Book Pride Genova 2019 - Straniere

Buongiorno ciao tutti scusate il ritardo grazie per essere qui sono
Veramente molto felice malato di di introdurre questo incontro al titolo straniere con hanno una dozzina di Cherie andò da Ettore dura stanti
Il l'incontro
Appunto si intitola straniere ed è un ma
L'ombrello che da un certo punto di vista io trovavo un po'problematico la ragione della dell'unione è il fatto che Ana dice vengo da è un'autrice studiato giurisprudenza che a italiana di origine essere anche sì che ha scritto molto di quest'dilla di quote di questa questione collabora con il Corriere la sera ha scritto un articolo che ha avuto molta diffusione on line dal titolo L'unica persona nella stanza in cui attorno alle prima volta in Italia a cominciato a parlare di alcuni temi legati alle
Alla complicazione di quella chiama vedetta italiana temi che in altri contesti come quello statunitense sono già molto di presenti Claudia dura stantie ha scritto un memoir un libro autobiografico dal titolo la straniera che parla di varie accezioni discute
Molto in profondità tutti molti sensi in cui ci si può trovare un'estraneità rispetto al contesto sia fisico che intellettuale o linguistico
Allora lotti è una delle più grandi sensibili e attente traduttrice italiana e soprattutto ultimamente sta lavorando sull'opera di Rachel casca e da trent'anni sull'opera di Amitav Ghosh
E all'interno di questo lavoro vivamente si è confrontata molto e in con grandissima analisi estremamente profonde sul senso dell'estraneità dello spaesamento all'interno di un orizzonte linguistico quindi superficialmente diciamo
L'ombrello c'è d'altro canto in origine trovavo un po'di disagio rispetto a questa Unione perché si tratta comunque di Sensi
Molto diversi di uso del termine di estraneità del termine straniero è che questo è un termine molto forte se riferito a un certo tipo di esperienze e più astratto intimo se riferito ad altre d'altro canto mi viene da dire è un termine che per certi versi avete rivendicato Claudia addirittura nel titolo del suo libro ma in fondo anche tu me di Sciacca con non soltanto con l'unica persona nella stanza ma anche ad esempio a scrivendo di essere o non essere autori migranti o comunque problematico Sandonà porta un questa identità quindi non so se magari qualche cosa di cui ai ha voglia di parlare il tuo rapporto con quel vostro rapporto con questo termine si è qualcosa che rivendicate che e per quale ragione io non mi sentivo a mio agio nel farlo ma mi rendo conto che forse sono poco la persona sbagliata per parlarne
Giudice
La
Passa
Niente
è
Se ne considerate in ogni periodo un ibrido dicevo che nel senso che non sono considerati ne autori del del paese in cui sono cresciuti in questo caso gli italiani
Autori del Paese in cui sono nati o di cui sono ritirare i propri genitori e nel mio caso è lo Sri Lanka
Ne faccio spesso riferimento al subcontinente indiano per per una questione di insomma di facilitava in una in un'intervista famosa ronda però io l'autrice del Dio delle piccole cose
Diceva che gli autori gran parte degli autori indiani non vivono più in India i maggiori autori indiani sono nati altrove sono cresciuti altrove eppure hanno hanno un legame un qualche in qualche modo non forte ma un sottile con con l'India e pure continua non parlare di in via di indiani di classi sociali indiane e si lamentava di di questa cosa del fatto che appunto ha i critici letterari con dicono che i maggiori autori indiani sono quelli che vivono in Inghilterra quelli che vivono in in America e e e lei li li gli estraniata dal mondo indiano diceva che loro sono autori anglofoni sano autori appartenenti al mondo occidentale
E per quanto Inigo mi riguarda questa sì è un un diciamo è una tematica complessa perché non sappiamo da a che categoria apparteniamo se apparteniamo al mondo occidentale o al mondo arte orientale perché sì siamo cresciuti in un mondo occidentale a cui
Ci sentiamo legati ma continuiamo a trattare spesso di
Di tematiche orientali legate al al paese di origine dei nostri genitori o al nostro stesso paese di origine e quindi sia difficile definirci da un punto di vista identitario ma talvolta difficile definirci anche da un punto di vista di linguaggio perché gli autori ibridi come come li chiamo io sono
Non utilizzano soltanto una sola lingua ma utilizzano
Spesso termini che appartengono a lingue diverse nel caso degli autori
Indiani che scrivono in lingua inglese utilizzano spesso termini ed urdu termini gli indizi che presente nell'anello a volte nelle traduzioni si perdono o o vengono utilizzate in vengono scritta in corsivo
E era difficile anche trattare questa tematica no quale quale linguaggio utilizzare se se per esempio nelle traduzioni dobbiamo mantenere le parole in lingua originale o questo gas dobbiamo insieme se devono essere tradotte
In italiano se bisogna scrivere soltanto italiane o se è giusto che questi autori utilizzino termini che appartengono a una lingua diversa
Perché per esempio nel mio caso Anna viene particolarmente naturali utilizzare termini inglese oppure termini insegna la per Cassano azione termiche mi appartengono che appartengono alla mia identità che ho sempre sentito
E che i Aquilio da un determinato significato che per me è rilevante che per me non è traducibile
Questa
