tra Liberazione a realizzare anche di un documentario
Ma è un documento un son dei documenti che inglobano la Shoah in una narrazione complessiva che la narrazione della liberazione
Per la lotta contro fascismo e nazismo
Della resistenza dei vari Paesi
è per lungo tempo lascio asta all'interno di questa narrazione all'interno della più complessiva narrazione
Della lotta contro nazismo e fascismo della liberazione appunto della resistenza
E grazie all'impegno dei testimoni
Primo levi
In testa e poi successivamente tutti gli altri
Soprattutto grazie all'impegno dei testimoni che la narrazione della Shoah comincia ad avere una sua autonomia comincia si comincia a capire che non è un problema che può restare racchiuso all'interno del complessiva vicenda del seconda guerra mondiale contro il nazismo e il fascismo che ha bisogno di un suo sviluppo oggi
Credo che sia anzi ne son certo la pagina di storia più studiata in assoluto al mondo secondo me neanche a Yad Vashem hanno il conto esatto di quanti libri sono stati pubblicati sulla sua è praticamente impossibile che sicuramente la pagina più studiata noi sappiamo
Tutto
I vagoni uno per uno quanta gente stava dentro il vagone quanti trasporti ci sono stati quanti trasporti da Teresina d'altezza per entrare nello specifico
Quante persone potevano essere uccise nelle camere a gas di Auschwitz quanto tempo ci voleva per bruciare i corpi
Possiamo entrare nel dettaglio abbia abbiamo i nomi di chi chi da visitare altezza che ci sono i nomi praticamente di tutti i deportati abbiamo una quantità di dati e di numeri assolutamente straordinaria eppure in questo dopo che abbiamo gestito finora qualcosa evidentemente l'abbiamo sbagliata se ci troviamo oggi con l'antisemitismo in crescita con razzismo invece da qualche parte nomi ancora ben chiaro dove sto cercando anche di approfondire è un problema che pongo ma da qualche parte abbiamo sbagliato in tutti questi anni
Certo uno può dire
Quelle forme di antisemitismo sono forme grezzo brutali
Barbareschi fanno parte di un passato ma attenzione queste forme di antisemitismo se forme di violenza anche perché sappiamo quanti attentati ci son stati certo son fatti da una minoranza ma quando c'è questa minoranza che agisce come ha sottolineato anche il dottor Chieppa prima eh
Sui
è perché c'è una vasta aria di indifferenza che protegge queste minoranze che quella con cui dobbiamo fare i conti noi dobbiamo uscire da questa sala per riuscire a parlare agli ultras della Lazio
Dobbiamo uscire da questa sala per riuscire a parlare al pubblico
Del grande fratello
Perché tra di noi in questo convegno è chiaro che siamo tutti d'accordo quando ci incontriamo per la prossima volta al Pitigliani è chiaro che noi siamo d'accordo
E con gli ultras della Lazio ecco perché Piero Terracina andava a parlare ogni volta che lo chiamavano ai carcerati
E incontrava gente che aveva ucciso anche tre persone che aveva quattro ergastoli pure si fermava a parlare con loro e a spiegare perché quello è il pubblico che dobbiamo riuscire a raggiungere ma il problema non è da poco e qui vado a terminare perché
Come sottolineato Noemi Disegni
Senza e testimonino ci auguriamo di avere Sami Modiano Liliana Segre con noi ancora per un lunghissimo tempo
Ma già adesso abbiamo un problema molto serio io credo di avere centinaia di foto di Piero Terracina non ce n'è una in cui non sia sorridente perché
Ha sempre portato la sua
Testimonianza ai ragazzi
Chiudendo la con un sorriso bene ma chi Dinoi
Chi di voi può andare a parlare i ragazzi chiudere con un sorriso che ora poteva fare certo
Per noi non è esattamente semplice
Andare parlare diceva o mostrare le immagini di ciò che è avvenuto lì ciò che hanno trovato nei campi dopo e poi mettersi a sorridere
C'è quindi un bel salto da una generazione all'altra ma qui mi fermo perché lasciamo la parola
Agli esperti che sono arrivati qui stamattina che possono meglio approfondire
Il tema di come gestire il dopo
Il professor da veline che Nagy ha scelto come titolo per il suo intervento ricomporre l'infranto prego
Sì grazie per la presentazione
Sì ho scelto questo titolo perché in parte anche il titolo di un libro che ho pubblicato quindici anni fa che è il frutto di venti anni di lavori
Di ricerca anche clinica in parte ma che
Usura mi ha portato a scegliere di non parlare dei casi clinici volutamente
E di scegliere invece degli Autori importanti dal punto di vista culturale che hanno segnato la storia del Novecento
E farli dialogare
A loro insaputa perché sono autori che non ci sono più purtroppo
E di un autore italiano uno scrittore lei di un grande combattente polacco Edelman
Di cui ho contribuito a far tradurre le opere nell'ottantacinque quando nessun editore li voleva pubblicare una storia allucinante per certi aspetti sono stati poi ristampati da la Giuntina non molti anni dopo
E e poi il grande studioso della mistica ebraica e un autore invece totalmente esterno a questa trilogia ma che ha segnato anche noi la storia del Novecento un esponente del del tra lo schermo
Ho volutamente scelto un autore come Isaac Deutscher perché a dodici tredici anni era una promessa rabbinica dalla Polonia ed aveva una conoscenza del tal Monte
Rarissima cioè una grande competenza talmudica quindi ho preso lo spunto da alcune sue riflessioni su un dialogo talmudico molto interessante tra due rabbini
Un eretico che aveva rotto con la tradizione dopo la caduta del tempio e quindi ha vissuto un'esperienza simile a quella del Novecento
è invece un rabbino che era rimasto profondamente legato alla tradizione
E studiavano insieme
Sono che in questo meraviglioso racconta al modico abbiano una cosa strana a insegnare la Torah non era rabbino Meir rabbino eretico
Rabbino invece
Nei perché è una delle più grandi figure del Talmud ascoltava questa persona il dialogo avveniva nel giorno di sabato
Uno dei due andava a cavallo
E l'altro andava a piedi perché di sabato non si possono cavalcare Mani
E la discussione affascinante perché nel momento in cui si raggiunge il limite oltre il quale non bisogna viaggiare di sabato a piedi
Il rabbino ortodosso si dimentica che è sabato
Sta per violare le leggi sabati ch'
Era dei non eretti con gli dice fermati e ciabatte
Il dialogo talmudico si conclude così poi ho trovato altri brani che Deutsche non riporta nel trattato di bella forte in altri passi dovere avvengono altri riferimenti molto interessante che collegano questo dialogo meraviglioso
Insomma il dialogo si ferma al confine
E mi sono chiesto ma chi erano questi due
Che cosa c'è di meraviglioso tra un eretico
Un miscredente uno che contesta la tradizione è uno che profondamente radicato e sono in grado di parlarsi
Perché questa è la grande sfida di oggi essere in grado di parlarci comunque
Di tessere un una rete di comunicazione anche là dove è difficile è questa la ricomposizione dell'in franchi cioè quando va in frantumi il mondo interno ed esterno
Rischiamo di precipitare nella psicosi
Oppure di ricorrere al suicidio oppure di coltivare l'odio il rancore verso gli altri e che anche quella una forma di suicidio perché distrugge le parti buone che abbiamo dentro
Impedisce la possibilità di immaginare il futuro
Quindi questi quella Pini
Forse sono la stessa persona
Anzi possono essere considerati come la metafora di una stessa persona e momenti diversi dalla propria esistenza
E rappresentano i due grandi pulsioni psichiche
Quella della libertà
Anche di rompere con la propria tradizione anche di ricorrono a un atto trasgressivo senza senza un atto trasgressivo il sionismo per esempio non sarebbe mai fermato ha rotto con una tradizione che attendeva il Messina almeno nell'Est Europa era così
Dall'altro lato la fedeltà
Ma senza fedeltà non possiamo vivere solo che una fedeltà che non coltivi anche la capacità di trascritti rischia di essere passività assoluta e incapacità di innovazione
Quindi la vera grande sfida che si pone anche oggi rispetto alle tragedie inimmaginabili del Novecento
E quello di poter immaginare il futuro
Dare la capacità la tradizione di pensare
Quel passato ed è questa una grande difficoltà perché abbiamo bisogno di codici che ora ci sono innate quarti cioè per poter leggere la storia del Novecento per poter leggere la tragedia dello sterminio
Come ha intuito
Anzi Onassis nel principio responsabilità
Le categorie anche morali che abbiamo lavorato nel corso dei secoli sono inadeguate
E forse questa inadeguatezza oggi si estende anche ad altri problemi e questo è un elemento di insegnamento che ci viene dalla riflessione sulla Shoah cioè che
Molti dei problemi con cui ci confrontiamo oggi dalla salvaguardia dalla natura del pianeta all'allungamento dell'età della vita al il problema di come rapportarsi alle generazioni future rispetto a un pianeta che rischia di implodere
Non sono affrontabile con i concetti che abbiamo elaborato nel corso dei secoli ha un bisogno di categorie in grado di confrontarsi con tutto questo e forse la riflessione sulla shoah fatte in maniera adeguata
Interdisciplinare potrebbe aiutarci anche s'in altri campi io lo vedo anche nel mio lavoro clinico lavorato con paziente musulmane per esempio
Una volta addirittura vi racconto un fatto interessante che non ho mai raccontato in pubblico ma una quindicina di anni fa
Un ex dirigenti di una comunità ebraica del mondo arabo in esilio
Ieri in Europa mi chiamò
Perché aveva bisogno
Ma non me lo voleva dire al telefono perché che è cresciuto nel mondo arabo parlo ha paura di parlare al telefono vuole parlare con me privatamente
La cosa era banale voleva che aiuta sì la figlia di un musulmano che si fida si fidava solo di un medico
Interessante
E beh ho lavorato in in lingua araba per aiutare a questa persona con l'auto un'Audi lavorare di di conoscere la lingua questo per mostrare come la vita la storia complessa
E nel particolare si trova Dio nel nel piccolo nelle piccole cose si trovano le cose più belle
Allora quello che a me interessava sottolineare e come il tema della Shoah
Anche dal punto di vista clinico ed è interessante è uno pensa che la psicanalisi si sia all'avanguardia e io sono uno psicanalista
è stato affrontato più o meno nello stesso periodo storico cioè la rimozione
Non ha coinvolto soltanto la letteratura la storiografia
Salvo alcuni grandi autori perché nel alla fine della guerra alcuni Autori grande hanno parlato poi c'è stato un relativo silenzio c'è un'incapacità di estendere quel sapere ad altri campi
E io emerso più o meno verso la fine degli anni Settanta
Cioè anche gli autori che sono stati citati dalla dall'amico in rappresentanza del ministero sono autori che hanno cominciato a scrivere alla fine degli anni Settanta
Come mai in America alla fine settanta la riflessione sulla Shoah dal punto di vista psicologico trova una capacità di espressione
Perché c'era anche prima la riflessione ma non diventava oggetto ti dibattito pubblico
Come mai lo stesso fenomeno avviene anche in Europa io ho visto per esempio tra i colleghi psicanalisti europei che hanno riflettuto sulla Shoah da un punto di vista scientifico clinico
Sono verso la fine degli anni Settanta
Che appaiono dei libri
Fatta eccezione per i grandi come Betlemme altri che hanno parlato all'indomani della guerra o o durante la seconda guerra mondiale
Lo stesso Silvano arieti che scrive il Parnaso fa nel mille novecentosettantanove quindi in realtà tutti
Siamo stati come dire figli del nostro tempo
Cioè il tema emerge ad un certo momento perché qualche cose avviene storicamente cioè viene metabolizzato dalla cultura questo significa che noi abbiamo una sfasatura tra i processi di elaborazione del lutto legate a un ricordo
E i processi di memorizzazione collettiva non sono la stessa cosa
L'elaborazione di un ricordo familiare personale obbedisce a dei processi molto precisi di carattere psicologico
Che interagiscono con la realtà culturale
I processi di memorizzazione pubblica
Sono figli di un altro processo
Legato alla storia della cultura legato alle costruzioni culturali legato alle narrazione sociale ed è un fenomeno che non va sovrapposta al primo per cui il discorso dei figli del dopo
E duplice da un lato c'è il discorso dei fili del dopo di coloro i quali hanno vissuto il trauma ma anche di coloro i quali lo hanno illuso o non hanno vissuto
Cioè si Panariti si chiedeva negli anni Cinquanta lui esiliato fuggito in America e lavorava come clinico
Come mai tutti questi pazienti che incontro ogni giorno
Nelle il nuovo associazione lo dissi in me lo disse negli ultimi anni della sua vita
Non parlano della di quello che è successo furono molti pazienti non ebrei e li sic oppure anche dei pazienti ebrei che tacevano sul problema
Che cosa Fassi che uno
Senta è un problema
E sono una costruzione collettiva c'è un piano collettivo legato e processi di non Moritz azione ma sul piano individuale per lo dico come psicologo che cos'è che fa sì che uno si senta una cosa
Una persona si sente una cosa è la metabolizzazione approvato dolori
Se l'ha vissuta commesso uguale guardate quello che sto dicendo ha delle implicazioni pedagogiche e chiudo fondamentali perché è una persona viva un problema come il suo deve provare empatia
Deve avere provato dolore nella vita
Cioè come nella metafora del Buddha nonché a un certo momento scopo il dolore nel mondo
Se tu non hai provato dolore come fai a estendere la tua empatia un'altra persona
Provare dolore significa provare consapevolezza e per provare consapevolezza bisogna aver passato per l'esperienza e quindi le generazioni che oggi si trovano ad affrontare il problema nella didattica devono sentire come loro il problema
