"La situazione del Golfo Persico a poche ore dalla scadenza dell'ultimatum dell'Onu a Saddam Hussein..." servizio realizzato con documentazione tratta dall'archivio di Radio Radicale

L'odierno programma realizzato con documenti d'archivio questa volta vi farà riascoltare le registrazioni della gennaio novantuno quando alla Camera e al Senato si discusse sulla situazione nel Golfo Persico
A poche ore dalla scadenza dell'ultimatum dell'uomo al dittatore iracheno Saddam Hussein affinché ritirasse le sue truppe dalla cupa e The imbarazzo nell'agosto nuova speriamo dunque quanto accadde innanzitutto alla Camera il sedici gennaio novantuno a partire dalle ultime battute dell'intervento che pronuncio in quella sede
Allora Presidente del Consiglio Giulio Andreotti
Non siamo dunque nell'ipotesi di guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali che l'Italia ripudia con l'articolo undici della Costituzione
Il nostro ordinamento giuridico si conforma ai sensi dell'articolo dieci della Costituzione alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute
La decisione di concorrere se non scongiurata in extremis dal governo iracheno all'azione militare né il colpo che il Governo sottopone all'approvazione
La decisione
La decisione di concorrere se non scongiurata in extremis dal governo iracheno all'azione militare nel Golfo che il Governo sottopone all'approvazione del Parlamento si ispira la previsione della seconda parte dell'articolo undici della nostra Costituzione
In virtù della quale l'Italia favorisce le organizzazioni internazionali la cui azione tende a rassicurare la pace e la giustizia fra le nazioni
E necessario chiarire questi concetti è necessario chiarire
Lei dice tira l'altro o non è Ingrao lasci terminare il presidente ricorda necessario
Vuole il caso
Vuole il caso che il Polo
Vuole il caso che qualcuno di noi la Costituzione non solo l'abbia letta ma abbiamo anche avuto l'onore il ventiquattro marzo del mille novecentoquarantasette di votare quest'articolo della nostra
è necessario chiarire questi concetti per fissare la natura e i limiti dei poteri costituzionali del Governo
Nell'attuale vicenda
Una partecipazione che gli alleati
Nelle azioni nel colpo renderanno conforme alla lettera e allo spirito dell'articolo undici non comporta quindi il ricorso all'articolo settantotto della Costituzione che prevede lo stato di guerra
Noi dunque non chiediamo che venga deliberato lo stato di guerra
Chiediamo invece del sostiene il sostegno del Parlamento
Per l'azione dal svolgersi con la collaborazione delle unità navali ed aeree delle nostre forze armate presenti nel Golfo rispettivamente nelle missioni colpo due locusta novanta
Per l'esecuzione delle misure previste nei paragrafi due tre e quattro della risoluzione sei sette e otto del Consiglio di sicurezza per la difesa della pace il ripristino della sicurezza internazionale onorevole presidente colleghi ci siamo appena lasciati alle spalle le angosce della guerra fredda e delle sue molte battaglie
All'euforia con la quale abbiamo raccolto la fine del totalitarismo dei paesi dell'Est e la riunificazione della Germania succede un diffuso senso di inquietudine reso ancora più acuto dei recenti drammatici eventi di Vilnius
Il crollo del vecchio ordine che abbiamo salutato come una vittoria della democrazia si accompagna ad eventi che non possono non suscitare il Noli turbamento e riprovazione
E se la situazione attuale della Lituania e degli altri Paesi baltici ci porta a riflettere sulla fragilità degli equilibri raggiunti io penso che la prospettiva così coraggiosamente a Perrotta
Da chi ha promosso i processi di liberalizzazione in atto debba essere incoraggiata e sostenuta dal comportamento coerente ma insieme fermo dei nostri governi
Abbiamo davanti a noi i problemi la cui soluzione sfugge agli schemi del passato
E la stessa crisi del Golfo sollecita la responsabilità dei paesi che vogliono concorrere ad un nuovo ordinamento internazionale fondato sulla giustizia e sul rispetto dei diritti degli stati e degli individui
Di fronte ad una minaccia che investì i principi di convivenza pacifica dell'intero sistema internazionale le nazioni debbano dimostrare di voler mettere la forza al servizio del diritto
Soltanto a queste condizioni
Noi saremo in grado di concorrere a realizzare un avvenire migliore nel quale diventi reale l'auspicio espresso domenica scorsa dal Papa che i responsabili delle sorti del mondo riflettano riflettano
Sull'estrema necessità di pare prevalere il dialogo cito testualmente
Sull'estrema necessità di far prevalere il dialogo e la ragione e di preservare la giustizia e l'ordine internazionale senza ricorrere alla violenza delle armi
Ci sorregge la convinzione che tutti gli sforzi sono stati compiuti per evitare una soluzione cruenta ed altri ancora si stanno dispiegando finché non arrivi l'irreparabile
Siamo sorretti anche dalla certezza che in un momento in cui cominciava ad intravvedere i contorni di un nuovo assetto internazionale
Nessuno deve sottrarsi alle responsabilità che derivano dinanzi all'Avvenire pacifico per le nuove generazioni
Dinanzi ai giovani noi abbiamo il diritto e il dovere di dire
Che è stata proprio la fermezza delle democrazie a scongiurare nel tormentato dopoguerra i rischi di un nuovo immane conflitto e a far maturare una stagione nuova nei rapporti internazionali
Questa è la nostra irrinunciabile carta di credito politica e morale
La ringrazio onorevole presidente Colizzi
Ottenendo grazie
Vengo ora venduto
Sto avvertendo imbarazzi è dovuta fino alle ore undici e venti per consentire ai gruppi di valutare con il necessario approfondimento le dichiarazioni del governo lassismo terzo spezza
Così dunque Giulio Andreotti alla Camera il sedici gennaio novantuno e ascoltiamo adesso una sintesi anche dell'intervento che pronuncio l'ex segretario del PC archivio che
Signor presidente onorevoli colleghi
Tutti noi siamo consapevoli dell'eccezionale gravità della situazione
Qualunque passo compiamo
Qualunque decisione verrà presa essa avrà un'enorme importanza
Per l'intera convivenza internazionale
Sin dall'inizio siamo stati consapevoli
Come afferma e nel dibattito alla Camera del ventitré agosto
Che ci troviamo di fronte a una delle crisi più gravi dopo la seconda guerra mondiale
Una crisi che si è sviluppata
In una delicata fase di transizione in tutte le relazioni internazionali
Perciò dicevo allora siamo profondamente convinti
Che siamo partiti con il piede sbagliato attraverso iniziative unilaterali
Che avrebbero dovuto essere evitate e che abbiamo apertamente criticato
E per questo aggiungevano e cerchiamo e crediamo sia doveroso per tutti farlo
Di collocare l'attuale crisi un orizzonte più ampio
Capace di prefigurare
Un modo nuovo di risolvere le controversie internazionali
Di affermare far rispettare il principio di legalità nei rapporti internazionali senza correre i rischi
Di una incontrollata spirale di violenza
Determinata da atti di guerra dicevo allora che potrebbero compromettere la pace mondiale e condizionare negativamente per lungo tempo i rapporti tra nord e sud del mondo
Le scelte che compiamo oggi così ancora affermavo possono prefigurare nel bene e nel male il nuovo assetto del mondo
Nel frattempo alcune scelte sono state fatte bene molte altre male
E oggi siamo tutti chiamati a guardare come estremo senso di responsabilità a quanto può accadere
Tutti dobbiamo sentirci impegnati a fare ogni sforzo possibile per scongiurare una guerra e sarebbe disastrosa per l'intera umanità
Noi tutti insieme all'intera comunità internazionale
Abbiamo condannato in modo netto inequivocabile l'aggressione del Gauleiter da parte dell'Iraq
E conferma determinazione
Abbiamo inteso intendiamo conseguire il ritiro iracheno e il ripristino della legalità internazionale
Noi tutti abbiamo pienamente sostenuto la funzione che l'ONU ha svolto per la soluzione della presente crisi
