"Stato ed economia"

Dai nostri lavori
E invito l'onorevole Nicola scaglione che a nome del presidente della Regione sale dalla platea
Dovrebbe essere vista dalla parte
Mi è gradito recare ai lavori di questo convegno promosso dalla Confindustria
Insieme con il saluto della Giunta regionale e mio personale il plauso per un'iniziativa che ha il merito di riproporre nel suo tema centrale l'indifferibilità del rapporto Stato economica
Soprattutto plaudiamo alla scelta non certo casuale che ha portato la Confindustria ad eleggere Napoli assente di questo grande convegno la cui valenza non può misurarsi soltanto con la presenza di tante personalità il primo piano
Della scena economiche politica a cui evidentemente rivolgiamo fervido il benvenuto della Regione Campania
L'approdo a Napoli
Di un lungo ininterrotto confronto dialettico che ormai da tre anni impegna la maggiore organizzazione imprenditoriale privata italiana sull'idea in stato soggetto di sviluppo rispecchia una sua logica e coerenza
E Annapolis forse più che altrove che è in corso una grande sfida per le istituzioni a cominciare dallo Stato per passare alla regione e agli enti locali minori
Quella di ricostituire una capacità progettuale e rapporti di forza tali da riuscire a far prevalere l'interesse pubblico generale
Fatto da una somma di istanze non omogenee
Comunque non più disposte a lasciarsi riassumere in una concezione prevalentemente quantitativa dello sviluppo
I nuovi orientamenti e la nuova organizzazione dell'intervento pubblico nel Mezzogiorno rendono ancora più acute di quanto non siano state in passato tre esigenze di fondo
Il coordinamento programmatico e finanziario tra l'intervento straordinario e quello ordinario per garantire l'aggiuntività dell'intervento straordinario e la sua coerenza con gli altri interventi rispetto ad obiettivi comuni
Il coordinamento esecutivo tra i soggetti attuatori e gestori per massimizzare gli effetti dei singoli interventi
L'aumento dell'efficacia e dell'efficienza dell'azione pubblica nelle molteplici funzioni programmazione progettazione amministrazione e gestione
Se mai ve ne fosse stato bisogno la Finanziaria mille novecentottantotto
Ha dimostrato ancora una volta la difficoltà materiale di una politica economica concordi nata tra interventi ordinari e straordinari dal Sud degli oltre mille cinquecento emendamenti che hanno contrassegnato il cammino della legge
Dalla sua prima formulazione al testo definitivo non uno ha avuto come segno principale lo sviluppo del Mezzogiorno
è stato questo il vero punto debole del rapporto tra mezzogiorno ed il resto dell'Italia all'interno della Finanziaria
La netta separazione che sussiste e persiste tra intervento ordinario e straordinari
Ne è conseguito anche quest'anno il fenomeno deleterio del travaso a pioggia del secondo dal secondo altri certamente con la Finanziaria appena varata il governo ha perso una tra le migliori occasioni Therese recitare il potere di coordinamento sulla politica economica tra le due aree del ormai avvertiamo tutti come i dilatati sparsi in cui si svolge l'azione pubblica con la relativa spesa
Obblighino ai fini dell'efficienza sostanziale e della congruità delle procedure ad una profonda revisione acceleratrice di tutti i meccanismi di intervento
Occorre che lo sforzo degli operatori del diritto congiunto alla volontà dei politici
Si risolva configurare diversamente lo schema dei controlli così da adeguare nei modelli nel rispetto del dettato costituzionale alle nuove realtà politico sociale
Anche estendendo né le finalità di garanzia fino a farne uno degli istituzionali mezzi di tutela dei cosiddetti interessi diffusi di quegli interessi cioè che per loro natura non sono tutelabili invia individuale privata ma che trovano la migliore difesa proprio in un efficiente sistema di controllo
Chiaramente il problema della finanza pubblica continua a dominare il quadro politico delle prospettive di crescita e sviluppo dell'istituto regionale
Sempre più evidente si palesava necessità di un sistema coordinato di finanza statale regionale e locale
Che nel rispetto dei principi dell'autonomia permetta all'ordinaria ridistribuzione delle risorse finanziarie in relazione al concreto esercizio delle rispettive funzioni istituzionale il discorso sulla spesa chiama in causa la questione della finanza regionale per la quale si impone un discorso deciso e fermo con il governo centrale perché conceda reale autonomia impositiva alle regioni e liberi dagli eccessivi vincoli la destinazione dell'arte dobbiamo poter ricercare le soluzioni idonee perché nel rapporto tra Stato e regioni non abbia più a prevalere la logica della frantumazione delle risorse
E con essa la frantumazione delle fonti di finanziamento
Io credo che a questo punto c'è una sfida da lanciare devono cambiare le modalità con cui il sistema politico va alla ricerca del consenso ritengo che il nostro sistema politico oggi deve avere la forza di ammettere che il consenso non deriva più dalla distribuzione di tipo burocratico assistenziale ma si acquisisce sulla base dei risultati concreti che il paese è in grado di realizzare e allora concludendo bisogna saper cambiare anche le regole dell'economia
Per ridefinire una moderna democrazia economica in cui una pluralità di soggetti attivi abbia di fronte a sé un arco vasto di opportunità
Nell'ambito di una certezza di diritto nel loro rapporto con le istituzioni ed il potere politico
In questo modo può essere riconquistata una concezione alta dell'autonomia dell'autonomia della politica e può essere rimotivare fra una presenza non mercantile della politica e dei partiti nella società in questo contesto si colloca bene quella specie di riforma trasversale che è la radicale modifica dei rapporti fra Stato ed economia tra istituzioni tra efficienza e sviluppo grazie
Grazie molte onorevole scaglione prima di proseguire nel programma vorrei fare alcune osservazioni sulla giornata di ieri
La giornata di ieri presenta qualche voce che potrebbe essere ancora un po'polemica nel senso che
L'onorevole Craxi ha di nuovo illustrato una voce del bilancio dello Stato
Che comporta dei trasferimenti all'impresa di sessantatré mila miliardi ora questa voce c'è dentro un po'di tutto c'è dentro dell'assistenza c'ha dentro delle infrastrutture io credo che sarebbe ora di disaggregare la questa voce e fare in modo che si parlasse di cose certe e concrete
Però dobbiamo trovare soddisfazione nel fatto che il primo che ha parlato di questa cifra la parlata certo con un animo molto diverso si trattava di Carniti ora noi pensiamo che sia necessario chiarire le cose ma
Che forse siamo già in via di chiarimento come politica generale in effetti gli altri argomenti sostenuti sono stati sostenuti tutti in modo parecchio omogeneo e da parte dei politici e da parte dei tecnici credo che si possano raggruppare in tre tre grandi categorie la necessità assoluta di migliorare l'efficienza dello Stato la necessità
Assoluta
Di contenere alla Spesal
La via dello sviluppo deve essere la via delle infrastrutture
Perché lo sviluppo dovrà essere qualche cosa che cambia anche la qualità della vita e la dovizia di mezzi pubblici a disposizione i beni pubblici a disposizione dei cittadini
Sono importanti e non solo in sé ma sono importanti anche perché consentono alle impresa e di essere più competitive e questo è stato uno dei punti centrale dell'intervento di Craxi
A noi fa molto piacere questo perché tre anni fa nel convegno del Lingotto avevamo incentrato tutta la nostra relazione di base
Sulle infrastrutture avevamo identificato che la quantità di beni individuale disposizioni a disposizione dei cittadini italiani non era molto dissimile di quella disposizione degli altri Paesi europei
Dove viceversa eravamo molto indietro era nella quantità dei beni collettivi
E quindi agli effettivi e la qualità della vita dovevamo fare un salto importante ma avevamo anche identificato che investire nelle infrastrutture significava creare un una quantità di lavoro per coloro che lavoro ancora non avevano in Italia
Avevamo speso molte parole per protestare contro i vari giacimenti culturali o meno perché erano dei fatti assistenziali mentre gli investimenti nelle infrastrutture erano sostanziale
Bene ieri ho sentito da Sabino Cassese da altri che non è tanto un problema di identificare che cosa fare perché oramai più o meno ci siamo vicini ma si tratta della volontà politica per arrivare nessuno può fare nulla se non si vuole veramente fare qualche cosa
Ora migliorare l'efficienza della pubblica amministrazione comporta
Delle decisioni e delle decisioni spiacevoli per alcuni
Certi privilegi debbano cessare per fare questo non si diventa molto popolare occorre avere la volontà politica per raggiungere questo
Il contenimento della spesa pubblica ebbene la maggior parte della spesa pubblica sono salari e stipendi
Vorrei fare presente che l'Italia in una situazione di attese di grande attesa dentro le fabbriche dentro gli uffici ci sono delle richieste di aumenti salariali assolutamente spropositate tipo quelle di cinque seicento ottocento mila lire al mese
Chi vive nella fabbrica sa che c'è l'attente un fuoco sotto la cenere si aspetta per vedere che cosa succederà ma chi deve decidere che cosa succederà se non la volontà dei politici la volontà dello Stato
Per le infrastrutture il discorso era spesso perché c'è anche il modo di come fare le infrastrutture
Dire tagliare tutti gli enormi tempi lunghissimi che intercorrono fra la progettazione poi l'esecuzione poi la consegna dei lavori
E la messa a disposizione del pubblico e delle aziende delle nuove infrastrutture e questo non lo possono fare né gli imprenditori né ai lavoratori soltanto coloro che hanno in mano le leve dello Stato
Per fare un esempio di come altri paesi tentano di risolvere e lo risolvono abbastanza bene con i fatti la Spagna ieri ed oggi sono usciti due articoli su ventiquattro ore di un indagine di un'inchiesta fatta sulla Spagna si tratta di problemi del sud della Spagna di Siviglia di Barcellona di tutta la corte inferiore
Lì sta sorgendo la più grande industria spagnola che l'industria del turismo però il problema è affrontato con dovizia di mezzi con centralizzazione vivo e con una grande volontà
Tutto il sud della Spagna e zappe erariale per il mille novecento
Per le Olimpiadi prossimo noi andiamo piuttosto il piano su questo punto
Questa è una strada che si potrà raggiungere soltanto se ci sarà un afferma fortissima volontà politica ed un governo che duri nel tempo
La parola ad Abate
Grazie
Cari amici
Con questo intervento desidero sottolineare il senso di questo convegno che forse così evidente
Che non è stato sufficientemente ribadito fino adesso
Il senso di questo convegno è che
Oggi il rapporto fra imprenditori è stato assume una sua nuova configurazione il senso è soprattutto che oggi l'imprenditoria italiana a una nuova concezione dello Stato
Nel momento in cui gli imprenditori si assumono la responsabilità di classe dirigente in questo Paese
Riconoscono il primato della politica espongono con forza la questione dello stato e della sua modernizzazione al centro del rapporto fra politica ed economia
La pongono con le questioni di fondo al quale il sistema politico italiano devi sapere deve potere dare risposte precise
Parliamoci francamente per molto tempo molti di noi hanno sostenuto che meno lo Stato fa meglio è
E questo atteggiamento ha una sua giustificazione se si considera che spesso questo stato quando fa fa assistenza fa invadenza fa connivenza
Diciamoci ancora francamente che per molto tempo gli imprenditori
Abbiamo avuto più preoccupazione degli equilibri politici piuttosto che non per lo Stato e per il suo funzionamento
E anche questo tipo di atteggiamento ha una sua giustificazione nel momento in cui per molto troppo tempo la scelta di un equilibrio politico sembrava sotto inchiesta sotto intendesse la scelta di un regime piuttosto che un altro
Oggi però l'alternativa non è sta un regime piuttosto che un altro oggi tutto questo è alle spalle tutto questo è stato superato oggi la vera alternativa la vera entità e si e fra sviluppo o sottosviluppo
La concezione dello Stato che oggi gli imprenditori stanno proponendo al Paese
Non è quella di uno stato che meno fa meglio è e non è neanche solamente quella di uno Stato più efficiente punto e basta
E quella di uno Stato che al tempo stesso riesce a essere volano di sviluppo economico e garante di equità sociale
Perché questo Stato riuscirà a garantire maggiori livelli di stabilità e di crescita sociale ed economica solamente nel momento in cui riuscirà a creare le condizioni reali dello sviluppo più diffuso più sano e soprattutto più internazionale
Quando noi imprenditori esprimiamo questa concezione dello Stato e poniamo il problema dello Stato al centro del rapporto fra politici e d'impresa non lo facciamo perché ci sentiamo interprete di più o meno egemoni di una società civile che apre polemica con il sistema politico lo facciamo perché oggi ci rendiamo conto nel confronto con la sfida internazionale
Che il Paese nel suo complesso il sistema Italia nel suo complesso si trova a dover fronteggiare due grandi opportunità
La prima è che la globalizzazione dell'impresa e dei mercati
Porta il focus della competitività più sul sistema complessivo che sulle imprese solamente oggi e più importante la competitività del sistema il suo compresso piuttosto che non i livelli di efficienza che all'interno di ciascuna delle nostre aziende noi possiamo riuscire a realizzare
Questo è un punto centrale che non può essere sottovalutato oggi non è sufficiente
Oggi
Oggi non è più sufficiente essere competitivi in fabbrica non è più sufficiente riuscire a produrre a gestire in modo competitivo la propria azienda se poi il sistema esistono arretratezze inefficienze e diseconomie che penalizzano il confronto internazionale il nostro prodotto
La seconda grande conseguenza della maggiore interdipendenza internazionale di sistemi economici e che oggi la sfida internazionale rende necessario per l'impresa il superamento di una soglia minima dimensionale
Il sistema produttivo italiano lo sappiamo è caratterizzato soprattutto da una larga diffusione di imprese di piccola e media dimensione ed è anche caratterizzato da un elevato tasso di imprenditorialità
Nel nostro Paese non sono certo le nuove imprese quelle che mancano ogni anno ne nascono a migliaia il saldo fra imprese che nascono imprese che muoiono è positivo e anzi fra i più positivi all'interno del sistema occidentale
La vera caratteristica del sistema Italia e che le imprese nascono piccole e restano prevalentemente piccole le arretratezze le diseconomie le vischiosità del sistema Paese presenta oggi impedisce che ci siano reali condizioni di crescita e di sviluppo per il sistema produttivo
Basti ad esempio considerare quanto è diverso il sistema creditizio italiano rispetto a quello statunitense quanto diversa la nostra scuola rispetto a quella giapponese quant'è diversa l'efficienza della nostra pubblica amministrazione rispetto a quella francese
