II Rapporto sulla coesione sociale Assemblea aperta del CNEL per la presentazione del rapporto (c/o sede CNEL - Villa Lubin)

Firmò Maastricht credeva pesantemente queste due affermazioni la virtuosità età pedagogia dell'Europa nei confronti dell'Italia però nei fatti questo era una realtà di fatto una nelle tendenza culturale su cui ci muovevamo
L'arrivo dell'euro rappresentato questo tipo
Chi virtuosità e pedagogia nei confronti della realtà italiana
Il modo in cui sì è stato presentato i che il la gamma di sacrifici che abbiamo avuto far per Rita controllo la spesa pubblica controllo dello della spesa sociale il controllo dell'inflazione nella l'eliminazione o la rinuncia ai Giochi valutarie e del cambio questo tipo di realtà che ha portato con sé anche alcune cose
Non indifferenti perché dire affidare il sia un circuito virtuoso significa anche affidarsi a una sorta di fiducia nel fatto che una volta che c'è un mercato che c'è o crescita delle aspettative leccese non automatismi parametri virtuosità punto di circuito poi il sistema assume un suo ritmo che assume la sua capacità anche appunto di indirizzo pedagogico
Ma questa capacità di ragionare in termini di sistema virtuoso che si autoalimenta
Comporta naturalmente una ha comportato nel corso di questo anno una ridotta attenzione ai problemi della coesione
Dovevamo entrare nell'Euro e quindi il controllo e la coesione era un un valore secondario
Sia sul piano della della spesa pubblica per investimenti in crediti sia sul piano delle spesa pubblica per Investimenti
A nello sviluppo locale pensate a quanto è stata bloccata tutta la spesa per il Mezzogiorno sia per quanto riguarda la spesa di welfare cioè TT meccanismi di coesione che l'anno scorso avevamo indicato come essenziale
Nella vicenda europea sono apparsi come degli potenziali ostacoli
Rispetto invece a una cultura di crescita sponte spontanei quasi automatica datata va realtà dell'euro
Devo dire che con qualche dubbio specialmente da parte mia si è pensato che una sorta di spinte euforizzante
Che segnava il l'inizio dell'inverno potesse una volta entrati nell'euro continuare a far crescere la ripresa e autentica
Ingranare meccanismo virtuoso che permetteva agli italiani hanno al sistema Italia
Di entrare sfruttare la virtuosità del sistema fare ripresa ulteriore e cominciare a disegnare un atteggiamento pedagogico un'accettazione ed è logicamente significativa
Del sistema che si era andata dei meccanismi dei processi si erano andati a
Alcuni di noi cito Marcolino e di questa sa sito per tutti
Sergio Bruno che appollaiata in ultima fila sostengono che questo tipo di
Fiducia nel processo spontaneo più mercato più aspettative più automatismi più
Virtuosità non funzione è un pensiero unico che promette quello che non può dare
Per promette uno sviluppo che non può dare o almeno lo potere soltanto a chi è già forte nel meccanismo della virtuosità
Mentre chi c'entra debole nel meccanismo la virtuosità finisce per essere ancora più debole
Per cui lo scarto di crescita che avete letto sui giornali ieri fra la l'Italia di oggi nella Germania di oggi è probabilmente significativo del fatto che il pensiero unico che porta il primato
Della virtuosità degli automatismi almeno per l'Italia funzione
Per chi non funzionerà perché non c'è tempo perché non eravamo preparati perché la ripresa era troppo debole perché come dice Mario Deaglio abbiamo cambiato durante l'inverno il locomotore
Tocco motore della ripresa è stato per molti mesi l'industria manifatturiera giocata sulla rottamazione
Nei primi mesi di quest'anno è subentrato il locomotore dei servizi servizi sono notoriamente più complessi che mentre la loro crescita e quindi abbiamo avuto un rallentamento della crescita per R
Cambio di locomotore può darsi
Oggi noi siamo di fronte e e anche il governo stamattina di fronte a un problema che a crescita non c'è
E che due cinque che abbiamo indicato nel DPEF anche su parere conforme di questa Assemblea
Non sarà raggiungibile
Allora questo
Che cosa serve
Sì il il il Itri manto del pensiero unico
Capitalistico europeo non ce la fa
Ce l'ha fatta Sutti in euro Pittin nei Paesi già virtuosi non ce la fa in paesi pedagogici
Il tenero e ci da da educare
Dobbiamo pensare naturalmente dieci anni di purgatorio di cui ha parlato governatore o dobbiamo tentare qualche cosa di più
Che tenta per qualcosa di più è normalmente detta in maniera semplice una cosa particolare dall'Europa non si è poi non piacersi questo questa sorta di al bacino del pensiero unico in cui e ITC lo spontaneità dei processi risolve tutti i problemi
A patto che siano processi virtuosi
Però stilistica
E la cultura collettiva del Paese sentirebbe comunque o non si incredibile soltanto e ci dobbiamo star dentro con una forza che oggi non abbiamo
Con una forza che non abbiamo perché forse perché abbiamo fatto tutta sta corsa verso l'Europa e ci siamo ci siamo ritrovati subito dopo disanima anche rispetto alla sfida
Perché in fondo alcune condizioni di fondo del Paese sono ancora aperte
è aperto un problema di diseguaglianza sociale
è aperto un forma di occupazione
è aperto un problema
Di
Titolo di povertà alcune ore
è aperto un problema di scarsa livello culturale
è aperto un problema di
Scarsa
Qualità delle nostre reti infrastruttura
è aperto un problema perché no anche di partecipazione rappresentanza
Nel rapporto lo troverete alcuni possono avere gradito dei dati
Noi abbiamo livelli ormai non disoccupazione formale ma abbiamo anche i livelli di di indicare ogni mentre dal nostro problema occupazionale nel molto forte
Lì la diffusione del sommerso nel Mezzogiorno che certamente garantisce un po'di
Lì di equilibrio vero e e assolutamente non controllabile altro per i contratti di emersione null'altro che gli interventi per fare emergere il sommerso opere sta diventando un luogo di nessuno sommerso meridionale
Così come sta diventando un luogo i nessuno nega la scarsa coesione del Mezzogiorno rispetto non solo alla criminalità organizzata ma anche rispetto all'immigrazione extracomunitaria
Abbiamo un livello quindi di di occupazione di lavoro un mondo del lavoro non
La solito discorso sull'occupazione ma un mondo del lavoro che ci crea problemi il cinquantadue per cento della gente che lavora in Italia lavora fuori di una dimensione organizzata dipendente subordinato
Di quelli che lavorano normalmente poi c'è tutto il sommerso significa i due terzi del mercato del lavoro italiano sono fuori controllo pubblico fuori controllo di chiunque
Con il controllo anche delle forze sociali
