La cultura liberale
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Massimiliano Finazzer
opinionista
0:00 Durata: 6 min 31 sec
Perché crediamo alle storie
Potremmo
Ecco attentati di rispondere a questa domanda con una citazione Jonella filosofo del Novecento
Ci sono sempre stati è sempre ci saranno dei miti sulla terra
Fintanto che
Lieviteranno degli esseri umani
Possiamo quindi domandarci perché gli uomini sempre e ovunque elvetico delle storie false prendendole talvolta per storie vere
Non a caso filosofo che parla del Novecento ma sul fondo direi che potremmo pensare ad Aristotele quando egli sosteneva che la gente è più disposto a credere a ciò che è verosimile piuttosto a ciò che è vero
Ma
Questa è la parte filosofico si usino la pubblicazione di questo oggi ti racconto un film
Spettatori innamorati e critici aspiranti critici peccati invece Raffaello Cortina gli autori Roberto Escobar Emilio costi per ripartire torniamo alla domanda di prima perché crediamo di storia
Perché
Parlano parlo alla gente e ci sono il piacere di una storia
E questa storia propone di migliorare il mondo
Perché il film è manipolazione del mondo effimere proiezione Italie di criterio
Forse per questa ragione il cinema più di centodieci animali dimostra perché coloro che vi sono appassionato vi lavorano devono essere al tempo stesso bambini e selvaggi temerari
E con ricorsi devono abbandonare i loro desideri ma al tempo stesso cercando di nuovi
Sempre sulla via fintamente
Soltanto in questi termini un critico può essere abitato dallo spettatore e uno spettatore diventare critico
Saltare queste due figure significa offrire una nuova e diversa forma del cinema
Non è una forma geometrica
E ragionieristica che tenga conto del successo a partire soltanto da interessi economici ma ad altri interessi più interessanti a mio avviso e sono qui indicati in questa pubblicazione vi sottolineo alcuni
Intanto l'esercizio decidere si propone all'interno di una strada diversa lavori un esercizio che ci consente in qualche modo di imparare a dimenticare noi stessi
Poi
Imparare raccontare raccontare significa
Traduzione ed è elaborazione di un racconto attraverso una regolazione
Questa relazione e colma di senso significa che questa relazione ci offre quando siamo di fronte a un film
Piccina disconosciuti spalla a spalla
Ci offre un'esperienza pubblica un discorso condiviso una passione collettiva o linguaggi immaginario stupore
Questo
Questi fattori consentono poi ripensare rappresentare l'illusione della verità come una verità
Certo deficit necessario per questo il critico è utile lo spettatore perché gli offre degli strumenti la distanza lo stanziamento
I superalcolici Fini
L'utile dare aporie e o simili come categorie interpretative liberarsi abbiamo già detto dei paradigmi
Però devo dire ancora qualcosa più di questo di questa pubblicazione innanzitutto il fatto che
Ciò che oggi in crisi non sono tanto
E certamente lo sono il fin la qualità i film rappresenta un altro tutto anche le modalità di partecipazione al cinema come sede fisica
Già
Perché oggi le uniche cerimonia lo spettatore Russiagate più con un comportamento che in qualche modo sia nutrito limitato
Meriti o del mitico rettifica
L'invito insomma per dirlo con gli autori una Gioia quasi infantile della credenza quindi più quell'apertura all'inganno della verosimiglianza
Senta la quale nessun piacere pubblicisti
Ecco in sostanza questa pubblicazione ci aiuta a fare il punto sul cinema come soggetto come spazio come suggestione come strumento come strategia per tentare di pensare e rappresentare il nostro rapporto tra immagini immaginazione il nostro rapporto tra coscienza e conoscenza
Sull'otto ci fa capire che un critico e tale nella misura in cui si ascrive ci si pone il problema della scrittura
Si ha una scrittura con la quale fiancheggiare ciò che egli
Ha visto e lo riterrà misura in cui faccio che ci ha inviato un vero cosa poteva fare un cieco se non vivere
Ci ricorda che la letteratura come dicevano qualcosa in comune sono esperimenti di cui ci dimentichiamo la natura di esperimenti
Ecco comunque e questo percorso ci permette forse io credo
Che
Di offrire un ruolo diverso passo al nostro guardare è un guardare che in qualche modo deve perdere il vedere e un occhio che per vedere deve diventare cieco
Il nostro passo di spettatori o ti critici in questo caso post sommarsi
Che
Incardiniamo i noi con le parole del cinema
Lo scarto ogni fine e morte perché qualcosa non giunge a noi è stato scartato perché
Ma
Questi scarpini rimangono come dire come spiriti come spettri a interrogarci cinque altre no
E quali sono le inquadrature la messinscena il dettaglio la focalizzazione
Una seri sequenze
Il montaggio di immagini concetti tutto questo ci fa pensare che in fondo ma è stato già detto molto bene da Pasolini cresce un'equivalenza tra vita e cinema come si dà vita forse non altro che un piano sequenza infinito infinito
Ed in questi termini che bisogna pensare una critica come un genere letterario
Che era il coraggio di essere scrittura ermeneutica
Perché i reati in qualche modo sconfiggere quell'imbarazzante marginalità di coloro che invece credono
Che nel cinema circo così ed interessante per una società un mix tra cultura alta e basta tra specializzazione e generalizzazione
Tra partecipazione
Ed rappresentazione
Questo modello di lavoro oncologi forse ci può offrire qualcosa
Con questo che io auspico la lettura di questa pubblicazione che ricordo racconto film Roberto Escobar Emilio cotte creditrice Raffaello Cortina
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