Sì pergamena para la straniera ha cambiato significato nel corso del tempo e è assunto un'accezione molto più spontanea positiva solo nel momento in cui ho cercato di dare una forma ah letteraria quello che era significato per me essere straniera quello che era che aveva significato per per mia madre il titolo del libro l'ha detto in vari incontri nasce dal fatto che mia madre è sorda ed è emigrata dagli Stati Uniti alla Basilicata quando aveva trentaquattro anni e durante questi primi anni di la permanenza in Italia lei era madrelingua italiana come può esserlo una persona punta fatta da da sordità le persone spesso non capivano bene da dove venisse mia mia madre e quindi non riuscivano a identificarla subito con una persona disabile sentivano una sintassi regolare dei volumi
A eccessivi o comunque tarati su su altre frequenze erano un po'disorientati dicevano chissà da dove viene questa straniera e mia madre mi dava sempre è un po'il gomito e mi diceva vedi li ho fregati Claudio meravigliati non hanno capito che se una disabile pensa che io sia a una migrante quindi per mia madre questa condizione di estraneità agiografica aveva una sorta di nobiltà rispetto ha una forma di estraneità fisica o patologica o una forma e il suo essere aliena dovuta alla sua condizione appunto di isolamento
Acustico e quindi con questo rovesciamento abbastanza semplice in qualche modo a volte penso perché non l'ho assorbito immediatamente invece per me la essere straniera la straripato da un'altra parte fosse coinciso invece con una condizioni di ripiegamento per gogna e di solitudine
E credo che questo c'è accaduto perché all'estraneità geografico dell'appartenenza se vogliamo appunto l'identità che si associa al Paese all'uso della lingua nazionale che la prima forma di estraneità a cui pensiamo io mi trovavo in una serie di cerchi concentrici di estraneità c'era anche l'estraneità all'essere aliena che deriva dalla dalla crescere in una famiglia subalterna
In un contesto invece di da avvocati medici notai o oppure di di di piccola borghesia di paese o comunque anche l'essere contadini aveva una legittimazione rispetto all'essere dei per infieri pensionati e quindi con quel tipo di subalternità
A questa si somma durante la mia delle senza l'estraneità che deriva dall'essere una ragazza meridionale appunto metto il focus sulla questione di genere quindi e tutta una sovrapposizione di estraneità e forse la somma in qualche modo questo eccesso
Di non inserimento all'interno di una comunità ha fatto sì che io svilupparsi
A un rapporto abbastanza conflittuale con con il concetto di diversità e neanche gli studi in qualche modo io ho fatto antropologia culturale che si basa proprio su questa dialettica continua dell'autorappresentazione quello che tu vuoi dire dite e quello che ti presente al mondo o quello che il mondo le interpretazioni che il mondo ti offre su quello che tu sai come ti sei formato è come vivi
Neanche questo tipo di studi abbastanza sofisticati hanno fatto sì che io trovassi una forma di riparo o che qualche modo sapessi riconciliare mi con queste bari estraneità è stato solo con l'atto della scrittura propria che ho recuperato
Quella lezione appunto abbastanza spontanea è se vogliamo ingenua di mia madre che conta quello che tu vuoi raccontare di te stesso anche sfidando non sono il luogo comune ma persino al buonsenso perché per una persona sorda no in qualche modo arrivare addirittura annegare
Nell'appartenenza l'identificazione con la sordità manipolarlo in qualche modo fare finta di esserlo un giorno negarlo l'altro abbracciarlo invece rivendicarlo in maniera strumentale perché a volte fa comodo banalmente essere dei disabili perché per me ti permette di accedere a una serie di risorse che non avessi quindi c'è anche questa sorta di cinismo benevolo se vogliamo o di senso del possesso della propria estraneità che anche ti permette di accedere non so come dire al mercato ad altre facilitazioni e quindi quando definiamo quello che siamo secondo me bisogna tenere anche conto di questa valenza strumentale della dell'estraneità e quei pericoli mettermi al discorso di prima una cosa che trovo abbastanza interessante e che per chi scrive o o chi si occupa di di giornalismo insomma usa la la la parola
Scritta appunto questa estraneità condiziona non solo alla scrittura ma automaticamente il modo in cui viene percepita uscire qualche anno fa
A proposito di autori postcoloniali per esempio un articolo su questa rivista americana che si chiama
è un passo a me che a me veramente un po'crea uno squarcio perché era poneva il problema di fino a che punto uno scrittore post-coloniale può essere sperimentale noi abbiamo delle letture abbastanza consolidate per cui un certo tipo di tradizione di dissoluzione del personaggio di frammentazione del novecentesco di scrittore sperimentale lo identifichiamo con la scrittura europea la letteratura americana per noi è una cosa e necessariamente la scrittura post coloniale parla appunto di di autori
Pascolo ignari parla di dell'esperienza del colonialismo o parla di saghe familiari in qualche modo e quindi come se ci fosse questa attribuzione violentissima di quali sono le le tematiche di pertinenza di competenza che è una cosa che autori poi di seconda terza generazione rivendicano a volte in maniera intima perché sono i temi che conoscono però dall'altra possono creare anche una cornice abbastanza oppressiva all'interno della quale muoversi e dato che c'è Anna sarebbe secondo me bello sentirla su proprio la parola da tradurre da non tradurre noto che ci sono scrittrici che seguo con interesse di recente una elencazione Silvio
Americana di origini vietnamite ha scritto il suo libro uscito in Italia person Serino il titolo non lo so bene lui in inglese rame perché è stimata l'americano nel cuore in cui lei rivendica il proprio di non tradurre parole del Lessico di perché a anche lì
La traduzione sempre politica non è mai innocente però io da traduttrice certe volte sento che mi viene concesso il non tradurre la parola americano inglese perché in qualche modo apparteniamo tutti a una comunità promiscuo per cui questa cosa ci arriva
