Intervista a Francesco Maisto sullo slittamento della Riforma dell'ordinamento penitenziario

Radio radicale siamo in collegamento con il dottor Francesco mai visto già
Giudice del tribunale di sorveglianza di Bologna benvenuto a Radio Radicale innanzitutto e grazie Daniela allora insomma in queste ore venuto meno quello che ci si aspettava ovvero
La riforma dell'ordinamento penitenziario rischia di slittare addirittura la prossima legislatura forse insomma neanche vedrà mai la luce allora in tanti in queste ore si stanno dividendo sui giudizi sui commenti in merito al comportamento dell'esecutivo e in particolar modo io volevo chiederle
Lei che idea si è fatto di in del percorso che ha portato innanzitutto a questa fase di stallo e chiede a si è fatta o poi della riforma
Beh ce l'hanno domande molto impegnative richiesta era molto tecnico allora mettiamola così
Quindi sognare sorridere per non piangere perché il fatto che la riforma in realtà non sia stata approvata dal Consiglio dei ministri perché questa allo stato la situazione attuale noi possiamo disporre soltanto del presente e del futuro e non sappiamo e dire che si rinvia al prossimo consiglio dei ministri
Significa rinviare ad un altro aspetto delle maggioranze all'interno del Parlamento non sappiamo se ci sarà lo si somministra
Tutto questo può pure non è ipoteca lire quindi dire che è slittato
Significa un bluff significa che non è stata approvata e peraltro si tratta del primo dei decreti che era l'unico che in realtà
Per il quale si prevedeva l'approvazione finale
Che dire della della riforma della ulteriore nuova riforma dell'ordinamento penitenziario
Che sarebbe stato un atto necessario
Che sarebbe stato un atto di civiltà non soltanto per i contenuti
Che non sono poco cibo e così innovativi perché in realtà molti di questi contenuti sono un adeguamento rispetto alle varie sentenze dalla Corte costituzionale che hanno bacchettato
Pontedera iscrizioni e le distorsioni galliche tutti nella legge penitenziaria
Preparazione delle sentenze della Corte di giustizia che hanno condannato l'Italia sostanzialmente per tortura violazione all'articolo tre per trattamento inumano e degradante
Quindi niente di così eclatante
Rispetto all'assetto normativo
Una riforma necessaria per portare l'Italia dei livelli di civiltà ed il rispetto della dignità delle persone umana delle persone detenute
Questo non ha ritenuto di governo di fama
E questo è un fatto gravissimo quindi per quanto riguarda la sostanza diciamo il merito il contenuto è chiaro che avendo lavorato
Insieme a circa altri duecento esperti agli stati generali dell'Asia e dell'esecuzione penale
Avendo io coordinato il tavolo dieci quello sulla salute dei detenuti e in particolare sulla sanità mentale salute mentale
Questa è una delusione cocente
E diciamo che aveva chiarito è una cosa che fa in caccia
Fa ingaggiare e questo per quanto riguarda il merito per quanto riguarda la tempistica io devo dire che nonostante le tante lessico rassicurazioni che venivano diciamo da fonti autorevoli in realtà mi sembrava sul piano personale molto strano
Che proprio in prossimità di un evento elettorale così significativo
Che cita quasi dilaniando il Paese si potesse pensare all'ultimo momento ad infilare una riforma di civiltà
Probabilmente c'è stato una cattiva gestione ci sono stati troppi passaggi che erano necessitati perché istituzionale in ma mal collocate nel corso del tempo
Non c'è la riforma penitenziaria precedente che abbia avuto tutto questo strascico io
Ho fatto il magistrato di sorveglianza per quarant'anni lasciato al presidente del tribunale di sorveglianza ma non il mondo carcerario
E intorno alla legge Gozzini nell'ottantasei lavorano quattro persone
Intorno alla legge Simeone Saraceni che andava da un fascista un DS Simeone fascista dei saraceni ci lavorarono cinque persone
