"Sviluppo o declino: come riparte il motore?" - nell'ambito della 25ª edizione del Meeting di Rimini dal titolo "Il nostro progresso non consiste nel presumere di essere arrivati, ma nel tendere continuamente alla meta" organizzato da Comunione e Liberazione (presso l'Auditorium della Fiera di Rimini, dal 22 al 28 agosto 2004)

Buongiorno a tutti
Cominciamo questo quest'incontro dal titolo Sviluppo o declino come riparte il motore
Che è uno dei
Grandi dibattiti che si stanno svolgendo in questo Paese
Facendo una premessa che noi non interessa sapere se e declino davvero sviluppo davvero ci interessa capire innanzitutto qual è la situazione
Una situazione che sicuramente presenza più di un profilo di preoccupazione
E dall'altra a cercare di capire su cosa puntare per uscire da questa situazione
Io in apertura volevo fare soltanto due considerazioni
Sulla situazione della nostra economia
Ci sono stati ci sono due grandi
Dati di fatto perché tali sono
Che
Bisogna io credo avere chiari senza volere fare un'analisi dettagliata perché tanto non è questo lo scopo di questo incontro
Il primo
è un dato che traggo dall'ultimo libro
Che hanno fatto insieme
Enrico letta e Pierluigi Bersani dopo aver fatto questo loro viaggio nell'Italia dei distretti
E c'è un'affermazione che dice eravamo un Paese grande in un mondo piccolo adesso siamo un mondo medio piccolo in un mondo grande
E questo evidentemente il primo dato di fatto che ci siano nuovi paesi e nuove economie che emergono sulla scena mondiale
è un dato ineluttabile è un dato di fatto c'è
Che in questi Paesi per citarne due si chiamino Cina
Stamattina c'è stato un dibattito su questo
O India che sono due Paesi che insieme contano praticamente metà della popolazione dell'intero pianeta non è un dato irrilevante
Nemmeno ci si può scandalizzare che Paesi come questi
Chiedano
Che venga accresciuto il loro benessere
Di poter vivere
Il secondo dato di fatto
E che sicuramente l'introduzione dell'euro
Ha tolto a molte delle nostre imprese
L'unico fattore su cui puntavano per competere che era la svalutazione della lira che le consentiva di praticare dei prezzi competitivi sui mercati internazionali
Anche qui vorrei fare però nota bene
Nel nostro ci accodiamo
Nella schiera di quelli che hanno demonizzato l'introduzione dell'euro anche perché essendo gente abituata a guardare i fatti
E non alle ideologia
Ci chiediamo che cosa sarebbe successo in Italia
Se dopo i casi Cirio e Parmalat noi avessimo avuto la lire non lei euro
Probabilmente invece di essere una situazione come dicono molti a rischio Argentina forse saremmo già argentina
E quindi guardiamo con realismo questi fatti
Sfatiamo anche un altro mito ideologico di qualche economista quando dicono che in Italia ci sono troppe
Piccole in prese
Non è che ci sono troppe piccole imprese e che semmai ce ne sono poche delle grandi d'altra parte se abbiamo un sistema come vedremo anche nei prossimi giorni
Che è di fatto impedisce alle piccole
Di diventare i media le medie di diventare grandi poi non è che ci possiamo lamentare questo questo ad esempio avremmo un dibattito credo interessante
Sullo sul ruolo degli antitrust
Oggi abbiamo chiamato a discutere
Un quattro quattro amici
E te ne eterogenei eterogenei come
Come formazione come provenienza culturale come professione
E anche come evidentemente impegno diretto meno in politica
E li presento brevemente prima di dire le domande che rivolgiamo a loro
Lì di
Di nominerò secondo l'ordine degli interventi che ci siamo dati per oggi
Innanzitutto il professore Alberto Quadrio Curzio
Che preside di Scienze politiche presso l'Università Cattolica di Milano ed è un economista che si è occupato molto di distretti di innovazione e l'internazionalizzazione
E con il quale c'è anche una grande consonanza di veduta di vedute sia da un punto di vista culturale sul quale magari su questo gli chiedo di fare qualche accenno visto anche il suo ruolo di docente universitario
Di di inquadramento anche più ampio anche sui principi su cui ci si muove
E una grande consonanza anche un lavoro comune che cominciato del quale gli siamo veramente grati perché ci aiuta a riflettere sulla nostra esperienza
E per noi questa è cultura la cultura e la riflessione su un'esperienza non un'ideologia
Il secondo
Nostro amico che non ha bisogno di presentazioni perché tutti
Sanno chi è è il dottor Cesare Romiti
Del quale tutti ricordiamo un intervento di pochi anni fa al Meeting in cui fece un richiamo e sollevò un dibattito in Italia sull'equità intergenerazionale
Che presidente onorario di RCS MediaGroup dopo essere stato per tanti anni
Alla guida della più grande industria italiana cioè la FIAT
E che fra le altre cose
Fra le tante cose anche il presidente dell'associazione Italia-Cina quindi è un osservatore privilegiato di queste situazioni nuove che affrontiamo
L'altro nostro amico qui presente
Non so onorevole professore
Renato Brunetta che europarlamentare di Forza Italia
Economista del lavoro
Che già intervenuto diverse volte ai nostri dibattiti e che apprezziamo anche per la capacità di ragionare fuori dagli schemi soliti anche con provocazioni che poi diventano spunti di riflessione
E da ultimo Enrico letta
Che euro parlamentare lascerà il Parlamento italiano dal fatto speriamo non lascia anche l'intergruppo della sussidiarietà di cui uno dei fondatori
E che
Tanto non è un mistero per nessuno più di una volta sul giornale abbiam detto essere nostro amico e lo è
Ora brevemente le domande
Che facciamo ai nostri nostri amici e sono queste
Molto generali in modo che si possa possono anche dialogare tra loro
Come si fa ad aiutare la nostra economia riprendersi cioè da dove ripartiamo come riparte il motore su cosa puntiamo
Capitale umano ricerche innovazione internazionalizzazione una finanza che sia realmente al servizio dell'impresa distretti
Su cosa puntiamo
E secondo
Quali politiche servono a vostro avviso
Per le imprese per le imprese in questa situazione che non è quella di nemmeno di pochi anni fa
E come destinare in modo efficace le poche risorse a disposizione perché fossimo in un periodo di vacche grasse forse non faremo neanche questo dibattito
Ma le risorse che ci sono sono quelle che sono e quindi occorre fare
Politiche io credo da una parte selettive riguardo ai fini e dall'altra molto universalistiche però riguardo alla platea dei possibili utenti
E come favorire questo è un dibattito che già uscito anche nei mesi scorsi in queste ultime settimane anche qui al Meeting
Chi crea ha realmente ricchezza
E non chi vive di rendita
Perché in una situazione come questa a nostro avviso occorre premiare chi impegna chi chi si impegna chi lavora
E non appunto chi pensa di mantenere il vecchio vivendo di rendita cioè quelli che noi chiamiamo massimalisti
Professor Quadrio Curzio
Bene
Intanto cogliendo proprio lo spunto che mi dava Vignali su una riflessione carattere più generale vorrei esprimere la mia grande soddisfazione per essere stato invitato oggi uno dei giorni del venticinquesimo anniversario del meeting
E proprio in relazione a questo vorrei partire con due paradigmi
Un paradigma che oserei definire etico fatto di tre componenti gli ideali l'identità e l'innovazione
Si tratta di te elementi del paradigma assolutamente non contraddittori identità ideali innovazione e un secondo paradigma che a mio avviso ha molto caratterizzato l'attività del meeting in questi venticinque anni e lo definisco paradigma politico in questo caso in modo riduttivo
è il paradigma sussidiarietà solidarietà e sviluppo questo secondo paradigma a mio avviso rappresenta un paradigma Coluccia male per lo sviluppo del nostro Paese nel ventunesimo secolo
E dico subito che la sua
Comprensione e la sua attuazione
Ci porterebbe fuori da quelle secche della contrapposizione che semplifico tra socialdemocrazia da una parte e liberismo anglosassone dall'altra che non rappresentano il vero DNA del nostro Paese rappresenteranno il DNA di qualche altro Paese ma non dal nostro
A questi due paradigmi mi soffermerò soprattutto sul secondo ne aggiungerò un terzo di natura più applicativa lo definisco paradigma economico o addirittura paradigma economico industriale
Io credo che una scelta importante per il nostro Paese sia ricombinare pilastri cioè grandi imprese distretti sinonimo di piccole e medie imprese usando come elemento connettivo una nuova tipologia che sono i laboratorio
E anche su questo
In questi giorni ci stanno dando degli esempi perché ho visitato proprio ieri questa bellissima mostra capitale umano tecnologie innovazione che dimostra che cosa voglia dire in pratica laboratorio al di là degli enunciati che i professori universitari come me possono fare
E d'altra parte mi pare che proprio il motivi ispiratori del Meeting il nostro progresso non consiste nel presumere di essere arrivati ma nel tendere continuamente alla meta ci rimanda ad un tempo al passato e al futuro passato e futuro quindi due brevi considerazioni sul passato italiano perché diversamente io credo che si fa fatica a capire quale possa essere la nostra traiettoria futura io credo che l'Italia nel periodo post bellico che è stato complessivamente un periodo di straordinari successi abbia vissuto continuamente tra miracoli ed errori
Il miracolo è una e il vento che non dovrebbe rientrare nelle fattispecie dell'economia e della politica e tuttavia spesso si parla nel caso italiano di miracoli ma anche di arrosto
Abbiamo avuto il primo periodo straordinario fino al mille novecentosettantadue con la ricostruzione la costituzionalizzazione e l'aggancio formidabile all'Europa