Già nota familiare mentre invece c'è questo
Carico di dover mediare interpretare o risolverò sciogliere l'ambiguità di Termini o di di parole che appartengono ad altre culture o ad altri
Vocabolario e quindi una delle curiosità che ora per esempio capire come ci si orienta rispetto a questo
Buongiorno e grazie a tutti di essere qui sono molto felice di essere qui con me ne dice Claudia di cui ho letto Claudia letto i libri di medici ho letto quell'articolo di cui parlava e poi alcune altre cose che ho trovato in Rete io sono un attimo
Anziana traduttrice e vorrei iniziare una risposta un tentativo di risposta dicendo una cosa che a mio avviso è fondamentale la patria degli scrittori e la scrittura la parte degli scrittori della letteratura
E quello il loro luogo e il loro corpo fisico sta dentro a una storia fatta di parole
Io mi sono trovata dietro tavoli simile a questo con Amitav Ghosh con Anita Desai con Antonia Abayat con Hisham Matar e ho messo volutamente Antonio metto volutamente Antonio Abayat tra gauche Versailles Matar ci metterei anche Virginia Ulf se fosse possibile
Ma è come se ce la mettesse e per dimostrarvi che è come se ce la mettesse vi leggo una sua frase da un tal diario parla di sua madre Virginia Woolf nel mille ottocentosessanta che scrive le sei belle sorelle patto il questore il cognome della madre di Virginia Woolf da ragazza
A Calcutta dove la madre di viaggino Ulf era nata cosa che tutto il tutta la letteratura italiana critica non ci ha comunicato in generale io stessa l'ho scoperto avanti nel tempo sorprendendo mi comunica Conversano le sei belle sorelle pattini pattern con e fatica gestualità di straniere cioè questo è il diario di Virginia Woolf mille ottocentosessanta la nonna di Virginia di vita Sackville West era una gitana spagnola
Perché di tutte queste cose non viene fatta parola so queste straniere che ci hanno dato vita perché la letteratura dà vita a loro e a noi
Cosa facevano queste belle sorelle patto il nuove in mano le mani come delle straniere
Certamente perché nel mondo inglese immaginate il mondo deve agibilità anni con metà del dell'Ottocento tutte queste donne compassati che devono seguito uomini funzionari a diverso titolo banche
Piantagioni eccetera ma le sei belle sorelle Patten invece muovevano le mani con infatti che gestualità di straniere che o come da quella figura
Diafana che abbiamo sempre immaginato forse Virginia Woolf non lo era perché amava le belle gambe di vita e perché adorava la salsiccia cosa che tutte queste cose lei che scrive nel suo diario
Allora noi penso che da lì potremmo trovare una risposta a anche a che cosa significa essere in letteratura stranieri di cui letteratura perché e ricordo un'altra cosa
E Salma Rusti parlando Autore
E rispetto al quale io sono molto ambivalente però in un suo saggio in patria letterarie dice ad un certo punto parlando di Anita Desai quella grandissima scrittrice indiana come l'altra Jane Austin
Cioè prendendo toglie una nazionalità toglie un'appartenenza
E ci restituisce la post il il racconto quale viene fatto non importa se est-ovest e nord-sud allora io per detta questa è una premessa è una cosa qui io tengo molto cosa fa un che traduce come faccio io
Prende le parole le trasporta da una lingua all'altra e le trasporta tutte
Nelle negli autori indiani io non voglio definirle postcoloniali perché c'era molto prima delle colonie allora se ne parliamo di post coloniale di togliamo tutto il loro passato
Gli autori che vengono da altri luoghi ok
Che attraversano dei confini come se noi non li avessimo attraversati non abbiamo fatto altro tutta la tutta la storia che noi europei sappiamo e andiamo
Non solo da Genova
Allora
Il post coloniale è una definizione accademica
Data per comodità anche per comodità di assegnazioni di cattedre non soltanto in Italia e anche negli Stati Uniti eccetera però prima c'era tutto il resto il Mahabharata e Ramayana sono vecchi come l'Odissea anzi più vecchi
C'è tutto un un'epifania degli Dei che attraversa la storia del subcontinente indiano c'è tutto una storia antica in Cina e così via potrei andare avanti a lungo ma poi siccome devo lasciare il microfono a loro e a Vincenzo allora dico questo quando ti trovi davanti queste parole di cui tu parli il fondo Gandhi lo chiamavano grandi vicini
Dove questo suffisso Luigi è una dolcezza è un'aggiunta di affetto e una Giunta di stima ma PC viene aggiunto attentissime altre parole
Per dire di stima di affetto di rispetto e loro perché noi non dovremmo lasciarlo intendono traduttori e le case editrici ovviamente certo che lo lasciamo perché non è soltanto che quel Luigi esprime un rispetto ma anche che esprime una sonorità diversa
Perché papà Egidio mamma DC danno subito anche all'inglese ma anche all'italiano Candiano sonorità io sempre penso che quando si traduce lo si fa che il traduttore è un po'come la comune accordatore cieco che tastare le corde del pianoforte o di un altro strumento e sente deve sentire poi mi contraddico immediatamente il traduttore deve essere uno che vede oltre per cui già ho detto una cosa contraria dell'altro però diciamo che questo traduttore che sente con particolare questa figura è una strana figura quella del di chi traduce perché in realtà perfettamente calato nella propria lingua io mi sento molto a mio agio nella mia lingua italiana non mi sento mai straniera la lingua italiana perciò questo mi fa un e tuttavia penso
Che possiamo fare tutto della lingua italiana quando nell'undicesimo canto del Purgatorio Dante che ha fatto la lingua italiana scrive
