Sono stati discussi i seguenti argomenti: Cultura, Famiglia, Giovani, Infanzia, Letteratura, Libro, Societa'.
La registrazione audio di questa puntata ha una durata di 22 minuti.
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scrittore
Radio radicale ben tornati in questo nuovo appuntamento delle parole e le cose siamo oggi in compagnia di Fabio Genovesi benvenuta radio radicale fa grazie grazie a tutti
Allora Fabio Genovesi è autore di un libro edito da Mondadori molto molto bello molto toccante interessante che si intitola il mare dove non si tocca
Allora Fabio un libro che ci porta a vivere una dimensione dimensione
Alle volte
Non dico dimenticata ma sovrascritta all'interno delle nostre vite che l'infanzia perché
Il protagonista a sei anni o giù di lì un bambino che dire però in un mondo particolare vive in un mondo di adulti un mondo dove le sue contingenze
In qualche modo sono quelli di chi a tanti anni in più di lui un mondo chiuso in una sorta di bolla
E poi a un certo punto c'è un'apertura verso il mondo di fuori
Innanzitutto ti chiedo come è nato il mare dove non si tocca
Nato in un modo strano per per per me come tutte le cose che scrivo è nato senza che lo volessi
Sono sempre figli indesiderati i i miei romanzi nel senso che non sono come li volevo però alla fine mi piacciono più di quello che volevo prima credo che il modo più sbagliato per scrive un romanzo sia esattamente volere do sapere dove vuoi andare cosa puoi scrivere
L'unica cosa che mi interessava era scrivere dell'infanzia e poi della della preadolescenza diciamo
In un nel modo che mi piace cioè con la testa di di un bambino
Mi annoiano mortalmente come dicevi benissimo tu prima spesso l'infanzia sovrascritta sopra pensata anche non è la voce del bambino ma l'infanzia ripensata dall'adulto come unità che adesso rivaluta oppure in tutti tutto il la diciamo la riflessione intorno a non mi interessa la riflessione mi interessava raccontarla così come era piena di meraviglia piena di emozione piena di paura anche e e e tutto in ordine venuto in mente da un capitolo che in realtà era un racconto
Che poi ripeto un capitolo del romanzo che era un racconto trovo scritto per il Corriere della Sera ed era la storia vera di come mio padre mi aveva insegnato a a nuotare io sono nato a Forte dei Marmi e vedevo tutti i i figli dei turisti diciamo agiati Ecomondo economicamente ai quali veniva insegnato a nuotare da da maestri se riveli che li portano al mare o in piscina lite li sostenevano anche psicologicamente in questo difficile passo e nel taglio come tutti i ragazzi del posto imparato a nuotare così mio padre una domenica che non lavorava presso il pattino ma portato al largo mi ha detto guarda c'è un pesce ho guardato mi sono sportivo mi ha dato un calcio nel cui voi sono finito in acqua lui si è fumato una sigaretta mentre io
Sfogavo alla fine ho imparato a a galleggiare che è già molto
E da questa storia da questo da questa idea da questo racconto
Ho capito che avevo voglia di raccontare quello che c'era prima quello che ci sarebbe stato dopo l'Italia è nato il romanzo
Ecco un romanzo che ovviamente si snodo sotto un incipit narrativo molto forte un romanzo che
Ci restituisce anche una scrittura
Privata e pubblica al tempo stesso perché i sei anni di Fabio la vita familiare i genitori i nonni in qualche modo diventano
Una sorta di di coro greco che accompagna un po'la sua infanzia tu dici non è un'infanzia sovrascritta ma l'infanzia narrata in prima persona urlata e allora ti chiedo come è stato per te
Anche fare quei passi indietro perché si vede apertamente che
Hai messo mano un po'anche non ai tuoi ricordi ma al Fabio Genovesi autore il bambino insomma quasi ci verrebbe da citare Vasco rise fosse diciamo un po'troppo
Ridondante con la retorica del fanciullino però io diciamo c'è stato un po'morire a te stesso in questa in questa ottica
Sì senza dubbio è stato un lavoro strano perché appunto io all'inizio non volevo raccontare la storia della mia infanzia e e in fondo non non non lo è
Però anche anche si
Così come è difficile