Guardate che se questo non avviene abbiamo degli splitting la gente si sente oppressa da questa memoria
E abbiamo degli atti di trasgressione
Pericolosissimo in che prendono altre vie quelle del negazionismo della messa in discussione quindi
Visto che siamo in un ambiente piccolo Angelini
Possiamo anche cominciare a riflettere su questo
E come e nella seconda parte del mio intervento magari entrano nel merito del problema come tradurre questo in buone pratiche pedagogiche
Che non siano
Percepite da chi le riceve come un messaggio oppressivo e colpevolizzando
Ma come qualcosa che lo riguarda
E come può riguardare una storia del genere
Ecco io a questo rispetto cercherò di proporre alcune risposte nella seconda parte
Grazie colore
Note che gol corna
Il titolo del suo intervento e memoria inedita che fate
Buongiorno grazie a tutti grazie agli organizzatori grazie perché siete venuti
Io vorrei partire io vorrei parlare è stato già detto è stata già detta la parola immagini e vorrei parlare delle immagini deluso che facciamo delle immagini
Perché poi il futuro forse questo il futuro della memoria asse della memoria avrà un futuro vorrebbero cominciare da un'altra o da un episodio personale quasi autobiografico
Anzi autobiografico sicuramente venticinque anni fa o avuto modo volto se successo che
A Francoforte
Ho avuto una discussione pubblica con alcune persone cioè non sempre per il giorno della memoria non c'è ancora il giorno della memoria ma si parlava della memoria di Auschwitz
E tra queste persone c'è da Marion True rischi variante URSS che un giornalista polacco che a novantatré anni è stato prigioniero ad Auschwitz stato deportato ride al ghetto di voci
E ha parlato l'altro giorno ad altri ha spiegato come altri store sia accaduto dal cielo ma
Alla fine si arriva a darci si arrivi attraverso una serie di discriminazioni è la soffre lassù vessazione della popolazione
Al fatto che qualcuno ha meno diritti
E che l'applicazione dei diritti è poi tornerò a questo è graduale
Allora c'era anche tu rischi e io parlavamo in tedesco quindi
La lingua dei carnefici
Io avevo criticato il modo in cui venivano conservati Ida i reperti i referti Cesa le cose nel nel Museo di Auschwitz cioè il modo in cui veniva non conservate le baracche il filo spinato queste cose qui avevo posto il problema dell'autenticità di quel museo dell'esperienza di chi ci viene e dopo questa discussione Etruschi
Mi disse in polacco
Ho capito tutto quello che lei ha detto ma io quando ma quando sarò morto io che cosa rimarrà e io gli ho risposto rimarrò io che è una risposta che può essere molto insolente lo era ma anche un impegno allora e e quindi il problema è questo IPA che cosa rimane
Che cosa che come siccome anch'io ormai mi sta avviando verso netta c'è la nostra generazione la seconda generazione
è anche un modo di dire perché i miei genitori non sono stati nei lager per fortuna loro ma comunque resta tutto l'ambiente Katie
Cioè c'è un vuoto che ti che ti che ti di che che che incide molto sulla personali sulla sulla personalità
Allora anch'io mi avvio verso una cioè nono molte prospettive ormai quindi che cosa che cosa resterà
E da questo punto di vista per questo che io ho pensato che ci certamente resterà la letteratura pochi libri penso la maggior parte lo dico con una certa durezza la maggior parte dei racconti delle delle te delle testimonianze che sono state anche stampate che vengono ogni anno stampata stampate a gennaio e mandate in libreria la maggior parte di queste cose
Sì qualcuno li leggerà forse ai i discendenti io gli amici dei discendenti di chi le ha scritte poi rimarranno pochi libri rimarranno molte immagini per un semplice motivo che viviamo in una in una
In una civiltà che sta diventando sempre di più una civiltà delle immagini
Immagino sono una cosa facile perché le immagini e ci fanno vedere qualcosa che è inimmaginabile
E quindi è stato già detto un po'e quindi essendo inimmaginabile lo dobbiamo immaginare allora io faccio anche lo scrittore e quindi con le parole cerco di aiutare a immaginare le cose inimmaginabili
Ora l'altro problema ci sono due problemi il primo è l'origine delle immagini che noi abbiamo della sua perché non è vero che non ce l'abbiamo nessuna delle immagini ce ne abbiamo tante di Auschwitz tante del ghetto di Varsavia
Tante di tornare un luogo in città il tuo Agna
Ma
Circa il novanta per cento io non lo so non prendete per buona questa percentuale ma credo che sia sul novanta per cento delle indagini che noi abbiamo che sono state che ci sono state trasmesse secondo
Immagini perlopiù fotografia
Scattate dai nazisti alle loro vittime
In varie situazioni per lo più nelle situazioni a poche ore o pochi minuti dalla morte delle vittime
Quindi le testimonianze che noi abbiamo quel le fotografie che noi abbiamo così come il filmato famoso sul ghetto di Varsavia noi
Il nostro sguardo sulle vittime e lo sguardo dei carnefici
E per questo che non è e per questo che la cosa è inimmaginabile perché io non voglio condividere l'immaginazione dei carnefici non voglio condividere il loro sguardo
Questo può avere varie conseguenze
Ora parlerò anche del de de del del del del dell'uso di queste immagini e qui sta sto arrivando all'uso
Nel mio piccolo da capo di cultura dell'Espresso Allo semplicemente chiesto ottenuto
Dalle persone che si occupano delle fotografie del lato grafico dell'Espresso di non pubblicare sull'Espresso quelle foto
Cioè è il giorno dei verde a memoria noi che cosa mettiamo mettete quello che volete non mettiamo quelle foto che non mettete quello che volete e ci sono tantissime artefatti
Artistici che parlano di della sua ci sono sculture ci sono dipinti ci sono mille cose
Di nuovo a proposito delle immagini ma poi c'è anche ci sono ovviamente immagini che non sono state scattate dai nazisti per esempio
Le immagini di John Eindecker del ghetto di Varsavia giova idee che era era un soldato strano mi sono state un libro pubblicato da Giuntina in Italia è stato era un soldato della Wehrmacht antifascista
E Andrea entrava nel ghetto per fotografare e documentare
Queste sono valide
Penso ci sono le quattro immagini scattate probabilmente da Alberto Herrera
Che era un ebreo greco nel sonderkommando ad Auschwitz non si vede quasi niente però si vede abbastanza per capire cosa Scizia se si sa qualcosa
Ci sono altre ancora poi ci sono le immagini e qui vorrei entrare di nuovo nell'uso delle immagini
Del famoso tristemente famoso album a Hochfilzen che un album che è stato portato via da Auschwitz
Da lì di Jacopo una prigioniera in qui si vede l'arrivo degli ebrei ungheresi nel quarantaquattro maggio quarantaquattro dalla città del a Birkenau sulla rampa di Birkenau sono immagini molto strane perché sono persone vestite bene perché una volta i profughi
Vestiranno bene non erano come i migranti che arrivano oggi attraverso il mare si vestiva bene perché ci si presenta bene
Sono molti bambini molte donne c'è molto ordine
Sono immagini che non ci danno per niente la realtà diamoci s'è tuttavia giustamente penso io il direttore del museo Piozzi rischi
Aveva deciso di mettere nel logo di quel museo gli occhi di uno dei fratelli vigliacco
Come logo eh penso che abbia fatto bene a farlo ma questo però dico anche per capire l'ambivalenza di tutta questa vicenda l'ultima cosa sull'uso io non li ho fatto vedere le immagini che qualche ora sto per descrivere per me perché sanno monopolizzato tutto tutto tutta la discussione di oggi allora ce l'album Stroppa io gastro è stato l'uomo che aveva sconfitto la rivolta nel ghetto di Varsavia
Dopodiché ha scritto un rapporto diretto che era destinato a Himmler
Era un rapporto in cui lui spiegava come è stato bravo a sopprimere quel quella rivolta e a sconfiggere gli ebrei del ghetto di Varsavia i rivoltosi
E all'album Anas al suo scritto lo scritto sono tre cose sono esistono tre coppie di di questo albo
Si chiama album perché al al testo sono allegate cinquantadue fotografie
Sono cinquantadue fotografie di nuovo fatte dai fotografi tedeschi però qualche volta
Info al fotografo sfugge quello che fa che avrebbe voluto
Credere oppure forse non gli sfugge forse un forte anche il fotografo ho stipulato un bagno
Dico e le foto c'è ci sono due di cui voglio parlare per un minuto in particolare
La prima rispetto al futuro a quello che noi vogliamo nel che io vorrei nel futuro come memoria come ricordo e come Maurya delle immagini
La foto che in genere viene vista stampata sui giornali è quella classica il bambino
Con i calzoni corti con le mani alzate è una è un soldato militare tedesco soprannominato Frankenstein
Con la mitragliatrice
Ed è una foto emblematica che ci tramanda
L'essere vittima più vittima di un bambino
Il problema
è la mia ipotesi che forse non basta raccontare legittime perché la gente capisca che cosa era la sua forse ci vuole un altro elemento un elemento in più forse circola un elemento di resistenza di rivolta
Perché io penso che la memoria assenso
Se ha un aspetto direttamente politico e lo dico direttamente politico non un po'politico
Ad Auschwitz Tours chi ha fatto politica quando ha parlato della gradualità delle cose e ci serve per capire che sta succitate succedere qualcosa la cosa che ha detto prima
La presidente disegni
C'è la storia franchista se possibile mentre accade
Dobbiamo immaginarci che cosa può succedere se domani succedono altre cose e dobbiamo anche penso nel futuro
Avere la memoria di chi ha avuto il coraggio di non essere vittima e di opporsi e qui è la seconda
Foto che nel un minuto mi dai che nel album di Stroppa segue curiosamente nell'impaginazione quella del bambino con con le mani alzate ed è la fotografia di tra insorti
Sono due donne un uomo Giovanni sullo sfondo
C'è il fuoco il fumo le macerie loro camminando guardando
Delitti negli occhi la
La macchina fotografica il fotografo hanno lo sguardo di sfida
Hanno le mani alzate mantengono anche l'attestato alzata Elena
Mi alzate sono serrate in un punito io questo con lei che questa fosse vi ricordo trasmesso ai nostri figli ai miei nipoti grazie
Dobbiamo
Dobbiamo cercare di stare tutto impone ai tempi per consentire al secondo giro Massa brutto per ascoltare le domande che possono arrivare
Dai ragazzi in sala dagli studenti dei professori del pubblico in sala che sono estremamente importanti Marcello Calò Ski il titolo il silenzio di Abram mio padre
Dicevo avevo provato a salutare ringraziare tutti i presenti
Il silenzio
Io credo che anzi sono sicuro che il silenzio sia stata la
Condizione più diffusa una condizione dominante tra i sopravvissuti della Shoah
Solo pochi tra i pochi
Sopravvissuti
è riuscita ad anteporre e il il dovere morale di portare a compimento la terribile responsabilità storica di raccontare
Al dolore che proprio il ruolo di testimone rinnovava continuamente
La maggior parte dei sopravvissuti
Invece ha consumato prova l'esistenza successiva all'apertura dei cancelli dei Lager esistenza che io nel mio libro definisco la protesi di una vita amputata
Confinati all'interno di una dimensioni di un silenzio pieno di Paul di dolore pieno di pudore
Quello che noi sappiamo della realtà più profonda dell'universo concentrazionario della realtà dell'hacker deriva dalle parole dei testimoni
E sono state le parole dei testimoni atto come dire a fornirci la Scala
Con cui misurare in mozioni
Che provengono da un'esperienza che non ha riferimenti e che quindi non aveva proprio la possibilità di essere misurata sono le parole dei testimoni che ci forniscono la possibilità di avere un nuovo riferimento
Vedete come si accennava poco fa tutto quello che ne sappiamo diciamo così di oggettivo le prove documentali della Shoah
Deriva da dalle fotografie scattate dagli eserciti alleati all'interno all'ingresso dei campi di concentramento le riprese cinematografiche girate sempre dagli eserciti alleati quando sono entrato in campo
Dai documenti prodotti dagli stessi nazisti che non non hanno fatto in tempo a distruggere incalzati dagli eserciti alleati
Ma queste prove documentali chiamiamole così ci danno un'immagine piatta senza profondità della realtà della guerra
Perché
Attraverso queste prove noi vediamo gli internati le vittime sempre come l'oggetto non sono mai il soggetto
Ci appaiono come ombre piatte miracolosamente scampato allo sterminio
Ma avvolte in un colore grigio lo stesso colore del fumo in cui erano destinate a svanire
Queste prove questi elementi ci dicono tutto
Nell'età delle vittime il loro nome il numero tatuato sul braccio
Ho
Quanto tempo sono riusciti a sopravvivere a volte quando sono stati eliminati cioè fissano imprigionano
Un momento di quell'ora aberrante processo di compressione della dignità dell'uomo che è un grande teologo cattolico ma io Baptist Metz definisce il limite del pudore metafisico cioè ciò che un uomo ritiene di poter fare impunemente ad un altro uomo
Ma questi elementi non ci dicono niente riguardo a quello che gli internati le vittime pensavano provavano delle loro speranze delle loro angosce
Dei loro timori dei loro dubbi della loro disperazione
Di come vivevano
Quella fase di
Privazione della dignità dell'uomo prima della sua eliminazione nello sterminio di massa
Non ci dicono come morivano dopo aver sofferto
Queste cose le abbiamo imparate a conoscere a scoprire a capire solo grazie alle parole dei testimoni
Ma come si accennava come Noemi Disegni accennava chiaramente che il tempo non fa sconti a nessuno
E la generazione dei testimoni e destinata ad estinguersi