Su questa base abbiamo appoggiato le risoluzioni del Consiglio di sicurezza che hanno promosso l'operazione dell'embargo e l'azione di isolamento morale politico e militare dell'ETA
Su questa linea si è realizzata una straordinaria convergenza e compattezza del mondo intero
Noi siamo convinti che nelle scelte che siamo chiamati a compiere dobbiamo riuscire a mantenere e consolidare questa compattezza nel volere perseguire il ripristino della legalità internazionale e la salvaguardia della pace
Qui deve essere molto chiaro onorevoli colleghi
Non c'è chi vuole restaurare la legalità internazionale e chi non vuole fare
Non è qui la diversità
La diversità e nel modo in cui ciò deve avvenire nella scelta dei mezzi
Lei onorevole Andreotti
Propone a questo Parlamento di decidere di affidare al ricorso delle armi e questo obiettivo
Non siamo d'accordo
Esistono altri mezzi che non siano la guerra e sono mezzi più efficaci e più sicuri più convenienti ai fini della restaurazione dalla legalità nel governo
E ai fini di una costruzione della sicurezza della pace nella regione
Lei stesso ha riconosciuto che la strategia dell'embargo dell'isolamento
Della pressione non ha mancato di dare risultati
E vorrei ricordarle che gli ostaggi sono stati rilasciati grazie alla politica dell'embargo e prima
Delle rigidità ultimative dell'ultima fase
Non si vede perché non dovrebbe consentirne altri più sostanziose decisi soprattutto se accompagnata e sostenuta da quelle iniziativa politica e diplomatica sull'insieme dei problemi mediorientali che ha incontrato finora tanti ostacoli e resistenze e che al contrario è assolutamente necessario
Chi onorevole Andreotti vuole l'impotenza dello nessuno vuole l'impotenza dello benché mai chi come noi insieme con moltissimi altri
Non vogliono che l'ONU dia prova di impotenza nell'assunzione di nuove iniziative per le quali sono in campo proposte fra cui le nostre che non dia prova di impotenza nella decisione di convocare una conferenza per il Medio Oriente
Proposte precise ed efficaci anche per togliere a Saddam Hussein allibito per i suoi arroganti rifiuti
L'ONU non è un'entità astratta
La sua azione scaturisce da volontà concrete e di tutti i soggetti dalla comunità internazionale grandi e picconi
E infine nelle mani di tutti noi la scelta dei mezzi più giusti più idonei più efficaci più coerente
E questi mezzi anche ora non sono quelli della guerra ma ripeto della continuazione dell'embargo
Dell'accentuazione della pressione dello sviluppo dell'iniziativa politica e diplomatica sull'insieme dei problemi mediorientali
Noi rifiutiamo di trasformare il quindici gennaio mille novecentonovantuno in un ultimatum un ultimatum che non ha più come destinatario Saddam Hussein un ultimatum che la comunità internazionale pone a se stessa
Privando sì di ogni alternativa nacque
Questo onorevole Andreotti e il senso del discorso che lei ha fatto lei non ha considerato non si è misurato
Mi dispiace dirlo con gli argomenti e le proposte le ipotesi diverse
Dalla guerra che esistono lei non si è curato di cercare di proporre prospettive ulteriore
Si è preoccupato di null'altro
Che di schierarsi come se ormai non ci fosse altro da fare che fornire argomenti di persuasione propagandistica lo schierarsi
E siamo convinti che ciò è possibile invece
Quello di perseguire un'azione volta a colpire la prepotenza sviluppando e rafforzando l'embargo all'isolamento internazionale
Mentre pensiamo che una soluzione militare procurando incalcolabili sofferenze umane che fermamente può
Chiamo siano risparmiate non ci consentirebbe di conseguire ne è una fase duratura nella stabilità era Achille Occhetto nascosti ma adesso anche la voce dall'ex segretario democristiano formula
Il fatto che l'Iraq violi i suoi obblighi internazionali
Occupi e si ammetta uno Stato sovrano rifiuti le deliberazioni dell'ONU non solo non trova giustificazione alcune nel persistere di tali tensioni
Ma piuttosto ne ostacola il componimento equo e la soluzione appropriata ingenerando nuovi conflitti è ulteriori radicalizzazione
E solo nel rispetto delle deliberazione del Consiglio di sicurezza che si può rafforzare la solidarietà tra i popoli
E la collaborazione tra le superpotenze
Consolidando le prospettive di dialogo di negoziato e di distensione
Ribadite dunque in modo chiaro le direttrici del nostro impegno
Voglio dire
Onorevoli colleghi
Che noi comprendiamo bene in queste ore l'angoscia
E le speranze
Che accompagnano tante manifestazioni
Le preghiere di milioni di Giovanni di uomini e di donne
E il nostro cuore la nostra intelligenza delle cose
Sono vicini a loro
Ragioni profonde di cultura di civiltà
Il sette religiosa e di fede nei valori umana
C'è oggi in tutti noi
Una grande amarezza
E anche il senso di un fallimento
Perché è quasi incredibile
Che gli sforzi congiunti della comunità internazionale
Le posizioni convergenti per la prima volta di fronte alla crisi esplosiva del Medioriente
Se gli Stati Uniti e dell'Unione Sovietica della Cina
Dell'Europa e di gran parte del mondo arabo non abbiano sortito un risultato positivo
C'è veramente un aspetto assurdo indecifrabile in questa tragedia
Forse solo in parte comprensibile
In chi ha conosciuto in altri tempi il dittatore iracheno
La sua concezione autoritaria
La convinzione della necessità e della ineluttabilità della guerra
La ostinata volontà la ostinata protervo a volontà
Di affermare una supremazia nei confronti dei Paesi vicini
Pur sapendo
Pur avendo conosciuto quest'aspetto della dittatura irachena
Resta tutta l'angoscia per il fallimento del dialogo
Della ricerca della via pacifica alla soluzione dei problemi
E per le scelte che siamo chiamati oggi a compiere
Era Arnaldo Forlani ascoltiamo adesso quanto disse Bettino Craxi
Abbiamo visto tanti regimi dittatoriali
Gettarsi allo sbaraglio
In avventure militari
Nella convenzione o nella illusione di uscirne vincitori
Ma mai nessuno che lancia sfide di guerra
Ben sapendo di perde
Tutto questo ha colorato
Dir razionale
E di fanatico
La condotta del regime iracheno
In modo tale da sfuggire al nostro orizzonte
Ai principi in cui crediamo
Al desiderio di vedere ogni contrasto oggetto di dialogo e di negoziato
Ha lo spirito pacifico e pacifista
Della nostra tradizione
Che è una tradizione di uomini e di donne e di pace che tuttavia non si sono mai confusi con un pacifismo ipocrita e rinunciatario
Di uomini e di donne che hanno saputo seguire la via del sacrificio quando questo si è reso necessario per opporsi
Alla provocazione alla violenza e all'aggressione
Il due agosto del mille novecentonovanta
Il Consiglio di sicurezza dell'ONU dichiara come ha ricordato il presidente del Consiglio che l'invasione del cupa edite da parte dell'Ira
Costituiva una rottura della pace e della sicurezza internazionale
E come tale lo condannava
Con la medesima risoluzione esigeva il ritiro immediato ed incondizionato delle forze irachene
E invitava l'Iraq il cupa età intraprendere immediatamente degli intensi negoziati
Per regolare le loro differenze ed appoggiare tutti gli sforzi compiuti a questo proposito ed in particolare quelli della lega degli Stati arabi
Da allora sono seguite altre undici risoluzioni del medesimo tenore
Con un crescendo di preoccupazione e di determinazione
L'ultima
La risoluzione del ventinove novembre mille novecentoventi dichiara
Che con il suo comportamento Dirac sfida apertamente il Consiglio
E aggiunge che il consiglio risoluto a fare pienamente a rispettare le sue decisioni
E quindi
Esige che l'Iraq si conformi pienamente alla risoluzione seicentosessanta e a tutte le risoluzioni ulteriori e senza ritornare su nessuna delle sue decisioni
Decide in segno di buona volontà
Di osservare una pausa per dargli un'ultima possibilità di farlo
Autorizza gli Stati membri e cooperano con il Governo cupa il piano se il quindici gennaio novantuno l'Iraq non ha pienamente applicato le risoluzioni sopra menzionate
