"La libertà, i diritti, la persona. Un'altra idea dell'Italia" Convenzione dei Democratici di Sinistra per il programma dell'Ulivo (presso la Fiera di Milano, dal 4 al 6 aprile 2003)

Cominciare i lavori di questa sessione conclusiva della nostra comprensione
Io invito le delegate i delegati gli ospiti i giornalisti a prendere posto in sala
Sarà una mattinata come sapete molto intensa abbiamo ancora un numero significativo di interventi prima di dare la parola a Piero Fassino per le conclusioni della convenzione
Quindi invito nuovamente tutti i delegati a prendere posto
Inizieremo questa sessione conclusiva con tre interventi di ospiti esterni che ringraziamo per avere accolto il nostro invito
E poi proseguiremo la discussione per il resto della mattinata in modo da dare la parola al segretario del partito per le sue conclusioni
Non oltre le tredici
Vi prego di prendere posto di fare silenzio
Così possiamo iniziare
I primi tre interventi dicevo sono tre interventi di ospiti esterni che ringraziamo l'ingegner Pasquale Pistorio
Poi prenderà la parola alla dottoressa Anna Maria Artoni presidente dei giovani industriali e Daria Colombo
Quindi rinnovando l'appello al Silenzio
Io dopo molto volentieri la parola e lo ringrazio per essere qui con me questa mattina all'ingegner Pasquale Pistorio grazie
Buongiorno buongiorno signore e signori
è un po'presto al mattino
Per mettersi in moto
Desidererei anzitutto
Ringraziare l'onorevole Fassino per avermi invitato a portare la testimonianza della mia azienda o la mia persona testimonianza
Solo la competitività dell'Italia
Nei dieci minuti che mi sono stati assegnati parlo di questo tema e intanto dessero reintrodurre l'angolo una panoramica da cui osserviamo la competitività dell'Italia e quindi direi due parole sull'azienda che dirigo la ST mai come sono X che la società che dirigo è un'azienda di quarantatré mila persone che opera nell'alta tecnologia la microelettronica settore estremamente competitivo
In confronto diretto con americani e giapponesi abbiamo dieci mila persone in Italia cinque mila e cinquecento mila euro per quattro mila cinquecento sotto spendiamo in Italia quattrocento milioni di dollari all'anno o di euro all'anno in ricerca
Che rappresenta il sette virgola due per cento dell'intera spesa nazionale del comparto privato
Quindi sia uno società che spende moltissimo in ricerca
Ed è un Paese che spende pochissimo in ricerca
E siamo una società di grande successo
Facciamo utili generiamo ricchezza agli azionisti generiamo ricchezza ovunque andiamo e siamo i primi in Europa e tra i primi cinque nel mondo bene se questa è la parola ma da cui osserviamo e abbiamo presenti sistemi competitivi voglio dire subito che l'Italia e estremamente competitiva
Laddove ci sia un confronto sul valore aggiunto intellettuale laddove la fascia di prodotti è spostata verso la campagna a più alto contenuto tecnologico l'Italia è molto competitiva
Perché esiste la condizione di fondo c'è la disponibilità di lavoro qualificato ingegneri fisici chimici matematici periti
In Italia ci sono
Sono molto bravi son preparati bene assunte ricavati
E infine costano meno dei sistemi competitivi europeo o americano e giapponese e se questo è vero per tutta l'Italia per il sud Italia e ancora più vero in quanto nel Sud Italia
Desidero ricordare la legge fatta dal governo D'Alema Moro nel mille novecentonovantotto c'è uno incentivo che sono ragioni sociali per i primi tre anni tutti nuova assunto per cui il costo del lavoro e ancora più basso
Per darvi un'idea di questa competitività vi dico che se noi facciamo uguale a cento il costo di un ingegnere
In un ambiente dove abbiamo mille ingegneri come l'India il costo del sud Italia duecento il costo del Norditalia trecento il costo in Europa e quattrocento il costo degli Stati Uniti uniti d'America classe incendio ottocento secondo la zona
Quindi con un costo di un ingegnere americano si possono assumere quattro ingegneri meridionali e siccome l'ingegner meridionali sono altrettanto preparati e non sono affatto scemi non c'è dubbio che possono produrre
Molto di più dell'equivalente del collega americano e quindi avere un sistema molto competitivo
Quindi l'Italia è un sistema molto competitivo
Ma se questo è vero per la ST
Perché allora non si riescono attrarre capitali in Italia
Perché in Italia non si spende abbastanza di ricerca
E su questo io vorrei dire che il vero problema per la competitività dell'Italia e che non ci si batte
Sulla fascia alta dei prodotti se ci si batte sulla fascia bassa dei prodotti dove il costo del lavoro e il fattore fondamentale l'Italia non può competere col Marocco Comacina con la malizia per cui bisogna spostare
La competitività sul valore aggiunto intellettuale sulla fascia alta del prodotto e quindi bisogna investire in innovazione in ricerca quello che noi abbiamo fatto e per questo noi siamo competitivi
Ci si chiede ma perché in Italia non si spende molto in ricerca secondo me per due ragioni
La prima perché la ricerca la fa la grande industria e in Italia piccole bello con la grande industria cose scomparsa
E per me la grande industria
Eccome l'ossatura portante di un sistema industriale
Togliete allo scheletro e i muscoli si afflosciano quinti piccolo e medio sono necessarie per creare occupazione ma la grande struttura portante dalla grande industria necessari per fare ricerca
La seconda ragione e perché
Diciamocelo francamente negli ultimi cinquant'anni
L'Italia è vissuta in un sistema non competitivo all'ombra dello stato con una metà della intero patrimonio industriale nazionale controllato direttamente dallo Stato per cui è stato più semplice cercare protezionismo mutazioni competitivo altre cose piuttosto che battersi sul mercato aperto mondiale puntando sull'innovazione
Ci sono problemi ereditati che l'Italia e che dobbiamo correggere se vogliamo essere competitivi
Per potere avere una politica di competitività al sistema bisogna tenere presente quali sono le condizioni fondamentali in cui si compete la prima e la polverizzazione
Non ci fa non c'è nulla fare la globalizzazione c'è e l'irreversibile ed è positiva se gestita bene quindici si confronta in modo aperto
Secondo il mercato diventa sempre più dinamico in senso di cambiamenti repentini dettate dal consumatore
Quindi occorre avere un sistema per potere competa nei paesi sviluppati che punti fortemente sulla ricerca che faccia dalla ricerca un'ossatura portante del nostro sistema industriale e che consenta alle flessibilità necessarie per potere competere
Sulla ricerca io d'essere vorrei dire che ci vogliono alcune condizione fondamentale ne indico quattro
Primo occorra vere un quadro di riferimento politico e sociale stabile
Prevedibile in cui la certezza del diritto del beneficio sia scontata se questi fenomeni non ci sono
I capitali esteri non si attraggono
Un investitore non viene ai festival laddove non sa cosa succede domani quando cambia un governo quando cambio ministro occorre che ci sia un quadro di riferimento stabile e prevedibile in cui ripeto la certezza del beneficio del diritto sia scontato
Secondo occorre che ci sia una burocrazia che aiuti e non che ostacoli che non sia antagonista agli investimenti noi operiamo in Francia la burocrazia ci cerca mi pare che ciò ostacoli quindi occorre che ci siano box sia l'veloce rapida e positiva favorevole verso gli investimenti e non antagonista verso investimenti e questo in Italia è un problema per tutta l'Italia è particolarmente grave al sud
Terzo
Occorre puntare sulle infrastrutture
Infrastrutture che non sono poi così male ma ci sono dei casi ancora per esempio non so il costo energia elettrica in Italia pressoché il doppio di quello che in Francia non ha senso bisogna che e queste infrastrutture quindi alle infrastrutture devono essere moderne
E quarto bisogna che ci sia una politica di incentivazione della ricerca il più possibile automatica perché quando i meccanismi sono automatici
Non si non c'è l'intermediazione burocratica politica che diventa spesso clientelare se non addirittura deviare in forme diciamo così non corrette
Per quanto riguarda gli incentiva la ricerca io credo che depone esso di due tipi
Primo automatismi come il credito d'imposta per gli investimenti si può fare un paio d'imposta per la ricerca e questo sarebbe vasto applicato a tutte le aziende
Vorrei ricordare qui che una delle migliori leggi del sud dove il ministro Visco per questo lo voglio ricordare è stato alla legge del credito d'imposta per l'impresa che investono soldi credo
Quella insieme alle sono idiomi sociali per i primi tre anni credo che sono state le due leggi più importanti degli ultimi cinquanta anni per lo sviluppo economico del Sud
Secondo e questo è vero è secondo che ci sia un delle leggi mirate in cui i governi indicono dei settori prioritari comuni in cui con meccanismi di legge vengono finanziate questa ricerca quindi ancora una volta e per concludere penso che un Paese ad alto costo all'ora un Paese sviluppato come l'Italia
Debba puntare
Sull'innovazione
Sul valore aggiunto intellettuale e ci deve essere un sistema in cui e garantito la certezza del diritto in cui la burocrazia sia veloce rapida e in cui le leggi favoriscono gli investimenti in ricerca
Se queste condizioni non ci sono
E inutile battersi sul costo del lavoro che una moto del reprobo ampie non si può pensare che l'Italia torni a cent'anni fa sono è impossibile competere quei Paesi industrializzati competitive
Grazie
Grazie all'ingegnere Pasquale Pistorio
Diamo adesso la parola e la ringraziamo premesse cui alla dottoressa Anna Maria Artoni presidente dei giovani industriali seguirà l'intervento di Daria Colombo grazie
Buongiorno se no
Veramente felice europea è onorata di intervenire
Nell'ambito di questo importantissimo appuntamento di riflessione di proposta ed è desidero ringraziare quindi proprio per questo lei segretario dei Democratici di sinistra Piero Fassino degna gentilmente invitato e lo ringrazio non soltanto per avete verificato i giovani imprenditori a delineare la propria visione del futuro dell'Italia nel mondo ma soprattutto perché l'apertura di questa convenzione ai contributi la società rappresenta un segnale forte contro la tentazione in cui rischia di cadere ogni partito da sinistra a destra di considerarsi una monade che consuma al proprio interno
Spesso in dibattiti di metodo più che di merito le proprie migliori Energia senza metterle al servizio di tutti quella compiuta quindi dai Democratici sinistra in questi tre giorni e dunque la scelta di grande rilievo o meglio una scelta obbligata negli anni in cui la società aperta si è trasformata nella società complessa nella società dei device
Si sta materializzando infatti il grande paradosso del mondo globale
Un mondo più bit un mondo più piccolo perché caratterizzato da una maggiore vicinanza tra uomini culture religioni ed economie ma molto più ricco di fratture di conflitti della passione e della ragione e un mondo nel quale inutile fuggire dei pericoli dalle responsabilità
E pericoloso chiudersi nella propria comunità perché ciò che oggi è fuori domani sarà dentro
Non sappiamo quante vittime militari e civili causerà la guerra in Iraq
Sappiamo però che ha già fatto due vittime politiche l'ONU e l'Unione europea e rischia di fare una terza vittima ancora più importante il governo della globalizzazione
L'assenza di quest'ultimo esprime al tempo stesso la causa più remota e l'effetto più evidente di una guerra che ha diviso il mondo in due buoni e cattivi cristiani e islamici carnefici e oppressi
Era l'unica medicina di cui non aveva bisogno il male grave ma curabili Simo della globalizzazione imperfetta
Come giovani imprenditori siamo stati i primi nel mondo dell'impresa ad analizzare con pragmatismo lontano dai trionfalismi sulle sorti magnifiche e progressive il mercato i guasti
Di una globalizzazione che esclude dal circo circolo virtuoso dello sviluppo e del benessere la gran parte della popolazione mondiale
Un mondo nel quale quasi la metà degli abitanti vive con meno di due dollari al giorno un mondo nel quale ottocento milioni di persone quelle capito le quaranta ore nove ai Paesi più poveri producono soltanto lo zero sette per cento del PIL mondiale detengono lo zero quattro per cento del commercio mondiali non può reggere a lungo
Il movimento no global ha avuto il merito di imporre il problema l'attenzione dell'opinione pubblica e quindi delle agende politiche dei governi e delle istituzioni internazionali
Maroni ha individuato le soluzioni apparentemente un paradosso ma per combattere i guasti della globalizzazione è necessario aumentare il livello di globalizzazione e per dirla col nostro slovacco globali globalizzare la globalizzazione
Laddove la globalizzazione arrivata la crescita del prodotto ha superato la crescita della popolazione contribuendo in modo decisivo la riduzione della povertà dalla Polonia la Malesia dall'India al Botswana e quindi quando si tratta di produrre ricchezza il mercato non ha rivali
La globalizzazione porta maggiore efficienza cioè consente maggiore produzione a parità di risorse utilizzate l'estensione dei benefici di mercato l'intero pianeta deve avvenire però in parallelo con la realizzazione di un nuovo modello di sviluppo uno sviluppo armonico
Che unisca crescita economica e qualità della vita e chi sia costruito su delle condizioni fondamentali dello sviluppo come sanità istruzione e legalità
Soltanto dopo aver raggiunto questo livello minimo di sviluppo il possibile stimolare una crescita economica che unisca mercato rispetto dei diritti dei lavoratori e tutela dell'ambiente
E in quest'ottica emerge con forza l'inadeguatezza del PIL come indice di misurazione dello sviluppo
In realtà un indice più completo e c'è stato elaborato a livello internazionale questo indice l'ISU
Che è calcolato dall'ONU e che tiene conto oltre che del PIL pro capite anche delle condizioni sanitarie del livello di alfabetizzazione istruzione e della durata della vita media e questo l'indice che va posto al centro delle nuove politiche di sviluppo
Ma è impossibile raggiungere questo obiettivo che costituisce la gigantesca complessa sfida dal cui esito dipenderà nei prossimi decenni la nostra sicurezza la nostra qualità della vita al nostro benessere dovendosi in ordine sparso
La speranza di un mondo più sviluppate più sicuro passa per la soluzione delle crisi politiche che oggi indeboliscono ognuno europea
Se non è infatti l'unica sede in cui è possibile comporre ad unità gli interessi dei singoli Stati evitando che il pianeta si trasformi in una gigantesca giungla dove pervade la legge del più forte
L'Unione Europea rappresenti invece come ripete spesso il presidente della Commissione europea Romano Prodi il modello più riuscito avanzato di governance della globalizzazione
L'estrema difficoltà della situazione internazionale non deve farci dimenticare però le sfide complesse che attendono nei prossimi anni anche il nostro Paese
Sono sfide dall'esito altrettanto incerto soprattutto perché per vincere le necessario mettere in campo due virtù che troppo spesso sono mancate al nostro ceto dirigente la capacità di visione a medio lungo termine il pragmatismo non ideologico e credo che sia condivisibile quindi l'analisi contenuta nel Manifesto per l'Italia
In particolare il bisogno forte di un progetto organico per il futuro del nostro Paese da realizzare attraverso un nuovo grande patto di cittadinanza e di sviluppo
Occorre infatti riprendere con coraggio la strada delle riforme che dopo i successi degli anni Novanta sembra divenuto improvvisamente più stretta accidentata
Ma per farlo è necessario scongiurare il rischio di una balcanizzazione dei rapporti sociali dei rapporti sindacali in particolare
La tentazione di mostrare i muscoli del cervello di serrare le fila oppone indiretti piuttosto che cercare faticosa e meno spettacolari mediazioni al rialzo
In questo modo nel Paese si alimenta solo il conflitto sociale bloccando lo sviluppo lavorando la corsa delle nostre impresa nella gara della competizione globale
In realtà il mondo del lavoro e forse l'ambito nel quale avvertiamo con maggior disavanzo disagio la distanza tra vita quotidiana e rappresentazione pubblica
Le profonde e rapide trasformazioni della produzione sembrano aver lasciato indietro il modello delle relazioni industriali tendenzialmente ancorato Unitalia fordista che non c'è più
In tutte le imprese che producono beni e servizi e ormai la qualità ovvero il fattore umano il principale fattore critico di successo
Da una parte imprenditori chiedono oggi i dipendenti tutti i settori e tutti i livelli di vivere il lavoro non semplicemente come offerta della propria forza intellettuale o manuale ma compì divisione di una mission aziendale
Dall'altra i lavoratori pretendono sempre più trasparenza nella gestione la loro impresa cioè vogliono sempre più capire quale rotta stia seguendo il timoniere della barca su cui si trovano e se questa è la realtà del lavoro dell'impresa la tradizionale contrapposizione tra dai lavoratori da toni di lavoratori di lavoro non ha più senso rimane soltanto un feticcio di cui liberarsi
Del mercato e la società globale entrambi condividono l'obiettivo della loro azione quotidiana il profitto quindi diventa soltanto l'altra faccia della retribuzione
E per coinvolgere tutti i protagonisti nuovo ciclo di sviluppo i giovani imprenditori hanno lanciato con forza nel corso dell'ultimo anno la strategia da partecipazione
Una strategia che presuppone determina le contempo un modo nuovo modello d'impresa fondato sul valore del capitale umano e nuovo modello di sindacato non più antagonista ma soggetto attivo dello sviluppo dell'impresa e della diffusione di benessere
Strumento fondamentale della strategia da partecipazione la profit sharing ovvero il collegamento tra la retribuzione dei dipendenti i risultati conseguiti all'impresa che aumenta la Prodi piani azienda diminuisce le ore di sciopero ma soprattutto aumenta la qualità della vita aziendale perché aumentar condivisione da parte del lavoratore dei valori e do il BTP l'impresa
Ovviamente sarebbe un grave errore imporlo per legge
è necessario invece modernizzare il nostro assetto contrattuale dando molto più valore alla contrattazione aziendale e lasciando al contratto nazionale un ruolo di garanzia rispetta i diritti e doveri fondamentali del lavoratore
Ma la contrapposizione tra capitale e lavoro che continua a dominare la nostra vita politica economica e sociale e soltanto uno dei numerosi deficit di innovazione che gravano sulle prospettive di sviluppo del nostro Paese
Inizia in qualche modo un filo rosso che unisce la STET cita il mercato del lavoro degli assetti contrattuali ha scarsa apertura dei mercati dei servizi a reti la sfidi cita della Borsa di Milano
L'abbiamo denunciato a Capri al nostro convegno lo scorso ottobre riteniamo che sia la mancanza di una compiuta democrazia economica sono ancora troppi poco in Italia coloro che possono godere dei benefici del mercato ed è la cultura d'impresa
La concorrenza e ancora sostanzialmente estranea ai settori vitali dell'economia del Paese ciò si traduce in tariffe a prezzi più alti per i consumatori per l'impresa
Abbiamo trascorso gli anni Novanta discutere appassionatamente la contrapposizione tra pubblico e privato
E mentre lo Stato riduceva la sua presenza dell'economia
Molti mercati venivano liberalizzati in modo soltanto parziale o formale in parallelo lo Stato rinunciava progressivamente ad esercitare anche il ruolo strategico di stimolatore dello sviluppo attraverso la politica industriale
E il risultato è sotto gli occhi di tutti oggi abbiamo meno politica industriale morta sotto i colpi di un malinteso liberismo da manuale e contemporaneamente meno concorrenza di quella che tutti auspicavamo
Per ripartire dobbiamo concentrare la nostra attenzione sull'antinomia tra mercati chiusi in condizioni Moni Poglio dico poi i mercati aperti
è la mancanza di concorrenza infatti prima ancora che la presenza più o meno estesa del mercato il vero nemico dello sviluppo
E nel primo ai nostri mercati non dobbiamo dimenticare quanto pesi sul nostro ritardo di sviluppo la mancanza di un disegno di medio lungo termine che quindi l'Italia
Nel settore decisivi per il suo futuro le energie alle infrastrutture le reti digitali la ricerca e l'innovazione la formazione il rilancio delle aree depresse
è necessario restituire quindi al nostro Paese il pilota che lo faccia corre verso lo sviluppo di qualità ad alto valore aggiunto in realtà non solo di uno ma di mille piloti l'Italia ha bisogno perché la globalizzazione ha moltiplicato i terreni di competizioni
Accanto a quella tradizionale tra gli stati si combatte una sfida ancor più dura tra i sistemi territoriali
E ciò richiede non solo al Governo nazionale ma anche gli enti locali di finire perseguire strategie di sviluppo in collaborazione con i principali protagonisti della creazione di ricchezza sul territorio
Marta per la realizzazione di una vera democrazia economico cioè di bisogni trasformare l'esclusione in inclusione la marginalità in partecipazione
E rispetto a chi fa già parte del mondo del lavoro ciò vuol dire puntare sulla trasformazione del welfare mongolfiere sulla formazione continua in aziende fuori
Ma l'Italia soffre soprattutto dell'ampiezza delle sue sacchi di esclusione del numero incredibilmente anche Vietti escluso dal ciclo virtuoso lavoro benessere cittadinanza tra questi soprattutto donne immigrati in entrambi i casi
La marginalità nasce spesso da ragioni culturali oltre che di mercato dalla miopia ad una società che era annunciato prendersi pregiudizialmente ad usare gran parte delle forze di cui è dotata
In entrambi i casi proprio per questo motivo bisogna evitare di ricorrere a soluzioni peggiori dei mali bisogna evitare di utilizzare strumenti che in apparenza difendo il soggetto debole ma in realtà lo ghettizzato per aiutarlo ad affermarsi secondo leggi leggi del mercato e del merito
Il tasso bassissimo di occupazione femminile va combattuto lanciando in Italia una grande alleanza sui servizi un'alleanza che faccia perno sulle politiche attive da parte degli enti locali mediante incentivi definite la legislazione statale
E coinvolga uno sforzo di azione programmazione dell'impresa e sindacati
Solo così si possono garantire alla donna pari opportunità sul mercato del lavoro colmando il gap che derivano dal privilegio di essere madre
E anche rispetto alla difficile zitella globali della governance dell'immigrazione il pregiudizio culturali biologico sembra aver prevalso finora sull'analisi economica e sociale
La tentazione dello sport lo sforzo faticoso ma necessario della politica
Eppure governare l'immigrazione significa in realtà costruire la società del futuro spezziamo la sindrome dell'assedio era l'appello che giovani imprenditori lanciavano quasi un anno fa in occasione del convegno di Santa Margherita Ligure
E fingiamo le paure e la tentazione di ricorrere a scorciatoie emozionali dicevamo perché le Paure in realtà solo figlie la modernità dell'innalzamento delle attese di benessere e di qualità della vita delle nostre società
E quindi non assegni e senso né assecondarle né semplicemente combatterle
Perché si vincono incanala distinti e sentimenti in visioni e progetti condivisi che guardino lontano
Nei prossimi anni la globalizzazione conquisterà il centro della della scena nel grande teatro la dell'emigrante la globalizzazione ma la vera bomba demografica in particolare sta per esplodere dalle porte del nostro Paese sull'altra sponda del Mediterraneo
Anche in questo caso nel caso in cui i dall'altra fonda il Mediterraneo i gli abitanti raddoppieranno entro il due mila e trenta la grande sfida proprio nostra e quella dell'inclusione
E per vincerla è necessario anzitutto rimodellare la distribuzione delle competenze in materia tra i livelli livelli istituzionali oggi le competenze sono sostanzialmente accentrate lustro sullo Stato nazionale
Domani in un sistema più efficace ed efficiente dovranno essere spalmate sui vari livelli territoriali dal singolo comune alla Commissione europea
Mediante l'applicazione di Quinci principio di sussidiarietà che il trattato di Maastricht apposto come pilastro sulla costruzione europea
In pratica occorre affidare tutela e sicurezza alle frontiere nonché il diritto di asilo l'Unione europea
Perché siano in grado oggetto di un vero e proprio match race comunitario al contrario occorre delegare ampi poteri nella definizione dei flussi alle regioni perché meglio dello Stato nazionale sono in grado di monitorare sia l'esigenza e l'impresa che la capacità di accoglienza dei loro territori
In secondo luogo è necessario costruire un processo d'inserimento più semplice e insieme più intenso che favorisca con procedure meno macchinosa e l'incontro tra immigrati e datori di lavoro ma soprattutto la forza degli strumenti dell'integrazione
In modo più efficace per combattere la clandestinità e rendere più conveniente la legalità allargando la forbice tra i diritti conosciuti e regolari e quelli concessi gli irregolari
è un segnale importante in questa direzione potrebbe essere l'estensione degli immigrati e diritto di voto alle elezioni amministrative che toccano più da vicino interessi di che vivere una comunità in cui si deve sentire parte a pieno titolo
Infine