Se ero cosa che del resto è abbastanza vero che il livello di partecipazione del sindacato è relativamente basso è aumentato del diciotto per cento sulla fascia dei pensionati è diminuita per quattro per cento in quello degli atti
Così come la partecipazione politica lo vediamo giorno per giorno diminuisce come se il il il senso di Sani marzo di questa società alla fine lo tocchiamo con mano sia che andiamo a vedere il giovanotto meridionale che fa
Il tutto un po'con tono anche un po'gaglioffo sia che andiamo a vedere la crisi di astensionismo elettorale
C'abbiamo un problema se abbiamo problemi di relativa dimensione della nostro capitale umano
Quando la struttura più forte del Paese lombardo veneto a il cinquantatré per cento della popolazione scolastica che lascia quindici anni per andare a lavorare significa che l'investimento in capitale umano informazione italiani non lo fanno più
Preferiscono far di aiuti gelatai che ha ventidue anni sono già da tre
Iscritti da Spallanzani insomma
Questa questo aspetto diciamo così così come non si può far competizione con le nostre reti lo stesso nord est a preti debolissimo
Chiunque abbia fatto una volta sola
La tangenziale di Mestre oppure una volta sola la strada del Santo sa che non si può più vivere e lavorare in in Veneto
Eppure non ce la facciamo a fare investimenti faremo forse trent'anni di discussione sulla sul ponte dello Stretto se farlo o non farlo ma
Il e il passante debiti a a a Mestre non riusciamo a farlo
Allora sì
Ritornano in auge e come avete visto non ho parlato né di pensione di anzianità non ho parlato di guerra
Perché s'è sempre considerato il grande colpevole lasciamo parte maxi tornò in auge alcuni problemi la formazione del capitale umano le reti infrastruttura la gestione valorizzazione del fattore lavoro
Lo stesso problema unico oggi
Impossibile di rilanciare lo sviluppo locale perché anch'esso ha i suoi problemi
Se ci dormono queste qua tre quattro o cinque cose ritorna in bande tornano in ballo alcuni elementi che notavamo sembra potevano sembrare lontani dalla nostra cultura
Ritorno impararlo problemi settoriali nel medio periodo
Forse sbaglio
Nella mia stanza
Monti ed io ricordavamo storie comuni in cui le politiche settoriali così in voga
Nella negli anni Cinquanta e Sessanta certo punto tutti noi ci siamo sentiti un po'stanchi abbiamo fatto le politiche per fattori politiche territoriali abbiamo ivi la politica economica la politica monetaria abbiamo evitato di confrontarci con i settori
Oggi
A mio avviso un problema di questo Paese pochi averi ancora possibilmente delle politiche settoriali
Questo è un Paese senza politica scolastica senza cogliere la ricerca senza politiche trasporti senza politica
Nelle opere pubbliche
Alcuni dicono colpa dei ministri non è colpa dei ministri perché i ministri non possono in due anni e anche i più bravi inventare per le politiche settoriali che da vent'anni non erano più coltivare da nessuno
Pari fare politiche settoriali significa accettare la seconda cosa politica di medio termine
Perché la politica monetaria e la politica economica si può fare anche a breve si può fare nel nel brevissimo periodo
Direi addirittura lo stesso sviluppo locale si può far con un patto di rientrare a breve fidando sul fatto che si incardina su una lunga deriva vittime secolare alcune volte
Ma la politica settoriale ha bisogno di un discorso di medio periodo
Cosa non facile
Però se oggi noi abbiamo bisogno
Di una forte coesione italiana di forte coesione sociale italiana giocata sullo giocata non più su UE il fare reti e sviluppo locale come l'anno scorso ma giocata su lo sviluppo locale la politica
Per lavoro la politica del fattore umano la politica delle reti infrastrutturali
Qui quella coesione sociale impone o quelle politiche di coesione sociale impongono una forte scelte in favore del medio periodo e delle politiche settoriali
Due situazioni in cui siamo letteralmente
Non sono elegante come Mario letteralmente in mutande
E ricordo ai miei amici sindacalisti e imprenditori che pur avendo avuto il merito di riproporre un approccio di questo genere nel patto del lavoro dell'autunno del novantasei dove c'erano politiche settoriali di medio periodo
Proprio lì non siamo riusciti nessuno è riuscito a dare consistenza quella a quella voce
L'intuizione era giusta fare politiche settoriali nel medio periodo
Però
L'effetto disastroso perché ci ritrovammo con l'elenco
Del mercato dei primi anni sessanta
Le politiche le infrastrutture le politiche per l'ambiente la politica scolastica ve lo ricordate il patto del lavoro
Allora
Sabato affini
Se dobbiamo fare politiche settoriali di medio periodo
C'è un bisogno ci sono due i sogni diversi
Il primo bisogno è che si ricominci a fare concertazione
Si ricomincia a fare partenariato
Le politiche se e
Nella capacità delle nostre l'organizzazione di rapporto di lavoro nero delle forze sociali bisogna recuperare il gusto di fare non più
Discussioni generali sulle politiche pubblica
A sapere andare dentro queste realtà di politiche settoriali e almeno su questo testimone che si possa fare per l'abbiamo fatto e di politiche locali
Il partenariato con cui concludiamo questo rapporto di coesione essenziale ancor più che nel novantadue novantatré perché nel novantadue novantatré c'era soltanto da decidere alcuni parametri di riferimento e un'obbedienza quei parametri
Rispettiamo a fatica il presente il sindacato ha fatto di accettare per sei anni prepara al novantadue raccordo con Amato poi comunque poi
Cullato nel novanta tre
Però oggi per fare discorsi su politiche formative per fare discorsi politiche scolastiche politiche mirabile sviluppo locale per fare discorsi politica di infrastrutture per fare discorsi sul politica del lavoro occorre partenariati
E occorre dell'ultima cosa che dico una nuova statualità un nuovo modo con orgoglio statua
Dice Montino una nella sua assume una sua intervista sull'Europa l'Italia in Europa dice che non può essere accettato né chi parla di intervento statale sia un cattivo tutto il cattivo
Non può essere accettato
Che i grandi problemi siano europei però con le responsabilità siano dei governi nazionali lasciati nudi
Per cui si dice l'occupazione è un problema europeo poi però ci pensino i governi nazionali se i governi nazionali magari vogliono fa una fiscalizzazione degli oneri alla comunità dice non si fa la fiscalizzazione degli oneri per il Mezzogiorno allora
Qualche problemino ci deve essere
C'è un problema di ritorno a una cultura della statualità
Perché vedete noi possiamo sempre vigile che lo Stato nazionale oggi è uno Stato troppo piccolo
Per governare i processi di globalizzazione troppo grande per portare avanti lo sviluppo locale nella cultura Gluck Händel globalizzazione locale insieme in quegli anni