Ad usare tutti i mezzi necessari per fare rispettare ed applicare la risoluzione seicentosessanta e tutte le risoluzioni ulteriori per ristabilire la pace e la sicurezza internazionale nella regione
Onorevoli colleghi noi abbiamo riconosciuto il valore e la validità di questa risoluzione delle Nazioni Unite ora affronteremo le difficoltà che si dovessero presentare con dignità e con coerenza il governo italiano investito di una grande responsabilità
In una situazione così tesa complessa e difficile
Attivamente ricercato un punto di appoggio per sviluppare un'iniziativa di pace
E lo ha fatto con particolare scrupolo
Noi per parte nostra lo abbiamo costantemente sostenuto e di incoraggiare
Di fronte alla gravarsi della situazione
Per le decisioni di natura militare che potrebbero essere chiamate a chiamato ad adottare il governo avrà per intero il nostro leale appoggio
Nella speranza che nel Paese
E tra le forze democratiche
Si allarga chi si approfondisca la consapevolezza
Dei doveri che l'Italia non ultima tra le nazioni libere progredite a verso la comunità internazionale
La ringrazio onorevole Craxi
Ora la parola l'onorevole Rauti ne ha facoltà
Onorevole presidente onorevole presidente del Consiglio colleghi sono in tutti nulli
Mentre ci apprestiamo a dare il nostro consenso
Il consenso del movimento sociale italiano alla partecipazione italiana
All'azione internazionale sotto l'egida dell'ONU
Per ristabilire la legalità internazionale violata nel uguali
Un'azione che è stata resta indispensabile
Dal drastico
Per esistente
Irriducibile atteggiamento iracheno una partecipazione che è coerente
Come quando avevamo deciso in agosto e nello sviluppo logico
Solo in tutti noi dicevo si agitano nelle nostre coscienze alcune domande
è stato fatto tutto il possibile
Perché a tanto non si arrivasse
E stato davvero fatto il possibile e ancora quello che è stato fatto e che si poteva ittiti doveva comunque tentare è stato fatto tentato al momento giusto
Il Movimento Sociale Italiano Destra nazionale ha la coscienza a posto
Ha le carte in regola
Perché nel che riguarda come accennavo prima la limpida coerenza di un atteggiamento che risale all'agosto scorso come impostazione di fondo
Ma anche la coscienza a posto per quel che attiene alle indicazioni
Fornite via via per mantenere aperta una prospettiva di ampio respiro e di adeguato livello politico che non costringesse all'opzione militare
Dividiamo la crisi più grave del dopoguerra
Ha affermato stamane il presidente onorevoli dagli occhi
Aggiungendo che ci troviamo ad affrontare una
Proprio quando tutti si credeva che il venir meno del bipolarismo non verso prove armate come questa del Golfo avviasse il mondo
Ma verso un'epoca nuova fatta di serenità e di distensione piena nei rapporti internazionali
Per la precisione non c'è solo la crisi del Golfo
Che è stata esso precipitando verso lo sbocco militare
Andava ricordato e non lo facciamo subito
Andava ricordato l'onorevole Iotti che c'è anche quel che accade drammatico il sanguinoso in Lituania e c'è quello che si minaccia apertamente che incalza nelle altre repubbliche baltiche che sembrano abbandonate che sono abbandonati indifesi
Ai sussulti e alla stretta sanguinaria dell'imperialismo sovietico che ancora non si arrende al fallimento del comunismo e per questo qui io mi ponevo ponevo quelle domande iniziali
E lo faccio in termini politici
E non soltanto per rispondere come pure doveroso fare
Al moto dell'animo e ai quesiti della propria coscienza in un momento in cui dico ognuno di noi sente gravare sulle spalle il peso di una decisione così grave
Così foriera di conseguenze sbocchi e sviluppi che non solo al momento esattamente calcolabili o prevedibili
E qui si apre la serie delle nostre censure al governo
Della nostra contestazione al ruolo svolto dal governo quindi ed è la denuncia della sua inadeguatezza di fronte al panorama che via via si andava rivelando ed aggravando
L'onorevole Andreotti sta male
Ha creduto di mettersi al sicuro elencando con l'abituale minuzia i precisione
Tutti i passi e le iniziative svolte per sfruttare al massimo ha detto testualmente l'onorevole Andreotti tutte le occasioni di incontro con i rappresentanti di tutti i Paesi coinvolti nella crisi
Facendo conoscere più volte direttamente o indirettamente la nostra posizione a Bardi
E alle indicato alcuni di questi incontri e ha ricordato persino i messaggi di sollecitazione di consiglio all'ambasciatore iracheno a Roma nominato ministro di Stato per gli affari esteri
A me sembra poco onorevole Andreotti
Sembra terribilmente al tempo stesso pateticamente poco specie se teniamo presente che il lungo l'arco di questa crisi l'Italia si è trovata ad esercitare la presidenza della Comunità europea
Altro che incontri è ben altro che messaggi di sollecitazioni ben altro si poteva e si doveva fare proprio partendo palla quella coincidenza della presidenza della CEE
Perché onorevole da Andreotti e non lo dico soltanto a lei l'Europa è stata la grande assente da questa crisi ecco la terribili verità
Che noi ci si sia schierati che ci si debba si
E dare sul versante della legalità internazionale difeso con le sue risoluzioni dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite non impediva non poteva e non doveva impedire che l'Europa acquistasse mantenesse e sviluppasse una sua presenza attiva e dinamica nella crisi
Offrendosi come punto di riferimento soprattutto in relazione a quello snodo essenziale che poteva essere rappresentato dalla connessione con il problema palestinese
Sarebbe bastato ad esempio onorevole Presidente del Consiglio che lascerei insistesse sottolinearsi facesse perno e ove occorresse addirittura quadrato intorno a quella dichiarazione di Venezia del mille novecentottanta
Che lei stessa qui citato è ricordato stamane a favore ha detto della causa palestinese
E anche per quella che lei stesso ha definito la ripetuta attenzione per la tragedia libanese sarebbe bastato per acquisire quella dimensione specifica più spessa e ricca di contenuti
Più fervida anche di prospettive che invece abbiamo visto paurosamente mancare
Non è bastato non poteva bastare
Quel cauto cautissimo accenno che abbiamo trovato stamane nel suo intervento sulla esigenza di non isolare ed ha crisi del Golfo dal più complesso e drammatico quadro mediorientale
Questo possono dirlo tutti questo lo dicono tutti ormai
Il riferimento il riferimento al più complesso quadro è d'obbligo e di rigore e come una giaculatoria stanca quando si parla del Medioriente
Che oggi la zona nevralgica del mondo che oggi il crocevia delle sue tensioni più esclusive delle sue lacerazioni più profonde angosciante e mancata l'Europa
Che era Pino Rauti nella gennaio novantuno segretario del movimento sociale alla Camera durante nel dibattito sulla crisi al Golfo Persico il precedentemente invece una sintesi di quanto disse
Raniero la Valle esponente della Sinistra indipendente ed esponente anche dei cosiddetti cattolici del dissenso
Ma il governo che chiede al Parlamento un volto per deliberare la partecipazione italiana
Dice che non si tratta di guerra e non agisce ai sensi degli articoli undici cinquantadue settantotto e ottantasette della Costituzione
L'azione a cui l'Italia parteciperà nominata da tutti i giornali del mondo col suo nome che guerra
Non viene nominata come tale
è ma solo in quest'aula l'innominata
E non è chiamata guerra perché e la parola che da sola commenta tutte le parole del Governo e ne invalidato azione
Questa innominata nono scoppia oggi per caso e d'improvviso
Essa è stata preparata giorno per giorno in questi lunghissimi centosessantasette giorni
Con atti parole motivazioni Silenzi censure plagi
Che per cinque Nesi hanno veicolato un Sorbo unico e ossessivo messaggio come diceva De Michelis
Tale che li nominata finisse per apparire non solo come giusta ma anche come inderogabile e inevitabile
Per cinque mesi onorevoli colleghi siamo stati metodicamente caparbiamente persuasi ed assuefatti alla violenza e a un massimo di violenza come quella che sta per scatenarsi nel Golfo
