Intervista a Giorgio Tonini sulla riforma della Cooperazione internazionale e sulla riorganzzazione della rete diplomatica e consolare italiana

La di radicare abbiamo qui con noi Giorgio Tonini vicepresidente dei senatori del PD ma specialmente capogruppo del PD in Commissione esteri nonché relatore del primo dei temi di cui dopo gli intendiamo parlare in questa intervista relatore della riforma della cooperazione di che cosa si tratta senatore Tonini
Riusciremo a riformare male anche la cooperazione speriamo di no spero di riuscire a riformarla bene la legge quarantanove una buona legge quarantanove del mille novecentottantasette
Quindi è una legge che ha quasi trent'anni una una buona legge
Tuttavia è una legge datata che ha bisogno di una revisione approfondita sono anni che ci si prova abbiamo cominciato con quando c'era il Governo Prodi D'Alema Ministro degli esteri e la Sentinelli viceministro dalla cooperazione
Poi l'interruzione traumatica di quella legislatura e poi c'è stata la lunga pausa del periodo di Ministero Frattini
Poi nella scorcio della scorsa legislatura col Governo Monti e il ministro Riccardi si è
Rimessa in moto la macchina abbiamo siamo arrivati ad un testo unificato
Scritto da me insieme al collega Mantica
Quindi PD PDL allora e a livello associativo qualcuno
Sì è vero insomma essendo la della cooperazione allo sviluppo una diciamo un patrimonio del Paese non qualcosa a che fare con gli schieramenti ingenerare la politica estera
Qualcosa su cui si deve arrivare a una convergenza più ampia
Così è stato adesso il Governo letta grazie al ministro Bonino e al viceministro Pistelli a
Ripreso quel testo Lovari elaborato lo ha presentato come il disegno di legge del Governo a siamo in attesa del deposito formale
Del testo in Commissione e poi passeremo al suo esame io spero a questo punto avendo alle spalle un pregresso così
Grande di approfondimento i di audizioni di testi contro testi insomma c'è un lavoro parlamentare enorme
Pubblicato tra l'altro in corposi volumi
Da parte
Da parte del Senato della Repubblica credo che si possa ci siano tutte le condizioni per
Un esame rapido e una rapida approvazione quali erano i punti fondamentali che il somma dello schema che avevate predisposta Lehman
Beh innanzitutto il tema di una regia unitaria della cooperazione perché l'Italia spende molto meno di quello che si è impegnata a spendere
Però spende pur sempre due decimali di punto del PIL quindi tre miliardi abbondanti l'anno
E che non sono proprio nulla e quindi il problema è che questi tre miliardi che ripeto cifra inadeguata rispetto agli impegni presi tuttavia cifra consistente sono dispersi in mille rivoli allora il primo
Il problema è una regia politica unitaria che il disegno di legge sia quello nostro sia quello del Governo
Pone in capo al Ministro degli esteri che anzi diventa ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale e noi diciamo pubblica teoricamente il testo del Governo dice facoltativamente questo sarà un punto da approfondire una vice ministro degli esteri che diventa il responsabile
Ovviamente insieme al Ministro della di questa importantissimo capitolo
L'altro tema di di innovazione e la costituzione di un'agenzia naturalmente un'agenzia molto light dal punto di vista delle strutture dei costi quindi impatta il più possibile in economia risparmio con grande sobrietà
Però un'agenzia che porta fuori dalla Direzione generale la gestione della cooperazione quindi
La Direzione generale della Cooperazione resterà accortamente dimagrita come supporto diplomatico diciamo al ministro il viceministro
Ma tutta la parte di gestione dei RAEE dei progetti
Vedere iniziative verrà posta in capo ad un'agenzia come avviene in molti altri Paesi europei perché fare cooperazione è strettamente connesso con la politica estera ma anche a una sua autonoma autonomia dal punto di vista
Professionale disciplinare perché non ha abolito la direzione generale la cooperazione a quel punto eventuali competenze ad altre
Perché deve restare
Un io dico molto molto piccola ovviamente molto snello
Un supporto di tipo appunto invece diplomatico a al al viceministro quando si stabilisce un rapporto
Con un Paese insomma per erronea intesa bilaterale di cooperazione allo sviluppo c'è la dimensione tecnica dei progetti che deve essere in capo all'agenzia ma c'è anche questione di relazioni diplomatiche bilaterali che invece deve restare
Una funzione propria della diplomazia
Secondo tema nelle prossime ore le Commissioni esteri di Camera e Senato con tutte sono letto male audire hanno il viceministro Marta ma sul tema la riorganizzazione delle la della Rete diplomatico con o l'are ora mi pare di ricordare che la nostra rete diplomatico-consolare sia molto pesante dei Paesi europei e diciamo molto leggera per usare un eufemismo in piccoli paesi come la Cina e l'India
Che cosa lei si aspetta che dica il minimo viceministro Tassone
Ma viceversa la sua presentato un piano molto organico impropriamente d'accordo col ministro grazie firma l'introduzione a questo documento Farnesina due mila quindici
Quindi una Farnesina che guardi al futuro innanzitutto con le linee fondamentali della nuova politica estera italiana in continuità con
I capisaldi storici mi faccia dire Degasperi anni della della nostra politica estera quindi europeismo e atlantismo
Multilaterali miseria Degasperi anni in-house Diani esporsi anni
Accetto l'emendamento
Quindi in in continuità con queste linee di fondo della politica estera però il suo aggiornamento nel mondo che cambia quindi vero che c'è questa
Insomma squilibrio la rete diplomatica sì c'è uno squilibrio perché è chiaro che il Paese in cui nel corso degli anni diciamo ha avuto innanzitutto relazione
A livello europeo
Ma oggi avere le ambasciate in tutti i Paesi europei come erano pensate nell'Europa dell'Ottocento del Novecento non hanno i sul senso altrettanti consolati altrettanto in una certa misura gli stili italiani di cultura intendiamoci ogni chiusura è un impoverimento del Paese
Però con le risorse che abbiamo che sono troppo poche perché qui c'è un punto cruciale l'Italia investe troppo poco nella sua proiezione internazionale e questo si vede sul declino del bilancio del Ministero degli esteri
Il momento più alto negli ultimi anni è stato quello del Governo Prodi quando nel bilancio due mila otto si era arrivati a due miliardi e mezzo
Per il Ministero degli Esteri e adesso siamo
Sotto i due miliardi fino al miliardo e sei miliardi miliardi e otto nel bilancio due mila tredici quindi
C'è stato un ridimensionamento pesante è chiaro che
Non possiamo ritenere tra le cento e rotte strutture come fanno al i Paesi che spendono molto più di noi con un livello di personale che grossomodo la metà di quello che hanno la Francia la Germania l'Inghilterra quindi è chiaro che
O mettiamo le risorse
Riduciamo la nostra rete non è che ci scappa e giustamente il Governo dice se dobbiamo fare qualche sacrificio facciamolo in Europa dove
Ormai
D'Europa è più politica interna che non politica estera come i rapporti bilaterali con molti di questi Paesi è
Teniamo invece anzi proviamo ad ampliare
La Rete in Paesi nuovi insomma quelli che una volta si chiamavano i Paesi nuovi Paesi emergenti le grandi nuove frontiere sia in Asia che in America latina
Che nel Mediterraneo chiarissima ringraziamo ringraziamo come sempre trovato Tonini capogruppo del PD è vicepresidente dei senatori del Pd quei a Palazzo Madama con l'ascolto capogruppo del PD Commissione esprimo l'ascolto come sempre da Radio Radicale