L'Italia deve puntare sulla sua vocazione naturale come punto di riferimento della formazione della classe dirigente dei paesi del Mediterraneo incentivando riorganizzando la presenza all'università e nei centri di ricerca del nostro Paese dei cervelli del sud del mondo
Sulla frontiera dell'innovazione come siamo abituati a fare dei giovani imprenditori vorrebbero lanciare ultima grande sfida
E la sfida che ci coinvolge tutti da vicino perché riguarda la qualità delle nostre vite è il ballo romano oggi molti italiani sono costretti a vivere in via e quartieri città in cui non c'è nulla che possa rendere piacevole la vista la permanenza
Periferie urbane o Paesi degradati dove domina in Curia e disprezzo per ciò che è pubblico semplicemente perché mai nessuno se ho preoccupato di pianificare una qualità della vita migliore
In questa sala oggi sono presenti alcuni sindaci che hanno collocato il bello urbano tra le loro priorità ma è necessario che questi sforzi divengano patrimonio nazionale che l'attenzione agli amministratori locali di cittadini verso la diversa qualità alla vita sia promossa e incentivata
Le città e i paesi in cui viviamo devono diventare i luoghi in cui ci piacerebbe vivere indipendentemente dalle condizioni economiche di ciascuno
Dopo gli anni del boom demografico dell'urbanizzazione caotiche selvaggia oggi possiamo occuparci finalmente dalla qualità del nostro vivere dell'identità delle nostre città
è quello che ci aspettiamo da un politica capace di progettare il futuro lontano dalle tattiche vicino ai bisogni dei cittadini
Siamo la dottoressa Anna Maria Artoni
Adesso
Adesso diamo la parola
La parola a Daria Colombo seguirà l'intervento di Pietro Folena
Sono stata incerta se accettare o no il vostro invito
Io che ho partecipato e vissuto da vicino numerosi appuntamenti della storia di questo partito
Nel quale personalmente mi riconosco da sempre
Pur tuttavia sono consapevole che senza sceglierlo e probabilmente senza meritarlo
Mi trovo oggi a rappresentare un movimento
Che è nato per la difesa dei diritti
Va oltre i confini di un singolo partito
E direi anche della stessa coalizione
Ma pure la consapevolezza di essere nella sede di un partito ho scelto di esserci
E vi ringrazio per l'opportunità
Per non alimentari alimentare
Le voci più o meno forzate
Di contrapposizione movimenti partiti
Che purtroppo nuovamente vedo apparire sulla stampa e che a mio avviso non solo sono nella vigna del Signore dei movimenti false e tendenziose
Ma anche sicuramente reciprocamente nocive
Invitandomi qui il segretario Fassino
Ha dato ancora una volta a dimostrazione della sua attenzione al mondo dei movimenti come abbiamo già avuto modo di apprezzare in passato
Mi auguro fortemente che il medesimo atteggiamento di rispetto e disponibilità
Appartenga a tutti i dirigenti e membri di questo partito
Per questo ho scelto di esserci
Anche se non ritengo il caso in questa sede
Di entrare nel merito del programma da voi proposto non ne avrei nel titolo nel mandato
Sono qui per sottolineare ancora una volta la necessità di dialogo al quale i girotondi contribuiranno con considerazione suggerimenti idee nella grande assemblea del tredici aprile dov'è auspicabile che tutte le voci dell'opposizione abbiano la possibilità di esprimersi liberamente e costruttivamente
No infatti guardiamo a questo appuntamento come alla prima tappa di un cammino cammino medio-lungo sono d'accordo con Massimo D'Alema
Diverso nei metodi ma comune negli obiettivi
E con la speranza che in questa assemblea allargata
Tutte le voci dentro e fuori dai partiti possano realmente confrontarsi e trovare convergenze d'espressione in un comune progetto per la coalizione dell'Ulivo
Che rispecchi veramente il grande e variegato schieramento del centro sinistra
Ciò potrà realizzarsi solo partendo dal riconoscimento di tutti che lo sbocco non può essere predeterminato
Ma che dovrà emergere da un confronto vero
Che le proprie tesi non vanno imposte ma proposte certamente difese ma non senza mettere in conto la possibilità di modificarle
Personalmente ritengo indispensabile presupposto che alla fine di un percorso anche lungo dicevamo
Di un confronto paritario
Si produca un programma di governo in cui tutti si riconoscono che dica e passare anche dar vita ad un unico soggetto politico
Ritengo che un luogo permanente di confronto e di dialogo in via di realizzazione
Possa essere non solamente un momento di ricerca comune
Ma anche uno strumento dell'area antigovernativa
E che il dibattito franco fra tutte le anime che in essa si riconoscono debba esprimere anche una classe dirigente adeguata e quando dico adeguata intendo in grado di rappresentare e valorizzare tutte le istanze che esistono nell'Ulivo e oltre
Non posso astenermi infatti dall'esprimere qui
La dolorosa preoccupazione
Che accomuna noi del movimento alla grande maggioranza della base di questo partito
Che c'è stata spesso vicina ci ha aiutato a realizzare le nostre manifestazioni
Mi riferisco sicuramente alle divisioni interne per le a coalizione
Ma anche alla rinnovata radicalizzazione di una lotta interna ai DS
Ai corposi elementi di divisione di antagonismo e all'identificazione di persone con linee politiche
Non sono certo queste le basi per andare avanti in un partito plurale
Che deve saper esprimere i diversi punti di vista senza mai arrivare a una frantumazione o peggio una divisione credo che ecco ieri ci abbia fatto una bella lezione a questo proposito
Concedetevi un invito a tutti
Ad evitare eccessi e polemiche
Nella convinzione personale
Che lo sforzo unitario di tutti non escluderà un profilo riconoscibile nel partito che è l'asse portante del centro sinistra
Non ho difficoltà ad ammettere che anche tra noi esistono posizioni di corposa differenza
Ma un movimento che si fonda sul terreno circoscritto della difesa dei diritti
Avrà sempre comunque un territorio comune senza l'obbligo non facile lo riconosco che invece deve avere un partito di trovare convergenza tra tutti i punti di vista
Oggi più che mai è il momento di una serie articolata riflessione sulla politica in generale superando le ormai vecchia in protettive articolazioni
Fra sinistra riformista e sinistra radicale e anche sinistra sociale
Dopo l'esperienza di governo di centrosinistra e la vittoria di Berlusconi il disorientamento iniziale dell'opposizione
è emerso direttamente dalla Società cita la società civile un modo diverso di pensare e praticare la politica
Non è stato
Non è stato e non è un fatto occasionale
O fisiologico
In risposta ritardi e mancanze o incomprensioni da parte della società politica della maggioranza o anche dell'opposizione
O meglio non solo
L'esperienza dell'ultimo anno in Italia ha fatto emergere un ceto medio cubano riflessivo e responsabile che ha messo in campo esigenze comportamenti modi funzioni della politica nuovi non volendo percorrere per sei strumenti metodi le modalità della vecchia militanza e non necessariamente imposizioni antagonista nei massimalista né antipolitica né tanto meno concorrente
è importante capire che il compito di questo modo ed esigenza di pensare
E di fare politica non rappresenta pertanto solo una sorta di giovinezza della società civile che fisiologicamente viene superata dalla maturità della società politica
Questi sono è un errore di visioni
Che appartiene a mio avviso soprattutto alla cosiddetta area riformista
Caratterizzata da realismo e dalla concretezza
E che sembra costretta ma non convinta a tener conto di quanto espresse in maniera così importante dalla società civile
E queste a mio avviso sempre a mio avviso è un preconcetto teorico un limite politico
Nella cosiddetta area radicale d'altro canto pur con le stesse finalità di governo si rischia secondo me
Di assumere la cultura dei movimenti
Come strumento di lotta all'interno dello schieramento di centro sinistra
Col rischio di portare gli stessi movimenti sul terreno politico e su finalità che non gli sono proprie
Che snaturerebbero la lunga la loro essenza e la loro naturale funzione e che alla fine lo celebra entrambi
Per questo è necessario dunque privilegiare un confronto vero e articolato tra tutte le informazioni sui complessi temi che identificano il vario mondo del centrosinistra sia quelle presenti nella società civile che nella società politica
Che faccia emergere un'identità culturale e politica per un programma comune di governo che possa interessare elettoralmente la più ampia articolazione della società italiana in tutte le sue istanze economiche politiche culturali religiose
Questo a mio avviso il compito da mettere in agenda da subito senza questo credo che il resto risulti inutile vecchio dispersivo e perdente
Concludo ribadendo che la mia scelta di non entrare in merito al programma
Non è dovuta mia reticenza né insufficienza ma politicamente rimandata alla prima tappa di quel cammino comune
Per il quale lo sforzo da parte di questo partito e del suo segretario e questo sì mi sento tranquillamente gli attestarlo
E apprezzato certamente dalla grandissima maggioranza degli appartenenti al movimento che in qualche modo rappresento
Vogliamo vogliamo salutare e dare il nostro benvenuto al compagno Antonio Gutierrez presidente dell'Internazionale socialista Francia raggiunto questa mattina
Prenderà la parola alla fine di questa sessione
La parola a Pietro Folena seguirà l'intervento di Antonio Panzeri
Venerdì sera seguendo i telegiornali
Poi ieri e oggi leggendo i giornali i nostri compagni gli elettori chi con fiducia Esperanza guarda la sinistra
Ha saputo che siamo qui a Milano non per il programma dell'Ulivo
Ma perché c'è un problema correntone
Perché aprile viola le regole
Perché c'è un plebiscitaria Isma'di natura berlusconiana
Sì sono loro malgrado aggrappati alla parola incompatibile
Fuori c'è la guerra più terribile degli ultimi decenni
Due giorni fa c'è stato il voto uno dei voti più compatti dei DS in Parlamento
C'è un governo che distrugge conquiste sociali mila garanzie democratiche l'economia va male il Paese declina si vota fra un mese
I DS sembrano comunicare voglio dirlo con franchezza
Che vogliono una resa dei conti nei confronti in modo particolare di Sergio Cofferati proprio quando ha assunto un ruolo politico formale
Si stanno svolgendo due discussioni a me sinceramente preme l'altra
Che rischia però di rimanere un po'in ombra o perfino sepolta
Il documento Trentini nel documento che Morando e altri hanno contrapposta trentenne i nostri contributi di merito
Parlare di programmi come ha detto Fassino poco prima di affrontare la parte finale della relazione vuol dire a parlare di politica e in quel passaggio tutti noi gli abbiamo tributato un applauso
Ci sono problemi di fondo che ci vengono proposti dalla realtà e che mettono in discussione perfino il futuro la nostra esistenza
Lo ha detto Bersani
L'ha detto compagno che si è distinto in questa discussione nei toni e nello spirito unitario
Ma a mio modo di vedere non perché non ci sia disciplina o perfino autodisciplina
Ma perché il movimento socialdemocratico nato più di cento anni fa
è un vizio se non si dimostrerà in tempi molto stretti capace di ascoltare e capire il mondo di oggi potrà declinare
Il nostro senza se e senza ma
Forse ora lo si capisce non era la ricerca di una volontà comunque di dividersi
Ma la ferma convinzione che questa è una guerra politica
Costituente aveva detto Mussi qualche settimana addietro un riorientamento strategico del mondo come ha scritto Brzezinski criticando Bush le Nazioni Unite se avessero legittimato quella strategia avrebbero perso di legittimità
Sarebbero morte
Oggi sono ferite come scrive Boutros Ghali ma vive proprio perché non si sono sottoposte al diktat della Casa Bianca
Delle aziende petrolifere e anche del business della ricostruzione in cui sono impegnati direttamente fra l'altro col Carlyle gruppo Bush padre altri esponenti repubblicani ed un'ultima la famiglia Bin Laden
Ecco perché ritengo un errore auspicare come ha fatto Rutelli una rapida vittoria angloamericana non perché queste sono idiozie qualcuno di noi voglia la guerra lunga ma perché la guerra va fermata qui ed ora e vorrei che Fassino nella replica lo dicesse con più nettezza rispetto a quanto è stato detto in questi giorni
Per questo abbiamo votato alla Camera perché le Nazioni Unite oggi si occupino non della ricostruzione ma di come evitare nuove distruzioni prima di ricostruire e per assumere un iniziative immediata perché ci sia un cessate il fuoco
La fermata non solo perché illegittima e provoca una catastrofe umanitaria
Ma anche perché il nuovo tema dell'agenda della sinistra socialdemocratica dell'Europa e come sconfiggere la guerra politica e cioè la dottrina di Bush
Sì lo sappiamo
Ma per la prima volta nella storia del genere umano in modo pacifico e non violento
Credo invece che ci sia ben poco realista che non guarda in faccia a quelli che con espressione efficace un anno fa D'Alema chiamò dopo l'undici settembre i giacimenti di odio del pianeta
Non solo la causa palestinese la guerra in quell'area per cui tanto soffriamo ma il destino di tutti può prendersi Lusi e di tante civiltà che avvertono crescente ostilità per il nostro modello di vita di consumi
Il terrorismo Celeste insegnata la nostra esperienza italiana si parte col diritto non con l'uso indiscriminato illegittimo della forza esso anzi alimenta che produce il nuovo terrorismo
Capitale cercherai ha affermato che è cominciata la terza guerra mondiale io temo
Che abbia una qualche ragione
E che ci dobbiamo predisporre un pensiero è una storia un'azione assolutamente nuovi e lunghi
Di sicuro come è stato scritto per i popoli del terzo mondo di fronte a un numero di morti ogni anno per fame sete malattie guerra superiore al numero di morti né se gli anni dalla seconda guerra mondiale una certa terza guerra mondiale già in corso
Senta un'accusa
Terzo montismo idealista non si attenua antioccidentali
Forse ma in buona compagnia di quelle riflessioni che occidentali come quaranta palme Enrico Berlinguer su questi temi dimenticati negli anni ottanta e novanta avevano fatto
E nel segno dei pontificati di Giovanni ventitreesimo Paolo sesto e Giovanni Paolo secondo
C'è qualcosa che riguarda l'Occidente noi
Di cui si è già occupato anche Marx
Nelle pagine in cui descriveva il colonialismo il commercio mondiale scriveva il Tesoro catturato fuori d'Europa direttamente con il saccheggio l'asservimento alla rapina
L'assassinio di fluiva nella madrepatria e qui si trasformava in capitale
Un linguaggio crudo forse superato
Ma anche oggi si pone un qualche problema analogo in forme diverse
Il problema delle oligarchie economiche finanziare con loro supporto di oligarchi locali come Saddam di turno oligarchie petrolifere dell'acqua agro alimentari farmaceutiche dall'innovazione tecnologica
Ne vogliamo difendere ha detto accende il modo di vita americano costo irrisorio dalla benzina alti consumi energetici modello consumistico frenetico
La guerra Paul politica si propone quella che John Sinclair ha chiamato la privatizzazione del mondo
Il moderno diritto internazionale formatosi nel dopoguerra
Si espande ma è fragile ancora nei confronti dell'affermazione anche militare
Di un diritto di proprietà da parte di quelle oligarchie sui grandi beni comuni dell'umanità come l'acqua lo spazio l'ambiente la salute la cultura di questa ci dobbiamo occupare accanto come giustamente è stato detto alla messa in discussione del protezionismo
Agricolo dell'Europa e dell'Occidente che ora giustamente vogliamo superare a differenza di quanto ha fatto la sinistra al governo dell'Europa negli anni novanta
Il negoziato Gazzo WTO col prossimo appuntamento di Cancun si propone di codificare la privatizzazione di quei beni di cui ha parlato e cioè del pianeta
Il tema dei beni comuni della loro sottrazione a queste logiche di privatizzazione è un tema fondativo della sinistra
Che impone rispetto alle politiche negli anni Novanta una svolta salute istruzione cultura spazio territorio e acqua sono fra gli elementi attorno ai quali può essere fondata una nuova idea di bene comune e di pubblico e deve essere messo in campo un progetto alternativo a quello della destra
Ma per quel disegno vuol dire saltare i tratti originali del modello sociale europeo e tra che parlo della società della conoscenza
Ho l'impressione a questo proposito che era già abbia ragione Salvadori il nucleo forte dei paesi del Trattato di Roma
Francia e Germania in prima fila hanno già deciso una forte accelerazione dell'attuale Unione europea allargata la loro unificazione in tutti i campi
Credo che dobbiamo dire con chiarezza che il posto dell'Italia che noi vogliamo governare
E lì con quei Paesi e con quel progetto anche per contrastare apertamente la politica di Bush per mostrare il volto di un altro Occidente e per ricostruire su basi paritarie forti un nuovo rapporto con gli Stati Uniti
Puntando su quel filone progressiva democratica americano di cui ha parlato Veltroni in un'intervista
Anche per questo i DS devono assumere formalmente
La proposta che dalla nuova costituzione europea si approvi un articolo undici che faccia del rifiuto della guerra come strumento di risoluzione delle controversie una componente decisiva dell'identità di una nuova civiltà europea
La civiltà dell'Occidente
Quella della libertà e dei diritti umani universali
Ma lì la civiltà che ha prodotto anche Auschwitz i gulag l'Inquisizione lo schiavismo coloniale e che nel nome dei propri valori del mille settecentottantanove non vuole più conoscere quei crimini
Attenzione
Comprendiamo però lucciole per lanterne il movimento di critica la globalizzazione non è l'ultima espressione dei cascami ideologici del Novecento non è un movimento che si limiti a limita protestare chiedendo magari ai partiti di proporre è la prima forma politica e democratica della globalizzazione è nato in internet è in Rete
Differenze è plurale
Non è partito non è in movimento in senso tradizionale mai soggettività collettiva non solo individuale prodotti sin dal conflitto provocato dal disordinato sviluppo delle forze economiche degli ultimi vent'anni ci sono globalizzate le conoscenze Illy al tavolo del Consiglio di sicurezza i paesi che sono posti alla guerra hanno prima di tutto dovuto ascoltare il sedicesimo membro del Consiglio di sicurezza e cioè l'opinione pubblica mondiale
A Genova due anni fa
Detto anche Violante sbagliamo collettivamente a non esserci non solo per quello che poi è avvenuto ma perché non avevamo capito che a mio modo di vedere non abbiamo ancora pienamente capito la natura e l'originalità di questo movimento io all'Internazionale socialista con l'ingresso del PPE di Lula
Saprà aprire porte finestra le reazioni alle politiche bisognose certo di compromessi che vengono da questa rete mondiale oppure quella rete continuerà a crescere ignorando una sinistra del passato
Tuttavia anche quella comunista
è una nuova fase del socialismo democratico quella che dobbiamo aprire costruendo un pensiero e una risposta globale
Bonomi ieri la detto guai a pensare un tradizionale rapporto partiti movimenti si stanno costruendo nuove forme di rappresentanza sociale di soggettività largamente incrociate in Italia dalla CGIL
La CGIL si sta trasformando e diventa una speranza per tanti al di là delle lotte contrattuali e come si può pensare lo voglio domandare tanti dirigenti nostro partito che a questa nostra tre giorni ha una grande forza socialdemocratica il dubbio mi è venuto sinceramente
Che non fondi le sue radici prima di tutto in un forte rapporto politico e anche emotivo e passionale con questo sindacato
Questi movimenti e concludo metterà in discussione la nostra idea di politica ci chiedono capacità di ascolto e di relazione paritaria sentono superata l'idea gerarchica di partite mulatta nel secolo scorso dal modello militare il nodo la riforma della politica un'idea partecipativa della democrazia
Possiamo pure da un lato richiamare all'ordine nel partito dall'altro testimoniare un dissenso va compagne e compagni rischiamo tutti di essere autoreferenziali
Un partito solo di eletti
La cui identità finisce per coincidere con l'esercizio del potere
Perché allora non vedere che fu Tura Libertà eguale
E soprattutto ha preso dimensioni aprile già sono strumenti per uscire da questa autoreferenzialità per restituire la politica la partecipazione a tanti che l'hanno perduta
Lo spettacolo autoreferenziale vorrei ricordarlo l'abbiamo già dato tutti prima del due mila uno quando abbiamo perdute lezioni che potevamo e dovevamo vincere
Non si tratta allora di dichiarare la morte dell'Ulivo di coltivare l'illusione di un liberi tutti ne ho proporzionale
Ma di abbandonare ogni visione geometrica dell'Ulivo e della politica di lavorare su valori e programmi di costruire Rete relazioni pratiche di ascolto e di condivisione di liberare tante energie bloccate
Non c'è velleità plebiscitaria o personalistica che minacci la sinistra ce n'è solo una che minaccia la democrazia ed è quella di Silvio Berlusconi
Anche perché troppi Prezzi noi abbiamo già pagato a sinistra ai danni di partito leggero di partito del presidente a identificazione fra un leader è un'idea la volontà è di aprire porte finestra la democrazia la partecipazione anche quanto è scomoda
Non voglio infine tacere un'impressione
Sto vivendo come credo altri che hanno condiviso la stessa battaglia congressuale del partito con un certo disagio il clima soprattutto in sala di questa conferenza
Non solo per quello che si è detto
Talvolta la freddezza e perfino l'aperta ostilità dando il senso del rischio che venga meno un comune sentire quello che malgrado tutto ha spinto Blair a ringraziare Robin Cook quando si è dimesso
è vero è vero che asprezze personali ci sono state e che vanno superate
Qui si vuole autodisciplina sulla presenza asprezze personali
Ma ci sono state da più parti
E ciò state da più parti campagne di demolizione della coerenza dell'integrità delle persone
Non vogliamo divorziare ha detto Giovanni Berlinguer nel concedere una sollecitata separazione consensuale non vogliamo neppure vivere da separati in casa
Con un dualismo non superabile
Siamo capaci finite novecento imparando anche da quei giovani che fanno politica mettendosi in Rete di essere una comunità aperta di costruire una casa comune con una comunità aperta bisogna allora ammettere che l'appello rivolto dalla maggioranza alla minoranza è un appello politicamente sbagliato
La prova unitaria per tutti e prima di tutto non solo ma prima di tutto perché è maggioranza
Proviamo a lavorarci
Senta sospetti reciproci con la fiducia che i DS
Prima di tutto per questa ricchezza di posizione di differenze come mi sembra di aver capito era Pier Luigi Bersani
Possono prendere molti più voti rafforzarsi a partire dalle amministrative e costruire un nuovo Ulivo più partecipativa e più democratico per battere la destra e per governare l'Italia
Diamo
Diamo la parola ad Antonio Panzeri seguirà l'intervento di Vasco Errani
Io credo si possa dire che la situazione odierna
Le trasformazioni in atto
E i rischi di RAI di un declassamento dell'Italia
Pongono alla sinistra direi che a noi un serio problema
Quello di alzare il livello del suo discorso politico della sua proposta al Paese
L'arresto il dramma della guerra rende ancora più evidenti
Le difficoltà nel nostro Paese sotto il profilo economico sotto il profilo sociale
E quello politico
A tutto questo
Sì sono un processo inedito di disarticolazione dello stato e di svuotamento delle vecchie istituzioni
Il tutto aggravato da un continuo degrado della vita civile
Al punto che stanno venendo meno quei valori fondamentali senza i quali un Paese non riesce ad esprimere una volontà collettiva perde identità smarrisce la fiducia nel futuro
C'è da dire che ne so la prova
Del governo di centrodestra ha rivelato profondi limiti culturali scarsa coesione personale politico improvvisato inadeguato senso dello Stato
Guidata da questa coalizione all'Italia ha già subito una caduta di credibilità internazionale rischia una perdita di competitività del sistema Paese
Se tutti questi sono i problemi
Che dominava la vita italiana non siamo dunque di fronte ad una situazione come tante altre
In gioco qualcosa che riguarda le classi dirigenti e la direzione che prende il Paese
Per noi dunque se vuol
Amo ritornare esprimere una forza unitaria e di comunitaria
E un'egemonia e su queste cose che dobbiamo ragionare
Ridefinendo l'agenda del Paese
E la nostra visione del problema italiano
Io sono convinto che la partita possa essere riaperta e possono essere giocata con molta determinazione
Sta qui la centralità delle proposte dell'itinerario indicato da Fassino
E dal lavoro fatto da trentini
è un itinerario per lunghi tratti innovativo
E che trae spunto dal fatto che data la natura dei problemi italiani la lotta alla destra non è separabile da una proposta programmatica e da un'iniziativa capace di mobilitare energie nuove
In nome di un diverso progetto per l'Italia
Ma è anche la condizione per impedire che la spinta positiva dei movimenti si esaurisca in un'azione senza sbocchi
Un progetto in grado di contrastare i fattori della decadenza italiana che sappia indicare le ragioni del perché un'epoca assista
Sta finendo
E di dire la verità un tratto che dovrebbe recare a teorizzare una sinistra seria sul fatto che i mali antichi del paese non si compensano in più con l'arte di arrangiarsi