Anche se è un termine brutto male realtà fra un po'non ce ne sarà più nessuno
E allora la domanda banale inevitabile ci sarà in grado di suscitare quella vera e propria vibrazione fisica che solo chi
Approvato in prima persona quella tragedia in grado di trasmettere ma soprattutto chi potrà opporre
Il proprio vissuto ai tentativi di mistificazione che senza il minimo dubbio
Verranno portati avanti con maggior pervicacia di quanto già non si facciano
Io la mia risposta che sicuramente non è la risposta ma è forse una della risposta
è stata quella di di dare voce al silenzio della maggior parte dei sopravvissuti
Perché in realtà quel silenzio è un linguaggio un linguaggio articolato un impaccio complessa
Un linguaggio che racconta storie
Storie che che sopravvivono alla scomparsa di gennaio
Perché sono storie che non hanno tempo non appartengono al tempo
Sono poco me la luce delle stelle morte da migliaia di anni che continua a propagarsi all'infinito
Sono storie però difficili da intercettare difficili da ascoltare
Perché sono espressione di come dire di una diversa dimensione di pensiero
Sono storie che si manifesteranno vi si presentano piene di fumo Chiron easy interferenze che allora noi dobbiamo star lì come dire a a manovrare con delicatezza
Con leggerezza con amore la mano politica cercando di trovare la giusta frequenza la giusta lunghezza d'onda con cui sintonizzarsi
Dare voce a queste storie credo che sia questo il compito dei dei figli dei sopravvissuti e farà un po'
Franco fra molto poco dei nipoti dei cinque vissuti
Dare voce
A storie che non si sono esaurite con l'orbitare intorno a quella immenso recinto elettrificato che era Auschwitz ma storie che si sono riverberata e nel presente
Nel futuro nel tempo a venire
Storie che descrivono un'esperienza che è stata come un'esplosione nucleare
Un'esperienza che ha rilasciato radiazioni scorie e che come le radiazioni di ministro in esplosione nucleare ha continuato nel tempo a mietere vittime a produrre guasti a produrre paradossi genetici come le radiazioni
Vedete
La storia dei sopravvissuti non è terminata il ventisette gennaio mille novecentoquarantacinque
Ha continuato a
Come dire a produrre guasti io l'ho l'ho verificato tramite la mia esperienza diretta tramite mio padre
Un ebreo più voci
Un ebreo che ha trascorso quattro anni nel ghetto di undici fino a che detto non è stato smantellato
E poi è stato trasferito perché questo era il termine che si usava trasferimento non deportazione è stato trasferito allo stesso campo tipo di Primo levi a Monowitz buona
Come la madre è stata gassata immediatamente
E il fratello raggruppate e mio padre sono rimasti fino alla grande evacuazione alla marcia della morte
Cui Emmy rigorosamente sopravvissuto
E io ho provato a dare voce a questa storia io ho voluto che questa voce e questa storia non si disperdesse
E nel dargli voce ho cercato di confondere le due voci
Di rendere indistinguibili e questo perché il passaggio di testimone fosse il più lieve il più naturale possibile
E nel dare voce a questa storia
Io ho trovato che la mia condizione
Che potrei definire di testimone di seconda mano c'è il figlio di un sopravvissuto che non ha sperimentato direttamente
Quell'esperienza ma chi ha goduto di un osservatorio privilegiato
Offre paradossalmente qualche vantaggio
Oltre ovviamente a quello di non essere passato attraverso quell'orrore
Permette cioè forse
Essendo un po'più lontani nel tempo da quelle vicende di essere un po'più viscidi a chi ci ascolta
Di poter forse sviluppare un linguaggio una narrazione
Che è più comprensibile
Più vicina a chi per ovvie questioni di di tempo dieta è inevitabilmente portato a considerare quegli avvenimenti
Come
Le fotografie dei nonni dei visoni fotografie sbiadite ingiallite
Fotografie che si riferiscono a scorci di vita che incuriosiscono interessa no emozionano
Ma che non si sono vissuti scorci di vita che si riferiscono a tempi lontani in cui accadevano cose
Incomprensibili è spaventosa
Ma che oggi non possono più accadere
Niente di più sbagliato in libertà niente di più sbagliato assolutamente e io credo che uno dei compiti dei figli e dei nipoti della Shoah
Sia proprio quello di mettere dando voce al silenzio dei sopravvissuti di mettere in risalto il filo sottile che collega Auschwitz al nostro presente
A tutti i problemi che la nostra storia attuale ci pone
Perché ad Auschwitz NI Lager non si sono soltanto sterminati milioni di esseri umani ma si è cercato
E parzialmente si è riusciti di demolire l'idea stessa di un uomo
E di umanità
E credo che questo sia il compito vitale decisivo dei Figli della Shoah
Mantenere il legame con quella ferita che è ancora aperta che ancora sanguina
E che continuerà a sanguinare finché si porteranno avanti i tentativi di mistificazione della storia
Tentativi di mistificazione
Portati avanti creando una vera e propria Hummel ma semantica in cui affondare termini significati in crosta angoli di fango per poterli poi estrarre indistinguibili usarli non assoluta e totale disinvoltura
Credo che questo sia il nostro compito e il messaggio potente e attuale diamoci
Raffaella Di Castro
Raffaella Di Castro testimoni del non provato
Buon giorno a tutti buongiorno ragazzi ringrazio tutti gli organizzatori di questa iniziativa e ringraziamento non vuole essere solo formale perché quest'invito a mia costretto a tornare su un lavoro lungo e faticoso che si è concluso ben dodici anni fa
Ma in quanto percorso di memoria come cercherò di spiegare mai veramente concluso
Mi riferisco al mio libro appunto testimoni del non provato ricordare pensare immaginare l'asso anni la terza generazione e che è stato realizzato grazie a un fondo per legge dello Stato gessisti dove dall'Unione delle comunità ebraiche
E vorrei omaggiare la qui presente curative Pontecorvo che è stata la Superbike dover di questa ricerca
Appunto
In questo libro l'elaborazione delle mie memorie personali di figlia di ebrei che hanno subito le persecuzioni fasciste e naziste
Si intreccia I racconti di ventitré intervistati della mia stessa generazione e non solo figli dei reduci dei campi ma anche i figli dei perseguitati dei dei semplici tra virgolette perseguitati
Innanzitutto perché la chiamo terza generazione la chiamo terza perché la nostra memoria è una memoria mediata dal vissuto infantile dei genitori e da quell'adulto dei nonni
Ma soprattutto perché negli ultimi trent'anni siamo stati testimoni
Di una sorta di terza fase della memoria rispetto al formarsi del ricordo durante lo svolgersi degli eventi come ha ricordato anche David Meghnagi e alle tendenze memoriali del dopoguerra
E le trasformazioni avvenute in questa terza fase sono il passaggio da una vera e propria amnesia collettiva
Che per decenni nel dopoguerra in Italia in Europa ha relegato le persecuzioni e lo sterminio degli ebrei
Ha una memoria quasi esclusivamente privata in realtà più l'urto che memoria effettiva
Il passaggio dunque da questa amnesia alla memoria istituzionalizzata e celebrata pubblicamente
Secondo seconda trasformazione che caratterizza questa terza epoca della memoria è il passaggio dalla cosiddetta era del testimone
Che ha messo le testimonianze dirette delle vittime al centro della costruzione della storia e della memoria
Con grandissimi meriti ma anche molti problemi e rischi che purtroppo qui non c'è il tempo di analizzare quindi il passaggio dalla cosiddetta era del testimone
Alla ormai prossima storia e memoria senza testimoni
Già negli anni Duemila in cui anni in cui appunto ha realizzato le interviste la ricerca l'angoscia dei miei intervistati di fronte al lo scomparire di nonni e genitori testimoni diretti era molto forte
E anche era molto angosciosa già allora il ruolo cruciale di nuovi testimoni o testimoni dei testimoni che già allora erano chiamati a incarnare
Per anni come Justin è stato detto da chi mi ha preceduto nelle famiglie ebraiche decimate e lasciate sole nel proprio silenzio traumatico
Senza aver ricevuto un'accoglienza né morale né materiale e né una vera comprensione della portata universale della ferita
Per i figli in questo clima era vietatissimo o pericoloso toccare le scatole nere dei ricordi come le chiamano le i miei intervistati
Al tempo stesso come sa bene David Meghnagi e come hanno ben spiegato psicologi e psicanalisti in atti dopo erano inconsciamente chiamati a incarnare queste stesse scatole come candele o cripte della memoria
Nell'epoca delle giornate delle me della memoria istituita nel due mila uno
è diventato un dovere morale aprire queste scatole e consegnarle pubblicamente
Figli e nipoti senza aver avuto il tempo di elaborare di prendere coscienza dei morti dei vuoti dei meccanismi traumatici Essien biotici interni alle proprie sapere famiglie
Si affrettano tutti a intervistare filmare o come dico dice una mia intervistata spremere fino in fondo i sopravvissuti viaggiare sulle tracce del passato
L'angoscia e il trauma non elaborati e non elaborabile
Prendo le sembianze di un dovere morale ossessivo
E dice Sabrina i nomi sono tutti inventati per mantenere l'anonimato anche se alcune di queste storie che racconterò ormai sono diventate pubbliche queste molto significativo perché appunto le reali le interviste sono state realizzate in anni in cui queste storie ancora non erano state raccontate
Esclama Sabrina dovremmo farlo dovremmo farlo dovremmo farlo fargli domande farli parlare perché questa è una memoria che sparisce svanisce
Dovere che è fatto di sfide compiti missioni che sembrano conoscitivi
E memoriali al fine di assumere al meglio questo ruolo di testimoni dei testimoni
Ma che in realtà attratti nelle loro narrazioni rivela non la propria natura di impossibili viaggia indietro nel passato per bloccare il nazista salvare genitori e nonni resuscitare i morti
E infatti dovere di cosa anzi chiede Sharon che ha già di quarta generazione la figlia di una degna intervistati che esso è riuscito a intervistare si rischia di non saper più rispondere a questa domanda
Infatti così lei racconta un'esperienza che vorrei fare è andare in Polonia mi sento una cosa che che devo fare sono cose che devi fare mi sento in dovere
Non mi chiedere di cosa però mi sento in dovere nel vuoto di questi doveri In memory e missioni impossibili rischia di risanare lecco della minaccia nazista a quella che il Dine sommersi e salvati spiega molto bene come guerra nazista contro la memoria che torna a sigillare il passato nella testa degli ebrei e a ribaltare i fatti info all'Infanta asili e non comunicabili non credibili non traducibili storia documentata e memoria condivisa
Daniele capo capovolge infatti in un'idea della sua testa immaginaria emotiva traumatica il fatto storico dell'Argot consenso al nazismo e fascismo
Persino la RAI la retata degli ebrei romani del sedici ottobre rischia di trasformarsi in una sua Fantasia perché non sa bene quando per i suoi genitori e nonni è iniziata la clandestinità e quindi ossessionato da questo dovere di di fornire documentale di fornire prove finisce per trasformarla in una fantasia
Anche all'origine del mio percorso di memorie del mio libro io è stata la presa di coscienza di un vuoto angoscioso di cui fino a quel momento però ero soltanto abitata
Mia madre nata a Roma nel quaranta ad a differenza della maggior parte delle vittime mi ha sempre raccontato di quelle vicende per fortuna a lieto fine della sua primissima infanzia eppure io di questi racconti non ricordo nulla
Se non il suo pianto e la mia angoscia
La bambina perseguitata in fuga dai nazisti sotto falso nome
Ero io questa era l'Astoria non avevo bisogno di conoscere altro
Negli anni Novanta nel clima generale di rinnovato interesse memoriale storiografico nei confronti della sciava della Shoah ho iniziato a capire come quel passato rischiava di restare un'angoscia vuota
Sepolta dentro la mia testa senza spazio tempo ricordi
E storie da raccontare
Sempre in quegli anni ho collaborato a un Progetto di interviste a testimoni di prima generazione e la mia memoria ha cominciato a popolarsi di storie
Racconti volti date strade di Roma dove passo tutti i giorni
Solo allora scoperto con stupore che il convento di suore di clausura dove mia mamma e mia nonna per un periodo sono state nascoste esista davvero a Roma abbia Lanza e ancora mi stupisce quando percorro l'autostrada del Sole e l'indicazione per per l'uscita per Magliano Sabina Paese dove per un certo periodo la mia famiglia è stata nascosto
Nel tornare su queste memorie però oggi ancora una volta ho sperimentato che ricordare non è mai riaprire un cassetto ritrovare intatta la Madeleine
Ma è sempre un percorso dinamico in costruzione un incontro trasforma attivo al tempo stesso con il passato e il presente
Lo spunto per un modo nuovo di tornare a queste memorie me l'ha data un recentissimo viaggio in Andalusia
Ancora una volta un senso profondo da angosciati di vuoto che non riusciva a placare nonostante la spensieratezza della vacanza e il fascino per le architetture che visitavo
Le antiche Mosca e sono riconoscibili pur nel gesto di appropriazione umiliazione e sottomissione architettonica delle cattedrali in cui sono state trasformate
Dell'ebraismo nessuna traccia se non i qualche nome delle strade
Qualche la minuscola sinagoga di Cordoba qualche ricetta si far vita nemmeno ma per lo più il nulla la cancellazione portata a compimento
è noto fino a diventare quasi un luogo comune che l'ebraismo sia cultura del tempo più che dello spazio della parola dei riti dei gesti più che dell'architettura e delle arti credo tuttavia che nella sua capacità di resistenza e sopravvivenza nel suo modo di esistere nella pratica del ricordo vi siano anche doti architettoniche ed estetiche