In questi giorni ricorre la celebrazione di Alcide De Gasperi che con Einaudi fu veramente l'artefice del nostro aggancio irreversibile all'Europa irreversibile
Ma furono
Ma furono anche anni di alcuni gravi errori e io ne indico due un eccesso di estensione dello Stato imprenditore non tutto lo stato fu imprenditori in modo erroneo perché talune iniziative furono straordinarie
E io credo un grave errore nelle politiche di sviluppo del Mezzogiorno che invece di colmare il divario Nord Sud hanno teso ad accentuare M il divario Nord Sud
Dunque miracoli ed errori
Il secondo periodo settantadue novantadue
Tra l'altro cifrato da degli eventi internazionali importantissimi nel settantadue finisce il dominio del dollaro sui mercati internazionali e nel novantadue si firma il Trattato dell'Unione Europea
Fu anch'esso caratterizzato da miracoli ed errori oggi come oggi si dice che sono stati solo errori non è vero ci sono stati anche dei miracoli apporto te le capacità dei governi e delle capacità di personalità
Miracolo full europeismo costante sicuro dell'Italia badate che in quel periodo l'Italia continuo a essere un Paese federatore
Che giunse alla firma dell'Atto unico europeo con un grande apporto per l'Atto unico europeo stesso
E la seconda componente miracolosa nel senso scusate profano con cui uso questo termine ma penso che voi intenderete fu quella delle piccole e medie imprese e dei distretti industriali
Nate spontaneamente nate dalla volontà di fare di tanti piccoli imprenditori
Che hanno a mio avviso ha rappresentato la compensazione in quel momento drammatico dell'industria italiana
Delle difficoltà della grande impresa e addirittura dell'uscita della grande impresa da alcuni settori cruciali come la chimica e l'elettronica
Ahimè queste piccole e medie imprese spesso furono osteggiate furono considerate espressione del sommerso voi dell'evasione
Non godettero ma in quel periodo di grande prestigio eppure senza di loro non avremmo avuto quel surplus di bilancia commerciale che hanno consentito al nostro Paese nelle grandi difficoltà di quel ventennio di sopravvivere
Alla competizione internazionale a delle svalutazioni che se da un lato favorivano il nostro export dall'altro ci importavano una grande quantità di inflazione
Gli errori in quel periodo furono l'ho già detto inflazione finanza pubblica fuori controllo un'estensione eccessiva dello stato sociale e io credo anche un eccesso di sindacalismo debordante sotto tutti i profili
Arriviamo alloggi arriviamo agli ultimi dodici anni novantadue due mila quattro due scansioni europea ancora trattato di Maastricht costituzione europea
E anche qui bisogna dire che l'Italia non ha mai mollato l'aggancio europeo che è una costante di questa nostra storia e che non è solamente una scelta politica mai una scelta ideale una grande scelta ideale
Ebbene siamo riusciti in quel periodo a fare un risanamento macro finanziario adeguato ma non completo
E lo Stato si è ritirato gradualmente dall'economia ma ahimè in questi ultimi dieci anni il rallentamento della crescita è stato impressionante
Il nostro Paese che marciava negli anni Settanta al tre per cento di crescita annua e negli anni precedenti al cinque al sei per cento è andato gradualmente scendendo verso l'uno per cento
Oggi si pensa che un due per cento di crescita annua sia un risultato straordinario se avessimo fatto questa affermazione negli anni Cinquanta saremmo stati considerati probabilmente degli incompetenti
Arrivo dunque alla domanda di Vignali come ripartire come far crescere il sistema
Io sono un grande sostenitore del principio di sussidiarietà e sono convinto che i principi trovino delle loro applicazioni se sono chiari ebbene noi ci stiamo dibattendo oggi tra due forme di sussidiarietà e dobbiamo chiederci se siamo in grado di attuare
Tutte le riforme sussidiarie oggi allo stesso momento
Ebbene io credo che tra una scelta di un'accentuazione della sussidiarietà verticale
Attraverso una più forte enfasi sulle forme di federalismo per la quale abbiamo già fatto una scelta nel due mila uno è una più forte Scelta di sussidiarietà orizzontale
Che vuol dire riconoscere e promuovere le specifiche autonomie delle istituzioni che producono beni pubblici della società che produce beni sociali che non sono beni privati
Ed è il mercato che produce beni economici ebbene io credo che noi dobbiamo avere il coraggio in questo momento di enfatizzare di più la scelta della sussidiarietà orizzontale
Ripartendo adeguatamente tra istituzioni società e mercato chi deve fare che cosa
Io spesso uso un sinonimo di liberale esimo sociale come espressione della sussidiarietà orizzontale
Che porta a riconoscere delle Autonomie naturali
Della società del mercato e delle istituzioni purtroppo in Italia istituzioni e mercato hanno schiacciato eccessivamente la società che deve essere invece promossa anche nella produzione di beni sociali che le istituzioni non sanno più produrre e che producono con minore efficienza
Quindi noi dobbiamo saper fare questa scelta
Perché non possiamo fare tutto nello stesso momento in un momento successivo riprenderemo altri discorsi e questo per me è uno dei primi punti delle scelte politiche del futuro se le vogliamo fare tutte non riusciremo a fare niente
La seconda scelta che a mio avviso dobbiamo fare e vengo alla parte ultima del mio paradigma quello che ho denominato il paradigma economico pilastri distretti laboratori
Che appunto un paradigma molto concreto molto applicativo
E di metterci chiaramente in testa
Che il fulcro dell'attività manifatturiera italiana che ha garantito il surplus dei nostri export e per il quale vale ancora la nostra competitività sono le piccole e medie imprese
Dirò subito che io apprezzo molto le grandi imprese le ritengo indispensabili ma dobbiamo avere esatta cognizione dei fatti
Dei cinque milioni di addetti al manifatturiero italiano
Il settanta per cento circa tre virgola cinque milioni di addetti e nelle piccole e medie imprese tipiche del cosiddetto made in Italy meccanica leggera arredo casa alimentare e quant'altro dobbiamo avere contezza di questo il surplus commerciale di questi settori che notate anche compensato ahimè e me ne rammarico la crescita dell'Italia dalla chimica dalla Elettronica e quello che ci ha consentito di compensare soprattutto un enorme deficit energetico
Causato da tante scelte alcune delle quali credo anche molto sbagliato
E come diceva Vignali prima oggi queste piccole e medie imprese non hanno più la possibilità di riguadagnare competitività attraverso le sue valutazioni
Valutazioni qualcuno le chiama svalutazioni competitive ebbene io non le chiamo così io le chiamo svalutazioni compensative che è un'altra cosa perché compensative
Perché se noi andiamo a vedere le graduatorie delle inefficienze italiane rispetto a quelle di altri Paesi ci accorgiamo che le svalutazioni compensavano delle inefficienze
Non erano quindi delle svalutazioni competitive ma compensative
Basti dire che in una delle più recenti indagini sulle inefficienze dei sistemi Paese
L'Italia si posiziona ancora debbo dire che la graduatoria risale a due anni fa quindi posso pensare che nel due mila tre nel due mila quattro ci siano stati dei meravigliosi passi in avanti me lo auguro
Per la burocrazia su quarantasei Paesi eravamo oltre il quarantesimo posto per efficienza ovvero per inefficienza
Imposizione fiscale sulle imprese oltre il quarantesimo posto
Manutenzione e sviluppo delle infrastrutture oltre il quarantesimo posto su quarantasei
Costo dell'energia elettrica per l'impresa e circa al quarantesimo posto credito circa al trentacinquesimo posto ecco perché io parlo di svaluta azioni compensative e non competitive e questo mi dà modo di indicare una seconda in linea di movimento l'Italia ha bisogno di guadagnare efficienza
Non spendendo più soldi ma spendendo meglio i quattrini che ha a disposizione
L'efficienza è una categoria essenziale non si può rinunciare non si tratta di spendere di più si tratta di far funzionare soprattutto la macchina amministrativa
Terza ed ultima osservazione sono comparsi sulla scena internazionale dei competitori potentissimi
Avremo modo di sentire soprattutto dalle parole del dottor Romiti la questione della Cina io nonno
Una posizione precisa constato che è un competitore di una potenza spaventosa vi do un dato
Nel mille e novecento novantasei il deficit commerciale dell'Italia rispetto alla Cina era di circa un miliardo di euro quindi noi eravamo importatori netti rispetto alla Cina
Nel due mila tre è di sei miliardi di euro sei miliardi di euro sono passati sette anni
è un cambiamento radicale
Nell'Unione Europea prendendo il quindici prodotti principali del così detto made in Italy
La quota italiana dell'import dell'Unione Europea quindici nel mille novecentonovanta vera per quei quindici prodotti del ventitré per cento
Noi occupavamo dunque il ventitré per cento dell'importo dell'Unione Europea per quei quindici prodotti adesso occupiamo il tredici per cento la Cina è passata dal tre per cento al dodici per cento
Con questo io non sto esprimendo un giudizio sto cifra andò una situazione
La quale dice che l'Italia si trova in questo momento compressa da due situazioni non può più svalutare
A un competitore formidabile in quei segmenti di prodotto dove era stata più forti in passato quindi la taglia ha bisogno di una scelta radicale
E questa scelta radicale io la vedo nella innovazione
Fare innovazione non è una cosa semplice ci vogliono quattrini e ci vuole capitale umano ci vogliono risorse umane le risorse umane sono lente a formarsi ma sono il valore maggiore