Di fronte alle difficoltà del sistema economico e sociale del sistema produttivo bisogna dunque sostanziare concretamente l'idea giusta che vuole contrapporre la competitività di sistema la competitività di costo
L'idea in grado di dimostrare che la capacità di innovazione di un Paese dipende da come la sfera sociale si intreccia con quella economica
Guardate al dunque la risposta sta a cui
Nell'impegnare le forze del lavoro moderno non solo del lavoro dipendente
Ma insieme adesso di quello straordinario
Patrimonio di imprenditorialità diffusa che possiede il nostro Paese
E da questo punto di vista bisogna dirlo
Possiamo ben comprendere quanto sia un errore il referendum sull'articolo diciotto che non solo crea fratture e divisioni
Ma che rischia di non favorire un armonico equilibrio tra l'esigenza dell'estensione delle tutele dei diritti e lo sviluppo economico e produttivo del Paese
Tema questo dei diritti che è stato come si sa al centro di significative iniziative del sindacato in particolare della CGIL
Che hanno coinvolto positivamente milioni di lavoratori
Oggi io credo si tratta di comprendere come declinare questa battaglia per i diritti per la sinistra ma anche per il sindacato
La mia opinione
è che in questa fase di transizione che ha visto modificarsi in profondità tutto il panorama politico istituzionale anche il sindacato
E messo in gioco e ha bisogno di ridefinire il suo ruolo e la sua prospettiva
In sostanza
Se cambia il ponte il contesto politico e sociale
Significa che si aprono problemi di strategia e che occorre realizzare un'operazione complessa di riposizionamento
Per non essere solo una forza di resistenza ma uno dei protagonisti che concorrono nella dialettica sociale a disegnare i nuovi equilibri del Paese
E questo riposizionamento è possibile se si riprende a ragionare con maggiore convinzione sui temi dell'autonomia e sui temi dell'unità
Nella concretezza attuale il tema dell'autonomia sindacale si presenta come un nodo tuttora irrisolto
O perché ha di fronte al nuovo quadro politico ci si limita ad occupare gli spazi residui dalla contrattazione
Senza mettere in discussione il modello sociale dominante o perché riceverà ossa
Si introduce nell'azione sindacale una logica politica facendo del sindacato non più uno strumento di negoziazione sociale ma di mobilitazione per un'alternativa di governo
Nel momento in cui il governo brucia tutto lo spazio di una politica di concertazione accompagnate in ciò da Confindustria
Erede che il sindacato in una posizione marginale non riconoscendogli la dignità di interlocutore politico rendono obiettivamente corpo le spinte sia quelle corporative sia quelle massimalisti che guardate le divisioni attuali tra le tre confederazioni sindacali sono l'Effetto di una difficoltà oggettiva
Di uno spiazzamento dovendo rispondere ad un'offensiva che restringe il campo d'azione
Non si tratta
Di una diversa e opposta collocazione di campo un sindacato di opposizione e un sindacato governativo una tale interpretazione sarebbe del tutto fuorviante così come è fuorviante ed errata la teoria dell'Abi polarizzazione sociale
Del resto la trasversalità politica del sindacato dovrebbe rendere evidente a tutti l'illusoria età
Di un'idea che verrebbe piegare il sindacato in una logica politica in senso stretto verrebbe meno oggettivamente verrebbe meno una sua capacità di rappresentanza più generale
L'autonomia quindi il suo fondamento ma è anche la premessa per lasciare aperta la prospettiva unitaria
Anche sull'Unità bisogna evitare invocazioni retoriche
Non basta a proclamarlo astrattamente
Ma va praticata e costruita nella concretezza della situazione che è in movimento c'è una condizione di partenza che è necessario ripristinare
Il riconoscimento reciproco di legittimità
Il riconoscimento cioè che
Un pluralismo questo pluralismo è tutto interno al mondo del lavoro alla sua storia ai suoi valori
Per cui le differenze anche quelle più aspre che peso hanno come quelle sul Patto per l'Italia non sono mai rotture definitive e non interrompono mai la ricerca di una possibile mediazione
La divisione
Su singoli aspetti
Anche di grande rilievo non significa che sia in campi opposti ma che il campo al suo interno una pluralità di espressione di proposte che si deve cercare di portare a sintesi
Senza questa condizione di partenza le rottura diventano insanabili e si alimenta una spirale di intolleranza e di settarismo dal quale non è facile uscire
C'è un'oggettiva situazione in movimento tra CGIL CISL e UIL e questo è un bene
Per questo forse sarebbe stato più utile che sul tema del sindacato si fosse aperto una fertile interlocuzione non contrapposizione sulle cose dette da Fassino ed altri in questa conferenza
Dico questo perché
Ci sono all'orizzonte appuntamenti importanti
Ed è bene che si sappia
Che possono avere ricadute non solo sul sindacato ma anche sulle scelte dalla politica
Vi è il rischio di un altro accordo separato nella categoria industriale più importante
Viene esigenza a fronte della scadenza dall'accordo del luglio novantatré di ridefinire un quadro di relazioni sindacali per i prossimi anni in Italia
Capire come affrontare questi appuntamenti tra gli altri è decisivo per tutti
E io credo concludendo
Che lo è senza dubbio per una forza che vuole essere unitaria e che deve essere messa al servizio di una nuova prospettiva democratica che vede il mondo del lavoro in tutta la sua complessità come un protagonista decisivo per il nostro Paese
La parola a Vasco Errani seguirà l'intervento di Michele Salvati
Care compagne e cari compagni c'è un cambiamento davanti a noi
E dobbiamo interpretarlo farlo diventare politica e programma
Ma per farlo c'è una condizione
Ne sono convintissimo
Dobbiamo liberarci dallo schema autoreferenziale
Dobbiamo essere più aperti e molto meno ingenerosi con noi stessi per cui troppo spesso contano di più le nostre differenze che il nostro ruolo per il Paese
Forse ora davvero di cambiare schema
Io sono convinto che siamo di fronte ad alcuni fatti che segnalano un cambiamento di fase
In questo anno l'opposizione ha assunto un'iniziativa visibile e significativa
E in campo un movimento per la pace plurale che testimonia una fortissima ripresa del rapporto tra giovani e politica
Non possiamo certo perdere questa occasione questo fatto che non è congiunturale e ci parla anche dei modi di consumare delle qualità della democrazia del modello di sviluppo poi emerge la difficoltà del centrodestra
Del governo Berlusconi
Un disagio ben più significativo di ciò che appare nel teatrino della politiche il confronto con la realtà in stridente
La crisi finanziaria tocca le famiglie nel vivo e spazza via le chiacchiere gli artifici contabili della finanza creativa
L'assenza di una politica industriale mette a rischio le opportunità per le imprese e il futuro del Paese
La visione proprietaria delle istituzioni produce est danni seri per la pubblica amministrazione lo Stato
Una classe dirigente che non riesce ad essere riconosciuta come tale e quindi diventa sempre più arrogante
Per questo vediamo crescere il disagio e l'insicurezza che in aree sociali del Paese e che hanno sostenuto il Polo oggi vedono di vedono in sé un problema si interrogano e cercano nuovi punti di riferimento ma il cambio non è certo automatico
Ora stanno ohi proporre una diversa idea di paese portando le disillusioni e lei radicalità ad incontrarsi in una risposta riformista di governo per l'Italia
Questo è il nostro ruolo più che mai che oggi pena la perdita della nostra funzione nella coalizione e nel Paese
Ecco il punto
Se siamo d'accordo su questo allora certo bisogna andare al merito magari con la consapevolezza che non partiamo da zero
Nell'esperienza di governo che le grandi città degli enti locali delle regioni ci confrontiamo quotidianamente esattamente con questa questione
Allora mi chiedo perché continua ad esserci una sorta di separazione tre confronto politico nel centro sinistra a livello nazionale e ciò che concretamente facciamo nel territorio
Eppure le contraddizioni le più aspre le viviamo proprio nel territorio il governo scariche costi sugli enti locali promuove la controriforma della scuola
Alla riforma fiscale vuole arrivare demolendo il sistema di protezione sociale
E dato che considera difficile proporre esplicitamente l'obiettivo della demolizione del Welfare se gli un'altra via quella istituzionale su questo regge l'asse Bossi Berlusconi dunque Mai come oggi la riforma delle istituzioni riguarda sostanzialmente il modello sociale per il nostro Paese
I due binari del centralismo e della devoluzione due facce della stessa medaglia puntano proprio a cambiare a stravolgere un modello solidale e cooperativo
Questa è la controriforma che vogliono mettere nella Costituzione c'è
Una autonomia non c'è autonomia non c'è efficienza c'è il fai da te l'irresponsabilità istituzionale che investe sull'egoismo dei più forti è la cultura delle piccole patrie dei popoli di cui Bossi si fa portatore per la prima volta stiamo attenti compagni per la prima volta in una proposta di legge costituzionale
Che approverà la settimana prossima il governo si propone una norma che dà forma all'idea della separazione nel Paese
Hanno un obiettivo immediato lo fanno per una ragione politica colpire in primo luogo dove governa il centrosinistra costruire le condizioni per esempio per spaccare l'Emilia Romagna
Certo l'Emilia-Romagna disturba ma perché non per le nostre proteste per la politica di Berlusconi
Ma perché in Emilia-Romagna come in altre regioni del centro sinistra si dimostra per esempio che il sistema sanitario pubblico universalistico funzione promuove innovazioni pelli più significative compagni gli altri modelli tentati in regioni governate dal Polo ma anche modelli decisamente falliti
Ma deve essere chiaro che questa riforma non riguarda solo la mia regione ma il Paese
Cosa sarà infatti un Paese dove le Regioni fanno quel che vogliono su questioni come la sanità la scuola la polizia locale
Quel che vogliono le più forti quel che possono o non possono le più deboli
è un assetto territoriale a geometria variabile nell'Italia degli otto mila comuni altro che competitività di sistema
E se le cose stanno così e stanno così allora non è sufficiente fare i ricorsi alla Corte costituzionale evincersi come abbiamo vinto un ricorso importante contro l'invadenza del governo ma occorre costruire già da ora un impianto alternativo in Parlamento e dove governiamo perché su questo terreno che possiamo affermare la nostra credibilità nel Paese
Vediamo tutti lo stallo in cui si trova l'Ulivo
Possiamo ripartire da questo nesso da questa relazione territorio politica nazionale
Per esempio ci sono difficoltà convocare la convenzione nazionale dell'Ulivo beh possiamo partire allora dall'Assemblea nazionale degli amministratori dell'Ulivo
Non può ripartire anche così la costruzione del programma anche perché credo sia l'unica via credibile per superare una certa astrattezza nelle nostre contrade contrapposizioni io credo insomma che occorre uno scatto
Guardare più in là del nostro naso per far vivere questa rete territoriale su cui si esprime la cultura di governo del centrosinistra
Lo scatto non è impossibile bisogna sentirlo maturo volerlo realizzare
Innovazione qualità diritti
Questa è la nostra sfida una sfida per fare concretamente
Per costruire esperienze di governo reali voglio fare solo alcuni esempi
Noi siamo di fronte ad una riforma della scuola quella della Moratti
Che ha segnato e ha un segno preciso razzista di subordinazione del sapere il sapere che pure la risorsa strategica per il nostro futuro
Bene con il nuovo Titolo quinto quello voluto dal centrosinistra è possibile per le regioni legiferare e contrastare nel merito quali impianto noi lo stiamo facendo
Mettendo al centro la formazione per tutto l'arco della vita con un biennio integrato tra scuole superiori a formazioni per contrastare la vergogna del ritorno dell'obbligo a quattordici anni ecco su questo punto delicato come l'istruzione
Tutto il centro sinistra tutto il centro sinistra è anche rifondazioni
Le forze sociali hanno trovato non una mediazione al ribasso non la chiusura in valori del passato ma la capacità di proporre una sintesi alternativa al progetto Moratti e che guarda agli interessi del Paese
Così possiamo e stiamo facendo sui lavori anche per i ragazzi delle partite Iva perché dobbiamo guardare in faccia la realtà e promuovere nuovi diritti a chi oggi noi via certe non è una passeggiata
Sul welfare per esempio noi abbiamo e dobbiamo avere il coraggio del cambiamento non bastano i servizi
Non basta la nostra vecchia importante tradizione la standardizzazione dei servizi non regge più se penso alla non autosufficienza è chiaro non solo è necessario un intervento sulla fiscalità generale
Nel segno appunto come dice giustamente Fassino di nuove politiche pubbliche che ci chiede il Paese ma occorre investire sulle famiglie sulla capacità di autorganizzazione della Società
Questo è un terreno su cui misurare insieme ai compagni la nostra capacità di rinnovare la crosta col Tura di governo noi DS siamo esattamente di fronte a questa sfida storica
E Fassino l'ha indicato con precisione
Vinceremo questa sfida se avremo l'intelligenza di non pensare e soprattutto agire come se tra noi ci fosse bisogno di riconoscerci tutti i giorni
Disegnare il territorio delle diverse posizioni abbiamo bisogno di ben altro
Trovare insieme insieme nuove sintesi di fronte ai grandi cambiamenti a cui siamo di fronte nessuno di noi ha la ricetta in tasca appunto
Allora sappiamo misurarci dialogare e costruire l'identità di un partito capace di rappresentare una vera alternativa e ritornare a governare
Adesso
Adesso la parola a Michele Salvati seguirà l'intervento di Sergio Cofferati
Sarò brevissimo non vi farò aspettare Sergio per volta
Allora mi sono scritto l'intervento proprio per essere breve non sapevo di essere prima di Sergio Cofferati motivo in più per essere breve
Me lo sono scritto anche se le cose che voglio dire avrebbero guadagnato molto dall'essere dette a braccio
Non parlo come economista ma con una persona appassionata di politica della politica vera come uomo della sinistra che parla in uno dei momenti più bui di questa parte politica
Come uomo che non vorrebbe si perdesse l'occasione di Cacciari al più presto dal potere questo centrodestra
E temo invece che rischiamo di perdere
Come cittadino preoccupato per il suo Paese e di queste cose bisogna per parlare a braccio con molta passione
Come economista cari compagni d'altronde non c'è molto da dire
C'è poco da dire perché il programma che abbiamo presentato dice poco
Evoca in modo appassionato il sogno di una Società delle libertà dei diritti della persona
Ma dopo poco a mio modo di vedere dice su come avvicinarsi concretamente di un passo a questi ideali
Non è il programma di un partito che è stato al Governo per cinque anni e che dichiara a gran voce di volerci ritornare
E la ragione per cui non abbiamo presentato questo tipo di programma
Un programma che bisogna discutere nel merito
La conosciamo tutti che esistono nel nostro partito due linee una di sinistra più moderato e liberale
E l'altra di sinistra più radicale
Due linee tra le quali è necessario mediare
Insomma il nostro partito è già una copia in scala ridotta dell'intera coalizione di centro si
Non una parte di
è un microcosmo è una quanto crack Bruno Trentin sul piano ideologico culturale ha fatto lo stesso ingrato lavoro
Che fa ogni giorno Piero Fassino sul piano politico
Mediare tra posizioni che in questi ultimi tempi invece di avvicinarsi
Sembrano essersi divaricate sempre di più
I bei programmi vedete i programmi coerenti i programmi di cui vale la pena di discutere nel merito per le cose che dicono sono programmi che si basano su una scelta politico-culturale omogenei
O comunque più omogenea di quelle che è possibile fare che noi adesso
Mi domando se non sarebbe stato meglio riconoscere questo dato di fatto e di presentare due o più programmi lasciando il lavoro di mediazione al momento in cui insieme con gli altri partiti di centrosinistra dovremmo scrivere il manifesto elettorale so per esperienza che quando si arriva a questo momento e meglio lavorare sui documenti coerenti e non su vorrei mastica Touré prego mediazioni ad esempio su documenti come quello presentato dalla componente liberal come si dice nel partito
Di questo si può discutere nel merito perché dice più cose fa affermazioni più nette ovviamente contrastate elenca priorità con chiarezza attenzione non voglio per niente dire che i compagni che l'hanno steso sono più bravi di chi ha steso il documento dell'intero partito
Non
Non so se i compagni della mozione Berlinguer nostri sullo documenti immagino di sì se l'hanno no no allora ma se l'avessero redatto ma se l'avessero redatto se l'avessimo speso sono sicuro che anche questo avrebbe detto cose più mettere avrebbe contenuto affermazioni ed elencato priorità di cui valeva la pena di contrastare di discutere nel merito
In entrambi i casi voglio un caso non c'è ce ne solo uno semplicemente si parte da un punto di vista più coerente e le mediazioni necessarie erano di poco conto per questo è solo per questo non per la diversa bravura
No non si son fatti dei programmi più chiare ora mi sento un po'in colpa dello di rinunciare a discutere il programma va dove lo dico subito di non fare il mio mestiere
Senso di colpa è però molto alleviato dal fatto che un mio caro amico e collega Ferdinando Targetti l'ha fatto con molto scrupolo
Simpatia e condivisione per lo sforzo di trentina e quello che ha scritto lo condivido quasi in toto spero che l'abbia distribuito anche qui ci sono ventitré pagine ben argomentate le ha presentato alla direzione regionale ieri è stato molto sfortunato Ferdinando Targetti a parlare subito dopo Massimo D'Alema le quindi nel casi la insomma nella confusione più generate
E ha fatto un bellissimo discorso grazie ora chi voglia ragionare sulle cose è bene che si lega quelle pagine allegato il senso di colpa fatemi
Tornare alle cose che voglio dire che proprio urgenza drammatica di urgenza drammatica io trovo il problema di sconfiggere questo centrodestra
Prima che i guasti che sta infliggendo al nostro Paese diventino il re parati Elena
Se qualcuno guardate Vibo contesta che è assurdo subito Vindigni era ma rifletterci un attimo secoli ponesse questa domanda
Preferisci vede sconfitto Berlusconi da una coalizione di centrosinistra anche a prezzo di un forte indebolimento di una spaccatura del tuo partito dei DS o preferisce un rafforzamento del tuo partito anche se questo comportasse una sconfitta della coalizione è una vittoria di Berlusconi naturalmente risponderei subito come tutti voi che la domanda è stupida
Che rafforzamento elettorale il partito ma insieme al rafforzamento della coalizione della sconfitta del centrodestra
Ma secondo insistesse
Se mi dicesse che anche le domande assurde stupide servono per capire le priorità
Di coloro a cui sono rivolte dove stanno le passioni gli interessi
Io non avrei dubbi se fossi costretto risponde a questa domanda stupida io vorrei vedere sconfitto Berlusconi
Questa è la mia priorità assoluta
Allora l'esercizio che vi propongo Kharja e compagne e compagni residui propongo è di cominciare a ragionare mi rivolgo a vostra testa
A ragionare secondo questa priorità qual è la riorganizzazione del centrosinistra sono arrivato quasi alla fine che meglio si presta a una vittoria elettorale del centro sinistra
E come contribuisce il nostro partito questa riorganizzazione la favorisce l'ostacolo
Io sono arrivato alla conclusione che non posso più dimostrare che se continua l'andazzo del dopo congresso
Se continuiamo con tante intense continuano con tanta intensità i conflitti interni tra le due sinistre
Il nostro partito è il principale ostacolo a una vittoria contro il centrodestra ed è il principale ostacolo perché è la principale risorsa
Se continua non mi ha praticamente più ve lo garantisco
Finiti grazie
Per vincere contro Berlusconi presso diventa una persona di parte
Io corro credo che occorrono due cose
Tenere insieme gli elettori attratti da una linea di sinistra radicale non perderne uno
E insieme tenere insieme anche gli elettori moderati o incerti o quelli addirittura che hanno votato per Berlusconi la volta scorsa
E tenerli insieme secondo una linea chiara una linea e temo nel nel centrosinistra che esprima il candidato premier e questa non può essere secondo me che è una linea di sinistra moderata
Oscillando tra le due linee il nostro partito non assolve né all'uno né all'altro compito i modi per raggiungere quell'obiettivo non sono molti quindi ma anche il tempo per discutere ma vi prometto che farò rapidamente circolare nel partito un testo che prepari un eventuale discussione
Nei sette minuti sono passati e chiudo chiudo ringraziando Piero Fassino e Bruno Trentin
Secondo me si sono ammazzati non le fosse chissà se ha fatto bene a cercare L'Unità no nell'ambito diciamo della mediazione di due linee che si sono così divaricate così forse l'unità andava cercata
Diciamo su una linea più più dura ma insomma hanno cercato l'unità e anche se sono sbagliati io sono fiero di appartenere a un partito coalizione
A un partito con due linee
In cui loro sono dei miei dirigenti quindi grazie
La parola
La parola Sergio Cofferati seguirà l'intervento di Francesco
Care compagne e cari compagni
Ho ricevuto insieme a Piero Fassino una lettera dai compagni segretari delle Unioni comunali del Mugello
Sono preoccupati per la vita del partito e per l'efficacia della sua azione politica
Voglio dire a questi compagni che sono disponibile domenica prossima
Se lo riterranno utile a discutere con tutti i loro dei problemi che hanno posto
Di quei problemi che non a caso sono poi rimbalzati nella discussione di questa Assemblea
Scelgono loro come coinvolgerli
Se come presidente dalla Fondazione Di Vittorio
Come coadiuvante di Giovanni Berlinguer alla presidenza di aprile
O come semplice iscritto ai vigili ai Democratici di sinistra
Sono tre diverse specifiche condizioni di appartenenza alle quali non intendo rinunciare in nessun modo
Il mio impegno in un'associazione di tendenza come aprile non è una carica direttiva di partito e dunque non è in contrasto con lo statuto della Fondazione Di Vittorio e con quello della CGIL
Aprile un'associazioni di tendenza dei Democratici di sinistra prevista dallo statuto
E dunque la mia
Iscrizioni appartenenza questo partito e del tutto naturale oltre che coerenti
Vorrei parlare con quei compagni dei temi posti nella loro lettera sì quelli che sono stati approntati qui
Anche se la loro visibilità esterna testata assai marginale
Vorrei parlare loro per prospettare un punto di vista senza che questo venga considerato un fastidio o un impedimento per chicchessia
Io vorrei dire che considero prioritario oggi
Che la comunità internazionale attraverso la politica i suoi strumenti fermi la guerra in Iraq
Per consentire gli interventi umanitari e per far ritornare in campo la stessa politica con quell'organizzazione delle Nazioni Unite ferita
E questa guerra illegittima ci ha consegnato
Gli effetti destabilizzanti della guerra potranno essere enormi per questo bisogna in queste ore battersi perché non prendano ulteriormente corpo
Per milioni di persone
Per milioni
Gli arabi e non soltanto per loro
Per i loro comportamenti futuri
Sarà decisivo se la democrazia in Iraq sarà il frutto del lavoro della politica o il prodotto della devastazione della guerra e non è la stessa cosa
Ed è decisivo per il futuro promuovere oggi nel punto più basso della loro efficacia la riforma delle organi
Sistemazione democratica le renderà efficaci perché condivise capaci nel futuro di gestire un equilibrio diverso del mondo
Di un mondo nel quale la guerra sia bandita della pace non sia un obiettivo richiesto ma una condizione pratica e bisogna rilanciare in queste ore un'idea alta dell'Europa Della stessa Europa che è stata colpita da questa guerra oggettivamente questa guerra contro un'idea dell'euro e in campo un'idea di supremazia teorizzata e praticata dall'Amministrazione americana verso il resto del mondo e in particolare verso l'Europa è un errore ignorare il tema ed è un'idea accettata dagli alleati europei e riproposta da loro nel ruolo di protagonisti nella convenzione
L'Inghilterra il suo governo sono stati decisivi nella violazione del diritto internazionale con la guerra dell'Iraq
L'Europa che deve nascere deve essere autonoma
E deve essere una nuova nazione con la sua costituzione la sua carta dei diritti e il suo profilo sociale
Con quelle condizioni che possono coinvolgere positivamente milioni di cittadini che vivono in questa parte del mondo
Un'Europa nuova nazione non il mercato più largo che la destra vuole imporre e Lisbona e le sue scelte il riferimento che dobbiamo scegliere
La crescita della conoscenza
L'idea di porsi nel mondo globalizzato come riferimento per un'ipotesi di sviluppo che sia in grado di dare prospettive serene e fiducia a milioni di persone in particolare dei più giovani
Un'Europa che sta in campo
Con la sua storia con la sua cultura
Che sceglie di proporre al mondo un'idea di sviluppo nella quale la nozione di limite sia ben chiara
E nel quale il modello di competizione sia alto
Legato alla qualità
