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Ai giovani delle Acli, Francesco Rutelli illustra la sua opinione per uscire dalla crisi in cui versa la sinistra e coglie l'occasione per ritornare sul conflitto d'interessiAssisi, 10 febbraio 2002 - Il leader dell' Ulivo, Francesco Rutelli interviene al congresso dei giovani delle Acli, rispondendo alle loro domande relative alla situazione all'interno del centrosinistra, al ruolo dei sindacati, alla condotta del governo in carica.Il travaglio del sindacato"Sarebbe sbagliato se i partiti dicessero ai sindacati che cosa devono fare".
Esordisce Rutelli replicando alla prima domanda di uno … studente.
Il sindacato merita comunque "grande rispetto per il travaglio" di questi giorni di discussione sull'articolo 18.
"Il Governo - aggiunge Rutelli - sta facendo passare la filosofia che si possa fare a meno del sindacato".
Si tratta di una convinzione "sbagliatissima perché i sindacati hanno fatto tanto per il risanamento del Paese in questi anni e perché chi si illude di risolvere da solo le questioni del lavoro rischia di essere spazzato via".Proporre ideeDa un altro studente arriva il consiglio di "stare con Nanni", riferendosi a Moretti.
"Tutte le critiche vanno rispettate - risponde Rutelli - ma più che dare sberle, occorre proporre idee".Stare insieme sui progettiPer il futuro del centrosinistra, per il leader dell'Ulivo mette a disposizione la sua esperienza come sindaco di Roma: "Eravamo una maggioranza larga, e stavamo insieme su un progetto chiaro per la città.
Al centrosinistra serve la stessa cosa: un progetto per il Paese basato sulla chiarezza".
Un progetto che deve però sfociare in "una sintesi, che è sempre possibile, tra radicalità e moderazione, allo scopo di dare un nuovo sogno ai cittadini".Il populismo della destraSenza nominarlo, Rutelli esprime la sua opinione sul presidente del Consiglio: "Non credo che per un paese democratico la soluzione migliore sia di far fare politica al più ricco di tutti".Inoltre bisognerebbe indagare "se queste grandi fortune sono fatte al di fuori della politica o sono il frutto di lunghe attese nei corridoi della politica"."L'Italia - conclude Rutelli - si accorgerà presto che il presidenzialismo inteso come populismo plebiscitario non è la soluzione ideale, così come non lo è quella di concentrare anche il potere politico su chi ha già quello economico e mediatico".
Esordisce Rutelli replicando alla prima domanda di uno … studente.
Il sindacato merita comunque "grande rispetto per il travaglio" di questi giorni di discussione sull'articolo 18.
"Il Governo - aggiunge Rutelli - sta facendo passare la filosofia che si possa fare a meno del sindacato".
Si tratta di una convinzione "sbagliatissima perché i sindacati hanno fatto tanto per il risanamento del Paese in questi anni e perché chi si illude di risolvere da solo le questioni del lavoro rischia di essere spazzato via".Proporre ideeDa un altro studente arriva il consiglio di "stare con Nanni", riferendosi a Moretti.
"Tutte le critiche vanno rispettate - risponde Rutelli - ma più che dare sberle, occorre proporre idee".Stare insieme sui progettiPer il futuro del centrosinistra, per il leader dell'Ulivo mette a disposizione la sua esperienza come sindaco di Roma: "Eravamo una maggioranza larga, e stavamo insieme su un progetto chiaro per la città.
Al centrosinistra serve la stessa cosa: un progetto per il Paese basato sulla chiarezza".
Un progetto che deve però sfociare in "una sintesi, che è sempre possibile, tra radicalità e moderazione, allo scopo di dare un nuovo sogno ai cittadini".Il populismo della destraSenza nominarlo, Rutelli esprime la sua opinione sul presidente del Consiglio: "Non credo che per un paese democratico la soluzione migliore sia di far fare politica al più ricco di tutti".Inoltre bisognerebbe indagare "se queste grandi fortune sono fatte al di fuori della politica o sono il frutto di lunghe attese nei corridoi della politica"."L'Italia - conclude Rutelli - si accorgerà presto che il presidenzialismo inteso come populismo plebiscitario non è la soluzione ideale, così come non lo è quella di concentrare anche il potere politico su chi ha già quello economico e mediatico".
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