Quindi la filiera dell'innovazione italiana deve essere tutta messa in ordine partendo dalla formazione non spaventando sì di affermazioni che possono portare a tempi lunghi
Nell'attesa che la filiera vada a regime dalla formazione all'innovazione bisogna fare alcune scelte i media
E queste scelte immediate io le vedo in una più forte più stretta collaborazione
Tra i pilastri industriali che per la verità in Italia sono rimasti pochi pensate che sopra i dieci miliardi di euro di fatturato nel manifatturiero nei servizi a rete abbiamo quattro imprese
E da zero cinque a sopra i dieci miliardi di euro abbiamo in tutto cento quindici imprese
Di fatturato quindi siamo rimasti veramente con delle piccole numericamente entità una forte collaborazione tra le grandi imprese i pilastri che hanno ancora una grandissima capacità di ricerca
Le piccole e medie imprese distretti dove la ricerca spontanee straordinaria
Ma AM è fatta dagli inventori e non si materializza spesso nell'invenzione quando l'inventore ha prodotto la sua invenzione ma lui scompare
Questi invenzione spesso scompare con l'inventore la capacità creativa di quella persona che crea l'invenzione ma non è laboratorio in cui puoi Luís la oggettiva la lasci in eredità
E questo a mio avviso è un punto cruciale bisogna valorizzare i laboratori dove gli inventori spontanei italiani fanno confluire le loro intenzioni e costituiscono quindi l'accumulazione dell'invenzione stessa e sotto questo profilo io credo che anche valorizzare enti di ricerca come il CNR
Che non è affatto male
Diversamente da quanto si dice ma facendolo lavorare di più con l'impresa e come mi pare si stia cercando di fare adesso è un'ottima Scelta
Da ultimo e ho concluso bisogna naturalmente mettere le imprese in condizioni fiscali di fare la ricerca quindi la promessa gradita ma per ora che io sappia non attuata di eliminare quanto meno l'IRAP sui ricercatori
Mi pare che sia il minimo da cui partire il minimo da cui partire se non ci fosse anche non quella decisione che può darsi sia stata nel DPF mi pare che sia prevista ma parleranno qui colleghi
Colleghi tra loro e rispettati chi amici letta Brunetta di questi argomenti è difficile dare una spinta forte alla ricerca italiana
E la quale come voi tutti sapete se ci dovessimo attenere alle cifre noi siamo uno dei fanalini di coda non solo tra i paesi sviluppati ma largamente superati per esempio dalla Corea del Sud quindi da paesi che vent'anni fa erano molto più indiretto Pino
Concludo noi siamo oggettivamente in una posizione molto difficile in questo momento in Italia io credo che ogni ora ogni minuto sprecato in polemiche sia un minuto sbagliato
Dobbiamo cercare tutto ciò che unisce avere un'idea precisa di dove vogliamo andare io vi ho dato un caso esemplificativo
E soprattutto ricordare che nei momenti difficili non si può pensare di fruire o godersi un benessere accumulato dalle generazioni precedenti ma bisogna anche accettare dei sacrifici finalizzati grazie
Presidente Romiti
Io dopo aver ascoltato
La introduzione del professor Quadrio Curzio vorrei iniziare questo mio dire non voglio dire polemicamente ma quasi
E vorrei dire che in questo Paese in un momento difficile come giustamente specie nella parte finale del suo intervento la contraddistinto il professor Quadrio Curzio vorrei dire che dovremmo cominciare prima di tutto a uscire dalla dal fenomeno e dall'ampio metodologia della retorica quale noi italiani siamo maestri a fare
Abbiamo avuto per anni la retorica dell'ottimismo tutto andava bene abbiamo esaltato l'eterna vitalità di imprenditoriale degli italiani dei piccoli dei mezzi dei grandi imprenditori indipendentemente dal fatto di cercarne anche dei difetti perché i difetti insistevano
Poiché la retorica dell'ottimismo è finita
E siamo entrati nella retorica del pessimismo i temi che voi sentite che sono ricorrenti delle conversazioni nei giornali nella televisione è lì in poi l'impoverimento della nostra economia
L'impoverimento di conseguenza delle classi sociali medio-basse ed Italia cosiddetta dalle pile scariche
Cioè si è passati da una retorica
La retorica del tutto va bene a un altro tipo di retorica la retorica della unità di intenti del fare squadra come se questi tipi di retoriche poté essere effettivamente influire
Sull'andamento concreto delle cose
Ora io non è che voglia negare che non vi sia stata un'inversione di tendenza in questi ultimi anni
Però per capire bene perché quest'inversione di tendenza si è verificata anche se a grandi linee la conosciamo
Ma soprattutto per capire che cosa si deve fare bisogna studiare un pochino il problema
Questo
Questa conversazione dice che cosa dobbiamo fare per rimettere in avvio il motore ma siamo stati in grado sia migrato siamo tuttora
Sappiamo che esattamente se per me rimettere in moto il motore dobbiamo effettivamente guardare al motore doveva andare dal gommista perché ci mette a posto le le le gomme dobbiamo cambiare benzinaio dobbiamo cambiare autista
Cosa dobbiamo fare
Allora perché io possa esprimere un po'una mia opinione su questo punto
Rifarei un attimo proprio in pillole quella che è stata la storia industriale di questo Paese dalle sue delle sue e dei suoi progressi e l'attuale punto di decadimento nel quale invece ci troviamo
è indubbio che
Questo Paese nel dopoguerra
è nato soprattutto per la crescita progressiva in di di grandissima dimensione delle piccole e piccolissime imprese
Originate spesso da attività artigianali familiari secondo occupazioni ai limiti del sommerso
Poi la pratica a macchia d'olio che sta sempre più estesa della stessa economia sommersa
Terzo l'aggregazione delle realtà produttive locali e periferiche che in molti casi hanno dato vita ai cosiddetti distretti
Poi la costruzione attraversi localismo
Di intere entità macrolidi regionali come la direttrice adriatica l'Italia centrale del Nordeste che fino a pochi anni orsono hanno molti anni fa aveva un'economia di sopravvivenza
E quindi tutto questo l'insieme di tutte queste cose ha creato quello che noi italiani abbiamo chiamato come il miracolo economico
Allora detto in pillole questo è stata l'essenza di questo sviluppo
Però non si può
Pensare che questo sviluppo sia stato solo a germinazione spontanea che non ci siano stati anche interventi da parte delle delle del dello Stato da parte del della del del del del del pubblico
C'è stata infatti nella cosiddetta Prima Repubblica dalla fine della prima guerra della fine della seconda guerra mondiale fino alla fine del secolo
C'è stata una politica della mano pubblica che in parte accompagnato in questa evoluzione e in parte addirittura l'agevolata
Io non credo che l'abbia fatto qualche volta consapevole di fare queste cose ma certo la favorita il modo di comportarsi io vorrei ricordare anche perché non possiamo parlare sempre della cosiddetta Prima Repubblica come se parlassimo di un'epoca oscura del nostro tempo
Tra le azioni di accompagnamento che sono state acque avviati in questi anni
Presenterò vorrei ricordare d'applicazione senza precedenti di un sistema di scolarizzazione pubblica che è riuscita a dare coscienza i giovani e a prepararmi la loro personalità
Poi una tensione aperta e dichiarata voluttà ai valori della famiglia
A tutto ciò che la cosiddetta economia familiare intesa come organizzazione dei nuclei parentali
Rappresenta in termini di risorse patrimoniali oltre che come disponibilità di manodopera e anche come valori umani che nella famiglia sono evidentemente inseriti e ancora più diretto in tutti questi negli anni della Prima Repubblica è stato l'impegno nei settori a necessario investimento pubblico
Con e di quelle pur considerando i pro e i contro delle cosiddette partecipazioni statali
Poi c'è stato sempre in questo periodo del cosiddetto miracolo italiano infine alla fine di questo secolo
C'è stato intorno il capitolo degli incentivi e quindi una certa divisione dei compiti al pubblico erano riservati i grandi investimenti al privato lo sfruttamento di opportunità meno onerose
Altro caso intervento dello Stato e l'aver garantito una copertura dei bisogni sociali dalla sanità alle pensioni
L'istruzione financo all'occupazione che in parte ha creato anche un inevitabile substrato di inerzia nel sistema economico ma dall'altra ha soprattutto confortato
La voglia di rischiare di innumerevoli piccoli operatori che hanno avuto il coraggio di mettersi in proprio e dimettersi nel mercato
Citerà i quindi una politica dei redditi attenta molto attenta ai ceti medi
In una sorta di scambio tra coesione sociale e dilatazione della spesa pubblica
Dove a ben pensare un certo lassismo in materia fiscale in materia contributiva ha permesso anche ascese personali di massa assolutamente impensabili alla fine della guerra o pochi anni dopo che la guerra era allora la mano pubblica proprio qualche volta omettendo di intervenire
è stata parte insomma di uno sviluppo che chiamato a economia mista ha senza dubbio contribuito moltissimo prima creare quello che ho detto si chiamava si è chiamato miracolo italiano e poi lo sviluppo del paese
Quando si è interrotta questa questa questa parabola si è interrotta all'incirca alla metà degli anni novanta e poi si è dispiegata dopo la la la nella fine degli anni Novanta
I fattori scatenanti sono soprattutto due LEA ricordati anche il professor Quadrio Curzio i processi di integrazione europea e poi quelli di globalizzazione mondiale
Con Mastella e dopo Maastricht
Sono stati messi in discussione proprio quelle chiavi in quei margini di manovra su cui fino all'ora il Paese aveva coltivato la sua vitalità
Il professor Quadrio Curzio ha chiamato le valutazioni valutazioni compensative non svalutazioni competitive