E allora permettete che anch'io usi la violenza cui siamo stati persuasi
Ma quella sorda violenza che come ci hanno insegnato altri maestri e feconda e liberatrice che la violenza ermeneutica che consiste nella forza della verità e dell'interpretazione
Nel rigore dello smascheramento e nella lotta per riportare la realtà alla conoscenza e alla ragioni pertanto eserciterò questa violenza interpretativa per cercare di capire analizzare come si è arrivati a questo punto assumendo come criterio non la ragione solitaria di anime belle ma la ragione comuni che universalmente in tutto il mondo chiede la pace
Io però non parlerò di pace
Dato che ormai qui la pace e il nuovo nome della guerra
E non parlerò di pace perché la pace l'abbiamo perduta non oggi ma quando con l'ultimatum abbiamo fatto una dichiarazione di guerra differita
E ancor prima l'abbiamo perduta quando l'embargo che era giusto lo abbiamo trasformato in assedio
Ed è stato proprio quello il momento in cui tutto si è deciso che tutto si è perduto
Perché l'embargo era già violenza ma non era violenza delle armi era violenza del significato e per questo fu unanime
Diceva come l'invasione l'annessione del Kuwait fossero definitivamente inaccettabili
E sulla perentorietà ermeneutica di queste rinunziato si doveva costruire non una guerra ma una politica cioè un vero dialogo negoziato e trattativa
Invece l'embargo è stato subito corrotto e trasformato in una sfida al confronto di forze in uno schiaccianti accerchiamento militare e ti fatto nel primo stadio della guerra
Non parlerò dunque di pace perché l'abbiamo abbandonata già ai primi metri del cammino e forse anche prima
Ma cercherò di ritrovare le verità che abbiamo perduto perché la verità come ci ha insegnato un altro maestro inascoltato e il primo dei quattro fondamenti della pace
Ed è perché oggi siamo senza verità che siamo anche senza pace
E parlo naturalmente non ti merita di verità metafisiche ma di verità politiche come è sempre stato un rigorosamente politico il discorso che abbiamo fatto in tutti questi mesi
La prima verità
Che tutti ci accomuna e che l'atto del due agosto è stato un atto di guerra e di aggressione da parte dell'Iraq e non tanto e non solo perché abbia violato il confine
Un confine nel deserto
Dove le carovane dei beduini sono abituati da millenni a muoversi liberamente da un luogo all'altro da una tribù all'altra
Non è la stessa cosa almeno nella percezione araba più un confine a Berlino o a Danzica
Un confine nel mondo arabo che si pretendi abitato da un'unica nazione non è la stessa cosa che un confine in Europa in Occidente
E i confini degli e mirati da quando sono stati disegnati dagli inglesi sulla sabbia sono stati sempre oggetto di controversia e spesso violati
Non solo da parte dell'Iraq ma anche da parte dell'Iran e dell'Arabia Saudita
La gravità dell'iniziativa irachena sta piuttosto nel fatto che attraverso la violazione di un confine se ignorato il principio dell'autodeterminazione
Sì umiliato un altro potere arabo per quanto corrotto
Si è attivato un conflitto cruento di arabi contro arabi si è perpetrato un'annessione
E si è sfidata la comunità internazionale il suo diritto fondamentale
Nel momento delicatissimo del passaggio dalla guerra fredda a quella politica calda creativa nascente che doveva fondare l'epoca nuova appena avviata
Dunque l'azione irachena sul Kuwait è stata grave e ne vanno annullati gli affetti
Ma è contro ogni evidenza e contro ogni equità estrapolarla come se fosse unica
Farle la colpa su cui si ispirano le colpe di tutti negando ogni rapporto con altre violazioni da sanare dall'annessione di Gerusalemme l'insediamento ebraico nei territori occupati
Al dominio siriana israeliano nel Libano
Ma ancora cose che tutti hanno dimenticato
All'annessione del Tibet dalla Cina all'invasione annessione di Timor Est come ventisettesima provincia dell'Indonesia io ogni volta che l'ONU ha avuto da discutere una risoluzione
Contro questa incorporazione del timore sta all'Indonesia come ventisettesima provincia dell'Indonesia la comunità europea si è astenuta su tutte queste risoluzioni
Fino all'occupazione turca di Cipro cose tutte che non sono solo di ieri onorevole Andreotti quando c'erano i blocchi e l'ONU non funzionava ma continuano ancora oggi
La seconda verità
E che si è dunque il problema era di ottenere senza guerra il ritiro dell'Iraq del Kuwait esso è stato chiesto nell'unico modo per cui questo ritiro fosse impossibile
Perché lo si è chiesto non solo come pure stretto di una volontà imposta con la forza e dunque nelle forme di una intollerabile umiliazione imposta uno Stato sovrano e a un popolo per quanto colpevole
Ma lo si è chiesto come ritiro incondizionato
Cioè non condizionato nemmeno alla ovvia è obbligata a garanzia chi al ritiro non sarebbe seguita comunque un'azione militare rivolta disarmare l'Iraq e a liquidarle il regime e lo Stato
La soluzione diplomatica e politica di cui tanto si è parlato in realtà non è mai esistita
Essa non era infatti medi pro malati canne politica perché una diplomazia che non sia disposta a discutere le condizioni di ciò che chiede non è una diplomazia
E una politica che persegue gli stessi obiettivi di Vittorio incondizionata che sono proprie solo della guerra
E li persegue con la minaccia della distruzione con la pratica dell'ultimatum non è politica non è un altro mezzo rispetto alla guerra ma è già guerra
La resa incondizionata non è onorevole i colleghi a fare della diplomazia ma della guerra
E non a caso becchi rapportato a Ginevra insieme alla orribile lettera di Boucher il generale crei disse e le minacciose fotografie delle armi
E il fatto che Tareq Aziz abbia lasciato per sei ore quella lettera sul tavolo senza acquisirla
è stato mi si permetta di dirlo il gesto più alto di dignità di tutta la crisi e l'ultima possibilità lasciata una soluzione negoziata
La terza verità onorevole i colleghi e che se dunque si è chiesto il ritiro dal Kuwait in modo da non ottenerlo e perché il Kuwait era solo la maschera della vera controversia e come per l'Iraq il Kuwait non era il Kuwait e noi lo abbiamo constatato direttamente nella missione che abbiamo fatto a Baghdad
Come per l'Iraq Kuwait e non era il Kuwait ma era l'emblema e l'impegno di altre cose e per questo era negoziabile
Per gli Stati Uniti il Kuwait era l'emblema e l'occasione di altre cose ben maggiori e perciò non era negoziabile la forma del ritiro
E allora bisognerebbe vedere quali sono davvero questi altre cose per cui si fa la guerra se vogliamo avere ancora uno scrupolo alla verità
La quarta verità verità politica e che davvero l'Europa non voleva la guerra tante che oggi non la vuole nemmeno nominare
Ma onorevoli colleghi l'Europa e morta con la presidenza italiana e scomparsa nella futilità
Si è ridotta alle dimensioni lillipuziane del Lussemburgo
E ora fa una guerra che non voleva e la fa perciò non da libera ma da dominata nemmeno l'Italia voleva la guerra io credo al desiderio di pace che tante volte è stato espresso in questi mesi anche in quest'aula e perfino oggi
Credo che davvero il presidente Andreotti amico degli arabi e dei palestinesi e perciò sospettato dei suoi alleati di governo non volesse la guerra credo che davvero il ministro De Michelis volesse solo storcere un braccio a Saddam Hussein e non volesse la guerra e davvero l'onorevole Occhetto quando si è astenuto sulle navi non si è astenuto sulla guerra così come certamente ne Mitterrand ne Gorbaciov me ecco volevano da guerra ma se questo è vero
Allora è altrettanto vero che oggi siamo di fronte a una sconfitta lo ha riconosciuto del resto lo stesso onorevole Forlani
Allora è vero che la politica fatta in questi mesi è fallita
Che errori di valutazione ben più che da Saddam Hussein sono stati fatti da noi
E più generalmente si può dire che si ora la guerra scoppia e se l'Italia vi partecipa
