60° della Resistenza e della Liberazione: la stagione degli scioperi contro l'occupazione nazifascista e la ricostruzione della Camera del Lavoro di Bologna

Allora iniziamo questo pomeriggio di lavori
Di questa iniziativa di questo convegno sessanta anni sessantesimo della resistenza della liberazione sapete che
La regione Emilia Romagna
Ha voluto
Tutti i modi
Ricordare questo sessantesimo della Resistenza la liberazione con una serie di eventi importanti che vogliono mettere al centro alcuni eventi che sessanta anni fa hanno rappresentato parte integrante della nostra storia come CGIL CISL e UIL lo ricordavamo questa mattina
Abbiamo pensato con questo convegno dal titolo la stagione degli scioperi contro l'occupazione nazifascista e la ricostruzione della Camera del lavoro di Bologna anche noi portare un contributo e credo che già questa mattina abbiamo potuto percepire quanto questa iniziativa sia stata progettata con grande qualità da chi ci ha lavorato sopra in particolare Elisabetta peraltro e credo che sia le testimonianze
Di questa mattina degli interventi degli e Sperti dei docenti
E la bella anche testimonianza con le voci di Margaret Collina e Saverio massoni abbiano aperto la mattinata in modo molto ricco nel pomeriggio non è da meno
Abbiamo nella prima parte dei lavori che si concluderanno attorno alle sedici e trenta alle quattordici per sedici e trenta perché abbiamo dei tempi anche tecnici da rispettare quindi ringrazio fin da ora
I relatori testimoni
Di non avere chiesto già loro la sintesi
Anche oggi pomeriggio dicevo abbiamo
Dei testimoni delle persone che porteranno sicuramente un grande contributo abbiamo voluto nella seconda parte di quest'iniziativa con la presenza dei segretari di CGIL CISL e UIL segretario generale Guglielmo Epifani che sta per arrivare il segretario confederale della UIL Antonio Foccillo segretario confederale della CISL Cesare reggenti
Tentare di attualizzare anche questo tema
Partendo dalla storia delle radici ma per portarlo puoi alla all'Occidente
Direi di partire subito abbiamo chiuso la mattinata fra gli ultimi interventi con la testimonianza del senatore Giovanni Bersani
Sono molto felice che riapriamo il pomeriggio con la testimonianza di un altro grande protagonista di quel periodo e poi successivamente anche protagonista grande protagonista della storia sindacale
Perché Giorgio Vicchio oltre a essere uno dei protagonisti di allora ha ricoperto poi
Ruoli importanti nella CGIL
Locale e quindi sono contento così sentiamo proprio questa mattina quando si sono incontrati Giorgio Bassani è stato un momento che mi ha molto colpito perché ho visto che certi legami e certi fili non si cancellano a distanza di sessant'anni
Il rispetto anche le diversità però il rispetto l'aver condiviso
Delle grandi battaglie comuni e questa è
Lasciatemi dire anche un grande insegnamento per noi che siamo un po'più giovani
Del fatto che si facesse politica in quel modo quindi grazie
Giorgio a te la parola per la prima testimonianza
Anch'io ho cominciato ringraziando associazione per le confederazioni che mi hanno invitato a portare questa testimonianza accademici vorrei subito dirvi vorrei fisso i limiti di questa testimonianza
Parole
Molti agenti nei confronti ma io sono un protagonista di seconda o di terza fila per quegli anni
Sono stati anni importanti io posso testimoniare direttamente solo per gli anni immediatamente del dopoguerra
Tale quarantasei infine i primi anni del cinquantatré ho vissuto intensamente anche gli anni quarantasei quarantasette quarantotto
Non ero come si diceva allora con il linguaggio coevo un funzionario da parà
Ma è una specie di collaboratore discontinuo e scoordinato con un giovane universitario che passava un certo numero di ore alla Camera con Ferrari lavoro aiutando dove e come poteva
Certo i protagonisti di prima fila di quella di quell'epoca non ci sono più ma certamente ci sono ancora vivi ce n'è ancora qui qualcuno in questa sala uomini e donne che avrebbero fatto ancora meglio di quello che posso fare
L'altro limite credo che vada considerato
Nel fatto che le fonti orali in questo caso io sono una fonte orale
Hanno visto depositare atti diversi decenni molti striate di altre esperienze riflessioni e di questo quindi chi ascolta deve tenere conto per filtrare meglio ricorda comunque di nuovo grazie e se mi permettete il mio piccolo modesto a Marco
Punto primo gli uomini
In un mondo di di guerra di lacerazioni di dolore e di scelte drammatiche l'incontro con gli uomini che avevano scelto era dirompente
Per un ragazzo che allora aveva vent'anni
Esso stesso causa ed effetto dello schierarsi nel campo che si riteneva giusto
Era già successo per la mia generazione coi vecchi garibaldini di Spagna che ci addestravano nelle prime base partigiana dopo di loro dopo la Liberazione i sindacalisti
Se li indicava
Quando nel corridoio dalla Camera confederale del lavoro vedevano in quei giorni
La figura massiccio all'incedere sciolto una gran testa di capelli bianchi l'oratoria datate amare appassionati Etro dovevo Bonazzi il vecchio socialista quello del ventidue dicevamo
L'altro con la barbetta il tono gentile riservato lo sguardo riflessivo e fermo e Alberto Vacchi della corrente democristiana
Il terzo quello che sorride raramente con la faccia scolpita con l'accetta sembra un capo si un più con ex bracciante della Bassa e ho domato Malaguti comunista il segretario generale
Ha fatto il minatore in Belgio sia malato di silicosi dicono che abbia studiato a Mosca
Li ho conosciuti
Ho lavorato con loro o ascoltato e imparato
Non farò altri nomi per non dimettersi dimenticare nessuno di una leva
Che contava decine di quadri provinciali e centinaia di dirigenti locali non pochi diventeranno dirigenti nazionali come si diceva per la parte cattolica questa mattina il senatore
Che mi ha preceduto voglio fare un'eccezione però ricordando il vecchio Baldini era già anziano allora
Già sindacalista prima del fascismo che si occupava di statistiche in coronando numeri a matita su un quaderno di scuola sindacato alimentaristi nuovi iscritti più ventuno un'altra eccezione per il capo lega senza nome e cognome il capo lega contadino bracciante mezzadro coltivatore diretto il fantastico settario arrabbiato umanissimo no Capuleti e cui correggendolo come redattore della Voce gli errori di ortografia ed esentasse ed esse ci aprivano orizzonti di conoscenza sul mondo e sulla cultura contadina sulla miseria e sulle obbligazioni
E sulla dignità del lavoro
Punto secondo scuola di sindacalismo
Quegli anni sono una scuola di significa di sindacalismo si forma un'intera generazione di sindacalisti non pochi hanno dedicato tutta la loro vita attiva al sindacato
Già è stato detto questa mattina
Quanto importante sia quel decennio che va dai quarantacinque ai cinquantacinque per i sindacati italiani l'esperienza bolognese per i sindacati italiani
Mi dice Elisabetta che qualche tempo fa è venuta a parlare un'assemblea di Scolari a Roseto forni che se non sbaglio deve essere suoi novant'anni ebbe ancora sulla breccia
Un altro novantenne lo abbiamo ascoltato questa mattina possiamo veramente dire razza buona
Fu una scuola severa con aspetti di spontaneismo etimo vocalismo sopra le righe dove tutti erano a vari livelli insegnanti e scolari
Non mancarono impreparazione ideologismo pervasivo semplificazione nell'analisi del conflitto della teoria ed è la pratica del conflitto ma c'è uno scambio continuo delle esperienze mille episodi metà della nostra vita di quegli anni io credo passati in riunioni riunioni riunioni convegni conferenze incontri
Centinaia di ore a parlare per trasmettere a confrontare posizioni per tentare di creare orientamenti direttive e persino qualche linea strategica
C'è una cosa che colpisce
Nei documenti fu vedi quegli anni quaranta fino ai primi anni Cinquanta
Nei comunicati ufficiali nelle dichiarazioni negli editoriali che si propongono di dare un indirizzo ritorna la ripetizione continua a volte accorata la sottolineatura di un concetto
Si ha coscienza delle difficoltà dell'inizio della carenza dei mezzi della fragilità dei successi e continua l'appello ai lavoratori perché si organizzino partecipino alzino la testa
Nella parola d'ordine del primo maggio quarantasei Pane pace lavoro libertà nella sua essenzialità c'è il senso di un compito immane il disegno quasi di un sol dell'avvenire
Che si concretizza
Nel corso di pochi anni nella fatica della costruzione quotidiana di piccoli e grandi successi
L'unificazione dei contributi sociali a totale carico dei datori di lavoro l'imponibile di manodopera le iniziative contro il carovita l'equo canone Emiliano aumenti salariali la conquista di posti di lavoro la costruzione dei contratti delle normative delle regole
Che traduce la domanda di radicali cambiamenti del sistema economico sociale
Entrando nei meccanismi delle politiche economiche con proposte spesso creative sempre motivate sino al piano del lavoro a quella formidabile e pluriennale sperimentazione che fu il Piano del lavoro
Che costruisce dentro quel compito immane l'ossatura del sindacato le commissioni Interni consigli di gestione gli scioperi al rovescio