E non ai costi per battere questa deriva della destra bisogna essere coerenti e determinati in ogni Paese dell'Unione e nell'Unione
Bisogna sconfiggere il pensiero unico le sue traduzioni economiche
Bisogna fermare il degrado dell'economia di un paese come il nostro degrado che può avere effetti gravi lo dicono tutti gli indicatori economici
E bisogna dire pacatamente ma con fermezza che sia a questo punto siamo giunti ci sono delle responsabilità
Sono nel collateralismo tra Confindustria e governo
Quel collateralismo che ha cancellato la parte più importante del lavoro nella precedente legislatura quel collateralismo che ha spinto alla competizione bassa cercando la via di fuga nell'aggressione a tutto ciò che costa dalle politiche di coesione alle tutele ai diritti
La via alta e nel valore dalla conoscenza e del sapere
Nella realizzazione della persona
Nella riconferma del valore sociale del lavoro
Valore sociale che può essere riconosciuto e praticato soltanto attraverso il riconoscimento dei diritti che sono storicamente leva della coesione oltre che condizione elementare per l'emancipazione dei più deboli
Il degrado economico che colpisce questo Paese e figlio del degrado politico istituzionale
E il Governo è in affanno Luís e la sua maggioranza
Di fronte a questa novità
Confermata non soltanto dagli atti quotidiani esplicitano le loro contraddizioni
E senza iniziativa di contrasto vengono poi ricomposte al punto più basso della loro strategia questa novità bisogno e dall'altra parte sia in campo un diverso progetto politico
Dell'opposizione
Dunque la priorità per noi per questo partito oggi e quella del nuovo Ulivo di una formazione che comprende tutti
Rispettando le decisione del Partito della Rifondazione Comunista che non ne vuole far parte ma tutti gli altri devono essere chiamati approvare a mettere in campo un progetto che abbia questo confine
Dividendo il bisogno immediato della miglior opposizione possibile dalla costruzione del nuovo capisco benissimo che le forze politiche in Parlamento non possono sfuggire dall'esigenza di un coordinamento più efficace della loro azione di contrasto delle politiche del governo
Non mi faccio particolari illusioni sarà inevitabile scontare le difficoltà del tempo passato di quello più recente
Come di quello che oramai si sta allontanando
E però anche queste necessario decidono le forze politiche qual è la forma di coordinamento più efficace
Ma non confondano questo bisogno dell'oggi con la costruzione oggi contestualmente del Nuovo Progetto
Bisogna che il nuovo progetto venga messo in campo e il nuovo ha bisogno di necessarie sequenze logiche non mi stancherò mai di ripetere che occorre partire dal merito dal programma dall'idea che si offre ai cittadini per costruire intorno al Progetto il loro consenso
Anch'io credo che sia ricarico cercare di rappresentare di più sommando delle specificità ottenendo insieme delle diverse identità
Ma non basta denunciare il rischio bisogna individuare la causa e rimuoverla la causa e lì oggettiva e nel ritorno in campo dei partiti e nell'accantonamento che si è determinato dello spirito originario dell'Ulivo
Dunque la nuova identità comune può essere data solo dal programma le regole verranno dopo
Sono anche se decisive ma anteporre la discussione sulle regole così come quella della scelta delle leadership finisce col rendere meno credibile e in ogni caso paralizzare la discussione sul programma
E per definire l'uno o l'altro e l'altro ancora bisogna stabilire la convivenza è diverso
Bisogna avere certo un'idea sul come agiscono le forze politiche ma anche di come queste si mettono in sintonia con la straordinaria novità di questi mesi
I movimenti sono questa grande novità
Io sono convinto e non da adesso che sono destinati a durare hanno un carattere profondamente diverso da quelli che abbiamo conosciuto in anni passati
Muteranno ma non scompariranno di certo perché sono il prodotto della nuova politica sono l'effetto congiunto del cambiamento della natura
E del peso dei partiti sono l'effetto del bipolarismo la società complessa produce movimenti ha bisogno di movimenti in quegli interstizi si genereranno sempre forme associati e nuove
E i partiti tradizionali se vogliono vivere e io spero che abbiano questa voglia determinata devono fare i conti con questa novità che loro stessi per molti versi hanno sollecitato i movimenti
Lo dico al mio amico Pierluigi Bersani
Non sono acqua da imprigionare in un secchio
Noi che siamo nati dove il valore dell'acqua
Per le attività economiche era ben chiaro
Sappiamo che gran parte dell'acqua che fa girare la ruota del mulino dalla politica viene da quei movimenti e quella ruota macina ma senza quell'acqua la ruota si ferma svolge una funzione decorativa e nulla più e noi abbiamo bisogno di più farina di quanto non fosse necessario in precedenza
Ecco perché
Ecco perché bisogna cercare insieme insieme le forme per dare continuità questo flusso nel reciproco rispetto
Non proponendo anche involontariamente l'idea che qualche forma di rappresentanza sia ancillare rispetto alla politica
Salvo poi scoprire che nella storia secolare di quella rappresentanza c'è uno straordinario valore per la politica rispetto reciproco
E se la politica non li considera lance Hillary sarà in grado di trarre insieme a loro il massimo di forza possibile
Diversamente si condannerà l'isolamento tutto ciò va fatto e cercato insieme sperimentando non abbiamo memoria storica che ci posso offrire condizioni utili a realizzare questa parte della nostra storia futura
Dobbiamo navigare in mare aperto
E dobbiamo farlo con coraggio
Senza considerare le diversità come un rischio Manzi considerandole come una straordinaria occasione pensando all'utilizzo di tutte le possibili e utili forme aperte nella stessa rappresentanza
E ciò vale per i partiti come vale per le associazioni sono che questo obiettivo non è facile da realizzare ma quello al quale siamo chiamati è uno sforzo indispensabile
Domenica mattina sarò nel Mugello
Se Piero ritiene utile venire con me potrà essere una buona occasione per discutere col partito critico
Chiedo ai fotografi prego i fotografi dei spostarsi per poter proseguire con i nostri lavori
Vi invito di nuovo a lasciare libero l'area del parco per poter proseguire con i nostri lavori
Allora proseguiamo
Con gli interventi
La parola Francesco Rutelli che ringraziamo di aver accolto il nostro invito e chiese a lei questa mattina fra di noi
Seguirà l'intervento di Vannino Chiti
Ho guardato
Come tanti
Con
Interesse
E appesa
Allo svolgimento di questa conferenza
E come tanti
Mi sono chiesto
Se avreste ed avremmo discusso
Dei temi programmatici piuttosto
Della politica
O piuttosto delle regole
Su come fare convivere le diversità
In seno all'Ulivo
Era evidente che avreste ed avremmo discusso di tutte queste cose insieme
Ho apprezzato la relazione di Piero Fassino
Non solo per il solido impianto riformista
Ma per la conferma di un impegno che ci ha visti ed il plurale vale per larghissima parte dell'Ulivo non solo per il rapporto tra noi
Sempre lavorare insieme nei momenti chiave
Nei momenti difficili
Con lealtà
è una visione comune
Per il suo impegno paziente determinato anche abbracciare la strada possibile e necessaria per la politica e per l'Ulivo per la comunanza
E la convivenza nella coalizione del centro senese
Si parla di programma innanzitutto vorrei dire con grande
Schiettezza
Un'opinione su quale a mio avviso il problema maggiore in vista della redazione di un nuovo progetto di governo e di un nuovo programma dell'Ulivo cui oggi DS contribuiscono con questa
Conferenze
è quello di fare una specie di Baedeker di guida onnicomprensiva
Sui temi istituzionali economici sociali culturali e così via
Oppure riprendendo l'esperienza del successo di Berlusconi
Di applicare in base a un gigantesco investimento in sondaggi analisi sociologiche Focus
Le priorità che interessano gli italiani tradurle in slogan azzeccati
Efficaci d'impatto e conquistare così
Il consenso elettorale
Naturalmente credo nell'una nell'altra non perché non serva
Anzi non sia indispensabile
Definire le posizioni unitaria dell'Ulivo in un nuovo programma dell'Ulivo
Questo ci serve per assestare una linea comune non ci serve per conquistare voti
Quando la gente i programmi dei partiti i programmi coalizione lo sappiamo bene non
Rilegge anche se va notato in positivo che oggi in molti campi l'Ulivo è diverso e migliore anche da quanto fosse nel novantasei
Nel novantasei c'era l'inizio di questo accordo fondamentale tra la sinistra democratica
E le forze del cattolicesimo democratico più altre
E in questa scommessa fu la nascita dell'Ulivo ma nel programma del novantasei nella fatica programmati nel novantasei era molto chiaro anche l'arco delle differenze
E oggi per le differenze sono decisamente ridotto
Sono tante le parti che ci accomunano
Sull'impianto riformista condiviso
Tuttavia sappiamo che non è un programma comune che sposta oggi nella nostra società i consensi allo stesso tempo non è l'altra ovverosia slogan
Per quanto
Felici
E l'azzeccata io penso che il fiasco del governo Berlusconi
Stia in tante cose
Ma stia innanzitutto proprio nella distanza tra l'accattivante facilità di quegli slogan e la povertà delle realizzazioni
L'evidenza del dominio del conflitto e dei conflitti di interesse l'inadeguatezza solare della classe dirigente alla classe di governo
Tra l'altro guardate che questo ci fa del male
Questo allontana la politica fa del male anche a noi perché quando in un paese si crea un'aspettativa
Di cambiamento
In questo caso la creata la destra se l'aspettativa fallisce viene delusa così clamorosamente
è la considerazione verso tutta la politica
Che paga
Che perde
Ed è una distanza ulteriore verso tutta la politica che si determina tra i cittadini anche questo è fallito anche questa aspettativa
Non è riuscita e tanto più alta naturalmente la delusione quanto più alte erano le illusioni
Allora è evidente che noi non possiamo che rispondere
Nella redazione del Progetto delle idee per l'Ulivo
Del due mila e sei per l'Ulivo del futuro
Se non in un modo alto e convincente vorrei fare una domanda anche a quanti interverranno concluderanno coi nostri lavori
Pensiamo forse che noi possiamo rispondere a questa pesa semplicemente riproponendo
La nostra chiave progettuale degli anni novanta
Nei
Dibattito negli interventi anche qui
è stato messo in rilievo come il cambiamento da allora sia totale è un cambiamento internazionale
Evidenziato in modo dirompente dalla guerra
In Iraq aperta
Unilateralmente
C'è un cambiamento dei cicli economici
C'è un cambiamento profondo che non può essere scartato non può essere riassunto schematicamente non può essere tradotto in slogan
Nel rapporto tra società dunque anche movimenti associazioni e politica e istituzioni c'è un cambiamento
Accelerato e profondo che si traduce in ritmi accelerati anche nella percezione nel rapporto tra i movimenti che si producono la loro natura la loro durata la loro incidenza e la società politica i propri cicli e la propria attività e la propria organizzazione il cambiamento e gigantesco e noi non dobbiamo dimenticare perché saremmo in questo superficiali ed irresponsabili che in questo cambiamento l'Ulivo è tuttavia rimasto
Saldamente in piedi in questi ultimi due anni
L'unico suo è rimasto in piedi
Nel risultato elettorale
Partivamo
Da un distacco
Gigantesco reputato incolmabile siamo arrivati in una distanza minima in termini di voti assoluti che oggi si compete ma oggi il centro sinistra contrapposto al centrodestra
è non più alla pari ma semmai leggermente in vantaggio cerco anche per la differenza di opinioni profondo e radicale che avviene tra gli italiani sul tema della guerra
Allora noi possiamo soltanto dire insomma votate per noi perché siamo più seri
Perché siamo più professionali
Perché siamo meno scorretti meno pasticcioni meno arroganti meno padronali
Della destra
Forse se facessimo così vinceremmo di nuovo le elezioni ma non saremmo ingrato di guidare il Paese
Nei cambiamenti del tempo e verso i cambiamenti del futuro
E allora qui
Cioè il tema del nostro riformismo
C'è un pensiero forte riformista nel mondo
Probabilmente no
Ci sono segni Cenni dibattiti
Forse l'unico pensiero che sembra manifestarsi con una sua determinazione d'una sua interna coerenza oggi a livello internazionale
Appare quello dei neoconservatori repubblicani americana
Noi dobbiamo sapere che le differenze ci sono nel riformismo di casa nostra
Prodotto ancora oggi delle conseguenze della caduta del muro di Berlino e della non sostituzione a quello schema né di uno schema né di un sistema differente
è qualcosa che si riflette nella società non ci debbono spaventare le differenze politiche
Così come non ci possono spaventare perché ci sono perché sono utenti che le differenze nella società le differenze della Società chiamano
Le differenze in politica
E sappiamo che questo è sempre più dirompente vorrei dire sistemico da quando sistemi biologici campi definiti di appartenenza non vi sono
E sono mobili le società sono mobili le idee
Idee che pendono piuttosto ad adattarsi che a guidare
Ma anche i poteri ballano
Padre di fare due esempi
Due esempi delle forze apparentemente invincibili nelle istituzioni e la politica nei due principali Paesi dell'Occidente
Negli Stati Uniti repubblicani non sono mai stati così forte
E come dicevo hanno un profilo di sfida ideologica considerevole
I repubblicani hanno la maggioranza al Congresso che non è mai condivide coincisa con la maggioranza
Presidenziale negli ultimi quarant'anni negli Stati Uniti eppure negli ultimi quindici giorni questa maggioranza diventata minoranza nella
Parlamento
Nel congresso americano due volte
Sulla taglio alle tasse i moderati repubblicani hanno messo in minoranza Bush e sulla delle sulla escavazioni
Del petrolio in Alaska guardate quello che avviene in Gran Bretagna Blair a una maggioranza straordinariamente forte Parlamento combatte la battaglia della vita
Sulla questione dell'Iraq e quasi duecento parlamentari dissentono
Votano in modo differenti
Allora e qui vengo a noi Alitalia
Se il compito dalla politica riformista
Non può essere di disinteressarsi di come raccogliere una maggioranza per compattare una minoranza
E anche quello di tenere assieme le diversità con strumenti di governo adeguati credibili credibili soprattutto davanti
Al popolo davanti ai cittadini che ti devono dare la delega e se possibile partecipare ai due progetti
Ma è anche quello di tenere in mano la barra per gli approdi giusti qui voglio dirlo con chiarezza io non penso che il centrosinistra
Per guardare ad una delle scadenze che abbiamo nelle prossime settimane potrebbe votare sì
Al referendum sull'articolo diciotto per quanto riguarda la sua estensione alle piccole imprese
Non potrebbe votare sì per un motivo molto semplice quel referendum è sbagliato
E noi abbiamo il dovere politico non pedagogico politico
Sostanziale di fare le battaglie giuste le battaglie che servono al Paese dunque dobbiamo cercare di portare l'Ulivo pur sapendo che tutti i partiti saranno magari su posizioni diverse
A difendere una linea riformista sulle politiche del lavoro sul rapporto con le piccole in prese nel rapporto con la creazione dei posti di lavoro
Quindi modi di governo prospettiva riformista scelte sulle quali l'ambiguità
Non paga e alla lunga
Paga invece impresso fa pagare un prezzo negativo
Sala
Questo ci porta in conclusione al tema
Della politica
E delle regole
Fondo se qualcuno mi chiedesse ma l'Ulivo che cose
Cosa caratterizza l'Ulivo
Ma secondo me è la qualità della coesione che noi proponiamo all'Italia
La capacità di proporre alla Società italiana dei modelli non divisivi di fronte ad una destra che strappa divide e ogni volta che strappa e divide come avvenuto per l'articolo diciotto fallisce
Io penso che dobbiamo riuscire a dimostrarlo
Di avere una capacità di coesione nella politica dell'Ulivo
Ne va la credibilità del nostro progetto
E la nostra capacità di prendere consenso italiano
Qui penso può molto la linea strategica
Di rilancio dell'Ulivo
DS e Margherita
Hanno tentato trasparente mente
Tutti gli strumenti possibili per una maggiore coesione centosei dobbiamo continuare
E dobbiamo continuare sapendo a mio avviso due cose fondamentali la prima non c'è e non ci deve essere competizione
Concorrenza tra di noi la seconda non c'è e non ci deve essere un Atr sia nell'Ulivo mi spiego
Abbiamo usato più volte nel centrosinistra l'esempio
Dell'Unione Europea
L'Unione europea da piena dignità
A tutti gli Stati che la compongono l'Ulivo riformato può e deve dare piena dignità tutti i partiti anche i più piccoli
Che lo compongono
Esiste un diritto pieno di affermare
Che ci sono posizioni di minoranza attenzione di volta in volta posizioni politiche di minoranza nell'Ulivo sulla base delle scelte che si producono non programmaticamente delle posizioni di minoranza nell'Ulivo
E c'è una posizione dell'Ulivo
Quello che è accaduto sulla guerra fatto emanò collegare a quello che avviene nel centrodestra
Se circa centonovanta deputati
Votano una mozione una risoluzione
E altre due vengono votate
Da una quindicina rispettivamente di deputati non è giusto dire che l'Ulivo si divide in tre e del tutto rispettabile dire che ci sono nell'Ulivo due posizioni che non si ritrovano nella posizione di maggioranza
E tuttavia
O noi riusciamo ad affermare il criterio per cui c'è una posizione dell'Ulivo lo ripeto
Che di volta in volta può essere il frutto di un dibattito che attraversa i partiti
E che attraversa la coalizione perché è nostro interesse riferirci alla società in un modo costruttivo positivo e con un ascolto effettivo
Oppure ma anche a quel fattore di instabilità che oggi noi reclamiamo richiediamo a tutte le istituzioni internazionali ad esempio all'Unione Europea
Povera d'iniziativa in quanto costretta dai poteri di veto a non avere una politica incisiva estera e di sicurezza
Ma se questo esempio possiamo proseguirlo almeno passate certamente questo vale per l'Ulivo che non può avere una posizione al suo interno costantemente
Divisa in quanto si producano volta per volta dissensi o del tutto legittime differenze io credo che dei fattori che stabilità si siano determinati
La nascita della Margherita democrazia libertà è un fattore di stabilità nel centrosinistra un fattore importante costituisce un'evoluzione assai significativa di quell'avversione originaria
Dell'Ulivo nei tempi cambiati
E io l'ho detto
Perché lo penso e lo ripeto qui
I democratici di sinistra che ritornano oltre il venti per cento dei voti stabilizzano l'Ulivo
Io combatto e combatterò l'idea che una crisi o divisioni nei Democratici di sinistra faccia bene a chicchessia fa male ai DS fa male l'Ulivo fa male al mio partito fa male alla nostra coalizione
E non c'è niente
Di male dicevo se confronti idee CIA traversa no ma ci vuole la capacità di dire che una posizione dell'Ulivo esistente
E non ogni volta la capacità di segnalare le differenze in seno all'Ulivo d'altronde come vogliamo chiamare quelle che ci sono e a destra solo nell'ultima settimana il centrodestra si è spaccata
Sulla questione dei profughi
Sulle quote latte sulla convenzione europea
è spaccata in molte parti d'Italia nelle elezioni amministrative
Con un scontenti gravissimi
Mentre noi e ne siamo orgogliosi siamo uniti e più larghi con alleanze
Praticamente dappertutto dice entro sinistra che sono l'approdo di un lavoro che va a merito dei nostri dirigenti dei nostri candidati e certamente anche dei nostri partiti e della fatica unitaria
Del centrosinistra
Ci sono spaccati e li abbiamo messi in minoranza sulla legge Gasparri
Ma è possibile che noi vinciamo sulla legge Gasparri che la sostanza del conflitto di interessi che è il punto più forte nell'intreccio di poteri del governo Berlusconi e anziché parlare al Paese per settimane di quella vittoria e della sconfitta della destra troviamo il modo di lui dieci giorno dopo su tre mozioni su tre risoluzioni quando abbiamo posizioni largamente unitarie largamente convergenti vogliamo trovare la maniera per fare di questo la disciplina democratica rispettosa dell'ascolto non dell'egemonia ma dell'unità di questo nostro centrosinistra io penso che sia
Questo il nostro compito questo il nostro cammino soprattutto di fronte ad una destra che oggi si mostra strutturalmente Rizzo
E allora guardiamo al futuro
Io confido
Che la conclusione di oggi
Aiuti DS a fare la propria parte che decisiva
Che l'Ulivo definisca
Una linea riformista moderna progressista e capace di parlare anche ai milioni di elettori moderati ed incerti
C'è una maggioranza nel Paese
Che è pronta a seguire un Nuovo Ulivo che dimostri questa capacità di visione
E quando parlo di dizione dico
Qualcosa i profondamente nuovo che deve scaturire la nostra elaborazione
Perché il declino dell'Italia non è degli anni due mila due due mila e tre
è un fatto di collocazione internazionale dimissione del nostro Paese di nostro ruolo in Europa nelle alleanze internazionali
Oltre che della struttura e della natura del nostro compagna dei nostri comparti industriali e produttivi della nostra capacità competitiva verso il mondo è una questione di destino dell'Italia allora la nostra visione
Non può essere la ripetizione di quello che abbiamo fatto dagli anni Novanta noi dobbiamo avere la capacità e ne abbiamo le qualità e le risorse per dire agli italiani negli slogan di Berlusconi né semplicemente programmi onnicomprensivi ma alcuni assi che dicano al popolo italiano su che cosa noi proponiamo il Progetto dell'Italia per il nuovo governo del due mila e sei ripeto c'è una maggioranza nel Paese che è pronta
A seguire un Nuovo Ulivo io spero che l'assemblea di oggi ci aiuti a imboccare questo cammino
Auguri dunque ai democratici di sinistra auguri a tutti i nostri partiti del centrosinistra auguri soprattutto all'Ulivo quel centrosinistra che può e deve per il bene dell'Italia tornare a vincere e a governare
Grazie a Francesco Rutelli
La parola Vannino Chiti seguirà l'intervento di Walter Veltroni
Venerdì scorso quando sono arrivato alla Fiera
Prima che iniziasse la conferenza e quindi prima che ci fosse la relazione di Piero Fassino
Ero insieme al presidente della Regione Marche un compagno di Milano mi ha chiamato
Ha detto
Da quarant'anni ero impegnato come metalmeccanico nel sindacato e nel partito
Sono preoccupato mi sento una demotivazione non litigate non ha detto non discutete ha detto non litigate di ICI dillo non litigate
La lettera dei segretari delle sezioni della Val dicevo DiCaprio del Mugello diverse l'una dall'altra
Tuttavia hanno questa preoccupazione
La sera di venerdì sono stato a Monza per un'Assemblea è una festa sul tesseramento le compagne e compagni comunque avessero votato al congresso di Pesaro hanno posto lo stesso problema
Allora io credo che non si possa scrollare le spalle non si possa essere indifferenti non si possono neppure dire questa preoccupazione diffusa riguarda quello accanto a me
Riguarda tutti
E l'incontro nel Mugello può essere importante anche un valore simbolico ma non risolve da solo il problema riguarda tutti e tutti insieme dobbiamo affrontarlo
Perché noi dobbiamo certo
Riaffermare il valore del pluralismo il pluralismo è un valore in un partito come il nostro
Il pluralismo è un valore perché l'alternativa al pluralismo sarebbe quello di un partito in cui non si discute non si partecipa e qualcuno decide per tutti
Ma bisogna riflettere sul perché il pluralismo che noi stiamo vivendo viene vissuto viene avvertito con preoccupazione non viene sentito come una ricchezza da quelle decine di migliaia dei compagni e dei compagni che sono la nostra forza perché mi dovete dire qual è la forza che noi abbiamo se non quelle decine di migliaia di compagni che lavorano si impegna nu fanno attività di volontariato perché questo è un altro
Fanno le elezioni alle feste dell'Unità si impegnano per vincerle e ci chiedono questo dei riflettere di riflettere
Io credo che il segretario del nostro partito
Che ho sentito un qualche intervento definito in questi giorni comunque fa ecco io francamente mi ritrovo molto nella definizione che ha dato fuoco a in quel bel video
Credo che Fassino abbia posto due questioni a tutti noi che sono quelle che vengono avvertite nel partito
Come si discute come prima del pluralismo
Bisogna discutere nel merito delle idee e delle proposte con rispetto reciproco apporto sbagliato anch'io non voglio lanciare quindi la pietra sugli altri
è sbagliato anche io ma bisogna farlo con rispetto reciproco perché gli avversari non sono qui sono fuori e questa regola dobbiamo cercare di ricordare ce la assente e poi alcune minime regole essenziali che francamente non sono né ritorni al centralismo del coro né colpi di ordine pubblico interno io ho letto li statuti per curiosità dei partiti socialisti europei quello che noi cerchiamo di dire è molto meno ha buon senso ma è molto meno
Dire che come regola
Salvo i casi di coscienza e definiamo quali sono oppure chi stabilisce quando ci sono casi di coscienza
Negli altri casi si vota come la maggioranza dei gruppi nelle istituzioni ha deciso dare appoggiava una risposta essenziale a quello che si avverte e farebbe sentire il pluralismo come una ricchezza
Sono d'accordo con te Giovanna vale per tutti in tutte le tradizionali espressioni come vogliamo per tutti quelli che sono iscritti ai democratici di sinistra
E