Non solo il fallimento di tutto la politica ma il fallimento di tutto una cultura era Raniero la Valle della Sinistra indipendente dal sedici gennaio novantuno alla Caf ascoltiamo adesso quanto di
Se quel giorno Mabuni
Il pacifista è quello è l'abbiamo già visto anche nella storia
Che quando si invade l'Austria o la Polonia o i Sudeti chiede di non reagire
E prepara consciamente o no disastri maggiori
Il non violento è quello
Che pure in situazioni così difficili come oggi in cui magari non c'è più nulla da fare le sue proposte non sono accettate come non lo so perché non lo sono state accettate nei dieci anni precedenti
Di una politica aggressiva e non violenta
Si pone però il problema
Di strappare pure in questo frangente
Un centimetro in più un millimetro in più un passo in più
Nella costruzione di strumenti che garantiscano almeno per la prossima volta il rispetto del diritto internazionale
E che non provi quello più altrettante ulteriori prevaricazioni annessioni e via discorrendo
Ed è per questo
Ed è proprio per questo
Che oggi
Ci troviamo una me pare sale rileggo o se guardo gli avvenimenti di questi ultimi cinque mesi
Mi pare di poter dire che queste cinque mesi hanno da una parte fotografato
Se ancora ce ne fosse stato bisogno di un'ulteriore verifica
Hanno fotografato il fallimento
Della politica estera portata avanti dai Paesi del Nord del mondo dal nostro visto che ne discutiamo in questa sede
Di una politica estera e di rapporti internazionali basati
Sul potere sugli affari quando andava bene se non sulle tangenti perché non c'è mai limite al peggio
Magari sulla vendita delle armi
Sul sostegno a questo o quel dittatore perché per avventura
Reggeva un paese magari strategicamente utile nello scacchiere internazionale
E che non ha mai fatto
E che su questo altare
Di divisioni strategiche o di affari o di rapporti ha sacrificato
E non ha mai fatto valere come valori prioritari nei rapporti di politica estera
L'unica cosa di cui dovremmo andare in qualche modo orgogliosi
E che è la democrazia seppure che noi abbiamo seppure in tutti i limiti evidente in questi giorni
Non ha mai posto a base della sua politica in particolare dalla politica estera e dei rapporti internazionali i diritti della persona i diritti umani civili e politici
Ma di volta in volta i diritti umani e civili e politici sono stati un tema
Usato molto spesso nei comizi dalla domenica
Magari perseguiti
E quando non costano nulla ma poi messi subito da parte quando costassero qualcosa
Magari in termini di puro denaro o in termini di pura tangenti
Il secondo elemento ma mi pare
E tornerò dopo su questo aspetto che il fallimento di questa politica del riarmo a scacchiere
Non sia stato
Neanche accennato dal Presidente del Consiglio
O da altri colleghi dalla maggioranza
Mi consenta il presidente che non c'è ma certamente il ministro Maccanico gli riferirà epoche radio radicale sta giustamente svolgendo un ruolo di informazione non solo per i cittadini ma anche per il governo mi auguro e consenta che tutto questo cioè quello di
Partiamo dal due agosto e sono anche d'accordo ma che sul tutto il precedente di anni di rapporti particolari con i Paesi arabi io coi dittatori arabi
Su tutto questo si intenda non spendere una parola certamente è un po'inquietante e sconcertante
Secondo elemento che si è creato in questi mesi o che comunque si espresse in questi mesi e che per la prima volta le Nazioni Unite il Consiglio di sicurezza
Senza gli strumenti adeguati per il momento hanno espresso con molta forza un dato di affermazione del diritto internazionale
Vero ne manca ancora lo strumento esecutivo
Non esiste un corpo di peacekeeping adeguato al gli ordini del Consiglio di sicurezza eccetera ma mi pare anche per la prima volta questo elemento che io credo forse allo stadio ancora insufficiente ma estremamente importante
Si è affermato o comunque ha avuto una sua manifestazione che credo non abbia mai avuto precedenti
Credo che questo sia un primo la prima volta e in qualche misura ancora inadeguata ma appunto se noi crediamo al diritto internazionale quindi ad un istituto che lo afferma e che abbia anche gli strumenti per farlo a prevalere
Beh io credo che per un non violento il problema è come
Aiutare un passo in più dicevo un centimetro in più perché questo istituto si affermi perché gli strumenti adeguati siano dati perché uno da momenti difficili non ci si fermi a dire come ho credo ognuno di noi dice
Perché è più popolare perché lo vorrebbe perché più semplice perché perché perché inno alla guerra
Certo
Io non credo che nessuno in particolare la voglia si tratta di capire come si evita a quale costo e non sono disponibile a un non violento non è disponibile ad accettare una violazione di diritto su qualunque altare
Quindi si tratta di capire se ce ne sono ancora i margini
E se non ce ne sono più che cosa comunque fare altrettanto
Perché nella signor presidente cari colleghi
L'intervento di Andreotti di questa mattina il Presidente del Consiglio e anche dell'onorevole Craxi
Sono stati
Esatto persino nei dettagli
Solo che il loro comportamento passato presente
Vorrei citare la Somalia ma forse potremmo senza sbizzarrirsi troppo senza far descrittivo
Solo che loro comportamento passato presente e forse anche futuro perché nulla mi sta a dimostrare che non sarà più così la rendeva queste stesse dichiarazioni non vere
O meglio poco credibile
Creando ad esempio in me un disagio molto profondo
Perché il baratro mi pareva che mi pare di dover constatare tra ciò che viene affermato e si dice e ciò che anche recentemente magari in questi giorni si fa magari non a proposito dell'Iraq perché l'attenzione dell'opinione pubblica è molto forte
Ma magari relativa ad altre parti del mondo esattamente in contraddizione
Rende alle stesse dichiarazioni Allo stato poco credibili
La pura e semplice richiesta
Di autorizzare che si rivolge al Parlamento che venga autorizzata a norma dell'articolo undici la risposta armata seppure come ultima risorsa dopo sei mesi di Bari tentativi a me pare che questa sola richiesta se solo questo è inadeguato non solo in questo momento specifico ma anche nel medio termine e mi spiego
Credo
Che se da oggi da questa crisi
Non è nasce soprattutto da chi ci governa ed atti quindi ha più responsabilità di nuovo
La consapevolezza che la comunità internazionale deve voltare pagina
Rispetto ai valori e ai metodi che ha perseguito
In questi anni di politica internazionale se non c'è qualche altra iniziativa che indica questo senso concreto
La stessa richiesta di semplice autorizzazione a norma dell'articolo undici perde di credibilità
E ci sono e d'altra parte devo anche dire che chi Porta il peso di questa responsabilità e con una certa sufficienza
A per anni e negli anni scorsi
Neanche non dico accettato ma neanche fatto finta di stare a sentire quali altre proposte altre forze politiche a livello essere voglio tranquillizzare un esercito
Silenzio operoso chiudo scusi onorevole Bonino ma fra il motivo il suo viso fossero ascolto al problema insorto grazie
Riprendo
E voglio dire che appunto che ha avuto la responsabilità di gestire i rapporti internazionali in questi anni alla gestiti come ripeto su questi valori con questi strumenti che oggi si dimostrano fallimentare
Ed ha avuto ho guardato a proposte che venivano da altre parti politiche
Con molto cinismo
Con molta sufficienza
Bollando le perlomeno di utopia quando erano diciamo CIPE persona persone chiamiamole civili
Ma senza mai fare attenzione
Beh io credo che oggi non possono venire in Parlamento
A chiedere una sola richiesta una sola autorizzazione di forze armate senza porsi magari il problema magari semplicemente cinicamente
Forse è che quelle altre proposte che per anni ci sono state fatte che per anni abbiamo respinto star vedere che magari sono più funzionale
Magari sono più efficaci
Magari proviamo alle spalle sei
Non devo raccontare a lei signor ministro Maccanico
Chiedo scusa se di disturbo quali e quante proposte abbiamo fatto dagli era col Presidente Pertini negli anni di campagna e credo difficili almeno per noi faticosissima