La vera posta in gioco sul piano della sfida internazionale non è quella di consentire a poche grandi realtà del Paese
Di affermarsi a livello internazionale o a livello globale
è piuttosto quella di consentire all'intero sistema produttivo di crescere in condizioni di sviluppo internazionale e soprattutto in un sistema di capitalismo più democratico più partecipato e più diffuso
Solo così possiamo veramente riattivare il binomio più sviluppo più occupazione
Solo post così possiamo veramente liberare le migliori risorse del Paese solo così possiamo dare un contributo alla crescita economica e sociale di questo sistema solo così possiamo rendere le nostre giovani generazioni veramente protagonista del loro futuro
Notiamo con grande piacere che negli ultimi tempi si comincia a parlare ripetutamente di mille novecentonovantadue
Un problema anzi l'opportunità che fino a qualche tempo fa era prevalentemente sconosciuta nel nostro Paese ma di cui oggi si parla in modo a mio avviso piuttosto limitativo
Molti troppi credono che il mille novecentonovantadue il momento in cui incomincerà la competitività e la competizione a livello europeo e internazionale
Niente di più
Niente più inesatto di questo per le nostre imprese per le nostre aziende il mille novecentonovantadue da tempo già in atto
La competitività e già da oggi è già da molto tempo anzi una esigenza imprescindibile la competizione già da tempo diventa sempre più forte sempre più incisiva
Questo sta a significare che se davvero vogliamo promuovere la modernizzazione del nostro paese del nostro sistema e vogliamo creare le condizioni per una crescita reale dobbiamo incominciare con urgenza a muoverci con provvedimenti rigorosi certi e determinati
Ci sono a nostro avviso tre aree importanti prioritaria sulle quali intervenire la prima e la riforma delle istituzioni la seconda il governo dell'economia la terza e la ridefinizione dello stato sociale
La riforma delle istituzioni non si pone solamente come un grande problema di ridisegnare l'ingegneria istituzionale del Paese
Né si vuole certamente come il problema di andare a ridefinire riarticolare i pesi
E i Poteri del sistema politico si pone innanzitutto con nuovo rapporto tra stato e società civile tra potere economico e potere politico la prima vera reale imprescindibile riforma istituzionale che va realizzata nel nostro sistema
Sciogliere l'intreccio troppo perverso e troppo ricorrente tra potere politico e potere economico ridurre scardinare quelle aree di assistenza di corruzione di clientelismo che rappresentano la vera grande arretratezza del sistema Italia nella sfida internazionale
L'abbiamo detto ieri nelle relazioni introduttive con molta forza e con molta ripetitività occorre recuperare allo stato è un sistema politico la grande capacità di dirigere gli eredi strategica del Paese occorre sottrarre invece a queste realtà la gestione corrente d'ordinaria dell'attività economiche perché in questo intreccio
Che si realizzano quei momenti di commissione troppo pericolosi sia per il sistema democratico sia per la competitività del sistema
La seconda aree di intervento è quella del governo dell'economia
E qui c'è
Più che da dire c'è da fare
E da troppo tempo
Che si parla di realizzare un Governo incisivo
Del nostro sistema economico e troppo poche sono le cose che in questo senso si fanno è stato riconosciuto si continua a riconoscere ormai di consolidata consapevolezza comune che il livello del debito pubblico e soprattutto la sua qualità oltre che la sua quantità rappresenta uno dei più grossi ostacoli al recupero di competitività internazionale del nostro Paese
In questo senso
Non è possibile continuare a rimanere inerti soprattutto di fronte alle grandi opere di ristrutturazione
Che altri Paesi a noi anche vicini sono stati in grado con problemi sociali uguali o simili ai nostri di realizzare con efficienza e con grande successo
Non voglio entrare nel merito di quelli che sono gli interventi da fare sul governo dell'economia perché evidentemente non è questo il mio ruolo e non è questa la sede di questo intervento
Vorrei però fare una piccola riflessione
Su un tema che mi sembra oggi essere ritornato al centro dell'attenzione del sistema politico e mi sembra anche costituisse uno dei temi principali dell'intervento ieri dell'onorevole Craxi mi sembra oggi che ci sia il recupero di una concezione un po'vecchiotta dell'impegno dello Stato nell'economia nel momento in cui si ricovera la centralità delle partecipazioni statali in attività che forse ritenevamo ormai di consuetudine e di consapevolezza comune non essere più strategiche centrali per il Paese
Mi sembra in particolare che nel momento in cui si afferma che la dismissione di imprese pubbliche non risponde più all'obiettivo di ridurre lo staff dell'indivia lento del nostro Paese
Perché ormai queste imprese producono profitti non ci si rende conto che oggi questo rappresenta invece uno degli strumenti che con maggiore certezza e con maggiore rapidità e rigore nel nostro Paese devono essere attuati naturalmente con molte altre strumentazioni
Per dare un contributo reale a un recupero di governo dell'economia
Le imprese pubbliche oggi è vero sono tornate nella Barbagia parte dei casi a fare profitti grazie alle grandi
Come dire
Ai grandi contributi del paese e dei contribuenti grazie anche a qualche recuperata capacità di gestione grazie anche all'ambiente esterno che senza dubbio modificato ma noi imprenditori sappiano che quando le imprese vanno vendute
è meglio vendere quando fanno profitti piuttosto che quando fanno per
E se quindi occorre muoversi nella logica di ridurre lo stop dell'indebitamento ebbene questa è una strada da percorrere evidentemente con una ruolo e con una consapevolezza nuova e diversa del rapporto fra Stato ed economia
Che deve essere ancora una volta quella di cabaret di aerei di acquisire la capacità di gestire le grandi strategie i tosto che non le piccole attività nelle correnti economiche
Il la terza area di intervento che ne giudichiamo centrale e quella della ridefinizione dello stato sociale questo è un tema che ci è molto caro perché oggi noi ci troviamo di fronte ad uno Stato sociale profondamente iniquo
E che spreca troppo per proteggere troppo poco che ha bisogno veramente di essere protette ridefinire lo stato sociale però non vuol dire smantellare
Vuol dire piuttosto creare nuova protezione per i nuovi bisogni e per i nuovi soggetti di bisogno ma al tempo stesso scardinare quelle aree di assistenza e di clientelismo e di indebita rendita che si sono negli anni andate a consolidare più per logiche di gestione del consenso piuttosto che non nell'esercizio del ruolo reale di ugual fasto funzioni come deve funzionare
Questo intervento nella ridefinizione dello stato sociale ha peraltro la sua valenza molto importante e che al tempo stesso ci consente di ridefinire
Le istituzioni da un lato e di dare un contributo alla governo dell'economia dall'altro rappresentando come tutti sappiamo la spesa sociale è uno dei maggiori acceleratori della spesa
E compiere questa modernizzazione che ho cercato brevemente di delineare ma che rappresenta evidentemente una sfida di grande importanza e di grande peso dell'intero sistema Paese
Occorre un salto di qualità molto rilevante un salto di qualità di fondo che innanzitutto un salto di qualità di tipo culturale che il Paese e prima ricordo del Paese la sua classe dirigente noi tutti dobbiamo essere capaci di in questo senso l'impegno degli imprenditori nel momento in cui si assumono la responsabilità discorsi nel Paese come classe dirigente
Di promuovere non solo lo sviluppo economico ma l'ha anche la crescita sociale e civile
Noi abbiamo contribuito in modo determinante ad affermare
Negli anni passati i valori e la cultura industriale
E in questo decennio i valori del profitto i valori della libera iniziativa economica i valori della competizione i valori dell'efficienza non sono stati messi in discussione così come invece nel passato
Ma
Se questi valori oggi rappresentano certamente un patrimonio comune del Paese
Probabilmente sì non sono ancora sufficientemente radicati per consentire un'accelerazione a quel processo di modernizzazione che senza indugio bar realizzate da in questo senso e la responsabilità di un imprenditore
Quella cioè di essere capaci di realizzare un maggiore livello di competitività delle nostre imprese non solo trattando più con la nostra controparte naturale i salari reali derogare i nostri lavoratori
Ma consentendo un processo di crescita e di modernizzazione più complessivo del sistema Paese perché solo attraverso un recupero di competitività del sistema Paese possiamo recuperare la competitività delle nostre fabbriche
Come fare ieri e l'intervento di la Malfa
C'è stato un passo molto interessante che condivido profondamente
La Malfa ci ha detto
E lo imprenditore abbia una grossa opportunità quella di parlare di rivolgerci all'opinione pubblica ha ragione
Nel momento in cui molti teorizzano l'Italia a due velocità l'Italia delle riprese che si internazionalizzare che diventa competitiva il resto del Paese che rimane Sclero drizzato supposizioni logiche di tipo assistenziale di tipo clientelare
Probabilmente solo un rapporto diverso con l'opinione pubblica può consentirci di creare le condizioni per questo salto di qualità innanzitutto culturale che nel Paese
E questa è certamente una strada che nel passato noi abbiamo seguito e che con maggiore forza dobbiamo seguire nel futuro
Ma non è certamente l'unica strada e non è certamente quella che ci consente davvero di realizzare le premesse per una modernizzazione più compiuta del sistema io avrei voluto sentire dell'intervento ieri sia di la Malfa che di Craxi qualche cosina di più
Certo abbiamo sentito parlare di più efficienza nei servizi pubblici
Certe abbiamo anche sentito parlare di più moralità nella pubblica amministrazione ma non mi è parso di capire che si dicesse niente per quanto riguarda il nuovo ruolo le nuove responsabilità
Che il sistema politico intende assumersi in questo processo di modernizzazione più complessiva che il paese delle spose
Noi come imprenditori abbiamo contribuito a creare le premesse perché il sistema Paese posso diventare più competitivo rendendo innanzitutto più competitive le nostre fabbriche
Possiamo essere siamo certamente la condizione necessaria perché questa modernizzazione bassi dal sistema produttivo al sistema Paese ma non possiamo certamente questa modernizzazione del Paese fanno da soli perché non ci compete e perché evidentemente di tutta la classe dirigente che deve lavorare in questa direzione l'ho detto in apertura proponendo questa nuova concezione dello Stato noi riconosciamo il primato della politica lo riconosciamo con forza lo riconosciamo soprattutto con consapevolezza ed è con altrettanta forza e con altrettanta consapevolezza che ne riconosce il primato nella politica neghiamo quello dalla partitocrazia
Neghiamo che ancora si possa continuare a dare prevalenza all'interesse dei singoli o delle corporazioni rispetto all'interesse più generale del Paese
Questa è la responsabilità che tutto il Paese ha davanti a sé queste un salto di qualità che tutti dobbiamo contribuire a compiere perché altrimenti non riuscimmo a fronteggiare le grandi sfide che ci vengono dall'esterno e le grandi emergenze chiediamo all'interno del nostro Paese
Grazie Antonio D'Amato
La parola all'avvocato Moscara
Non sono mai stato entusiasta degli slogan
A partire dal banalissima essendone contestato pittore bello
Tuttavia
I temi oggi in discussione
Mi riporto nuovamente uno slogan che fece scalpore anni addietro e nella cui parò solitari conosco un mutuo di verità
Lo Stato e più mercato
Sono anch'io convinto economie moderne abbia bisogno di tostato
E di più mercato
Naturalmente tutto sta ad intendersi su che cosa vuol dire lo Stato che cosa vuol dire più mercato
Personalmente interpreto questa affermazione nelle economie e nelle società complesse uno Stato più efficiente e la base di un'economia più competitiva
Lo Stato come istituzione pari oggi in crisi le sue concezioni
Nei suoi comportamenti e dei suoi servizi
Nel comune sentire della gente lo Stato si identifica con il potere dei partiti
Con le crisi politiche ed il non governo
Con la generosità degli interessi pagati sul debito pubblico
Cui si accompagna la rapacità del prelievo fiscale
Si identifica
Con il Mandarin Isma'degli uomini di potere e con il lassismo e tutto ciò che gestione pubblica
Si identifica costretti e scandali
Al di là della generosità delle accuse stato innegabile realtà
Del decadimento del senso dello Stato
E conseguentemente della fiducia dei cittadini nello Stato
Il problema è squisitamente politico
Ma ciò non è indifferente per l'economia
Ed il sistema dell'impresa rischi per l'economia ed il sistema delle imprese perché io a tassi del solco tra la società civile e lo Stato legittime di incoraggiare inefficienza pubblica
E lo menta irresponsabilità e l'ingiustizia in questi anni abbiamo visto crescere il rango l'economia italiana nel contesto dei paesi più industrializzati
Abbiamo raggiunto i livelli di prosperità i diffusione della ricchezza tre l'elevata al mondo
Abbiamo misurato i nostri successi ma abbiamo anche constatato che la crescita del Paese la sua acquisito solidità
Il suo trasformarsi in civiltà moderna ha sovente avuto nello Stato anziché il necessario protagonista positivo
Un'entità negativa di condizionamento e li faremo
Le frequenti crisi di governo hanno favorito il diffondersi di un'idea pericolosa
Che si possa vivere
Anche senza volerlo
O che comunque un governo vale l'altro
Ma quanto ciò sia falso lo avverte soprattutto più svolgere la società e nell'economia un ruolo attivo
Chi ha scelto di assumere iniziative chi non vive cioè nella ricorrente quotidianità di atti ripetuti e abitudinario
Chi deve compiere delle scelte che spesso travalica i confini ristretti dell'ambiente in cui si vive
E del Paese cui si appartiene
Avverte la necessità di un Governo che dia certezze di riferimento all'operare economico
E chiarezza di obiettivi all'intera società
Nel rispetto dei principi fondamentali che caratterizzano la nostra civiltà occidentale
Chi può far ciò non può essere né un governo latitante
Ne un governo qualunque
L'impresa ha bisogno di un Paese politicamente ben governato oltre che ben amministrato
E governare significa compiere delle scelte
Fissare degli obiettivi
Stabilire delle compatibilità
Rispettarle e farle rispettare
Scelte obiettivi compatibilità che avrebbero dovuto essere sempre coerenti con la nostra appartenenza all'Europa
Che così sempre non sono stati
Ma che così devono divenire nella prospettiva del grande mercato unico del mille novecentonovantadue
Se fallisce l'obiettivo del mercato unico europeo
Fallisce più
