Il suicidio dell'ex Presidente dell'ENI Gabriele Cagliari nel carcere di San Vittore (MI)

Dopo il suicidio di Gabriele Cagliari purtroppo la catena dei sui rincari cere è continuata prima San Vittore e poi a Poggioreale
Ne parliamo con Emilio Vesce consigliere regionale anti proibizionista in Veneto e Miglio la prima domanda che ti vorrei fare e secondo te se questi suicidi che stanno verificandosi in questi giorni cioè possono avere una ragione come dire di emulazione e in qualche modo il fatto che Cagliari la società di Cagliari abbia avuto un'eco così grande in realtà sia in qualche modo una spinta a rimuovere insomma le difese per i prigionieri appunto che vivono una situazione che da tanti anni tu insieme a tutti
I radicali denunciano una situazione insostenibile nelle carceri
Che in qualche misura questo aspetto cioè il fatto così clamoroso un come quello del ingegner Cagliari che viscida ma non perché un uomo cede di fronte per debolezza ma anche per un estremo atto di ribellione di lotta contro un sistema iniquo
Certamente questo funziona come detonatore Pertini ovviamente ritiene che questa la strada ultima peraltro invece che magari c'erano proteste come sta avvenendo proprio in queste ore a San Vittore come circa dalla dai giornali e dalle informazioni ed è un processo che probabilmente è tutto diverso carceraria quando al suicidio poi io credo che prima del di quello di Milano così clamoroso di ieri e quello della sfera del serbo e quelli di San Vittore che dici tu noi abbiamo avuto qui nel Veneto nel carcere di vice entra non più di tre giorni fa altri due suicidi
Su cui il nostro gruppo ha fatto interrogazione parlamentare tra l'altro e di cui come al solito non se ne è saputo niente altri giorno ancora niente quindi questa catena
Direi che era proprio perché labile c'era era facilmente profeti grave del resto novità da da tempo andiamo dicendo che la condizione carcerarie tale che ho esplode attraverso le rivolte tipiche degli anni settanta oppure a a mettere in pratica la crema di fare perché il carcerato a io lo so bene avendo avuto un'esperienza purtroppo su questo piano che è quella di lasciare nelle mani dei giudici il proprio corpo come testimonianza di una rivolta di una ribellione
è una estrema lì e questo dipende oggi anche dal fatto che la popolazione carceraria ha avuto dei mutamenti all'interno della sua cultura mutamenti fortissimi dovuti al periodo in cui con la legge Gozzini come il tipo di riflessione e dibattito con la direzione generale di di Amato
Aveva aperto il carcere alla civiltà alla società alla speranza e quindi aveva in qualche misura disarmato ai gli elementi più intemperante Pilar scenari che potessero esserci al proprio interno o un dieci l'età quindici anni fa sulla scorta di un evento come quello di Cagliari ore quello che la sera del verbo quello di San Vittore Ugo di vicende ne avremmo avuto delle rivolte nelle carceri hanno avuto i detenuti né sui tetti avremmo avuto dei sequestri riguarda invece a oggi non succede questo succede che il detenuto sceglie la via dell'autolesionismo di scoprire la propria vita il proprio corpo a testimonianza appunto di un un audio lady una violenza che subisce ecco questa è una indubbiamente un'indicazione di tipo diverso di tipo nuovo
Estremamente per pericolose estremamente terribile che in qualche misura bisogna bloccare ecco Sassa parte io vi domando come non si fa capire che la la la misura è colma come si dice siamo arrivati a un livello di incompatibilità totale delle gabbie relazioni carcerarie un un un sistema che ne può contenere ci hanno trenta mila che oramai si aggira intorno ai sessanta mila
Le celle sono affollatissimi e diventato ad andare a fare viste carcerarie una cosa veramente che da la coscienza di qualche cittadino noi riceviamo qui nel nostro gruppo telegrammi telefonate lettere di detenuti che dicono venite venite venite venite e ci mettono anche una condizione devo dire di impotenza
Quella sofferta impotenza perché ne andiamo constatiamo denunciamo ma nulla cambia
Ecco Emilio che effetto ti fa vedere oggi dopo il suicidio dell'ex presidente dell'ENI che l'opinione pubblica in particolare i giornali alcuni commentatori cominciano a porsi il problema della custodia cautelare anche alcuni politici che Pio appunto alla all'epoca per esempio del sette aprile incluse è stato coinvolto non ne vedevano assolutamente il pericolo della della carcerazione preventiva tra l'altro ricordiamolo
L'esempio del sette aprile fu eclatante cinque anni di carcere ora relativa invio clamoroso io ho fatto cinque anni cinque mesi e cinque giorni di carcerazione preventiva
Ecco che effetto appunto ti fa vedere che adesso solo punto in conseguenza di questo suicidio eccellente potremmo dire si comincia a riaffrontare la questione della custodia cautelare e di come viene usata appunto nelle indagini