Esposte credo sberleffi di vario tipo a destra come a sinistra
In cui dicevamo delle cose semplici
E cioè che la gente non si rassegna a morire di fame
E che se non ha altre alternative i nostri nonni ci hanno dimostrato che si fanno i bagagli e si emigra da qualche parte
E che non c'è l'esercito che venga da questo punto di vista ma tutto questo è accaduto sempre nel vuoto così com'è caduto nel vuoto che masse sterminate senza prospettiva di vita decente intanto di vita informatico immaginiamoci di vita di gente per i figli
Ah beh hanno avevano avrebbero hanno bisogno il ricorrere ad un dato di fanatismo
Di ricompensa nell'aldilà o chiamiamola di come vogliamo ma insomma di un qualche valore che li renda sopportabile di morire
Di morire senza prospettive
E dilagare del fanatismo islamico
Che dilaga oggi non solo dai Paesi arabi BA in tutto l'Africa povera ad esempio basta girare per vedere che non è più limitata ai soli Paesi a
Bene tutto questo che era appunto l'azione di buongoverno perché prevenire le guerre preparare la pace appunto significa prevenire
Significa capire dei meccanismi che peraltro la storia non inventa quasi mai niente di nuovo
Molte cose si ripeta
Se Adua ore di aereo a due mila chilometri si stanno centinaia di milioni di persone che muoiono di fame ma si ritiene davvero che almeno chi può non faccia le valigie
E che non la e che lo faccia e che venga dove può ma che il mondo ormai è diverso che questi fenomeni vanno governati no dopo anni
Di non violenza di azioni di campagna di leggi questo Parlamento
Si è preferito oppure quel poco che si era strappato
Usarlo non per i diritti della persona non per crea per salvare dallo sterminio per fame non per creare un inizio di democrazia in quei Paesi
Si è preferito usarlo
In cosiddetto credo commercio con l'estero con risultati dalla Somalia che ad esempio oggi forse qualcuno
Potrebbe
Ricordare alcunché
Ebbene abbiamo fatto proposte ci siamo candidati a gestirle
Chiedemmo alla fine che il commissario per aiuti straordinari e forse Marco Pannella e su questa cosa fu liquidata come se appunto poco affidabile meno ma
Risultati dei più affidabili non vi pare depongono
E tutto questo è stato visto con assoluta
Così non trova neanche le parole
Oggi noi portiamo a casa voi portata a casa anche il risultato
Di non aver voluto di questa assoluta per non aver voluto né ascoltare né sentire né vedere neanche provare neanche prova
Per questo se la decisione
Di domani di questo Parlamento se la replica del Presidente del Consiglio non segnerà un chiaro segnale concreta e tangibile che si volta pagina
Che non si finanzieranno più dittatori a destra e a manca
Perché magari inutile al commercio per le armi o alla Breda ora non so chi
Che il valore di fondo su cui ci muoveremo saranno i diritti umani civili e politici
Se non ci saranno questi enti la sola richiesta è inadeguata perché sarda la guerra non è neanche sa sufficientemente adeguato dopo se
Dan ce ne sarà un altro
Se non cambieranno i valori e gli indirizzi
Dei rapporti internazionali
Ed è per questo che appunto perché poi siamo umili
Nonostante tutto abbiamo ripresentato un ennesimo documento in cui puntigliosamente facciamo l'evento non tanto degli errori vostri passati quelli sono testimoniati dalle settanta interrogazioni e interpellanze presentate dal nostro gruppo sui rapporti con l'Iraq
No facciamo l'elenco delle cose che comunque delle iniziative
Aggressive non violente che si possono fare pure in questo frangente che possono appunto creare forse le condizioni per domani e dopodomani perché crisi di questo tipo non si ripetano mio collega Cicciomessere ha già segnalato sul per esempio
Cosa si può e si deve fare
Sul commercio delle armi
Io aggiungo e l'abbiamo nel nostro documento puntigliosamente elencate che si può e si deve
Chiarire che invece di esportare armi si può esportare democrazia
Che si può e si deve
I mezzi tecnici non mancano non ci mancano
Inventare un'opera di una grande campagna di informazione
Nei Paesi arabi Iraq compreso uguale
Una grande opera di informazione sui valori sulla democrazia su su su che spieghi come a un dittatore
Si trova di fronte la collettività internazionale e siccome quelle che si possono fare
Si può chiedere pure in questo momento difficile anche se scoppia domani la risposta armata si può chiederà al Consiglio di Sicurezza la convocazione
Della conferenza sui diritti della persona in Medioriente
Perché questo può dare forse il segno che non ti risponde solo in modo armato e poi tutto finisce qui e poi ricominciamo daccapo
Si può e si deve approvare uno strumento legislativo che istituisca una brigata internazionale
Sotto il cappello a disposizione dell'OLAF
Da usare come peacekeeping nelle prossime operazioni
Sia per le catastrofi naturali che sul problema e dalla fame nel mondo ma insomma
Che si faccia capire come la guerra non è solo quella che si combatte con il missile con le armi ma che la morte per fame il risultato di una guerra che si combatte con altri strumenti ma che altrettanto violente
Ed è per questo signor presidente cari colleghi
Che non ha partecipato molto in questi giorni alle manifestazioni e con il no alla guerra
Perché ci vedeva un certo per di ambi
Vera
Avrei partecipata manifestazioni non sono state in grado di organizzare ma avrei partecipato a manifestazioni che fossi fossero svolte in modo univoco di fronte alle ambasciate irachene
Perché non si mette sullo stesso piano una risoluzione dell'ONU un dibattito parlamentare e sta da Mussari
Non è così il non violento si schiera prende una posizione c'è non è la pace a tutti i costi
Che la pace sul costo del diritto ma niente di più ma anche niente di meno
E invece di partecipare a queste manifestazioni da un po'di tempo sono impegnata nella costruzione di quest'altra immagino utopico fantomatica cosa cioè il Partito Radicale transnazionale dei non violenti
Perché qui sono organizzati tutti con strumenti politici i governi i dittatori e mi sembra che i non violenti sono quelli sparsi
E che proprio per restare sparsi
Cui sono deboli e inefficaci non partito transnazionale non violento che sappia rispondere in modo efficace in nella situazione che appunto che ci appassiona tutti ma non viene il dubbio che magari ci appassiona tutti perché coinvolge in qualche modo qualche italiano
Che ci appassiona meno la Lituania accerto carità
Ma in fondo un partito radicale nonviolento transnazionale che sappia dare delle risposte efficaci in Lituania
Tosto che in Somalia tra qualche mese sfortunatamente ma non vedo segni di resipiscenza in Etiopia
E via discorrendo
Questo ha cercato di fare e francamente cari colleghi signor presidente signor ministro io non so cosa voterò domani
Non è ha fatto un indie-pop retorico non ne avrei bisogno davvero non lo so
Non lo so semplicemente perché ho fatto una scelta di parte Stocco le Nazioni Unite stop con il Paese che con tutti i suoi limiti oggi ha il braccio di un profeta disarmato
Mi sembra un poco particolare che nel momento in cui francamente il nostro Paese
Non ha grandi costi sull'embargo non mi pare
Mi sembra un po'particolare
Che si chieda in sostanza al Paese che ne soffre di più il peso una protrazione ma per quanto tempo
Certo si deve chiedere per carità ma è anche facile chiedono la perché il nostro Paese e costi a ad oggi francamente ne paga poco sull'embargo e per mantenere l'embargo certo si deve chiedere ma bisogna pure stare attenti fino a quando il comma e non so cosa voterò non perché la mia scelta non sia netta e chiara credo da tutto il discorso fatto
Ma perché
Se l'unico impegno sarà la risposta armata senza questi altri corollari così indispensabile per preparare le Paci nel futuro mi sembrerà una risposta magari dovuta
Magari scontata ma certamente colleghi una risposta inadeguata che non ci aiuta forse a preparare in modo adeguato e coerente la fase per i prossimi anni grazie