L'obiettivo più lontano dell'Europa unita e drammatica la leggerezza con la quale ci stiamo avvicinando a questo traguardo
La cui importanza storica molti non hanno ancora compreso e le cui conseguenze pratiche molti ancora sotto ma oltre che drammatico
E stupefacente
Che molti Tura autorevoli esponenti dell'intellighenzia economica politica e culturale facciano affidamento più sulla consuetudine
Tutto italiano di un rinvio del grande mercato per giustificare i nostri ritardi la nostra impreparazione le nostre mancate scelte di politica economica e monetaria di controllo del debito pubblico
L'integrazione economica che dovrà aprire la porta all'integrazione politica eliminerà le residue barriere ad un confronto diretto tra l'efficienza dei sistemi nazionali
E la cultura delle loro classi dirigenti
Il confronto tra Roma Parigi e l'ombra non sarà per molto spetti diversi da quelli ma quello tra luglio di trovare Boston
Una tale prospettiva sconvolgente
E ci dovrebbe indurre a passare sollecitamente dalla vaghezza dalle parole alla concretezza delle azioni
Per quella parte dell'industria italiana che ha già acquisito mentalità comportamenti e dimensioni operativi internazionali
L'integrazione europea rappresenta solo un'opportunità
Per un'altra parte
Numericamente la più rilevante
Che più strettamente legato al sistema nazionale
E che più severamente nei condizionata
L'integrazione europea rappresenta un'opportunità ed un rischio al medesimo
Abbiamo la struttura industriale di piccole dimensioni di gran lunga più consistente di tutti i paesi europei per numero di imprese però Pati per fatturato
Per poco raggiunto
Per investimenti e per l'esportazione
Queste imprese le abbiamo definite una risorsa per tutto il sistema
Una risorsa soprattutto di imprenditorialità che garantisce il progredire dell'intera nostra società abbiamo però anche detto
Che è una risorsa che va coltivata
Creandogli intorno un habitat idoneo e garantendo che queste vizi strutturali indispensabili ad assecondarne la potenzialità di crescita
Contro le inefficienze Sterne la piccola industria non ha scampo
Non può aggirarle né scavalcarla
Supplendo dicono i propri mezzi
Per le nostre imprese che vengono sui mercati internazionali la competizione con i concorrenti stranieri e forse l'aspetto meno duro lotta che comincia all'interno dello stesso paese
Nel confronto spossata ante come burocrazie
Con il cattivo funzionamento dei servizi fondamentali
In una dialettica che un intorno tutore che che spesso e persino difficile identificare
Per tutte le piccole imprese l'avanzamento tecnologico di finanziamento degli investimenti si scontrano da un lato con le insufficienti aperture dal mondo della scienza e della ricerca dall'altro con un mercato finanziario afflitto ancorata risibili oligopolistico di appesantito dal drenaggio del servizio del debito
L'innovazione e la piccola impresa ha spesso connotati imitativo
Ma l'esperienza dei paesi più avanzati
Dal Giappone agli Stati Uniti
Ove la ricerca sui nuovi materiali e sui nuovi prodotti
Assume sempre più importanza strategica
Ci deve avvertire dei limiti dell'innovazione per imitazione
E dell'innovazione indirizzata più ai processi anziché ai prodotti
Dovrebbe invece essere impegno di tutti la realizzazione di un presidio tecnologico che ci consenta di giocare un nostro ruolo evitando sì una prospettiva di colonizzazione
Lo Stato che non diversamente dall'impresa investa per migliorare le proprie strutture per formare la prova classe dirigente per assicurare servizi di base efficienti ai cittadini e alle imprese
è uno Stato che investe su se stesso
E che in tal modo si conquista e merita fiducia
Un tale Stato non avrà paura di usare la leva fiscale per sviluppare l'economia anche se nell'immediato potrebbe vedere a rallentare la crescita del gettito d'imposta
Non avrà paura
Perché saprà gestire lo Spesal e non solo come oggi avviene esasperare le entrate
Il problema del fisco e certamente un problema di competitività
Tra chi paga
E chi non paga le imposte
E tra chi le paga e i suoi concorrenti sani
Per la piccola industria la questione fisco e però anche un problema di crescita
Perché a seconda che si applica o meno una certa politica fiscale si incoraggiano o si deprimono nuove iniziative
Investimenti otto rispetto i programmi di sviluppo organizzativo dimensionale
L'introduzione e l'utilizzo di nuovi strumenti finanziari
Nell'ambito delle proposte che abbiamo avanzato per una politica di valorizzazione della risorsa piccole industrie
Abbiamo assegnato al Fisco una posizione di centralità convinti che attraverso il fisco sì è possibile rinnovare il rapporto tra lo stato e cittadini
Ed in particolare i soggetti economici
Ma è anche attraverso il fisco che si può rinnovare la politica di intervento nell'economia rendendola più neutrale di più immediata efficacia più trasparente meno esposta ai ricatti
Lo Stato deve incassare equamente da tutti
E di meno dai soliti noti
Ma deve soprattutto erogare meglio
E questo la grande scelta di modernizzazione di pulizia
Cui dovrà o Nesta in innestarsi il riordino delle regole
Degli strumenti e comportamenti fiscali
Ma uno stato onesto
Deve anche far fronte in modo corretto i propri debiti
Restituendo puntualmente quanto dovuto all'impresa
E non mettendolo in difficoltà con i rimborsi a babbo morto
A sanare una situazione divenuto ormai intollerabile sarebbe sufficiente deliberare la compensazione tra imposte
Anche questo vorrebbe dire esseri europeo
Un fisco nuovo e più moderno e necessaria
Per appostarsi in condizione di parità quell'Europa integrata che deve diventare sempre più punto di riferimento e pietra di paragone per il nostro esseri Società Civile
Stato democratico amministrazione e l'economia efficiente
Il paragone europeo che diventerà sempre meno elusivo e più stringente con l'avanzare verso il novantadue costringere lo stream prese ad una rigorosa valutazione dei costi
Oggi spiazzanti
Sotto il profilo il blu i due fondamentali fattori di produzione
Il lavoro
E il capitale preso a prestito
In Italia
Il posto di lavoro per unità di prodotto all'ottantasette e aumentato dal cinque virgola uno nella Repubblica federale tedesca del tre virgola cinque in Francia del tre virgola sei
Nello stesso periodo
Inflazione è stata del quattro virgola otto unità
Rispetto allo zero otto della Germania e dal tre virgola due dalla Francia
Nel frattempo sta crescendo il numero le vertenze aziendali per i contratti integrativi
Se dal settore privato privato ci spostiamo a quello pubblico
Tosto chiamo incrementi salariali al di fuori di qualsiasi compatibilità
Constatiamo anche
Illusori età degli impegni a migliorare il servizio alla produttività del lavoro
L'esplosione di conflittualità corporativa sempre più difficili da controllare
Il mercato del lavoro resta paralizzata invischiato in norme obsolete non più rispondenti né ai bisogni dell'impresa né agli interessi dei lavoratori tanto più
Di coloro che sono ancora in cerca di occupazione
Ne le prospettive per il prossimo futuro sono incoraggianti
Da qui al fatidico novantadue anche se si riuscisse a contenere gli incrementi nel costo del lavoro entro i limiti dell'inflazione
Accuseremmo un ulteriore magione onere complessivo rispetto a Germania e Francia
Da questa situazione
I lavoratori ricavano benefici minimi perché loro solare un reale aumento
Conducono i differenziali nel costo del denaro sostenuto soprattutto alle piccole aziende che non hanno reali fonti finanziarie alternative rispetto a credito bancario
Ne
Posseggono struttura organizzativa che consenta loro sofisticate operazioni di gestione dalla tesoreria
Tra l'Italia e gli altri Paesi della CEI
Esistono differenze nei tassi effettivi che vanno dai tre e cinque
Queste differenze di tasse
Mi devono coi aggiungersi
In misura tutta italiana
Gli oneri accessori costituiscono una sorta di penale che l'industria italiana paga alle banche per i loro ritardi e alla e voglio efficienza e da allo stato per il suo dilagante indebitamento
Ma tali differenze non so soltanto incompatibili per restare con profitto sul mercato unico
E se diventano del tutto inconciliabili
Con la liberalizzazione alla circolazione dei capitali e con il programmato corso di una moneta parallela comunitaria che potrà venire utilizzata per qualsiasi forma di pagamento
All'effetto di spiazzamento di questi due costi fondamentali del denaro e del lavoro altri si sommano
Provocati dalle discussioni esterni dalle poste alle telecomunicazioni e trasporti che tanto più sono gravi quanto più ci si inoltra verso il sud dell'Italia e tanto più incidono pesantemente quanto minore e la dimensione dell'impresa
Anziché affrontare questi problemi per quello che sono nell'ordine strutturale
Si è pensato di ricorre ad una politica compensativa che nel tempo ha confermato l'originaria matrice assistenziale
Generando a sua volta distorsioni e malgoverno
Un atteggiamento analogo se mi spirali proposi di riforma degli incentivi alle piccole e medie imprese
Che si vorrebbero individuare secondo criteri nuovi e più restrittivi
Vero è che la piccola e media impresa nel nostro Paese non è mai stata destinataria di una politica di intervento organicamente studiate mutuato sulle sue esigenze
Vero è anche che interventi formalmente destinati alle piccole imprese hanno finito per essere appannaggio prevalente di altri ma è anche vero che sarebbe un grave errore creare segmentazioni rigide all'interno alla struttura produttiva anziché favorirne la mobilità interna e per quanto possibile l'integrazione
Lei prese localmente nascono pittore ma con potenzialità di crescita che devono esplicare fino a raggiungere una dimensione a ciascuna di esse più confacente una politica per la piccola industria orientato al novantadue non deve creare barriere conservative
Ma piuttosto assecondare le dinamiche aziendali favorendone il più completo dispiegarsi ne può andare controcorrente rispetto all'Europa pretendendo di imporre limiti dimensionali tu restrittivi
Quando l'adeguamento agli indirizzi e dalle dimensioni comunitari richiederebbe piuttosto di ampliare i parametri attuali di piccola e media impresa sia sotto il profilo occupazionale
Che soprattutto sotto quello del capitale investito
Non possiamo sfuggire alla realtà creando nicchie artificiose
Una politica per la piccola industria nella prospettiva del mercato unico comunitario
Deve puntare innanzitutto a favorirne il consolidamento
Attraverso una maggiore capitalizzazione ed una qualificazione la sua struttura operativa deve consentirle di trovare sul mercato Risorse idonea a finanziare i propri investimenti c'è la possibilità di attingere alle conoscenze portate o provenire dall'affluenza e della tecnologia devi assicurare all'impresa i servizi più avanzati tecnici assicurativi e finanziari indispensabili per darsi un orizzonte internazionale e per sostenere validamente l'impatto sui mercati in India mondiali con la concorrenza straniera
Rispetto a questi obiettivi
Gli incentivi pubblici si dimostrano certamente utili ma non sufficienti
Tanto meno in assenza di un quadro di politica economica che soltanto un governo stabile ed in grado di assolvere con incisività ai suoi compiti istituzionali può esprimere e realizzare
I quasi cinque anni che ci separano trentuno dicembre novantadue
Saranno tanti
Opposti
Al secondo dalla determinazione della chiarezza di intenti con le quali si affronterà l'impegno gravoso di prepararci ad entrare nel mercato unico europeo e arrestarci
Con il ruolo attivo e il rango che ci compete
Chirac
Ha lanciato la sua campagna elettorale all'insegna dell'Europa appropriandosi del suo messaggio possiamo dire non ci sarà un'Europa forte
Se l'Italia e dei che non si farà l'Europa con delle parole ma con dei fatti
Ci occorrono imprese più competitive per lottare ad armi pari con i concorrenti europei
Che necessaria un'economia più dinamica ed è una fiscalità in armonia con quelle degli altri Paesi hanno comunità perché le istituzioni europee saranno rafforzate Europa monetaria diverrà una realtà
A questi obiettivi il Governo che ospitiamo deve ispirare la nostra mozione
Il confronto con l'Europa deve riferire preoccupazione costante per il legislatore e per l'amministratore dalla cosa pubblica
Partiti e forze sociali devono essere consapevoli che la battaglia per l'Europa non può essere demandata ad altri e che il suo risultato condizionerà in maniera determinante il futuro di tutti noi
E al Brighton scrive che l'economia non ha un'esistenza utile separata dalla politica
E non avrà nemmeno il futuro
Tanto meno aggiungo quando questo futuro include una tappa storica come quella del grande mercato unico europeo
Lo speech dalla piccole industrie e dunque quello di una evoluzione dello sloveno che ricordava l'inizio più governi
Più buongoverno
E più mercato grazie
Grazie mascara
La parola a Luigi Coccioli
Desidero innanzitutto ringraziare alla presidenza della Confindustria per avermi invitata a parlare in questa occasione
Io mi limiterò a dare alcune indicazioni qui prospettiva sul mercato comune europeo
E cercare di tracciare alcune ipotesi
Su quello che dovrebbe essere il comportamento delle istituzioni creditizie e del mercato finanziario in genere nel nostro Paese
Un recente studio dalla Commissione indica
Che nel giro di cinque anni il mercato comune europeo
Produrranno accelerazione nella crescita del prodotto interno lordo
Chi si attesterebbe intorno a quattro virgola cinque per cento
Una discesa del tasso d'inflazione medio europeo
Che la giuria ebbe un valore intorno al sei per cento
Pensiamo alla media di tutti i Paesi europei
Un calo del due virgola due per cento nel peso
Percentuale del deficit pubblico sul prodotto interno lordo comunitario
E la creazione di due milioni di posti di lavoro
Questo potrebbe significare una grossa opportunità di crescita anche per il nostro Mezzogiorno
Questo opportunità non deve andare sprecata
L'esperienza storica ha dimostrato che il capo tra il sud e il resto del Paese si è ristretto soprattutto nei periodi in cui si è accelerata la crescita economica
Tra il cinquantuno e settantatré quando il prodotto interno lordo aumentavano un tasso medio annuo del cinque tre per cento
Il prodotto pro capite del Mezzogiorno e passato da cinquantaquattro virgola sette per cento di quello centro nord al sessantadue virgola tre per cento
Indubbiamente un progresso
Negli anni successivi in presenza di ritmi di crescita meno incisivi il divario si invece nuovamente ampliato
Tornando ai livelli dei primi anni Cinquanta
Alla fine dell'ottantasette il prodotto pro capite del Sud era infatti pari solo al cinquantacinque virgola nove per cento di quello c'entrano
Il processo di liberalizzazione dei mercati può implicare però anche seri rischi di aggravamento degli squilibri regionali
Non a caso il rapporto Padoa Schioppa sottolinea che nel corso dell'integrazione dei mercati
Si svilupperanno processi economici differenti alcuni dei quali convergenti altri divergenti