Assumiamo anche dire che l'Europa sta nella stessa situazione
è troppo grande per guidare i processi di sviluppo locale è troppo piccola per creare ere controllare la globalizzazione
Il governo federale americano spende il quaranta per cento del suo del del del suo bilancio per controllare gli shock asimmetrici dei suoi stati interni
Il bilancio comunitario e l'uno per cento del PIL di tutta l'Europa non ci fa niente se arriva uno sciopero arrivano degli shock asimmetrici forte
Quindi questo rapporto di cui noi molto spesso ci spogliamo mi dispiace non ci sia Piero Bassetti che il profeta di queste cose
Della Nardelli potere nazionale per dire secessione di responsabilità ha un potere sovrastato statuale voi IVA né politiche di formazione politica di sviluppo locale le politiche del lavoro le politiche
L'infrastruttura sono quelle che competono ancora ai governi nazionali
Anzi completano a una oligarchia
Nazionale
Dove i governi nazionali devono stare insieme ai governi locali
Perché la Rete delle infrastrutture per esempio di un Nordeste convivono contro un Sud saltata porti interporti fiere non solo da ferrovie ed
Ed autostrade che fatta cioè da strutture che Intek sono una responsabilità locale dalle municipalizzate a richiedere i portelli interporti c'è tutta una
Cultura della gestione politica
Degli interventi che ormai diffuso sul territorio non perché ci siano le Bassanini ma perché c'è questo tipo di realtà
Allora secondo me c'è un problema di poteri nazionali da riprendere in mano da riprendere intermini Poli Arché sì
Accettando il policentrismo dei poteri su interventi che noi dobbiamo fare da riprendere in mano su su con una logica di tipo partecipa otto facendo concertazione partenariato lavorando sul medio termine lavorando sui settori
Capite bene che
Questo riassunto al tornando indietro abbiamo fatto delle di questo rapporto abbiamo presente presentiamo stamattina non è facilissimo come agenda
Perché significa sostanzialmente fare con gli archi e
Che in una logica
Di grande già con forza del partenariato giocando sul medio periodo giocando sui settori
Cosa non fare
Direi che se oggi fossimo presenti in spirito nella né al tavolo della verifica di governo probabilmente un punto dei temi come quelli che abbiamo indicato ho indicato io sarebbero più di difficoltà che di
Che ti di aiuto
Ecco perché che aprono problemi più complessi di un
In una verifica di governo di una possibilità di verifica di governo
Sì al netto negativo stamattina sul Corriere io non mi cito mai ma insomma
Deve sapere che mi è stato tolto solo un'ultima frasetta in cui dicevo per favore
Non non ci parlante di costoro scuola pubblica e politiche ambientali
Perché io ritengo che in questo momento la la da Krizia
Di questo Paese la infatti l'essere entrati in Europa e trovarsi disanima enti di fronte all'Europa forza impreparati
Un momento di enorme responsabilità per tutti noi anche per noi tenerlo
Che abbiamo responsabilità di governo Mullen mandiamo almeno responsabilità di crescita della rappresentanza da promozione all'interno di questa realtà
Io ho finito un il
Il professor Monti
Sarah Connor fino a mezzogiorno mezzogiorno in quanto mai detto se non sbaglio e preferisce non intervenire subito in mente per venire nel corso del dibattito se riusciamo ad esser vero c'è anche alla fine io iscritti a parlare e il dottor Ranieri segretario confederale CGIL dottor Bolaffi capo di gabinetto del ministro affari sociali e dottor Galli direttore ufficio studi dei Confindustria il dottor Lettieri nostro consigliere il dottor Gervaso tra Confcommercio al dottor Patriarca presidente del Formez Sacconi direttore dell'ufficio a Roma chi altro vuole intervenire ma lo fa sapere
Sergio Bruno
Vorrei comunque che gli interventi fossero relativamente concisi abbiamo super Luna ora onore ventinove massimo un'ora e mezzo
L'impossibile
Dibattito quindi pregherei di stare tra i sei e gli otto minuti con cultura squisitamente europee la parola al dottor Ranieri
Ma io parlo di un osso qualcosa delle tematiche della formazione della scuola come elemento essenziale delle politiche di coesione sociale devo dire perché si occupa di queste cose che il rapporto sull'occupazione di Amsterdam
è una consolazione una grossa chance perché
I criteri dell'imprenditoria ripidità della fattibilità della flessibilità
Delle pari opportunità rimandano tutti essenzialmente a interventi di carattere formativo e di miglioramento nella qualità delle risorse umane
Devo dire però che si prova una strana impressione perché erano gli stessi termini
Contenuti all'interno del rapporto di te no cioè una centralità la società che apprende e la centralità dell'apprendimento nei processi di innovazione di coesione sociale
Fa una certa impressione leggerli da soli
Cioè scollegato sino da o una proposta di politica europea in cui rinnovazione alla qualità non sono solo degli uomini e delle donne ma solo dell'insieme del sistema produttivo sono qualità dello sviluppo
Io credo che questa cosa sia un rischio perché isolare eventuali avviliti dalle politiche di crescita e lo sviluppo dalle politiche delle infrastrutture
Cioè per concentrare l'attenzione su queste caratteristiche nel momento in cui non si riafferma la volontà di una politica coordinata di crescita ed incremento della qualità complessiva del tessuto produttivo e di servizi Bergomi rischio
Quello di concentrare solo sull'offerta di lavoro le problematiche dalla crescita occupazionale
Guardate comunque un rischio anche soggettivo molto forte che è quello di come di colpevolizzare i deboli i perdenti
Mi scuserete se racconto un episodio di storia sindacale nossignora operaia tessile
Licenziata nelle liste di mobilità quarantacinque anni dopo aver terza media dopo aver fatto l'operaia tessile per tanto tempo
E andata un corso sulla imprenditorialità sulla nuova sull'imprenditorialità come nuovo autoimprenditorialità come criterio di occupazione fondamentale è tornata in sindacate ma raccontato che mi han detto
Che deve essere creatività imprenditrice di se stessa e avere un'idea vincente alla fine ha chiesto e se non ce l'ho ecco io ok
Brescia un grosso problema concentrare questo solo aspetto e dare l'idea che il problema dell'occupazione sia il problema esclusivo dalla qualità delle risorse umane perché rischia davvero di colpevolizzare i deboli di spostare il rischio dal Veneto
E Little liberati produttive sulla povera gente sulla povera gente di colpevolizzare la povera gente che non riesce ad avere quelle caratteristiche di imprenditorialità di creatività deficit e avvincente che sembrano essere gli unici parametri che la Comunità economica europea pone come parametri fondamentali delle nuove politiche dell'occupazione
