Un volume curato da Chiara Daniele per gli Annali di Carocci, e occasione di un dibattito che si è svolto questo pomeriggio a Milano, raccoglie la documentazione inedita di tale attività, attinta dagli Archivi del PCI, del Comintern, della Fondazione Gramsci, della Casa editrice Einaudi, della Wren Library di Cambridge (carte Sraffa), della Fondazione Feltrinelli, della Fondazione Gobetti e dagli Archivi … di Stato.
I documenti sono preceduti da un saggio introduttivo di Giuseppe Vacca che ricorda che Togliatti attivò il Comintern perché i Quaderni del carcere fossero recuperati (probabilmente con una trattativa fra il governo sovietico e quello di Mussolini) e portati a Mosca presso i suoi archivi.
L’iniziativa contravveniva la volontà del fondatore del Pci che invece avrebbe voluto destinarli alla moglie Giulia.
Per decidere dell’eredità letteraria di Gramsci il Comintern istituì una commissione, di cui Togliatti fu il dominus.
Affidatagli la pubblicazione delle Lettere e dei Quaderni, questi cominciò a lavorarci alla fine del ’39 e poco prima del suo rientro in Italia, nel marzo del 1944, la scelta delle lettere, che con la pubblicazione da Einaudi nel 1947 costituì il primo volume delle Opere di Antonio Gramsci, era già fatta.
Sostanzialmente definito era anche il piano editoriale dei Quaderni, che furono pubblicati da Einaudi, in sei volumi, dal 1948 al 1951.
Poco dopo fu avviata la pubblicazione degli scritti precedenti l’arresto e una edizione completa delle Lettere, uscita nel 1965.
Nel ’56 venne decisa l’edizione cronologica dei Quaderni, che vide la luce nel 1975.
Queste vicende editoriali furono alla base di un capitolo fondamentale di storia della cultura italiana, legato alla diffusione e all’influenza del pensiero di Gramsci fra il 1947 e il 1964.
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