Raccontare per un primo scrittore la cosa più difficile forse raccontare quello che è successo veramente senza poi partire per la tangente delle dell'immaginazione il giornalismo deve raccontare quello che succede spiegarlo raccontarlo bene
Il romanzo secondo me alla base una forma di ignoranza cioè io ti racconto qualcosa che non so bene nemmeno io prova raccontarti la renderla interessante e le parti che non mi spiego
Provò aggiustarmi narrativamente secondo me funziona così
La anche la mitologia greca deve essere nata così però io immagino i greci antichi che stavano lì sulla spiaggia o dove un po'dovunque fossero guardavano il sole che si muoveva nel cielo
Come mai si muove il sole ma ci sarà uno con un carretto che lo porta in giro e da lì nasce il mito di Apollo
Secondo me romanzi nascono dall'ignoranza e è il racconto di quello che forse Successo di quello che poteva succedere
Però certo tutto parte da un la vera condizione mia di di bambino nato in una famiglia strana in cui mio nonno aveva nove fratelli maschi tutti scapoli
E nessuno quindi pronipote di questa grande famiglia l'unico nipote ero io
E quindi si litigavano il tempo da passare come di solito oggi bambini spesso non si sa chi piazzarli cioè l'opposto non avevo tempo libero e mia nonna aveva preparato una specie di di cartellone settimanale attaccato attuata non l'inizio della via dove diceva il lunedì Cologgi pathos materico girarmi Spoto specie di turni facevano e e e questa cosa mi piaceva raccontarla
Sembra così diverse così strana mi fa ridere quando mi dicono nei tuoi romanzi hanno sempre una vena surreale a un certo punto
E lo dico sempre delle cose più vere quindi è la realtà forse che escono si dice e qualcosa surreale si fa un torto alla realtà perché la realtà è molto più surreale di quello che possiamo inventarci
Soprattutto la della realtà tu non hai paura perché questo bambino poi non ha paura neanche di affrontare lampo mani nude con gli strumenti anche della comprensione e di cui è dotato perché alla fine non è un bambino prodigio Fabio un bambino che in qualche modo si pone le domande dei bambini si pone interrogativi dei bambini e da questa a mio avviso bellissima capacità di osservazione delle cose che forse una dei tasselli che crea lo scatto verso la fantasia perché alla fine c'è una grande descrizione corale anche dei piccoli gesti della movenze da delle mani il padre un personaggio che magari parla con le mani più che con la voce più che con la parola
Cioè il rituale delle mani in tasca quando si tolgono le mani dalla tasca ad alcuni protagonisti non è mai un buon segno quindi se c'è tutto questo impianto strutturato che fa sì che i piccoli gesti di piccole movenze anche i piccoli tic e le piccole disfarsi e che si possono trovare nei comportamenti diventano un tappeto narrativo molto interessante
E e e però è un romanzo che si sorregge su un equilibrio molto stabile e forte come hai fatto un po'ad unire proprio nella scrittura questa o diciamo questa sottrazione da un lato perché ovviamente il materiale umano o è anche narrativo esistenziale era
Molto era vasto però alla se è riuscito in qualche modo asma o darlo in modo agile perché poi restituisce al lettore un libro che si fa leggere che comunque la fine scivola
Via rimanendo questo diciamo è sempre un buon segno
E mi fa piacere che me lo dici guarda
Ci tenevo molto già questa cosa delle delle mani io lo lo considero nella mia testa poi insomma talmente un delirio mio personale però lo considero un romanzo sulle mani c'è sul valore delle mani e sul fare le cose con le mani
Io ho avuto la fortuna enorme
Di crescere in una famiglia che di solito molti scrittori non non conoscono e cioè una famiglia fatta di camionisti meccanici idraulici giardinieri muratori persone che si guadagnavano da vivere con le mani
E le sapevano usare bene
Ed è una cosa che nel panorama letterario narrativo italiano come vogliamo chiamarlo è rarissima e allora mi sembrava giusto raccontarla perché mi dà fastidio spesso anche persone molto molto emancipata e molto moderna molto libere molto progressiste
Poi però ti dicono cose tipo ieri ho visto l'avvocato gli ha raccontato il sindaco e poi ti dicono speriamo ci sia l'omino delle fotocopie per commissioni una fotocopia oppure speriamo ci sia Lumino al distributore perché non so far benzina da solo