Badate bene dico questo come uno assolutamente convinto anche per il lavoro che faccio
Che prova la formazione decisiva e che il problema della qualità delle risorse umane e decisivo e uno convinto che questo sia uno dei fattori di debolezza peggiori del nostro Paese
Se ci fosse stata una Maastricht distruzione che avesse indicato come parametri il numero di laureati che lavorano il numero di diplomati che lavorano negli anni di obbligo scolastico necessari per essere un Paese europeo morì non saremo entrati in Europa
Non saremo entrati in Europa perché da questo punto di vista i nostri parametri su più basso di tutti gli altri Paesi europei
Ma detto che è fondamentale perdendo alzamento della qualità complessiva del sistema guardate bene non solo per questioni dall'offerta di lavoro ad andare a lavorare secondo me anche per le stesse dinamiche dei consumi io credo che una delle ragioni per cui l'impiego delle nuove tecnologie in Italia una delle ragioni non la sola
è un uso di processo non costruzione di nuovi prodotti nuove domande di nuovi servizi anche in un livello culturale medio basso
Di cui invece una domanda è una una offerti innovativa anche produttiva ha bisogno ma detto questo ha detto che è essenziale dei bisogna dire che se vogliamo ricostruire un nesso
Formazione politica del lavoro per dobbiamo riuscirà a costruire anche interventi mirati che mettano la formazione in relazione alle nuove dinamiche di sviluppo
Da questo punto di vista siccome sono convinto come professor De Rita come rapporto del CNEL che lo sviluppo locale è uno strumento decisivo indispensabile per lo sviluppo del Paese
E che il parte Navigli atto che la concertazione fra gli attori sociali a livello locale è una condizione decisiva per la coesione sociale con la più sono uno di quelli che ritiene che se la concertazione continua a essere solo politica dei redditi
E anche non concertazione sull'innalzamento qualitativo del sistema produttivo delle risorse umane ebbe la stessa concertazione rischia di entrare pesantemente in crisi
Sono convinto di questo però registro una cosa che il punto più debole lo registro perché come sindacato intenzionati provare a porci rimedio però c'è bisogno anche una serie di imputi istituzionali importanti che il punto più debole del della della del partenariato abitano locale dei patti territoriali da concertazione territoriale e il bassissimo livello di coinvolgimento delle istituzioni formative all'interno di questi di questi percorsi
Non c'è quasi nessuno università che sia firmataria di patti territoriali di contratti d'area interventi formativi all'interno dello sviluppo locale sono estremamente del allora io ritengo che invece proprio lì l'intervento formativo
L'intervento della ricerca all'intervento di qualità può riaprire un nuovo valore somma quella signora lì secco la signora di cui parlavo prima se inseriti in un contesto in cui ci sono azioni di sviluppo locale mirati bit quella formazione può avere un senso che altrimenti se usata genericamente rischia di non aprire da questo punto di vista non c'è un problema anche per la ridiscussione del nuovo orientamento dei fondi comunitari
Cioè io credo che sia importante costruire un nesso forte frazioni di sviluppo locali e diciamo minimo imponibile di interventi formativi rispetto alle azioni perché questo che caratterizza sua patto per lo sviluppo locale una semplice operazione sul costo del lavoro o se a quell'operazione di forti fertilizzazione culturale del territorio e messa in atto anche di fattori culturali della crescita di quelle realtà Filippo
Grazie a Ranieri Bolaffi
Io
Metterò le mie osservazioni pochissime battute
Anche perché se mi è consentito penso che ragionare sulle questioni che il presidente dell'Inter messo al centro del del il rapporto sulla coesione sociale presuppone
La possibilità di un minimo di libertà intellettuale
Che consente a ciascuno di noi di di non sentirsi chiuso nelle cose in cui lavora giorno per giorno per provare a ragionare quindi a non dover difendere sempre quello che si fa per provare a capire quello che bisognerebbe fare
Allora io partirei da una prima domanda la coesione sociale è un presupposto con un risultato
Io dico è un risultato
E perché l'Italia manca tutti Paesi su tutti i paesi soffrono
Di bassa difficile coesione sociale ma in Italia c'è un surplus i problemi rispetto alla coesione sociale io dico di sì
L'Italia è un Paese se siamo convinti che appunto la coesione sociale è un risultato in un presupposto
Che ha una carenza ormai strutturale su un elemento su un architrave
Dei vari punti che il presidente dell'Inter indica secondo me è la cultura delle classi dirigenti
Le classi dirigenti italiane in un anno la cultura oggi in grado di competere con i problemi posti dalla mondializzazione
Consento
Che
Come direbbero i classici dell'economia appunto ancora mette l'Italia anzi mondiali sì ma dal punto di vista dei presupposti degli elementi fondanti una coesione sociale di fin e secolo stiamo lontani
Tanto che si è
Posso segnalare in questa sede piccolo lapsus
Lo posso fare perché so che il CNEL sempre stato all'avanguardia su questi problemi come si fa discutere di coesione sociale in un rapporto che non cita l'immigrazione
Insomma l'immigrazione insieme all'è uno sicuramente sono i due elementi che cambia in prospettiva di priorità
Ora
Quindi negazione citato soltanto nell'ultimo paragrafo in cui Sindico duecentocinquanta mila lavoratori clandestini nel sommerso e Mezzogiorno
Non è questa l'unica
Ma lo dico semplicemente perché è un problema di cui le classi dirigenti italiani non riescono a fare il conto con un elemento che di modernizzazione micidiale per il Paese
Allora siccome due minuti ancora mi fermo sui propri sui tre elementi indicati nella relazione Wealth fare in strada infrastrutture concertazione
Ecco qui c'è un elemento proprio di crisi i classici di questa distanza tra ciò che la realtà chiede ciò che le classi dirigenti esprimo ma insomma non perché dobbiamo continuare a negare l'evidenza in ugual fra italiano un sistema che penalizza i due elementi fondanti della coesione sociale di un Paese la mobilità cioè i giovani e la famiglia
Poi inutile ce la prendiamo
Questa
O il vero che non si può toccare le pensioni riceve gli elementi però il punto è questo
Mobilità giovani e famiglia sono penalizzati dal nostro Uefa molto di più che negli altri sistemi io
Infrastrutture non aggiungo una battuta quello che ha detto il presidente del