In proposito non sono giustificati né a un dogmatico ottimismo un pessimismo statalistico
Le possibilità di convergenza aumenteranno
Ma saranno necessarie e opportune misure di accompagnamento nelle regioni e nei Paesi strutturalmente deboli
Per contrastare le forze che spingono in senso opposto
Per scongiurare il pericolo che il Mezzogiorno rimanga estranee al processo di crescita europeo
Sarà necessaria la messa a punto di politiche concertate
A livello sia comunitario sia nazionale che mirino essenzialmente
Uno ad innescare un processo di accumulazione in grado di sviluppare imprenditorialità e per questa via nuovi posti di lavoro
Due ad accelerare i processi di ristrutturazione di riconversione industriale
Tre ad affiancare a questi ultimi interventi volti ad aumentare il potenziale tecnico scientifico
Anche quelli volti a migliorare le capacità innovative
Sarebbe auspicabile inoltre che l'insieme degli interventi
Fosse finalizzato anche a ribaltare in favore del Mezzogiorno le sue caratteristiche di arretratezza in altri termini la circostanza che l'industria meridionale si trova ancora a dover affrontare problematiche già sperimentate
E superate nel recente passato al sistema produttivo al centro nord
Può essere sfruttata come fattore positivo
Essa offre infatti la possibilità di impostare un discorso nuovo
Mirato in maniera diretta di efficace ad una crescita sia coerente contemporaneamente con le preesistenze locali
Con le linee di sviluppo del Paese sia in termini di mercato con una situazione ormai senza confini
Sul piano nazionale la normativa sull'intervento straordinario
Se per un verso affronta in modo innovativo il problema Mezzogiorno per un altro prevede l'utilizzo di tecniche che non sembrano del tutto idonee a promuovere in modo efficiente la crescita del sud
La disciplina sull'intervento straordinario a due anni esatti dalla sua approvazione si può dire ancora una piazza a fine ottantasette
Dei tredici mila miliardi stanziati per il primo piano di attuazione solo quattro mila duecento sono stati erogati mentre secondo piano annuale che si sarebbe dovuto approvare entro la fine dall'ottantasette non è stato ancora deliberato
Ma soprattutto è da sottolineare che la legge sessantaquattro lasciando in vigore l'istituto del finanziamento agevolato sono ha previsto strumenti processuali atte a rendere più snella la concessione di finanziamenti
I mercati mostrano oggi mutamenti sempre più rapidi offerta e domanda sono in continua evoluzione
Cresce l'affermarsi di tecnologie avanzate
L'iniziativa in campo economico si susseguono a velocità sorprendente
Poter realizzare un business in tempi brevi significa quindi cogliere le richieste del mercato prima che le stesse subiscano ridimensionamenti
In questo senso che la velocità d'
Sì il giornale diviene sempre più caratteristica vincente
Tutto ciò non riguarda solo il sistema produttivo ma anche ovviamente il sistema finanziario
Mal si conciliano quindi i tempi lunghi per la concessione del credito agevolato con questo mutato contesto
Non a caso nei play ogni meridionali hanno preferito negli ultimi anni il finanziamento a tassi ordinari utilizzabili in tempi brevi rispetto a quelle agevolate
Per il credito a breve si registra invece una situazione molto diversa addirittura antitetiche
Ciò perché le imprese di maggiori dimensioni largamente diffuse al Nord per attingere nuove risorse hanno potuto rivolgersi direttamente al mercato finanziario interno e a quello estero
Per converso le aziende di piccole e medie dimensioni e segnatamente quelle meridionali che per struttura e cultura non hanno ancora facile accesso a canali finanziari alternativi mantengono la loro dipendenza dal credito bancario
Ed è questa la circostanza che finisce per penalizzare le imprese meridionali stante l'attuale livello dei tassi d'interesse del nostro Paese livello che continua a mantenersi elevato a causa vincente ingente fabbisogno pubblico
Da collocarsi sul mercato come ha più volte sottolineato il governatore dalla Banca d'Italia
Un suo recentissimo intervento alla conferenza di ora ma lei qualche giorno fa il governatore affermava l'offerta di titoli di Stato aumentando più del reddito spinge verso l'alto i tassi d'interesse spiazza l'attività finanziaria reale del settore privato
Le imprese meridionali per proseguire il cammino dello sviluppo
Necessitano quindi più di altre di efficace ed efficiente intermediazione creditizia
Ora ancor più necessitano di una c'è il consulente di accompagnamento verso traguardi più al passo con i tempi
E peculiari caratteristiche del mercato finanziario meridionale rendono impegnativa l'opera con l'operare delle istituzioni creditizie alle quali si richiede un intervento articolato su più fronti
Da quello finanziario e creditizio a quello meno tradizionale connesso all'innovazione al trasferimento di tecnologie a forme sostitutive di finanziamento
Leasing factoring soprattutto ad un'azione di accompagnamento di accesso al mercato dei capitali superando le remore che ancora sussistono a riguardo
D'altra parte lasciano il sistema bancario come unico interlocutore dell'impresa di più ridotte dimensioni
Nella ricerca dei mezzi finanziari necessari allo sviluppo senza favorire l'incontro diretto delle parti più vitali il sistema produttivo con il risparmiatore potrebbe far disperdere almeno in parte
Io opportunità derivanti dai processi nazionali e internazionali in atto
Un valido contributo alla crescita delle medie imprese meridionali viene quindi dall'operato della merchant banks
Che con la loro attività di consulenza prima e di partecipazione al capitale di rischio poi contribuiscono senza dubbio alla valorizzazione dell'imprenditoria meridionale
Un ulteriore arricchimento della struttura finanziaria che consentirà alle imprese del Sud di affacciarsi a pieno titolo sul mercato dei capitali potrà essere anche rappresentato dalla creazione di fondi chiusi
Questo tipo di intermediario consente infatti al tessuto produttivo di più ridotte dimensioni di accedere seppure indirettamente al mercato dei capitali che altrimenti gli sarebbe precluso
Le nuove regole del mercato comune che entreranno compiutamente in vigore nel novantadue danno la possibilità ciascuna istituzione creditizia nulla dei dodici Paesi dalla comunità
Di lavorare dove vuole e come vuole nel rispetto delle proprie regole istituzionali rispondendo alla vigilanza dalla Banca centrale del paese di origine
Quindi le banche italiane governate protette fino ad oggi da una legge bancaria certo efficiente ma vecchia ormai di cinquant'anni si troverà io credo in una situazione di grande tensione dovranno confrontarsi infatti con banche più forti meglio attrezzate
Con banche tuttofare che possono soddisfare qualsiasi esigenza della clientela
In Italia dice ancora formalmente almeno la regola della separatezza tra ferito avrebbe ferito a medio termine
Nell'Europa di domani questa separatezza finirà di fatto processare alla luce di ciò una grande banca che voglia rimanere sul mercato deve anzitutto diventare il nostro gruppo polifunzionale un gruppo capace di offrire la propria clientela Feisal preveggenza a medio termine servizi finanziari servizi reali
Come già avvenuto nel settore industriale anche le banche devono darsi una struttura capace di operare all'interno in concorrenza con ti verrà dall'estero e in grado di andare all'estero e conquistarsi quote di mercato modo questo per poter lavorare meglio grazie l'ampliamento del mercato
E appunto lungo questa strada che il Banco di Napoli si è mosso l'istituto infatti non solo svolge la sua peculiare attività di trasformazione del risparmio di selezione delle stanziati territoriali
Ma opera anche nel settore servizi reali e finanziari attraverso società appositamente costituite
Il Banco di Napoli è oggi un gruppo polifunzionale azienda bancaria e sezioni credo speciale e le numerose controllate forniscono una gamma integrate di servizi finanziari e reali
Ciò che preme sottolineare infine e che la strategia seguita dal banco negli anni più recenti è stata sempre imperniata criteri di gestione a forte contenuto imprenditoriale
Cioè anche nella convinzione che il Mezzogiorno può trovare risposte sui problemi in un'impresa amante in perfetta sintonia con le esigenze dell'utenza
Questa scelta comporta problemi non agevole soluzione per una banca pubblica
D'altra parte una scelta necessaria ove si consideri che le regole di funzionamento di un più ampio mercato internazionale non consentiranno di conservare i retaggi del passato ma richiederanno di assumere sempre più le caratteristiche d'impresa integrata nel mercato in situazione di continuo confronto
Ciò non dovrà significare necessariamente una rottura rispetto alla tradizione il ruolo svolto in passato ma sicuramente un'evoluzione decisa senza riserve di sorta
Verso l'efficiente modello organizzativo in cui l'appartenenza alla sfera pubblica non risulta in contrasto con l'essere un'impresa che opera secondo le regole del mercato grazie
Inoltre Cozzoli
L'argomento
Nel programma è il ruolo del parlamento
Si tratta di un argomento cruciale di questo dibattito
Dal momento che proprio il Parlamento compete di recepire le istanze di efficienza e di sviluppo
Che salgono dal mondo produttivo e tradurle in atti legislativi
Devo dire con molta franchezza che oggi così come viene esercitato il ruolo del parlamento preoccupa notevolmente gli imprenditori
La nostra preoccupazione deriva soprattutto da quella sorta di antagonismo latente strisciante frappe la mente governo che specie negli ultimi anni abbiamo avuto ripetutamente occasione di percepire e che secondo noi rappresenta una variante perversa dell'antagonismo antagonismo questo sì corretto
Che deve esistere fra maggioranza ed opposizione
Gli esempi offerti in questi ultimi anni dei dibattiti per l'approvazione delle leggi finanziarie sono a questo proposito particolarmente illuminante
Il Progetto di legge finanziaria entra in Parlamento con una terminata fisionomie e di solito ne esce con una fisionomia completamente diversa oltre che con aggravi economici sia sul versante delle spese come su quello delle entrate e non di poco conto
La cosa in sé sarebbe legittima se a determinare lo stravolgimento fosse una diversa concezione di politica economica del Parlamento rispetto al governo
In effetti questo sarebbe il momento più alto la manifestazione più evidente del potere di indirizzo e di controllo che deve esercitare il Parlamento il fatto è che purtroppo a determinare lo stravolgimento non sono principi così elevati
Sono
Più banalmente piccoli interessi clientelari spinte corporative di gruppi più o meno influenti nella tacita convinzione che a tutti occorreva dare risposta
Le frequenti sospensione del dibattito motivate dalla necessità di trovare la copertura
Copertura ad emendamenti comportanti aumenti di specie o riduzione delle entrate
Noi abbiamo assistito ancora solo qualche mese fa in occasione dell'ultima finanziaria a questi esercizi
Con ciò
Non intendo dire che il parlamentare di maggioranza debbono limitarsi ad una supina acquiescenza alle indicazioni dell'esecutivo
Perché sono convinto che il potere di controllo del Parlamento deve essere salvaguardato ad ogni costo
Ma mi sembra però fuori luogo ricordare che storicamente i Parlamenti nascono anche per contrastare e condizionare gli eccessi di spesa del principe
E per limitarne la voracità fiscale
Quelli pare che stia succedendo è esattamente l'opposto
I governi già non molto severe nella gestione del pubblico denaro vengono invitati ad esserlo ancora di meno e che contribuenti già pesantemente colpiti continuano ad Aix se l'ho sempre di più i fatti si stava dicendo
Che non si può concedere una riduzione del fiscal tra questa è la conseguenza dell'aver deve essere stati troppo Prodi troppo prodighi nella speso in sostanza quello che a me pare che proprio in materia economica dove le scelte non sono mai indolori e dove quindi la scelta più facile finisce per essere quella di fare la somma di tutte le aspirazioni occorrono nuove regole
Non voglio entrare nelle nel merito del problema
Formulando suggerimenti o indicando soluzione perché ritengo che questo sia compito primario della classe politica avrei dovuto adesso dare la parola a due illustri rappresentanti della politica
I presidenti dei due rami del Parlamento
Ma sono impegnati per il dibattito in Parlamento
E quindi non ci sarà dibattito su questo non ci sarà dibattito ma l'argomento resta e noi lo porteremo avanti ancora e direi sempre
A questo punto la parola a giusti
A me è stato affidato
Di gradito incarico
Di introdurre un argomento difficile ma affascinante il ruolo dell'industria
Lo farò molto brevemente venuto spazio agli interventi che seguiranno
Ricordando tre punti essendo a Napoli non posso che ricordare i tre punti ciò farà sorridere il presidente Lucchini con una particolare ottica meridionale
Marco Borsa questa mattina su Corriere della Sera
A notato che del novantadue si parla se n'è parlato molto anche in questo convegno del novantadue si parla in sono nei convegni e probabilmente ha ragione
Probabilmente noi dovremmo approfondire di più ma credo sia acquisto
Uno dei punti del programma del prossimo presidente della Confindustria
Di spiegare che cos'è novantadue che cos'è questo mercato di trecentocinquanta milioni di consumatori
Palio più più grande del mercato degli Stati Uniti che qual è l'impatto non solo sulla finanza sull'economia sull'industria ma con l'impatto anche sul cittadino comune e particolare sulle istituzioni
è stato anche detto che il novantadue costituisce una grossa opportunità
Ma abbiamo anche ricordato noi meridionali soprattutto noi meridionali che questo potrebbe anche essere una causa di ulteriore emarginazione per il Mezzogiorno
C'è un accertavamo Gia con gli anni Cinquanta quando si fece la grossa scelta dell'industrializzazione del nostro Paese
Una scelta felice peraltro che ha portato il nostro Paese ad essere uno dei maggiori Paesi industriali del mondo
Si discusse molto su come coinvolgere il Mezzogiorno il Mezzogiorno però fu trattata soltanto in relazione a d'un piano straordinario fitti che poi
Visse porlo in grado di affrontare industrializzazione ma sostanzialmente non fu mai coinvolto nell'industrializzazione almeno non fu coinvolto come avrebbe dovuto
Oggi le condizioni sono completamente diverse forse questa nuova
Scadenza questo nuovo Period
Ci siamo perché i novantadue non è il punto di arrivo soprattutto un punto di partenza potrebbe fare di più
Ma l'aria meridionale ancora bisogno di recuperare una sua produttività complessiva
Ecco io vorrei concludere questo primo punto ho detto che ritratta nei chiamavo soltanto tre facendo osservare che questo slogan istituzioni
Efficienza sviluppo non vuole riassumere soltanto concetto ma vuole essere anche una scelta di campo una scelta pur indica che la Confindustria ha fatto perché deve essere particolarmente particolarmente condivisa in vissuta dai milionari