La legge penitenziaria originaria del settantacinque fu fatta da dieci persone poi naturalmente i parlamentari per intero le carrette che le persone competenti avevano scritto gli articolati
Questa storia a cui è una storia vergognoso
Ecco dottore e conduttore del lei ha accennato fondamentalmente anche ai tempi che non le sembravano Consoli vista la scadenza elettorale
Ma soprattutto leggendo un po'le pagine dei giornali vedendo insomma il dibattito intorno a questa riforma che se poi c'è stato c'è stato veramente ricordiamo in dosi minime vi è sempre chi continua in qualche modo ad utilizzare la sicurezza la carcerazione i detenuti il tema delle carceri il tema della giustizia
Per un fine meramente elettorale per farli diventare in qualche modo dei temi che fanno il paio con la paura dei cittadini ecco forse anche questo ha in qualche modo determinato una spaccatura
All'interno di quel Consiglio dei ministri che ne pensa
Guardi
Allora noi qui abbiamo dei precedenti perché ogni riforma in materia penitenziaria avuto delle controriforme
Il guaio della politica criminale italiana è che non c'è mai una politica criminale chiara coerente equilibrata e razionale armonizzata con i principi costituzionali
E la legge penitenziario originaria la prima legge
Quella che finalmente con atto normativo primario prevedeva diritti doveri ed era anche molto embrionale perché eravamo al mille novecentosettantacinque
Nel mille novecentosettantasette fu ristretta quindi si ebbe la prima contro la riforma penitenziaria perché con la scusa del terrorismo
E in realtà i terroristi e non centravano il fatto terroristico il fenomeno terroristico non c'entrava proprio niente con la controriforma
Il secondo fatto successe nel novantuno c'era la legge Gozzini che tra l'altro non prevedeva proprio il famoso articolo quattro bis che è stata tanto in quest'ultimo è un periodo oggetto di discussione
Non erano successi fatti particolarmente Gradanti dice eclatante cioè nel e non si è sui fatti diciamo nella statistica normale e subito dopo la strage di Capaci praticamente con l'articolo quattro bis ed altre precoci lunedì gli altri automatismi fu contro riformata la legge Gozzini
Che c'entrasse la strage di Capaci e con il mondo carcerario questo ancora non è dato capire insomma
Non non fu non furono certo dicevi liberi che avevano avuto la misura alternativa che determinarono la strage di Capaci
Sono tutti riportarli dentro in carcere misure alternative puntuta revocati io ricordo quel quelle prime notti di applicazione del decreto Martelli che controriforma o con la strage di Capaci la legge penitenziaria
Quindi c'è quando Nino Andena dove andare a parare a a posteriori la prima operazione di politica criminale sbagliata che circola è quello di andare a chiudere i rubinetti
Pensando che l'acqua sporca ed ecco da quel rubinetto che il carcere
Quindi si aggiunge in questa fase è qualcosa di più e cioè che l'imprenditoria del terrore all'imprenditoria aveva paura
Crea un immobilismo se non addirittura una regressione sul piano nell'acini d'indignazione della legislazione
Sicuramente a questo insuccesso
Sì ed è un fatto gravissimo però ripeto
La tempistica
è stato sbagliato aspettare di portare lo schema di decreto nell'immediatezza delle elezioni
è vero che c'erano dei passaggi istituzionali fondamentali da fare ma è altrettanto vero che quei passaggi istituzionale andavano a Juan in prima in tempi coerenti con il normale svolgimento della vita del Paese
Bene allora no intanto la ringraziamo per questa conversazione torneremo sicuramente a risentirci nell'arco anche nelle prossime settimane per capire insomma fino al ventitré marzo
Diciamo questo Parlamento rimane ancora in carica questo governo rimane ancora
Al suo posto vedevo anche commenteremo magari assieme quali saranno le prossime azioni dell'esecutivo e di conseguenza delle Commissioni giustizia di Camera e Senato io nel frattempo la ringrazio
A rivederla