Che umanizza dentro l'utopia solare la difesa della maternità delle mondine l'aiuto minimo e discontinuo alle famiglie indigenti scontrandosi con sedimentazione antiche di privilegi
Di richieste non pulite di indifferenza colpevole punto terzo scuola di solidarietà dicevamo bisogna sempre aiutare chi è un passo più indietro di noi
Non è retorica ricordare le difficoltà terribili quegli anni l'indigenza di migliaia di famiglie la miseria dei ceti più umili braccianti senza lavoro gente della montagna operai di Sopaf profughi e vittime della guerra
Anche la natura in fieri la piena del Reno le inondazioni di Sesto dalla montagna anni di lutti alcuni causati della natura altri dagli uomini
Lunghe file discariche volanti come negli sbiaditi Carriero tipi di fine Ottocento sfilavano sugli argini del Canale Navile sentivano nell'alveo fangoso per sfasato
La Camera confederale lavoro portava fin sotto l'argine una corriera di intellettuale si diceva allora
Pittori poeti locali professori universitari liberi professionisti avvocati medici perché si parlasse non si conoscessero cos'è uno sciopero alla rovescia perché si fanno coloro che hanno meno nessun istruzione riconosciuta interrogano sia un'istruzione altro rovesciamento
Si legge
Mentre e novecentoquarantanove sono andata rileggendo alcune vecchie carte
La Cassa confederale di Bologna ha fatto pervenire ai minatori di calcio iniziative si operò lire cento mila
All'Unione sistemate di guerra lire trenta mila al Convitto ex partigiani reduci lire venti mila
Centinaia di membri della montagna bolognese accolte durante i duri inverni quarantotto quarantanove quarantanove cinquanta nelle case degli operai e dei lavoratori bolognesi
I tre fratelli Monti uccisi da una mina a Castel del Rio lo sminamento è un lavoro ben retribuito
Si lavora con gli scioperi al rovescio i molti borghi di montagna per trasformare sentieri e mulattiere in strade Carretta
I lavoratori quelli cinesi erano lire novantadue mila i compagni del Meridione
La Camera confederale del lavoro di Genova che leggono fa grazie per il grano destinate alla nostra città
I Prati di Caprara dove doveva sorgere all'Ospedale Maggiore illuminati in quelle fredde giornate invernale dai falò e quanti accanto ai quali i picchetti di disoccupati discutono resto
Le donne di son tagliola hanno portato bevande calde
Una delegazione di sindacalisti coperte e generi di conforto il sindaco Giuseppe Dozza visitabili solidarietà
Fatti veri emozioni soffre
Il giudizio della storia in quegli anni ci fu io credo anche un dura lotta sindacale una cultura lotta di classe
Una testarda volontà di riscatto condotta secondo moduli di opposizione al potere economico e politico dentro i quali c'è il sindacato sindacati la crisi dell'unità le speranze
Anni in cui tutto lievitava
Gli storici e gli esperti poiché è loro compito hanno scritto scrivono esprimeranno Lipari li abbiamo ascoltati
Noi che abbiamo preso parte ci siamo assunti la responsabilità di raccontare come perché abbiamo partecipato oggi il mondo è cambiato cambia il lavoro è cambiato cambia ci attendono sfide complesse i ragazzi ieri hanno ottant'anni e ora cari amici
Vi porto
Il saluto di Angelo Silvana
Vanda
Ermanno
Gustavo Carlo Emma
Che
Non hanno pensionato la memoria
Che riflettono sul passato e che cercano guardando avanti di capire la resistenza e ci ha dato la dignità di italiani ed i cittadini il sindacato ci ha insegnato la dignità del lavoro
Celebriamo con voi il sessantesimo della ricostituzione della Camera del lavoro unitaria abbiamo un sogno vedi alla voce unità lungamente a ai sindacati dei lavoratori italiani
Grazie Giorgio perché
Come questa mattina con Bersani
Le testimonianze valgono
Forse a volte lasciatemelo dire di più anche di tanti testi di tanti di tante lezioni perché le testimonianze si sente che c'è qualcosa di vissuto direttamente sulla propria persona cui c'è il ricordo ci sono i nomi
Io ho avuto la fortuna di Giorgio Di conoscere le persone a cui facevi riferimento in occasione di interviste che feci per un lavoro è come dicevi terzi si percepiva proprio in buona fede Vacchi Malaguti persone che avevano fatto dell'impegno sindacale un ideale fortissimo che debba essere un esempio anche per tutti i nostri nuovi dirigenti sindacali
Ora la parola ritorniamo diciamo con grande dignità agli interventi dei professori di storia questa mattina Alberto De Bernardi ha tenuto una lezione straordinaria provocatoria nel contempo ma ricchissima di spunti e credo che oggi pomeriggio abbiamo un altro protagonista preside della facoltà di Scienze politiche l'Università di terra professore di Storia contemporanea il professore Adolfo Pepe che ringraziamo di essere qua gli cedo volentieri la parola
Poi andare la
Grazie ma io credo che non sia casuale ed è da questo che vorrei che partire se il sessantesimo anniversario della resistenza e della liberazione
Quest'anno dire particolarmente protagonisti i sindacati e il tema del lavoro abbinato appunto al tema della Resistenza che della liberazione
Questo in parte risponde ad alcune delle domande che dei quesiti che ci poneva Alberto De Bernardi stamattina
Questo significa che la stagione della lettura autocensurato a della Resistenza e della liberazione in qualche modo ci della Lettura potremmo dire politicista della Resistenza e della liberazione cede progressivamente il passo ad una lettura più ampia
Per così dire sociale e contemporaneamente iscrive il tema della resistenza della liberazione del lavoro nel più generale tema della continuità discontinuità della storia italiana
E su questo naturalmente farò qualche mia considerazione
Secondo elemento e che
Non a caso iniziamo da Bologna
Ci sarà nelle prossime settimane in tutta Italia nelle principali città italiane
Un ciclo
Di iniziative ed incontri di riflessioni che vedono protagonisti uomini del sindacato studiosi protagonisti della Resistenza camminano a Torino a Genova Napoli
Con l'intento anche qui di ripercorrere il significato e dunque siccome ogni storia è storia contemporanea di segnalare la novità
Che è una novità attuale di ripercorrere dicevo il peso per così dire qualitativamente crescente che la dimensione del lavoro ha assunto sia nella memoria sia nella ricostruzione storico-politica di quegli avvenimenti
Non si tratta certo di minimizzare e di stabilire a sua arbitrarie fratture tra il momento della resistenza armata
Della resistenza civile della resistenza politica e la specificità dell'agire del mondo del lavoro sotto forma di scioperi di iniziative di massa di organizzazioni cooperative che si indaga
Si tratta però di rileggere alcuni dei passaggi fondamentali della storia italiana alla ineludibile luce dell'attualità
Non è possibile nonostante le avvertenze critiche che ci faceva oggi Alberto non è possibile non tener presente sempre l'insegnamento di Grosio
E che cioè fatta salva la distinzione tra storici
Ideali e memoria rimane il dato che il problema storiografico nasce dall'attualità
C'è solo la coscienza del presente che pone il problema storiografico
E dunque se oggi il problema storiografico legato al ciclo degli anni quarantatré quarantacinque ha al suo centro il lavoro
E il sindacato ovviamente questo significa che oggi il lavoro e il sindacato sono la chiave di lettura della storia italiana repubblicana contemporanea
Altre chiavi di lettura ne abbiamo utilizzato come dire le abbiamo spremuto
Hanno dato tutto quello che potevano dare
Ivi compreso il pericoloso revisionismo
Tendenti ad annullare le distinzioni
Operazione antistorica per definizione
Il revisionismo che tende ad annullare le distinzione
E ovviamente una operazione che appartiene alla ideologia
E non alla storia
Perché la storia distingue
Non giudica ma distinguere colloca avvenimenti e protagonisti ciascuno nella casella che al momento si ritiene sia quella che hanno interpretato nel momento in cui si svolsero gli avvenimenti
E naturalmente gli scioperi sono per definizione
Un tipo una tipologia di avvenimenti sociali che si prestano più di ogni altro arrendere esplicita questo tipo di lettura questa chiave di lettura
Io sono
D'accordo con l'impostazione che citava Alberto stamattina
Non è l'antifascismo la matrice della crisi del fascismo
è un'acquisizione che per vari versi e con diverse matrici dalla destra comunista di Amendola alle posizioni nel radicalismo penalista degli anni settanta è divenuta un'acquisizione ormai condivisa
I limiti dell'antifascismo intellettuale e politico
Credo che oggi non costituiscano più un oggetto di contesa storiografico
Ebbene
Il problema del fascismo è in relazione alla guerra
E il conflitto sociale che scaturisce dalla crisi del regime fascista è in relazione alla conduzione della guerra
Però la guerra non è solo burro e cannoni
La guerra è anche vittoria e sconfitta
E non è indifferente vincere o perdere non è indifferente perdere in Italia e vincere in Unione Sovietica
Non è indifferente
Perché altrimenti noi introdurremo nuovamente delle categorie di indistinzione siano pure se quella del totalitarismo che non ci aiutano a fare storia
Ci confondono che ci portano in una deriva revisionista che è tale solo perché appiattisce