Ovviamente dando a questi termini un senso lato simbolico e Prato in questa esigenza di una dimensione architettonica simbolica ed estatica vorrei indicare il compito che ci spetta a noi tutti ebraiche non ebrei
Di portare avanti la storia e la memoria della Shoah oppure nel vuoto di testimoni diretti
Piantando per l'Andalusia tra queste cattedrali trionfanti nel vuoto di tracce ebraica e mi è venuto in mente mio nonno Angelo Di Castro importante architetto romano cacciato dall'alba Casa delle leggi razziste
Ho ripensato in modo nuovo al Tempio di Livorno l'opera più importante che lui ha progettato e realizzato proprio nell'immediato dopoguerra
Non avevo mai riflettuto prima d'ora alla vitalità e al coraggio con cui in questa costruzione il ricordo degli ebrei assassinati
Si traduce nella riaffermazione dell'identità ebraica in forma e spazio architettonico pubblico e non più clandestino moderno e insieme antichissimo
E per usare il termine junghiano sin cronicità della psiche individuale e collettiva a Prato il ventisette gennaio
L'ordine degli architetti sa invitato alla cerimonia per annullare simbolicamente la cancellazione dall'albo di mia nonna e di altri architetti romani
Ma viaggiando per l'Andalusia mi sono ricordata di altri due nomi adottivi miei costanti muse ispiratrici primo le armi e Walter Benjamin anche sì in un certo senso architetti della memoria
Leggiamo infatti in se questo è un uomo la facoltà umana di scavarsi una nicchia di secernere un corso dirigersi intorno una tenue barriera di difesa anche in circostanze apparentemente disperate è stupefacente
Si tratta di un prezioso lavorio di adattamento in parte passivo in Conso e in parte attivo
Si potrebbe rileggere tutta l'opera di ieri come testimone come scrittore come chimico come una sorta di architettura della sopravvivenza e della memoria
Come il tentativo di gettare ponti che ha un'immagine che ricorre continuamente nei suoi scritti
Tra il mondo rovesciato di Auschwitz e il mondo il binario tra la demolizione della morale del linguaggio della logica messe in atto dai nazisti
E il dovere indù ineludibile di conoscere comprendere dire giudicare tra i sommersi e i salvati tre nazisti e noi che apparteniamo alla stessa razza umana
Famiglia umana scusate
Larry così come Walter Baia Beniamin pensatore per eccellenza della memoria sa che la memoria non è un souvenir che trasporta o resuscita il passato nel presente non è il testimone di una staffetta
Che semplicemente si passa di generazione in generazione o si sale Bracco si espone in un museo
La memoria è piuttosto la costruzione mai definitivamente compiuta di questo ponte
Difficilissima perché è sospesa sul vuoto come spiega il personaggio del romanzo la chiave a stella e che quindi lasciarsi tardi arte immaginazione come è già stato detto da chi mi ha preceduto
E manutenzione e non solo di precisi calcoli matematici
Vi è un modo di trasmettere il passato avverte Benjamin che indipendentemente dai contenuti e dai valori che vuole salvaguardare è più disastroso della sua scomparsa la sua celebrazione come un patrimonio ereditario
Il tempo è salvato ho ritrovato attraverso il ricordo perché la memoria non è che un residuo del tempo
Ma il gesto critico che interrompe il tempo come destino
E apre uno spazio immaginativo di nuovo l'architettura
è cioè immaginazione costruzione di un futuro diverso
Siamo testimoni del non provato i citando Maurice Blanchot in e intervistati di terza generazione perché indipendentemente dalle vicende
Più o meno tragiche subite da genitori e nonni sentono tutti persecuzione e sterminio iscritti nel proprio DNA come se termine che ricorre ossessivamente si trattasse di esperienza in prima persona come se fossi stato io ad Auschwitz come se in culla mi avessero detto guarda il prigioniero ad Auschwitz sei tu
La storia infinita la chiama gioia
Con questo però non intendo dare a figli e nipoti un ruolo sostitutivo di testimoniare come se la memoria fosse un'investitura o addirittura una trasmissione genetica secondo il modello razzista
Ne ancora una volta di fronte al negazioni e vandalismi neofascisti farci nominati dopo prova vivente di quegli eventi al posto dei parenti scomparsi
Testimoni del non provato non vuole essere una rivendicazione identitaria a partire dalla memoria dal trauma ma la condizione stessa della memoria in generale perché c'è Sempre nel rapporto tra presente e passato e non soltanto nel momento di scomparsa dei testimoni diretti
Qualcosa di non provato cioè qualcosa di perduto qualcosa di non compreso ma anche qualcosa di inedito di non ancora immaginato pensato e realizzato solo la manutenzione e la costruzione di questo spazio di questo ponte sto speso tra il non più e il non ancora ci consentono di interrompere la storia infinita
Della ferita e della frattura universale in cui tutti inevitabilmente ebrei e non ebrei ci troviamo a nascere
E se avrà ancora tempo nel secondo giro vi spiegherò a partire da alcuni esempi tratti dalle mie interviste come si può essere architetti della memoria grazie
Conclusione del primo giro di interventi studi poche domande
Con il titolo
Merita di essere spiegato alla città che continua a bruciare
Sì buongiorno in questo titolo mi è stato assegnato di ufficio dalla mica si Rafa Tucci che ringrazio anche per l'invito all'organizzazione che fa riferimento a un libro tanto per cambiare
Che è scritto più di quindici anni fa i si intitolava Mentre la città bruciava
Un libro che
Racconta visse gli anni che ho trascorso in Israele
E ad un certo punto
Descrivo il quello che i miseri o ma Shoah ossia il giorno della memoria israeliano e cosa succede che a le dieci del mattino suona una sirena
E in quel momento tutta tutto il paese e contemporaneamente si ferma si fermano le macchine gli autobus e le persone camminano per strada tutti rimangono immobili per due minuti
E la questo profondo suono della sirena attraversa tutte le strade e in quel momento
Si ricorda tutti insieme e nel libro descrivo come quando proprio ecco in quegli istanti ho percepito di far parte che il popolo di Israele
Cioè nel momento in cui tutti insieme ricordavano la stessa cosa coltivavano la stessa memoria ecco che io ho percepito di far parte di un popolo
Questo un tema asse penso che il giorno della memoria tutto sommato
Anche al di fuori da essere Luisella fremente più semplice perché il popolo e lo Stato ebraico e quindi tutti gli ebrei come dire disco che compongono maggior parte dello Stato
Condividono l'esperienza della Shoah dall'alto delle vittime diciamo
Penso che l'obiettivo tuttavia se vedo a quello che viene fatto con la memoria oggi potrebbe essere vorrebbe essere quello che tutti quanti potessimo essere capaci di fermarci
E condividere insieme ragionare coltivare insieme la memoria per sentirsi un unico popolo no un'unica partecipante sia vittime e no
Ma questo è un discorso più ampio ci vorrebbe più tempo per approfondirlo
Durante quel quei minuti di silenzio mi sono ricordato di mio nonno naturalmente perché mio nonno sopravvissuto si chiamava Guglielmo ha proprio come me porta il suo nome
E aveva un'altra famiglia prima della Shoah era sposato con una donna di nome Annetta disegni aveva una bambina di nome si Sella di otto anni
A dopo le leggi razziali decidono di fuggire sì mio nonno si procura i documenti e riesce a raggiungere il confine con la Svizzera però qui i fascisti li firmano gli arrestano e saranno tutti deportati ad Auschwitz ad Auschwitz appena arrivati
La moglie Annetta e la figlia si sale vengono subito assassinate
Mio nonno invece sopravvive e torna in Italia
Torna in Italia e
Si risposa conosce una donna vedo va con già un figlio si risposa e a un un un nuovo figlio un figlio sarebbe mio padre
Ora
Mio nonno è stato uno di quei sopravvissuti che non ha raccontato praticamente nulla
E soprattutto è morto perché ho Auschwitz aveva già più di quarant'anni
è morto piuttosto giovane a sessantasette anni e mio padre aveva al tempo ventisette anni e quindi non c'è stato neanche il tempo di di raccontare ma in quel tempo mio nonno ha raccontato quasi nulle questo per mio padre è stato un un dramma perché per tutta la vita ha sofferto moltissimo di questo suo essere figlio della Shoah di questo silenzio del padre anche se a pensarci bene se ci pensiamo il solo fatto di aver concepito un figlio dopo la guerra è una parola fortissima
Che vale in teoria molto più del silenzio di parole di descrizioni nel seguito dopo pensate un uomo di più di quarant'anni che ha appena perso
La sua prima la figlia la moglie che torna ed trova la forza di fare un altro bambino ebreo
E però questo uno dei drammi dell'esistenza non basta essere messi al mondo per trovare tutte le soluzioni per star bene
Quindi mio padre ha avuto un'esistenza molto difficile con tutto quello che anche clinicamente comporta
L'essere figlio della Shoah
Cosa ha fatto però io nel frattempo è riuscito a trovare una sola via infatti nel mille novecentottanta ha fondato la casa editrice Giuntina
E si dice degli editori che scelgano il proprio mestiere per fare dire agli altri ciò che non sono capaci di dire
Gli altri sarebbero gli scrittori
Nel caso di mio padre è vero parzialmente si potrebbe dire che lui ha fatto dire ad altri ciò che non è riuscito ad ascoltare e infatti il primo libro della casa editrice la notte di Elie Wiesel ma anche quelli seguenti a parlano chiaro il secondo si dice non non gli ho non gli ho detto arrivederci di frodi invecchia è stato prima citato il quinto figlio lo causa del dell'olocausto di Helen Epstein
E così via se andate a vedere il catalogo della casa editrice come dire questo parla in modo molto chiaro
Il tempo è poco passo di generazione in generazione in modo molto rapido
Per quanto mi riguarda naturalmente ho ricevuto un una memoria della Shoah legata alla storia personale si diceva prima una una una memoria personale molto diverso da una memoria collettiva e quindi la sua è stato anche sinonimo appunto di avere un padre di un certo tipo no
Con delle problematiche di un certo tipo e quindi il mio percorso personale è stato diverso infatti come ho raccontato prima sono partito finito il liceo in Israele per andare a scoprire questo stato abitato da una maggioranza ebraica ma anche questo poi lo scopro dopo naturalmente l'esperienza ma anche per trovare un'identità ebraica che si ampliasse che non si fossilizzarsi sul tema della Shoah ma che andasse appunto a vivere pienamente tutti quelli che sono gli ambiti di una cultura la lingua ebraica la letteratura ebraica
Il tutto la musica il vivere quotidiano no vive quotidianamente una cultura ebraica che non fosse solo legata alla Shoah
E quindi
Cioè se già si inizia a delineare un percorso abbastanza chiaro di generazione in generazione mio nonno sopravvissuto mio padre che con gli ha sofferto e coltivato la sua memoria io che si continua naturalmente a dare importanza a coltivarla che cerco a mio abbia volta di trovare come dire uno spazio più di anche di liberazione da questa memoria che non che sia si presente come bussola per la vita come valori importanti da da seguire ma che non sia una memoria che ho prima
E nel mio percorso l'ho trovato ho trovato come di una soluzione da un passaggio da Israele da una cultura ebraica a trecento sessanta gradi
La generazione seguente è quella delle mie figlie io due figlie di nove e sei anni
Si pongono nuovi problemi perché Atif sono arrivate all'età
In realtà l'età è ancora sarebbe stata già un'età ancora più più giovane perché oggi i bambini vengono in contatto con la realtà circostante assume in tempi al precocissimo mi non c'è da genitori non ce ne rendiamo neanche conto sono loro che tornano a casa e ci fanno capire sanno già tutto
Ad ogni modo anche per le mie figlie mi sono iniziato a chiarire bene venuto il momento di raccontare loro che cosa questa Shoah di cosa si parla
L'argomento
è complessa perché non sai con quale grado di emotività ad esempio la fonte è giusto affrontare l'argomento non sai se collocarlo nell'ambito della storia
Oppure nell'ambito della memoria se collocarlo nell'ambito civile oppure più in un ambito ebraico
Ad esempio spiegando la Noemi sono quando iniziato a parlare con loro molto lentamente mi sono reso conto che qualche cosa era già uscito perché quando già anni fa prima parlavo loro per esempio di pesa fra della Pasqua ebraica e della storia dell'uscita dall'Egitto della fine della schiavitù della liberazione degli ebrei
Ho sentito come se quel messaggio potesse essere ricollegato per come dire anche parlando un animo indifeso di un bambino
Anche alla Shoah cioè di mettere la Shoah all'interno di un contesto come dire come chiamarlo di destino ebraico no come se fosse un altro evento di una lunga storia ebraica
Che va dall'uscita dall'Egitto e passa per dire per attraverso la storia di puri ma è passa attraverso l'Inquisizione
Però come dire un modo per
Mettere come dire togliere la Shoah dalla storia inserirla in un coste entro un testo più pacifico poco più pacifico più semplice forse da accettare che quello della memoria questo come dire un po'non è un non non non è una risposta ma è un problema che mi sono posto rispetto alle mie figlie ma poi c'è un altro problema oggi il mondo è quando io ero
Diciamo avevo la loro età ora un po'più giovane
Era una situazione propizia perché il mondo tutto sommato era propenso