Perché noi riteniamo che l'efficienza e lo sviluppo la scelta di campo e questa deve essere di circa talmente delle istituzioni e con le istituzioni
Questo per la verità il mancato probabilmente questo anche uno dei
Difetti dell'intervento straordinario che ha avuto grandi meriti quello di non aver abituato altra questo rapporto a vivere questo rapporto tra le componenti sociali cittadini le istituzioni e tutti insieme nei confronti del potere centrale
Secondo punto l'industria
Ha ragione il mio amico Mandelli quando ci richiama spesso agli esempi degli altri paesi e mette in risalto l'importanza
Che ha il Mezzogiorno in termini di beni ambientali e beni culturali con riferimento soprattutto a turismo
Lo sappiamo però losanghe Mandelli che pur puntando sull'Inter settorialità pur sapendo utili c'è sette risorse come impegna ivi ambientali degni e in beni culturali devono essere utilizzati
Meglio anche con una politica territoriale molto più accorta
Noi sappiamo tuttavia che noi Mezzogiorno può rinunciare all'industria l'esercito di giovani qualificati del Mezzogiorno non potrà trovare soltanto in questi settori proprio sbocco l'economia meridionale ancora bisogno dell'industria ma quale se noi diciamo l'industria di futuro
Qui indubbiamente c'è un problema e il ruolo della grande industria private pubblica per quanto ci concerne questo momento privata soprattutto la quale non deve essere considerata un contenitore di mano d'opera non deve essere considerato un organismo dispensa alcolici di commesse ma deve essere considerate in Michelle organismo che afferma i valori che la Societ da industriale che Fatah il veicolo alla Società Meridionale e soprattutto alla nascente borghesia produttiva meridionale non in termini di commissioni interne di accompagnamento di battistrada verso le strade dell'industria
Vi fu ecco noi crediamo questa possibilità soprattutto della nuova nella nuova nella nuova atmosfera che si sta creando
In alcune regioni del Mezzogiorno ma soprattutto per questa opportunità che si chiami che si chiama novanta ultimo punto molto brevemente le partecipazioni statali
Io lo devo ricordare l'esaltazione del ruolo delle partecipazioni statali per il passato nel Mezzogiorno è stata fonte di illusioni e delusioni è stato ricordato dal presidente Lucchini nel suo intervento di in questo momento in funzione di quella che io chiamo la coda della ristrutturazione che è stata ritardata nel Mezzogiorno per ragioni comprensibili giustificabile
Ma che non tratta il problema della deindustrializzazione se non nel significato che noi diamo questo a questo termine ecco sta facendo riaffiorare alcune intenzioni alcune alcuni desideri di riaffidare alle partecipazioni statali questo ruolo così come lo ha avuto nel passato di risolvere tutto attraverso la riscoperta di cose che poi non trovano riscontro nel mercato e nella realtà
La dirigenza attuale delle partecipazioni statali sappiamo che è molto attenta hanno un anno di cadere in questo detto
Sappiamo anche che le partecipazioni statali hanno delle presenze qualificatissime nella nostra aria vidi a Napoli l'Alitalia e la Semenya che possono essere anche SI ma soprattutto sono anche se dei veicoli verso l'industria di futuro dobbiamo dello stadio ad evitare che l'esaltazione del ruolo delle partecipazioni statali una volta l'ho definita un po'le vocazioni dei fata Turchina che va a risolvere alcuni problemi che non sono risolvibili per quella strada possa far cadere il Mezzogiorno
Di nuovo negli errori del passato io mi sono sempre chiesto fino a che punto
Questa presenza e questo ruolo fatto svolse fatto scorci del passato alle partecipazioni statali in questo modo non abbia avesse contribuito anche a contenere la nascita e la crescita di una borghesia produttiva autentica nelle nostre AA
Credo che oggi ci sono tutte le condizioni questo convegno mamma lo ha dimostrato ampiamente perché il Mezzogiorno Possa se ritrova insieme all'istituzione quell'efficienza
Perché di cui stiamo parlando probabilmente Allo sviluppo a tavola dello sviluppo potrà servire anche il Mezzogiorno io vi ringrazio per l'attenzione
Ora a me è affidato anche il compito di introdurre alcuni autorevoli personalità del mondo industriale quindi chiamo per primo al podio Raul Gardini
Io sono anche abbastanza preoccupato di dire le cose hanno già detto tutti
E di anno in
Su questo argomento che è importante sul ruolo dell'industria delle dello stato
L'economia e con le istituzioni
Prima di cominciare la
Se lo vuole dire che quello che io sento come bisogno di come industriali
Era dalle istituzioni dall'Hindu dallo Stato
Io sette bisogna per un rapporto chiaro definito nel quale la mia strategia di industriale è definita a livello nazionale a livello
Dove è possibile
Io a livello mondiale verrà che la competizione oggi
è la cosa che interessa della competizione o
Per chi la vuole affrontare
Sta a livello ma
A livello
è stato
Questo in fretta da due anni sta accadendo fallì precipitosamente che le aziende si concentrano chiedono di assumerlo
La dimensione competitiva inimmaginabile pochi anni fa
Queste politiche di acquisizioni dismissioni corrispondono esattamente ad un disegno di concentrazione che portò oggi ci sembra quasi oligopolistico
Aree di settori maturi che non ha
Toh
Portato dall'innovazione e dalla tecnologia quindi questi sono secondo me temi importanti che ne dobbiamo discutere con le istituzioni dovremo discuterli tutti d'accordo che la cosa importante da fare è stabilire a che livello di competizione questo Paese con la sua industria si vuole collocare
Alle allora
Noi abbiamo dei problemi che sono dovuti alla periferia cita all'origine l'apripista di questo Paese rispetto al nostro mercato naturale che l'euro questo proprio e non lo risolve nessuno perché la geografia ecco rifatta e quando ne per il carico rispetto al mercato quindi rimane altro che vera una per fortuna migliore per entrare in quel mercato quel mercato ha come centro Duisburg l'abbiamo scritto quando abbiamo prima del Trattato di Roma che giungono nel centro dalla comunità bene qui siamo molto lontani da due
Perché i prodotti che vengono dal
L'Europa sono d'
Però anche un handicap perché a dare ci vuole con servizi e pizzette e soprattutto delle idee chiare per andare a fare che cosa questa è una missione che Jack il Meridione il Mezzogiorno si potrebbe dare pare che cose
Ore ad un mercato che è quello comune c'è troppo lontano fare che cosa per andare ad un altro mercato se pensiamo che industrializzare il Mezzogiorno
Una cosa è non definita sarà sempre distribuzione che non risponde all'esito per il Nord
Diverso abbiamo la fortuna ripeto non è un merito di a vere forse una delle zone più ricche del mondo che rispondono alla Peter
Di industrializzate
Lì siamo vicino al mercato facciamo del nostro meglio per non subire il mercato ma per aggredirlo lo facciamo in qualche modo continuiamo a farlo e cerchiamo di farlo
Come rispondendo alle esigenze del momento che sono opere di essere abbastanza forti per competere questo per tutto quello che serve secondo me e tutto quello che è l'assoluto inoltre deve dire con chiarezza i propri interlocutori chi sono gli interlocutori
Quelli che gestiscono e il Governo chi più
Il presidente del consiglio e ministri preposti seguiamo la scala se scriviamo la scala dei valori presenta Confindustria fa questo e lo dice a quello e quello dice a Bruxelles se necessario pur ne fa un problema suo da risolvere ecco che abbiamo dato tenuto discreto risulta
Quest'altra storia del mille novecento novantadue anche questa è una storia vecchia nel mille novecentonovantadue il carbone la
Ah io ai proprietari di coltura all'industria ci sono già dal mille novecentosessantadue sono mai parlato di trent'anni questo fatta di perché abbiamo uno stile perché c'è stato il se mercato comune perché ceda il mille novecentonovanta due
Ed è vero ed è inutile parlarne tanto Val
Mille novecentonovanta noi viviamo con siamo armonizzati in un sistema dove dobbiamo fare le cose che fanno tutti se facciamo le cose sbagliate quelle diventano evidenti e poi dovremmo ricominciare da capo per rifarla di cominciare a chiedere le deroghe ricominciare a fare gli ultimi della classe in maniera palese non c'è nessun bisogno di fare gli ultimi della classe tifi per diciamo un attimo chiediamo a chi ci rappresenta di rappresentarci degnamente i nostri interessi adesso che sappiamo quali sono i nostri interessi io comincerei a fare il punto della situazione dire sappiamo quali interessi abbiamo
A presentare a Bruxelles
Per molti resta il dubbio che lo sappia io ho molti dubbi che noi sappiamo chiaramente quali sono in dare specifiche i nostri interessi sono sicuro che gran parte dei nostri polizia dei nostri ministri dizione euro prenotare non lo sanno anche se hanno firmato il libro bianco che lì e c'è scritto tutto quello che dovevo
Fare dal mille novecentonovantadue in avanti
Detto questo
Viene da sé
Che si allineino centodue succede quello che deve succedere se che tutti dobbiamo essere competitivi in un sistema Bonizzato dove tutti fanno la stessa cosa perché non se ne può fare un alt
Non si è dotata di coerenza Celli l'indulto sulla pubblica o privata se sarà una brava industria pubblica tra se sono perso in Lussemburgo recapito con ora o dovrà cambiare lo dovrà diventare privata se avremo dei tre debba essere cattivo industrie private diventeranno pubbliche perché dovrà
Essere assistita perché non ha saputo fare il loro mestiere e quindi è un se siamo capaci di esistere nel sistema in cui andremo a vivere ci starei possono se vorrà pagine viste le faremo chiede
Delle deroghe ecco l'abilità fa purtroppo è che esca
Oltre un certo punto cominciamo chiedere delle deroghe a delle cose che abbiamo già definito per favore questa volta non facciamolo non chiediamo deroghe pensiamoci prima
Diciamo i nostri politici di fare il loro mestiere e noi a nostra volta fatta più nostro mestiere quello di esprimere chiaramente quello che vogliamo fare grazie
Poco più poco più di due
A Torino al Lingotto io ebbi il privilegio di chiamare al io il più autorevole esponente dell'industria italiana e non solo italiani
In quell'occasione di disse che gli faceva una certa impressione essere chiamato con la dammi con l'accento timidi trovato
In quell'ambiente sì di al Lingotto oggi ho il piacere di chiamare la stessa persona al podio col rinvio sempre
Se mi ricordo che dissi che Giustino aveva l'accento del profondo s'tutto effettivamente c'ha l'accento del profondo Sud e oggi mi sarebbe dispiaciuto esseri introdotto qua da mantelle chiama cento del forte nord diciamo
No
Il presidente Luchini venti giorni fa mi chiese se vuol venire a Napoli a parlare al nostro convegno di Confindustria edilizi immediatamente ceto lei seicento perché
Ritengo che c'è un solo comodo di ringraziare di servire i presidenti di Confindustria ed è di essere a loro disposizione ogni qual volta lo ritengono utile lo sono stato dei predecessori di Lucchini lo solo se è stato con Lucchini lo sarò coi suoi successori e questo lo consiglio a tutti quelli
Che in qualche modo fanno parte dalla Confindustria perché nobili ma dimenticare che la Confindustria è molto importante e che l'unica casa che abbiamo ed è l'unico portaparola di quelli che sono i nostri intendimenti
Sia l'unico modo di ringraziare il presidente e di essere al suo servizio qualunque volta lo richiedo opportuno
Fra i miei predecessori a chi ha parlato prima di me ho sentito parlare userà che ha detto
Entrando nel suo discorso dice si dice che piccolo è bello ma non lo so nessuno ecco introdotto il discorso se grande è bello non è bello ho sentito parlare D'Amato e quello che è certo è che il giovane meglio quello il sipario
E che adesso parliamo momento sul serio su quello che siamo stati chiamati a
Allora oggi ci si domanda qua o meno l'obiettivo di questa conferenza di questa conversazione
Qual è il ruolo dell'industria son due nobili vederlo il ruolo dell'industria fotografato a quel
O che oggi lo conosciamo a memoria ma quello che è importante domandarsi quale sarà il ruolo dell'industria domani e quando si parla
Del ruolo deminutio domani in questo momento ci si pone una data che il novantadue
Per quando si parla del novantadue cioè se ne parla molto se ne parla troppo
La mia sensazione è che molta gente parla del novantadue perché quando parlo al novantadue possono evitare di dire cosa faranno dalla seconda metà dell'ottantotto dall'ottantanove nel novanta
Del modo di essere in ogni modo sappiamo benissimo che vuol dire novantadue sono circa trecento disposizioni di cui sessanta importanti ci se saranno prese porteranno a una certa maggior mobilità i capitali di uomini e di merci abbatteranno tutte le frontiere io personalmente credo che di quelle trecento per i novantadue ne saranno prese solo una parte alcun ne saranno prese nel novantatré altri nel novantaquattro e forse qualcuna nel novanta mai questa è la mia sensazione ma in ogni modo
Ebbene avevo un obiettivo per i su questo obiettivo tutti mettiamo a fuoco quelle che sono le necessità della nostra parte dimessi chi per la parte di industriale chi per la parte di politici
Questo vuol dire un mercato più grande
Da un mercato di trecentoventi milioni di persone ma vuole anche dire una competizione infinitamente più agguerrita perché non è che siamo solamente in quest'operazione maschi perché esportatori ma soffriremo anche l'aggressività dei nostri concorde
Bisogna vedere se questi accompagna questi comportamenti che teniamo da adesso all'ora se ci avvicinano o ci allontanano da questo obiettivo oggi viviamo in un'Europa dodici solite in
I successivi acquisti alla regata l'Europa originaria a quattro l'Europa dodici I grande è fatta da Paesi Diversi divelti storicamente dive siccome strutture e quindi io ritengo che dopo i novantadue Sacile che si possa ripartire da due o da tre che perlomeno quello che era stato il primo asse creato allocato agisca che trascini possa di nuovo essere un asse intorno a cui si accumulano parecchi interessi e non l'obiettivo nostro evitarsi che l'Italia si avvicina ai primi due piuttosto che vicino all'UDC
Sì sino al dodicesimo questo il vero obiettivo che ci dobbiamo porre
Allora è inutile che ci ripetiamo quello che ci siamo detti da molto tempo cioè diciamo che abbiamo l'industria privata che va al
è molto
E diciamo io non lo condivido del tutto ma che abbiamo un sistema pubblico che vale poco e diciamo che questa è la nostra debolezza
Ora del presidente Lucchini di ha chiamato tutti so
I gladiatori in questi due giorni che hanno ripetuto questo argomento noi industriali siamo bravissimi il pubblico vale poco il governo non c'ha assecondato abbastanza io non sono qui per fare questa parte non perché non sia in grado di prendere anch'io Gladio o la spada un fioretto lasciandolo ma non ho intenzione di farlo
Dobbiamo però riconoscere a questa classe politica il merito che ha compiuto crescente scelte fondamentali