Basti pensare al fatto che a Reggio istituzioni italiane in tutti i settori citati ancora dal proprio Curcio non ha corrisposto nessun elemento che potesse compensare
Subito dopo
Con un'incidenza ancora maggiore si è dispiegata la sfida competitiva a livello internazionale la globalizzazione e allora per paradosso in questo Paese l'unificazione dell'Europa di Bruxelles
E l'elenco all'introduzione dell'Euro centootto sicurezza tradotto sicurezza non solo materiale ma ciò sotto sicurezza anche nel modo di pensare che esprimerci di comportarsi invece di rafforzarla in vista del confronto a tutto campo con le economie del mondo allora credo proprio che all'avvicinarsi di questo mutamento del mondo la globalizzazione alcuni grandi competitori come la Cina
Che i nostri imprenditori piccoli e medi è anche grandi ancora non hanno non sono stati in grado di metabolizzare di capire e di affrontare vi è stato quello che il di di le della politica economica si è chiamato e si comincia a chiamare oggi si dice è un declino dopo ci troviamo in un ristagno o ci troviamo in un declino
Nel Luna delle ultime assise di Confindustria
Si è adombrata la tesi che il capitalismo italiano stia attraversando una fase di passaggio una fase certamente difficile ma dalla quale può uscire a forte e vitale e può dare un notevole contributo a questo Paese
E questo contributo questo modo di essere del imprenditoria italiana potrebbe essere un modo autonomo di poterne uscire fuori dalla crisi che attraverso e qui io vi devo dire con molta franchezza e con molta onestà e anche con molta brutalità che in merito alle condizioni di capacità autonome per riprendere la marcia verso auto io non ci credo
Non solo qualche dubbio ma non ci credo
Vale probabilmente come mozione di fiducia ci perché non si può fare un'affermazione dire esistono le capacità le potenzialità abbiamo la capacità di emergere ma non farei nulla perché queste possibili e potenziali qualità possano dispiegarsi io credo che quello che possiamo constatare oggi è che le i meriti e le qualità del sistema produttivo italiano siano soprattutto quelle di non essersi finora fatto schiacciare dalle difficoltà
E quindi che c'è una vitalità che insisteva che rimane benché è resta e resta forte
Ma e ora che smettiamo di cantare Lane con entusiasmo le sorti e le lodi del nostro modello di sviluppo che in questo momento ha cessato di vivere
Speriamo temporanee mentre dobbiamo invece considerare molto positiva la voglia della piccola impresa che ha dimostra più vitalità di continuare a vivere di continuare a Frasso sperare e a a respirare
E devo dire una cosa che probabilmente mi tirava addosso chissà quante critiche io devo dire che dobbiamo al limite consolarci del fatto che l'economia sommersa
Non solo non recede ma addirittura si espande vivaddio in questo momento è un uno dei punti importanti per il nostro Paese
Io credo che ci siano delle potenzialità alle quali non possiamo rinunciare come Paese il lavoro individuale che coinvolge più della metà degli occupati i distretti poli produttivi quando il soprattutto vestite localizzano la logica di fare impresa
Che invece di concentrarsi nell'industria si spinge anche in altri settori come per esempio lo vediamo lì nelle nostre regioni l'agriturismo il turismo culturale le produzioni tipiche e così tanti altri esempi che potrebbero essere ancora fatti
Io credo che il nostro modello il modello cosiddetto di made in Italy e certamente esiste anche se oggi è appannato
Non siamo però arrivati ancora farne un sistema sinergico
Noi oggi
Innoviamo i prodotti lo vedete guardando le vetrine dei negozi per i prodotti che il pubblico compra
Ignoriamo i prodotti e ne investiamo in nuovi facciamo se abbiamo siamo capacissimi bravi a fare un nuovo tipo di scarpa un nuovo tipo di doccia un nuovo tipo di abito
E siamo anche bravissimi ma poi ci fermiamo
Ci fermiamo perché perché non facciamo innovazione non facciamo innovazione non facciamo ricerca allora siamo diventati forti nei settori tradizionali nel però cresce quelli peraltro che crescono poco nel mercato mondiale e siamo invece deboli molto deboli in quelli nei settori più importanti quelli che hanno tassi di sviluppo molto più grandi che non gli altri allora il problema del cosiddetto mentre il problema del Paese quello di riportarci di una condizione competitiva
Perché non ci può essere forti soltanto dove non c'è sviluppo c'è poco sviluppo bisogna esserlo soprattutto forti dove c'è il futuro dove sistema delle produzioni mondiali
Dimostra che è la della strada verso lo sviluppo
In Italia abbiamo assistito per molti anni alle solite dispute dialettiche
A che cosa convenissi di più produzioni ad alta intensità di lavoro incontro posizione a produzioni nato ad alta intensità di capitale
Oggi c'è un solo punto che va affrontato
Si deve parlare di produzione nei quali esista alza intensità di ricerca la catena ricerca di base ricerca applicata e quindi di sviluppo
E quindi passare da modello a sistema significa darsi una strategia e implementare le risse
Allora
Quali possono essere e io qui oggi esprimerò questa sera questo pomeriggio temeva una mia opinione personale
Quali potrebbero essere i due i punti sui quali invece di parlare tanto invece di fare retorica invece di continuare a dire parole parole parole converrebbe impegnato io ne cito due due punti che secondo me sono molto importanti
Il primo punto l'avrete capito e quello della ricerca
Ci lamentiamo lo Stato non interviene addirittura lo stato un una tassa iniqua che si chiama IRAP non solo non agli non non non dà sostegno alla ricerca ma addirittura la impedisce
Certamente questa è una tassa iniqua prima o poi bisognerà abolirla compatibilmente con le colpe del collega compatibilità dello Stato ma c'è di più
Occorre fare di più
Ed è illusorio pensare che in una situazione di bilancio dello Stato quale esso è oggi indipendentemente poi da colori quali criticano la colpa la causa debiti questo stato del bilancio dello Stato
è dei governi di centrosinistra voi dei governi di centrodestra
Non ha importanza questa disputa nel momento in cui si vogliono fare delle cose
Sta di fatto che il bilancio pubblico non ci consente oggi di fare una politica di ricerca quale ed innovazione quale oggi sarebbe in veramente necessario
Allora io mi rivolgo agli amici imprenditori
Di oggi sono fuori di Confindustria ma vale per Confindustria come vale per le grandi associazioni di categoria che riguardino evidentemente lady di commercio avara la l'assicurazione la banca
Ma facciamoci noi produttori siamo noi che diciamo provocatoriamente
Sistema di Confindustria spendi
E questo vale anche per le altre associazioni vale per il commercio vanno per la banca vale per l'assicurazione vale per tutte alle categorie che che rappresentano degli interessi allora se ci facessimo promotori se tra virgolette sfidarsi va allo Stato e dicessimo noi siamo i primi ad essere consapevoli che la politica di ricerca e di innovazione non è importante mai determinante per questo Paese
E fin qui siamo i primi noi a dire di trovare un modo è un sistema di autotassarsi aumentando i contributi per esempio che le varie associazioni chiedono i propri rappresentati trovando altre formule e dicendo allora allo Stato
Fai tu anche tu la tua parte e costituiamo nei quarti e sistema un quarto il fondo in qualche maniera in modo da poter rilanciare la ricerca di poi di lanciare l'innovazione
Non si può pretendere che le piccole e medie imprese nelle quali spesse volte le idee ci sono interi idee molto interessanti possano svolgere e finanziare questa ricerca
Il sistema se venisse attuato si trovasse una soluzione parzialmente a carico delle categorie produttive e imprenditoriali manifatturiere norme e una parte dello Stato forse potrebbe avere un suo rilancio capisco una proposta quasi provocatoria che mi tirerà addosso chissà quante critiche però in un momento come questo ma perché non ci pensiamo perché invece di dire parole che non hanno senso e che non hanno poi un connessione con la realtà non cominciamo con fare questo
Seconda proposta e poi ho finito anche questa provocatoria
Credo che il sistema avrebbe molto da guadagnare parlo del sistema arrivato parlo il sistema imprenditoriale privato
Sì tra virgolette sì moralizzare
Più di quanto non sia moralizzatore oggi non parlo di problemi di corruzione non parlo di problemi che hanno afflitto questo Paese nel decennio percorso no parlo di altre cose
Parlo proprio di quella che si chiama in termini tecnici Giovan corporate governance cioè questa esagerazione per esempio nelle stock option a favore dei dipendenti
Queste cifre enorme per una parte molto piccola di coloro i quali lavorano dell'impresa
E e trascurare naturalmente con questo sistema anche la grande massa di gente che lavora nella stessa impresa e che guadagna guadagni molto basso
Io credo che moralizzare
Nel settore imprenditoriale voglia dire rivedere tante cose non ci riempiamo la bocca abbiamo messo a posto i consigli di amministrazione perché oggi diciamo che nei consigli di amministrazione mettiamo dei consiglieri indipendenti che possono garantire i risparmiatori che sottoscrivono non ci facciamo illusioni
I consiglieri indipendenti sono scelti dall'imprenditore dall'azionista di maggioranza che non poche scegliere persone che evidentemente guardano più alla sua fiducia che non a quella dei risparmiatori cioè c'è tutto un sistema
Nel mondo imprenditoriale privato italiano che andrebbe mora Rizzato anche perché non possiamo illuderci che certi livelli di retribuzione