Altrimenti il revisionismo come continuo aggiornamento politico e nient'altro che il mestiere naturale dello storico
E allora la guerra
E qui bisogna essere chiari
La guerra
Non è che la fatta e l'ha fatta il regime fascista e la terza il popolo italiano
Perché la sostanza delle tesi revisioniste è nella sostanza riconducibile a queste
E certo non si può negare che la guerra era guerra fascista
Ma a un certo punto il ragionamento si sposta e diviene un ragionamento indistinto nel quale tutta la società italiana tutta la comunità nazionale ha perso la guerra
E se così fosse sarebbe effettivamente la morte della pace
Se così fosse il revisionismo alla Galli della Loggia
E avrebbe buon gioco
E ci sarebbe per paradosso un'autentica discontinuità
L'Italia risorgimentale finisce nel quarantacinque e comincia che cosa
Noi abbiamo detto una grande Repubblica antifascista democratica e costituzionale
I moderni corifei del revisionismo dicono un qualcosa di brutto sporco impacciato sin dall'origine
E entriamo in una contraddizione interpretativa molto grato
E invece la cosa è molto più semplice
Il regime perde la guerra
Perché non sa fare burro e cannoni
E quindi perde sul fronte internazionale militare sul sul terreno della coesione sociale
I suoi strumenti di organizzazione della società nei suoi grandi conquiste per l'epoca innovative degli anni Trenta si rivelano inadeguate
Il fascismo in qualche modo porta il paese di fronte a una frattura profondi ma è il fascismo che perde la guerra
è il fascismo il responsabile storico e politico non solo della conduzione della preparazione della guerra ma dell'esito della guerra
Ma il fascismo che altro è
Se non un insieme di apparati di istituzioni di classi sociali
Che intorno al Mussolini smog prima e al regime corporativo dopo scommettono
Ci puntano
Ci lavorano
Fino all'ultimo
Fino all'ultimo
Il fascismo è un pezzo dell'Italia
E quel pezzo verità agli atti conduce e perde la guerra
E quando si ha questa percezione
Questa percezione la sia esattamente nel momento in cui nel marzo quarantatré un altro pezzo della società non estraneo certo alla società Italiana degli anni venti e trenta certamente non estraneo non erano i Xosé marziani gli operai
Erano essi stessi parte di quella comunità mi avevano condiviso spesso valori e privilegi e a volte ne avevano tratto pure piccoli vantaggi o grandi vantaggi
Però nel marzo del quarantatré li ha più ancora nel marzo del quarantaquattro e più ancora nell'aprile del quarantacinque questo segmento della società per così dire alza il dito
Questo solo segmento della società
E allora tutto è più chiaro
Questo segmento della società chiede che finisca la guerra perché la guerra il fascista ed è persa
Perché nessuno in Unione Sovietica chiede la fine della guerra
Si chiede la fine della guerra partire da quarantadue poi dal quarantatré per tradizione evidentissima
Che il regime prima e l'occupante nazista dopo non hanno una prospettiva credibile di Vittorio e non hanno come dimostra la Repubblica sociale un'incredibile modello sociale ed è economico di coesione che di collegamento non solo col mondo del lavoro ma con il sistema produttivo e con il sistema internazionale
E qui il punto di rottura
Che da all'iniziativa operaia che nasce come nascono tutte le iniziative operaio come sono nate e quelle dell'Ottocento per creare le camere del lavoro
Nascono piccole frammentate rivendicativo legate a situazioni contingenti la fame la miseria i bombardamenti
Quasi banalità cosa volete che si possa provare durante la guerra cosa volete che possa stimolare la coscienza delle persone quando ci sono i bombardamenti gli alti e nobili ideali
è evidente
è la drammaticità della condizione materiale
Che non può non può non essere dietro la mobilitazione lì la ribellione tra virgolette delle coscienze la spinta ad agire
Naturalmente in primo luogo per le generazioni più giovani quelle che nemmeno in qualche misura
Percepiscono la continuità del rapporto benefici costi che era tipico delle altre generazioni in relazione al regime fascista
Ma è del tutto evidente
Come questo elemento materiale che non può non esserci tè sempre presente nell'azione collettiva del mondo del lavoro acquista un elemento di politicità non solo perché c'è eppure c'è una presenza politico intellettuali organizzativa di forze che nell'antifascismo stavano maturando la loro presenza e il loro radicamento certo che ci sono ma la dimensione qualitativamente nuova è un'altra è il segnale profondo di dissociazione dalla guerra fascista
è il mille le mento che fa contemporaneamente la discontinuità e la nuova continuità è il segnale di in realtà chiude il ciclo insoluto della storia sociale italiana dal Risorgimento all'età liberale di cui il fascismo e l'epilogo
E insieme il coacervo delle contraddizioni insoluti cioè la mancata nazionalizzazione dei lavoratori e delle masse delle strutture fascista
Inizia la riprova concreta che il mondo del lavoro non solo si sottrae non solo si sottrae cioè non solo in zona grigia resistenza passiva ma è in qualche modo portatore di un attivismo sindacale e progettuale che prelude a un qualcosa di diverso di discontinuo
E cioè il germe della democrazia repubblicana
E allora la storia di questo Paese
Comincia ad assumere e per gli storici questo è un lavoro sempre in itinere comincia ad assumere dei connotati più leggibili
Più riconducibili anche alle domande dell'oggi
Il mondo del lavoro perfetti da solo
O quasi esclusivamente da solo deve farsi carico della ricostruzione della democrazia in questo Paese o meglio della costruzione della democrazia in questo Paese
Perché non ha interlocutori per così dire validi credibili forti
Detto il linguaggio estremamente brutale perché l'unico interlocutore in fondo è il mondo anglosassone gli eserciti vittoriosi
Perché la CGIL unitaria che nasce dagli scioperi nel quarantatré quarantacinque trova come suo interlocutore naturale l'esercito angloamericano e i modelli anglo americani di riferimento
Perché la democrazia italiana nasce tra marginalità internazionale e prevalenza del contenuto sociale
Univoco della democrazia senza patti
Senza patti
Dove sono le altre forze sociali
Se non riflettiamo fino in fondo su questo aspetto
Ma non per settarismo segue tali sulla sulla base della vecchia storiografia alla Secchia
Ma con le categorie interpretative moderna
Quelle che con le quali da Polito la politologi e la sociologia delinea lo Stato moderno quello con cui gli americani identificano la democrazia in Iraq dove sono le istituzioni e i soggetti sociali che fanno le democrazie occidentali
Dove sono le classi dirigenti
L'esercito la monarchia gli imprenditori la magistratura l'università il giornalismo
Dove sono
Certo che ci sono nuclei ci sono forse ci sono figure prestigiose
Ma il campo collettivamente secondo il principio della democrazia moderna
Che in campo ci stanno solo le forze collettive altrimenti siamo in regime liberale oligarchico ha ragione Alberto partiti di massa prima non esistevano nessuno
Nemmeno il Partito socialista era un partito di massa
Di un campo ci si stanno è la democrazia contemporanea come forza collettiva ebbene come forza collettiva in campo tra il quarantatré e il quarantacinque si delinea proprio attraverso gli scioperi chiarissima
Chiarissima questa componente della società italiana
E questa componente della società italiana che non è solo la classe operaia ecco la grande importanza di Bologna e dell'Emilia
Globo lo posso solo accennare ma voi tutti lo capite benissimo Bologna l'Emilia e la saldatura col mondo delle campagne
è la saldatura con i valori del cattolicesimo democratico è la saldatura con il più largo mondo dei valori delle donne e piattaforme di vendicative
Che vengono elaborate in quei mesi sono straordinarie come allargamento dell'Opéra Isma'del triangolo del nord che aveva caratterizzato gli scioperi precedente
Bologna e l'Emilia solo questo allargamento e dunque in campo dal dal marzo quarantaquattro vi è una forza sociale che fratture compagnia Foccillo
Buonasera intanto grazie
Per l'invito
E devo dire con molta soddisfazione avendo partecipato da stamattina
Che oggi abbiamo svolto una bella pagina di vita sindacale
E credo che gli studenti che l'hanno vissuta se l'hanno vissuta intensamente hanno capito
Fondamentalmente l'importanza di vivere l'attività sindacale il messaggio che gli è stato trasmesso
Perché a volte si dipinge ed è uno degli aspetti che in quest'ultimo periodo il sindacato comunque
Una qualcosa di ottuso di chiuso
Che fa lo sciopero che fa lo scontro che fa la contrattazione
Invece oggi abbiamo dimostrato e credo che sia per questo una bella pagina del sindacato che sindacato è storia
Il sindacato e cultura il sindacato e emancipazione intellettuale il sindacato e dibattito pluralismo e confronto e scontro ma soprattutto e discussioni fra diverse tra persone che la pensano diversamente che si formano attraverso appunto lo stare insieme lottare insieme
Sentimenti condivisi passioni
E e quindi si formano anche idee che non sono imposte ma sono appunto discusse nel dibattito di insieme neanche un disegno di un modello di società