Voglio dire a Giovanni Berlinguer il quinto e venti ho molto apprezzato glielo ho detto per la pacatezza per l'equilibrio che reti si può valorizzare sì per valorizzare il voto unitario che abbiamo fatto sull'Iraq giovedì ma avvenga il giorno in cui non c'è bisogno di farlo perché questo è la regola e non l'eccezione
Noi vogliamo avere un partito plurale
Ma il partito plurale fatto di tutte e due queste espressioni
Provate a fare il giochino separate
Da partito plurale e definite di noi siamo plurale ecco mi pare che anche nella definizione grammaticale nella frase ci sia qualcosa che non torna
Non ci sono scissioni
E non c'è volontà di scissioni
E facciamo un patto tra noi di mandare a quel paese tutti quelli che ci dicono che c'è qualcuno che vuol fare scissioni perché non è vero
Non è vero perché viene detto che non c'è
E non è vero perché quando si fanno lisce sessioni e sono state una tragedia nella vita della sinistra comunque c'era un movimento nel Paese
E chiedeva questo il movimento nel Paese non ci chiede divisioni ci chiede unità coesione stare insieme farsa quindi quali scissioni ci dovrebbero essere ma non vogliamo neppure a vedere
Questo è il senso della proposta della corresponsabilità che chiediamo separati in casa e non possiamo neppure avere un partito che ha un collettore minimale in cui ci si incontra quando si devono fare le candidature o andare a fare le campagne elettorali
E poi il resto delle energie il massimo dell'energia si svolge altrove vanno bene le associazioni noi abbiamo fatto un patto con la Sinistra ecologista che ha un fatto nuovo nell'organizzazione del nostro partito vanno bene nelle associazioni ma il massimo dello sforzo dell'intensità dell'impegno dobbiamo ritrovarlo immetterlo tutti quale che sia la Societ Silone nella nostra casa comune che si chiama Democratici di sinistra e in cui tutti vogliamo stare e dobbiamo stare per rafforzarla
E per migliorarla
Nella convenzione programmatica
C'è stato un confronto libero e non solo tra noi a me dispiace il fatto che all'esterno cioè si si vive in due mondi
Chi è stato qui assentito come è stato ampio e serio il confronto fra noi
Con quelli che sono venuti qui e che non sono di esse è riuscita la nostra idea confrontarsi sull'Italia e sul mondo dare un contributo come Democratici di sinistra
All'esterno si parla soltanto di noi anche in modo diverso visto che il presidente del nostro partito stamattina in qualche giornale intima la resa in qualche altro viene apprezzato per l'unità cioè bisognerebbe fare anche il collage di quello che avviene ma non arriva all'esterno quello che abbiamo discusso invece abbiamo discusso di cose importanti
Il contributo che la commissione di trentina importante dovremmo vedere nel partito e approfondire ovunque nelle città e nelle regioni con interlocutori esterni contributi che ci sono stati gli apporti che sono venuti no alla guerra
No alla dottrina della guerra preventiva che sta già producendo un rischio di guerra infinita io ieri l'ha detto la Korea quante altre Coree ci saranno nono a regimi dittatoriali impegno e importanza di un impegno anche qui ha ragione Foa il movimento della pace ha fatto avvertire l'Occidente comunque loco o no unito e unico contro la guerra
E l'impegno della Chiesa cattolica ha impedito che questa guerra diventasse una guerra di religione l'Unione europea e le questioni del nostro Paese
Uno sviluppo che fondi la sua qualità su istruzione sapere sulla modernizzazione ecologica sulle potenzialità non realizzate del Mezzogiorno il collegamento di una riforma del welfare e del fisco
La libertà i diritti e il ruolo a me sembra un fatto nuovo e importante della donna
Come punto fondamentale nella vita della nostra società e della nostra economia perché c'è una debolezza tutta italiana nel basso tasso di attività occupazionale si parla della donna nel fatto che ci sia a me da del nostro Paese che non accede quale società del sapere si può costruire nel fatto che ci sia nella politica anche una maglia nera di presenza delle donne questo da opportunità straordinarie
Per l'azione del nostro partito e di un riformismo vero
Ci sono anche aspetti di valutazione differente io non voglio nasconderne uno
Le fanno Cenni del sistema arrivando al termine quindi tagli un po'aspetto il differente valutazione ce ne sono
Io per esempio continua a ritenere che il referendum sull'estensione dell'articolo diciotto sia sbagliato sia sbagliato nel merito e sia sbagliato nel metodo
Perché vorrebbe organizzare un diritto sindacale che è giusto Allo stesso modo nella grandissima impresa nell'impresa di due persone
Perché il referendum è introduce un elemento di automaticità è sbagliato perché divide tra lavoro autonomo e lavoro dipendente che invece possono essere uniti e noi dobbiamo unire di più proprio attorno a quelle impostazioni che nella convenzione
Forte sulla difesa di quell'articolo diciotto su questo referendum che estende vorrebbe estendere meccanicamente
L'articolo diciotto al di sotto del sedici dipendenti allora io penso che abbiamo fatto bene
Primo a lavorare per una soluzione legislativa lo so che la legge non si farà ma è bene che si sappia che i DS che l'Ulivo hanno una proposta legislativa non è che non sanno cosa vogliono
è una soluzione che affidata una proposta di legge
E poi bisogna secondo me prendere atto per uno strumento sbagliato che divide e che produce esiti non giusti in ogni caso uno strumento sbagliato resta sbagliato anche se c'è è sbagliato e non può essere su questo testi stabilisce né l'identikit di un riformismo tocca né un identikit di una sinistra alternativa
Ultima considerazione schematica L'Ulivo
Io voglio solo dire una cosa
Noi siamo stati e siamo impegnati affondo per un suo rilancio perché l'Ulivo si costruisca IVA come alleanza politica
No a un Ulivo residuale dei partiti e poi un ulivo
Spiegherà anche le associazioni e movimenti partiti e associazioni non contrapporre lì sarebbe la fine e nell'ultimo incontro siamo riusciti a tenere insieme partiti movimenti
Una parte di partiti per dire la verità movimenti associazioni per cercare e portare avanti il rilancio dell'Ulivo resta per me è la strada giusta
Non non vogliamo un cartello elettorale
Guardate che questo può essere l'esito di una stasi o di un'inerzia ma l'alleanza elettorale produrrebbe una perdita del valore aggiunto che l'Ulivo rappresenta per milioni di cittadini e senza questo valore la destra non andrebbe a casa
E in prospettiva più o meno vicina l'Ulivo come cartello elettorale produrrebbe un cambiamento della stessa legge elettorale
E un tornare a camminare divisi di quelli che in questi anni hanno già cominciato a camminare insieme quindi quello che c'ha richiesto un salto in avanti un salto di qualità l'impegno forte che noi dobbiamo portare avanti perché l'Ulivo sia un'alleanza politica di partiti associazioni di cittadini e perché
Vinca vinca le prossime elezioni amministrative del venticinque di maggio gli altre scadenze perché la destra quelle lezioni sia di cacciata all'opposizione
Sì
Antonio Bassolino
Anche noi abbiamo
Il mondo sta conoscendo
Congresso l'acqua
Eppure dodici anni dopo questa guerra si presenta con caratteristiche assolutamente di
Non solo per la sua natura di guerra preventiva
Ma anche per il clima generale
La situazione del mondo
Entro la quale esso si iscrive
Questa guerra nella guerra del mondo del dopo undici settembre un mondo accompagnato da paura da angosce da mutamenti radicali delle abitudini e del modo di vivere
Questa guerra interviene in un mondo che conosce una fase di crisi economica molto profonda
Una crisi
Che si sta manifestando anche negli aspetti più
Più evidentemente legati alla qualità della vita delle persone
E che potrà nel corso delle prossime settimane
Produrre effetti di non poco momento
Questa guerra si inserisce in un mondo attraversato da integralismi da fondamentalismi
Dal fatto che per ragioni etniche o religiose si fanno guerre si vive o si muore
Questo guerra si inserisce in un mondo separato in due lo ha detto stamattina molto bene il presidente dei giovani industriali a dottoressa Artoni
Un mondo separato in due tra Chia e chi non infine questa guerra si inserisce in un mondo occidentale in un tempo in cui il mondo occidentale sembra essere particolarmente affaticato stanco privo dissenso privo di obiettivi di mete da conquistare di frontiere da poter raggiungere viviamo cioè in un tempo che ha dominato più dalle paura che dalle speranze
E io credo che questo abbia per tutti noi che sulle speranze sulle speranze di cambiamento alimentiamo il senso le ragioni della nostra scelta abbia non poche influenza si potrebbe parlare non credo si sbaglierebbe di un'autentica crisi di civiltà d'altra parte il Papa qualche settimana fa ha usato un'espressione di valore assolutamente rilevante dal punto di vista non solo teologico ma anche storico per valore che hanno le affermazioni che vengono da quell'autorità ha detto io non si mostra perché non gli piace la società che gli uomini hanno costruito
Si tratta di un'affermazione che evidentemente perché crede ma anche per chi non crede
E carica di significati e di conseguenza una crisi di civiltà dentro la quale questa guerra è Effetto dei moltiplicatori
Ed è anche una grande sfida dell'Occidente
Guardate l'Occidente gioca qui una partita decisiva
Della sua percezione tra percezione della sua identità nel mondo
Sarà l'Occidente in grado di affermare
La sua il suo valore di fondo cioè l'essere stata la dimensione storica e politica entro la quale si è individuate costruita la forma migliore di governo degli uomini che sia stata fin qui realizzate cioè la democrazia la partecipazione e la libertà sarà in grado di affermarlo attraverso quella egemonia ideale
Quella capacità di diffondere un messaggio per contagio ha detto ieri Massimo nel suo intervento o sarà invece costretta ad affermarlo attraverso gli strumenti dalla guerra in una guerra che rischia davvero di non finire mai
Perché c'è sempre un Paese nel quale si può sentire che questo messaggio deve essere affermato pratica era l'arto Howard o il soft power scelta che caratterizzerà caratterizzato in qualche modo le due diverse amministrazioni
Vedete noi stiamo vivendo in questa guerra nel paradosso clamoroso
Nella conferma clamorosa un paradosso
Un paradosso che però è carico di interrogativi
E di conseguenza il paradosso è quello per il quale siamo in un mondo globalizzato nell'economia nella comunicazione nelle relazioni tra le persone
Eppure conosciamo la crisi di tutti gli organismi internazionali il contrario di quell'auspicio al Governo mondiale che alla globalizzazione si accompagnava
E siamo a riaffiorare di tutti gli elementi identitari etnici religiosi regionale
Questa divisione
Questa difficoltà di ricondurre a sintesi a sintesi culturale politica la complessità di un mondo immerso in una crisi di civiltà diciamoci la verità ci riguarda tutti io al Parlamento europeo assistito come Francesco come altri ho assistito al voto di un Parlamento europeo che non è stata in grado di prendere una posizione di tutta la guerra in Iraq perché ciascuna delle famiglie politiche europee si è divisa nel voto così è stato per i popolari per i liberali per il gruppo socialista
Ecco perché c'è bisogno di una alta capacità di sintesi
C'è bisogno di un pensiero politico forte forse oggi più che mai di fronte alla complessità di questa crisi
Però vedete anche noi dobbiamo stare attenti ad un nostro paradosso
Noi abbiamo conosciuto per questo io lo dico sinceramente non condivido l'affermazione di Michele Salvati del quale peraltro scontato come sempre cose intelligenti secondo la quale questo sarebbe il momento più cupo della sinistra
Non sono d'accordo
Nel corso degli ultimi mesi noi abbiamo assistito a tre delle più grandi manifestazioni che la sinistra o il centro sinistra abbia avuto la forza di organizzare mi riferisco alla manifestazione del sindacato e poi la manifestazione organizzata dai movimenti e poi alla gigantesca manifestazione per la pace
La domanda che noi ci dobbiamo fare questa semmai come mai nel momento in cui avvertiamo questa sì in questo senso affermazioni chiare può essere riassunto una difficoltà ma non solo in Italia diciamoci la verità non è che in Francia o altrove dopo le sconfitte
Successive alla vittoria di Bush si ragioni in altri termini come mai nel momento in cui la sinistra politica organizzata additive obiettivamente in tutte le parti del mondo
Sicuramente il mondo occidentale una sua difficoltà cresce invece nella società
In forme mai viste prima perché non abbiamo mai contato a milioni di persone i manifestanti neanche quando la nella nostra storia e siamo stati più forti e organizzati vuol dire che c'è una grande domanda e che questa domanda risponde a quell'interrogativo con la domanda di senso di motivazione perfino di identità politica e culturale
Che è data dal fatto mai visto nella vita di nessuno di noi che dalle finestre di centinaia di migliaia di case italiane sventola una bandiera che corrisponde a quel senza quella domanda di identità
Noi dobbiamo credo capire credo che dobbiamo capire anche che in questa scelta di partecipazione c'è anche la consapevolezza però che essa avviene quasi naturalmente incanti Laras
Guardate uso un esempio molto concreti
Tre milioni e mezzo tre milioni non so quante di persone hanno partecipato manifestazione per la pace
Se uno qualsiasi di quei tre milioni persone fosse stato interrogato su chi aveva organizzato quella manifestazione non avrebbe saputo rispondere
Nessuno sapeva da che eravamo stati convocati eravamo stati convocati da un tema del forse perché convocati da quel tema siamo stati tanti quanti non siamo mai stati nella storia italiana
In questo c'è una lezione per nuovi e che oggi noi come posso dire figli anche di discussioni travagliate gli abbiamo fatto possiamo accogliere con un approccio più moderno e meno ideologico del passato
E sapere che forse questo è il tempo nel quale si può ritrovare una funzione una collocazione per tutti
Per i movimenti che certo sono qualcosa di diverso dai movimenti sociali identificati una categoria che abbiamo conosciuto nel passato
E per una politica che essa sia oggi è chiamata come mai prima nella storia recente a esercitare questa sintesi politica e culturale alta a esercitare la capacità di un discorso che nel nostro caso è un discorso per l'Europa
E per l'Italia
Ecco perché io credo ancora
Io non ho mai smesso di credere alla forza e al valore del progetto dell'Ulivo
Perché credo che in fondo
Noi siamo ancora di fronte alla necessità di integrare fino in fondo quella ispirazione della costruzione di un soggetto
Che proprio perché non è un partito può essere la Camera dentro la quale si risolve questa doppia opportunità con la quale noi siamo chiamati a fare i conti e cioè essere un luogo nel quale trovano cittadinanza e interlocuzione responsabilizzazione movimenti associazioni di cittadini organizzazioni forme le più diffuse anche di individuale volontà di partecipazione alla politica
E partiti politici chiamati a esercitare la loro funzione storica
Il loro compito è loro dovere che è quello di sintesi di sintesi elevata di sintesi capace di armonizzare così
Cicloni e spinte dalla società in un programma in un disegno di governo del proprio Paese o nel nostro caso anche di dimensione europea io devo dire sento con una certa inquietudine anche nella discussione di questi giorni dire un po'sorridendo va be
Dopo il voto diviso che c'è stato alla alla Camera su quale condivido il giudizio che ha dato Francesco Rutelli l'Ulivo è finito come in di quei personaggi dei cartoni animati che dopo aver segato essi stessi l'albero su quale non seduto mentre l'albero cade sorridono Beha non c'è nulla di cui essere allegri non c'è nulla di cui essere allegri se l'Ulivo in difficoltà
E io riprendo qui il senso delle cose che ha detto Sergio Cofferati noi abbiamo bisogno di costruire oggi compiute determinazione di prima con ancora maggiore forza di prima
Quest'alleanza del centrosinistra vedete io questa condizione lo dico molto semplicemente e molto meditata mente
Oggi
Chiamati
Da una posizione politica da una piattaforma programmatica
Io penso che se noi avessimo la forza di fare l'uno all'altro noi potremmo semplicemente constatare che le idee le ragioni del centrosinistra oggi sono maggioritarie nel nostro Paese
Credo che noi dobbiamo far leva su questa consapevolezza sulla convinzione di questa opportunità per ricostruire
è stato detto la massima ed altri in questi giorni in queste settimane lo spirito del novantasei cioè che cosa quella volontà di stare insieme
Perché guardate
Lo vediamo ogni volta che si avvicina un'elezione che abbia una forma qualsiasi meccanismo proporzionale al suo interno scatta immediatamente l'agonismo la visibilità perché quel meccanismo ti porta a cercare i voti di chi è più vicino non andate a prendere a chi è più lontana
E noi invece proprio con lo spirito del novantasei che poi è proseguito per anni ci ha consentito di avere grandi vittorie grandi successi noi abbiamo realizzato esattamente il mutamento di questa cultura politica
E ancora
Io penso che noi dobbiamo guardando il Paese guardando l'Italia di oggi guardando la crisi nella quale il governo Berlusconi dopo meno di due anni ha precipitato il nostro Paese nell'insicurezza nell'incertezza della perdita di coesione di speranza
Noi dobbiamo avere un po'più orgoglio
Un po'più orgoglio di quello che abbiamo fatto per questo Paese lo abbiamo fatto quando eravamo al governo
Raggiungendo l'obiettivo senza il quale oggi l'Italia sarebbe un mucchietto di polvere e cioè l'entrata nell'euro lo abbiamo fatto nella politica internazionale quando ci siamo assunti a badate è una è un errore storico mettere sullo stesso piano la guerra preventiva e l'intervento fatto in Kosovo per far finire è una guerra aveva provocato quattrocento mila sfollati due mila morti duecentocinquanta villaggi nessuno
Noi abbiamo tenuto alto il nome dell'Italia
Nella costruzione di una prospettiva quella europea
E nell'affermazione di un ruolo internazionale voi e lo possiamo dire con tanta più forza ora che abbiamo sperimentato due anni di governo di centrosinistra noi siamo stati una delle pagine più belle della storia politica e di governo di questo Paese
Sono stati sono state le nostre divisioni
Sono state le nostre divisioni la difficoltà e talvolta l'incapacità di capire che la sfida era esattamente quella alla quale abbiamo fatto riferimento
Che hanno provocato le nostre difficoltà e hanno aperto la strada alla possibilità per la destra di governare
Ma allora è questa l'ultima considerazione che voglio fare
Io lo dico sinceramente e lo dico sulla base della condivisione della relazione di Piero da parte politica la relazione di Piero che ho trovato ispirata come sempre al tentativo che conosco di cercare di tenere unito su una piattaforma che sia una piattaforma forte io penso che noi in fondo siamo ancora lì
E lo dico
Vorrei dire avendo da questo la conferma della giustezza di un lavoro che non è un lavoro non si scrive sull'acqua quando sei in una cultura politica come la nostra noi siamo di nuovo lì alla sfida della costruzione di una grande sinistra in un grande Ulivo
Oggi se i partiti devono avere qualcosa
Culture forti e strutturate
Ma è il contrario culture deboli e strutture chiuse
Noi dobbiamo avere pensieri grandi
Lo dobbiamo avere pensieri grandi e pensieri lunghi perché essi sono quelli che sono in grado di determinare la sintesi
La sintesi necessaria
Delle nostre due anime che non sono fratelli separati
Riformismo e radicalità non sono due fratelli separati
Vorrei persino dire
Che la radicalità sganciata da realismo delle soluzioni e utopia e talvolta persino indiani
Ma che anche il riformismo sganciato da un'ambizione di cambiamento radicale delle cose rischia di essere qualcosa di non sufficientemente appassionante per milioni di uomini
Guardate talvolta questa due grandi parole
Vengono scambiate per qualcosa di diverso e riformismo viene letto come moderatismo e la radicalità come estremismo
I riformisti Sempre radicale in questi giorni ricorre l'anniversario dell'uccisione di Martin Luther King
Nel mille novecentosessantatré alla marcia su Washington Luther King fece un discorso che sembra un discorso visionari immaginava che un ragazzo nero è un ragazzo bianco nel Mississippi potessero andare sullo stesso pullman
Un anno dopo
Quella visione diventava una legge per la quale un ragazzo nero un ragazzo bianco potevano andare sullo stesso
L'ambizione e anche la capacità di evocare valori
In un programma realistico perché ciò che non si può fare solo concessioni estremistiche che scaldano gli animi dal punto di vista programmatico ma che rendono opaca la credibilità e la capacità di nuovo e di governo di uno schieramento
Riformismo e radicalità se non vengono a loro volta estremizzato sono una coppia che solo noi
E quando di colori di concerto noi DS ma certo anche voi Ulivo possiamo far convivere insieme e per questo io vorrei dire proprio finendo questo noi non dobbiamo tornare all'alternativa nella quale ci siamo trovati esattamente quando il PDS
Guardate quando il PDS nacque si stava consumando l'ultimo tempo della stagione
Della crisi del nostro partito del partito al quale molti nuovi provengono cioè del partito comunista
Allora si aprì
Sostanzialmente una discussione che immaginava o la costruzione di un partito comunista del tipo di quello francese
Oppure la dissoluzione di tutto quello per la costruzione di un soggetto che fosse sostanzialmente ancillare all'egemonia di altri
Noi abbiamo scelto un'altra via
La scegliemmo allora e la dobbiamo confermare oggi tanto più nella prospettiva dell'Ulivo abbiamo la società ha scelto la via di costruire un grande partito capace di esprimere di interpretare
In una visione nazionale maggioritaria un'ambizione di governo
Della società italiana
E siamo riusciti per questa diga ottenere grandi successi oggi lo devo dire sinceramente guardando il grande lavoro che si è fatto che consente oggi col documento presentato da Bruno Trentin di dare una traccia programmatica
Comune unitaria avendo ascoltato gli interventi che si sono succeduti alla relazione di Piero Fassino gli interventi di Massimo di Sergio Cofferati
Di Giovanni Berlinguer
Le posizioni che sono state espresse da Enrico Morando ed altro lo dico
Se volete con un po'di passione e anche con un auspicio
Si può vivere in molti modi in un partito
Di un partito si può pensare di invocare l'unità sulla base della disciplina si può pensare anche che l'Unità qualcosa nella quale ognuno fa come gli pare
Io penso che noi se guardiamo la situazione del Paese
Se guardiamo a questo scenario internazionale ma anche se guardiamo noi stessi e se mettiamo alle nostre spalle i personalismi e divisioni che ci hanno fatto male nel corso di questi anni abbiamo tutte le possibilità
Per crescere insieme vorrei dire perché tutte queste componenti guidino insieme il futuro di questo nostro grande partito che deve crescere così come deve crescere la prospettiva politica
Alla quale il nostro partito guarda qui a Milano nel novantasei con la convenzione partirà sfida al centrodestra allori molti pensavano che avremmo perduto vorrei che da qui a Milano
Qualche anno dopo partisse di nuovo questa grande sfida fare una grande sinistra in un grande Ulivo che vinca le prossime elezioni
Diamo ora la parola
Diamo ora la farà la Dancalia Bassolino Semerari l'intervento del presidente dell'Internazionale socialista Antonio Guterres
Su questa nostra conferenza compagna e compagni
Si sta svolgendo in un momento davvero importante
Mentre premono appuntamenti di grande rilievo
Ed è per questo che si tratta di vedere capire bene
Da dove veniamo e dove vogliamo andare in quest'ultimo anno tante cose sono già cambiate
All'indomani delle elezioni del tredici maggio del due mila e uno
La sinistra il centro sinistra erano come tramortiti
Una pesante sconfitta
Più di cento deputati in più al centrodestra alla camorra dei deputati
Tanto che allora si sviluppò anche un'assurda discussione sulla quantità dei decenni di un governo di centrodestra
E si discusse sul lungo ciclo delle destre e su un blocco sociale solido così non era tanto grave era la nostra sconfitta e tanto disposto era il successo del centrodestra
Esposto alla prova del governo alla differenza tra la propaganda e la grandezza mediatica da una parte e la concreta capacità di governo Esposti Berlusconi ed altri alla enorme differenza tra governare un'azienda e governare un paese una grande nazione che innanzitutto e soprattutto una comunità di donne e di uomini
E via via a passo dopo passo infatti hanno cominciato a scavare
I girotondi espressione di ceti medi riflessivi di forze connettivo ed il tessuto sociale intermedio delle nostre città
La battaglia per i diritti sindacali
Che non non solo un residuo di arretratezza da superare ma diritti che sono sostanza di una vera modernità il movimento no-global con tutto un cambino fino a Fidenza movimento sempre più new global
Giovani che come sempre sentono prima i più di altre generazioni i punti di rottura e l'urgenza di un cambiamento
La fine del pensiero unico
Il corto circuito tra Occidente e mondo ricchezza e povertà
Il dominio di pochi senza controlli democratici e la crisi dei grandi beni pubblici le acque le foreste la natura l'ambiente