Che ci pongono oggi in condizioni di operare in questo mondo occidentale per scelte fondamentali le conosciamo tutti sono quelle che incominciano a Bretton Woods finiscono col Trattato di Roma e con lo SME
E in mezzo a questa DC prima le liberalizzazioni diciamo di la Malfa quello dica la Malfa in questa sede visto che il successo che ha avuto ieri ricco il padre di Giorgio proprio
E poi anche trentuno trentadue anni fa al trattato di Roma ricordo che in quel momento le forze politiche spingevano avevano più coraggio di Novi e noi industriali eravamo timidi
Avevamo paura prima della libera Rizzo azione ci preoccupavamo delle clausole di salvaguardia avevamo paura dell'unione monetaria infine siamo stati più timidi nove dei politici quindi gli va dato credito l'hanno fatto un balzo in avanti ed è legato alle condizioni in cui ci troviamo ad operare
Al punto in cui ci troviamo non mi pare inutile andare a cercare colpe o responsabilità mi pare inutile discutere se sia meglio il pubblico o il privato io vi dico che Meglio il privato perché questa è la mia convinzione anche perché questo è il mio mestiere è la mia ragion d'essere ma conosco del pubblico che va bene e conosco del primo e del pubblico che va meno bene ce l'aggetto detto già prima gabinetto importante sono delle cose che
Va bene delle cose che vanno male sia nel mondo del pubblico che nel mondo del privato ma c'è una differenza fondamentale che quando il privato va male e destinato o a fallire o a trasformarsi o purtroppo diventare pubblica in ogni modo il privato che va male perde la libertà quando il pubblico va male e destinato ad essere sovvenzionato dal contribuente praticamente questa è la differenza fondamentale non è una critica mai lo sa
Ecco
Quindi quello che dobbiamo fare non è assolve ritirato e condannare il pubblico o viceversa ma fare in modo che vadano bene tanto il pubblico che il privato cosa dobbiamo e possiamo fare
Per ottenere questo che cosa si può fare per rendere più forte questo nostro sistema economia mista consideriamo cos'è che non funziona mi pare tutti lo sappiamo ce lo siamo ripetuti o che quello che non funziona solistico di sì
E quello di che servizi dico servizi di ogni genere sia quelli pubblici che quelli privati dal sistema distributivo a quello dei trasporti dai telefoni alle Poste e qui faccio solo degli esempi
Abbiamo quindi da una parte servizi carenti e dall'altra o dare una dinamica industriale efficiente ecco
Abbiamo un'industria che all'avanguardia in molti settori abbiamo la fiducia degli investitori STET mi qua lo dico agli investitori stranieri che vengono in Italia non vengono solamente per perché c'è una quota di mercato d'acquistare o comprano un'azienda che a quella quota di mercato ma vengono anche perché
Intendo lo che ci sono le condizioni di produrre di lavorare che sono favorevoli e quando parlo di stranieri Parodi straniere di primo ordine gente come la mission la IBM la Nestlé la Electrolux quindi pensiamo che cosa potrebbe esser tutti insieme il sistema di questa economia se si potesse fare conto su servizi più moderni e più affidabile lo sto Paese ha fatto una strada formidabile negli ultimi venti o trent'anni ma pensate con
L'avrebbe potuto fare se avesse avuto dei servizi paragonabili ai Paesi con cui ci troviamo a competere non voglio dire che sarebbe stato nel Mediterraneo quella che son sarà sono la causa Eamon con Taiwan Singapore nel Pacifico Now
Una delle tigri Tosi dell'economia europea avrebbe potuto essere questo per una ragione di percentuale tra privato e pubblico è che in Italia l'economia pubblica occupa circa un terzo da Los
Spazio
Queste una quota una percentuale non riscontrabile in nessun altro Paese economia avanzata
Ed è una quota troppo molto forte forse troppo forte per un'economia industriale moderna adesso non voglio fare polemiche ma mi trovo vicino al
Ma mi pare che da questo punto di vista ci collochiamo a metà strada fra il gruppo delle nazioni più evolute e i paesi in via di sviluppo o quelli a democrazia limitata dove ruolo
Pubblico le ponderate è una nostra caratteristica strutturale evidentemente ci sono delle ragioni come ci sono per tutto se sono ragioni lo storico di cultura
Tutte le crisi degli anni Trenta ma questo è un fatto che ci troviamo ad affrontare
Ma il nostro obiettivo deve essere quello di avvicinarsi di più ai livelli alti della Comunità economica internazionale altri Paesi internazionale industriali riduco la quota del pubblico nell'interno di accrescere l'efficienza del sistema e di ridurre di conseguenza gli oneri per lo Stato tra questi la Francia
Ho cioè ottantadue dopo l'ottantasei ha rovesciato completamente strada dopo aver passato un periodo infausto di nazionalizzazioni sono arrivate al punto adesso dell'attuale gabinetto di avere un ministro appese
Le privatizzazioni in realtà è il ministro dell'economia che è anche ministro dell'economia della finanza e delle privatizza
Se tu non suggerisco di aggiungere un altro ministro del nostro governo per ce n'è già
Classe uno di questi Alessi anche l'incarico
Non sarebbe male
Ma non mi pare che questo tipo di orientamento sia quello di attualità i pochi processi di prevenzione colpi latinizzazione avvia Abbiati o attuati sono stati vissuti in modo traumatico gli hanno sogni volta sollevato dei casi politici
Probabilmente bisogna che liberiamo la nostra cultura dalle suggestioni ideologiche dell'economia di Stato
Questi suggestioni sono molto molto forti
In alcuni schieramenti delle forze politiche del nostro Paese queste suggestioni
Di economia di Stato solo secondo me uno degli ostacoli all'applicazione della regola dell'alternanza del nostro sistema democratico più presto questa situazione superata e meglio è per la completezza del dibattito
Politico e per l'efficacia nell'affrontare il problema fondamentale della nostra economia problema che poi è sempre lo stesso che quello di ottimizzare le risorse
Indipendentemente dal luogo con un'azione politica o giuridica questo poco importa esso visto che siamo a Napoli parliamo momento del Mezzogiorno e Mezzogiorno è un esempio tipico di risorse nettamente sotto utilizzate
Per il Mezzogiorno son compiuti studi diciamo dai tempi di Giustino Fortunato Saraceno oggi la gente nuova e sono usate ogni volta individuate molte vocazioni
Turismo agricoltura atti
Vita colturali che sono evidentemente tutte cose importanti e sono cose di una preview di sviluppo ma secondo me nel Mezzogiorno offre immensi spazi dei grandi opportunità per l'industria e questo ve lo dico perché sta Enza divelta sola diretto del Mezzogiorno non c'è vocazione industriale pensiamo al turismo pensiamo alle di cottura pensiamo ad altre strade è vero ma è riduttivo perché la realtà industriale del Mezzogiorno quale uno di Milano
E questo ve lo dico come ho detto prima per esperienza non a chiacchiere subito alcune cifre dove nel Mezzogiorno parla come FIAT abbiamo compiuto realizzazioni di assoluta avanguardia tecnologica
Abbiamo tutte aziende che vanno bene occupiamo cinquanta mila dipendenti cinquanta mila dipendenti vuol dire un quarto degli omini che occupiamo in Italia siamo senza dubbio rimpalli industria di maggior dimensione più importante nel Sud e devo dire che in queste popolazioni abbiamo sempre riscontrato disponibilità al lavoro e immensa capacità inserirsi in professioni più elevate quindi c'è una una grossa vocazione ad una crescita della qualità del personale occupato
Io son convinto più il problema del Mezzogiorno non ha nulla a che vedere con problema di assistenza è un problema di sostegno a quelle che sono le potenzialità che questa parte d'Italia in grado di esprimere
E a questo fine
Una delle questioni essenziali anche per il Mezzogiorno ancor più per il Mezzogiorno evidentemente quella dei servizi bisogna che si creino le condizioni infrastrutturali generali perché l'industria posso oggi
Per quanto riguarda più di
Certamente l'industria privata mi pare che in questi ultimi tempi abbiamo dato qualche soddisfazione cioè mi pare abbiamo dato delle grosse soddisfazioni
Schio perché noi dobbiamo tener presente che il fisco e socio a metà sui nostri utili quindi questi ultimi anni lo sto soffocando
Atto delle grosse soddisfazioni non sufficienti in relazione alla loro foga citava i nomi ma
Bene e tecnologicamente all'avanguardia fa guadagni conquista posizioni sul mercato internazionale dal suo contributo alla crescita del Paese e al progresso tecnologico e anche alla bilancia dei pagamenti non possiamo che lavorare per far meglio
Stiamo facendo abbastanza bene ma molte cose profani pubblico per migliorare ciò che di sua competenza un modo per stimolarlo a fare e certamente quello di competere Monopoli ed esclusive di Stato così largamente presenti nel nostro Paese credo che se ci fosse più pluralismo e più competizione anche nei servizi essenziali avremmo certamente grossi di cupe di efficienza abbiamo visto come è migliorato il prodotto della RAI cosa si è aperta la concorrenza non è che sono qui per fare i complimenti a Berlusconi ma di fatto gli ha dato una garanzia di migliorato
Perché non potremo fare e lo stesso col servizio postale aprendo il mercato anche i servizi privati edicola aprendole in parità di diritti e libertà di concorrenza spesso non è necessario arrivare aprite a privatizzare basterebbe Liber all'inizio queste sono le considerazioni che intendevo poco concludo dicendo che son d'accordo con chi ha sottolineato l'urgenza di superare lo stato di cose in cui ci troviamo abbiamo avuto in questi anni l'esperienza delle nova mento industriale la sfida della competizione il rischio dell'arretramento sono stati i listini che hanno pianto per l'industria grande discutevo oggi è imminente la sfida dell'Europa una sfida per l'industria ma anche perché io assicura azione per trasporti telecomunicazioni e soprattutto per lo Stato la competizione i rischi dell'arretramento interessano questa volta tutto il Paese la risposta a questa sfida può essere solo
Una risposta di efficienza globale e di tutto il nostro sistema economico
Mi pare che sia tutto diciamo
Bisogna che ci ricordiamo che nei momenti di maggior concorrenza bisogna che ci aiutiamo da soli e bisogna che facciamo tutti da soli e che lo facciamo bene grazie già
Ma lei su questi argomenti su questi temi il proprio pensiero e le proprie valutazioni
Cominciano dicendo che l'economia italiana degli anni ottanta vive un miracolo dimezzato un contraddittorio modello di sviluppo dove convivono forti elementi di crescita e pericolosi ritardi che ne condizionano la stabilità
La modernizzazione del sistema produttivo la vitalità del tessuto delle piccole imprese
La capacità di operare da protagonisti sui mercati internazionali testimoniano tuttavia in modo inequivocabile
La capacità competitiva ancora dell'azienda Italia
Sotto questo profilo
Il consistente incremento fatto segnare anche a gennaio febbraio dalla produzione industriale
Va interpretato come conferma della ritrovata capacità di stare sul mercato
La previsione per l'ottantotto di un tasso di crescita in linea con quello medio dei Paesi industrializzati
A Valona un'interpretazione confortante delle tendenze in atto nella nostra economia
Contemporaneamente alcuni segnali negativi
La persistente presenza di nodi strutturali che condizionano lo sviluppo deve farci riflettere sulla necessità di non allentare la Presa
Di non rassegnarsi agli handicap che negli anni se diventando sì hanno finito per rappresentare un ostacolo apparentemente invalicabile al completo sviluppo delle nostre economie
Non possiamo sottovalutare
Che le esportazioni italiani abbiano perso nell'ottantasette rilevanti quote di mercato internazionale
Registrando una sensibile contrazione del saldo attivo dell'interscambio con l'estero
In settori tradizionalmente trainanti
Sopravvivono dunque problemi di competitività
In grado di produrre conseguenze preoccupanti sulla bilancia dei pagamenti e quindi di condizionare la crescita e di frenare lo sviluppo
Ma qual è il prezzo in termini di competitività
Che le imprese italiane pagano i ritardi della modernizzazione
Alla complessiva incapacità del segmento pubblico di sostenere la velocità impressa al cambiamento dell'Italia che produce
Quanto è compatibile
Con lo sviluppo complessivo la persistente presenza di quei tagli o meglio di un'Italia a due velocità
E ha ragione Amato quando stamattina ricordava
Come più importante ancora del dato della compiti di territorialità della singola impresa sia oggi il dato della competitività del sistema Italia nel suo insieme
è stato stimato in undici per cento il maggior onere che grava sulle nostre aziende a causa dell'inefficienza esterno
Un dato allarmante
Che costringe le nostre imprese ad una sfiancante corsa ad handicap
Dove può anche capitare che a metà percorso cambino improvvisamente le regole del gioco
Qualità dell'intervento pubblico
Stabilità e chiarezza delle regole del complesso rapporto Stato economia costituiscono dunque gli aspetti centrali del problema
Ma per orientare la risorsa pubblica
Sul versante dello sviluppo
Per correggere le modalità di intervento
Ed ottimizzare l'interazione tra Stato ed economia
Per incidere quindi su come dell'intervento dello Stato occorre parallelamente con altrettanta certezza di obiettivi modificare il quanto tagliare i costi riscoprire in altri termini il vincolo di bilancio
Oggi
Italia sino ad un'azienda in cui gli oneri finanziari hanno ormai eguagliato il fatturato interessi passivi rappresentano circa il settanta per cento del fabbisogno
Di fronte a questa situazione
E persino difficile ipotizzare gli investimenti necessari a colmare i ritardi che ad esempio sul piano delle infrastrutture condizionano profondamente lo sviluppo
La quantità e la qualità dell'intervento pubblico finiscono per condizionarci negativamente
Un debito pubblico che ormai si autoalimenta compromette la possibilità di utilizzare la risorsa pubblica come fattore di crescita
Ne
Mi sembra ipotizzabile come via di uscita il ricorso all'aumento della pressione tributaria
Che come è stato osservato aggrava la cattiva allocazione delle risorse destinando quote sempre maggiori ad usi improduttivi
Il risanamento dalla finanza pubblica deve essere affrontato con un piano straordinario che operi contemporaneamente sul disavanzo annuale e sull'indebitamento pregresso
Da una parte occorre quindi seguire caparbiamente risultato
Di azzerare il disavanzo pubblico primario mediante politiche per il contenimento della spesa pubblica e per il recupero delle aree di evasione
L'incremento della base imponibile e la conseguente più equa distribuzione del carico fiscale produrranno l'invarianza della pressione tributaria
Mentre
L'andamento positivo dell'inflazione consentirà alle aliquote la riduzione delle aliquote secondo gli impegni di governo che è bene è opportuno ricordare sono in fase di approvazione proprio in queste ore di fronte al Senato