Una società dove prevalgono valori valori veri quelli dalla solidarietà quello della pace quella della dialettica quella dell'emancipazione degli individui e credo che l'esempio di stamattina
La discussione di stasera possa servire ai tanti che vivono appunto al rapporto col sindacato rapporto con la politica comunque al cosa che va abbandonato
Perché non rappresenta più niente
Io credo e opportunamente è stata fatta se si potesse mettere uno slogan alla discussione di oggi
Dovremmo cercare di spiegarla molto semplicemente a ricordare ricordare ricorda perché in questo Paese si è persa la memoria storica
Si è perso quel grande valore del sacrificio di tante persone che l'hanno difeso che l'hanno costruito che l'hanno reso civile che l'hanno reso democratico che hanno fatto la storia vera
Oggi
Qualcuno pensa di essere la storia
E che in questo momento è nata la storia e ci si dimentica di tutto quello che dicevano i latini
Che bisogna sempre ritornare al principio per raggiungere perfetto
Questo per dire che cosa che solo attraverso l'origine quello che si era e quello che si è diventati si valuta poi perfettamente l'attualità di quello che si è diventato è la storia di questi cinquant'anni
è fatta come diceva professore prima di valori e di ideali che hanno trovato martiri
Che hanno trovato eroi ma è fatta anche di piccoli uomini di Piccole donne che con loro con la loro attività quotidiana
Con la loro capacità di mobilitarsi magari per cose che erano più vicine al loro modo di pensare poi hanno costruito questi grandi strumenti di democrazia
Di partecipazione e hanno
Rappresentato vittorie diritti tutele garanzie e libertà democrazia in questo Paese
Cioè quelle persone
Che in quel momento magari perché giustamente è stata fatta
Una differenza fra gli scioperi del quarantatré e gli scioperi del quarantaquattro gli scioperi del quarantatré erano quelli della difesa
Come si può dire della propria ragione di vita troppo pesanti troppe soprusi troppe vincoli e rigidità e troppa povertà oltreché repressione i sobri del quarantaquattro sono diventati qualcosa di politico si voleva cambiare la società si voleva affermare una società diversa dei diritti
Ebbene io credo che qui il messaggio sono gli esempi che oggi vanno evitati quella memoria va additato i giovani perché dovrebbero oggi impegnarsi nell'attività politica la convinzione di oggi che tutto quello che c'è
Ormai resta
Non sarà messo in discussione e quello che c'è c'è sempre stato dove c'è quell'appunto che la consapevolezza che non c'era niente che è stato costruito attraverso l'esempio di tante persone di tante piccole perso e se lo potete notare lo potete notare proprio nelle cose che noi affermiamo
In questa discussione c'è l'osservatore lo storico
Il sindacalista magari di oggi professore universitario che con molta freddezza dipingono quei momenti
Mentre invece c'è chi ha partecipato attivamente a quei momenti è intriso di passione di motivazione si commuove ma vedete ancora tutto quel fuoco che arde dentro che ha costruito questo Paese
Che ha difeso questo Paese che l'ha reso libero
E che ha
Significato la loro capacità di essere in prima persona fare sacrifici a battersi e quelle ad esempio che poi diventa valore e quelle l'esempio che poi costruisce la militanza senza di quello non c'è militanza perché quell'esempio ti dimostra che anche la logica comune dell'ineluttabilità delle cose viene spazzata via se c'è l'impegno delle persone
Guardate più facile oggi fa battaglia politica è più facile o più difficile oggi fare attività sindacale o era più facile e più difficile ieri
Quando c'era la repressione nazifascista quando si rischiava la vita se non il posto di lavoro quando non c'erano tutte le garanzie pure le persone si sono impegnate hanno sacrificato la propria vita che la cosa più importante che una persona può voi
Perché finita la propria vita è finito tutto hanno sacrificato la propria vita per costruire un futuro migliore per i propri figli credo che questa sia l'essenza più bello allora come se non come si può pensare che da questi esempi da questi eroismi piccoli o grandi che siano non ci sia lo stimolo non ci sia una passione di oggi
E oggi invece però la gente vive dell'ineluttabilità delle cose non c'è trasporto non c'è passione ci sono valori contro valori o disvalori l'egoismo l'individualismo l'egocentrismo la vittoria personale alla competizione estrema che sta distruggendo tutti quei valori che avevano costruito
Eppure diceva giustamente professore prima
Quegli uomini quelle donne coloro sacrifici hanno costruito dalle Démocratie mo'Croazia ebbene sindacato italiano oltre alle cose con cui il professore ha spiegato l'importanza di quel momento e di quella poi capacità di creare democrazia
Ad Haiti ed era questo Paese conto dei propri martire del proprio bagno di sangue quante persone stamattina Cofferati ricordava a tutti quelli che sono stati portati in Germania
Quelli che hanno pagato solo perché erano dirigenti sindacali ma quanti martiri di quella battaglia ne voglio ricordare uno Bruno Buozzi
Che fu ammazzato
Nel momento come si può dire della vittoria
Perché ormai si andava verso la sconfitta eppure fu ammazzato
Fu ammazzato proprio per distruggere la testa alla persona era l'operaio che è diventato dirigente sindacale la lupara adesso è triplicato era l'operaio che ha voluto a L'Unità del movimento sindacale ebbene alla fine anche il patto che è nato successivamente è stato
Sottoscritto non il tredici giugno come arrivato poi
A ascriversi sotto quel documento è stato sottoscritto dopo ma in sua in suo valore è per rispetto al suo sacrificio l'anno
Firmato oltre
Di giugno ma è stato un grande momento e dietro quello non c'era solo tensione morale c'era prossima c'era voglia di unità c'è c'era la consapevolezza che la costruzione di grandi cose
Si possono fare attraverso l'unità delle persone e non a caso se voi ci riflettete nel momento in cui c'è stata unità nel mondo del lavoro
Unità nella politica si sono costruite le cose più grandi di questo Paese
Lei ricordava giustamente la Costituzione
Ma io ricordo il patto io ricordo successivamente la battaglia contro il terrorismo la battaglia per entrare in Europa c'è ogni occasione ogni momento che questo Paese si è unito
E quindi ha evitato la divisione le contrapposizioni gli scontri ha creato dei grandi momenti che poi hanno fatto la storia di questo Paese e allora proprio a frutto di questo o di quello che abbiamo pagato
Di quello che abbiamo rappresentato di quella che è stata la nostra storia la nostra capacità di incidere in questo Paese non si può arrivare oggi ha immaginato che si possa fare a meno del sindacato
Perché questo è il senso e allora la domanda che ci dobbiamo fare per ritornare all'attualità e possibile una democrazia senza sindacato lei ha risposto questo non significa che dobbiamo svolgere un ruolo diverso ma per quello che il sindacato ha rappresentato per il valore su cui si è costruito la regola fondamentale della convivenza civile di questo Paese cioè il lavoro il diritto al lavoro la tutela al lavoro la partecipazione delle persone
Il sindacato deve rivendicare il suo spazio
E la marginalizzazione sindacato penalizza la democrazia penalizza il pluralismo penalizza la possibilità di mantenere questi livelli di civiltà sul piano della convivenza delle relazioni allora chi non le capisce
Chi immagina che la storia si è costruita oggi chi vuole dimenticare tutta la memoria storica per non dare il giusto valore alle cose che abbiamo conquistato sta sbagliando tutto
Perché non sta costruendo lo stand mantenendo quella che secondo me il valore e l'essenza di un sistema democratico libero e civile come noi
Ma noi un'altra considerazione quando affermiamo le nostre iniziative le nostre battaglie le affermiamo sempre su un principio che è fondamentale
Che mantiene in piedi appunto uno stato e quello dell'individuo della persona
Quando ci vengono a spiegare
Che riguarda il licenziamento alcune persone ci danno ci fanno un'offesa quando ci vengono a spiegare come ha fatto l'altra sera che bisogna cambiare il rapporto con le persone
Perché noi ci preoccupiamo dei cassintegrati di quelli che porti perdono il lavoro e quindi dobbiamo cambiare il nostro modo di rapportarsi con le persone essere più ottimisti
Ci si dimentica che i sindacati è proprio questo
E la difesa dell'individuo di ogni singolo individuo perché l'individuo quei suoi bisogni con le sue necessità anche un solo individuo che perde un posto di lavoro per noi è una sofferenza
E quindi è questa la battaglia ne vogliamo emancipare il singolo individuo per emancipare poi tutto il resto la democrazia
E quindi per questo facciamo le battaglie sulla disoccupazione per queste vogliamo cambiare la flessibilità erano renderla un po'più sicura per questa vogliamo difendere i singoli sui diritti e le sue tutte e la democrazia la si salvaguarda attraverso gli strumenti della partecipazione
E oggi bene o male con la crisi dei partiti
C'è un uno dei pochi strumenti rimasti in piedi dalla democrazia partecipata della democrazia pluralista e il sindacato