Parlando ICE sì io parlando a Beatrice sì io mi into one siccome tutti mi se io riuscisse a entrare dentro di te come tu entri dentro di me Luís usa il pronome li trasforma in verbi e dice esattamente quello che fa chi traduce io mento armi intuisco lui usa fradici puntuale si usa un congiuntivo io provo intuire mi nell'altro nell'altra
Facendolo mio e restituendo lo però a se stesso a se stessa elettori nella altra lingua la mia
Il più possibile come rispetto non è vero che il traduttore un'ombra molto spesso si usa questa espressione non è vero è un'ombra molto spiega
Perché fa così
Si mette un po'dietro però anche cerca di guardare avanti e a mio avviso è una cosa che facciamo tra l'altro naturalmente anche quando parliamo un'altra lingua in contesti normale civiltà quotidiana
Ecco io mi sento e allora proprio perché mi sento a mio agio nella mia lingua sento che può essere forzata come possiamo essere forzati noi arrivare a volte cosa che non vorremmo o cose che vorremmo ma che non osiamo
Io da trent'anni traduco Amitav Ghosh trentuno adesso perché trent'anni erano l'anno scorso e molti anni fa agosto e c'è un decalogo per i suoi traduttori e per i suoi edito un decalogo che farebbe svenire
Persone io così sono abbastanza robusta in questo decalogo c'è scritto per il ricco per due o tre cose nessuna nota
Né a piè di pagina né a fondo pagina nessun glossario
Non togliere nessuna lingua nessuna parola che non sia inglese
Lui scrive perfettamente in Bengodi però scrive in inglese come tanti d'altra parte come dice mai Antara saga l'altra grande scrittrice indiana dice
In crescita invece
Il Foreign language no
E la diciassettesima lingua indiana
E questo a tal punto e state interiorizzata d'altra parte l'inglese hanno fatto di tutto perché questa lingua venisse terrorizzata perché era la lingua che serviva per tanti versi nel subcontinente
Allora proviamo a pensarla come la diciassettesima lingua indiano diciannovesima seconda che se ne calcolano due delle tante lingue nazionali indiane sono tante una per ogni Stato e belle sonore
Allora proviamo a pensare che quell'idea questa lingua ha inglese si può forzare e perché non quella italiana la forzata Dante rafforzata leopardi la fronda rafforzata Manzoni nessuno di noi pensa Dio di tessere Dante Manzoni o leopardi e tuttavia la vitalità di una lingua il suo renderla perfettamente a suo agio nel mondo e di poter comunicare con le altre anche accettando le anche accogliendole e io devo dire che mi ormai l'ho fatto tante volte di parlare dei libri di Gore Schianno pagine che sembravano intraducibile
Per la ricchezza di parole che sarebbero rimaste in corsivo
Tante che nelle ultime libri non le mettiamo più in corsivo
A tal punto sono entrate nel parlato a tal punto sono nel parlato di chi Nusa ma anche di chi legge è uno sforzo che il lettore può fare che deve fare e che a mio avviso viene automatico quando tu leggi un libro capisci che quella parola lì
Può entrare in un italiano alto
Non c'è mai nessuna banalità secondo me che deve essere accettata si sente parlare un italiano orribile
Quella è una lingua straniera per me in quella lingua che mi senta straniera nell'altra no
Grazie che peraltro molti devastante questa cosa che dici tu scrivendo della tua esperienza di tradurre coscienza tra astrazione che io trovo molto bella come quella di cercare di creare un italiano meticcio in questo senza d'italiano alto e mi sembra che in qualche misura forse questo quello che accomuna qualunque nozione di estraneità è il rapporto con un qualcosa che invece si considerano straniero con qualcosa che si considera la patria che in questo caso nel caso della letteratura e la lingua italiano e mi sembra che questo tipo di operazione sull'italiano che tu hai appena ospitato e che tu e praticato le tradizioni traduzioni sia qualche cosa che in modi diversi
Ho riscontrato sia nei descritti ne dice che in quelli Claudia da una parte nel caso di ma dice mi sembra di Tura programmatico il fatto che il titolo di cui di quello scritto Croce questo evento prima l'unica persona dalla stanza sia un luogo comune una frase fatta in inglese che ovviamente a chi la conosce invece la percepisce quasi come un calco in italiano perché si avverte non soltanto di ma anche in altri due testi una sorta di necessità
Quasi di forzare italiano per esprimere dei concetti che sono completamente assorbiti nella lingua inglese ma che da noi
Per varie ragioni storiche e culturali non fanno parte del linguaggio comune quindi volevo chiederti come ti sei
Cioè da un certo punto di vista verrebbe molto più spontaneo esprimere questo tipo di raccontare questo tipo di esperienza
Inglese perché è una lingua in cui questa esperienza è già
è stata articolata e coinvolgerti quindi come si è trovata a farlo in italiano
Ed è qualche cosa che secondo me a che fare con rucola lingua del tuo libro Claudia perché è una lingua estremamente ibrida che unisce la lingua che io ho trovato strepitosa e che però unisce da una parte una grandissima ricerca sull'italiano con una grande persecuzione c'è una grande preziosità lessicale è una grande complicazione sintattica ma anche con deliberato tentativo di sport Carla sa di sporco si tratta con invece le formulazioni dell'inglese per cui non si riesce mai a capire se ne è una lingua al contempo alta e bassa sono sono brutte caratterizzazione sono banalizzazioni per capirci e e e marimba forzata mi sembra per accomodare dei concetti che prima che tu li articola sicuramente non ci sarebbero entrati OSCE Lentate fatica questa è stata la mia
Sì prima parlavamo del dell'italiano come Anna diceva l'italiano la lingua la lingua in cui non mi sento straniera quando mi viene chiesto dove in in che cosa se essa ex italiana perché estinse entità Agliana io dico sempre che la è la lingua quello che mi connota come italiana e le persone mi risponderà sempre