Ad ascoltare certe storie c'era un una certa come dire eravamo un po'la società lesso erano d'accordo nel fatto che si dovesse si potesse parlare senza contraddittorio no oggi
Uno va in una scuola per parlare di Shoah dicono no non puoi venire a parlare di Shoah perché non c'è contraddittorio no
E quindi come tua figlia delle bambine a dei giovani una memoria
Quando loro poi vanno fuori nel mondo con questa memoria che scopriranno che il mondo non è così pronto a riceverlo non è pronta a condividere con te e tutto ciò che rappresenta allora
Ha domande ancora
Più pressante come passare loro questo questa memoria pace è un altro discorso obiettivamente il mondo affronta nuovi problemi
No e il le le sofferenze il le atrocità della Shoah sono successe
Settantacinque passa anni fa il mondo come dire a nuovi problemi da affrontare allora quanto peso dare a una cosa avvenuta settantacinque anni fa quando dobbiamo porci problemi come i migranti per esempio che vediamo morire in mare no cioè sono il quale peso dare alla alla memoria alla memoria per concludere abbiamo tutti hanno già un po'affrontato il problema del futuro
Io penso anche come dice la senatrice segreti fra cento anni chiesti chi si ricorderà veramente pensiamo fra duecento trecento anni no
E quindi che cosa dobbiamo fare però esimerci da compiere il nostro lavoro
Dal coltivare oggi la memoria no penso di no penso che ogni generazione debba per dovere pensare alla propria generazione al prova quello che deve fare oggi
Senza preoccuparsi di ciò che sarà nel futuro altrimenti poi del resto se pensiamo al futuro non faremo più niente e mi viene in mente a riguardo è un esempio forse un po'estremo uno mi trascinò il famoso di che riguarda Muse
E per concludere anche con come dire segna un po'più ottimistico
E di Mosè che viene proiettato avanti nel futuro di alcuni secoli e si trova in una accademia talmudica cioè si trova in un luogo dove degli ebrei stanno studiando
La Torah la Torah che Mosè ci ha dato non dal dal Monte Sinai
Arriva in questo luogo ascolta la lezione e non capisce assolutamente niente Luís promo secca tavolata non riesce a capire niente
E allora inizia a preoccuparsi ma come il figlio queste cose come omesso non ho mai sentito parlare di queste cose pure
La Torah sono io quello come dire a porte per ricevuta e a un certo punto però uno dei maestri dice a un altro ma questo concetto tutta dove lo laddove lo ricavi dice beh questa ce l'ha insegnato il nostro maestro MOSE
Allora come dire monzesi tira un po'un po'su
E allora mi è venuto in mente di no di noi proiettati trecento quattrocento nel futuro magari anche noi sono sicure non capiremo assolutamente niente di quello che di quello di de delle cose soprattutto del modo in cui parleranno queste generazioni lontanissime ma forse magari legato a qualche episodio etico di moralità qualcuno diramate questa cosa dove le in parata e si ricorderà di noi che siamo qui a fare il nostro lavoro sulla memoria
Fin qui fin qui almeno il primo giro degenerazione di interventi ora però per noi estremamente importante ora siamo noi ad avere bisogno di colori estremamente importante così l'ascoltare le vostre domande le vostre curiosità o i vostri dubbi in genere in questi casi per esperienza so che le domande sono molte è difficile che qualcuno inizi per primo
Se però per caso ci fosse già un coraggioso
Vuol fare la prima domanda facciamo subito un giro non ho sentito
Prego
C'hai un
Io avevo parte una domanda allora Stivala come in piena di gente
Perché prima lei ha parlato della metabolizzazione delle venti del processo della tragedia lascio anch'non solo nella nelle menti dei testimoni diretti ma anche in I figli del dopo
Voleva parlare di un fatto questi stile pochi giorni fa quando sono andata al cinema Farnese ho assistito alla proiezione di un documentario intitolato Kinder blocchi l'ultimo inganno sulla tragedia della dei bambini campi
E ciò che mi ha colpito è stata l'intervento di un uomo che alla fine della proiezione si è alzato e ha di un'altra domanda al curatore il documentario dicendo
Ma poi se io che sperare che mio padre militare fascista Lubiana fosse sincero quando mi diceva che lei non sapeva niente mi sa che abbia di Sacchi di come una trattati alle persone nei campi
Il comma tre documentari ha risposto no non ha tutti a conoscenza di diciamo che avvenivano in campi e allora volevo chiedere a lei esperto di psicoanalisi cosa può succedere nella mente di quest'uomo che da una parte ricorda divo del padre
A che praticamente la stampa ha mentito e dall'altro deve fare i conti con la storia con tutte le testimonianze
La parola persone devo dire che mi assocerei a questa domanda effettivamente la domanda e cosa succede
Nella mente e nella psiche della seconda generazione della terza
Prego Walter penso che
Io mi complimento con lei che ovviamente portatrice anche di un discorso più ampio dei ragazzi delle scuole segna che i vostri docenti hanno lavorato bene
E soprattutto che voi siete dei ragazzi intelligenti che lavorano in questo lo apprezzo molto perché le cose funzionano se c'è un seminario a un dibattito
Sono se dietro c'è un lavoro continuativo nel tempo ed è uno dei motivi per cui ho contribuito per conto del nostro ateneo a promuovere una rete scolastica europea di docenti che mettono insieme le buone pratiche educative
Lei ha centrato il problema ha centrato il problema dell'antisemitismo oggi perché vede anche negli interventi che ci sono stati molti si chiedono come mai
Nonostante la tragedia dello sterminio ci sia l'antisemitismo io ho una risposta psicanalitica c'è un antisemitismo legato alla tragedia dello sterminio
Ossia accanto all'antisemitismo
Nonostante Auschwitz c'è un antisemitismo che ha come origine tra virgolette le incapacità di elaborare il lutto di Auschwitz da parte dalla cultura per reazione e
Che ha come
E lo vediamo anche in queste commemorazioni da me ne avrei hanno un ruolo ambivalente
Di sacerdoti guardate che il sacerdote o ha una funzione ambivalente
Cioè se gli Abbey diventano i testimoni della tragedia che li riguarda in primo luogo che permette al resto dall'umanità di ricordare sono in una posizione ambivalente pericolosa anche per loro per questo io ho detto prima nel mio secondo intervento voglio soffermarmi su questo
Cioè noi possiamo vincere la sfida
Se il problema della memoria del ricordo e condiviso e io sono convinto che ci siano gli elementi per renderlo possibile facciamo un esempio
Come mai in Italia nonostante ci siano stati ottocento mila soldati deportati di cui almeno cinquanta quaranta mila sono morti perché hanno rifiutato di combattere per sanno non sono stati ricordati
Sono stati come dire soltanto di recente la Presidenza della Repubblica gli ha riconosciuto
Un ruolo importante che hanno permesso
Un fatto importante che la cosa finisse prima voi immaginato ottocento mila persone inquadrati in salvo che cosa questo avrebbe potuto significare nel Nord devo e Italia
La guerra sarebbe stata ricattata ulteriormente sono utili a noi sono stati deportati sono stati dimenticati
La loro memoria riemersa soltanto di recente e io ho incontrato diversi meritare che sono venuti a trovarmi ringraziarmi perché ho posto la questione in sé ma Giuntella tantissimi anni fa sul problema della memoria di sondaggi
Allora l'impossibilità di elaborare il lutto produce
Una posizione schizzo parallelamente in psicanalisi la chiamiamo posizione schizza paranoide cioè di odio di ostilità verso una persona che la scollatura Sollai esistenza tiri convinta che si colpevole di qualcosa
E in realtà tutto questo dal punto di vista culturale pelle l'esito di una costruzione
Ce n'è non dobbiamo cadere nel tranello
Il ricordo di Auschwitz per lungo tempo è stato un ricordo degli ebrei in primo luogo nella cultura collettiva era un fenomeno inscritto nella tragedia della Seconda guerra mondiale era una delle tante tragedie della seconda guerra mondiale tutti hanno sofferto gli abbiamo sofferto di più ma era derubricato alcuni hanno capito che invece li c'era un buco nero della civiltà che sta riemergendo riemerge a partire dagli anni sessanta con la crisi delle ideologie progressiste
Crisi del socialismo crisi del comunismo crisi delibere in crisi di tutto
Cioè la civiltà europea smarrito qualche cosa disse ebbe deve cercare di trovare il modo di ricomporre le infranta
L'incanto lo possiamo ricomporre uno non colpevolizzando nessuno
Mai avrei non colpevoli siamo nessuno nessuno è responsabile delle colpe dei genitori
Il problema è che se non abbiamo un'immagine positiva dei nostri nonni dei nostri genitori abbiamo difficoltà elaborare foto e questo spiega anche l'ostilità verso Israele verso gli ebrei oggi
Che vengono percepiti come qualche cosa di fastidioso
Ne dobbiamo cercare di non cadere in questo tranello
E creare una comunità di persone che condividono un progetto culturale fondato sul rispetto delle persone che hanno dei quaranta sono io riguarda tutti
Quindi se un nipote di un nazista
Elabora il dolore io sono partecipi al consorzio allora perché per me
Io non ho vissuto la tragedia della Shoah e non ho proprio avuto parte parenti deportati in Libia per poco non avveniva la Ciovasso esso e moto un quarto della comunità ebraica dalla Cirenaica la mia famiglia subito le persecuzioni fasciste prima
I deportati ebrei in Germania che sono tornati in Libia non ho fatto in tempo a tornare in Libia che c'era pogrom arabo contro gli ebrei nella storia per me la famiglia ci sono stati tre pogrom
Ho quindi ho vissuto sin da bambino con questo sentimento e nel mille novecentosessantasette nel terzo poco non quando la polizia venuta prenderci per portarci non campo noi ci siamo rifiutati di andare con la polizia
Perché mia madre è mio fratello più grande
Avevano cognizione di quello che è successo in Europa insomma con la polizia non andiamo dobbiamo trovare una soluzione e ci sono state due famiglie assassinate con questo trucco da parte di un complotto di soldati ovviamente non era nazismo la monarchia ci proteggeva ma era saltato tutto
In quel momento quindi le memorie lavorano
Allora se il nipote di un nazista l'amore il dolore io li devo essere vicino
Per lui è più difficile perché non c'è un'immagine idealizzata dei nonni
Guardate che non si può vivere con senza un'immagine idealizzata dei nonni e dei genitori idealizzazione non può essere assoluta
Ma dobbiamo integranda Coleman cena però come si fa a
Si può fare se attende uniamo
La posizione scritto permanente cioè se non consideriamo gli ebrei colpevoli di essere sopravvissuti
Se non consideriamo gli avrei colpevoli perché vivano perché guardate che il vero problema sta coi se voi scavate sotto stavamo pace questo dobbiamo stare attenti stiamo giocano col fuoco e il fuoco lo dobbiamo spegnere e trasformarlo in una luce che accende la vita tutti allora chiudo qui
Il problema ci riguarda tutti
Dobbiamo trarre una lezione politica culturale proiettata nel futuro cosa rende possibile lo sterminio di una popolazione
Dobbiamo fare nostre alcune cognizioni
Ci sono quattro fasi
La demonizzazione lo accennava all'inizio la presidente dei segni
Nel caso delle pervenuta nel corso dei secoli la demonizzazione è un pericolo grandissimo
Dopo la demonizzazione c'è la definizione quindi noi oggi riflettendo sui temi di oggi dobbiamo essere attenti critici vedere che ogni qualvolta c'è una costruzione arbitraria del nemico Panza dopo c'è una definizione se c'è la definizione la definizione seguita dall'esclusione dopo l'esclusione la ghettizzazione possibile fare resto questa è l'elezione
Quindi a possiamo lavorare insieme
E dal punto di vista psicanalitico
Per esempio adesso esistono dei gruppi terapeutici dove lavorano nipoti dei sopravvissuti e nipoti per esempio di pass ma questo si può avvenire può avvenire all'interno di una cornice condivisa
Per esempio io spero che un giorno in questa esperienza possa essere estesa a tutte le esperienze drammatiche dove ci sono conflitti etnici conflitti politici conflitti religiosi
Ma tutto questo è possibile se c'è senso dei limiti pazienza saggezza soprattutto cognizione del dolore col dolore non si scherza
Il dolore può bruciare può distruggere può trasformare le persone persone ostile violente ma se elaborato il dolore di luce che illumina il mondo
Perché rende consapevoli le persone e le rende capaci di diventare da vittime testimoni
E il testimone non è una vittima il testimone guarda lontano
E invita a guardare come i profeti biblici
Come Tiresia
Anche se era cieco guardava lontano
Devo invitarvi delle risposte
Purtroppo devo invitarvi a delle risposte il più possibile sintetiche se non ci sfugge tutto il tempo questa mattina e non riusciamo né a fare un secondo giro interventi né ad ascoltare le altre domande
Che sono sicuro ci sono quindi chi ha da chiedere da porre una domanda ora aspetta che arrivi il microfono
Allora io e le mie compagne abbiamo alcune domande riguardo il libro il bambino nella neve dirigo Alcorn in primo luogo lei ricorda i eccita il pogrom accaduta nel mille novecentoquarantasei
In Polonia ecco volevamo chiederle cosa è accaduto precisamente e soprattutto qual è stata la reazione della comunità ebraica riguardo
Col core mi raccomando i tempi sì anche un minuto un minuto cos'è accaduto esattamente ciò che nel libro e siccome il tempo non c'è rileggere quello e la salita
Infamia di sangue ebraico usa guarderà ecco cristiano usato per farle
Le aziende la reazione della comunità ebraica è difficile dirlo perché siamo nel mille centoquarantasei in Polonia la comunità sono i sopravvissuti e ci sono persone che sono distrutte