Quale altra sede c'è in questo Paese dove si formano le coscienza attraverso la discussione confronto fra persone diverse tra persone che può fortunatamente la pensano diversamente pratico se non il sindacato
E nel momento in cui mancano questi strumenti
Di Mancini fazione culturale di difesa collettiva viene meno uno dei pilastri su cui si è fondato il nostro Paese
E la nostra civiltà e per questo che non si può marginalizzare il sindacato
è per questo che rivendichiamo
La continuità della nostra storia se questo Paese in questi cinquant'anni basta vedere quello che erano gli italiani cinquant'anni fa
E quello che sono oggi ha avuto queste evoluzioni avuto questa capacità di trasferire progresso di ridistribuire la ricchezza di tutelare e garantire molto di più degli altri e grazie anche al sindacato Italia
Che si è battuto si è battuto appunto coi suoi uomini e con le sue donne per creare tutto questo allora come sullo Simple marginalizzato questo è il senso della discussione
E badate bene abbiamo tutta la possibilità di rivendicare quello che ci spetta perché come diceva il professore prima noi siamo un soggetto importante fondamentale
è necessario di questo Paese e questo vogliamo ex
Grazie Foccillo anche per avere riportato la discussione anche sul piano attuale adesso con molto piacere e do la parola al professor Ardigò quando insieme a Betty Perasso pensammo al professor Ardigò pensammo Luís sia come testimone Monnet ma anche come protagonista della politica di oggi perché professor Ardigò da tempo dice non mi voglio occupare più di politica poi continua a essere il massimo protagonista tendenza politica attuale professor Migone quarantatré quarantaquattro
Era un universitario impegnato nel mondo cattolico nella Fuci è stato un protagonista Massimo
Anche come partigiano non attivo ma politico e soprattutto soprattutto nel quarantasei quarantasette vicino a Dossetti nella costruzione del movimento dossettiani sociologo dell'università per tanti anni ordinario di Sociologia mi fermo qua credo che la sua testimonianza sia molto preziosa per questo convegno
Grazie caro German
Questa introduzione la mia signora semplicemente una testimonianza personale
Di un giovane cattolico che l'appropriazione attraverso la quale partecipato sì però improvvisamente a compagnie accogliere accanto un'esperienza abbastanza curiosa con la CGIL questo per me e ricordo che ancora conservo anche cieco mantenuto nella sua documentazione inumana vecchio armadio in cantina perché non ho tempo per queste prove traffico cose a me sembra che in fondo ci sia stato uno al processo di formazione da un gruppo di cattolici ogni sitar in che a partire da INFOR dalla formazione ad autorizzare cristiano finirono per a capire che facili ma non era più accettabile che trovavo combatterlo
Dopo la liberazione
Parecchi di noi Dempsey si erano questo gruppetto di recita i cattolici decise di costituirsi come democrazia cristiana anche perché incredibile ah allora cominciò una battaglia molto importante per il referendum favore della Repubblica
Bene dopo questa vicenda ci trova ad aprire un invito da parte collettivo ed è una parte invece siete la CGIL unitaria cercavo un rappresentante dei partiti che non erano di sinistra Butera vere e allora decidemmo e ha buttarci anche senza preparazione adeguata ora la politica sociale mi è sempre interessato e sacro può partecipato con un po'di tempo come minoranza anticipa alle riunioni diurna associazione culturale politica di ispirazione marxista
Attivato incluso il porto a ti debbo dire che anche quel verdetto per parte della mia formazione
Ma sì dall'inizio debba nostra esperienza parte in circolazione alle riunioni politiche sindacali della CGIL comunitaria
No tutto noi cattolici
E una cosa molto tranquilli
Anche Suzy Guido a capire qualcosa dei problemi enormi che va liberazione ponevo al Paese anche per voi
C'era tanta gente che è molto animate delle riunioni della CGIL di allora però ci fermiamo subito a doverci confrontare con due gol prima dai grandi gruppi interni resisi che per poi costituirono un punto di riferimento organico per alcuni in positivo ben atti in primo gruppo occhio trovammo alla CGIL allora era Sivo era quello guidato da molti e potenti capi sindacali dei braccianti
E e devo ricordare e allora circoli che ci fu addirittura un periodo che ci fu per fu molto tormentato questo periodo in cui e collettivo dei braccianti applicò e corposamente a tutti fatti coraggio civile la Pianura Padana
Ora evidentemente c'era una componente anche importante anche se minoritaria di braccianti cantori Jim
E con alcuni dirigenti molto validi
E devo dire al trentuno poi quelli che si staccavano problemi dalle CGIL unitaria però per formarsi Corea matricole civile ma guidava con
Un giovane molto cioè religioso dottor Follini laureato in agraria e impegnato a trattare per affittanze nei gruppi di famiglie braccianti eccolo cattolici
Purtroppo noi sappiamo ed ha avuto un po'noi abbiamo capito che c'era stata una violenza degli agrari contro i braccianti durante il fascismo
Però ora ci trovavamo di fronte alla Dio mezza rovesciata
Tra lavoratori e che finì appunto come sappiamo come va uccisione di queste figure incredibilmente nobile superiore
Ora oggetto senza un po'involuto Giorgia Bersani per fortuna già parlato apparecchiato Ashanti pulito questo vuoto che si era creato il secondo gruppo al coperto è un punto di riferimento più specifico dei sindacalisti che incontrerà reprimere a queste riunioni della CGIL umiltà richiamo e con quale e subito un buon rapporto era quello di numerosi capi opera che erano stati impegnati nella produzione delle maggiori industrie metalmeccaniche Bolognesi impegnate nell'esercito in guerra fra produzione della guerra Ducato Cantù eccetera e per salvare dai tedeschi le migliori macchine delle aziende che erano in qualche modo prossimo e adesso è nel carcere
Ora questo il tempo convinti e situazione porto credo ricordo la CGIL a porsi il problema di evitare le ripetute la la chiusura di questi studi questi grandi fabbriche per cercare riconversione per il mercato allora io credo DiCaprio guerra usciti dalla liberazione contro direttamente i comunisti
Erano però sicuri di poter fare molti sforzi per salvare le fabbriche non solo dei tedeschi ma anche dai proprietari che devono erano subentrati credo che in questo porto
La CGIL e di questo non l'ho trovata nessuna traccia ma son certo nella mia coscienza di averlo fatto per reperire senza agirebbe sì spento a ristrutturare queste aziende
E credo anche per questo scopo dentro la CGIL si costituisce un gruppo cui ha diritto per i corsi di digestione
Non so da dove vengo fosse finita questa idea certamente ho l'impressione che veniva da quando i tecnici del Liri di Genova
E questo è un fatto in un certo senso mi stimolò moltissimo perché finalmente uscivamo aperto terribile momento
Corcos da Rabat l'abbia cura appare per letterale dimensione molto più forte di rapida tant'è vero che ricordo questo per coprire che io avevo ricevuto un dattiloscritto che era niente indicativo di una Porsche porta di legge quadro per conoscibili gestiti o tant'è vero che io con questo documento che vedo che si è proceduto da questi di Genova
A parlare con l'allora ministro Brocchi e gli dissi ministero questa è l'occasione migliore riuscire ecco da una prospettiva innovatrice e non dialettica porto brutale
Ma questo non potrebbe gruppo raccolto figli Eccher allora
Comincia un periodo molto testo perché titolari delle industrie suddette licenziando in tronco
Proprio quei quali operare sinistra chiederlo anche in qualche modo incapaci di poter gestire un procedimento in trasformazione
Mi ricordo di essere allora tornato dopo la CIA censimento in tronco di questi capi operai mi ricordo di essere tornato all'ora alla CGIL per associarmi
Alla protesta per proteggersi a me picche ambientalmente tolsero ad una logica gruppo proseguì in mente torna novantina
Oppure c'è un punto d'collego Belletti
Che nei mesi di questi capi operai erano riusciti poi dopo licenziamento ad impiantare Walk proprie aziende ed anche con successo economico
Quindi c'erano vorrei allora concludere con un suggerimento perché non vorrei che le celebrazioni
Sì posso permettere siano
Soltanto di di carattere per così dire corporativo rilievo pratico io credo che abbiamo sempre cavarne fuori in qualche esempio utile anche sì mi permetto di rese certamente della partita in più qualificato
Vorrei concludere ecco perché e concludo avanzare suggerimento
Proiettato da lontano passato al presente verso il futuro
In tempi ben diversi da quelli di allora oggi in regola relativa pace sociale
E malgrado disoccupazione precariato e assorbimento di molte industrie da capitali stranieri anche a Bologna
I tre sindacati mi permetterei di suggerire
è stata che accanto a questo bel convegno perché non penso non a lanciare un quarto corsi gestione o un quarto in consiglio di imporre sprechi conoscenza dei problemi parcheggi in qualche modo questa esperienza dovrebbe tornare a correre laddove altrimenti nella realtà bolognese salvo qualche piccola azienda punta non siamo di condizioni di poter avere alcuna prospettiva se ebbene non so perché io sono impegnato dovrà richiami a produrre comunque col collaborare con uno più grosso innovazione di in questo campo Bologna in Italia che quella del con vorrei siamo portatori della convinzione che mia passare dalla società industriale alla società di servizi postmoderno