Quindi omini se una realtà le persone che hanno fatto il Paese secondo me quando mi dicono gli Agnelli hanno fatto il Paese queste cose qua io rido insomma ecco fortissimamente le persone che hanno fatto il Paese sono quelle persone lì
E e e visto che io le conosco sulle persone con cui sono nato con cui sono cresciuto ci tenevo a a scrivere un ordine a loro e questo ragazzino cresce in mezzo a queste persone qua
Che sanno far le cose pratiche
E qui mi piaceva raccontare di loro al tempo stesso mi piaceva metterli però davanti a un bambino che li guarda con l'occhio Chilla rimane immaginazione e che quindi li vedi sempre come qualcosa di più le specie di di studi di eroi
E per me ancora lo sono oggi però mi interessava che la lettura nonostante la visionarietà appunto e l'immaginazione non ve non non fosse ostacolata non venisse troppo fuori troppo troppo criptica e e allora un lavoro di sottrazione
Mio scrivo tantissimo quando scrivo un romanzo lo scrivo cinquanta volte iscrivo se a trecento pagine come questo è almeno settecento all'inizio e poi tolgo tolgo tolgo tutto quello che serve solo a me e sono convinto che in ogni pagina che scrivo ce ne sono almeno cinque altre sei che ho scritto e che servivano solo a me che lettore merita di avere solo il meglio il resto serve solo a me per lavoro e e allora credo che il il modo per provare a farlo non so se ci sono riuscito ma insomma il modo con cui ho provato a farle questo scrivere tutto e poi fare un lavoro di sottrazione che però sottraesse solo il non necessarie non togliesse la temperatura ecco mentre stavo lavorare con delle temperature molto calda
Ecco un'altra situazione a mio avviso importante all'interno di questo libro e la creazione di una sorta di di lessico familiare autoporto uno quasi cioè
L'importanza secondo me dei gesti importanza delle manine d'importanza anche di un linguaggio quasi primordiale ci porta ad un momento in cui la comunicazione anche non verbale acquisiva un'importanza enorme una formazione delle persone
Diciamo oggi forse siamo abituati a comunicare eccessivamente a parlare eccessivamente e non magari ad aspettarci più delle parole che dei gesti invece in questo libro è un libro ho fatto di presenze di di oggetti ma al tempo stesso di forti
Adesioni rispetto alla realtà un libro che comunque ci restituisce anche proprio il privato non solo della parola ma del gesto questo secondo me
Lo rende in qualche modo anche un piccolo manuale per comprendere
Come si cresce in realtà perché magari fa mo'diciamo fu molto di più nella vita di un bambino
Una caduta a terra una caduta da bicicletta come dicevi tu un calcio in curo per entrare in Alcoa
Che magari una lezione su come si dovrebbe andare in bicicletta e magari quando andiamo avanti in realtà la nostra vita da adulti è sempre quella continua lezione quello schiaffo preso in faccia continuamente
Poi magari ci vediamo spesso più del dolore e quindi non sapevo magari fermarci anche rispetto ai gesti alle situazioni più chiare però magari ecco il comprendere i gesti è forse una delle cose che stiamo perdendo in questa Società due punto zero tre punto zero spesso anche
Gli stessi autori gli stessi scrittori insomma vivono di questi complessi così come anche noi giornalisti insomma in cui alla fine
Diciamo la notizia è sempre più annunciata che vissuta ecco come diciamo anche vivere aperte all'interno di questa società così liquida così parolaia quando voi tu per quello che che vedo che si vive anche nei precedenti libri
La tua attività di scrittore è un'arte è un'attività artigianale possiamo dire
Sono felicissimo che me lo dici e ti ringrazio esattamente quello che penso
Io mi ricordo quando quando quando ero piccolo che mi facevo male e mi facevo male spesso perché mi facevano fare le cose
E e mi faccio male andavo dai miei mille nomi appunto lamentando mi loro mi rispondevano sempre indicandomi le ferite mi dicevano è la Sapienza che entra
Per loro le ferite erano la Sapienza che entra cioè la Sapienza che sta nel mondo entrare dentro di te non dal cervello dalle orecchie ma dalle ferite dalle ferite ti entra dentro il mondo ti spiega le cose