Villaggio e tristezza perché noi all'epoca del sette aprile avevamo la situazione che i commentatori sembrano riscoprire adesso l'avevamo ampiamente documentata io ricordo che a usavamo
E detto apparecchi Dosso te credo che c'è una letteratura terminata su tutta la vicenda sette aprile a partire dal l'armamento internationale che ha fatto per quattro anni di seguito rapporto negativo e denunciando questa condizione accettabile in particolare eravamo stati adottati da Amnesty International io e il e Luciano Ferrari Bravo e posso Ferrari Bravo
Quindi queste cose vedere i clienti e le oggi mi metto a fare una considerazione su come Kent che possa cadere che improvvisamente la memoria collettiva ecco tutto ciò che gli riesce oggi è stato già detto dieci anni fa tutto tutto tutto non c'è una virgola io posso per la mia esperienza potrei anticipare il dibattito che c'è domani su questa questione e vedere gli stessi schieramenti e vede perché capovolgimenti deposizioni vedere praticamente le stesse persone timide stesse cose ecco io pretendo io sono rimasto sconvolto nella lettura dell'editoriale di Eugenio Scalfari
Essere qui posso assicurare che ce ne andiamo a vedere gli editoriali del
Settantanove dell'ottantuno dell'ottantadue ottantatré enne troveremo che lo Scalfari che prima ha spinto su certe cose che di fronte al partito la Morosini
Improvvisamente fa quelle riconversione quel editoriale è un vero capo loro d'ipocrisia
Che solo un grande giornalista come Scalfari può permettersi
Secco queste le cose che dico un questo voglio arrivare ad una considerazione che mi pare sia stata poco fatta nel dibattito e che era un elemento forte
E la nostra critica e cioè il ruolo che svolge l'informazione all'interno di queste cose io dopo il suicidio di Cagliari
A ho scritto una letterina d'informazione che qui nei giornali locali è stata ripreso
Nella quale appunto dico che adesso ed è facile giocare
Sul procuratore della Repubblica di turno la responsabilità di questo evento però sarebbe ingenuo e soprattutto ingiusto
Scaricare la responsabilità su una persona quando è un intero sistema che ha determinato questa condizione e usavo una metafora
Durante la Controriforma quando il Arturo quando il l'inquisito veniva fatto salire sul cavalletto il cavalletto era allo strumento dalla tortura se rimaneva sul cavalletto l'urlo l'ultimo che lo aveva sotto i ferri non aveva alcuna responsabilità proprio perché appunto si considerava una responsabilità collettiva quella procedura messa in atto con lei ma mi rendo conto che l'immagine e forte però tutti hanno detto che la carcerazione preventiva è stata usata come strumento per
Torce le confessioni o delazioni e via discorrendo ecco questo è una insegnamento che oggi noi dobbiamo riprendere
Ma non piace
Dopo l'idea di scoprirlo oggi perché questo tipo di insegnamento è presente nella
Doria di questi anni attraverso le tappe del processo sette aprile attraverso la tappa enorme strepitosa del processo Tortora e oggi con questo nuovo personaggio che appunto purtroppo complici lo dobbiamo ambire va va ad arricchire le cronache della nostra quotidiana ingiusto
Insomma il filo rosso dell'emergenza non si è mai spezzato in tutti i maschi eventualmente e i protagonisti di quegli anni sono ancora qui vivi e vegeti
Che stanno facendo lo stesso pur giocando lo stesso ruolo che giocavano allora e io non ho nessuna difficoltà a fare i nomi penso a Scalfari penso a Violante pensa Pecchioli penso a questi uomini chissà sono coloro che tengono porte alto il profilo l'emergenza perché questa gente questi uomini hanno nella loro visione culturale una dimensione giacobina della realtà nella quale la la modifica alla trasformazione
Il mutamento della situazione delle precedenti sto soltanto in tema di fazione politica e quindi la fazione politica non poche pensare all'annientamento della dell'avversario non poche pensare che all'Ardis
Mozione di chi non è nelle loro posizione sulle loro posizioni qui la questione è la corruzione oramai rimandato solo un pretesto per una lotta di classe
E citano facendo gruppi di potere che io già ancora un anno fa paragonavo alla rivoluzione culturale cinese
In cui le guardie rosse avevano questo ruolo di giustizieri ecco oggi noi abbiamo tra di noi tanti ieri nella mondo della giustizia nel mondo dell'informazione nel mondo della delazione nel mondo dello stato nel all'interno delle istituzioni statali ecco fin quando non ci libereremo di queste guardie rosse non saremo ingrato netti
Correggere le cose che sono state fatte sbagliate netti battere la corruzione avremo soltanto un aggravamento di questa situazione
Bene la ringraziamo Emilio Vesce consigliere regionale antiproibizionista in Veneto con cui abbiamo parlato di carcere di emergenza grazie risentiva