Nell'ambito salariale nell'ambito operaio nel sistema in imprenditoriale italiano possano rimanere ai livelli attuali e che quindi ci sia una spinta
Verso il loro incremento questa finta perfino l'incremento addirittura fosse accompagnata anche da questo tipo di moralizzazione avete sui giornali quante volte avete letto i queste favolose stock option a favore di pochissimi dipendenti delle aziende e non a favore di tutti gli altri
Ecco questo tipo consentirebbe intanto di dare una consapevolezza maggiore alla massa di gente che lavora che c'è evidentemente il bisogno di fare dei sacrifici c'è bisogno di cambiare il sistema c'è bisogno di cambiare marcia e che questa marcia questo cambiamento di marcia l'esempio il primo esempio lo danno addirittura gli stessi imprenditori Oliva hanno colori i quali hanno le responsabilità dell'impresa
Regia ripieno quel finisco
Problema della ricerca finanziamo noi imprese private impresa e non priva in palese in Italia sistema delle imprese morali sia molto più di quanto oggi non sia grazie
Con le brune
Grazie verrà preso anch'io dalla voglia di una piccolissima analisi storica di un po'di diacronia Isma'
Per cercare di capire come giustamente dice diceva Romiti prima
La natura dei problemi che abbiamo di fronte
Alla consentitemi di semplificare un po'
Forse semplificando se dicono anche cose sbagliate ma ci si azzecca spesso allora l'abbiamo avuto tutto un periodo dello sviluppo economico italiano
In cui noi eravamo fortissimamente divergenti con il resto d'Europa
Divergenti sull'inflazione divergenti sui tassi d'interessi divergenti sui deficit divergenti sul debito divergenti su tutto
Avevamo sostanzialmente gli esami del sangue fuori fuori standard come se ci presentassimo con l'esame del sangue con i valori individuati
Fuori del valore centrale come c'è scritto tra parentesi quando facciamo gli esami del sangue quindi sostanzialmente malati
Salvo che
Cresceva più dell'Europa
Cresceva siamo cresciuti per decenni più molto di più del resto d'Europa
Quindi avevamo tutti i parametri tutti i fondamentali su cui si basa di solito un'economia fortemente divergenti
E però
Lo sviluppo era più alta
Del resto del continente oppure ma avevamo tassi di sviluppo fortemente interessanti e con questo modello della divergenza dei parametri e della più alto tasso di sviluppo notti siamo passati gli anni sessanta e gli anni Settanta anche gli anni ottanta e una parte degli anni novanta
A tenere insieme tutto questo era
Se vogliamo il cambio o l'inflazione
Era la nostra un'economia basata sulle svalutazioni basata sulle svalutazioni
In che quadro occulto non vuole cambiare non vuol chiamare competitive ma compensative sommarle noi eravamo malati di svalutazione o meglio usavamo la svalutazione
Come elemento di grande riequilibrio e di sviluppo
E questo teneva insieme il Paese in paese è cresciuto questo è
Con questo clima con questo ambiente con questo micro ambiente dicono ambiente nel senso
Perimetrato sul livello nazionale e quello che cercherò di dire oggi è che tutte le istituzioni formali e sostanziali poi ne elencherò
Sono vissute con questo ambiente e darwiniana mente si sono adattate a questo ambiente inflazionistica
Che funziona
Per cui le impresa e la dimensione dell'impresa il pubblico il privato lo Stato i partiti le burocrazie i sindacati sono tutti figli secondo questa interpretazione semplificante però forse come dire che individua un qualche elemento di verità sono tutte cresciute si son date tutte regole
Funzionali a questo clima
Che funzionava che distribuiva reddito che facevo produzione che faceva alti tassi di sviluppo che se vogliamo buttarla in politologi e a che dava grande consenso a una parte ma che dava anche grande consenso all'altra parte de le due parti le due parti si spostavano insieme tutti i segni chiamiamolo alla dell'inflazione semplificando molto per carità mi scuso ma tanto per per capire
Due date su questo settantanove e ottantanove
Ingresso della lira nella banda larga dello SME
Tra l'altro sempre andassimo a vedere chi era a favore chi era contro ne troveremo delle belle
Ma non te lo ricordi vi invito andare però a vedere poi ve lo dico ottantanove ingresso della lira nella banda stretta dello smercio e poi solette un'altra data mastri comunque visti tre lacci chiamiamoli così progressivi il primo molto largo lo dice la parola stessa banda larga il secondo un po'più stretto banda stretta il terzo
Quello vero Masters
Noi cambiamo natura cambiamo natura alla nostra economia da un mondo inflazionistico
Diventiamo un mondo convergente
O meglio c'impegniamo a convergere su quei parametri dell'esame del sangue su cui eravamo divergenti quindi cominciamo a convergere sull'inflazione sui tassi di interesse sul deficit in qualche maniera sul debito almeno ci prodiano insomma comunque definiamo approntiamo la nostra volontà di convergenza questo come premessa questi sono i i parametri di Maastricht se vi ricordate con questo come premessa per la moneta unica e quindi la premessa ferro non giocare più sull'inflazione non giocare più sulle svalutazioni
A cose belle che ci riusciamo tranne l'ultimo parametro quello del debito anche se vi abbiamo la cosiddetta clausola Ciampi quella che si impegna ad arrivarci nel due mila tredici al sessanta per cento e così via ma insomma sostanzialmente ci arriviamo
Ce la faccia
Ci costa fatica sangue sudore e lacrime ce la facciamo
Diventiamo convergenze finalmente uno potrebbe
Finalmente un bel tubo nel senso che a fronte della convergenza sì ritroviamo ormai un decennio abbondante a crescere meno degli altri prima con tutti i parametri sballati divergenti piaceva molto più della media devo europea poi con tutti i parametri convergenti puliti mi punitivo con tutti i valori centrali per benino sull'inflazione Gil per carità con qualche esitazione ma sono sempre nella semplificazione ma la sostanza è vera
Per la garantisco
Cresciamo Folco
Meno del
Quello allora potrebbe dirsi si stava meglio quando si stava peggio perché molta della percezione della sensibilità di tutti è proprio questo ma che abbiamo fatto la convergenza Mattei tesi ci siamo messi a convergere se poi cresciamo meno degli altri
Chi ce l'ha fatto fare allora d'Europa lei euro l'europeismo eccetera eccetera però non è mica facile spiegare alla gente i dagli attori sociali
Che tutti questi sforzi ci hanno portato a convergere cioè come se tutti il medico ti mette a dieta devi stare indietro perché Monni magnesio potassio
Colesterolo eccetera certo penna fatica boia per metterti in linea eccetera eccetera e dopo sei triste
Tristezza il magone non ce la fai a camminare c'era salire le scale insomma non non hai forza non è cresciuto uno poteva dire meglio veri valori divergenti essere più allegro
Salire le scale di corsa
Usando questa metà
Perché è successo tutto questo e guardate anch'io seguo la linea dei leader dei miei amici qui
Non è colpa degli uni e degli altri perché questi dieci anni si sono cimentati
Gli unici gli altri e quegli altri ancora degli uni dovermi Tethys le sinistre chiamiamoli così il centrosinistra sette cementato poi il centrodestra
Le difficoltà sono sempre
Perché è successo tutto questo
Forse che la convergenza sia sbagliata per nulla pensando a cose convivialità e della convergenza assi doveva fare
Era bene farle era giusto farla l'abbiam fatta anzi troppo tardi quindi magari fossimo partiti dalla banda stretta nel settantanove e piuttosto perché probabilmente questo metabolismo si sarebbe come dire realizzato negli anni Ottanta avremmo avuto gli anni Novanta diverso quindi la convergenza si doveva fare cos'è che non abbiamo fatto
E e qui vengo al al nocciolo del mio ragionamento
Non abbiamo cambiato le regole
Del gioco
Delle nostre istituzioni sia formale che sostanziale
E le somme dei numero vi faccio anche degli esempi perché
Stare sulla strada non va bene per voi
Porca arsi le mani o come diceva Machiavelli
Incagli offrirsi giocando tetrapak bene non abbiamo cambiato le regole del gioco da nessuna parte né quelle formali né quelle sostanziali quasi tutte le nostre regole del gioco son rimaste ancora le regole già del gioco stampate sull'inflazione
Ho stampate sulla cultura dell'infrazione stampate sulla politologi sia dell'inflazione sull'industria dell'inflazione sulla finanza dell'inflazione sulle relazioni industriali dell'inflazione sulla burocrazia dell'inflazione sulla scuola per infrazione
Il risultato qual è
Regole come dire inflazionistiche su un mondo che non è più inflazionistica il risultato è che il sistema soffre è sfrenato
Non ce la fa a respirare
Allora tutte giuste le cose dirà per la ricerca e lo sviluppo il capitale umano eccetera ma si son presi tutti a pezzi queste cose non serve assolutamente a niente
Cedette bisogna tirare la corda tutti insieme i campi cercare di cambiare le regole queste regole tutti insieme perché se no non avendo un'economia inflazionistiche non avendo più per fortuna unicorni inflazionistica avendo una moneta che ci preserva da da da da dell'Argentina dalla sindrome Argentina e così via ma avendo ancora le regole come se fossimo inflazionistici il il cavallo non beve motore non parte sono usiamo tutte le metafore che abbiamo chiesto e facciamo e facciamo gli esempi
E parte Pardo degli esempi dell'Area che conosco di più Vialli ha ricordato che
Faccio il professore di economia del lavoro
Le relazioni industriali abbiamo ancora relazioni industriali
Di tipo inflazionistico
Cioè modi di rappresentanza strutture della rappresentanza struttura del sindacato dei lavoratori struttura del sindacato dei datori di lavoro sistemi di contrattazione centrale e periferica eccetera eccetera ancora