Era Emma Bonino alla Camera il sedici gennaio mille novecentonovantuno l'ultimo intervento che vogliamo riproporvi ha invece relativo al dibattito che si svolse al Senato e scoppia una sintesi di quanto disse in quella sede
Il leader della Lega Umberto Bossi
Signor presidente
E questa una discussione politica che implica la ricerca delle relazioni che intercorrono tra la guerra probabile
Contro l'Iraq da parte dei Paesi industrializzati
Ruolo
Che vari problemi rivesto mentale pericolosa controversia innanzitutto mi sembra che due siano le problematiche che si intrecciano
Sulla medesima ribalta politica rendendo di difficile comprensione il senso delle manovre messe in atto dai Paesi industrializzati
Abbiamo innanzitutto il problema specifico dell'invasione del Kuwait da parte dell'Iraq che in tal modo messo le mani su una grossa quota del petrolio mondiale
In questo caso non c'è dubbio che dittatore e invasore
Coincidono nella figura di Saddam Hussein contro il quale giustamente l'ONU applicato una serie di ritorsione
Ma abbiamo anche un secondo scenario politico
Ma che da una parte approfitta dell'esibizione di forza fatta dagli Stati Uniti d'America in quei e dall'altra della contemporanea mobilitazione dall'Armata Rossa nei Paesi baltici
Evidente che in che in questo secondo caso si sta operando per congelare l'ordine mondiale
Secondo lo status quo
Sancito agli alta
Che vedeva Russia America spartirsi il controllo mondiale
Non è certo la prima volta che questa tattica si affaccia alla ribalta dalla storia
La ricordiamo già nell'ottobre del cinquantasei quando approfittando dell'attacco franco inglese contro una serie carri armati sovietici invasero l'Ungheria
Di nuovo c'è semmai che è caduto il comunismo centralista
E che entrambi gli argini entro cui si vuole incanalare il fiume dei popoli l'umanità
Sono ora entrambi argini liberisti
E non di un liberismo qualsiasi ma di quel liberismo centralista che per realizzarsi
Ha bisogno dello Stato nazionale centralista
Uno stato che contrasta fortemente con la libertà la pace
La vita stessa cioè con i principali valori umani perché è uno Stato fortemente connotato dall'interesse economico e quindi uno stato incline a usurpare tutto il resto
L'interesse economico
Sì collega spinte forti della natura umana che addirittura possono impedire la comprensione degli stessi problemi sociali politici economici indotti dal modello di sviluppo
E chiaro a questo punto che il problema pura e semplice del quei al problema oppure semplice del quale si è sovrapposto un problema di ordine più generale
Che tratta dei come Ray ingessare il quadro di Yalta pur riveduto e corretto per adeguarlo
Alla logica del liberismo centralista e del suo strumento lo Stato nazionale
Non è più un caso quindi se negli stessi giorni gli epigoni del centralismo Bush e Gorbaciov agiscano in accoppiata sostanzialmente per riconfermare che nulla è cambiato
Che se è possibile passare dal comunismo liberismo cioè da una variante all'altra del sistema centralista nessuno deve invece avere il minimo dubbio che sia possibile uscire dal sistema politico istituzionale centralista
Per approdare al sistema federalista e men che meno ricorrere al secessionismo
Quindi all'ombra del quei
è in atto la restaurazione dello Stato nazionale centralista
Sul palcoscenico dalla politica internazionale restano tre dittatori contemporaneamente non soltanto Saddam
Ma Bush e dittatori in seguito dal Nobel della pace Mikhail Gorbaciov
Lo Stato nazionale la forma di Stato più aggressiva violenta guerrafondai oppressiva
Che ha luogo ove abbia mai conosciuto e sopportato
Grazie a questi ingessatura attiverà avanti qualche anno di più
Dopo duecento anni da quando la Rivoluzione francese ha tagliato la testa all'assolutismo monarchico
Nasce e si conferma
Una nuova aristocrazia assolutista quella dei re di danaro
Dei poche grandi potentati economici
Capiamo che se lo Stato nazionale centralista dato vinta ed è riuscito ad allevare due ideologia sostanzialmente monarchiche come il comunismo centralista in cui il potere ed è tenuto al partito unico e dalla burocrazia statale
E come liberismo centralista in cui il potere nelle mani di pochi grandi potentati economici e di un gruppo di partiti politici uniti a costituire il partito unico dalla partitocrazia
Lo Stato nazionale centralista e da salvare a tutti i costi perché lo strumento attraverso il quale i potentati garantiscano si garantiscono la propria egemonia si fanno fare le proprie leggi
Anche se condanno la media la piccola impresa seconda no al federalismo politico
Alla scomparsa all'uscita dal mercato
Da questa mistificazione di fondo io non credo per questa mistificazioni fondo io non credo che si possano si possa con leggero si possono a cuor leggero considerare concluse tutte le iniziative di pace
Che siano state esperite tutte le strade ad esempio non credo che la diplomazia del liberismo centralista si sia ricordato che possono esistere vie di mezzo tra la piena sovranità dello Stato nazionale
E l'occupazione militare ad esempio
Tanto per cominciare sarebbe interessante sapere se qualcuno si è ricordato di esperire la richiesta di autonomia amministrativa per il quale il
Quindi
Dobbiamo dobbiamo stare molto attenti è un momento storico particolare
In un momento storico in questo tempo dobbiamo considerare grave non sono l'ultima tornerà ma anche ultimato di Mosca la Lituania
Un'operazione io autonomista devo sottolineare un'operazione di centralismo Russo bielorusso potrebbe far scoccare la scintilla di un grande incendio nei territori delle repubbliche sovietiche
No non ritengo dovrebbe condannare la continua russificazione dei Paesi baltici per essere più credibile che continua in arrestata nel dagli ultimi quarant'quarant'anni dagli anni quaranta gli arresti le deportazioni che avvengano vorrebbe condannare un centralismo moscovita russo che mandi paracadutisti a fare a pezzi la gente a sparare con i blindati sui civili a percuotere Assange
I bambini di tredici anni un centralismo che ubriachi suoi militare poi li manda gettare Giovene ragazze alle finestre
Condanniamo al potere centrale dell'impero sovietico come autonomistica in decomposizione
Ma che trova la forza di compiere vere e proprie stragi con la volontà di fare maggiori danni possibili contro la Massine armi di un popolo che ha l'unica colpa di ostacolare l'assolutismo
Del regime russo oggi più che mai anacronistiche fuori dal tempo
Oggi anche se si appoggia all'assolutismo alla stessa logica centralista americana condanniamo il regime sovietico anche e soprattutto perché rappresenta quel centralismo chiamando i carrarmati a schiacciare la libertà
Centoventuno dura a morire in molti molti strati Stati anche ecco
Cerati democratici dimostrando che tutti centralismi sono pronti ad affermare la volontà di far ricorso alla prepotenza per riprese le aspirazioni di libertà dei popoli e delle nazioni
Dopo sette giorni che i paracadutisti sono a Vilnius è la dimostrazione che siamo alla vigilia di un nuovo atto della dittatura sovietico americana
I popoli in Russia vanno costretti con la forza se le forze politiche internazionale non si opporranno
A rientrare nell'Unione per tutti questi proprio dalla Lituania le stanze sarà la scelta però eterna schiavitù
E la difesa dell'indipendenza
Io penso che ultimato ma la Lituania imposto al Parlamento di Vilnius il ritorno immediato alla corte alla Costituzione sovietica vanno contro il primo principio fondamentale delle carte dalla Carta delle Nazioni Unite che contempla intervento dall'ONU
Per la sola minaccia di aggressione verso la libertà di un popolo ci sono in atto profondi cambiamenti dalla realtà dell'unione della Repubbliche sovietiche che è una guerra civile non solo sarebbe su vasta scala e vedrebbe l'intervento di Georgia e Ucraina Estonia e quanti altri popoli
Vogliono l'autonomia sarebbero disposti a votare per l'autonomia
