Gli Stati generali dell’editoria, convocati dal governo, devono essere l’occasione per riformare e rilanciare il settore, partendo dal lavoro e dalla lotta al precariato.
Viste le premesse, però, c’è il rischio che diventino il pretesto per moltiplicare tagli e bavagli all’informazione e per un regolamento di conti finale con la categoria.
La Federazione nazionale della Stampa italiana non ci sta e vuole sfidare il governo sui contenuti.