La reazione per è stata che la maggior parte degli ebrei è nata dalla Polonia
Se ne va soprattutto nei campi person nei campi perde in Germania delle persone displaced persons persone
Spiazzate persone fuori luogo e da lì raggiungono poi io Palestina del sistema o o o o la o o gli Stati Uniti aggiungo un'ultima cosa
Che si ricollega forza alle cose che ha detto il professor Meghnagi per certe per certi versi guardate che la vittima
Non suscita spontaneamente nessuna compassione nessuna pietà se voi guardate quello che è successo in Europa attraverso la letteratura
I ricordi vivibili dei ricordi
All'apertura dei campi di sterminio
In Polonia certa sostano ondata di antisemitismo molto forte ma c'è anche altrove succede anche a Praga non ricordo l'esaltante l'autrice del libro il nome
Che torna a Praga ma come sei sopravvissuta
Nella stessa Germania quando leggete le storie dei campi profughi in Germania tra il quaranta cinque quarantasei quarantotto quarantanove che sono stati smantellati smantellati perfino nella democratica Inghilterra
Cioè se non si elabora quella cosa lì deve essere c'è la vittima se è stata a ma se c'è stato se è stata possibile la sola
Vuol dire che forse gli ebrei se la sono meritata
E qui resto torna moltissimo oggi dalle critiche a Israele che ci sono delle critiche sacrosante che figuriamoci io
Che ne pensa però ragazzi attenti a queste cose cioè essere lì per questo che l'elaborazione oltre a quello che ha detto prima che si che è stato detto in precedenza
Tutta la questione dell'istruzione della preparazione di capire il contesto storico ce il lato politico
E cioè anche bisogna capire e qui veramente mi taccio che la vittima va aiutata e compatti in quanto vittima non vuol dire necessariamente che sia una persona buona ma questo è un altro discorso ancora
Però estremamente importante anche rispetto poi a quello che succede oggi con come ci credono gli altri cioè come vedono noi ebrei gli altri o come vedono Israele di altri
La vittima può essere per niente buona
E il capro espiatorio può essere anche colpevole però diventa capro espiatorio in quanto simbolo di ogni male che trascende la sua vera colpevolezza piante di ebrei non erano né cattivi in colpevoli dico solo che il meccanismo
Di identificazione con con la vittima è difficile e come è stato detto morto Maria prima di me molto ambivalente
Prossima domanda
Ce ne sono due uno proposto
Per problemi al microfono
Io invece volevo soffermarmi
Sugli logistica sugli ostilità emerge appunto dal suo libro da parte della popolazione polacca
Nei confronti della comunità ebrea volevo chiederle se lei da piccolo ha sentito questa di discriminazioni nei confronti degli ebrei proposto qualcosa
Risponderà
Sì veramente come si e no non gestire l'ostilità si c'è nell'aria ma no personalmente non ho mai sentito
Un'ostilità avverrà ma l'antisemitismo passa attraverso altre cose l'ostilità però io vi ringrazio che avete letto il mio libro ma magari anche domande altre per reati gravi un'altra domanda sopra
Dove volete vengo al vostro i nella nostra scuola un'altra volta parliamo del libro sono disponibilissimo nello un'ottima idea sempre quindi
Proprio sotto la mano di due il primo
Domande
Alla domanda dalla stessa benissimo ci sarà magari qualche domanda anche a questo lato della della sala non è detto che devono essere per forza studenti a porre domande immagino che qualcun altro in sala abbia prego sì
Possiamo fare arrivare il microfono alla signora qui
Un attimo solo le aveva il microfono
A proposito delle cose che sono state dette di voleva ricollegandomi alcune cose che sono state dette sulla vittima
Sui testimoni allora il ricordiamoci che i testimoni hanno testimoniato la loro umanità
E questo che arrechi stanno se continuando a testimoniare e questo che rende che ha reso la testimonianza di testimoni
Recepibile perché non ci sono ma almeno Firenze esperienza non si sono mai presentati solo come vittime
Comunico l'ONU vomitano perché hanno detto noi non siamo vittime perché lo lo sono stato la loro vita è stata comunque segnata da quell'esperienza e l'estetica figli saranno su quindi sono stati vittime però si sono si presentano come esseri umani con la loro ricchezza umana verso io ricordo particolare Piero Terracina dei io amavo particolarmente e spesso l'editore gli scrittori Lelli si presenta come uno scrittore si presentato che testimonia che non riesce a dar pare ora a quelli che sono stati veramente le vittime e che sono scomparsi che sono i sommersi
Però ecco il discorso i discorsi che sono stati fatti in età ai relatori vi sono stati molto interessanti proprio da questo punto
Io vorrei chiedere Marcello Calò Screen pervenire a questo punto perché
Il Lulli l'umanità del Fatah sapere costruita per lui nella nel suo libro esce dentro diagramma
Allora ma io non parlerò del mio libro io parlerò anzi mentre sicuramente gli altri relatori daranno il meglio di loro stessi nel secondo nella seconda parte del loro intervento io prova a dare il peggio di me stesso perché debbo fare una confessione
Una confessione che però si riaggancia in parte a quanto detto poco fa dal professor Mencacci
Vedete e quando si parla di memoria e poi generalmente di memoria si parla solo nei giorni comandati no perché per il resto l'argomento sfugge
In me succede uno strano fenomeno fisiologico ciò sento che la pancia comincia a Gore fogliare comincia a espandersi
E secondo me nel mio stomaco su entra ci si infila un dito in bocca un di Bubka che piano piano prende il sopravvento assume lascia entrare vita della mia Fisiologia ed esautorato la testa
Perché quando sorge il problema della memoria di cos'è la memoria eccetera eccetera a la risposta a quella domanda viene sicuramente dalla pancia e non dalla testa eh sì manifesta molto ebraica mente sotto forma di tante altre domande
Per esempio e mi chiedo
Ma perché mai noi ebrei dovremmo essere i custodi della memoria altrui
Altrui
è un'altra confessione nel senso mi rendo conto dell'approssimazione della non correttezza di questa definizione ma con la pancia difficile ragionare no la pancia non ragiona
Io mi chiedo perché noi ebrei dovremmo essere i contenitori da cui attingere
Gli spunti
Per celebrare una memoria occasionale rituale che poi mai o quasi mai a si trasforma in una discorso serio rigoroso e intransigente in un approfondimento della reale livello di coinvolgimento e di responsabilità
Io mi chiedo perché mai noi ebrei come dovremmo assecondare una memoria occasionale è un po'rituale
Che scaturisce da eventi di cui noi siamo stati le vittime non li abbiamo creati nuovi
Prendiamo per esempio qui ci sono molti studenti prendiamo per esempio il tema della legislazione razziale no del mille novecentotrentotto
In Italia si continua come si è sempre fatto en come dire ad affrontare l'argomento in modo molto sbrigativo molto banale
Sì ci si affida ai vulgata no si dice essi vero quell'antisemitismo di Stato fu ha colto senza nessuna reale opposizione a parte pochissime voci coraggiose
Nella migliore delle delle ipotesi fu accettato con indifferenza
Ma quell'antisemitismo di Stato si dice
Non prevedeva una soluzione finale come per gli ebrei come per i nazisti si voleva opprimere si voleva bandire gli ebrei dalla Società si voleva privarli dei loro diritti politici e civili economici ma non si voleva far scorrere sangue prego
Sangue ebraico cominciò a scorrere dopo che i nazisti sono arrivati in Italia per cui vedete i cattivi sono loro non siamo noi e poi come non considerare a gli innumerevoli episodi di solidarietà di coraggio con cui tantissime istituzioni civili religiose
Tantissimi privati cittadini hanno messo ha proprio a rischio la propria vita per salvare o per nascondere gli ebrei per impedire che venissero deportato
Tutto questo testimonia
Sicuramente del buon cuore l'italiano
E tutte queste sono suggestioni vere almeno fino a un certo punto
Perché in realtà dietro questa narrazione un po'consolatoria un po'autoassolutoria
Ci si rifiuta di come dire di affrontare criticamente un momento che è sicuramente stato il lì momento più basso mai toccato dalla nostra storia
E tutta la partecipazione la condivisione persino l'indignazione vengono incanalate verso il ventisette gennaio giorno in cui si celebra la Shoah
Gio cioè si commemorano ufficiale si commemora la Shoah giorno in cui per tutto il giorno sentiamo
A ristorare nomi come Auschwitz Bergen-Belsen messo Hobbit Borda cauto affermano Treblinka tutti nomi che al solo sentire fanno venire i brividi no e anche questo è un modo di dire
Vedete signori la vera barbarie sta lì rispetta quella roba lì quello che abbiamo fatto noi robetta
Poca roba
Come se le leggi razziali il sedici ottobre mille novecentoquarantatré lo sterminio di svariate migliaia di ebrei italiani non facessero parte a pieno titolo della Storia della Shoah
Ma comunque piano piano come dire questo di Bubka si rasserena comincia zitti sì
E lascia come dire lascia spazio alla testa che finalmente riprende il controllo della mia Fisiologia
E mi dice che forse è giusto così forse bene così
Perché noi ebrei sappiamo cos'è la memoria la memoria
è un po'la l'essenza della nostra identità così come si è venuta formando attraverso due mila anni di dispersione
Ray esilio
è una memoria di cui non escludiamo continuamente anche senza saperlo anche senza essere religiosi o tradizionalisti come sono io
è una Minoia come dire che si ispira a a echi risonanze che provengono da tempi antichi che ricorre a ricordi a frammenti di ricordi
Che possono appartenere a alla vita familiare a riti religiosi a qualunque cosa ma che creano quella che Wittgenstein chiama la somiglianza di famiglia una identità basata sulla memoria ma una memoria come diceva il professore di Mecacci la memoria digerita menti metabolizzata usata
Per cui tutto sommato è giusto così giusto bene
Di book venga messo da parte la testa riprenda il sopravvento
E ci dica che è un grande rabbino e studioso ebreo bensì a un boxer ha scritto che la memoria un fatto dell'universo
E che dimenticare crea una frattura una una distorsione nel divenire dell'universo
Perché per noi anche se ci basiamo su tutte le interno gli ebrei intento feci basiamo su la gamma pressoché infinita di possibilità nostalgiche che la memoria ebraica in grado di offrire per noi la memoria e di verifica
Questo è la la chiave vera del nel è lo strumento che attraverso ricordo ci permette di restituire dignità e autorità alla soffre
Ed è per questo che
Esautorando completamente quel diavoletto di un di bocca
E ripristinando la logica
Io dico che quando si affronta un argomento che ha così gravemente lesionato i principi fondanti del nostro modo di vivere della nostra concezione della vita
Allora credo che
Quando si tratta di ricostituire
Il principi di dignità di centralità dell'uomo allora la responsabilità simbolicamente tra vittime trenta figli e nipoti vittime figli e nipoti di carnefici tra virgolette
Va accomunata e va va presa in considerazione e bisogna a zittire i vip lascia ragionare la testa come in modo molto più ha corretto di me ha detto prima il professor Mencacci
Voleva intervenire anche sono in volo poco programma su questo
Sì la
Anch'io mi siedo sempre perché bisogna coinvolgere gli ebrei neri negli eventi sulla memoria le istituzioni ebraiche debba avere sempre una ruolo centrale come se non si possa parlare affrontare il discorso senza una presenza ebraica che questa domanda il TAR viene fuori tanto più che se l'idea di fare memoria è di creare una società più consapevole no e certi meccanismi di certe responsabilità
Allora questa società dovrebbe essere autonoma dovrebbe riuscire a compiere lo sforzo di organizzare questo processo da sola senza appoggiarsi sempre a un lato ebraico
Ma in realtà motivo secondo me c'è che la memoria è stata tirata fuori dal dimenticatoio dagli ebrei
Soprattutto essendo ebreo un certo punto non avessero detto no veloce la vogliamo ricordare oggi non ci sarebbe forse niente
E quindi come dire il fatto che oggi continuiamo a essere chiamati in causa secondo me Aurigemma in quella nostra come diciamo nostra virgolette iniziativa Hannah Arendt Elie Wiesel primo lei rima e anche precedentemente ci sono stati tentativi soprattutto in ognuna sovietica dovrà essere pubblicato un libro nero che è stato bloccato
Esatto Grossman certamente e
E infatti dopo che il come dire il discorso sulla memoria iniziata prendere spessore quantità è venuto fuori anche il concetto forse dal gruppo a ricordare insieme al sociologo israeliano che non di cui non ricordo il nome ma un concetto fondamentale che il mondo non ci perdonerà mai Auschwitz no
Cioè questo discorso sulla memoria è stato attirato fuori dal mondo ebraico
E Fassi
Che è un ha preso come dire una
Una dimensione così grande e così tremenda che il mondo non può sopportarla
E paradossalmente la vittima come passo e c'era anche in tanti anni altri ambiti diventa responsabile anche nelle azioni del carnefice
Insomma volevo dire e quindi discorso amaro quello della presenza oggi degli ebrei necessaria degli ebrei oggi negli negli incontri sulla memoria
Io vorrei soltanto dire che è una necessità che devo sono stati esclusi dal dibattito
Della memoria Bray per decenni cioè la memoria della tragedia la seconda guerra mondiale dalla memoria della Resistenza e della Momo e dall'antifascismo sono molto dominante quante migliaia di ebrei sono morti combattendo un milione e mezzo di ebrei hanno combattuto durante la seconda guerra mondiale