Questi interventi interromperebbe il processo russo rischia di interrompere il processo democratico di un popolo lituano che perseguiva pacificamente con dignità e traguardi della libertà e della democrazia
Quindi ricordiamo oggi soprattutto in queste ore che non vi è solo ha paura del Golfo
Giustificata dalle dall'ipotesi del coinvolgimento dei nostri ragazzi e di noi stessi ma vi è anche il grande rammarico per le tragedie che si stanno consumando in Somalia Armenia uzbeki stanno Irlanda del Nord Kazakistan Kurdistan
Noi chiediamo al ministero degli estranei
Italiano di intervenire con forza presso il medesimo Ministero sovietica affinché venga dato via libera al corso della libertà dei popoli baltici rinunciando ad ogni atto di forza e intimidazione
Detto questo
Ritengo che in Italia debba restare nel nel Golfo passa a restare nel Golfo ma non debba impegnarsi in atti di guerra perché non tutte le strade sono state sondato ed esperite tra la direzione e la pace
Sarà anche che noi italiani abbiamo sulla coscienza delle responsabilità in merito al cattivo o pessimo risultato dalla cooperazione
Con i paesi in via di sviluppo
Sarà che quante volte ce lo chiediamo
Abbiamo se accettiamo la logica della forza evidentemente dobbiamo anche chiederci quante volte dovremo far ricorso alla stessa logica dalla porta nei prossimi anni si avvicino questi fondo una guerra la prima guerra energetico ed è una guerra che probabilmente già spedì molti si aspettavano e da quarant'anni che la stiamo aspettando questa primavera energetiche
Ma secondo secondo me la via dalla guerra non era uno non è in questo momento la via migliore perché dobbiamo chiederci quante volte questa via
Poi se non sia un boomerang ci ritorni indietro quante volte dovremo far ricorso alla forza se non cambiamo strada ad esempio nella cooperazione
Con i paesi in via di sviluppo cooperazione sia di tipo economico chiedo aiuto lo sviluppo evidentemente che un'importante arma forse la più importante Argo l'unica arma possibile attraverso cui il nostro Paese Paesi industrializzati devono affrontare il problema del riequilibrio politico economico e sociale dell'intero pianeta
Bisogna ricordare anche che il nostro Padre nostro Paese ha utilizzato questo strumento in modo per lo meno fallimentare
E val la pena ricordare che ha concesso linee di credito per decine di migliaia di miliardi a Paesi in guerra come l'URSS l'Iraq Somalia ed altre regioni del terzo mondo
Ignorando i profondi mutamenti in atto la la collocazione internazionale dell'attività economiche
E in entrambi i casi si è proceduto verso forme politiche che anziché a favorire la distensione lo sviluppo e il dialogo hanno innescato e favorito meccanismi di squilibrio tra noi e il sud del mondo
Il punto centrale per comprendere governare questi fenomeni questi nuovi soggetti di diritto parlo dei paesi economicamente deboli e costituiti dalla è costituito dalla messa a punto oltre che di nuovi regimi basati e costituiti
Su una serie di norme in grado di governare i rapporti economici internazionale dalla presa d'atto
E le grandi concentrazioni industriale che hanno accompagnato
Gli ultimi negli ultimi secoli ultimi secoli alla nostra economia non possono costituire certamente il motore principale dello sviluppo e dell'occupazione nel resto del mondo nei Paesi del Terzo Mondo
In sintesi la concentrazione del potere economico e politico nella grande impresa nei sindacati e nella lobby politiche
Hanno favorito posizioni di monopolio
E creato politiche protezionistiche rallentamenti dei processi di redistribuzione delle risorse indebolimento delle relazioni economiche internazionali divisioni acutizzazione dei conflitti
Nel mondo del lavoro l'economia mondiale di tipo liberale centralista
Evidentemente cominciata percorre una spirale verso il basso
Siamo in una situazione di staticità mi sembra di saturazione il guadagno di un gruppo di un Paese rappresenta oggi ma rappresenterà ancora più negli anni a venire la perdita per un altro Paese
La nota c'è una nostra cecità indubbiamente una nostra incapacità ad attuare subito gli adatte adeguamenti economici in casa nostra come nei rapporti con l'estero
Ciò che questa situazione questo modo di concepire la cooperazione con il Terzo Mondo indebolirà e soprattutto l'aver escluso dalla cooperazione la media la piccola impresa
Perché ieri è evidente che la media la piccola impresa passano dalla sala media piccola impresa probabilmente avremmo avuto una ricaduta economica nelle nelle nelle tasche de dei cittadini al Terzo Mondo viceversa sappiamo tutti che la grande impresa può costruire come in Somalia
La grande della grande Fabre che Prodi si concili ma questi paesi non hanno né i mezzi né i tecnici poi per farle funzionare quindi di più la grande impresa
Mette in atto un'economia che non ha una ricaduta economica all'interno del Paese al Terzo Mondo mano economia che sono soldi che partono praticamente l'Alitalia che ritornano all'Italia attraverso alta attraverso appunto queste grandi imprese
Quindi c'è sicuramente da da impegnarsi in un nuovo ordine economico mondiale
Inoltre
Semmai io credo che se noi restiamo questo circolo vizioso le relazioni economiche con il Medioriente con i paesi del terzo mondo quarto mondo compendiare c'è l'industrializzazione quelle in via di industrializzazione posso diventare
Un gioco a somma zero e può alla fine diventare inevitabile un grave conflitto mondiale
Voglio dire che
Saddam e sicuramente come l'ho definito prima il dittatore gli invasori su questo non c'è dubbio su questo non c'è dubbio che la lega Lombarda Lega Nord accetta accetta le diciamo le definizioni internazionali dell'ONU
Ma ne pensiamo che fare la guerra adesso probabilmente la guerra che poi viene enfatizzata a motivi politici viene enfatizzato soprattutto da da quei partiti che hanno problemi di aggregazioni interne che pensano di aggregarsi portando la gente in piazza a manifestare contro la guerra che io voglio vedere quanto quanto drammatica e quanto grande sarà perché non penso che sarà così grande mi sembra un grosso sfoggio di muscoli sì
E poi questi muscoli diventino veramente totalmente distrutte voi cosa da vedere io penso che non non non si andrà in quella direzione non è interesse di nessuno fa saltare i pozzi petroliferi esistente tanto meno dell'Occidente probabilmente tanto meno dall'America
Quindi
Ognuno si deve prendere le proprie responsabilità Saddam ma grandi responsabilità non è uno stinco di santo ma penso che sia che non si sia ancora esperite tutte le vie tutte le vie per andare alla guerra e sicuramente
Se il problema il problema del dalla dell'intervento russo dell'Armata russa in
Nei Paesi baltici preoccupa perché mostra come lo sfoggio di muscoli americano abbia allo sfoggio di muscolo americane abbia fatto fa faccia da contraltare un operazione in Russia dall'Armata russa e quindi è come se si cercasse di costruire gli argini della i nuovi argini del fiume nell'economia della Società del del futuro con vecchie strutture insomma al massimo non sempre comunismo lo chiameremo sarà una nuova forma di liberismo ma quello che escluso mi sembra il nuovo che sta avanzando il nuovo che sta avanzando al federalismo
E la logica della Confederazione e la logica di uno Stato che abbia competenze esclusive in più punti dallo Stato di modo che la media la piccola impresa possono essere concorrenziale col grande capitale quei grandi potentati economici che adesso sono i padroni degli stati nazionale lo Stato nazionale dobbiamo metterci in testa che alla fine che deve essere superato
Per il bene per la democrazia del mondo grazie era una registrazione under sedici gennaio mille novecentonovantuno e con questo intervento di Umberto Bossi pronunciato a Palazzo Madama
Durante il dibattito che si svolse anche in quella sede
Sulla situazione nel Golfo Persico a poche ore dall'ultimatum dell'ONU al dittatore iracheno Saddam Hussein termina qui odierno programma realizzato con documenti d'archivio