Che guardano o al passato occhi guardano alla transizione cioè ha come battere l'inflazione gli accordi di luglio da qui nasce la moderazione salariale che una bestemmia in un'economia non inflazionistica la moderazione salariale è una cosa buona e giusta e saggia caro professor ti chiamo verso su questo campo e sei più di me caro questo Romiti è cosa giusta e saggia in un'economia inflazionistica ma in un'economia col due per cento di inflazione moderazione salariale vuol dire bassa produttività vuol dire non ha
Propensione alla qualità vuol dire non coinvolgimento può dire tante cose negative
Ecco portarci dietro ancora e io l'ho scritto
Contribuito scrivono gli accordi di luglio
Nel novantadue novantatré
Portarsi dietro quegli accordi di luglio che erano fondamentali per gestire la transizione dalla da media alta inflazione alla bassa inflazione portarti dietro mettendo come un bene pubblico
La moderazione salariale
Che che usa come strumento la concertazione per la moderazione salariale il tutto si è tradotto in uno scambio politico
Che ha prodotto cattivi salari
Basta produttività con quel che ne consegue
E in calzatura generale alto conflitti
Ecco le regole che abbiamo ancora adesso nelle relazioni industriali sono regole da inflazione o d'alta inflazione e non sono state cambiate per adattarle alle regole della bassa inflazione o della convergenza
Ma vado le banche
Vi siete accorti che le banche siano cambiate
E il modo di ragionare di comportarsi del sistema bancario si sono fuse hanno hanno fuso ho allungato i consigli d'amministrazione hanno cambiato i nomi per cui avevo perso un po'la mappa eccetera eccetera ma le banche sono rimasti esattamente le stesse sono rimaste banche del sistema finanziario bancario di tipo inflazionistico
Vado ancora avanti finanza pubblica
L'assalto alla diligenza che si chiama legge finanziaria tra cui tra poco come dire i colleghi italiani si cimenteranno l'assalto alla diligenza è rimasto la prassi comportamentale politica del Periodo di alta inflazione
In cui si giocava appunto sui numeri sui valori
Piuttosto che sulle sulle sulle variabili reali la burocrazia la burocrazia è rimasta esattamente la stessa
Nei suoi modi dei suoi riti nella sua non misurabilità nei suoi comportamenti
Dei periodi di alta inflazione
Per cui vien fuori che i rinnovi contrattuali del passato fremente anche del futuro del pubblico impiego saranno superiori a quelli dei metalmeccanici Cuesta nate impegna questa è una bestemmia
Capitemi
Chi è che dice questa cosa
Io e pochissimi anni
Da da sempre chi mi conosce lo sa che non è possibile che contratto di lavoro del settore pubblico puoi comparti e così via abbia valori più alti di quello dei metalmeccanici di un settore totalmente protetto rispetto a un settore totalmente esposto questa è una bestemmia economiche
Eppure è così
E molto probabilmente continuerà ad essere così la scuola non è cambiata il nulla scuola faccio tutto al netto delle riforme ed è in questa visione lunga come dire per riforme di di di di un anno fa di mezzo anno fa di due anni fa come drink incidono ancora poco
Guardiamo guardiamo il complesso fa scuola rimasta la stessa l'università è rimasta la stessa le cattedre a vita partire dei professori
Non è cambiato granché
Le libere professioni sono cambiate poco
La distribuzione commerciale è cambiata poco
Lo Stato i governi locali sono cambiati poco cioè regole sì sì sì regole
In gran parte per carità poi piccole riforme grandi riforme di per realizzazioni non è che non sia successo niente qualcosa è successo però a grandi linee grosso modo
Nel Complesso il sistema lo stock delle regole e sta è rimasto ancora quel
Dell'Italia divergenze dell'Italia ad alta inflazione dell'Italia con la lira dell'Italia delle svalutazioni
Allora e questo ci porta questo gap questa tensione ci porta alla bassa crescita e i non è che questa bassa crescita
Si risolva come diceva
Massimo Troisi ricomincia da tre
Fatti leggera noterebbe dati alla mano facciamo squadra eccetera eccetera
Va be'
Sorridiamo
Qui o si prende tutto insieme
Oppure non c'è niente da fare rimarremo condannati alla bassa convergenti perché d'Europa ci vuole convergenti ma condannati alla bassa crescita
Faccio solo l'ultimo esempio
No le la ed espressione non è mia e di mi confondo Galli Della Loggia Panebianco su un editoriale sul Corriere e diceva federalismo può esser buono cattivo devolution federalismo eccetera ma se non implica la mobilità della burocrazia è votato al fallimento immediatamente perché signor come è stato per le regioni e la nascita delle regioni aumentarle come dire i dipendenti pubblici
Se non c'è la mobilità prevista per cui da una del de devolve una funzione e prendi le risorse finanziarie relative e prendi il capitale umano pubblico la burocrazia relativa Elli dai eccetera se non c'è questa garanzia non succede assolutamente niente
Ecco per questa ragione dico
Serve uno sforzo comune cambiare le regole sostanziali formali e questo cambiare stile vuol dire riforme
Qualcuno ci ha provato passata legislatura questa legislatura il risultato è che se il clima
Che sia in questo alternanza anomala spuria bastarda per cui chi va al governo dopo cancella tutto del Governo precedente e così via in realtà vince gattopardi Isma'
Dire di cambiare o cercare di cambiare perché nulla cambi sappiamo tutti dobbiamo sapere tutti però che il prezzo che dovremo pagare tutti quanti rispetto a uno stallo perché una volta vincere uno vince e l'altro per l'altra volta si ritorna eccetera e la passatista e con la bassa crescita nessun governo vince
Nessun Governo viene riconfermato alle elezioni dopo mettetelo dell'in testa non vince Berlusconi non vincere la sinistra non vince nessuno e soprattutto per dei paesi
Enrico Letta
Cercherò anch'io di
Passare su questo crinale
Nel quale il dibattito di oggi si è inserito un crinale nel quale ci sono due fossati uno da una parte uno dall'altra in un fossato in entrambi i fossati dobbiamo evitare di cadere ovviamente in un fossato
C'è l'affermazione per cui l'Italia al tracollo il declino è irreversibile e ovviamente questo declino negli ultimi tre anni si è accelerato nel modo più drammatico
L'altro fossato sull'altro lato è quello che dice invece
No gli italiani
Stanno bene sono ottimisti consumano guardano bene al loro futuro quindi le cose in questi ultimi anni hanno cominciato ad andare bene
Il dibattito di oggi così come tante delle cose che all'intergruppo sulla sussidiarietà abbiamo fatto in questi mesi io faccio pubblicità per l'evento che si svolgerà qui venerdì prossimo alle quindici
Proprio dell'intergruppo sulla sussidiarietà
E dicevo il clima anche di questo dibattito è invece quello giusto secondo me cioè quello di riuscire a evitare a stare il più possibile su questo crinale evitare di cadere su questi due fossati
Io farò visto che molte delle cose sono state dette e ovviamente molte le condivido lo dico per battuta anche quando e soprattutto quando Brunetta dice che in fondo le cose in questi anni non sono cambiate molto io sono ovviamente
Molto d'accordo su questo ma il punto sul quale vorrei soprattutto soffermarmi una riflessione che aggiungo a quelle che sono state fatte su qual è la situazione oggi nella quale rispetta e mercati globale ci stiamo muovendo e poi sette titoli che ho per motivi di tempo no no
Più di tanto la possibilità di sviluppare delle sette cose che secondo me andrebbero fatte subito in tempi rapidi per riuscire a far correre di nuovo il nostro Paese forse non correre come accorso
Nei decenni scorsi però correre relativamente questo sì
La riflessione di partenza a me ha colpito molto l'esperienza personale fatta in questi in queste in questi ultimi mesi vari passare un breve per il breve ma insomma abbastanza
Intenso periodo di tempo in due Paesi che noi guardiamo sicuramente come due modelli per un motivo o per un motivo o per un altro modelli culturale modelli economici
Un Paese la Francia e l'altro Paese sono gli Stati Uniti
E immerso come sono come siamo nella nostro ragionamento sul nostro declino il declino dell'Italia
Mi ha colpito partecipare a una serie di conversazioni in questi due Paesi in modo distinto e stupirmi io stesso
Dello stupore che mi veniva nel dire a certo punto ma insomma scusate ma il declino del nostro non frega non fregate ci questa parola
Rendendosi conto che il termine declino e la discussione attorno alla propria difficoltà
E oggi una caratteristica che in due Paesi così diversi tra di loro per certi versi anche competitori come sono la Francia e gli Stati Uniti è una caratteristica che oggi è assolutamente presente in modo molto maggiore che da noi nel loro dibattito stesso
Uno può immaginare che questo sia naturale per la Francia
Per tanti motivi ma quando partecipando a una serie di convegni qualche settimana fa mi son sentito tanti tanti americani che si interrogavano sul loro declino dentro la globalizzazione mi sono chiesto loro se le nostre discussioni sul nostro declino forse non hanno bisogno di essere inserite dentro questi ragionamenti più globali
Molte delle cose sono state dette io ne aggiungo altre su questo punto
Si è svegliato contemporaneamente simultaneamente
L'altra metà del mondo
E si è svegliata insieme si è svegliata insieme la metà del mondo che stava sotto il giogo
Dell'impero sovietico del comunismo sovietico e si è svegliata contemporaneamente quell'altra metà del mondo che stava dentro la categoria che nei decenni scorsi chiamavamo P. Vs
E nella quale ci stavano dentro la Cina l'India il Brasile il Sudafrica
Oggi
Questo mondo che si è svegliato
Che ha cominciato a correre e che oggi corre in modo sempre più forte