Ma no italiano lo può imparare i chiunque
In realtà secondo me non è così semplice per me li tagliano è proprio è la mia prima lingua nonostante non sia la prima di imboccare imparato imparato due primi altre lingue prima di imparare l'italiano
Una delle quali o dimenticato tra l'altro per per molti anni perché mi è stato proibito di di parlar la e quindi italiano la lingua e la mia lingua del quotidiano e la lingua che che parlò più più facilmente la lingua in cui gli inquisiti Ivo più facilmente però ci sono dei termini
Che in italiano non non posso utilizzare perché non rendono appunto determinati concetti perché è in italiana non sono ancora presenti quel concetto comunque nella società italiana quei tre quei concetti non si sono ancora diffusi
E ed è più il caso appunto dell'unica persona nera nella stanza
L'idea dell'unica persona nella stanza è nata perché io mi sono sempre sentito non sempre è stata l'unica persona nella nella stanza lo sono oggi pensa
La sera sempre se usata in classe lo sono stata liceo le sono stata all'università e lo sarà stata nelle conferenze nelle nei dibattiti nello scrivere sono stata virtualmente anche l'unica persona nella stanza
E ed è nata dall'esigenza appunto di raccontare un fenomeno che in Italia non si è ancora diffuso
E che è quella della RAI siti anche qui utilizzo un termine inglese perché in italiano il concetto non rende diversità non non c'è pensiamo a qualcosa di diverso ma non al concetto di che esprime la parola d'Alibert siti che è un una serie di di di etnie e di culture di tradizioni un un crogiolo di di di di culture diverse che appunto negli nei paesi anglofoni è un fenomeno che è già stato a possiamo dire masticatoria forse anche digerito invece in Italia siamo ancora proprio agli inizi no
Non non si non si non è ancora diffuso il concerto per esempio di Black messa io mi trovo molto in difficoltà per esempio a a fare una distinzione in italiano a tra Blair che Brown gli italiani non abbiamo una distinzione per lettini e no mentre i palchi e in Paesi anglofoni si fa già una distinzione fra indiani asiatici latini africani invece in afrodiscendenti in Italia il sistema esistono due parole per tutti questi concetti ed è nero
Oppure è di colore
Questa è una lingua che in Italia deve essere ancora plasmata secondo me
Ed è anche entrare nel quotidiano questo ovviamente lo si fa con una con la pratica no
E però c'è stimiamo ancora a definire tutte queste categorie di persone di etnie come di colore onere e e quindi si permette viene naturale utilizzare un termine inglesi piuttosto che un termine italiano non non penserei mai tradurre di poter scrivere marrone al posto di Brown non suona Jena in qualche modo e ed è alieno perché non non rende il concetto perché noi siamo abituati a comprendere quel concetto di Brown essa e si Lada rivestiti
Un è un è una tematica complessa dalla da trattare nella lingua italiana perché non esistono ancora i termini sono ottimista perché è presente negli ultimi anni s'è diffuso un termine che affari tagliano altro discendente
E e questo è un punto di partenza però per esempio non esiste niente non c'è non è entrato nel linguaggio comune altri termini che possano descrivere altre etnie non esiste un un discendente asiatico un discendente latino
E questa lo trovo anche strano in realtà perché piazza discendenti sono sono i primi in in Italia in qualunque cosa sono i primi a lanciare l'innevamento del linguaggio ha fra discendente altro italiano Serino i primi a ad aver lanciato un anno in qualche modo una letteratura di seconda generazione Igiaba Scego adesso è uscito un'antologia curata da Igiaba Scego future
è uscito questo libro di e speranze Ripa anti e poi basta
Stanno uscendo comunque delle delle delle opere letterarie legate sempre e comunque al mondo degli afrodiscendenti mentre fa fatica ad ingranare in qualche modo un linguaggio una letteratura una cultura legata ad altri Paesi ad altri etnie e questo lo trovo strano perché è in Italia i primi migranti sono arrivati dalle Filippine dal dall'Estremo Oriente anche i cinesi c'è una forte comunità cinese italiana di cinesi che sono arrivati alla terza quarta generazione eppure non sono rappresentati in qualche modo ne nel linguaggio né nella cultura
Questo è un fenomeno un particolare strano
Sì prima a Anna diceva che la lingua italiana può far tutto e io che ho sempre scritto in lingua italiana per molto tempo in realtà mi sono sentita di non avere questa questa libertà e quindi così
Come prima ha detto che a il pieno possesso della parola straniera o la sua trasformazione con una valenza positiva coinciso con un processo di la rivalutazione personale e e lo stesso riguarda mio rapporto con la lingua italiana quindi una posizione progressiva di confidenze intimità da cui consegue poi una certa idea di libertà e l'idea di poter fare tutto che significa anche forzarla io non ho mai avuto un'idea pienamente consapevole di voler sfondare l'italiano ad impastare e dirlo in qualche modo ci vuole anche una piena conoscenza appunto consapevolezza di quello che si vuol fare sì si dice voglio sfondare i limiti dell'italiano voglia renderla una lingua meticcia perché in qualche modo deve avere una collocazione precisa delle lingue che ti formano io invece venivo da lingua un po'tentate approssimative incerte nel libro le definisco anche lingue di contrabbando
E la straniera mi è servito per capire che realtà tutta la la l'interpretazione della mia scrittura sono il quarto libro che si giocava su questo asse del bilinguismo no della lingua italiana o della della madrelingua americana in realtà conteneva un frainteso perché appunto c'era una terza lingua Gian Barga