E spaventoso come il sistema diciamo della paralisi via consociazione sei avuto concertazione oggi impedisca di fare qualsiasi consente
Questo non c'è un modello dominante del non fare
Ma non è soltanto il ponte o il passante
Meglio Roma come può esistere coesione sociale in una città in cui figure proprio antropologicamente impensabili in altri Paesi per le tappe la classe sociale sono costrette ad erigere in motorino
Coesione sociale cerchia
Cioè non c'è metropolitana non c'è alcun motorino cioè si privatizza pure la cosa più impossibile del mondo
Perché se non si arriva
Sarà una banale osservazione però secondo me le cose vanno viste per commesso
Concertazione sul modello del mercato del lavoro noi abbiamo lei l'ultimo rapporto CNEL su questo abbiamo un un incremento selvaggio
Del
Work in tour in Italia in in Italia
Continuiamo a sostenere che non si può regolamentare se non in maniera molto marginale i lavori atipici le forme flessibili le forme
Contemporaneamente abbiamo lo sviluppo selvaggio di queste di queste di queste forme d'occupazione
Quindi quel fare infrastrutture e concertazione concertazione zoppa io penso che siano questi gli elementi
Di questa diciamo di questo gas colturale tra i processi economici della mondializzazione tra l'Europa
Tra l'altro lo spostamento verso il mercato di alcuni elementi fondamentali che prima rimane lo stato e i problemi della concertazione Rita
Te Galli
Io condivido la analisi molto preoccupata che ha fatto De Vito
Da economista un po'la tendenza e me ne scuso a semplificare un po'i problemi credo la semplicità mia semplificazione
Come dire
Mi induce indicare quattro questioni centrali per quello che riguarda il Mezzogiorno
Infrastrutture burocrazia criminalità mercato del lavoro ed è su questo quarto punto che vorrei dire qualcosa
I dati che abbiamo a disposizione mostrano che nel mercato del lavoro regolare venuti meno gli sgravi dopo l'accordo Pagliarini Van Miert
Il costo del lavoro lo stesso al sud e al centro nord le piccole differenze che si riscontrano nei dati aggregati sono esclusivamente dovuti a diversità di dimensioni aziendali
A parità di dimensione il costo del lavoro ha lo stesso e addirittura al Sud e più alto che nel Nord Est
Ora reddito per abitante nel Mezzogiorno e il sessanta per cento del centro nord come tutti sappiamo la produttività dell'industria per via della struttura industriale dell'esternalità negative di cui qui si abbiamo ampiamente parlato
Sta sotto quella del centro nord del venti per cento circa
è evidente che la differenza di produttività si riflette in un più basso rendimento dell'investimento è ovvio che le imprese che sono in regola non reggono
Hanno bilanci che sono paurosi che le ed è evidente che in questa situazione le banche o non prestano o fanno sofferenze abbiamo banche impresa moribondo e quelle impresa naturalmente che stanno nella che sono emerse di qui una dimmi anche di qui
Una estensione paurose impressionante intollerabile
Del lavoro nero precarietà mancanza di regole illegalità impossibilità per le imprese sommerse evidentemente ridiventi emergere di quindi di crescere
Il rapporto fra il costo del lavoro regolare il costo del lavoro nero nell'ordine di tre a uno quattro a un questa è una situazione impossibile intollerabile va quanto meno portato a qualcosa come due a uno per cominciare a ragionare di emersione che a mio avviso richiede di operare sia sulla retribuzione sia anche sugli oneri che gravano sul lavoro
E qui io francamente riprendendo uno spunto di verità debbo dire che non comprendo la ratio economica delle decisioni che sono state più volte ribadite l'ultima volta ieri della commissione
La commissione per quello che capisco in base all'articolo mi pare novantadue del trattato deve intervenire per tutelare la concorrenza laddove gli aiuti di Stato distorto che hanno la concorrenza fra paesi membri
Ora se noi al Sud decidiamo di portare la pressione fiscale e contributiva complessiva al livello poniamo del Regno Unito dell'Olanda comunque di un Paese che abbia una pressione fiscale contributiva sulle imprese e sul lavoro più bassa di quella media dell'Italia
Io francamente non riesco a capire perché questo debba distorcere la concorrenza
Non trovo riscontri nella letteratura economica nemmeno in quel più attenta ai problemi della concorrenza diciamo quella della scuola di Chicago che o diciamo che ogni differenza fra Paesi fra Paesi della Comunità di pressione fiscale è illegittima ma non mi pare questa la posizione della commissione e in particolare del commissario Monti e non mi parrebbe corretto in ogni caso oppure non riesco a capire perché
In un'Europa delle Regioni la Regione mezzogiorno una regione ad alta disoccupazione come tra l'altro è previsto in un qualche comma di quello stesso articolo del Trattato sulla concorrenza quando si dice si fa eccezione per regioni
Con un reddito per abitante molto basso con un tasso di disoccupazione eccezionalmente elevato che cosa di più abbiamo bisogno se non di tassi di disoccupazione
Oltre il venti per cento in gran parte del mezzogiorno
Per giustificare quell'intervento
Non capisco nemmeno debbo dire la differenza su cui che viene sottolineata anche nella l'intervento che abbiamo visto ieri della commissione fra aiuto all'esercizio aiuto all'investimento o aiuto ai nuovi posti di lavoro
Ho letto al riguardo i lavori della Commissione le varie prese di posizione
Pubblicate anche sulla Gazzetta Ufficiale debbo dire che questa distinzione non è convincente per molti motivi anzitutto perché un aiuto corrente può sempre essere finanziariamente definito in termini del suo valore attuale come li equivalenti sovvenzioni né ma soprattutto gli aiuti ai nuovi posti di lavoro innanzitutto per così come sono stati consentiti fino adesso
Commissario Monti mi consenta sono del tutto insufficienti durano solo tre anni chi fa un investimento Sacchi dopo tre anni per gli aiuti non ci sono più quegli sconti non ci sono più
Incentivano gli aiuti ai nuovi posti netti
Incentivano ogni forma di elusione evidentemente si chiudono le intese che si riaprono questi incentiva il precariato francamente mi pare che sia una pessima soluzione
Infine vorrei dire che non capisco che cosa differenza ci sia fra una politica che incentiva di nuovi posti è una politica che disincentiva la perdita di vecchi posti
L'industria strutturalmente in Italia in tutto il mondo financo in Korea
Perde posti di lavoro ora se noi vogliamo incentivare l'occupazione in determinate aree ad alta disoccupazione nell'industria la cosa da fare è ridurre il ritmo della perdita dei posti di lavoro naturalmente inattesa che si formino e cercando di stimolare come dire