Sarebbe curioso incomincia a sé prima ancora che il governo avesse fiduciari doppio lama del Parlamento a rimettere in discussione le cose appena poche ore fa concordate fra tutte le forze politiche
Ma sul fronte delle uscite il risanamento della finanza pubblica indissolubilmente legato alla riforma delle prestazioni sociali
Sul versante della previdenza sul versante della sanità in particolare la riforma dei meccanismi che sono i meccanismi generative dispersa
Ancora una volta il come il quanto dell'intervento pubblico risultano indissolubilmente legati
Contemporaneamente
La necessità di abbattere lo stock del debito comporta l'adozione di interventi straordinari che consentano nell'arco di due-tre anni una riduzione del quindici per cento del pregresso
Queste misure possono essere riassunte nella vendita di beni pubblici non essenziali
Nella riduzione della presenza pubblica delle attività produttive attraverso l'inazione di aziende o di quote di minoranza di società di proprietà degli enti di gestione delle partecipazioni statali
Ed infine
Nel trasformazione in società per azioni di enti pubblici economici ed istituti di credito di diritto pubblico garantendo il controllo pubblico della maggioranza azionari
Questa riduzione
Del peso dello Stato in vicende economiche che non attengono al momento strategico della sua presenza non comporta assolutamente una riduzione nel ruolo nel settore pubblico
Una ridefinizione del quanto di intervento pubblico in termini più omogenei rispetto alle altre democrazie occidentali guanti determinare la crescita del come lo Stato interviene l'individuazione di un più puntuale ed ambizioso ambito di incidenza una separazione più netta tra il ruolo neutrale dell'arbitro e quello parziale del giocatore
Ed è necessario proprio per restituire credibilità al primo ed offrire maggiori garanzie al secondo
Va be'riflettere e proprio su questa indistinzione di ruoli che nasce e prende corpo la questione morale
Ed a nulla servono gli appelli o le considerazioni di tipo moralistico
Sono le ragioni dell'economia e non soltanto quelle della morale che ci obbligano a rompere la commistione tra affari e politica a separare con decisione la funzione di gestione da quella di controllo e di indirizzo
Un'economia nella quale il mercato non costituisce riferimento finale non può reggere il confronto ed è condannata ad uno sviluppo gracile
Per questi
E non mi riferimento modelli ideologici e necessario ridimensionare l'intervento diretto ed indiretto dello Stato
Per questo occorre ridurre l'ingerenza della politica nell'attività gestionale della pubblica amministrazione
Per questo si deve ridimensionare il peso della pubblica amministrazione nell'attività dei cittadini eliminando il qua c'erano di inutili regolamentazioni su materie di scarso rilievo dal punto di vista dell'interesse pubblico
Per questo dobbiamo semplificare drasticamente le regole di comportamento della pubblica amministrazione
In modo da consentire al cittadino di orientarsi chiaramente e di evitare la trappola della concessione di un favore il luogo della soddisfazione di una legittima aspettativa
Questa esaltazione
Del ruolo di garanzia
Delle parte dello Stato la separazione netta tra la funzione di controllo è quella di gestione non possono che ripercuotersi con effetti di segno positivo sulle vicende del mercato
Regole automatiche ed imparziali consentono infatti riportare il consumatore al centro dello sforzo imprenditoriale ed edificare la ricerca della competitività quote sempre maggiori di risorse
Del resto la necessità di ridisegnare le linee guida dell'intervento pubblico
Non significa sempre necessariamente restringere il campo d'azione quanto semmai immaginare modalità diverso nuove forme e nuovi strumenti
In questo senso la già richiamata anche da parte di Mandelli problema delle grandi opere infrastrutturali va ripensato in una logica di associazione di imprese pubbliche e private in grado di reperire sul mercato le quote rifinanziamento necessario
Le condizioni della finanza pubblica non ci consentono di immaginare una soluzione diversa un finanziamento esclusivamente pubblico d'investimenti necessariamente rilevanti
Più in generale una maggiore integrazione tra pubblico e privato se correntemente intesa non può che favorire la creazione di condizioni di maggiore competitività
A ben rifletterci ciò di cui abbiamo maggior bisogno e di liberarci di alcuni stereotipi di luoghi comuni ormai desueti
Considerare per definizione in perdita tutto ciò che è pubblico contrapporre le con inni citate la gestione all'erogazione pubblica dei servizi
Tutto questo
Ci ha indotto a coltivare pericolose suggestioni collettive non ultima quella di infinita sostenibilità del debito pubblico
Dobbiamo allora ripensare con fantasia anche ciò che sembra stabilmente definito ed adeguarlo le condizioni muta
Lo Stato italiano la più grande azienda del Paese un datore di lavoro che conta alle sue dipendenze quattro milioni di cittadini
Ma quanta attenzione dedicata alla pur importante risorsa di cui dispone quella umana
Credo che in questo caso il nemico da battere sia la rassegnazione la pigrizia che ci porta a considerare immutabile un dato estremamente negativo quello dell'insufficienza la nostra burocrazia
Abbiamo
Elencato una serie di problemi
Abbiamo indicato
Anche è una serie di ipotesi di soluzione per affrontare questi problemi in vista di quella che la grande scadenza del novantadue io non so con l'avvocato Agnelli
Se approveremo entro novanta due tute trecento le direttive comunitarie Nam approveremo su una parte un'altra andrà al novanta e mai
Ma so e questo Paese non può permettersi di perdere la scommessa e l'integrazione europee e so che se anche quello non fosse un dato un obiettivo obbligatorio per noi dobbiamo farlo diventare un dato obbligatorio per e che l'unico modo di mettere di fronte il Paese alla necessità reale dializzati il grande processo di modernizzazione recuperare grandi ritardi
Abbiamo
Di fronte a noi
Questa obiettivo importante
E abbiamo grande incertezza sui processi politici attraverso i quali arriva nel momento in cui maggiore è la necessità di governo del sistema tanto maggiore invece appaiono le incertezze che sono di fronte a noi
Sono finite
Le solidarietà solidarietà politiche basate sulle formule
Sono finite le epoche
Delle certezze
E a queste si è sostituita la certezza dei problemi che abbiamo di fronte
E delle soluzioni che dobbiamo dare a questi problemi
Quando l'onorevole De Mita nel presentare il suo governo nei giorni scorsi
Ancora nel dibattito in Parlamento dell'altro ieri ha ricordato
Come questo sia governo di transizione
La tradizione verso orizzonti incerti di difficile immaginare
E di fronte a questa incertezza alla solidarietà vera la ritrovi sulle cose da fare da domani
C'è stata la discussione ampia difficile sulle questioni del programma
Ed io credo
Gli Enti Luchini non sono venuto a fare il gladiatore in questa sede non ne ho nemmeno nel film di rose ma credo che la sede nella quale fare gladiatori era quella in cui si svolge nel confronto con le forze politiche per ottenere livelli di programma più adeguati a quelle che erano le richieste delle singole forze che partecipavano a quelle riunioni e lo dico per evitare proprio che i silenzi o lei supina accettazione di parte di programma nelle settimane passate
Possono riportarci
A ricreare condizioni turbolenza politica da subito
Io vedo con grande preoccupazione
Quello che sta avvenendo in queste ore
Vedo con grande preoccupazione
Rinascere già divaricazioni prepotenti
Vedo rinascere nubi che mettono ipoteche pesanti sulle necessità invece di governabilità di stabilità dell'esecutivo proprio funzione degli obiettivi che stavamo ricordando
Sarebbe occorsa forse
Maggiore chiarezza
Nella definizione dei programmi per quanto ci riguarda
Abbiamo sottoscritto i programmi del governo
Che si è appena presentato alle Camere su quel programma saremo coerenti leale a dare il nostro appoggio nel convincimento
Oggettivo che la sfida che abbiamo di fronte è una sfida grave per il Paese e gravissimo sarebbe se il palo il Paese dove si avverte lo faremo dà forza Dino una forza di minoranza a cui funzione quindi quegli stare nel governo in modo critico e coerente per fare sì che le cose concordate diventino la realtà la realtà per tutto il paese grazie
Grazie
Grazie onorevole Altissimo
Chiamo al podio l'onorevole Scotti in rappresentanza del suo segretario del mi
Signor presidente
Signore e signori
La coincidenza tra questa sessione di lavoro del vostro contegno
E la conclusione del dibattito parlamentare sulla fiducia al governo
Non ha consentito che ad esporvi le valutazioni le proposte
E le concrete iniziative della Democrazia cristiana sul tema delle istituzioni dell'economia fosse l'onorevole De Vito
D'altra parte
La ragione di questa coincidenza
E già di per sé una risposta alle nuove richieste
Che si rivolgono al nostro Paese in ragione del suo attuale ruolo nell'integrazione internazionale
E che voi avete ben messo in evidenza nel corso di questo convegno
Del perché di questa affermazione
Vorrei qui dare punto
Facendo riferimento proprio a quanto di nuovo vi è oggi nella formazione di questo governo
E nell'evolversi della vita politica nazionale
Alla quale il mio partito concorrente
Con il peso e il significato della sua grande rappresentanza popolare
Siamo ad un punto di svolta della vicenda politica del nostro Paese
Elementi di spinta positiva avvengono dalla evoluzione del dialogo e delle intese tra le due grandi potenze
E dalla maggiore consapevolezza che l'Europa di dover superare i ritardi e particolarismi nazionali
Non diciamo tutto bene degli altri paesi in Europa nella costruzione europea
E giocare tutto il suo peso nella grande competizione internazionale con la sua coesione soprattutto politica
Ma tutto ciò si contrappone il crescente intreccio di violenza
Di terrore e di morte nel vicino Medio Oriente
Con l'acuirsi della ferocia terroristica internazionale
Che non risparmia il nostro Paese e si collega ancora una volta
Alla furia omicida di spezzoni non vinti del terrorismo italiano
La preoccupazione del nostro Paese nasce in primo luogo dal venir meno della forza della ragione nelle controversie tra i popoli
E dalla incapacità dell'Europa a far valere la propria iniziativa nel Medioriente tante volte annunciata a partire dalla dichiarazione del vertice di Venezia
Ma la preoccupazione riguarda ancora una volta la prova a cui il nostro Paese chiamato
Anche se oggi lo Stato è più saldo
Il popolo è più unito e più forte
E la nostra convinzione come democratici cristiani
Nonostante l'alto prezzo da pagare e quello di essere ferma garanzia
Nella difesa delle istituzioni
Il punto di svolta politico a cui ho fatto riferimento prima
Lo si ritrova allora nell'intesa raggiunta per la formazione del governo del mito
E per il contenuto programmatico di tali intese
Non ci possiamo dimenticare che in questi anni
Pur di fronte alle profonde trasformazioni della nostra vita nazionale
Le forze politiche
Anche quelle che oggi si ritrovano al governo hanno finito per rifuggire dalla durezza e complessità dei problemi concreti del Paese
Per cercare i cui libri sempre nuovi e diversi illudendo sicché essi fossero capaci di per sé di fornire risposte ai cittadini
In una visione fortemente ideologica dalla politica
Questa fuga dalla realtà del governare l'oggi
Per inseguire un astratto futuro è stata causa di grande instabilità
Ed hanno reso lontano e talvolta incomprensibile ad una società profondamente trasformata il discorso e l'azione politica
Il dato nuovo di oggi è in un certo senso l'abbandono di questa concezione attendista della politica
E la nascita di un governo che non tra i più origine forza da un accordo tra esigenze scelte di tipo ideologico Bentley da esigenze scelte che si riferiscono direttamente i problemi da risolvere
Ed è questa la ragione per cui a formare il governo sono partiti
Che senza rinunciare alla loro identità e alla loro prospettiva futura si sono ritrovati insieme ad un vincolo di solidarietà politica
Fondato su precise e forti intese operativo
E noi richiamiamo Giada i primi passi del governo
Tutti i nostri alleati al rispetto di questo impegno di questa solidarietà
Questo non è un fatto anomalo che possa essere spiegato come una transizione verso chissà quali futuri e più stabili equilibri
Ma è l'adeguata risposta che le forze politiche responsabili
Sono riusciti a dare alla natura e alla qualità dei problemi politici e sociali di oggi
Ho voluto sottolineare queste cose
Perché è inutile introdursi nei problemi concreti senza far riferimento a questo dato politico
Perché vengono al pettine oggi molti nodi irrisolti della nostra convivenza civile
Mentre si fa sempre più prossima la scadenza del mille novecentonovantadue
Che non fosse altro ci obbligherà a fare i conti sul piano della collaborazione e competizione con gli altri Paesi alcuni dei quali sono più forti ma vorrei dire altri sono più giovani e più combattivo
Nel segno dell'Europa la riforma istituzionale quella ministro attiva sono dunque non un mero tributo ad una moda
Ma rappresentano l'ultima opportunità che abbiamo per essere veramente e per poter restare una delle più grandi potenze politiche ed economiche del mondo occidentale
L'accordo di programma recepisce le risultanze di una convergenza anche con l'opposizione
Per affrontare subito le quattro questioni che sono attualmente le strozzature del nostro sistema decisionale pubblica e devono diventare invece le principali risorse del suo rinnovamento
La prima è il bicameralismo la seconda sono i poteri e l'organizzazione dalla Presidenza del Consiglio la terza e il riordino delle autonomie locali la quarta e l'efficienza e l'efficacia dell'azione amministrativa
La priorità temporale viene però attribuita alle modifiche dei regolamenti parlamentari
Ivi inclusa la disciplina del voto palese che è la condizione indispensabile perché le altre riforme possano realizzarsi
A questo impegno di rinnovamento istituzionale si collega direttamente il risanamento dalla finanza pubblica
E la capacità dello Stato di programmare il fare Calizzani i grandi progetti di ammodernamento dei servizi pubblici
Il programma pluriennale di rientro dal debito pubblico con le sue quantità e le sue cadenze temporali rischierebbe di vanificarsi e persino di introdurre ulteriori elementi di disordine
Se non si ponesse mano subito come del resto si è concordato alla modifica dei meccanismi di spesa e più generali di modi e delle forme di decisioni del parlamento e del governo e dell'intera pubblica amministrazione
Per questo abbiamo insistito nel tenere stretti tra di loro gli obiettivi di ordine di riordinamento finanziari con quelli del riordinamento istituzionale
Vogliamo correggere due errori compiuti nel passato
Anche da uomini di grande cultura e di grande capacità il primo la deresponsabilizzazione l'incentivo allo spread o comunque ad una gestione finanziaria scarsamente sorvegliata