E assieme l'opposizione più politica che si riprende
Ed io penso che di questo bisogna dare onestamente atto al contributo serio che Piero Fassino ha dato in questa iniziativa e in questa battaglia
Ed è un elemento i movimenti incide sull'altro l'opposizione più politica e in Parlamento è così
E anche grazie a tutto questo e grazie alla realtà e all'azione delle donne e degli uomini
Azione che è sempre più forte di ogni ideologia a tavolino che emergono le difficoltà del centrodestra
Difficoltà interne alla coalizione ma soprattutto esterne di rapporto con la società difficoltà nel governare
E più cresceva la difficoltà più si cercava di dividere
Di
Radicalizzare il confronto e prendeva corpo da parte di Rocco il governo dei moderati una linea estremista e così sul terreno economico e sociale ed è così su quello altrettanto delicato dello stato e delle istituzioni
Basti pensare al Progetto di devolution
Grazie non perché possa portare a impossibili spaccature del Paese ma grave perché porta con sé il rischio serio della confusione e perfino del caos istituzionale e questa difficoltà del centrodestra sì e poi acuita perché si è incrociata con la guerra
Con l'evento il più drammatico di tutti reso più tragico da carattere preventivo e dal rischio di essere una guerra infinita
E il governo si è mostrato incapace sia di tener conto dei sentimenti della maggioranza degli italiani
Sia di esprimere una linea di respiro europeista di difesa e di rilancio dell'ONU di dialogo con il mondo islamico eppure proprio l'Italia assieme ad altre nazioni europea può avere inizierà capacità politica e culturale per fare vivere un confronto positivo ed un dialogo per fare capire
Che noi europei ed Occidente
Non rappresentiamo la storia dell'intero mondo ma una storia assieme ad altre storie
Che noi non rappresentiamo la cultura di tutto il mondo ma una cultura assieme ad altre così come la religione dell'Europa e dell'Occidente è una grande religione ma una religione assieme ad altre e c'è a mio avviso davvero da essere grati alla papaya al movimento per la pace se finora si è riusciti ad evitare un conflitto anche religioso
Siamo ora a mio avviso in una fase del tutto nuova
In una fase io penso che lascerà segni sul piano internazionale chi e come governerà il mondo e sul piano interno perché è in gioco il ruolo il profilo e futuro dell'Italia
E noi dobbiamo dunque noi DS Sinistra nuova coalizione
Saperci porre come forza alternativa al centrodestra come forza di governo seria affidabile e nutrita di valori e di ideali
E io penso che in questo senso la relazione di Trentin e il Manifesto diano a tutti quanti noi una solida base programmatica e di contenuti
E proprio per poter essere tali alternativa di governo
Decisivo saper interpretare il diverso rapporto che oggi in corso tra politica e società
Per molti anni abbiamo alla Sea assistito all'affermazione di valori legati all'individuo e all'interessato nello Stato
Più privato meno la politica più mercato meno partecipazione più comunicazione e più televisione
Oggi tornano in campo valori l'identità le libertà e il bisogno in Italia e nel mondo da cui sembrava che ci fossimo liberati nei decenni scorsi
Ed inoltre di riaffiorano e in modo giustamente moderni e nuovi concerti perfino innominabili lo Stato il pubblico la solidarietà
Cioè in qualche modo io penso un cambio d'epoca
Questo cambio d'epoca riflette le trasformazioni globali prima ancora di quelle nazionali e locali la globalizzazione economica alimenta incertezze e diseguaglianze e la globalizzazione della comunicazione ci rende più inquieti e minacciati a casa nostra più esposte
Quello che avviene tra i giovani tra i ragazzi e i ragazzini che sono all'anima del movimento per la pace la risposta a tutto questo e alla crisi della politica nel tempo della globalizzazione
Perciò esce un'opinione pubblica democratica e cresce un movimento che è qualcosa di diverso dalla opinione pubblica petti in meno per quantità ma è anche di più per qualità
Cresce la voglia di esserci di farsi sentire di esporre bandiere di essere un movimento reale in questo senso io penso che una fase davvero e finita
E in un solo anno c'è stata più mobilitazione civile dell'intero decennio degli anni novanta
E il centrodestra questa mi è sempre il punto più politico e ancora dentro la vecchia passa figlio prigioniero di unità di un passato che sta passando
Ma anche per noi c'è un problema c'è il problema di sapere stare dentro questa fase nuova di rappresentarla e dare ad essa uno sbocco
Altrimenti alla crisi del centrodestra rischia di non accompagnarsi un'alternativa di governo del centro sinistra D'Alema ha detto ieri sera
Noi siamo anche loro è giusto è così
Ma allora siamo anche noi
Devono essere anche errori è questa la sfida da fare assieme
Se in Bolivia con un nuovo Ulivo ha fatto da partiti legati alla società e da forze vitali che partito non sono e non vogliono diventare e questa la sfida se vogliamo dare linfa ad una coalizione
Capace di vincere perché più larga più fresca e più unita perché sa guardare al futuro e non continuo alla celarsi sul passato e sulle responsabilità un nuovo Ulivo e Di Pietro e Rifondazione e sforzo di andare oltre un semplice e fragile accordo elettorale
Possono aiutarci io credo assieme ai movimenti le nostre esperienze di territorio le nostre esperienza di governo poi l'apparizione è grande ed unità dall'Udeur fino a Rifondazione e a questa maggiore unità della coalizione e concludo
Si legga
Un problema che tocca anche a voi il per il partito il tema il problema
Di cercare di essere più uniti per quanto è possibile ma più uniti e io questo lo considero essenziale
Non soltanto per noi ma anche e soprattutto per il Paese
Si sono riaperti spazi e possibilità
Ma se i DS la sinistra L'Ulivo fossero divisi nessuno si illuda
Anche con la crisi del centrodestra noi non ce la faremmo a costruire un'alternativa di governo e avvince
E che lo sappiano uno di loro lo dico con affetto anche al nemico Michele salvati e tutte le persone più responsabili abbiamo il dovere di impegnarci di fare di più perché se sapremo essere più uniti
E qui conta il contributo di ognuno Dinoi e conta ne sono convinto
L'iniziativa che il segretario del partito a mio avviso è giusto che assuma anche dopo questa conferenza se saremo più uniti possiamo dimostrare che un'alternativa è possibile e che possiamo dare all'Italia un governo luogo e un futuro di giustizia e di libertà
Lasciamo ora ma la parte finale dei nostri lavori
La parola al presidente dell'Internazionale socialista Antonio Guterres
Che salutiamo e ringraziamo calorosamente Calessi creo oggetti con a Mila no
Grazie
Gerusalemme riesce a Cammarata c'è sì sì sì avvolto un
Www emersi uno avversi a Piero Fassino io devo Club corso
Foto ponga Hashimoto enter nazionaliste e solide
Dos mo'Bond Chris e internazionale
Sette gas al porto d'armi
E a poco entusiasmo
Corale il CDA graduale a Feat con sé Aaron indotto unendo il solito delle al piano nazionale Socialist signora Kerr e sia la crisi gliela chiedo
Ventotto Da Rin il nucleare datato rubli imposizione prudente quanto vale anche sarà s'essa Songhua as solo flop Guasco in USA e con sé parlando era su Fox definitivi sì lo so
L'imposizione pure
Chi ruppe a me è dialogando San problema avec l'opinione pubblica e abbia glamour smosso SIU chi Exister spontaneismo ebbe partum come Monza
Siamo amici Sciacca Maradona Jaddouh accusa a cui che poi dolente Amir nuova gettoni al Papa tu
Bergamaschi esprimersi attende salvò
Addio Savonarola Gargoyle in amministrazioni pubbliche Rosita asini gliela Pisanu lazzo idea mia abissini
Tesauro Avantgarde o in maggiori tende ovvero nel mondo Durazzo padano i compiti o Rita Lee io quotidiano
Addio Sawa tesa Vaffa sta schietta apparati mondo Trio
Grillini la dialisi non contro la over nos passa in situazioni un avvocato no sai impatti dalla logica dalla Fox milite
De Biase ad accudirlo Pontus Signoretti
Il via Oppido verso posto d'esame qua e se sui bisonti miste e pulite termine per fame
Abbonati
In via Scholes o solo titolo al mondo irruppe ammette dove Garavello Figino qua in Vietnam opposti uniti o la corsa il sociologo
La deferenza
Che mi dell'affranti insidiosi
E la deferenza del dell'ortodossi neo liberale della Hosseini d'effetto tante letture pulp papà tu dall'amore
La mia arma o l'ad effetti mezzi della fine di esilio Losi
Combinando quale usavo sottogeneri Borghesan realisti riserbo la corte dato quattro se la nel suo uso governando Go sua Hangover mondo tua gli appalti fiacco
La Garde l'Italia
Comprando nominiamo esponenti vuole nuove avremmo Amato D'Alema e può info odierno Agazzi atti in via indicano separa Labem Scholes e non so plus lei Socialist fatto Porta a Porta spiega sempiterno
L'M Signori guard od Odenato famiglie
Amministrazione Clinton amministrarsi Hombu spose tra simili se parla nel suo Ilia indizio rossa Tele Monte posso with Tzipi le cose costruite Gatti se di piano
Deserto che mette della fra avvisi di orologi
Adesso si deve fare enti eletti un bel del lato ad hoc si neo liberale della Bossi-Fini
Pasti fobia le fu di fobia alla cornetta
Pound ossia Ostunese Erekat nasali commossi molisani Carlo Bendis
La gauche ai dibattito tanti eletti del Moro dove Monti
Schiette grava strette valli fede governo Thatcher i regali
Schietti e pulitura sette laddove Minasso ideologiche tante leggi vergine o liberalismo un'ipotesi negli affitti
Con i fondi e l'idea d'opinione torna Crespo Semeraro
Uniforme de Fondazione decadono disorganizzazione anziano Nacional uniforme verde noiosa amministrazione
Sull'appello autoctoni ministro a dare il via cosa europea delirio lei papier chi ma avete i tifoni Pavona Mistral si vede Dio messi Texas mo'Loconte perde sempre sul Po
E viene semmai
Lo sa così in maggio legge del Governo modo Goss Bonomo Lusetti oso curve avremmo
Menu Lafont vasi sì faremmo upupa il fuoco nell'agone lo so completa
Pass che lei era Things ne debba Bellotto
In USA fonti col colletto le regole più Chieti Chiocchetti posi Paroli sotto i governi Daccò a Dexia d'uso
Si occupa Serse avallò occlusa pompiere governi sul quattro uno piovosa étoile Fierro esclusa a volte ossobuco
Lo usavo fondenti la dimostri osso sia dello secolare pollo e passerà sotto il naso vite del Governo Monti agosto o le miope
Non prova e te che il Kosovo Ski dopo la dismissione Tembien papera viso con sé isoprene così come osservò Trapani dopo anni ministro ma scomposta ecco le non più a e Techint dimostrò stretto in mano nazionali
Lo so fa un Millan prua oltreché da Amsterdam usava opposto nel loro provano oggetti Foligno e cessioni Fierro che la strategia dell'Isfol corretto uso di Oxford applichi dove io vorrei
E la marca della Sossi al Democracy
E epiteto Kostunica Ade che ha inviato perse il posto ad eclisse antica compaia a volare con dove saremmo
L'ex critico la confederazione europea indossa dica Redini Hate
Emergono al mondo con affettuosa SI
Walter chiedevo che le Balco ora se può potessi la Democracy dove Monti vedova dallo dolo a monte vuol bottiglie
Contro il guard se che la co-pilota internazionale avessi ottimo gli Ontani
Ecco se Boskov suo plissé stretta storico impossibile quello dei Pitti progetti non sa cosa fare
La diffida cose occupiamo nel Malte direi dei suoi occhi di pipa le loro
Sì c'è la firma
Se provo di o solo thriller Chausson coltivando sorsi
Le quote di di ulteriori penalistico portò Docs e Tom Cruise ilarità la manifestazione prese al porto
Le Galatea il laterale di patti stabiliti vanno
Il Kosovo si Stuart intorno dono la politica di esausti secondo Bretton Woods disabile secolo Emily BTP di Monti
E vi è un sottili seccati appilati Araldi PAC prestabiliti e con crisi le Consolo si situa finto alle critiche pattuglione i compiti l'avviso funzionerà i Fomori pian piano nazionale
Uso di occorre dell'auto dorsi neo liberale che l'acqua Rossettini le donne vasino depose efficace o problema dell'otto otto Essa Lucca e nel no a me opposti che resosi & la sua i fondi
Lo sa volevo a Rocco e pare pare il lupo tu
Ha detto il maggiore intende V. Verona modo agostano
A ricche fonti nel ma in amministrazione democratica del nuovo pause tra simili aveva do atto Sabino e Camarda battuto al mondo lusso come al lupo tu
Passa all'uopo via realmente Avec le reti Yusaki esistono sobri né alcun sorgente le riso
E solo se l'erede del più
Se lo ripete
E se ritiene V eterne io all'UFO sistemi di governo Los mondiale o no dell'arte base solo tu la singoli visione multilaterale inizio collettivo Ulivo mondiale
Siamo sani sia Cavara ad permettevo anti armi V si unirà
L'opposizione ecco le l'uso controlla che mesi in fu molte troppe Parade Chiesa pulito debba i puledri
Ludovico House affronti tre osservo
I media nuovo edifici e le condizioni può e non è poco significato I Never rosso in maniche chi si sa Birsa
Così è morto purganti
Che lì si era chi è sonetto Solti effettuata
Ed essi Ossus e può garantirgli alla costruzione quality dell'Iraq
Si dovrà Envie parola quei minuti è internazionale
Base è non singolare Citic la legittimità della fossilizzarmi messi o la Lisicki miti il sessi fissione miti laterale del Governo s'chi si sa uso
Il fuoco non so pare
Volete Puck sul o ma
Chi fa è troppi prelievo
Ne detiene impattare in agli Oxfam come sia Sharon emersi Bush hanno blocca
Info ad plus coupon pesci è netta Palestini Ya le sue forme Daccò ad ex pietoso lì letizia in anime della Comit noti è internazionale
E sì o tu
Però un tono toni usati asse Phoenix il forfait acqua Missaglia Pasqui la Cossa Easy Cure richiederà astiosi minimi e quindi risultati basculante al Nacional Repubbliche pubblici di mondo i fondi io con tutti latti
Lo tra poco della Elton di system viene ansiosi ha chiuso in rete le notti
Ma nel
Le trappole Lafontaine cammelli ore sì e salmone durante la Nationale i comuni dove dorme dal signor Rossi manichea Haiti turno una nota
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Non furono formelle si stenderà Susini
Nuvolosità complesse ed attuate al Nacional sette nulla sette compagna se la Pompei detto Wirral
è un sistema debug nos multilaterale sette illuminata a Tomba secche dall'uomo anche al Nacional sua stretta e Chieti Alhassan sul espresso dalla Fox e di puntuale Miazzi
Grazie ad Antonio Guterres
Passiamo ora alle conclusioni dei nostri lavori di queste tre giornate
Di intenso lavoro di intensa discussione la parola a Piero Fassino
Care
Cari amici cari ospiti cadere compagnie cari compagni
Io desidero prima di tutto esprimere ringraziamenti
Al termine di questi tre giorni così intensi di discussione
Di passione civile di dibattito tra di noi
Le diedero prima di tutto ringraziare a nome vostro il presidente dell'Internazionale socialista Antonio Guterres e qui con noi
E che ci ha fatto l'onore di essere presente ai nostri lavori
E desidero prima di ogni altro
Prima di ogni altri se mi permettete
Riconoscendo come nella nostra etica
E nel nostro costume il lavoro oscuro che spesso non si vede ma che è prezioso
Ringraziare il compagno Migliavacca e tutti i compagni colui hanno organizzato questa nostra conferendo
E naturalmente a ringraziare i compagni di Milano che si sono sobbarcati l'onere faticoso dell'organizzazione della
Infine ringraziare il compagno trentenne ai compagni della Commissione nazionale per il progetto
Grazie al cui l'Olona abbiamo potuto temere questa nostra
Convenzione programma
Io ringrazio naturalmente tutti coloro che hanno avuto la pazienza di di seguire i nostri lavori in primo luogo i giornalisti rappresentanti dalla stampa che hanno dato conto appunto del nostro dibattito e della nostra discussione
E ovviamente ringraziamento davvero
Più grato ai tanti gli ospiti che hanno accolto il nostro invito e che con la loro presenza qui hanno arricchito il nostro dibattito e ci hanno onorato della loro attenzione e dalla loro parte
Credo che abbiamo fatto bene a fare questa convenzione
Che come sappiamo e come tutti sapete
Per alcuni giorni era
Stata indubbio perché ci eravamo chiesti se
Il precipitare della guerra nel lontano Oriente
Non determina S uno scenario un contesto nel quale sarebbe stato difficile
Discutere persino poteva sembrare
Manifestazione di insensibilità nel momento in cui l'umanità consumata la tragedia più grande qual è una guerra
E discutere ditemi che rispetto alle sofferenza di una guerra sono sicuramente
Di minore del momento
E poi abbiamo deciso come io ho ricordato all'inizio di questi nostri lavori
Citando una bella frase di elevare Israel
Di non rassegnarsi
Di non lasciarci coprire come in una notte buia da una guerra che tutto copre
E detrarre invece anche da quella tragedia stimoli sollecitazione a guardare ai problemi del mondo ai problemi dal nostro Paese a discuterne
Per trarre anche da quella tragedia
Indicazioni segnali insegnamenti che ci consentano
Di agire le di agire per il meglio
E mi pare che questa tre giorni
Si è caratterizzata per una passione civile per un impegno politico di cui lo ringrazio prima di tutto tutti voi e tutti coloro che sono stati partecipi di questa nostra discussione
Dove lo dico
E ancora ringraziando richiedo
Rappresentanti della stampa di registrarlo dove non ci sono stati né dei litigi né delle rese dei conti ma una discussione vera
Paura gonnelline
Come questo nostro parti
Il torneo uomini che sono in questo partito perché credono nelle cose
Per cui si battono
E che sono mossi soltanto dalla passione
Per il proprio partito per il proprio movimento per il proprio Paese
E sono qui per discutere e ragionare
Su come concorrere
Alle migliori sorti dell'Italia di questo Paese che noi amiamo e per il quale ci battiamo per questo la discussione è stata vera sincera come sempre la discussione tra di noi io credo che usciamo da questa discussione
Anche per questo più forti anche per questo più uniti
Una discussione
Che è stata tanto più ricca perché non è stata una discussione autoreferenziale tra noi
Abbiamo invitato rappresentante della Società italiana dei diversi campi e mondi di questo grande nostro paese io ringrazio naturalmente tutti coloro che hanno accolto il nostro invito e hanno potuto
Così contribuire ad arricchire il nostro dibattito
Abbiamo avuto un dibattito intenso sessanta interventi in tre giorni la metà dei quali
Gli esponenti rappresentanti della società italiana
E io credo che usciamo di qui
Con un grado di maggiore consapevolezza è un grado di maggiore unità
E maggiore unità perché
Il manifesto che ha presentato Bruno Trentin la relazione che io ho presentato all'inizio di questi nostri lavori
è stato il terreno di una larga condivisione di una condivisione che senza falsi unanimismo è andata e va a al di là di quelle che sono state le articolazioni congressuali di diciotto mesi fa e abbiamo quindi
Cercato tutti insieme io credo lo abbiamo fatto con grande determinazione
Di non essere prigionieri del passato
Ma di misurarsi con i problemi che stanno di fronte a nuovi problemi che si pone il mondo che ci pone all'Europa che ci pone all'Italia
E di fare quello che deve sempre fare una forza politica che voglia essere interprete del proprio tempo non partire da Sam a partire da quello che guardi se per capire qual è il suo ruolo e la sua funzione
Io credo che di qui noi possiamo
Uscire anche più forti perché grazie alla discussione che abbiamo avuto in questi tre giorni
Possiamo adesso far decollare nel partito e nella società italiana intorno le nostre idee le nostre proposte una discussione che saranno utili per noi dall'Ulivo per l'intera coalizione
Per il confronto che vogliamo sviluppare nel Paese intorno alle domande ai bisogni degli italiani
E non si limiteremo a discutere
Ma Paolo ma la nostra discussione quella che da qui
Prenderà ulteriormente fiato
La intreccia Remo come sempre la nostra concezione della politica
Con un'iniziativa che parli al Paese parata dei suoi problemi stia dentro la società perché in fondo questa la nostra concezione dalla politica
Di una politica che noi pensiamo sempre e comunque al servizio dei cittadini e al servizio del nostro Paese
Io non ripercorrerò naturalmente tutte le questioni
Se sono state al centro dalla nostra discussione
Anche perché ripeto la discussione per chi l'abbia seguita
Le abbia voluto vederla senza pregiudizio è una discussione che ha fatto registrare un larghissimo terreno di convergenza e di analisi e proposto al Comune
Richiamerò soltanto alcune questioni
Ovviamente Patton Tito
Di queste mie conclusioni come è stato tutto il dibattito dal grande tema della guerra e della pace
La discussione ha reso evidente ancora più chiare le ragioni del nostro no a questa guerra
Che non è
Poco giudizio antiamericano
Non è l'esclusione aprioristica dell'uso della forza che sappiamo poter essere l'estremo rimedio a cui la politica deve ricorrere quando ogni altro strumento si sia dimostrato vanno per dirimere i conflitti e le contraddizioni del mondo
Non c'è la nostra posizione
Nemmeno l'ombra di una qualche forma di compiacenza verso sa da musei che consideriamo un dittatore sanguinario e di cui auspichiamo l'allontanamento dall'Iraq il più rapidamente possibile
Non c'è
La nostra posizione alcuna sottovalutazione del terrorismo
E anzi consideriamo una grande priorità contro la quale bisogna una grande minaccia che costituisce oggi una priorità del nostro impegno politico anche perché non soltanto facciamo i conti
Con il terrorismo internazionale di oggi ma noi siamo un partito che
Quando guarda al terrorismo lo fa ripercorrendo nella propria memoria un impegno che ha profuso per difendere la democrazia l'istituzione in Italia quando il terrorismo ha colpito nel nostro Paese
Le nostre ragioni di contrarietà alla guerra sono ragioni politiche le abbiamo reso evidente
Sono le ragioni che
Contestano la dottrina unilaterale
Che è alla base di questa guerra
Sono le ragioni di chi contesta
Una guerra che ci viene presentata per dare al mondo maggiore sicurezza e che rischia di consegnarci un mondo più sicuro e più incerte
E sono ragioni che ci sollecitano ad andare oltre il no alla guerra
E io credo che la discussione qui soprattutto ieri pomeriggio nella sessione che abbiamo dedicato a questo tema ma il filo che ha percorso tutto nostro dibattito ci ha consentito davvero di uscire di qui
Avendo più strumenti e più consapevolezza di quanto il nostro impegno su questo tema non si esaurisce nel dire soltanto no alla guerra
Anche il nostro no alla guerra si salda fortemente a un impegno politico da subito
Su sul che cosa succederà dopo
Intanto perché siamo consapevoli
Che dall'avere chiaro che cosa deve succedere dopo dipende anche come si esce tanto più rapidamente da questo conflitto da questa guerra e si riducono le sofferenze inenarrabili che in questo momento
Pagano tante donne e uomini
In quel Paese
E poi perché siamo consapevoli che da come e da chi
Sarà gestita la fase della successiva questa guerra dipende il segno dei nuovi assetti internazionali
Se per durerà ancora
Quell'illusione di poter guidare il mondo secondo una strategia unilaterale che l'illusione che ha guidato l'amministrazione Bush in questa guerra
Oppure se quell'illusione per le vicende spesse di questi mesi è di queste settimane cede il passo
Alla consapevolezza che i problemi del mondo non possono che trovare soluzione attraverso
Una strategia multilaterale
E per questo non è un aspetto di dettaglio che cosa succederà nei prossimi giorni nelle prossime settimane nell'Iraq
Per questo non è un dettaglio se
Questa guerra si concluderà
Con una gestione del dopoguerra che sarà affidato a quelli che la guerra hanno condotto oppure se questa guerra cederà il passo a una gestione per la transizione democratica in Iraq che sia affidata a quell'unico soggetto internazionale che può essere riconosciuto
Come imparziale e come il soggetto di un equilibrio multilaterale di cui tutto il mondo si possa fidare che sono le Nazioni Unite
E per questo noi da qui
Credo riconfermiamo questo nostro impegno l'impegno a fare in modo non soltanto che la guerra finisca il più rapidamente possibile
Ma perché da questa guerra si esca non attraverso la strada dell'unilateralità dell'unilateralismo ma riprendendo l'unica strada che può dare al mondo un equilibrio sicura e stabile in cui ciascuno si senta tutelato a ciascuno possa riconoscersi che l'equilibrio multilaterale incardinato solo centrale delle istituzioni sovranazionali
Sono delle Nazioni Unite che siano dotate dei poteri e delle competenze dell'Autorità della forza deve essere effettivamente quel luogo di governo mondiale
Che abbiamo detto tutti qui né in questo nel corso di questo dibattito e la grande questione la questione della sovranità globale che non risolve in questi anni
è stata anche una delle ragioni della precipitazione della crisi bellica in Iraq
Ma la possibilità che si riapra questa strada
La possibilità che si riapra questa strada in gran parte affidata al ruolo dell'Europa ecco un altro tema della discussione nostra di questi giorni
Che è una discussione che ha guardato no
A come l'Europa ha gestito la sua presenza in questa crisi ma una discussione che ha guardato a quale deve essere il ruolo dell'Europa oggi nel momento in cui si va verso uno scenario nuovo in quel teatro
Abbiamo bisogno di un'Europa che effettivamente sia capace di essere un attore globale come abbiamo detto un soggetto politico che incide in modo determinante e decisivo in questa crisi irachena perché da come le ruoli Europa peserà in questa crisi dipenderà in misura rilevante coda con come da questa crisi si usciva