Ci ha beccato nella curva del benessere della lentezza dell'assenza del sacro fuoco che è una cosa che accomuna tutte le nostre società occidentali chi più chi meno soprattutto le società occidentali di quei Paesi che sono stati grandi in un mondo piccolo i Paesi del G7 il Paesi che sono stati le grandi potenze industriali l'Italia uno di questi il sacro fuoco che non si sente più che non si sente più in giro la lentezza il benessere tutto questo unito che ci differenzia in modo molto forte dalle performances di queste altre società
Una combinazione di forza che per questi nuovi mondi
Usando una definizione felice famosa di un grande politologo americano di questi anni Joseph mai
Somma
Di carta Power di soft power somma cioè della forza fisica data nel caso della Cina dalle cifre dell'economia o nel caso di altri paesi data da altri aspetti di forza fisica a distanza
E il soft power cioè la capacità di attrazione di attrazione non legata soltanto agli aspetti della forza fisica ma gli aspetti della seduzione
Che è un fatto di cultura di mode
Giganti che si sono viste le frontiere abbattute
E di colpo sono corsi alla conquista del mondo
Cito un solo esempio molti se ne potrebbero dire di tanti potrebbe essere testimone sulla Cina Cesare Romiti ma a me ha colpito molto vedere alcuni dati
Di un fenomeno che sta ormai attraversando il mondo che il fenomeno del successo cinematografico
Di un Paese che hanno i cinematograficamente ha sempre detto poco come l'India
E che è un successo cinematografico senza precedenti noi qui in Europa siamo a fare di tutto permettere le barriere in taxi attraverso la cosiddetta eccezione culturale
E attorno ai prodotti cinematografici nostrani
Per far sì che nelle nostre sale cinematografiche ci sia un po'di più di firma europee io italiani
Per inciso dall'ottantadue a oggi la presenza di film italiani nelle nostre sale è sceso dal trentadue per cento al diciotto per cento che dà l'idea del fenomeno di che cosa vuol dire un fenomeno di questo genere immaginando che gli americani siamo l'unico competitore che siano imbattibile poi scopriamo improvvisamente con Paesi come l'India
Che al suo interno
Per il novanta per cento vede e proietta firma fatti a bolle VOD quindi film della cinematografia indiana a un certo punto ha ha battuto le frontiere e ha cominciato a invadere il resto del mondo tanto che l'anno scorso
Di fronte alla diversa concorrenza dei vari musical
Che a Londra erano in competizione tra di loro
Ce n'è uno che è rimasto per un anno e mezzo e gli altri che hanno chiuso dopo poche settimane quest'unico che è rimasto un anno e mezzo questo Bombay Dreams che racconta le storie di bolle Wood vista dal punto di vista della
Del musical cito questo aspetto
Per dire che cosa vuol dire una stazza fisica
Un miliardo di persone che vedono quei film pur dire molto in termini di massa critica anche economica ma cosa vuol dire poi soft power che diventa elemento attrattivo se in una piazza come Londra succede questo
La forza che deriva da questi cambiamenti a sconvolto e sta sconvolgendo gran parte degli equilibri che abbiamo conosciuto gli equilibri del WTO
Gli equilibri del prezzo del petrolio sarebbe troppo lungo citare questo aspetto ma tanto è nella nostra vita quotidiana e quindi ce ne rendiamo conto di che cosa vuol dire gli equilibri del clima
Gli equilibri dei costi delle materie prime chi vive il mondo dell'impresa qui
Sa benissimo cosa ha voluto dire l'impennata del costo dell'acciaio dovuta
Alla fortissima richiesta che nell'arco di un mese in Cina ha tolto l'acciaio dal resto del mondo o meglio ha fatto salire i prezzi dell'acciaio nel resto del mondo rispetto all'esigenza di quel Paese
Un mondo nuovo che ha cominciato a correre caratterizzato
Da un aspetto fondamentale
L'aspetto fondamentale la velocità del cambiamento mentre tutti i cambiamenti che sono avvenuti nei nostri paesi sono avvenuti in tempi
Che abbiamo conosciuto e saputo conosce questi cambiamenti sono rapidissimi in un mese l'acciaio esce dal mercato e bisogna farsene una ragione
In una settimana il petrolio cresce di una percentuale di prezzo pari a quella che era cresciuta in tutto un anno e mezzo precedente
Quali sono allora rispetto a questo cambiamento le cose che è un Paese che oggi è medio dentro un mondo grande come l'Italia deve secondo me riuscire e cercare di fare in tempi che siano tempi rapidi non nel giro di un decennio perché nel giro di un decennio i cambiamenti che saranno avvenuti c'erano consegnato probabilmente una fase ulteriore ancora diversa della globalizzazione
Io ne ho individuate sette ovviamente tutto molto arbitrario ma sole sette le cose che si si potesse avere la bacchetta magica andrebbero la prima
Oggi stiamo vivendo un fenomeno
Da diversi anni ormai che il fenomeno della delocalizzazione
Che è un po'la sostituzione
Un po'in piccolo
Delle svalutazioni competitive di un tempo cioè in gran parte la delocalizzazione in questi anni è stato un fenomeno avversato un fenomeno rapido un fenomeno che è servito a cercare di reggere la globalizzazione e reggere il fatto che dalla Cina arrivano prodotti con dei prezzi assolutamente la delocalizzazione oggi è una sfida importante per le nostre società
Nella campagna elettorale tra Kerry e Bush il tema delle tasse sulle in prese americane che tolgono lavoro agli americani perché vanno a produrre in Cina quindi India è uno dei temi che da quello che è dato vedere sarà determinante alla fine
Nella indirizza azione del voto soprattutto di alcuni Cetti
Di quel Paese noi oggi ci troviamo di fronte alla necessità di dire
Che il grande lavoro del nostro Paese deve essere un lavoro spinto una delocalizzazione in cui per quello che noi possiamo fare come sistema
Va spinta sempre di più nella direzione della delocalizzazione chiamiamola così aggressiva la delocalizzazione che va in quei mercati
Per conquistare quei mercati e non soltanto che fa in quei Paesi a produrre per riportare poi in Italia tutto quello che in quei Paesi si è prodotto sfruttando alcuni dei vantaggi che a produrre Lissi hanno una delocalizzazione esclusivamente fatta così una delocalizzazione secondo me miope
è positiva se si va in Romania in Ucraina in Cina in India per conquistare quei mercati
E negativa se si pensa che si va lì e poi si ritorna indietro portando tutto quello che abbiamo prodotto da lì perché se si fa così
Si era costretti andare sempre di più verso est sempre di più verso Est perché poi la Romania entrerà nell'Unione europea perché poi un giorno l'Ucraina sarà ancora più vicina quindi un grande impegno perché la brocca legislazione sia un fattore di sviluppo
Per portare i nostri prodotti in quei Paesi
Un secondo punto e il grande tema di cui so che si è parlato ieri qui al Meeting la questione del risparmio io la uso come termine regole
Non abbiamo bisogno di regole certe nuove che siano regole che diano chiarezza tranquillità ai risparmiatori ai sistemi finanziari agli investitori stranieri
Abbiamo bisogno di una legge sul risparmio che si è fatta con lo spirito by partisan con cui questo processo
Era nato
Questo si è interrotto non è detto che sia un'interruzione definitiva io voglio usare questa tribuna per rilanciare
La disponibilità e la voglia e arrivare in fondo a un processo che dia al nostro Paese
Delle regole che non ci facciano dire
A gli americani dopo Enron e Worldcom in nove mesi hanno fatto una legge la star bene Sox lei fatta da un democratico e da un repubblicano l'hanno fatta dopo quella legge sbagliata giusta eccessiva estrema ma insomma hanno ricominciato a correre come prima non ci abbiamo provato e non ci siamo riusciti
Terzo punto
Abbiamo bisogno di un sistema fiscale lo diceva Vignali prima io condivido completamente che sposti la tassazione dalla lavoro sulla rendita
Qualunque intervento di natura fiscale del prossimo futuro secondo me avrà senso se aiuterà a spostare il peso da chi crea da chi produce a da chi lavora a chi sta fermo a contemplare il capitale che qualcuno gli ha regalato
Se così faremo allora riusciremo a ridare la possibilità a chi quel sacro fuoco ancora ce l'ha ma che sta spento sotto le ceneri
Dimetterlo in campo in una situazione come questa di grande difficoltà il quarto punto è quello dell'innovazione è stato citato prima quindi io vado solo sul titolo io credo che è un incentivo fiscale sul tema dell'IRAP tra Opara Lello tema di credito d'imposta alla ricerca sia una delle cose fondamentali da fare oggi
Non domani o domani l'altro perché se lo facciamo oggi i risultati di questa incentivazione lì si vedranno almeno domani e se li vedremo almeno domani forse saremo in grado di competere ma va fatto
Montezemolo ne parla ormai da mesi se ne parla nella discussione politica da tempo che questa Finanziaria sia al momento giusto perché questa promessa venga mantenuta il quinto punto
Non abbiamo bisogno
Di spingere come sistema sempre di più verso un'industrializzazione dei servizi non possiamo farci fregare i servizi dagli altri la primazia nei servizi non possiamo farcela fregare dagli altri Paesi ci sarebbero tanti esempi da fare ma è mai possibile
Che noi che siamo un Paese di commercianti per definizione abbiamo regalato per colpe di tutto il sistema della politica in primis la grande distribuzione del nostro Paese in mano alla Francia
Perché questo è avvenuto
E questo vale ovviamente per il turismo si chiude una stagione molto negativa per il turismo italiano facciamo scene
Di questo tema una serie esame di coscienza anche sulle scelte sbagliate del passato un referendum
Che ha abolito il ministero del Turismo facendo un errore secondo me incalcolabile