Mezzo milione di avrei nell'nell'Armata Rossa centosettanta mila soldati dall'Armata Rossa era morti erano ebrei mezzo milione di soldati nell'esercito americano
Due mila partigiani in Italia su quaranta mila ebrei cioè la presenza è stata massiccia è stata volutamente rimossa perché si celebrava o la lotta dei popoli sovietici o la lotta antifascista e quindi è stato uno spazio che gli ebrei hanno continuato e che con la crisi delle alterna le azioni emerso ed è bene che sia emersa il vero problema e che lo dobbiamo fare insieme
Nonché gli ebrei non lo debbano fare perché se ne va e non lo fanno qualcuno lo farà conto dei loro domani guardate stiamo attenti io molti mi dicono basta quel giorno dalla memoria sì così domani faranno il giorno della memoria contro gli ebrei e c'è già chi lo vorrebbe fare
Quindi che avrei ci saranno sempre
A ricordare Persei in primo luogo e per gli altri e con gli altri e gli altri e deve ricordare insieme agli ebrei è questo il messaggio che dobbiamo trasmettere trasformare anche sul piano pedagogico
Non c'è la guerra tra le memorie non c'è cannibalismo la memoria ebraica è paradigmatica e aiuta a capire tutte le altre sofferenze
Questo è il messaggio che dobbiamo trasmette il paradigma di Auschwitz la tragedia di Auschwitz è un paradigma per comprendere anche altre cose ma non per usarlo contro gli ebrei come alcuni vorrebbero fare
Quindi che gli ebrei siano dei sacerdoti è inevitabile
Il problema di essere consapevoli è tutto qui dobbiamo essere consapevoli pensiero critico niente di più e sapere che questi problemi non si risolveranno ogni generazione dovrà uscire dall'Egitto
Ogni generazione deve combattere per la sua libertà
E quindi noi stiamo facendo oggi
Questo processo di ritualità dazio all'attualizzazione è un bene se non ci fosse il giorno della memoria quella sofferenza individuale e collettiva non troverebbe il modo di essere elaborate collettivamente io non sono contro il rituale
Non sono contro i lituani e rituali servono all'importante che non siano svuotati
Siano alimentati da questa sorgente
E io ti ringrazio la perché tu sei anche un artefice di questa storia per quanto io il si tende al pessimismo
Però nel processo complessivo di costruzione dove vuole che un processo molto articolato e molto complesso certo la testimonianza o comunque l'apporto storico di un ebreo è fondamentale in questa pagina qui
E sono qui con voi non sono ebreo ci tengo a precisare questo non è vero che manchino le sponde nella narrazione dall'altra parte il problema è che settantacinque anni
Che sembrano enormità cioè collocano per ragazzi come loro questa vicenda più vicina quasi alle guerre puniche non la nostra vita attuale in realtà sono un nulla rispetto a ciò che è successo basti pensare che per capire qualcosa di ciò che è successo sono state create parole nuove la parola genocidio non esisteva prima
è oggi le Nazioni Unite lavorano sul termine genocidio è stata creata una giurisprudenza come sottolineato al quindi in aiuto di una giurisprudenza nuova perché Norimberga CSR per poter agire oggi sui crimini internazionale di guerra quindi è qualcosa che si son tante settantacinque anni ma di una come dire
Una elemento che nella storia non si era mai posto prima quindi non è assolutamente facile affrontarlo ma io non sono un relatore non voglio intervenire sostituirmi offre direi una cosa ottimistica una un attimo solo che va chiesto un attimo prima di fare l'ha chiesto la parola scusa paese chiedo scusa rispettiamo un minimo di ordine mi scuso per essere intervenuto gli avrebbe tolto tempo professoressa Pontecorvo solo un attimo facciamo insomma
No
Facciamo intervenire un attimo
Nel ghetto di Varsavia quando c'è stata la rivolta i componenti dei nel gruppo avevano dai quattordici ai diciotto anni
Erano Giovanni
E
Come dice rotte nel vice comandante
Dopo Edelman
Il suo libro che è uscito con l'italiano
Loro dissero lo facciamo
Per ridare fiducia nell'umanità
Cioè avevano il senso di fare una cosa per tutti non solo per salvare il loro loro partirono in quest'impresa col veleno del può decidere fossero stati presi
Soprattutto le donne
Hanno ragazzine ragazzi e questo secondo me eventi un fatto importante
Io ho insegnato per cinquant'anni tra la scuola le università e credo molto nei giovani
Credo che i giovani abbiano l'incapacità rafforzerà
Di reagire e questo mi sembra mi ha fatto molto positivo l'invidia premio nazionali voltargli Occhetto
Per liberare l'Europa per l'umanità
Venti di guerra
Un fatto importantissimo
D'altra parte correndo partecipato ha incontri in cui c'erano dei dei giovani di già allora Afghanistan
Siriano
Organizzati dalla storia dettagliata trova sono rimasta comune commossa assente dal erano ragazzi di tredici anni c'è la storia di uno che passa per la Turchia
E si fa portare in Grecia Calcanhotto non sanno nuotare
Non ha mai visto il mare
E quando arriva in Grecia
Buca il canotto perché non fossero non lo riportassero indietro e riesce a imbarcarsi in una nave per l'Italia
E signori ma questo coraggio un celate dice anni in coscienza ovviamente anche gli affrontare pericoli però questo è importante per i giovani di oggi che il destino è nelle loro mani
Non siamo noi che ci dobbiamo indicare
Noi possiamo portare queste cose secondo me la storia del ghetto di Varsavia contiene oltre questo messaggio
Anche il fatto che componenti sì gruppo conservarono in certi recipienti che seppellirono sotto terra la memoria di quello che facevano volevano conservare la memoria al hanno aderito presente questo anche una
Che era non era un atto
E io qua colleghi soltanto una piccola cosa visto forse con del lavoro lire
Che mi ha fatto forse si tratta
Io responsabile però invece che hanno dato non sul piano Kokura guidata dalla nostra comune collega Marilena variante sì
Nel fare un'intervista intervista è una conversazione è un'interazione non è una retta cosa quindi è molto importante analizzare gli auguro verificherà multicolore dicitura
Perché in tutte le nostre situazioni dove abbiamo delle situazioni interazione
Sottolineare
Prima
Mi associo anch'io ringraziamenti assillato atroce per come ha organizzato questa mattina quanto tempo abbiamo giusto per capire
Nel al massimo quindi veramente i tempi sono queste perché immagino ci siano anche altre domande però l'ha chiesto la parola così completiamo anche mungitura interventi tra tutti Raffaello di Cassano
Ringrazio anche per questi ricordi Clotilde che accento quello con cui ogni cordetta all'inizio del mio intervento
La memoria non finisce è un percorso Santa in costruzione Sempre in trasformazione e con questo passaggio dibattito che si è un po'ha creato qui e da questa parte
Perché gli ebrei devono ricordare le memorie degli altri perché se non sempre chiamate in causa in in queste in questi eventi io allargo la domanda e la rivolgo a voi ragazzi principalmente perché secondo me è da qui che bisogna partire
Perché bisogna ricordare la Shoah ancora oggi
Bisogna ricordare la Shoah perché lasciava è stata un tentativo non solo di distruggere vite umane di cancellare un intero popolo dalla faccia dalla terra
Ma è stata anche un tentativo di cancellare la memoria
Di cancellare la memoria insieme a tante altre facoltà umane
Questo lo spiega molto bene molto dettagliatamente primo Larry in I sommersi e i salvati parlando della guerra nazista contro la memoria e spiega tutte le armi usate dai nazisti contro questa guerra non si trattava
E tra le armi principali usate dai nazisti
C'è quella di delegittimare di svilire completamente le vittime di fargli perdere il senso della loro umanità oltre alla minaccia
Non sopravvive Rete masse anche sopravvivere che nessuno vi crederà e quindi non sarà possibile costruire storia e memoria
Da qui l'ossessione documentale Carlo ancora arriva alla mia generazione vi ricordate gli esempi che vi ho portato bisogna filmare bisogna e chiedere bisogna farli parlare se ne ha una memoria che svanisce non resta niente
E
Parte stila scusate
Un'ultima osservazione qualsiasi punto
Ho perso completamente il filo
Cosa
Nello stesso periodo insomma ci ha veramente un po'volatilizzata io
No ecco il in questa guerra contro la memoria nell'impossibilità e per le vittime di ricordare se anche sarebbero sopravvissute rientra il tentativo razzista di dividere l'umanità in gruppi cosa da un punto di vista reale impossibile eticamente molto denigrata vile ma anche da un punto di vista ontologico è impossibile l'umanità è una è impossibile dividerla in razze ed hanno anche spiegato
Gli scienziati
Invece nazisti hanno diviso l'umanità inno uomini i nazisti gli ariani biondi belli e non uomini gli ebrei Ilie i rom i gli omosessuali eccetera eccetera
Allora dal dal punto di vista anche logico noi non possiamo parlare di identità senza ricorrere alla categoria dell'alterità
L'identità è altra dall'altro l'alterità è identica all'alterità altrimenti non ci capiremo niente
I nazisti hanno cercato di dividere identità e alterità come categorie logiche l'una dall'altra
Allora scusate se sta facendo questa lunga premessa però questi questo discorso apparentemente logico rientra nella possibilità della memoria perché ha detto un sociologo
Ebreo fra l'altro assassinato anche Luís nei campi o al bazar che un uomo solo non può ricordare
Allora se i nazisti hanno separato le vittime dal resto dell'umanità
Le hanno hanno distrutto le loro anime al punto di non ritenersi più uomini
E aver distrutto anche la propria alterità Interna perché gli ebrei diventa non soltanto ebrei nessuno di noi ebreo esso l'ebreo io sono anche donna sono italiana
Sono anche Brea un po'a modo mio
Quindi nessuna di noi è solo una cosa se tu separi questa singola identità da tutto il resto delle altre cose hai cancellato le asperità Interna al punto che le vittime
Non credevano più nemmeno a quello che stavano gridando coi propri occhi
Allora Torno al dibattito che si è creato qui
è fondamentale
Che Brai e non ebrei ricordino insieme questi fatti per ripristinare l'unità dell'umanità che il nazismo ha tentato di cancellare per questo noi ancora oggi e ancora forse voi domani dovete ricordare la Shoah
Non perché il male assoluto più male di altri mali ma perché è stato un tentativo di distruggere le condizioni dell'umanità
E la memoria stessa e quindi perché questa memoria e non altre perché la memoria della Shoah è una memoria esemplare tragicamente esemplare perché è stato un tentativo di distruggere la memoria
Fra l'altro questo che ha tentato di dire bissa che un uomo solo una donna sola non può ricordare si vede molto bene nelle mie interviste delle quali vi dicevo che per anni nelle società italiane europea c'è stata un'amnesia collettiva nei confronti della sua come ricordava da vittime che Nagy prevaleva
Per vari motivi che qui non possiamo spiegare
La memoria della Resistenza su quella della sua quindi tutte le vittime della Shoah diventavano tutti eroi ieri esistenti non capendo la specificità di quelle vittime che erano e ammazzate solo perché Brai non perché nemici politici
E nelle famiglie dei miei intervistati appunti per anni resti arringava il silenzio per lo più
E anche se si esagera a mio avviso le motivazioni traumatiche di questo silenzio perché non si tiene conto e proprio del fatto di questa amnesia collettiva non ce n'erano nelle società le condizioni culturali memoriali per ascoltare i sopravvissuti l'ora lo hanno raccontato tutti i sopravvissuti
La stessa se questo è un uomo non è stato pubblicato appena è stato scritto
Lei ha di ha fatto un'opera uno sforzo psicologico gigantesco perché non solo a ricordare a è uno degli ebrei che hanno ricordato ma ricordato non solo in quanto ebreo ma in quanto è evidente e Titti mi sembra che nessuno di noi ha smentito quello che tu hai detto
Al punto ha ricordato in quanto uomo di provare vergogna per il fatto di essere umano anche se Luís è vittima e al punto di parlare di un tragico per il villaggio degli ebrei
Che è proprio la riflessione che ha fatto David Meghnagi le pizzo tra vissuto diventa l'involontario dell'attore che accusa
Il crimine che l'uomo ha compiuto contro l'uomo quindi diventa la prova vivente di quel crimine e leali pur avendo pubblicato molto dopo non avendo ricevuto riconoscimenti
Ha fatto questi pensieri giganteschi nonostante la sua sofferenza di uscita tradurre la sua sofferenza in denuncia antica e politica
E nelle scusate le varie parente sì nelle famiglie dei miei intervistati i genitori e nonni prima hanno parlato nelle scuole nelle cerimonie pubbliche e solo dopo hanno parlato a casa
E qui pressante un una signore Nando Tagliacozzo che saluto e ringrazio che fa Menotti grandissima attività nelle scuole
Che però appunto soltanto dopo aver parlato in una scuola è tornata a casa e alla figlia ha detto lo stai c'è una scuola che verrà intitolata a tua zia
E la figlia non aveva mai saputo se non attraverso qualche parola rubata dell'esistenza di questa piccola zia sterminata il tredici ottobre
Io stessa
Se non avessi ricevuto la legittimazione di studiosi non ebrei in particolare gli storici orali della memoria Luisa Passerini
Sandro Portelli e l'aiuto dell'amica collega Marilena fatti Ganthet non ebrea
Non avevo mai iniziato una ricerca su queste sulla mia memoria le memorie della mia generazione perché l'avrei sentita una cosa ancora troppo intima ancora troppo psicologica per diventare riflessione
Scientifica
Quindi attenzione allora come ho detto prima la memoria non avremo mai una memoria perfetta perché la memoria dentro la storia