Un'Europa che ritrovi la sua unità
Perché se c'è un elemento che ha pesato e ha pesato in modo determinante in questa crisi
è stato che la presenza dell'Europa in questa crisi è passata più per la presenza delle singole nazioni europee che facevano valere insieme
Ho ciascuna per sé il proprio punto di vista che non la capacità dell'Unione Europea di esprimere un punto di vista comune e una soggettività politica comune
E questa contraddizione ha reso meno possibile per l'Europa incidere in quella crisi e ha reso meno possibile all'Europa battersi per una soluzione politica che evitasse una precipitazione belli
E dunque questo problema ci si riconsegna la necessità che l'Europa sia un attore anche adesso e si ritrovi quindi una condizione di univocità di intenti di unità d'azione che consenta all'Europa di essere effettivamente un attore decisivo nella fuoriuscita da questa guerra nella costruzione degli equilibri successivi a questa guerra equiparate ci sono problemi seri spessi che noi non dobbiamo illudere
Io penso che il problema di come
Si costruisce un'unità europea di cui la Gran Bretagna si senta
Parte integrante non è un aspetto marginale della prospettiva dell'Europa e della possibilità che l'Europa sia capace di incidere in questa crisi e più in generale negli scenari internazionali
E questo problema non lo risolviamo
Facendo la predica di volta in volta a Blair o a questo o a quel primo ministro inglese il problema è molto più spesso
Non si può mai dimenticare che la Gran Bretagna
Si è costruita come grande potenza mondiale e imperiale fuori dell'Europa quando tre secoli fa l'Europa continentale la cacciata dal continente
Non si può mai dimenticare che la Gran Bretagna nata cercansi
Con Cook la Tasmania
E dannata cercansi l'America per cercare uno spazio vitale che l'Europa continentale gli aveva impedito
La storia è spesso nella storia delle nazioni dei popoli e non la si avverte
E non ci sono soltanto le volontà politica che scrivano il destino dei popoli ce la loro storia ciascuno di noi ha un DNA c'è un via neanche per i popoli e per le nazioni e credo che dobbiamo essere consapevoli che la costruzione di una porta unità europea deve fare i conti con la storia di questo continente
E guardate per quanti
Per quanto possa per quanto noi possiamo di fronte a certe scelte di Toni Blair o dell'attuale dirigenza inglese
Avere dei gruppi o delle perplessità e noi abbiamo manifestato esplicitamente la non condivisione della scelta dell'attuale governo inglese di partecipare a questa guerra
Non possiamo mai dimenticarsi che l'attuale dirigenza inglese è in ogni caso la dirigenza di quel Paese che nella storia degli ultimi secoli ha guardato con maggiore attenzione all'euro
E se c'è una possibilità
Di superare appunto alle contraddizioni della storia l'allontanamento della storia stante la capacità di costruire insieme un destino comune che sempre più deve vedere questo continente unito superando le lacerazioni dalla storia
E quindi come noi siamo capaci di costruire le condizioni di una proposta e di una politica dell'Europa unita eh questione rilevante perché l'Europa possa pesare
E il fatto che in questi giorni
Tony Blair del governo inglese che pure ha partecipato insieme agli americani e la condivisa
Alla guerra in Iraq
Abbia avanzato la proposta che sia la sede multilaterale delle Nazioni Unite il quadro entro il quale deve essere gestita la fase successiva alla guerra in una posizione che è assai diversa dalla posizione che è stata fin qui assunta
Dal governo americano è un fatto politicamente rilevante significativo può essere il terreno
Per superare le divisioni e le lacerazioni che questa crisi ha fatto maturare in Europa per avere un impegno comune di tutti i paesi europei imporrà la scelta che la crisi irachena venga gestita nella fase post guerra dall'unica sede multilaterale in grado di gestirla che sono le Nazioni Unite è un punto di unità
Particolarmente importante
Così è badate
Noi dobbiamo fare i conti del fatto come il fatto che ormai non siamo un'Europa dei Quindici
Che siamo ormai un'Europa molto più grande
E siamo un'Europa
Che si è allargata
E se vogliamo costruire una posizione europea dobbiamo fare i conti con tutti gli attori di questa di questa nuova euro e ha pesato in questa crisi fatto
Che in realtà
I paesi che in questo in questi anni si sono avvicinati e via via sempre di più all'Europa e hanno intrapreso la strada della loro integrazione e stanno diventando i protagonisti insieme ai quindici della nuova Europa del domani si siano in qualche modo sentiti in questa crisi marginali e non coinvolti
E io credo che noi non risolviamo questo problema facendo delle prediche a questi Paesi
Noi dobbiamo essere maggiormente consapevoli del fatto che costruire l'unità dell'Europa è un esercizio complesso difficile
Che si può fare soltanto se si se noi diamo il via la certezza ogni paese europeo che in Europa si sta sulla base di una pari dignità e tutti hanno lo stesso peso la stessa funzione lo stesso ruolo e forse noi a quei Paesi che stanno per diventare membri dell'Unione europea in questi anni non sempre abbiamo dato questa percezione di volerle allo stesso livello con cui facciamo noi nell'Unione Europea
E questo è un altro tema se noi vogliamo che l'Europa sia capace di avere un ruolo e una funzione sia quell'attore globale che abbiamo detto
Noi abbiamo bisogno di fare in modo che ogni Paese della nuova Unione si senta partecipe
Di questa scelta e sia parte integrante appunto di una politica che fa giocare all'Europa quell'atto quel ruolo globale che noi diciamo essere essenziale perché l'Europa sia in grado di giocare un ruolo nell'equilibri internazionali
E non solo
Se vogliamo che l'Europa sia capace di giocare questo ruolo
Noi abbiamo bisogno di affrontare anche altre questioni che noi abbiamo messo qui al centro la nostra discussione ieri nel corso della sessione dedicata a questo tema sono venute dei contributi importanti anche da studiosi esperti che sono hanno accolto il nostro invito che io credo hanno arricchito la nostra discussione
Il grande nodo del rapporto con gli Stati Uniti che resta essenziale un rapporto strategico decisivo che certo vari motivato perché per cinquant'anni il rapporto transatlantico è stato fondato prima di tutto a sulla comune percezione di rappresentare i valori della civiltà occidentale in un mondo bipolare che affermava anche un'altra visione del mondo e ne contrapponeva e contrapponeva quei valori altri valori è un'altra visione dei rapporti mondiali
Oggi non siamo più in quella condizione
Sì abbiamo alle spalle la caduta del muro di Berlino un decennio in cui l'Europa via via venuto costruendo la sua unità e il prossimo allargamento dell'Unione europea con l'ingresso di nuovi Paesi segnerà in modo definitivo il più grande processo di unificazione che il continente abbia mai conosciuto e tuttavia anche nel momento in cui si realizza quel processo di unificazione così ampio il rapporto con gli Stati Uniti e resta un punto strategico decisivo irrinunciabile
Che i vari motivato naturalmente
Sapendo che oggi il problema non è più quello di un'alleanza transatlantica contro un nemico comune di carattere ideologico militare politico
Ma semmai il problema è come questa alleanza diventa il perno più nuovo equilibrio mondiale che sia capace di affrontare i problemi del mondo
E sia in grado di costruire le condizioni di un mondo non più scisso non più diviso ma capace di costruire il proprio futuro
In gravi in ragione da dare soddisfazione alle domanda le esigenze e i bisogni di ogni donna ogni uomo che viva
E il pianeta e quindi quell'alleanza quel legame certo vari motivato ma la sua rimotivazione la ragione stessa della sua essenzialità e noi abbiamo bisogno di farlo e di farlo subito
Così come abbiamo bisogno di fare di mettere in campo un rapporto forte
Con il mondo arabo
Non solo perché
Alla civiltà europea appartiene anche Averroè appartiene a vicenda appartiene anche la storia e la cultura che nel mondo arabo si è affacciata nel Mediterraneo per secoli
Ma perché sempre di più la dimensione europea deve fare i conti con la dimensione euromediterranea
Perché sempre di più il Mediterraneo non è la frontiera sud dell'Europa ma la regione sud dell'Europa perché sempre di più si determina un'integrazione tra l'Europa e le aree circostante che ne fa
Un unico dubbio in un mondo che essendo globale diventa sempre più piccolo e diventando sempre più piccolo riduce le distanze i diaframmi integrale
E sempre di più la dimensione euromediterranea una dimensione con cui noi dobbiamo fare i conti come la dimensione
In cui si colloca il futuro dell'euro
Mi colpì qualche anno fa
Andando a Sarajevo
Che il primo ministro bosniaco mi dicesse noi siamo un Paese euromediterranea
Perché non ti viene in mente pensando alla Bosnia questa categoria eppure così eppure così
Lo è per la composizione mica lo è per composizione religiosa lo è perché sempre di più la dimensione sud dell'Europa e la dimensione si connettono i si integrano
E noi dobbiamo essere capaci di vedere che sempre di più il rapporto tra l'Europa e le grandi aree
E le grandi civiltà che confinano con l'Europa si contaminano si integrano si intersecano
E d'altra parte il fenomeno migratorio ci consegna ogni giorno sempre di più la necessità di pensare il mondo come un mondo cosmopolita come un mondo interculturale come un mondo multi religioso come un mondo multietnico
E dobbiamo essere capaci di far svolgerà all'Europa un ruolo o questa dimensione
Ecco la crisi irachena ci consegna tutte queste cose come vedete dire no a quella guerra siccome seria però un enorme problema che non è soltanto un giusto doveroso assolutamente rinunziabile no morale
All'uso delle armi
Ma è uno politico che deve saldarsi alla capacità ricostruire gli equilibri politici e strategici di un mondo che se non vuole conoscere più guerra deve essere capace di affrontare in modo i problemi che il mondo ha di fronte
E questo richiede che l'Europa sia consapevole di questo ruolo di questa funzione e per essere consapevole ecco di questo ruolo di questa funzione deve darsi una strategia e deve darsi una sua sostanziale e forte unità
Su tutto questo io penso che noi vogliamo muoverci
E infatti la vogliamo fare con tanta più convinzione perché siamo consapevoli che il destino dell'Italia del nostro Paese
Deriva da questi scenari è figlia di questi scenari di queste scelte
Vedete noi stiamo ricevendo
Un momento particolare nella vita del nostro Paese
Il mondo sta conoscendo giganteschi sconvolgimenti
Segnalati da questa guerra
Sta conoscendo gigantesca trasformazioni l'epoca della globalizzazione cambia nel profondo le relazioni non solo tra gli uomini e tra le società ma tra gli Stati
E il modo di collocarsi di ogni nazione e di pensare al proprio futuro
Ebbene noi
Stiamo in questo momento rischiando
Di essere al margine di tutto questo
Perché la guida politica di questo Paese non coglie la dimensione di questo fenomeno di questo nuovo scenario
Perché rischiamo di avere una guida politica del Paese che non coglie la sfida e l'altezza dei problemi che abbiamo di fronte questa è la principale critica che noi facciamo al governo di questo nostro Paese
Quello di non essere in grado di leggere entro questa crisi la necessità di ripensare la funzione la collocazione dell'Italia e scenari internazionali più grandi e di cogliere quelle che sono gli spazi e le opportunità e questi scenari offrono al nostro Paese
E questo è tanto più grave nel momento in cui l'Italia
Sta per assumere la presidenza dell'Unione europea e dovrebbe avere consapevolezza che guida il Paese di tutto questo per essere in grado di esercitare la funzione della presidenza al meglio e il rischio è invece dieci
Sì accontenti di qualche scenografia di cartapesta con cui celebrare qualche Samus ammetto qualche vertice non si sia capaci da parte del nostro paese in un passaggio così cruciale della storia dell'Europa e del mondo di giocare di assolvere un ruolo importante
Quello che noi critichiamo
A questo governo a questa maggioranza di governo è prima di tutto l'assenza di una visione
Di una visione del mondo delle dinamiche che stanno percorrendo
Il blocco dei processi che stanno maturando e che stanno cambiando le relazioni tra l'Europa e gli altri continenti e della necessità quindi di pensarsi sempre di più dentro questi orizzonti
Io penso che qui c'è una responsabilità storica e politica del centro sinistra
Di essere in grado noi e io credo che nel dibattito di questi giorni noi abbiamo ci siamo posti così questo problema
Di essere in grado noi di offrire al Paese
E a chi governa quella visione degli equilibri internazionali per gli scenari internazionali che consentono al nostro Paese di non essere ai margini questi scenari ma di cogliere le opportunità le occasioni e le responsabilità che questi scenari
Comporta
Ecco io penso che questo sia intanto il modo con cui noi vogliamo collocare il nostro Paese
In questo scenario difficile
E la guerra in Iraq e nello scenario internazionale che da questa guerra e determinati facendo in modo che il nostro Paese concorrono in modo decisivo e determinante non soltanto far terminare questa guerra
Ma costruire le condizioni per cui il mondo sia in grado di darsi gli strumenti politici di governo multilaterale multipolare che consentano di guerre di non conoscerne più edita problemi dal mondo una soluzione che sia capace di corrispondere alle attese alle esigenze di milioni di donne e di uomini dei piani
E così
Noi siamo ad un passaggio cruciale anche per quello che riguarda la vita politica italiana
Siamo in un cambiamento di fase
Ricordava questa mattina Antonio Bassolino
Come ventidue mesi fa
Quando il centrodestra vinse le elezioni in questo Paese
L'analisi iniziale che venne fatta dai commentatori che in qualche modo Semioli determinò anche il nostro dibattito fu la prospettiva di un lungo ciclo di governo della destra
E questa idea che si apriva un lungo ciclo di governo della destra aveva condizionato e condizionare il dibattito politico non solo nostro ma il modo di pensare di atteggiarsi di ogni forza politica
Sono trascorsi soltanto ventidue mesi
E dopo ventidue mesi
Questo centrodestra può
Venti dirà di aver largamente deluso il Paese il bilancio che il centrodestra
A è in grado di presentare è molto lontano dalle aspettative che aveva suscitato al momento della sua vittoria elettorale
Non c'è crescita
Anche il Paese conosce il più basso tasso di crescita degli ultimi dieci anni
Non c'è modernizzazione
C'è un Paese
Che rischia di farsi più piccolo di essere più piccoli in fondo quando noi diciamo l'Italia corre il rischio di un declino non abbiamo voluto dire che l'Italia sia un Paese in crisi
No perché sono molti i fattori di dinamismo della Società italiana sono molti i fattori dati che ci dicono che il Paese è vitale
Dispone di risorse e in grado di essere un Paese forte ma un Paese può essere forte e più piccolo un Paese può essere dinamico e più piccolo può essere
Ricco e più piccolo può essere un Paese appunto che si accuccia che sia data anche magari in un letto molto comodo anche in un letto molto gradevole ma che
è un Paese che ha minori stimoli creativi minore capacità di innovazione minore capacità di stare nella competizione internazionale e alla lunga quello è il terreno su cui un Paese perde competitività riduce capacità innovativa e si mette via via sempre più ai margini di quelle che sono le dinamiche che segnano
Lo sviluppo economico e sociale
Di se stesso e dal contesto in cui si può questo è il problema quando parliamo di declino parliamo di questo non parliamo di un'Italia in crisi non c'è nessuna teoria del crollo
Parliamo di un Paese che rischia di farsi più piccolo che ha minori stimoli creativi
Che in tutti i gli indici di competitività e di competizione negli ultimi anni ha perso rispetto agli altri Paesi
E vediamo in questo un rischio perché abbiamo appunto una visione del mondo come un mondo che è segnato oggi dalla globalizzazione in cui non ci sono più ombrelli protezionistici
E un paese o è capace di stare attento alle dinamiche le correnti e le tendenze che assediano il mondo o se no rischia piano piano di essere messo ai margini di quella dinamiche e di quelle correnti
E questo è il rischio quando parliamo di rischio di declino indichiamo questo nuovo un Paese che è al detto di sì
Un Paese che è ricco di potenzialità di ricchezza di risorse di un patrimonio straordinario di saper fare
E di fatti ma che rischia di non essere in grado di cogliere tutte le possibilità e le opportunità che pure il suo background di conoscenza di sapere di consentirebbero di cogliere perché chi lo guida non è in grado di coppa Carlo dentro le scelte appunto decisive per stare
Nell'orizzonte negli scenari internazionali quando parliamo di rischio declino parliamo di questo non c'è quindi nessuna teoria del crollo
Se invece la consapevolezza di quante risorse il paese ha e degli avvisi che però queste risorse non diventino un'opportunità e non siano utilizzate dal paese per quello che potrebbero dare
E vedete
Il bilancio di due anni di governo il centrodestra è questo
E quando noi diciamo appunto che siamo di fronte ad un passaggio cruciale diciamo queste quando diciamo che qui c'è una responsabilità che riguarda l'opposizione
Che non è soltanto quella di denunciare i guasti e le incorrere contraddizioni e le insufficienze di chi governa vogliamo dire questo vogliamo dire
Che nel momento in cui il loro dimostrano di non essere in grado di fare azzerando noi abbiamo il dovere di dire al Paese e che il Paese ce la può fare e noi accanto ai temi Progetti perché l'Italia ce la possa fare
Cioè fondiamo la nostra proposta sul proprio cardine della responsabilità e dell'opportunità vediamo le mille opportunità che il Paese può accogliere e sentiamo la responsabilità di dare al Paese un governo che sia capace
I falchi cogliere queste opportunità un Progetto una visione e collocazione del nostro Paese le riforme di cui questo Paese ha bisogno che siano in grado di fare in modo che le potenzialità che il Paese ha di fronte siano colti
Io credo che noi lo possiamo fare perché abbiamo alle spalle un due mila e due che non è stato un anno passato invano è stato un anno nel quale noi abbiamo rimesso in piedi nel Paese un'opposizione vera e forte
E abbiamo restituito un profilo una visibilità ad un'opposizione che all'indomani delle elezioni come sempre accade quando si perdono elezioni era sottoposta era nel cono d'ombra della sconfitta era piegato
E naturalmente abbiamo rimesso in moto questa forza per tante strade
Grazie alla mobilitazione del movimento sindacale e in particolare la mobilitazione sindacale della CGIL
Grazie all'iniziativa dei movimenti e di quella parte di società civile che non sentendo sia a ragione o a torto rappresentata dal sistema politico ha pensato di governo a presentarsi da sei si è fatta sentire
Grazie all'iniziativa delle forze del centrosinistra sia come forze politiche sia come Ulivo di uno sforzo che abbiamo fatto per rimettere in movimento via via sempre di più
Un rapporto positivo tra la politica la sua rappresentanza e la società e la società di paglia
E io penso che noi oggi siamo a un passaggio cruciale
Siamo al passaggio in cui dopo averne ricostruito un'opposizione abbiamo sempre di più la necessità di fare in modo che questo opposizione venga percepita dai cittadini italiani come una credibile alternativa di governo
E badate questo obiettivo è tanto più importante averlo chiaro adesso
Se è vero quello che noi diciamo che ventidue mesi dopo il centrodestra manifesta evidenti segnali di logoramento della sua credibilità e della sua capacità di governo
Perché badate
Anche in politica vale quello che vale in altri campi
Un equilibrio instabile non dura a lungo
E noi dobbiamo porci il problema nel momento in cui diciamo che c'è una minore credibilità di chi governa una minore capacità di rappresentare le domande le esigenze della società
E quindi rischia di aprirsi progressivamente un vuoto o comunque una forbice tra le aspettative nel Paese e chi governa noi dobbiamo essere in grado
Il pirata il Paese che c'è qualcun altro in grado le sue aspettative di dare una risposta a questi
è il problema
Perché un equilibrio instabile un equilibrio instabile nel quale chi governa non sia più credibile
Ma chi si oppone non lo sia ancora e un equilibrio instabile che non aumenta il grado di credibilità dell'opposizione non avvicina la sua il suo ritorno la funzione di governo e soprattutto rischia di far pagare alla società prezzi altissimi
E qui c'è il problema che abbiamo noi questo è il passaggio tale il passaggio di fase quando che è quello di accelerare
Se è vera la nostra analisi che il settore sta non ce la fa il nostro problema non è soltanto quello di denunciare che non ce la fa ma di dire al Paese che c'è qualcun altro che è in grado di fare se lei metterà in campo una strategia che sia capace e dimostrare che ce la si può fare
Il tempo in politica conta come conta nella vita non si può fare qualsiasi cosa nella nostra vita in qualsiasi tempo e così vale in politica non è vero che qualsiasi CELTA può essere fatta in qualsiasi momento
La politica è una il tempo è una variabile decisiva della politica
E noi oggi siamo in un tempo particolarmente cruciale
In cui il problema che abbiamo di fronte è come partendo proprio dall'analisi della inadeguatezza della insufficienza di chi governa che rischia di far pagare al Paese prezzi gravi siamo in grado di mettere in campo un'alternativa che accelera i la predisposizione di una proposta di governo capace di parlare al Paese capace di dire a quel paese The guardato smarrimento con preoccupazione un governo che non ce la fa che c'è qualcun altro che ha le idee e la volontà per Fazio
E dare così un segnale forte di rassicurazione
E una proposta in cui gli italiani possano identificarsi
E qui noi abbiamo discusso di questi e l'abbiamo fatto nell'unico modo in cui in questi tre giorni a questa sfida si può onorare seriamente parlando delle cose parlando appunto di come affrontare le grandi domande che l'Italia di fronte le cose che sono abbiamo messo al centro del Manifesto e da questo momento in avanti su cui da questo momento in avanti vogliamo aprire una larga consultazione la Società italiana le cose che abbiamo messo dentro quel manifesto sono quello che noi pensiamo serva all'Italia serve agli italiani per essere più sicuri nel loro futuro nel loro vivere quotidiano
Non abbiamo cui fatto un dibattito politologico al contrario qui non ci siamo sforzati questo non è appunto un congresso
è una conferenza una convenzione programmatica ci siamo sforzati di parlare di programmi non in termini astratti ma le cose di cui il Paese ha bisogno per affrontare il suo futuro per dare certezza ogni cittadino
E abbiamo indicato nel manifesto in tutta la discussione a discussione ampiamente arricchito quelli che sono appunto i cardini di un'Italia come noi la vediamo come la pensiamo
Un'Italia che appunto sia capace di essere un Paese fondato sull'innovazione questa mattina qui l'ingegner Pistorio ci ha dato il segno di quanta innovazione questo Paese incorpora decisa sollecitato essa fare una politica che sia capace di valorizzare al massimo tutta l'innovazione che questo Paese incorpora di cui dispone
Un'Italia che sia fondata sul sapere sulla conoscenza perché il sapere conoscenza la leva di una più alta qualità dello sviluppo sia produttivo che economico che sociale e incardinare appunto intorno a questo la qualità dello sviluppo di domani un'Italia che ripensi appunto il suo welfare di un moderno quanto che sia capace di tenere insieme la persona e la famiglia che sia non soltanto erogazione di servizi ma assunzione di responsabilità che sia capace di costruire le condizioni per cui una società che rischia di essere più frammentata per gli elementi strutturali di minore coesione che ci sono nella società postindustriale non sia una società atomizzata ma ritrovi dei punti di coesione dei punti di solidarietà
Gli abbiamo posto il problema di forti politiche pubbliche per queste opere
Ma tutto questo è la forma della politica la forma delle istituzioni e come affrontare i problemi di un bipolarismo che incompiuto e vale anche per le forme istituzionali qual era quello che vale per l'economia come per qualsiasi altro processo sociale o istituzionale e cioè che un equilibrio instabile
Non resiste a lungo precipita in una direzione o nell'altra
E stare dentro un assetto istituzionale che non sia compiuto è un elemento di rischio che in ogni caso rende il Paese meno capace di cogliere tutte le domande gli stimoli le sollecitazioni che la Società pone e a cui un sistema politico istituzionale
Deve dare risposte e per questo abbiamo posto il problema
Di un bipolarismo mite che sia capace di affrontare con le riforme
Istituzionali necessari il completamento della trasformazione dell'assetto dello Stato e della Repubblica in funzione d'essere capace di corrispondere alle domande maggiore che la società italiano si pone non esauriamo questa riflessione qui
Qui anche il dibattito ci ha dato intanto uno straordinario contributo di ricchezza