Creare le condizioni perché si creino nuovi posti di lavoro in altri settori bene
Una un un aiuto all'esercizio che riduca il costo del lavoro a l'effetto di ridurre il ritmo di riduzione dell'occupazione industriale
Faccio fatica a capire quindi alla luce di queste considerazioni economiche insomma quale sia la ratio di quella decisione che secondo me è stata devastante cioè oggi noi della decisione del novantacinque che impose Alitalia di eliminare i differenziali di sgravi defiscalizzazione che secondo me è una decisione che all'origine
è uno dei non sarà l'unico ma è ci chiediamo come mai la situazione nel Mezzogiorno si sia tanto aggravata negli ultimi anni una delle primissime spiegazioni è questa
Ma terminato grazie
Grazie Galli Antonio Lettieri
Io non vorrei che le preoccupazioni sollevate dal presidente De Rita eclettico peraltro condivido completamente qualche sennò accento critico possa essere come dire male interpretato
Il che nella partecipato al dibattito sull'ingresso dell'unione dell'Italia nell'Unione monetaria in modo intenso nel corso degli ultimi anni nel CNEL sono presenti forze sociali
Senza il cui contributo probabilmente l'Italia non sarebbe mai entrata nell'Unione monetaria facendo felici anche alcuni nostri partner d'Oltralpe
Detto questo per chiarimento forse superfluo ai fini del nostro ospite il professor Monti
Vorrei dire che per quanto attiene alla questione sociale mi pare che non ci siano più contrapposizione che qualche volta pure
Si sono viste nel nostro nel dibattito generale in Italia tra micro e macro c'è una complementarietà che viene riconosciuta è considerata necessaria però mentre sappiamo cos'è il micro
Bisogna rifare qualche osservazione sul sulle politiche macro le quale per un verso appartengono alle politiche statali
In qualche altra occasione ho detto che io non condivido l'opinione degli Stati nazionali declinante ieri sulla soglia dalla sparizione gli Stati nazionali hanno funzione da assolvere di tipo nuovo però funzioni importanti
Di di sponda di cerniere di snodo
Tra degli elementi di decentramento e gli elementi i fattori rilevantissimi di sovranazionalità quindi c'è un rapporto con le politiche macro statuali il punto nuovo quale è il punto che io considero assolutamente importante è il rapporto con le politiche macro del livello europeo e sovranazionale
E quindi qui vengono
Le mie incertezze i miei dubbi qua nella politica economica e sociale
Oltre che monetario ovviamente della Unione Europea io so benissimo che c'è una politica economica e so benissimo che c'è un capitolo
Decisioni e letteratura di politica sociale il punto è questo il rapporto fra politiche economiche politiche e sociali
Voglio dire quando si stabilisce che le politiche economiche sono fondamentalmente quella banca centrale o quelle dettato dal Patto di stabilità e quindi le politiche monetarie
Per la stabilità e le politiche di equilibrio del bilancio sono cose comprensibili
Comprensibili per gli italiani soprattutto
L'abbiamo fatto cinque o sei anni di politica di forte impegno di sacrificio insomma tra
C'è bisogno di far la retorica dei sacrifici
Per piegare la nostra inflazione recentemente la Banca d'Italia sui temi di discussione sottolineato che sarebbe stato impossibile con il puro uso delle politiche monetarie conseguire risultati che abbiamo conseguito
Questo vale anche per le politiche di bilancio e quindi non c'è dubbio sul fatto che quegli elementi di stabilità siano considerati danno importanti ma il punto è un altro
L'Unione quel tanto di federalismo che esiste nell'Unione e non è poco se consideriamo la banca centrale ha come obiettivo unico l'obiettivo di controllare l'inflazione
C'è qualcosa che fondamentalmente oggi non preoccupa perché siamo ai livelli acquisiamo e fondamentalmente il principio della parità del Bilancio
C'è un problema di crescita c'è un problema di crescita di questa unione europea è un problema importante giovane economico sociale e politico abbia come riflettuto ricolleghi sul fatto che le classi dirigenti di cui parlava bolas le classi politiche in Europa quando hanno un problema elettorale la prima cosa che fanno è prendono le distanze dall'Europa
Succede un po'da non succede in Italia
Succede quasi in tutti gli altri Paesi in difficoltà
Hanno vengono prese le distanze con maggiori o minori accenti
Perché è un problema molto serio
Ci si chiede in Europa
Qual è l'effetto del del dell'unione cosa ci si può attendere di positivo non soltanto di purga attoriale
Si può vivere passando da un purgatorio all'altro allora questo è un problema siccome non siamo qui per sollevare soltanto problemi la mia tesi che cito soltanto nel titolo e che il problema per l'Unione
Europea
Abbiamo bisogno di politiche economiche complementari di ordine generale
Crescita Investimenti
Tecnologie formazione industria politiche settoriale come tu dicevi presidente e quindi occupazione
Non è accettabile io ritengo del tutto inaccettabile dal punto di vista culturale e politico intellettuale la divisione che si operata tra Amsterdam e Lussemburgo
Quando e poi l'Unione monetaria quando si dice c'è l'Unione monetaria che qualcosa di europeo qualcosa di federalistico tutte la Banca centrale europea ancora più potere di quanto non abbia per esempio l'atteso la preserva e poi c'è la politica dell'occupazione che qualcosa di statuale di cui si occupano gli Stati che è il corrispettivo di una visione ideologica del tutto non condivisibile riflessa nell'intervento del mio amico Ranieri quando si dice all'Empoli avviliti
Parola affascinante in quanto inglese in quanto pronunciato da Tony Blair è il problema dell'occupazione non è vero questo significa che se tutti fossero impropria impiega bene no non ci sarebbe disoccupazione no marce c'è un problema di cresce allora è possibile immaginare che l'obiettivo economico dell'Unione l'obiettivo posso dire di un governo economico ma questo non piace
Ciascuno di al nome che fu un governo economico dell'Europa e stabilità equilibrio
Sì in un ambito ragionevole
Ma questi sono obiettivi strumenti obiettivi intermedi rispetto Cresci
Investimenti competitività occupazione
Allora
Io su insomma europeista di vecchia data interessare però dobbiamo essere attenti insomma noi siamo su una soglia molto importante Europa può diventare qualcosa di politicamente importantissimo o può incorrere in in elementi di crisi ha forse insospettabili per noi ma gli americani tra l'altro fanno le Cassandre
I Freedom anni Sergio Staino
Nun ce l'hanno crisi profonda
Nell'Europa di domani io non ci credo affatto io