Diceva che la traduzione non è mai un atto binario da una lingua di partenza una lingua di Art di arrivo non c'ha questo rapporto esclusivo
Ma c'è una terza lingua una lingua invisibile nascosta che compito del traduttore portare a in superficie non certo Sanzo guardando avanti come diceva prima Anna è la mia terza lingua
Era appunto questa lingua tentata del mio Lessico famigliare data mi da mia madre che non parlava la lingua dei segni e quindi in qualche modo ha dovuto trovare dei modi di comunicare fatti da spesso una sintassi controversa e tutta storta questa sintassi in qualche modo interrotta una cosa che poi si è sentita nella mia scrittura quindi quando spesso si dice
Da che alcune cose che scrivo sembrano cattive traduzioni in italiano di letteratura americana in realtà quell'essere sintatticamente aliena deriva dal fatto che io sono stata formata proprio o ha preso la lingua italiana attraverso tutta una serie di cattive abitudini
Oggi inversioni sintattiche ma da quell'apprendere una lingua in questa maniera frammentata interrotta a da dirci
Confidenze intimità e a decidere di farne qualcosa di letterario in qualche modo un processo abbastanza lungo in cui io credo di aver impiegato diversi libri per farlo e e ci sono vari scrittori che che hanno fatto questa lingua inglese il classico esempio e e quello di Conrad che in qualche modo la impasto ardito Co con il polacco eh però non è mai un'acquisizione stilistica consapevole perché c'è sempre una fase molto bella di tentativi
In cui ti rendi conto a questo un tema cui tengo quando si parla di lingua estraneità di legata in qualche modo a questi da dell'autenticità della lingua e la lingua madre ma è anche matrigna
Questa è una cosa che ho pensato di recente seguendo il dibattito che c'è stato un passo una scrittrice Hispano offrono anche Valeria Luisa il di uscita di recente un libro che sia martire dei bambini perduti
E il suo primo romanzo cachet convenzionalmente scritto in lingua inglese e soprattutto una comunità degli scrittori
ISPA nostrani si è creato un bel problema ma in qualche modo fra intendendo anche il percorso biografico della l'mi sei lì perché c'è stata questa sorta di percezione del tradimento
Che accedere scrivere questi libri in inglese significava accreditarsi come grande intellettuale newyorkese usare la lingua dell'intero e la lingua colonialista se dimenticando poiché lo spagnolo è stato una grande lingua dello strumento del del veicolo del colonialismo quindi rapporto
No non c'è necessariamente un'innocenza nativa dello spagnolo rispetto all'americano soprattutto col considerando poi tutta una serie di processi demografici di cambiamenti in corso
Dobbiamo centre immaginare all'America che verrà al tipo di gli scrittori forse più vivaci in America in questo momento sono tutti scrittori che hanno impasta reddito se vogliamo la lingua inglese Pansa scemo pensa Yuri Herrera pranzo dall'Viselli pensò Jean quand'anche in qualche modo
E e questo per dire che
Luisa lei come altri scrittori teniamo molto pranzo Denis Johnson e di Dio non condividono una particolarità che si sono vengono da famiglie in qualche modo di diplomatici o di militari si sono spostati molto durante gli anni di apprendimento della lingua
E quindi questo ha fatto sì che non ci fosse mai un rapporto univoco sulla lingua madre ma che in qualche modo fossero figli di tante lingua che si spostavano lingue di transito vide un ovviamente ha sempre scritto in inglese tra questo disorientamento spaziale
Ha molto influito sul tipo di inglese che poi ha usato lo stesso vale per Denis Johnson e quindi in questo equivoco se vi capita di seguirlo sul fatto che è un'autrice
Tradisce in qualche modo la lingua madre considerata più autentica genuina e fedele rispetto all'acquisizione della lingua inglese c'è
No un fra intesa nel senso che lei ha iniziato a scrivere ha studiato in scuole americane all'estero iniziata scrive in inglese alla Gelmini lese e acquisito lo spagnolo solo successivamente quindi la lingua dei suoi primi romanzi in spagnolo era una lingua tentata una in tentativo una conquista di abitare quello che chi doveva essere automatico spontaneo e naturale e volendo chiudere un po'questo discorso su sul l'uso del corsivo per esempio
Siamo sempre abituati a pensare a la lingua in senso di contaminazione geografica orizzontale quindi se la letteratura la storia di come non ci muoviamo nello spazio
E nel tempo a volte Santo che c'è tantissima enfasi su come la lingua si sposta nello spazio quindi da un'area geografica all'altra
E riflettiamo invece meno sulla sedimentazione storica di una lingua su gli strati di cui è composta quindi oggi io riesco a immaginare che sia molto più sensato mettere in corsivo
Una parola come crepacuore scavezzacollo consunzione che non una parola che viene da un'altra lingua in un certo senso e quindi questa è una cosa a cui compensato stamattina ma sarebbe interessante vedere se prima o poi diventerà una norma perché è molto più alieno all'italiano
Di generazione di precedenti e di esperienze storiche di cui abbiamo un'idea fantascientifica lo rispetto a alla lingua che si meticcia in senso orizzontale o nello spazio
Claudio sarei contenta di sapere che nel prossimo libro di gauche che esce il quindici di novembre in italiano le uniche parole in corsivo e sono le parole italiane tutte ce ne sono tante e sono tutte in corsivo
Ci sarebbe da parlare per tutto il pomeriggio non so io volevo dire una cosa
Anna di Sciacca da quando ho letto il libro di l'ultimo libro è straniera di Claudia e a un certo punto racconta che lei continua a dire per un errore che si faceva nella sua famiglia invece che ferro da stiro stiro da ferro