E secondo me è sempre importante ripercorrere continuamente la storia della memoria non solo la memoria nella storia e quindi dal un eccessivo ricordo della Resistenza siamo passati comprò la cancellazione totale del ricordo della Resistenza
Per cui la Shoah diventa una questione di lotta del male contro belli contro il bene astratta si dimentica la parola fascismo come è accaduto in qualche cerimonia pochi giorni fa e quindi io ho delle perplessità dal rispetto alla tua proposta
Di di nuovo ricordare la resistenza invece della Shoah perché si dimentica la specificità della Shoah allora che ricordiamo le specifici è che resistenze avvenute all'interno del dei campi che sono Diversi ne parla
Attenzione hanno ribaltare di nuovo il paradigma per cui ritornare alla alla memoria della Resistenza perdendo di vista la memoria della Shoah ho parlato troppo scusate
Posso dire la mia colf ottimistica così rispondo anche ci metto due minuti veramente ti promette lo prometto
Allora vorrei dire questo voglio dire una cosa veramente abbastanza
Non non complicata
Che la memoria così come la parola passa al passato il passato fanno declinata al plurale ci sono le memorie e ci sono i passati che non sono uguali
Allora io non ho nessuna paura che la memoria Possa morire no la memoria sì conserva in qualche modo oppure forse la memoria dovrebbe servirci per immaginarci qualcos'altro c'è un futuro la memoria è fondamentalmente le cose che non scendiamo di ricordare e quelle con cui vogliamo rappresentare il nostro futuro
In questo senso in ok allora ci sono tre dimensioni
La dimensione privata familiare e questi sono più o meno affari nostri
Poi c'è la dimensione diciamo più pubblica
Che faccio un esempio Parigi dell'Ottocento è Balzac
Ho vinto rigo
Londra del ottocento
Dickens qualcosa del genere
Allora la
Ne per non parlare dei quadri del quattrocento cinquecento allora
La memoria prima di tutto nella dimensione pubblica non sto parlando degli specialisti ora degli storici che si occupano anche della memoria ma soprattutto d'altro
Si forma si forgia oltre che nei rituali dei riti rituali eccetera eccetera religiosi è civili
Tipo il giorno della memoria è una ritualità civile come una festa nazionale a a differenza prestazionale ma nelle opere artistica sì libri e quello che resta e quello che resta
Eccome rappresentiamo il passato e noi rappresentiamo il passato di nuovo rispetto a come voliamo la mia proposta oggi di ricordare più gli insorti del ghetto con la con il pugno chiuso rispetto alla vittima
è un auspicio che traggo dalla terza dimensione della memoria che quella prettamente politica allora oggi noi stiamo di fronte al pericolo di un risorgere del risorgere del fascismo ce lo vogliamo dire o non ce l'ho fogli amo dire
Se ce lo diciamo dobbiamo dire anche ai fascisti guardate siamo in grado di resistere
E questo la cosa è l'unico e non è l'unico e il più importante insegnamento che io ho avuto dal mio vero unico maestro di vita che era mare che del mancherà il comandante in seconda ne ha parlato prima il professor Meghnagi della rivolta del ghetto di Varsavia
Che certamente non distingue partirà sola coraggio eroismo anzi diceva che era più difficile
E era più errore chi finiva nella camera a gas
Che non è l'unica combattuto e che non era un errore ma l'insegnamento quello vero era che quando si presenta il fascismo si esiste
Cioè non si tollera e non si tollera il fascismo così dal primo momento in cui emerge che ha spiegato prima il professor Levy Nagy ci sono delle fasi egli quando si vede un'esclusione quando si vede qualcuno escluso dai diritti o quando si dice che qualcuno ha meno diritti non in quanto cittadino ma in quanto persona umana
Che qualcuno non dà il diritto di vivere come ce l'abbiamo noi non dico i diritti citato cittadino che sono una cosa più complessa e più politica tutto qui da questo punto di vista ripeto sono abbastanza ottimista perché penso che comunque l'arte
Sì ho continuerà a occupare di questa memoria
E non sarà più solo degli ebrei e non lo è più oggi ci sono opere che non sono fatte degli ebrei da questo punto di vista giustamente la memoria della somma è una memoria
Universale
Paradigmatica dell'Occidente di questo oggi tutti sono più o meno coscienti tranne chi non vuole coltivare chi è contro quella memoria perché pensa che tutto sommato gli esseri umani non sono tutti uguali non hanno non sono tutti ugualmente umani diciamo diciamo diciamolo così
E poi ci saranno diritto i diritti di noi ebrei che sono un altro discorso che non sappiamo nessuno di noi sarà come sarà il saranno codificanti
Siamo arrivati alla fine di questa mattina perché si è rivelata piuttosto intensa anche il dato il ritmo poi degli interventi delle precisazioni
Ne aveva fatti uno anche io non so se avrò il tempo perché da laureato in filosofia ovviamente gli interventi dell'appello di Castro mi stimolano particolarmente però prima di usare arbitrariamente
Due minuti che non mi spettano a comando del rettore vorrei sapere se c'è qualche domanda che abbiamo saltato in sala
Perché prego
Dunque io vorrei portare il evidenzio su un aspetto pragmatico
Lo spunto mandato discuteremo ce l'ho con lo spinello ha dato la frase di David
Come si sente stavo dicendo che vuole portare evidenza sull'aspetto pragmatico si parla di memoria certo deve ricordare come
Non si deve rubare non si deve uccidere ma non come io vorrei Porter evidenza su questo perché altrimenti riunioni come quella di oggi che sono eccellenti rispetto a un'altra di cui faccio un piccolo esempio
Lasciano solo poi anche chi si sente la volontà di ricordare a scegliere come ora recentemente anch'io ho assistito Kinder blocca l'ultimo inganno a un certo punto consentito una forte in sofferenza per il fatto che tutti quelli che che assistevano avevano sicuramente delle mozioni che che li sconvolge avevano ma nessuno si è alzato a fare domande e rispondere alla domanda dei dirigista del curatore fateci capire se abbiamo raggiunto il nostro scopo a quel punto ho fatto qualcosa dentro di me
La parte finale di quel film descrive il momento appunto l'ultimo inganno quando i bimbi vengono portati per essere uccisi non tutti muoiono
Quelli che non muoiono vengono uccisi mediante impiccagione e soprattutto la frase che molto chiaramente per capire cosa succedeva
Di uno dei nazisti che dice le abbiamo appesi come quadri allora io personalmente posso dare un contributo a questo sollecitazione questo bando
Testimoniando come ho testimoniato intervenendo io mi sono sentito uno di quei bambini
Cioè mi sono sentito in particolare nel momento in cui il riferimento adulto il Mengele che si per successivi poneva così Gentile
Si trasforma nella persona che mi mette la mano Dosso mi prende e mi infilo il cappio al collo
Questo ovviamente emendato una grandissima
Tutte le capire emozione e mi ha sconvolto però è stata anche la molla che ha dentro di me mi ha fatto scattare
Nel desiderio a quel punto l'esigenza mia interiore di portare avanti la memoria
E ho voluto intervenire allora lo rifaccio anche oggi perché se non andiamo alla stomaco TV per quello che ci sia gente nella pancia
Ho alla memoria di un generazione che ogni volta deve uscire dall'Egitto era sentiamo nella pancia per fare qualcosa
Che secondo me ci ritroviamo fare una Smodis grande dispendio di energie ma non focalizzarlo io posso dare questo mio esempio personale però invito comunque tutti
Nel momento in cui si trovano a parlare a focalizzare su ciò che poi può essere essere immediatamente utilizzato dalla persona in momento in questa alzandosi dalla sedia uscendo dalla sala perché altrimenti ci ritroveremo mille volte dieci che bisogna ricordare no
Rimane sospeso
Non so chi voglia si era alzato in un'altra mano
Ma ecco l'alloggio
Grazie allora io sarò il più veloce possibile
Sì anch'io mi ritrovo sulla stessa linea di Liliana Segre ha anche perché a Michela Murgia innesto lezioni per diventare i fascisti finisse l'opera con i partigiani stanno morendo i sopravvissuti del genere dell'Olocausto stanno morendo e e la sera vince chi resta e chi resta cioè la mia generazione ha e quello seguente quasi sono o persone anche la nelle quali leggera azioni più vecchie secondo me non dovrebbero avere fiducia
Mi spiego meglio
Noi piccoli siamo molto più predisposti a sviluppare un certo tipo di simpatia verso il fascismo
Sì è vero bisogna resistere a questa cosa ma
Quindi noi con i nostri a coetanei ci dobbiamo convivere e li dobbiamo affrontare confrontare perché è vero i fascisti i razzisti gli antisemiti non sono solo fuori dal sono fuori dal mondo sono fuori anche dalla
Dalla tradizione democratica civica della nostra storia repubblicana e quindi però dovrebbero anche essere visti prima di tutto come persone la mia non è una risposta alle vostre domande perché non ha la presunzione di rispondere a un a un quesito così complesso e non è neanche la mia una domanda
Il punto è che molte volte noi noi i ragazzi giovani che vogliono ricordare che sì qualche che sanno che queste cose stanno succedendo imposte che non sono così lontani da casa nostra
Lo sanno che bisogna prende extra una dire però prendere per mano queste persone che credono che essi ammissibile che ha una perché la discussione sulla sola sull'esclusione sui diritti
Ci sia bisogno di in contraddittorio
E dire anche perché molte volte queste persone
Si sentono molto più vittime tirano fuori questo vittimismo che poi per esempio non lo vediamo quando tutti Giocondo tutti i ventisette gennaio
Sentiamo alla voce fuori dal coro che dice e allora le foibe no quindi noi dobbiamo quasi capire questo questo vittimismo in totalmente infondato
Ritrovare la persona che ci sta passa parlando perché Chiara davanti a noi
E dire o cadi capisco però è inammissibile
Ed è difficile quindi
Credo di non essere l'unica tra le persone della mia età
Che che ci sbatte no che sbattere la faccia contro questa cosa fanno a ok dobbiamo sforzarci di più dobbiamo rimedi rincontrate trovare quel quell'incontro
Provarci di più
E e nulla però ma è molto importante che ci siano queste cose anche molto importante che noi abbiamo un certo un certo coraggio perché sì è vero nella stravince che resta però restano anche le persone che sono disposte a resistere
Scusate
Io non so
Non so come ti è venuto in mente di intervenire ora ma ti ringrazio molto per lui non era una domanda era chiaramente un intervento perché
è veramente l'intervento conclusivo di questo incontro di stamattina adesso dobbiamo uscire da qui
è qualcosa di quello che ci siamo detti farlo arrivare in una situazione in cui è molto più facile avere simpatie come tratta di fascismo perché e più semplice non non non pone proprio non si pone il problema di confrontarci con l'esperimento sociale nazista che ha distrutto non solo alcuni milioni di uomini ma il concetto spesso di uomo creando le non per per la prima volta durante il nazismo
Nel questa sperimentazione due persone si trovano di fronte l'una all'altra ma uno dei due non riconosce più dell'altro uomo badate che non era mai successo nella storia dell'umanità
Nei nei campi di sterminio non ci sono schiavi si recheranno scade ma non sono schiave
Sono fasci di muscoli destinati a morire
Che non venga pezzi che non vengono più riconosciuti come persona mi ha colpito moltissimo
Nelle mie ricerche trovarmi a leggere pagine de L'Unione Sarda io son nato in Sardegna l'Unione Sarda di allora in questo diceva questi non sono persone non sono come noi dobbiamo eliminarli il giornalista di allora che scriveva così
Se quest'idea
è passata
Non è che extracomunitari pensa finita ne usciamo se entrato una volta nei cervelli di milioni di persone
Non ne esce facilmente evidentemente c'è una porta aperta e qui c'è stato bisogno di ulteriori studi del professor Meghnagi per cui idee come queste
Che uno possa non essere un uomo pur essendo di fronte a me e magari amare la musica di dimostrato di Beethoven come me è un piatto di pastasciutta come me però non è un uomo se questa è passata
è evidente che c'è una porta aperta e può ripassare
E noi andiamo a scontrarci con chi rende facile questa strada giustamente come ci ha ricordato troviamo ci troviamo ritrovate nelle scuole con compagni di scuola che trovano più facile a simpatizzare con il fascismo certo
Lo stesso Mussolini però voglio ricordare quando arrivò al potere era vuoto di contenuti lo teorizzava pure non ne aveva contro tre non gliene fregava niente di contenuti
Era la conquista del potere poi dopo ha aggiunto delle cosa ma le aggiunte anche abborracciate facendosi aiutare quando il famoso Libro e moschetto Marcella maldipancia quel giorno non voleva parlare da piazza Venezia acchiappato un libro appreso Moschetti uscito egli ha blanditi così
E milioni di italiani appresso con libro e moschetto non c'era una teoria dietro di questo si è pentito ma questa è
La facilità di presa rapida
Che ha il fascismo o come vogliamo chiamarlo oggi nelle forme in cui si presenterà che non si chiameranno più fascismo non mi dilungo ulteriormente ai perché non solo per favore era solo uno sfogo finale ma ringrazio soprattutto la studentessa che è intervenuta perché c'ha posto di fronte al problema che tra cinque minuti abbiamo tutti di nuovo quando usciremo di qui
Grazie alla Presidenza del Consiglio dei ministri
All'odierna
Delle comunità ebraiche appellata regolarizzato
Grazie a tutti voi per aver partecipato prego solo il relatore di fermarsi se Ski attento cinque minuti per fare anche un servizio televisivo su quello che abbiamo fatto oggi se volete se avete secondo perché ecco
Faccio quelle