Che nasce dalla separazione troppo rigida e marcata del potere dispensa dal potere impositivo
Non è soltanto il caso fin troppo evidente delle regioni e degli enti locali
Forse più grave quello della sanità della previdenza dei trasporti pubblici nei quali ogni decisione distesa e spesso priva di riferimento diretto al prelievo dei mezzi finanziari occorrenti
Con ciò tra l'altro come si è potuto ampiamente constatare viene meno ogni parametro di efficienza e da ogni controllo sulla reale economicità delle prestazioni
Il secondo errore riguarda l'unificazione della funzione erogatrice
In un solo organo
Solo formalmente responsabile il ministero del Tesoro
Nei confronti del quale in molti centri di Space dislocati nelle più diverse parti e livelli dell'organizzazione pubblica di intervento
Finiscono per assumere la natura di beneficiari senza reale responsabilità e sottoposizione Hi Fi Centi forme di controllo che non siano puramente procedurali e conta nel programma di governo abbiamo convenuto di riequilibrare il rapporto tra il potere di spesa il potere impositivo
In modo da diffondere forme pregnanti di responsabilità e di far coincidere nei poteri di spesa ovunque siano dislocati la responsabilità della gestione e del risultato
Vorrei sottolineare in questa sede
Come l'intesa per il governo vada oltre e investa la causa principale a nostro avviso che ha reso ingovernabile il nostro sistema dispensa e Intek questi anni non ha consentito ai tanti tanti volta a volta decisi di produrre infetti trasformando tra l'altro la cosiddetta legge finanziaria
In uno strumento per fare soldi lievitazione della spesa
Piuttosto che di razionalizzazione e di contenimento
Tutto ciò ci porta direttamente al Parlamento Mandelli a cui lei faceva riferimento prima cioè i rapporti che il Parlamento ha finito per instaurare con il governo
La miriade delle lobbies e degli interessi corporativi che il Parlamento assediano sotto da ogni parte
Sotto la spinta di domande
Contraddittorio
Di una società in profonda trasformazione una interpretazione sempre più lassista dell'articolo ottantuno dalla Costituzione ha fatto venire meno il rigido rapporto che in quella norma è sancito fra la spesa e la sua copertura
La correzione da apportare oggi si riferisce proprio a questa procedura
Che operando da una parte con approssimative previsioni sul trasferimento ad anni successivi di oneri finanziari
E soprattutto ricorrendo anche per la spesa corrente a forme di indebitamento sul mercato ha fatto venir meno nel momento della decisione il nesso necessario tra benefici e costi
Tra vantaggi da ricevere e sacrifici da sostenere
è sembrato possibile
Così prima noi stessi e poi a tutte le forze sociali ai cittadini che la spesa pubblica fosse una sorta di variabile indipendente
Suscettibile di accrescersi in definitivamente senza che ad essa corrispondessero adeguati esborsi di ricchezza privata il rischio è tutto qui rendere labile la funzione storica dei Parlamenti moderni che è quella di essere garanzia per l'equilibrio dei conti dello Stato per un equo ed efficiente rapporto tra ciò che si spende e ciò che si prevede quali sono allora le correzioni istituzionali che si legano direttamente al vincolo da rendere più stringente per l'articolo ottantuno in promo luogo occorre modificare i regolamenti e l'organizzazione parlamentare
Per rendere più trasparenti i procedimenti di valutazione pluriennale degli oneri e le relative coperture e in genere le decisioni dispensa il presidente del nostro gruppo Martinazzoli assumerà nella prossima settimana l'iniziativa dell'incontro con tutti i capigruppi della maggioranza e dell'opposizione per entrare subito nel merito di questa questione
In particolare l'impegno del governo riguarda il bilancio pluriennale e la definizione nuova del contenuto della legge finanziaria
Senza voler entrare nei particolari tecnici vorrei solo ricordare qui che abbiamo convenuto perché il Presidente del Consiglio presenti al Parlamento entro il mese di maggio in attuazione di una norma della decente legge finanziaria
Il documento di programmazione economica finanziaria un Bilancio pluriennale
Soggetto all'approvazione legislativa insieme alla legge finanziaria nuova settembre
La legge finanziaria esplicitando a livello annuale insieme al Bilancio quanto già sinteticamente indicato nel Documento di programmazione economico-finanziaria e nel bilancio pluriennale programmatico
Permetterà un collegamento tra la politica di bilancio di medio periodo e la politica fiscale la politica monetaria nell'attuale fase si perseguirà così un piano di rientro volto all'azzeramento progressivo del fabbisogno del settore statale al netto degli interessi
E alla stabilizzazione del rapporto debito pubblico prodotto interno lordo in modo tale da aggiungere una struttura economica più stabile
Alle importanti scadenze europee
Per il mille novecentonovantadue
A questa logica risponde l'introduzione del voto palese come assunzione di responsabilità del Parlamento nei confronti dei cittadini veri controllori perché in ultima analisi veri interessati all'equilibrio finanziario dello Stato
Infatti la questione che appare così essenziale
In un processo di rinnovamento anche morale dell'ordinamento pubblico e cioè la netta distinzione tra responsabilità politica responsabilità amministrativa e parte integrante di questo rinnovamento istituzionale di chi di cui vi ho parlato
Signor presidente della Confindustria sarebbe sbagliato chiudere la prospettiva e l'azione del nuovo governo nel pur vasto recinto della riforma istituzionale
Come se da buone istituzioni si ricavasse attua automaticamente una buona politica
Molti sono infatti gli ingredienti che occorrono per il buon governo di un Paese come il nostro e sono quelle che abbiamo cercato di individuare ed ordinare nel vasto programma del nuovo dove ma sono anche quelli che devono scaturire dal rinnovamento dei partiti e da un nuovo rapporto di questi con le istituzioni pubbliche
Questi nostri intendimenti possono oggi contare su una situazione congiunturale economica abbastanza positivo
Il nostro apparato produttivo si è dimostrato capace di app profittare del numero favorevole andamento della domanda
E lo sviluppo italiano è stato nel complesso più sostenuto di quello degli altri Paesi dalla comunità che pure hanno conti positivi con l'esterno
Noi sosterremo con lealtà il governo
Anche nell'intento di apportare riduzioni al deficit nel mille novecentottantotto nella forma e misura concorda
In modo da evitare in Dissidia rate inopportune manovre sul fronte dei tassi di interesse
Come ha sottolineato il governatore della Banca d'Italia solo in questo modo sarà possibile creare quei posti di lavoro realmente produttivi che sono l'obiettivo principale dell'intera nostra azione d'altra parte dovremmo impegnarci in sede internazionale
Affinché gli altri Paesi la comunità
Legati a noi da stretti accordi di cambio operino con maggiore consapevolezza nell'affiancare al necessario controllo inflazionistico una politica volta la crescita e al pieno utilizzo delle risorse e il Presidente del Consiglio avrà l'opportunità di dire queste cose nel prossimo vertice europea
Proprio a questo proposito vorrei richiamare l'attenzione sull'impegno che sta alla base degli accordi di governo quello cioè dell'accrescimento della capacità del nostro sistema
Di creare nuova forza produttiva nuova base produttiva sono così infatti sarà possibile dare insieme una risposta al Mezzogiorno che ha urgente necessità di accrescere l'offerta di lavoro produttivo
E tutto questo significa anche nuovi massicci investimenti nei servizi pubblici dai trasporti alle telecomunicazioni
All'ordinamento delle grandi aree urbane vorrei dire all'avvocato Agnelli che non siamo assolutamente contrari a che ad una responsabilità di guida del pubblico si accompagnino forme moderne di efficiente gestione private
Un'ultima riflessione signor Presidente anche il sistema dell'impresa e deve fare la propria parte
Le aziende hanno saputo e potuto risanare in questi anni i propri bilanci guardiamo con grande interesse alla loro espansione internazionale
Chiediamo ora uno sforzo maggiore per poter trasformare i profitti i nuovi investimenti produttivi in allargamento delle occasioni di occupazione
Approfitta affrontando insieme la grande sfida dell'unificazione economica del paese noi per parte nostra lavoreremo per recuperare il tempo perduto e creare sempre più un ambiente adatto alla imprenditorialità ma anche questa deve moltiplicare i propri sforzi sia in azienda che nelle sedi associative per elaborare progetti per immaginare nuovi prodotti per conquistare nuovi mercati
Se mancheremo questo scopo non ci potrà è c'erano non ci si potrà certo limitare a celebrare il successo di questa o di quell'azienda il Paese nel suo complesso uscirà perdente
Nell'intero confronto internazionale
La democrazia cristiana è convinta di aver offerto con la nascita del governo De Mita un quadro generali di maggiori certezze
Ed un programma ambizioso e nel contempo realista
A voi chiediamo dunque la disponibilità al confronto al dialogo alla convergenza sui grandi appuntamenti del Paese
Ed un impegno a superare quella falsa e oggi troppo spesso ricorrente contrapposizione tra pubblico e privato
Che ci riporta indietro alle vecchie ideologie non verso le responsabilità comuni
Rischiando dimenticare molto spesso
Che si chiede di rendere pubblici
Impresa e cattive
E di rendere private imprese pubbliche buoni e qualcuno era presente anche qui questa mattina grazie
Ringrazio ringrazio Formigoni Scotti per questo ricco intervento
Perquisite prendo ricco di spunti che ha potuto portare al nostro un convegno
Io e Mandelli ci siamo improvvisati i padroni di casa per un minuto ci è stato affidato questo ruolo speriamo di aprirlo con tutto bene fino a questo momento siamo leggermente in anticipo sulla tabella di marcia per le assenze
Che sono state annunciati giustificati
Quindi siamo arrivati Couto al nostro intervento al nostro convegno io devo dare la parola al presidente Lucchini per le conclusioni
Grazie
Ragioni ovvie mia inviato una bella calorosa lettera personale e io però ho voluto dare alla stampa per perché la ritengo molto importante
E che conserverà come un bel ricordo
Della mia dalla fine dalla mia presidenza
Vorrei anche ringraziare e mi corre l'obbligo di importanti i saluti
Del il presidente Spadolini ed è la presidente Iotti anche la loro senza e giustificata e mi hanno espresso sinceramente il loro rammarico ed infine
Ho un grazie di cuore a tutti voi miei cari colleghi che sette accorsi così numerosi e così attenti
A questo convegno
Qui nel cuore del sotto a dimostrare come alla Confindustria stia a cuore il problema del Mezzogiorno
I lavori preparatorio le
Molte le numerose e lunghe ricerche che sono state alla base
Di questo convegno insieme naturalmente al ricco dibattito
E alla costruttivo confronto politico di queste giornate
Escludono che ci vi siano delle conclusioni definitive
Resta confermato in tutta
La sua validità quello che è stato l'obiettivo che ci siamo posti con questo incontro quello di offrire
Alla responsabilità della politica e al suo primato
Un contributo decisivo
Per scegliere la strada della modernità del sistema
E per affrontare in termini nuovi
Il grande campo della presenza pubblica
Nella vita di uno Stato moderno
Si è inserito questo vostro dibattito e mi pare anche in modo efficace nel cuore del più ampio dibattito
Che sta interessando il nostro Paese è quello di una riforma sostanziale dell'apparato pubblico
E quello delle nuove regole nella politica senza le quali
E più difficile il salto nell'Europa e il legame
Con le grandi democrazie industriali
Desidero sottolineare ancora una volta
Il nostro sostegno alla nostra attenzione per l'impianto complessivo e qualificato
Dal programma di governo laddove questo programma
Esprime la comune volontà delle forze politiche
Per darsi delle regole di governo e percorsi legislativi all'altezza dei tempi e all'altezza delle attese di una società in forte cambiamento
In questa fase politica che possiamo tranquillamente definire di transizione l'abbiamo sentito Rorato
Non tutto si esplica in modo lineare e compiuto
Permangono nei giudizi nelle analisi nelle incertezze le profonde contraddizioni
Dal passato decenni
Permangono ancora luoghi comuni e vecchie polemiche
Ma ciò va valutato come un aspetto delle contraddizione più generale
Che riguarda l'intero Paese e che qui abbiamo valutato nei suoi aspetti non solo o politici ma economici sociali territoriali
Credo che questo sia l'aspetto più spigoloso
Del passaggio che vogliamo fare verso il nuovo
Un aspetto non secondario perché carico di complesse articolazioni e di radicate realtà storiche
Credo però sia al termine quella che noi possiamo definire una fase di contrapposizione tra la realtà dello stato e l'articolata e sulla rivista realtà economica del paese
Il moderno Stato sociale e i processi che hanno recentemente investito le democrazie industriali basano la loro crescita
E la loro proiezione su una forte capacità di integrazione tra ricchezza dall'iniziativa privata e Progetto della presenza pubblica
Una caratteristica fondamentale di questa fase di cambiamento nelle società europee e uccide entrambi
E data dal sostegno trasparente rapido efficace dello stato alla crescita economica alla ricerca alla innovazione ecco perché
Mi paiono cose
è chi è le cifre
Che tornano ogni tanto ad aleggiare
Nei dibattiti di questo taglio cifre
Che sono fatte in complessivo laddove si mescolò ai sostegni per la ricerca lei assistenze alle perdite
Dunque i fondi dall'AIMA
Si legano a quelli delle municipalizzate
Ma sono vecchi distinguo
Vecchie confusioni che credo hanno poco di costruttivo
La sfida che attende l'inchiesta società italiana
E quella che reclama un complessivo impegno di tutte le sue componenti è un uso delle risorse disponibili
Che sia finalizzato all'obiettivo di modernità che il mercato unico europeo reclama ciò significa lo ripeto
Condurre il nostro sistema
Con lungimirante guida condurlo nel cuore dell'Europa Gardini ha detto a Duisburg nelle sue compatibilità nelle sue regole ma anche nelle sue grandi opportunità
Solo così risponderemo tutti insieme ai nostri doveri
E sapremo offrire prospettive di benessere e di giustizia
A quanti ancora attendono il riscontro dei degli anni del risanamento e della ristrutturazione
Questo
è l'impegno che oggi
Qui a Napoli noi prendiamo dal cuore
Dal Mezzogiorno
Questo il messaggio
Che io lascio alla nuova Confindustria
E al suo presidente designa
Questo vuole essere il nostro grazie
A quanti hanno reso possibile questo convegno alla stampa sempre attenta
E soprattutto a voi
Cari colleghi che avete sostenuto con il vostro consenso
Con la vostra solidarietà e anche con la vostra comprensione
L'azione politica confederale in questi anni
Anni
Che hanno rappresentato non sono gli anni dell'impresa
Ma gli anni della crescita della società italiani grazie