Io ditta allora sono due mesi dico stiro da ferro e così che passano le parole perché come e l'altro giorno parlando con una mia amica peraltro bosniache che parla perfettamente l'italiano e gli ho detto guarda mi ma io adesso di questi Rota Fenaroli metà bellissimo e lei mi ha detto ma espressione dice è lo stesso Asciano mi ha detto una parola bosniaca
E che è quasi uguale ma detto così schiera da fare allora perché io penso questo e riferendomi a quello che diceva prima dice in particolare le parole se non le usiamo non lo acquistano un significato o addirittura lo perdona però la diversità italiana
A esattamente se tu prendi il grande Oxford o oppure prendi il Grande dizionario della lingua italiana il Devoto-Oli dai cerchi dai grossisti e qui cerchi diversità Tita tutte le stesse etimologie tutte le stesse valenze
Tutta la stessa pesantezza o leggerezza di questa parola
Il problema è che se non lo usi tu
Che sei per fortuna a fine seduta né visivamente un po'più scorretti me laicismo a Brown se mi ha d'estate se l'acqua che scorre come lei e allora io penso che lo devi usare tu e se ti chiedono ma perché perché vuol dire la stessa cosa
E la perdita dell'uso di una parola che ci fa perdere la lingua la lingua italiana traboccante di sciocchezze dei giornali di molti giornalisti non di tutti per fortuna o di di tanti nei media eccetera
Anche dei media nuovi e questa la nostra la cosa che a mio avviso non possiamo accogliere perché se noi pensiamo seriamente che dai vestiti dica di più di diversità ci sbagliamo
La diversità a partire dalle farfalle pensate la diversità delle farfalle
Io penso a quello è una diversità incredibile c'è tutto dai colori
Alla leggerezza all'improvvisa stanchezza delle farfalle alloro non riconoscersi alloro riconoscersi da lontano e cercarsi
Sempre Virginia Woolf e scusate se insisto però siccome qui abbia prime hanno invitato molto parlare di lei dirà alla fine poi io l'amo molto dice in un suo saggio su come si legge un libro come hanno come si usano le parole dice le parole
A differenza delle persone non guardano i colori si innamorano
Si sposano si fidanzano
A prescindere dal fatto di essere colorate o bianche non esistono le parole la cui cosa vuol dire contaminazione
Possiamo parlare di meticciato ma contagio contaminazione subito fa pensare a una malattia non è una malattia è un'estrema salute quella delle parole
Io dico usiamo questa nostra lingua ricchissima senza aver paura di usarla diamole a prima volta ti diranno M. era più forte diversità i grossisti e tu dirai nove film Saluzzo che e la volta dopo io una volta dovevo tradurre sin verso la parola Zingales ce la cosa segni e la Fingers che la Corsica
Quando ho portato il tema era Antonia Baio diceva Finest una dote che la traduceva tradotto così tanto in casa editrice Rinaldini abbiamo discusso io ho detto ma se ci può essere la finestra che non può esserci da così tanti e così Tarim vasto e dopo l'ha usato anche Masolino D'Amico non so più quale cosa propria allora così tale questa ogni cosa ha una sua così ITA ma perché devono versare le cose inglesi e non le nostre potenza dell'impero
E allora perché l'altro problema nostro e tu hai ragione quando dice
Che in Italia non c'è questa libertà ma in Italia abbiamo avuto un piccolo impero straccione l'abbiamo avuto non ce ne ricordiamo e allora quello che dobbiamo fare noi noi quattro tutti voi e tutti quelli che girano qui per il palazzo oggi ma in generale qual è la nostra responsabilità individuale e collettiva di ricordarcene
Santo cielo di ricordarcene
Perché non è possibile che noi non riusciamo ad immaginare i termini dell'impero quando ce l'hanno gridato a quattro io non ero ancora nata ma lo gridavano dal balcone di piazza Venezia lo sappiamo no ce ne siamo dimenticati eliche dobbiamo ritrovare la radice di parole che ci appartengono
Sono parole che possiamo e dobbiamo usare perché la mescolanza
C'è stata non possiamo far finta che non ci sia stata cioè queste persone che come dici tu erano finiti MiG di diritti militare di alti funzionari è vero
Molti erano o avevano storie familiari e di lavoro non solo di migrazione
Per ragioni economiche di povertà perché si pensa sempre che uno migra perché povero in realtà poi ci sono c'è tutto un ambito e si chiama diaspora invece quella che si sposta in un altro modo non è vero sono persone che anche loro si spostavano per lavoro a un livello più alto che con le carrozze faccio
Allora io dico
Il lavoro che dobbiamo fare come scrittore come traduttrici come tradurre come autrici come giornaliste e questo tirare fuori le parole da questa specie di nei piani dove sembra che alcune parole siano confinati parole italiane
Ed è una nebbia
Che è stata estesa per intorno per non darci tutte le possibilità
E noi facciamo così alla media soffiando e viene fuori la così detta del Silenzio italiano sulle proprie colonie
E questa la questione per quello che non lo riconosciamo a me è capitato in una occasione pubblica mi ha mi è stato chiesto era una una grande riunione di aggiornamento di docenti dei licei
è una docente mi chiese ma come ma in quel libro di Goa ci si riferiva al Palazzo degli specchi a un certo punto c'è un treno che parte dal Cairo e va verso l'India ed è pieno di soldati italiani come mai
Abbiamo fatto la guerra eravamo a alleati da con con il con il Giappone e la Germania
Inglesi erano nostri nemici su un treno inglese che dal Cairo guarda caso andava verso l'India
C'erano i soldati italiani prigionieri d'altra parte se volete fare un viaggio particolare in Italia partite da Reggio Calabria risalite la linea gotica e fate tutti i cimiteri da Montecassino salite verso vasto il così detto Cimitero degli inglesi inglesi sono diciassette
