36TFF - Torino Film Festival: corrispondenza di Augusto Sainati

Valerio Mastandrea debutta alla regia con ride unico film italiano in concorso al Torino film Festival
Per una volta Mastandrea rinuncia a vestire i panni dell'attore permettere però nel film molto disse del suo spirito del suo atteggiamento verso la vita
Il film racconta il dolore conseguente alla morte sul lavoro di un operaio trentacinquenne
Una morte come non dovrebbero essercene perché dice una battuta si muore in guerra non ha lavoro
è un dolore vissuto in maniera singolare nel quale ognuno dei personaggi vive la morte come crede come può
La moglie della vittima una delicata c'era Marte Gianni non riesce a piangere e vede la sua casa diventare teatro delle surreali visite dei vicini di casa
Ognuno dei quali porta con sé i profitti
Anziché partecipare sommessamente al dolore
Il figlio bambino esorcizza il lutto preparandosi a rilasciare improbabili interviste televisive con l'aiuto di un amichetto
L'anziano padre della vittima nella grande interpretazione Renato Carpentieri esprime un dolore imploso
Un'interiorità drammaticamente partecipò benché senza lacrime
Sono tre generazioni diverse o forse quattro perché c'è anche un fratello che ritrova con l'occasione i duri legami familiari
Tre generazioni accomunate dalla difficoltà di manifestare in maniera spontanea le proprie emozioni
La società agisce Mastandrea ci condiziona perfino del vivere il dolore in maniera sana
Giovanni film il tocco lieve della scrittura che intreccia registri drammatici Bettoni più brillanti
In certi momenti sembra di cogliere nella definizione delle scene ironia tipica dello stile del Mastandrea attore affidata più al non detto sottinteso che allo sviluppo completo delle situazioni
Ottimo esordio per un regista più che quarantenne ma di grandissima esperienza ride è da oggi in uscita nelle sale italiane
Dal Torino per radio radicale Augusto Sainati