Abbiamo bisogno di capire che in fondo oggi numerosi ingegneri tecnici laboratorio esperto in informatica anche molto qualificati
No trovano prospettive d'inserimento in dopo l'anticipo perché da precari subiscono la condizione tremendo dell'isolamento
Ecco io credo perciò e chiudo e si è necessario qualche modo qualche forma di questo compito perché siccome lei strutture aziendali industriali non sono molto attiva in questo capii e abbiamo ancora per qualche anno
Una popolazione di Esperti percettori che però sono tutti destinati a pallino del perché anche in qualche modo l'inesorabile spettro della condizione del precario quella di essere isolati non capire e corre che apre il valore delle potenzialità che possono essere compiute ecco qui di ricordiamo di fare qualche sforzo pensavano dopo a questo per i contorni Beecroft per me dal punto di vista degli anni ma importante della rispetto
Grazie al professor Ardigò anche per la provocazione che ci ha avanzato Bindi per i miei due colleghi adesso vedremo come tentare di realizzare una sorta di forma di consigli di gestione adattata alla o di conoscenza insomma già comunque qualcosa stiamo facendo con un tentativo con dei protocolli che abbiamo lanciato sul territorio di vedere di dare più innovazione
Professore Arrigo ha richiamato anche un periodo successivo quello del secondo dopoguerra ricordo sempre che questo convegno avuto anche un altro pregio quello di a vere allegata una ricerca fatta da Paola Furlan
Molto utile molto utile perché abbia voglia di fare ricerca per chi abbia voglia anche di attraverso una qualificata raccolta storiografica
Di mantenere vivo questi temi e dico grazie anche a quella stupendo archivio che la Camera del lavoro la CGIL ha messo in piedi non è il mio sindacato però sono orgoglioso di essere far parte del mondo sindacale perché quello in ricordo di Paolo dell'amico Paolo Petrelli che aveva tanto
Anche lavorato e creduto come sempre la passione la voglia della gente dà dimostrazione Policom come si possono fare perché quello un archivio straordinario credo sia un esempio Bologna proprio di come si possa mantenere viva la memoria
La ricerca storica
Purtroppo Savino Pezzotta non è potuto venire per urgenti motivi che gli sono subentrati però Cesare Regent sì né un segretario confederale
Molto vicino anche Savino Pezzotta
O impegnato anche su temi della contrattazione da tanti anni e quindi diciamo che di dodici do volentieri la parola
L'ha già detto Alberani purtroppo Pezzotta non c'è dispiace riporto il mio saluto a nome suo
Anche perché credo che sia doveroso ringraziare da parte mia da parte nostra
Gli amici dell'associazione Petrelli CGIL CISL e UIL di Bologna
Io sono uno fra quelli che dice che non bisogna aver paura
Di ricco neanche della retorica del ricordare io credo che il nostro Paese abbia bisogno di ricordare
La nostra è una democrazia tutto sommato molto giovane
Gli anticorpi contro gli scivola menti informe illiberali probabilmente non sono ancora sufficienti il ricordare quanto è stato
Banalmente facile
E tremendo è difficile recuperare la libertà la democrazia la partecipazione credo che sia un fatto da sottolineare Sempre noi siamo un Paese che con facilità nel corso degli anni la nostra storia è scivolato da momenti di alta partecipazione
A momenti di liberalità
Io sono lombardo
I Comuni lombardi furono in grado di essere perfino di opporsi all'imperatore poi scivolano senza saperlo senza rendersi conto dai liberi Comuni alle Signorie ereditarie la cosa nono non ci fu bisogno di una marcia su Roma avvenne e quindi preoccuparsi di ricordare
Quanto è avvenuto credo che sia importante ovviamente per la generazione come la mia
è quasi impossibile dimenticare non che abbiamo vissuto quei momenti ma io sono cresciuto Cointreau le macerie le ferite della Resistenza nella lotta partigiana della guerra erano talmente fresche il sangue talmente caldo che chi della mia generazione cresciuto e vaccinato da queste cose c'è una differenza profonda fra la mia generazione quella dei miei figli ai quali si fa fatica a trasmettere quelle cose che per me erano naturali
Le macerie o di periferia città fiumi di bicicletta al cambio turno
Le case alle quali si passava con rispetto e con timore vicino perché avevano vissuto momenti tragici tutto questo è difficile da trasmette
Ma va fatto io vi rendo grazie per averlo fatto oggi
Però aveva preso che intendete che intendete proseguire
Perché questo revisionismo
Questa cosa che la la resistenza sarebbe stata una cosa di élite
Quasi di quattro gatti un po'visionari
Va ridimensionata dalla sconfitta
C'è una controprova molto semplice
Nel nostro Paese
Nel Nord dove la Resistenza è stata più lunga più più vivace
Ci sono differenze tra comune e comune fra zona e zona laddove non c'è stata partecipazione popolare
I cippi le lapidi la Resistenza è stata molto inferiore
Laddove la resistenza era viva c'era una vera partecipazione popolare
Una vera partecipazione dei nostri montanari dei contadini
La partecipazione di popolo
Forse come Risi ricordava dottore il professor Pepe
Forse non era tutta ideologizzata ma quattro idee chiare
Chi dove stavano le cose giuste e quelle sbagliate la gente lo percepiva l'aveva chiaro fino in fondo
Io credo che sia doveroso ricordarlo sempre e comunque ma il tema di oggi che era è quello degli scioperi del quarantatré quarantaquattro
Che segnano su questo sono molto d'accordo col professor Pepe
Una vera rottura nella storia nazionale
è il fatto nuovo che cambia la realtà del nostro del nostro Paese
Quegli scioperi segnano il fatto che la Repubblica che stava in fieri che stava nascendo il nuovo che usciva dalle macerie della guerra fascista era caratterizzato veniva dal basso dalla partecipazione popolare veniva dal mondo del sociale
E questo è il fatto nuovo
Perché credo che fino a quel momento io di questo sono convinto il mondo del lavoro in qualche modo era estraneo
Alla gestione del potere nel Paese
Questa sua estraneità è stata una costante negativa nella storia nazionale dalla costituzione dello Stato repubblicano fino alla resistenza
Siccome devo fare alla svelta mi sono letto mi leggo un pezzettino che mi sono scritto
Come ho già anticipato con la Resistenza con gli scioperi con la lotta armata con i sabotaggi con tutte le manifestazioni di opposizione alle condizioni oppressive
E Duni Dianti di sfruttamento di coercizione a un regime a sistemi anti democratici
Si offrì ai lavoratori una occasione eccezionale per tentare di superare quella estraneità quel fatto di essere sudditi e non cittadini dallo Stato
E bisogna dire che i lavoratori in quella occasione accolsero questa occasione a partire da sollecitazioni che ho già detto venivano certo da condizioni di vita e di lavoro non più accettabili
Ma anche da motivazioni ideali ideologiche
Partecipazione alla Resistenza non solo come rivolta come ribellione spontanea prima è organizzata poi ma come volontà di essere soggetti attivi partecipanti alla vita del Paese alle decisioni che riguardavano il futuro
Partecipazione attiva e consapevole come superamento di una condizione di passività
Nella quale era stato lasciato spazio solo A due A con per comportamenti
Egualmente improduttivi sotto il profilo dell'evoluzione civile di un popolo l'accettazione fatalista dica
E rinunciataria della estraneità oppure le rivolte violente magari ricorrenti come noto nella storia del nostro Paese
I lavoratori italiani hanno sempre lottato
Basta rileggersi la storia i moti del macinato
La rivolta dei fasci siciliani perché non la settimana rossa l'occupazione delle fabbriche
Sono state occasioni per ribellarsi per lottare per dimostrare che esistevano la cosa che mancava era la capacità di trasformare il questa forza di ribellione in forza propositiva
Questo era il passaggio centrale di quelle lotte che hanno posto per la prima volta il mondo del lavoro
Come centralità nella costruzione del del proprio futuro la partecipazione dei lavoratori
Alla Resistenza riaffermava il diritto di organizzarsi liberamente di scioperare di contrattare condizioni di lavoro di salari di concertare obiettivi e metodi di politica economica e sociale
Di provare con i fatti che l'interesse di una parte del mondo della società nell'interesse dei lavoratori può essere fatto coincidere con la tutela della collettività
Quindi senza concedere molto alla retorica
Va detto è ricordato che il riconoscimento del lavoro come valore fondante dalla nostra Carta costituzionale resta a testimoniare un impegno che prese corpo in quella occasione
E che secondo me è lecito ritenere ancora in parte disatteso
Quelle lotte hanno avuto anche un grande merito gli inserire nella Repubblica nella Carta costituzionale successivamente
Una radice incancellabile che è quella della rappresentanza diretto del mondo del mondo del lavoro
Ho detto che in parte è questo enunciato
Della degli scioperi
E ancora in parte disatteso