Cerchiamo di guardare al futuro sapendo che il turismo è la più grande industria del Paese
E anche su questo non possiamo immaginare che spagnoli francesi su questi temi siano più forti Dinoi più aggressivi Dinoi sapendo che noi siamo quelli che hanno il cinquanta per cento delle risorse
Archeologiche di bellezze artistiche del mondo nel nostro Paese e ci facciamo fregare sul terreno come questo allora non c'è più partita non c'è più partita
Quinto e il sesto punto il settimo punto sono i due temi finale che sono simili tra di loro non abbiamo bisogno di un welfare vado anche qui solo sul titolo che ci sposti sempre di più dal welfare che io chiamo il welfare dei nonni
Alla welfare society non è un elemento discriminatorio il welfare dei nonni e quella definizione che mi viene in mente quando qualcuno della mia generazione decide di avere dei figli
E per decidere di avere dei figli la prima riflessione che fa
Non è su temi complesse o complicati etici normalmente quella di dire ma abbiamo
Quattro
Nonni quattro genitori a disposizione
Che siano tra i sessanta e i settanta anni
Non di meno perché vuol dire che non sono in pensione e non di più perché poi magari non ce li tengono i figli dopo una certa età che siano in condizione di tenerci figli perché se non ce li tengono loro
Siamo costretti uno dei due lasciare il lavoro e normalmente in questo caso la donna cosa che è uno degli elementi che allontana il nostro Paese dalla media dei paesi veramente civili del mondo
In una situazione in cui gli asili nido ancora oggi sono usati da due bambini su dieci in un Paese come il nostro
E mai possibile che nel due mila e quattro questo sia il welfare che il nostro Paese CIA portato sin qui
E noi siamo a dire che vogliamo difendere il welfare così come io mi iscrivo tra quelli che sono per la riforma il cambio del welfare del nostro Paese perché questo un welfare era un welfare dedicato a un'Italia che non c'è più
Vita degli anni Sessanta degli anni settanta in cui la conformazione sociale del nostro Paese diverso da quello di oggi ho citato un esempio ne potrei citare altri ma mi fermo perché il mio tempo è finito e infine l'ultimo punto il settimo e quello dell'educazione
E così l'istruzione
Mi ha colpito molto questa estate leggere un libro
Un libro che si chiama una barca nel bosco mine molto piaciuto perché è una l'ho trovato una denuncia molto forte romanzata raccontata
Rispetto a un Paese che non sa capire
Valorizzare e investire sui talenti è la storia di un bambino piccolino giovane che si dimostra un nostro ordinario
Cultore del latino soltanto che viene da una piccolissima isola isole del Sud
Trova una maestra molto
Molto lungimirante molto brava che convince i suoi genitori a fare tutti i sacrifici possibili per mandarlo a studiare al nord in una grande città e poi spingerlo a fare l'università per diventare un grande latinista questo bambino
Grandi sacrifici dei genitori va su va a Torino comincia l'universo incomincia la scuola il liceo
I primi giorni di scuola
E si rende conto che per le un disastro perché sia gli insegnanti sia
Gli altri allievi sono urtati dal fatto che lui piglia sempre dieci alla Tino sempre dieci al latino e lo si rende conto che piano piano avviene si esclude dalla cui né della classe
Per questa sua bravura e tutta la storia di questo libro è questo bambino che alla fine diventa grande perde i genitori ma è contento perché si fa accettare d'arresto della comunità nella quale vive
Perché finalmente non soltanto abbandonerà il latino ma alla fine della liceo evita di prendere il massimo dei voti sta su un livello medio che gli consente di stare insieme a tutti gli altri
Quando noi avremo abbandonato l'idea di essere un Paese
Che è il Paese che educa non
Per regole ma per modo di essere comune alla logica del servo sciocco della parabola dei talenti per cui la cosa fondamentale che ci passiamo
Dall'uno all'altro è quella di dire quel talento che ai la cosa principale non perderlo nasconderlo
Non metterlo a rischio perché se lo mette a rischio se la cosa peggiore che potresti fare quando noi avremo abbandonato questa mentalità aveva preso la mentalità che investe sui talenti che li rischia
Ma perché così si riesce a farsi che ha
Grande peso credo che tutti insieme dobbiamo sognare un Paese che investe sui talenti che investe sui giovani talenti et e riesce su questo dare ognuno la sua possibilità quando avremmo fatto questo sarà un Paese che vedrà la parola sviluppo veramente scritta con la S maiuscola
Un minuto
Di pazienza vi chiedo vista allora
Parto da questa ultima affermazione che ha fatto
Enrico Letta per dare pochi flash che cercano di riassumere in modo veloce e sintetico alcuni spunti di questo incontro
Prima di tutto la questione dell'educazione la mostra che citava il professor Quadrio Curzio che al centro dello stende la Compagnia delle opere
Dice una cosa
Che Innova sta sul mercato diventa rivedere mondiale anche se è un'azienda fatta dai due dipendenti
Soltanto chi al gusto però
Il lavoro il gusto per la propria vita il gusto per il bello per il vero per il giusto
C'è un'azienda con un imprenditore che a sessant'anni è andato in pensione se messo assieme al figlio che non aveva lavoro gli ha insegnato il mestiere e sono leader mondiali
Ma è per una passione e ieri parlando con un grande banchiere diceva se lei viene qui tra un anno di questi prodotti non ne vede uno
Perché innanzitutto una tensione ideale che fa camminare che fa cercare il nuovo che fa cercare di capire come è cambiata la situazione e continuare a essere protagonisti
Per questo continuiamo a dire che la prima emergenza e l'educazione e che il primo fattore di sviluppo è l'educazione l'educazione della persona
E credo anche che la discussione dei tra i nostri quattro amici oggi sia un esempio di persone educate non nel senso che non litigano mai educate come io gente libera che è disposta ad affrontare problemi dialogando e questo vorremmo che fosse sempre di più come abbiam detto in questi giorni
Un esempio per tutta la politica italiana
Secondo secondo aspetto
Secondo aspetto
Ci vogliono certamente delle regole diverse
Però con un'attenzione che siano come diceva giustamente Brunetta delle regole per uno scopo perché
Se noi
Facciamo le regole
Per giocare a calcio
Ma intanto il gioco è cambiato come diceva lui adesso giochiamo a basket anziane il campo di calcio non è che ci divertiamo molto
Bisogna stare anche attenti però a non dire visto che in America ci sono le regole portiamo le anche da noi prendiamo quelle del calcio
Che la si chiama Fútbol ma è un'altra cosa quello quello che loro chiamano Fútbol dopodiché se giochiamo qui a football americano e voglia giocare a calcio
Non funziona neanche qua
Perché stiam parlando di cose diverse quindi le regole sono in funzione dello scopo così
Ad esempio quando si fa una riforma della scuola perché questo vale per le riforme
Bisogna farla pensando al bene degli studenti non si possono fare pensare innanzitutto al bene dei professori e ai programmi
Che sono importanti ma se non si ha a cuore il bene degli studenti le riforme intanto non si fanno e poi non servono
Sulla questione delle politiche per le imprese
Secondo mi sembra di capire ma e questa è la nostra posizione anche che occorrono politiche selettive c'è mirate
Ma universalistiche
Selettive su capitale umano
Ad esempio
Si dovrebbe a mio avviso defiscalizzare gli oneri per le aziende che assumono le persone che hanno il dottorato di ricerca perché questo diventa un motore di sviluppo e dell'università e dell'economia
Secondo su ricerca e innovazione
Chi fa ricerca innovazione deve essere premiato perché è un esempio per tutti sono le aziende che continueranno a tirare la nostra economia
Terzo internazionalizzazione premiare quelle aziende come diceva letta che vanno all'estero per quei mercati non che vanno all'estero per vendere qua perché queste stanno soltanto dilazionando la morte è un accanimento terapeutico Lo Re meglio che chiudano subito
Poi la finanza
Ci vogliono delle politiche che premino chi investe nel lungo come diceva Romiti e non chi specula nel breve da questo punto di vista forse bisognerebbe anche abolire le trimestrali
Per cui si specula a secondo dei trimestri senza vedere poi come l'azienda va davvero e poi succedono i casi Parmalat
In questo
Premiare la logica dirette perché se è vero che abbiamo un sistema di piccole imprese
è importante premiare le aziende che si mettono insieme
Il mondo non finisce al Brennero allora se noi continuiamo a pensare
Che il mercato e quelli italiano e le imprese continuano a farsi concorrenza tra loro non si va da nessuna parte gli esempi più interessanti delle piccole imprese in questi anni che si sono messi insieme
Per andare sui mercati esteri sono esempi che secondo noi vanno valorizzati e sostenuti ma questo vale per tutto perché anche la ricerca si può fare insieme
Anche la finanza si può fare insieme si possono fare Bond per duecento aziende per quattrocento aziende non solo per una
Però universalistiche cioè non sostenere alcune poche aziende Olera peggio le rappresentanze delle aziende e mi permetto di dire anche dei lavoratori
Ma le imprese direttamente e semmai lavoratori direttamente e questo attraverso la leva fiscale
Come diceva letta bisogna defiscalizzare chi produce per il bene del Paese
E questa è quella che che Bianchi Amato in questi giorni sussidiarietà fiscale
Così la politica e politica vera cioè serve lo scopo altrimenti il rischio Argentina non è per pessimismo ma c'è perché un Paese che non si muove è un paese morto e un una politica che non aiuta chi si muove è una politica morta
Grazie
Cioè
Che