Che si consente adesso di aprire una fase di discussione in tutto il nostro partito nella coalizione con la Società italiana soprattutto perché al centro la politica di un grande partito c'è sempre il rapporto tra sé e la società
Facendo appunto per la costruzione del programma di un governo nel centro sinistra un grande fatto culturale e politico che coinvolge milioni di donne e di uomini e io credo che noi non esauriamo questo nostro lavoro programmatico proprio per questo qui e per questo noi concludiamo questa nostra convenzione programmatica aprendo una fase di grande confronto di grande discussione di grande riflessione perché avvertiamo tutti che il problema non è una discussione autoreferenziale fra di noi
Non è quello di scrivere l'ennesima enciclopedia Britannica delle tante cose buone che si potrebbero fare il problema di un partito politico e quello di costruire un programma che invece corrisponde effettivamente alle domande alle esigenze
Del paese della società che ha l'ambizione di rappresentare lo vogliamo fare misurandoci con la Società italiana le sue domande i suoi bisogni
E qui abbiamo discusso in questi tre giorni
Di uno schema di proposte
Di un'intelaiatura di idee forza che adesso noi dobbiamo essere capaci di verificare con il Paese per verificarne la credibilità insieme alla società italiana di costruire su quegli obiettivi quel consenso che è essenziale perché eccetto stilista torni a essere maggioranza del Paese e torni a essere maggioranza del Paese il più rapidamente possibile
Questo questo è il terreno anche di Rifondazione dell'Ulivo del nuovo Ulivo
Che non a caso noi abbiamo pensato nel novantasei e bisogna tornare a questa definizione
Come l'alleanza per il governo dell'Italia non abbiamo mai pensato soltanto con un cartello politico e naturalmente lo è non abbiamo mai pensato soltanto come un sistema di alleanza tra partiti e naturalmente lo è abbiamo sempre pensato come una grande alleanza per il governo del Paese capace di tenere insieme un'alleanza politica acconto la Società italiana in una capacità di interlocuzione tra politica e società che fosse in grado di far vivere quell'alleanza nel Paese
Il che significa
Oggi
Fare i conti con la necessità che l'Ulivo conosca una nuova stagione della sua vita
In fondo diciamocelo e non poteva essere diverso che dà così
Diciamocelo noi
In questi due anni abbiamo tenuto in vita l'Ulivo e abbiamo fatto bene perché sarebbe stato del tutto esiziali suicidato per il solo fatto di aver perso le elezioni dirà all'indomani l'alleanza che ha perso non c'è più abbiamo tenuto insieme l'Ulivo
Perché sappiamo che quell'alleanza ci può consentire di ricostruire lo lo strumento con cui parlare al Paese ma in gran parte l'abbiamo fatto vivere di una forza inerziale più che di nuova identità di nuovi contenuti
Bene quella forza inerziale ci ha dato tutto quello che ci doveva dare adesso è tempo e ora di un salto di qualità di un passato di una nuova fondazione
è una vendetta che sia capace interpretare le domande l'esigenza del Paese
Questo significa un Nuovo Ulivo e quindi significa due cose chiare cave care compagne cari compagni
Che per quello che ci riguarda noi non siamo tra quelli che dicono l'Ulivo non esiste più quasi con un qualche sentimento di soddisfazione ha ragione Walter che c'aveva richiamato prima
Perché l'Ulivo e la forma con cui le forze del centro sinistra hanno saputo rappresentare le domande le esigenze le speranze di questo Paese l'hanno governato per cinque anni e ancora oggi l'Ulivo costituisce un punto di riferimento essenziale
Per milioni di donne e di uomini di questo Paese
Il problema è come noi siamo capaci di dare a questo Ulivo una nuova
Aprire una nuova stagione della sua della sua vita
E fare in modo che l'Ulivo sia capace sempre di più di interpretare ansie domande aspettative
Un Ulivo più largo non un Ulivo più stretto sono d'accordo con questo sollecitazione che ci è venuta da Sergio Cofferati
Un Ulivo che sia certamente capace di tenere insieme tutti i partiti alzatosi in vista
Ma non esaurisca la sua identità soltanto nei partiti e sia capace di stabilire un rapporto forte tra partiti e società a partire da quella parte viva della società che sono movimenti che si sono mossi in questi due anni e che sono stati una parte viva
Per l'opposizione
Le cose che c'ha detto questa mattina la colonna
Ma per reggere attenzione il punto vero è uno se noi vogliamo costruire un Ulivo nuovo
Che abbia questa tensione
Progettuale Popper che sia capace di interpretare le ambizioni le esigenze della gente
Che sia capace di dare risposte rassicurare una società che avverte che chi sta governando non ce la fa beh noi abbiamo bisogno di un Ulivo che abbia un profilo di governo nella sua cultura nella sua identità
Che ambisca a guidare il Paese
Come ci ha detto Umberto Eco cui ogni qualvolta non ce la fa il centro destra domandiamoci come si può fare esattamente questo è il problema e ogni volta noi dobbiamo essere in grado di dimostrare ai cittadini di questo Paese
Che il centro sinistra non soltanto individua la contraddizione del centrodestra non soltanto la denuncia non soltanto si oppone in modo intransigente e quelle che noi consideriamo guasti della destra conduce questo Paese ma per ogni no siamo in grado di avere un sì però di non siamo in grado di avere una nostra proposta abbiamo un'idea della crescita dello sviluppo di questo Paese e intorno a questo costruiamo il consenso e le alleanze per governare vitali
Questo è il salto questa è l'accelerazione che dobbiamo essere in grado di fare per questo abbiamo fatto una conferenza programmatica num generico congresso
Una conferenza programmatica una convenzione programmatica perché abbiamo detto il tema è mettersi in sintonia col Paese con le sue domande con le sue esigenze
Discutiamo di quali sono le risposte che dobbiamo dare all'Italia e ragione tale da corrispondere a quelle domande di certezza di futuro che gli italiani pongono e a cui centrodestra oggi non è in grado di dare una risposta a questa la questione
E io penso che queste tre giorni sono stati utili per queste perché noi usciamo tutti di cui più consapevoli
Più consapevoli che questa è la posta in gioco e che quindi noi dobbiamo ancora di più accelerare
La predisposizione di un'alternativa di governo credibile e badate la sua credibilità sta nel fatto che sia percepita dai cittadini come tale non basta che noi pensiamo che sia credibile bisogna che gli italiani percepiscono che sia credibile
E ricostruire intorno a questa proposta
Fra in tutta la sua dimensione perché è un'alleanza è un programma come giustamente ci sollecita spesso ad accelerare l'elaborazione compagno Cofferati un'alleanza e anche uno schieramento politico è un'alleanza è anche un gruppo dirigente che lo sprint
Il Papa può essere in grado di lavorare insieme ai nostri alleati per fare tutto questo insieme
Perché le forma e sostanza si tengono non si impara prima lettere poi a scrivere si impara a leggere a scrivere insieme
E si tiene insieme il contenuto di una politica la sua formula e abbiamo bisogno quindi di un'alleanza che abbia un programma e che abbia un gruppo dirigente e che abbia la capacità di parlare al quale
Qui qui c'è la nostra responsabilità
La Nestor nostra responsabilità dei Democratici di sinistra perché siamo il primo partito dell'alleanza
Perché
Lo dico senza urtato quasi di costatazione una un giudizio di valore perché in questa alleanza per come composta e percorre e per come è fatta la storia di ciascuno di questi partiti i DS sono pari centri cinque stalle anni
Se i DS sono uniti e hanno un progetto forte dell'alleanza e unità se i DS si dividono è l'alleanza che si divide e lo abbiamo visto in mille occasioni in questi mesi per queste cose importanti
Il grado di coesione
Non è soltanto un problema del nostro partito
La nostra dialettica questo io vorrei che fosse uscissimo di cui tutti più consapevoli la nostra dialettica non riguarda solo noi
Dalla nostra dialettica dipendono le sorti dell'alleanza intera e dobbiamo avvertire tutti insieme la responsabilità appunto
Di avere una conduzione del nostro modo di essere e che sia capace di contribuire a un'alleanza che sia più larga e più uniti
Per questo ho anche posto il problema che ha suscitato delle perplessità e e qualche ha urtato qualche suscettibilità
Non è in discussione
La libertà di ciascuno di affiliarsi oltre che al nostro partito ad altri soggetti
Noi oggi siamo un partito non solo da oggi
In cui militano centinaia di migliaia di nostri Company
I quali contestualmente sono anche parte attiva
Gli altri soggetti organizzati e negli ultimi anni ci siamo venuti dando sempre di più una configurazione del nostro partito che riconosce il pluralismo interno con un valore non solo riconosce come valore ma lo riconosce come un livello di organizzazione al punto che l'articolazione interna del partito è riconosciuta anche in termini di rifinanziamento
No e quindi
Non è in gioco il nostro pluralismo
Noi siamo un partito pluralista più in questo pluralismo che considera questo pluralismo una ricchezza una ricchezza per la sua vita è una ricchezza per i rapporti che ha con la società Italia
Io ho posto un altro problema
Io ho posto il problema più essere tutti consapevoli
Della necessità che la nostra dialettica non riduca Mallardi la nostra credibilità e la nostra affidabilità questo è il problema
E badate
Badate che il problema esista io lo traggo esattamente sottraggo esattamente
Dalla lettura dei giornali di questa mattina
Gran parte dei compagni che sono delle compagnie che sono qui hanno assistito al dibattito di ieri
In gran parte non lo ritrovano sui quotidiani di oggi
Ritrovare una rappresentazione del nostro dibattito come una guerra all'ultimo sangue uno scontro
All'ok Corral cosa che non è
Allora io non faccio quello che in genere fa un politico evito di fare non me la prendo coi giornalisti
Pongo porre mano
Come che noi diciamo che il pluralismo è un elemento di ricchezza e poi quando diamo corso al dibattito la rappresentazione che abbiamo di noi non è quella di una ricchezza ma invece è quella di un partito
Atterrato divise
Questo questa il problema proposta che non riguarda solo la nostra organizzazione riguarda qualsiasi organizzazione
Pongo un problema cioè siccome noi siamo un partito come sempre siamo sta i tornei uomini liberi
Nel quale ciascuno non solo come è sempre stato ha diritto di dire la propria ma come abbiamo riconosciuto negli ultimi anni mentre non ricco
Siamo prima anche diritto dentro questo partito di organizzarsi insieme a quelli che la pensano come lui e l'articolazione interna è un elemento che noi consideriamo non come deviante
Come pensavamo quando la Monsanto ritmo democratico ma come elemento di ricchezza della vita del partito
Io quello che chiedo è questo
Chiedo che tutti conduciamo questo regime di vita interna in ragione tale che sia una ricchezza e non sia un impedimento questo è il problema che pone
E questo e questo significa quindi che non c'è nessuna
Appello la disciplina
Essendo poi uno come dire caratterialmente indisciplinato non diciamo non mi appartiene
Nessuna però la disciplina invece
L'appello ad una cosa
Al fatto che un partito deve sempre comunque avere come bussola del suo modo di essere il rapporto con ciò che sta fuori disse
E quello che misura la nostra forza e la credibilità che noi abbiamo nella società
In questo significa essere un partito non autoreferenziale
E questo significa che in un partito che deve essere libero in cui è riconosciuta la legittimità
Di aggregazioni interne al partito
Che vengono non sono riconosciute
Ma che diventa un elemento anche formale della dialettica interna
Tanto è vero che qui non stiamo discutendo in una conferenza programmatica come azione programmatica in cui c'è un documento base e poi ci sono già dei contributi scritti che sono espressioni di aree del nostro partito e quindi un elemento di riconoscimento formale
In un partito che è fatto così noi abbiamo bisogno
P
Univocità
Gli atteggiamenti
Nelle sedi istituzionali nel momento che segna e segna
Ma per definire
Nel momento che segna la percezione esterna della orientamento di quel partito agli occhi dei cittadini cioè nel momento del voto
Il tempo
Il che non esclude naturalmente riconoscimento della libertà di coscienza ma la libertà di coscienza per il valore etico che ha nomine
Un criterio che può essere invocato a qualsiasi votazione
E quindi fatto salvo che la dimensione etica di quella principio viene riconosciuto da tutti e quando viene evocato qualsiasi persona di buon senso lo riconosce
Per il resto una dialettica liberale chiedere estrinsecarsi in tutti i modi possibile deve essere visibile e percepibile modo e cittadini
E prima di tutto i cittadini che si riferiscono a noi la conoscano
Deve avere un punto di sintesi di unità e di rappresentazione unitaria nel momento per l'assunzione di una responsabilità in sede istituzionale che avviene appunto che in genere votando una legge un provvedimento un Governo quello che vuole
Secondo
In un partito che ha più sedi di discussione come siamo noi e ho appena detto che io riconosco come tutti noi riconosciamo non sarà la legittimità ma la richiesta di una pluralità di discussione interni del partito
Il problema è
Qual è il luogo in cui tutto questo si unifica e qual è il luogo in cui il nostro partito forma la sua volontà
Bersani lo ha detto con l'efficacia del del linguaggio che ha Pierluigi sei qual è il posto
Qual è il luogo
Il luogo della decisione che conta e che segna agli atti
Per gli italiani l'assunzione nostra di un di una politica di una responsabilità di una posizione
è partito
Il luogo in cui la decisione viene matte matura e si assume in un dibattito aperto libero e con un'articolazione anche di voto al momento della decisione
Oppure
La decisione viene assunta in luoghi che sono esterni al partito ancorché siano l'articolazione
è questo il problema tutto qui
Io non a posto quando ho posto il problema nella mia relazione nei termini e qualche compagno non ha condiviso a posto questa questione qual è il luogo della decisione che conta per ciascuno fino
Perché vedete noi dobbiamo scegliere alla fine tra due modelli o il luogo della decisione che conta e il partito come organismo unitario
Oppure
Oppure si diamo una Costituzione materiale formale del tutto diversa
Se siamo di essere un partito unitario diamo vita a una confederazione di partiti che a un altro Statuto un'altra Costituzione formale e materiale
E io troppe volte come segretario e io credo che questa percezione c'è la chiunque nella funzione non solo io
Di questo partito ho percepito che la nostra dialettica interna
Tra l'altro senza senza dirlo è spesso magari senza neanche che ce ne rendessimo conto stava cambiando la costituzione materiale del nostro partito e questo è un problema K
Quindi
Quindi è un partito di uomini e di donne librari
Non sono liberi ciascuno di aver le proprie convinzioni che non c'è bisogno che lo dica al partito è scritto nella Costituzione
Libere di organizzarsi dentro il partito per far valere delle posizioni liberi di concorrere alla dialettica
Liberisti misurarsi di esplicitare in ogni modo l'articolazione delle posizioni
Ma in un organismo che sia un organismo unitario che ha appunto il luogo della sintesi e della decisione nel partito e non in sue articolazioni settoriale
Io credo che possiamo trovare
Su questo è un punto di unità larghissimo perché credo che queste cose siano largamente condivisa da tutti dei compagni ai compagni
E io penso che dopo questa nostra convenzione programmatica noi siamo in grado di avere un un livello di unità più larga lo dico agli amici giornalisti che ringrazio di tutta l'attenzione che ci hanno dedicato ci dedicano
Questo non è un partito nel quale se la guerra all'ultimo stadio con l'ok Corral questo è un partito che esce da questa convenzione più consapevole della propria funzione del proprio ruolo della propria unità
Siamo
C'è una larga condivisione intorno ai temi di questa convenzione programmatica cioè alla proposta che noi avanziamo al Paese
C'è la consapevolezza delle opportunità che stanno di fronte a noi e anche delle responsabilità a cui ci chiama il logoramento del centrodestra
C'è la comune determinazione a volere insieme ai nostri alleati e ringrazio per tutti pazzesco e quel Rutelli che è qui con noi a volere insieme ai nostri alleati costruire le condizioni di una nuova stagione dell'Ulivo
C'è una domanda di unità e di coesione che viene dalla nostra gente io penso che dobbiamo sentire tutti insieme io lo sento
La responsabilità di un modo di essere del partito in cui tutti possano riconoscersi e ritrovarsi
E per questo io da Pesaro in poi ho cercato di fare questo sempre poi non sta a me giudicare come lo fa
Ho sentito sento il mio dovere di lavorare perché il partito si è unito e si è unito al suo gruppo dirigente
E quello che io chiedo a ogni compagno quale che sia la posizione che ha e la sensibilità cui appartiene che esprime
Non è di rinunciare alle proprie idee quello che chiedo a ciascuno e di rinunciare a viverla in solitudine e di fare in modo ed è trascura siano il vero di tutti
E per questo io e per questo lo ringrazio Sergio Cofferati
Nella proposta di essere insieme
Nel Mugello domenica prossima
Saremo lì insieme a discutere con i miei compagni che che hanno scritto
Misurando cileni
E a Sergio Cofferati che anche oggi ha voluto contribuire al nostro dibattito io dico
E lo dico con un affetto sincero da un una conoscenza e un'amicizia che ci lega da più di trent'anni e non soltanto per il ruolo che ha
Io chiedo a Sergio di non essere non soltanto
Il presidente della Di Vittorio come ha detto
Io essere il copresidente di Aprile come ha detto
E di essere un iscritto ai DS come ha detto
Io a Sergio nome di tutti voi chiedo di essere quel membro della direzione dei DS a cui il Congresso lo ha eletto
Fatti lei
Facendo valere le dicono la forza e l'autorevolezza della sua storia della sua esperienza le sue idee
Ed essendo come come il vostro applauso indica quel dirigente riconosciuto è stimato del nostro partito
Patate pongo questo problema
Pongo questo problema hanno per un problema tra di noi
Pongo questo problema perché
La nostra credibilità è condizione decisiva
Non solo per il successo nostro ma per l'intera al per lettera l'intera alleanza
E noi dobbiamo sentire questa consapevolezza
E dobbiamo sapere che stanno di fronte a nuove scadenze passaggi
Che non possiamo perdere
E poi le scadenze passaggi ravvicinati
E il primo passaggio di questo sono le elezioni del venticinque maggio elezioni amministrative certo ma elezioni amministrative quali voteranno
Più di dodici milioni di persone
Un turno elettorale amministrativo ma che può avere un enorme impatto politico
Un turno elettorale che può essere l'occasione ulteriore come lo sono state le elezioni amministrative dell'anno scorso assolata un anno della sconfitta elettorale
Per
Registrare i minori consensi nel centrodestra la capacità del centrosinistra di aggregare nel Paese un consenso potenzialmente maggioritario
Abbiamo alle spalle la lezione dell'anno scorso non dimentichiamocelo mai siamo straordinariamente bravi a discutere per anni quando perdiamo ingenera archiviamo in ventiquattro ore le vittorie per una volta non facciamolo
L'anno scorso noi abbiamo avuto un solo anno dalla sconfitta nell'anno precedente un successo elettorale straordinario
E l'abbiamo avuto non soltanto in quelle città in cui si votava dove eravamo forti in partenza e si poteva presumere che avremmo vinto come Genova e tante altre città
Abbiamo vinto anche nei santuari dell'avversario abbiamo vinto a Monza abbiamo vinto a Verona abbiamo vinto a Gorizia abbiamo vinto in tante altre città
Eppure partenza sembravano zitta nelle quali il nostro destino non poteva che essere un destino di opposizione perché ci insegna qualcosa patate
La società è molto più mobile più aperta di quello che diciamo noi e molto più dinamica di quanto noi spesso c'è la immaginiamo
E allora diventa decisivo ossia credibilità di una proposta se perché se abbiamo a che fare con una società con un Paese molto più dinamico molto più reattivo e molto più capace di cogliere le sollecitazioni domande poi molto più in grado di giudicare di sceverare
E di esprimere un giudizio beh noi dobbiamo mettersi in grado di cogliere questo queste opportunità e l'altra non l'abbiamo fatto
E quest'anno abbiamo una possibilità ulteriore ancora di più e un turno elettorale ancora più grande che noi dobbiamo essere capaci di affrontare con grande determinazione
Tra cinquanta giorni facendo valere una grande unità del centrosinistra e facendo in modo che ovunque eccetto sinistra si presenti unito riesca a rappresentarsi più unita più coeso di quanto spesso non abbia fatto nel passato
Scegliendo candidati credibili che siano in grado di rappresentare domanda esigenze che la gente dei cittadini guardi io sono il segretario
Del partito di un partito e potete immaginare quanto per me perché conosce la mia storia il partito conti però dico una cosa qui
A una platea che dei nostri dirigenti
Noi dobbiamo scegliere candidati che ci consentano di raccogliere un largo consenso e che siano candidati credibili
E allora io dico questo e lo dico prima di tutto alle compagnie le compagnie i dirigenti dei DS scegliendo il candidato credibile detto attacca chiediamo da partito appartiene e non dico
E mettiamo
E mi è piaciuto al centro
E mettiamo al centro e mettiamo al centro bella campagna elettorale le cose come le abbiamo come abbiamo fatto qui oggi
E se mi posso rammaricare
L'unica cosa mi rammarica di questa convenzione che credo dal per molti aspetti sia stato invece un fatto di straordinaria importanza per la vita al nostro partito
E che l'immagine esterna della ricchezza del nostro dibattito non potrà arrivare completamente compiutamente
E c'è il rischio quindi che venga trasmessa un'idea un'immagine della nostra riflessione del nostro dibattito più povera di quello che è stato
Ebbene noi dobbiamo invece essere capace di andare ad un appuntamento elettorale così importante trasmettendo
Agli elettori lo sforzo che noi stiamo facendo per mettersi in sintonia col Paese le sue domande ai suoi bisogni e questo significa mettere al centro della consultazione elettorale
Del venticinque maggio le domande le esigenze e i bisogni le ansie dei cittadini
Ha finito e vi ringrazio dell'attenzione stiamo vivendo
Un passaggio importante della vita del nostro partito e per il ruolo che il nostro partito ha io credo della coalizione
Usciamo io penso da qui con le idee più chiare perché abbiamo messo al tempo la nostra riflessione una proposta che ci consenta di parlare all'Italia dei problemi dell'Italia
Usciamo anche attraverso un dibattito che ha conosciuto dei momenti di asprezza perché non c'è parto senza dolore più uniti e più sicuri di noi
Usciamo scusate mi
Usciamo in modo secondo me è più con un profilo molto più convincente di una sinistra riformista che vuole battersi perché ci sia appunto un Ulivo che sia espressione di una cultura il Governo
D'altra parte non c'è passaggio storico della vicenda dell'Italia
Nel quale il nostro partito non abbia svolto un ruolo decisivo io credo che questo non lo dobbiamo smarrire mai
Quello che ci chiede la nostra gente e poi alla fine questo
Interpretare le ansie dei cittadini le inquietudini e le speranze
Rappresentare domande
Dare un taglio a un progetto in cui gli italiani si possono riconoscere questo non lo vogliamo fare lo vogliamo fare non da soli
Lo vogliamo fare insieme ai nostri alleati perché sappiamo che viviamo in una democrazia bipolare ed è il sistema maggioritario in cui Living se è prima di tutto l'alleanza e ciascuna forza politica vincesse colloca e pensa a se stesso come parte di un'alleanza e vogliamo farlo insieme ai cittadini del nostro Paese
E lo dobbiamo fare permettetemi quest'ultimissima considerazione
Lo dobbiamo fare insieme noi
Noi siamo un partito grande
Siamo un partito di centinaia di migliaia di iscritti di milioni di voti
Siamo un partito per costituzione formale e materiale pluralista
E anche questo nostro dibattito lo ha dimostrato
Ma siamo un partito che sta insieme
Perché legato da valori comuni
Per un'impresa e obiettivi comuni per un destino comune
Io penso che non possiamo mai smarrire
Questa nostra comune appartenenza
Io ho cominciato a fare politica
Tantissimi anni fa ancorché non sia diciamo anzianissimo
Grazie al fatto come tanti qui che vengono da una famiglia in cui la politica si respirava quotidianamente
E le prime esperienze politiche sono legate quando bambino andavo con mio padre comandante partigiano
In un ossario dalla Val Sangone dove ci sono molti ragazzi che sono morti per la libertà di questo Paese
Su nel frontoni quello Saglio
Nel frontone di quell'ossario c'è un distico Lemmon
Si direbbe con parole più volgare uno slogan
Che dice uno sconfinamento ultrà commi insieme fino alla fine e ancora oltre
Io penso che non sia soltanto uno slogan
Che rende memoria è un amore
A chi ha pagato per dare libertà al Paese
Sia un modo di concepire i rapporti tra gli uomini e le donne soprattutto quando uomini e donne credono nelle stesse cose
Noi qui abbiamo discusso per tre giorni perché crediamo che le stesse cose
Perché crediamo che questo nostro partito sia una comunità di donne e di uomini al servizio dell'Italia e degli italiani e penso che quello che dobbiamo fare è proprio questo servire il nostro Paese