E questa cosa mi è sempre rimasta impressa la credo vera
In più
Che io non ho figli non ho una famiglia diciamo ecco e e però forse per questo tendo guardare molto i Italia i miei amici con il loro figlio alla mia età ormai molti hanno figli qui c'è una crescere insomma
E spesso sono molto comunicativi questi genitori
Magari se un bambino picchia un altro all'asilo o le elementari allora si fermano si mettono lirico mobili di hai fatto una cosa sbagliata perché la violenza è una è un sentimento almeno qui non dobbiamo mai cedere siamo persone non siamo animali di piuttosto la la condivisione piuttosto che sono tutti condivisibili come come come idee ma un bambino non gliene frega niente non li impara impara solo che gli adulti vivono in un loro mondo che non c'entra nulla con il suo e io ricordo anche se poi per qualcuno non sarà giusto ma ricordo mio padre che un uomo di una di una dolcezza infinita
Che non mi ha mai messo non addosso e quelle mani giganti che avevamo avrebbe fatto anche molto male
E che senza spiegarmi mai siamo fatti i bambini lo sanno benissimo come fanno qualcosa di male lo sanno profondamente lo sento nel senso di colpa c'è tutto quando sono qualcosa di male perché scelgono di farlo e mi ricordo lo sguardo solo il mio babbo che non era nemmeno cattivo era serissimo che mi guardava e quello sguardo bastava per congelare mi e farmi capire con fatto qualcosa e che di cui dovevo periti mi
Spesso consideriamo i bambini come dei
Dei Piccoli svizzeri no De Piccoli Di appartenente a una società perfette ideale che non sono così non saranno così mai non saremo così nemmeno noi e e spesso li li non crediamo di di di giocare al loro livello invece non non arrivano al nostro il nostro livello non è per niente superiore al nostro al alle loro c'è una temperatura qui queste cose bisogna giocarci bisogna cercarle erano temperatura caldissima tutti questi discorsi la Bassano il bambino non li capisce più cioè e io ho cercato di scrivere il romanzo qualcosa che fosse una temperatura sempre alta
Di persone che non hanno niente da insegnanti si ma solo da farti vedere quello che fanno loro a me non piacciono le elezioni le elezioni mi annoiano i discorsi mi piacciono gli esempi delle persone io ammiro le persone che mi fanno vedere quello che fanno e io cappe vedendolo che fanno li ammiro e cerco di fare quello
Di parole l'Italia è piena e e purtroppo Mondino di esempi da seguire insomma
Anche se poi alla fine
E proprio forse nello sminuire la parola perché
Insomma per per chi insomma per chi crede ma anche per chi non crede fondamentalmente se si va un po'all'origine della della creazione del mondo realtà divo crea immondo con delle cedole quindi cercherà in realtà diciamo voi siamo anche forse
Un po'noi che abbiamo sminuito il il senso delle parole ma forse perché come tu scrivi all'interno per tuo libro nel capitolo ventidue la gente della macchia dici
Se c'è una cosa davvero impossibile nel mondo e che esistano persone che ci credono che ci sia qualcosa di impossibile eppure queste persone esistono anzi sono parecchie e allora vuol proprio dire che nel mondo tutto il possibile e come fanno quelli hanno un accorgeste io non lo so
Solo so solo che cambieremo cambierebbero subito idea si si facessero un giro in quel giorno di maggio che stavamo vivendo luglio mille cose impossibili erano così tante che praticamente succedevano solo quelle allora il lessico dell'impossibilità diventa in qualche modo un un panorama nuovo un panorama inedito all'interno
Della nostra vita quando diamo senso le parole quindi insiste una
Capacità pratica anche nelle parole questo sembra un punto libero perché in realtà se lo sembrerebbe una sorta di manifesto al contrario sedici
Non credo nelle parole credo nella praticità quindi faccio un libero però in realtà le due parole danno questo senso
E portano diciamo lontano poi il lettore forse a ritrovarsi cioè sì io credo ovviamente facendo questo lavoro che anche se non mi pagassero lo farei lo stesso per la passione con cui lo faccio