E io credo che oltre a ricordare sia bene soffermarsi un attimo anche sull'oggi
Io credo che questo sia uno dei nodi se non il vero no anzi per me è il vero nodo su come si riesce a garantire al mondo del lavoro organizzato nelle grandi centrali confederali
Un protagonismo diretto nella costruzione delle scelte decisive di questo Paese
Questo secondo me il nodo sul quale abbiamo delle difficoltà e qualche volta non sempre ci vogliamo bene come in giornate come oggi litighiamo
Ma io credo che questo sia al problema cioè noi abbiamo un un ruolo da svolgere da compiere
Io non credo che sia in discussione come qualcheduno pensa il ruolo del sindacato o dei sindacalisti
Ai giovani sindacalisti dico state tranquilli fino a quando c'è libertà democrazia e c'è una società capitalista ci sarebbe ci sarà al sindacato non ha questo problema
Il problema è in una società come questa come si riesce a garantire direttamente che il sindacato i lavoratori organizzati siano protagonisti a tutto tondo
Su questo abbiamo dei pareri diversi
Io credo che abbiamo il dovere di ricordarci l'obiettivo di avere il coraggio
Di affrontare la problematica in fondo i padri fondatori erano molto più diversi di quanto non siamo noi
Avevano un coraggio incredibile
Hanno dimostrato che si poteva andare avanti
Magari non sempre linearmente ma sicuramente hanno contribuito a mandare avanti questo Paese a far crescere le condizioni
Se si parte come fecero allora
Dal rispetto delle reciproche posizioni dal rispetto dei reciproci convincimenti e si cerca insieme la strada migliore
Io credo che dalla lezione della storia dalla nostra storia contemporanea che abbiamo vissuto noi abbiamo un orizzonte
Di ulteriore avanzamento
Del mondo del lavoro di una maggiore capacità di partecipazione
Di decisione di codecisione
Di rendere protagonismo protagonisti quelli che noi rappresentiamo i lavoratori dipendenti pensionati per il futuro del nostro Paese
C'è ancora un orizzonte nel quale camminare tutti insieme magari discutendo ma costruendo passo dopo passo con realismo ma con decisione continuità
Prima di dare la parola per concludere questo convegno al segretario generale della CGIL Epifani volevo l'avevo già fatto all'inizio ma credette non è un fatto formale iniziare Elisabetta Perasso perché è stata la vera protagonista della nascita della costruzione e della realizzazione di questo convegno vi prego di fare
Sei mesi fa lei è venuta dai segretari generali che sono persone non semplici da trattare perché hanno sempre poco tempo non sempre sono così attenti a proposte di qualità come venivano fatte
Però è grazie alla sua determinazione perché organizzare un'iniziativa così qualificata come quella di oggi
C'è voluto tempo professionalità e soprattutto credere in quello che si fa e quando si crede delle cose che si fa il risultato sono che questa mattina abbiamo avuto tantissimi studenti oggi tantissimi delegati quindi questa iniziativa devo dire che è riuscita in modo esemplare grazie soprattutto al al suo impegno
Guglielmo Epifani
Ho avuto l'occasione a marzo di camminare insieme a lui in via indipendenza
Per la Matranga manifestazione perché CGIL CISL e UIL
Dick selezione può dirvi tutto ma hanno riempito anche le piastre in questi in questi ultimi anni non è che noi siamo poi fermi al quarantotto il quarantatré enne se quelli in questo mese abbiamo fatto un grande convegno sul Tibet partecipato
Abbiamo fatto una grande fiaccolata per la Sgrena stiamo per preparare per il diciassette un convegno sul terrorismo che l'anno scorso di della presenza dei segretari generali
La cosa che mi colpì nel conoscere un po'di più Epifani è che oltre a essere segretario generale della CGIL è una persona molto attenta ai temi della storia
Non è così solito trovare anche dei massimi dirigenti che abbiano questa attenzione particolare anche ai temi non solo della storia ma anche della storiografia parlammo dell'ESA nal parlammo
Di altre cose di cui lui conosceva e e non è solito nel sindacato potere scambiare due chiacchiere anche su questi temi
Guglielmo oggi sono venute fuori tante sollecitazioni tante parole memoria lavoro unità diritti guerra
Sono parole che sentendo le oggi che
E vero il quarantatré e il quarantaquattro lontano però sono parole che hanno una grande attualità anche oggi cioè nel senso che se le le leggiamo
In termini di corsi e ricorsi storici in un contesto completamente diverso però hanno queste parole una grande importanza una grande valenza anche in questa nostra attualità
Quindi io credo che la chiusura debba proprio vedere
Di cercare di trovare e di coniugare questa riflessione importantissima scientifica rigorosa di memoria storica anche al fatto e di come il sindacato si colloca oggi davanti a questi temi grazie comunque di essere presente oggi qua fra di noi
Anch'io voglio iniziando ringraziare
Tutti coloro che hanno reso possibile questo
Questa occasione di confronto
Su una delle pagine più più importanti per la storia
Del sindacato italiano e della e della Repubblica
In fondo
Oggi è la prima occasione di un percorso di memoria che nei prossimi giorni investirà una parte consistente del Paese
Lunedì prossimo a Milano
CGIL CISL UIL le Canale lavoro con le altre organizzazioni
Ricorderà esattamente gli scioperi
Del quarantaquattro del quarantacinque
E lo farà in maniera simbolica in uno dei luoghi della sofferenza
La classe lavoratrice milanese cioè nell'azienda tranviaria che dette molte persone alla via dell'emigrazione poi forzata della deportazione della morte
Il ventidue aprile faremo la stessa cosa a Torino
In connessione a pochi giorni dalla Liberazione con grande sciopero insurrezionale a Genova ricorderemo a Roma
I lavoratori dell'informazione il contributo che dettero
A questa fase della storia della lotta della movimento operaio e naturalmente poi venticinque aprile lo spero
Ci ritroveremo in tanti come sempre ogni anno a piazza Duomo a Milano a ricordare nella maniera più giusta solenne possibile il sessantesimo della Liberazione di Milano e quindi del paese
E anch'io penso che sia particolarmente
Bello che tutto questo avvenga in una cornice di di lavoro unità
Unitario tra CGIL CISL UIL unitario
L'intesa con le forze sociali e politiche della cultura delle istituzioni delle università con gli studiosi perché non c'è dubbio che questo patrimonio non appartiene a una parte
Questo è un patrimonio condiviso vale per i cittadini italiani vale per le grandi forze sociali per il mondo della cultura e per le grandi e dovrebbe valere per le forze politiche del nostro Paese
D'altra parte che si tratti di un passaggio molto importante lo dicono tutti gli studi le riflessioni che sono state fatte su questo ciclo di lotta che a partire dal quarantatré arriva fino a Liberazione del Paese
Anche se già prima qualche qualche fattore non episodico di lotta di resistenza in molti cuochi di lavoro contro la guerra fu già approvata in questa o quella parte di tali
Io non voglio aggiungere nulla le cose che già si conoscono se non fare solo qualche osservazione
La prima noi di quella storia sappiamo soprattutto quella parte importante che riguarda le grandi lotte operaie di Milano di Torino e di Genova
Che naturalmente sono stati oggetto di uno studio di un'attenzione particolarmente forte perché eravamo in presenza di grandi insediamenti operaio organizzati laboratori meccanici lavoratori chimici di decine di migliaia di lavoratori che contemporaneamente bloccarono la produzione scesero in piazza fecero manifestazioni e nella forza dei numeri e della loro unità determinarono effettivamente il nerbo di quella di quella resiste
Ma c'è da dire che non solo non si limitò
A queste tre grandi città della presenza dei insediamenti industriali
Ma che fu una lotta che sia pure con gradazioni diverse e tempi diversi a riguardo molti altri settori e molti altri nuclei di lavoratori impegnati esattamente nella stessa la stessa battaglia
Se voi andate a Firenze alla stazione troverete davanti un cippo
Che ricorda il contributo che i ferrovieri fiorentini fecero cercando di salvare molti fiorentini ebrei dalla deportazione
Furono deportati anche questi ferrovieri e pagarono
Cito a loro per non citarli tutti e pagarono quindi con i loro sacrifici un atto di straordinaria attenzione nei confronti di questo aspetto particolarmente ripugnante
Di quella fase storica e politica
Se si va alla Storta dove ogni anno ricordiamo Bruno Buozzi lo diceva prima Foccillo nella lapide compaiono dei nomi e sotto c'è scritto tipografia due lavoratori delle tipografie dove si stampavano clandestinamente
I giornali del sindacato delle forze politiche antifasciste
Che furono incarcerati e torturati abbia tasso presi dai nazisti in fuga e poi trucidati insieme con Bruno Buozzi alla storia
Ho già detto dei tranvieri di Milano la stessa cosa potrei dirle per i braccianti per i testi abbiamo tanti tanti episodi
Taluni di questo anche molto molto curioso
Lo voglio ricordare per dare anche il senso di umanità che in quella tragedia straordinaria epopea collettiva molti vissero
Quando mi è capitato di andare l'anno scorso a Como non attivo organizzato rito dall'accidia Canale lavoro non so se fosse unitario però erano stati invitati anche rappresentanti della CISL e della UIL