Credo e punto sulle potenzialità del virtualità però bisogna che l'Europa di una politica complessiva e quindi ci siano a questi tre cerchi concentrici che partono dal territorio passano attraverso il livello statuale per aver un livello sovranazionale
Credibile
Mi fermo qui grazie grazie ieri Gervasio
Vuole tuttora un contributo questa discussione
Parlando del settore su cui ho più diciamo possibilità di osservazione di visibilità e quello del settore dei servizi dei servizi di mercato
Che
Oggi diciamo
Ospito se vogliamo gran parte
Di quella se vogliamo quella frazione abbastanza grande anche vicino al cinquanta per cento di cui si parlava
Di lavoro che non era un lavoro strutturato nelle grandi e medie imprese però se vogliamo è un lavoro che esiste che viene fornito
Che dà un contributo diciamo sia quello che
Dischi sono gli aggregati macro economici e sia quindi anche i consumi
Ora è chiaro che una parte diciamo di questa di questo magma e talmente da strutturato da essere sommerso da essere marginale
Però c'è una parte che probabilmente una parte sa di una parte statica e che è formata
Da quella folla che va dagli imprenditori di se stessi a dalle microimprese fra quelli di cui si parlava prima che sono costretti a inventarsi un lavoro
Ora
Chiaramente in questo settore in questo diciamo in quest'area ma ne potrei parlare di settore in quest'area che è un'area dei confini
Così poco chiari pagine eccetera
C'è conflittualità sifilide male
Parlare di coesione sociale parlare
Diciamo di quest'area di di queste tensioni che sono sui singoli chiaro c'è uno stridore si sente
D'altra parte questo stato di cose da alcuni esorcizzato
Si pensa che questo potrebbe essere un momento difficile in cui è venuta a crearsi questo fenomeno è sotto i nostri occhi ma che questo fenomeno potrebbe essere destinato a sparire nell'ipotesi di uno sviluppo diciamo economico di tutto il Paese dell'Europa
Beh probabilmente
Probabilmente difficile sperare che possa essere così
La tendenza in atto delle grandi imprese delle imprese strutturate sono quelle di esternalizzare tutto il lavoro che non è strettamente connesso al core business
Quindi le grandi imprese esternalizzano diciamo ad un indotto e ha strutture di servizi che a loro volta esternalizzano quanto esternalizzati che alla fine si arriva
Al fatto che tutte queste imprese nel loro insieme preferiscono
Acquistare servizi
Da unità minime piuttosto che assumere integrare verticalmente
Questa tendenza è una tendenza diciamo che in questo momento sta andando avanti non si vede che possa esserci una a brevi termini diciamo un'inversione quindi noi dovremmo pensare di dover convivere con questo stato di cose
Quindi questo fenomeno va conosciuto va studiato nella sua parte sana
Perché probabilmente ci accorgeremmo che grande parte di questo magma di quest'area
Anche se fatto da microimprese
Che hanno una vita media molto breve nel suo insieme è un qualcosa che è stabile per cui ci sono sì in morti ma ci sono anche in altri quindi mediamente ha una popolazione che ha una popolazione attiva
Se riteniamo che dovremo convivere con questo fenomeno dovremmo cercare di studiarlo di razionalizzarlo
E se è vero che questo dovrà toccare in eredità i nostri figli a molti giovani
Anche la formazione la logica diciamo della coesione sociale a livello locale anche a livello più esteso dovrebbe essere basata sull'esistenza di questi fenomeni sulla razionalizzazione di questi fenomeni
E non sulla loro esorcizza azione
Quindi ritengo
Intanto condividendo diciamo l'analisi del professor De Rita in pieno
Che si debbano utilizzare tutti gli strumenti
Sia a livello centrale che a livello locale che anche a livello sopra all'età all'Europeo per studiare questo fenomeno vederne le peculiarità vedere le condizioni in cui da marginale forse patologico può essere fisiologico in maniera tale da poter modulare tutti quegli interventi
Che siano coerenti e compatibili con il nostro stare in Europa
In primo luogo quello che la formazione che dovrà essere una formazione ad un profilo di vita per rendere civile e abitabile in un certo senso questa
Grazie grazie signor Venanzio patriarca
Solamente alcune annotazioni
Io penso che la vettura che dà il rapporto sembrava
Stamattina il Presidente
Nelle politiche di coesione sociale
Sia
Corretta anche se su alcuni elementi mi sembra
Un po'radicale
In che senso
Io sono convinto che tre questioni sottolinea nel rapporto e cioè questa
Aumento delle difficoltà della gestione del politico visione sociale quindi l'aumento e la divaricazione sociale sia un fenomeno in atto anche se è un fenomeno molto contraddittorio
Se però
Si assume questo punto di riferimento di analisi
Va posta sotto osservazione vanno poste anche otto osservazione scelte e i risultati delle politiche fatte in questi anni nazionali e comunitarie e mi riferisco alle politiche fatte appunto negli anni ottanta e novanta
Quella del quando noi analizziamo
Il dato della coesione economica e sociale
E sottolineano come sottolinea il rapporto che siamo di fronte a processi di divaricazione sociale nuova
Diamo un giudizio molto severo rispetto anche le stesse scelte fatte dalle politiche economiche comunitarie
Ricordiamoci che tre grande come dire scelta fatta negli anni Ottanta e Novanta delle politiche comunitario è stata proprio quella
Di un intervento sulle politiche di coesione come il meccanismo di riequilibrio rispetto alle politiche di stabilizzazione finanziaria
E oggi i risultati in termini di coesione sono dico negativi però contraddittori una qualche riflessione va fatta anche a livello di politiche comunitarie oltre che nazionali
Non è forse questo ad esempio il risultato di aver concepito le politiche di coesione economica e sociale come elemento di riequilibrio delle difficoltà e dei problemi creati dalle politiche di stabilizzazione finanziaria invece che concederle come elemento importante centrale delle politiche di sviluppo economico
In Europa
Insomma probabilmente la prevalenza
Dell'idea
Come dire sostanzialmente liberista che ha caratterizzato la gestione della
Che le politiche comunitarie negli anni passati e cioè quella di porre al centro le politiche di stabilizzazione finanziaria sicuramente elemento centrale ma di vedere le politiche strutturali della coesione come
Ecco un correttivo
Piuttosto che come uno degli elementi centrali a mio avviso è un dato sul quale riflettere
Il secondo elemento riguarda
Diciamo il panorama che descriveva verità rispetto alle
Difficoltà che abbiamo oggi
Io su questo con giudizio leggermente diverso nel senso che noi oggi siamo in una situazione molto complessa perché siamo a un bivio ma guarda le opportunità che ha che abbiamo oggi sono sicuramente molto più rilevante molto più alte