Non posso non credere nelle parole però appunto perché li rispetto molto e credo nel loro potere fortissimo ed evocativo le le le rispetto e e li uso
Con attenzione insomma con le parole giuste
Sono se non servono molte parole le parole giuste sono poche funzionano
Quando leggo dei romanzi dove ci sono settecento mila
Aggettivi buttati lì vuol dire che probabilmente non hai trovato quello giusto è l'ora
Se e come con uno spara invece quel proiettile con la rosa di pallini no e tutti questi pallini più o meno arriveranno alla alla alla prelevare che che che che intendi raggiungere ma non ci arriveranno precisamente
Che io credo che che la parola sia fondamentale ma la sua forza evocativa va rispettata attivi fidare di quella parola e anche i ragazzini il nucleo Fabio quando parla
Spesso come tanti ragazzini si lascia andare a delle divagazioni come è giusto che sia
Però ci sono sempre alcuni elementi che tornano e sono la forza di alcune semplici parole quando si è piccoli parole sono magiche chi vien la voglia di andare in un posto solo perché ti piace il nome
Senti io mi di appunto perdere parcelle nel capitolo quando i miei nonni zii mi dicevano andiamo nella macchia io impazzisco per la Macchia questo nome questo mi faceva impazzire
Non perché sapessi cosa succedeva nel dentro una macchia ma perché il nome Mina morava
Le parole sono così forti che bisogna rispettarle e quando diventiamo troppo pieni di parole che facciamo un torto le parole stesse
Allora Fabio siamo in conclusione di questa chiacchierata e
Tu ha iniziato questa conversazione ricordando un episodio biografico che che che ti riguarda quando appunto eri
Diciamo
Quando non sapevi notare quindi grazie al al al calcio di tuo padre
Sei sprofondato in acqua ecco serie emerso stai ancora andando a vedere fin quando arrivi giù a toccare che questo se siamo e anche forse il senso di questo libro perché il mare dove non si tocca forse la cosa che a un bambino fa più paura ma anche un adulto che non sanno dare o che non vuole votare
Sì strano in fondo
Secondo me galleggiare è un'arte no forse l'arte della vita insomma poi saperlo fare bene ancora meglio ecco da un certo punto di vista e anche la tentazione di capire cosa c'è là sotto io spesso quando mi trovo davanti a qualcosa di incredibile di di ai alle cose brutte della vita ma anche a quelle belle
O questa questa deviazione credo mentale per cui mi viene sempre da pensare a ai ai profondi abissi alla vita per esempio di calamari giganti che sono un argomento che mi mi innamoro ora da sempre
E dico ma diciamo che preoccuparci per questa cosa e nelle profondità marine esistono i calamari giganti che combattono contro il capodogli trovi dentro e capodogli becchi di calamari giganti che son mangiati hanno però sulla faccia le ferite il mondo è così incredibile
Che non puoi non no non non aver la tentazione di andare a vedere sempre cosa c'è là sotto una cosa che mi fa impazzire che esiste nel romanzo ma che ancora io mi mi domando è i dinosauri i dinosauri esistevano cioè è incredibile ovviamente fantascienza Jurassic Park riportarli invitano però che esistessero che nel nostro mondo ci fossero i dinosauri e e fare un fatto scientifico e quindi noi viviamo in un mondo dove ci sono stati dinosauri tutto è veramente possibile
E allora quando galleggia in questo mare non può non avere comunque la consapevolezza che sotto la dove non tocchi c'è qualcosa di incredibile e e quindi la voglia sempre di vedere cosa c'è sotto cosa c'è sopra
La la fantascienza più sfrenata e la è la realtà quindi rivolti per battuta di cosa più scrivo romanzi di fantascienza perché racconto con la realtà
E e al e quindi si o forse ho imparato un po'a galleggiare ma non voglio mai dimenticarmi l'emozione il brivido di pensare a cosa c'è là sotto dove non tocchi
Bene allora noi ringraziamo Fabio Genovesi per questa conversazione grazie per essere stato nostro ospite
Il mare dove non si tocca edito da Mondadori grazie ancora grazie a voi grazie a Carmine Corvino e Luciana Bruno in regia M. non resta che augurarvi un buon proseguimento di ascolto con le trasmissioni di Radio Radicale
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