Parlo una lavoratrice tessile di una fabbrica del comasco
Che fu deportata Matavz dopo gli scioperi nelle fabbriche tessili del Comasco credo nel quarantaquattro
Questa signora le capelli bianchi sguardo molto forte
Allora credo avesse diciotto anni
E lei ha ricordato
Come quando fu messa su questi treni insieme alla sua compagna di lavoro era anche contenta
Perché siccome le avevano detto
Che andava per un po'a lavorare in Germania era contenta di vedere delle terre che non aveva mai visto e si immaginava di andare a lavorare che partiva sia pure tra la paura dell'ignoto partiva con la curiosità di scoprire nuove terre
E si trova mattatore per fortuna fu tra le poche sopravvissute di quel di quel viaggio
Sappiamo anche di quella Cipro diciotto come Mammano si trasformassero nel tempo
Come inizialmente erano scioperi evidentemente nati sulla base di esigenze rivendicativa immediata in modo particolare il salario lavoratori che non ce la facevano più il pane era la rivendicazione proprio così i salari stanca
E poi gli orari e poi turni disagiati
Nacque cioè sulla base di spinte sindacali
In termini tradizionale
E poi man mano acquistò invece politicizzazione
E lo si vede nel passaggio in modo particolare tra la fine del quarantadue i primi scioperi e quarantatré quelle che si hanno nell'autunno del quarantatré fino ad arrivare a quelli del quarantaquattro
Non c'è più soltanto pane salario comincia ad apparire la parola pace la parola fine della guerra fine dei bombardamenti
E poi naturalmente fino ai giorni dell'aprile del quarantacinque dove le parole d'ordine
Sciopero insurrezionale libertà democrazia diventano il collante di quella straordinaria forma
Forma di lotta
Questo vuol dire che ci fu un'evoluzione di quelle lotte e che naturalmente dove le lotte ebbero per ragioni legate alla presenza dell'occupazione
Nazista e poi della presenza della repubblica di Salò fu più forte il contenuto politico di quella vicenda sindacale
Non a caso
Tutta quella parte d'Italia che fu liberata
Sostanzialmente nella primavera del quarantacinque
Fu anche quella che maturò la più forte politicizzazione dell'azione sindacale e dalla lotta del mondo del lavoro perché aveva alle spalle a differenza del resto dell'Italia
Due inverni in cui si consumo non solo la grande tragedia che risponde a tutti i nomi che conosciamo denso per ultimo a Marzabotto
Alle Fosse Ardeatine Roma a Sant'Anna di Stazzema in Toscana le altre che potrei aggiungere ma anche una condizione nei luoghi di lavoro che via via diventava sempre più difficile
Perché di fronte all'Italia che veniva liberata la repressione e l'ordine la restaurazione nei luoghi di lavoro incontrava una resistenza operaia sempre più forte e sempre più determinato
Per questo e qui sta secondo me il punto diciamo più importante di questa rievocazione di oggi attraverso questa azione di lotta di impegno di sacrificio
Sostanzialmente nascono insieme
Il sindacato dell'Italia moderna dell'Italia repubblicana dell'Italia democratica e contemporaneamente la Costituzione repubblicana in cui come giustamente ricordava il professor Peppe il termine del lavoro a un riferimento così importante e così alto
In altri termini
Io sono convinto
E se non ci fosse stato
Questa fase straordinaria
Nell'esistenza del mondo del lavoro di lotta del mondo del lavoro di sacrificio del mondo di lavoro
Non avremmo avuto il sindacato che poi avremmo avuto e non avremmo avuto quella Costituzione dai suoi contenuti e dai suoi significati non a caso
Nelle altre costituzioni europee voi non troverete un articolo uno che dice la Repubblica è fondata sul lavoro
Quelle lotte quel sacrificio
Quella straordinaria epopea di persone che si ribellarono prima le condizioni del lavoro poi nel nome della pace della democrazia e dei diritti di chi lavora diventò il fondante il collante il valore
Costitutivo fondativo attraverso la costituzione della nostra Repubblica e della nostra vita collettivi
Questo fu possibile
Perché
Attraverso la resistenza
L'Italia non solo fu liberata
Ma contemporaneamente sì libero qui c'è il grande valore della Resistenza
La distanza che passa o sarebbe passato
Tra la storia di un Paese in cui la democrazia e la libertà
Fosse stata portata soltanto dall'esterno dalle forze
Dell'alleanza che ci portarono la vittoria in guerra rispetto a un Paese che passivamente
Avrebbe finito per raccogliere questo processo di democrazia e di liberazione
E invece un Paese che sia pure diviso sia pure per una parte consistente ma non tutto sia pure con le difficoltà che sappiamo volle con la resistenza armata come lotta del mondo del lavoro con la resistenza civile di tante persone testimoniare un protagonismo in questo processo di liberazione del Paese
Avremmo avuto un'altra storia avremmo avuto un'altra Costituzione avremmo avuto un'altra Italia ed è per questo che quella vicenda del mondo del lavoro potere a vere poi quegli effetti
Perché così come la Resistenza fu il fenomeno che aiutò l'Italia liberarsi anche parzialmente
Per mano propria di quella resistenza il mondo del lavoro fu una delle parti fondamentali e più
Rilevante
Ed è allora riflettendo su questo passaggio che a me sembra
Non solo scontato ma anche elementari nella nel suo significato di fondo
Che davvero se ci si riflette bene si fa fatica
A comprendere
Il senso compiuto di tutti quei tentativi impliciti ed espliciti finanziari o politici mediatici o di altro tipo
Con cui si intende ogni tanto ma in questa fase sempre più spesso provare ad oscurare questa verità
Perché al due
Che cosa si vuole oscurare
Che cosa si vuole rimuovere
Se la storia della Resistenza e per quello che ci riguarda
La storia del processo di liberazione che lavoratori misero in campo e quella che abbiamo assieme nella giornata di oggi definito che cosa si intende rimuovere
Anche sul versante delle forze più conservatrici mi verrebbe da dire
Ma che idea d Italia come patria resterebbe se si rimuovesse
La lotta di liberazione di resistenza il sacrificio di tanti militari per la democrazia e per la libertà
Su quale valore anche un'idea di patria forte
Potrebbe avvenire oggi un fondamento sì sì rimuovesse la lotta di liberazione dell'esistenza e la Costituzione
Per non parlare naturalmente di quale idea di democrazia si potrebbe avere
Rimuovendo quella storia i suoi protagonisti la sua straordinaria anche complesse spesso dura ragione il professor Ardigò
Confronto civile politico interno alle forze del movimento di liberazione che segnarono
L'Italia di allora
Ecco perché allora mi convinco e non credo di sbagliarmi su questo voglio chiudere questo questo nostro giornata l'incontro davvero sono convinto che si tratta di uno sforzo tanto visibile tanto palese
Quanto di uno sforzo secondo me destinato a non produrre risultati
Destinato hanno un costruire nulla
Perché al dunque quando vuoi rimuovere e contemporaneamente non sei in condizione di ricostruire un sistema di valori altrettanto forte di quello che sbagliando vuole muovere è un'operazione
Che al dunque sì poi terminerà un fallimento
Ma ciò detto non per questo è meno pericoloso perché la cosa che deve secondo me farci molto attenti non è quella solo dell'operazione di rimozione che per le cose che ho detto secondo me non incontrerà ne può incontrare né un successone a venire una sua valori di fondo
Ma temo di più l'altra cosa quello che subdolamente in realtà finisce per nascondersi dietro questa rimozione
E dell'oblio della memoria ed è il disincanto
E l'idea al tentativo di mettere in disparte questa storia di non insegnarla di non trasmetterla di non considerarla di falsificare i dati non assume le di non parlarne
Qui vedo davvero il rischio più forte
La rimozione operata attraverso un oblio della memoria voluto e ricercato
Ed è per questo che io credo che iniziative come queste quelle che abbiamo nei prossimi giorni e le tante a cui io spero che istituzioni forze politiche delle altre forze sociali possono mettere mano servono esattamente a sventare questo rischio e questo per una coltre di oblio su una pagina la nostra storia senza la quale tutto il senso di quello che facciamo collettivamente e individualmente
Finirebbe per a vere la fine di ogni senso
Nell'ultimo incontro con il governo
Il Presidente del Consiglio e la cosa è stata riportata dai giornali
Quando noi abbiamo prospettato le difficoltà che vedevamo
Tra i lavoratori in crisi ci ha suggerito di smetterla di frequentare lavoratori in cassa integrazione e di guardare di più la televisione di notte
Allora vedete
Ora senza forzature polemiche ma
Se noi questo suggerimento
Lo avessimo dovuto applicare la storia di cui abbiamo parlato avremmo finito per mediare
Quel processo di altro liberazione che ha fondato la nostra Repubblica e valori per la nostra Costituzione e quindi io penso che abbiamo fatto bene a dirgli qui a ripeterli
E non è così che si devono concepire non solo le funzioni delle grandi rappresentanze sociali ma non pone anche loro avere questa idea del paese dei suoi protagonisti e soprattutto dei suoi visti
Grazie a tutti i relatori a voi buona sera