Sono mille quattrocentoquattordici
I sepolti gli altri sono tutti provenienti dal Sud Africa una parte piccola dall'India dal Pakistan e dal Nepal poi risalite ancora andati a Forlì e poi andate a Rimini poi se stessa anche per andate a pranzo mangiate bene però pensate questo
Gli alleati che ci hanno liberato c'è questo non successe moltissime cose anche brutte lo sappiano i marocchini Ciaccia però questa è la storia che l'hanno fatta tutti gli eserciti quando arrivano sono violentatori sono lo sappiamo non è purtroppo però sono dodici mila e trecento seppelliti e non sono bianchi
Le uniche persone sepolte che non sono bianche
Chiedo alla dirigenza che sepolta nei abbia abbiamo tempo per un paio di domande c'è c'è un incontro dopo
Sì allora
Allora tra allora magari se c'è abbiamo tempo per una forse due domande se ci sono se non vado avanti io
Qualcuno
No
Dopo questo intervento è forse difficile proseguire però bis abbiamo pochissimo tempo ma c'era ultima cosa che volevo chiedervi specificamente alla dice Claudia perché da diciassette vive andò adesso se ho capito bene un memoir un tessuto biografico che parte anche dal o che includerà o che toccherà i temi di cui di questi To finora
In fondo questo lo stesso genere che
Per certi versi modo molto innovativo Claudia ha portato la letteratura italiana è un genere che negli ultimi anni ha avuto un ruolo molto importante già nel memoir del racconto più giù biografico nella letteratura anglofona statunitense
Al ed è stato rinnovato in qualche modo dal racconto dell'esperienze di quelle che si possono chiamare le minoranze prima dal racconto per esperienza femminile poi penso a raccontare l'esperienza la transizione fatto da me chi Nelson che racconto hai citato libro di Auchan Wong
Dal e questo è una delle potenzialità del genere d'altro canto come dicevi come ricorda di prima c'è anche il rischio che questo tipo di racconto diventi una sorta di riduzione al volo testimoniale
Quindi volevo chiedere ai tram le portava via un pochissimo tempo per ci tenevo davvero sapere come vi siete rapportate come vi rapportate a questo genere ricco di potenzialità ma anche potenzialmente molto pericoloso molto intrappolando pene
A brevemente credo di averlo affrontato in qualche modo cercando di dimostrare che è molto più ampio e c'è tutta una serie di possibilità all'interno di quello che viene codificato come o un genere che ruota attorno alla prima persona se vogliamo
E in qualche modo io stessa era scettica di quella che alcuni chiamano all'industria letteraria della prima persona ed era proprio per mettermi in questa posizione
A di di di esplorarne gli angoli in qualche modo più più remoti Acea sono partita dalla domanda come si può scrivere la storia della propria vita mettendosi in posizione periferica c'è una cosa che in parte avevo ha preso leggendo libri importanti per me in questi anni o come quello Ivanoe Fraizzoli vagabondi relato carciofeto oppure per ragioni del tutto diverso se pensando a quello che ha fatto Rachel cascata che ha tradotto Anna dedotti che in qualche modo è una racconto disse attraverso gli altri quindi come se fosse una storia del sentire come si fa
A pensare che la prima persona appunto quando scriviamo Dinoi
Non c'è solo la componente della voce non c'è solo la componente dell'assertività non c'è solo la componente della memoria ma c'è una componente dell'ascolto la il modo in cui sentiamo le cose altrettanto vero identificativo della nostra persona
Rispetto al modo in cui ricordiamo e scriviamo e quindi in qualche modo secondo me ponendo altrettanta attenzione all'ascolto rispetto invece la testimonianza
E a a quello con cui viene confuso lì io lo scambiamo Sempre per un mio testimoniale esiste un mio defilato esiste un mio minoritaria rispetta se stesso
Ponendo un po'in qualche modo questo tema spero di aver contribuito alla conversazione sul fatto che quello che identifichiamo come mono muniti con nel memoir in realtà ha fatto da diverse angolature e quindi ci sono diverse posture o diversi posizionamenti forse infiniti con cui stare nella prima persona
Dunque per me invece si quello che sta scrivendo ci sarà un mio forte che appunto racconta quella che è stata la mia esperienza però negli ultimi quattro cinque sei anni quello che ho fatto era quello di ricercare la mia esperienza negli altri la cercata a lungo ma in realtà davvero difficile trovare quella che è la mia esperienza migratoria nell'esperienza migratoria dei ragazzi che ho conosciuto in questi anni
Quindi quello che vorrei e di quello di cui vorresti avere mettere in in in opposizione in contrasto alla mia esperienza migratoria con quella delle persone con le storie delle persone tra racconti che che che ho incontrate ha conosciuto negli ultimi anni
E si non vorrei appunto come come dicevo all'inizio
Essere una di quelle autrici ibride migranti e o di seconda generazione che parlano di altrove che parlano del dell'aria del dei paesi di origine o dei Paesi di origine dei propri genitori quella che io voglia raccontare l'esperienza che succede ora che succede ora in Italia qui per le seconde generazioni o per le persone straniere di origine straniera
E e mostrare come esistano di esperienze diverse in opposizione contrastanti estremamente diverse l'una dall'altra
Quindi non è soltanto la mia esperienza ma l'esperienza spero di un di un'intera generazione di persone che hanno avuto un un un'esperienza migratoria che appunto ha caratterizzato da cui dominato le loro vite
Grazie mille a questo punto io crei Claudiana fissa e Anna
La prossima volta ci vogliono due ore