Di quello che avevamo negli anni passati non è vero ad esempio che sul terreno delle politiche della coesione cioè della sul piano della coesione sociale l'aumento della differenziazione sociale
Sia un vizio non posso essere una virtù
Secondo me l'articolazione sociale ed economica che esprime oggi il Paese può essere convertita in una forma di ricchezza in rapporto alle politiche anche di sviluppo e della crescita
Abbiamo proprio bisogno di
Ogni volta di ripetere qual è il mondo del lavoro strutturale garantito e qual è quello invece articolato io non penso che sia possibile un'articolazione dicotomica
All'interno del ad esempio del lavoro dipendente non solo ma diciamo del mondo del lavoro non mi convince una divisione che sia solamente su due grandi articolazione quello che ha garantito a quello che invece
Crescente mente disarticolato come dice il rapporto nel senso che probabilmente noi non siamo di fronte
A un attivazioni figure sociali netta abbiamo un continuum
Di caratterizzazione
Delle sicure sul mercato del lavoro
Che è molto molto contraddittorio al suo interno
E quindi penso che siano sempre
Meno efficaci
Politiche generali politiche uguali per tutti i settori sociali o politico scelte uguali per tutti i territori
Insomma
La il tramonto in qualche modo delle delle
Politiche centrali nazionali intese come politiche globali è uno degli elementi sui quali
Rapporto ci invita a riflettere che condivido di più a patto voi minori proporre
Ad esempio
Io non condivido il giudizio che sentito definito oggi Amico Bolaffi sulla questione del welfare
Non è vero che in Italia c'è un welfare che è stato contro la famiglia
Il problema non è tanto la visione ideologica sulla famiglia
Ma il problema del welfare italiano è stato e che non è oggi all'altezza rispetto a problemi nuovi è stato o come dire derivante proprio dal fatto che è stato un welfare che sosteneva un miscuglio strano
Fra le politiche del lavoro e le politiche per la famiglia perché le politiche del welfare sostanzialmente fondate sul sistema pensionistico e sul l'aumento delle pensioni sono una grande operazione di welfare familistico non certo che si intreccia con il con i meccanismi al mercato del lavoro
Ma in realtà la scelta che si è fatta deliberata negli anni passati sul sistema del welfare italiano è quello di sostenere un sistema di trasferimenti non legati
Alle necessità di promozione sociale di promozione sul mercato del lavoro ma ma mediati tramite un trasferimento alle famiglie che non a caso sono appunto
Il sistema pensionistico somma senza essersi sono finanziati i nonni raccordo per sostenere i nipoti per sostenendo di dentro la famiglia questa è la o gli abusi d'accordo i genitori
Quindi poi certamente non c'è stata una politica del welfare e ha incentivato come dire il sostegno che riguarda ad esempio i figli ma attenzioni in maniera diretta ma in via indiretta sostanzialmente è stato fatto
Ora io penso che quindi il problema ecco sul su questo terreno scelte generali uniformi non valgano più e occorre che anche le politiche nuove
Siano politiche di articoli a molto articolati un ultimo punto
Di osservazione di riflessione
Relativo
Ma dire alle alle pubbliche amministrazioni che qui appunto venivano
Fortemente indicare il problema della burocratizzazione c'era come uno degli elementi di aumento delle differenze cioè sociale eccetera
Devo dire che mi dispiace un po'che il rapporto raccolga una un approccio sui problemi delle pubbliche amministrazioni
Che adesso va per la maggiore che questo della quantificazione del costo per la collettività delle pubbliche amministrazioni e si assume come misura del costo ci sembra qui lavoro appunto fatto la Confindustria su
E si misura il costo del sistema pubblico
Per il Paese in termini di di adempimenti burocratici ore perse cioè cose tutte vere intendiamoci
Però insomma se il problema della valutazione delle nella pubblica amministrazione della loro e del loro ruolo lo riduciamo Stretta
è una valutazione dei costi in termini di ore perse per certificati d'accordo difficile insomma mi sembra
Che siamo su una riflessione attorno e pubblica amministrazione insomma molto regionalistica
Il costo che paga il Paese le zone più meno sviluppate del Paese all'arretratezza delle pubbliche amministrazioni italiane in realtà è molto più alto perché nella nel fatto che le amministrazioni del le zone depresse sono le amministrazioni più depressi termini di capacità di intervento ha determinato buona parte dei problemi legati alla mancato sviluppo di quelle zone
Allora oggi occorre appunto un'articolazione molto più alta molto articolazione d'intervento e Ubi amministrazioni molto più qualitativamente diverso del passato è molto più l'efficacia non credo appunto in politiche generali probabilmente abbiamo
Come dire siamo in terrorizzando un difetto concepire le politiche di sviluppo come si
Come dire come si sono concepite in questi anni le politiche di risanamento finanziario cioè come politiche globali per fare il risanamento finanziario interventi
Sono legati alle grandi politiche centrali
Politiche di bilancio e politiche fiscali
E poi dieci sviluppo non possono essere oggi politiche globali generali Massi filiali hanno bisogno di una capacità di articolazione sul territorio su settori sociali molto alta diciamo la verità in questi anni l'elaborazione sulle anche sulla strumentazione delle politiche di sviluppo è venuta meno perché si è accentrata la riflessione su come si arrivava ad entrare in Europa e non su quali politiche occorreva mettere in piedi non tanto per rimanere in Europa ma per utilizzare questa grande chance che l'unione monetaria e quindi il mercato uniti questo è il problema allora
Politiche generali politiche globali secondo me fanno sempre meno peso c'è bisogno di una pubblica amministrazione di intervento pubblico molto più articolato molto più capillari che faccia della della differenziazione che c'è a livello sociale una ricchezza per l'intervento
E che quindi appunto rinunci a a pensare solamente in termini di Marco politiche ecco per fare questo non abbiamo bisogno di meno pubblica amministrazione abbiamo bisogno di una coppia mista azioni sostanzialmente diversa
E qualitativamente più efficace grazie
Grazie propria perché Maurizio Sacconi
Presidente posso apprezzo moltissimo il lavoro svolto e però dal punto di vista della mia funzione attuale vorrei segnalare in particolare l'utilità di approfondire nel prossimo alla prossima occasione le spinte alla disintegrazione nelle società nazionali quelle dei Paesi industrializzati in modo particolare che provengono dal processo di globalizzazione
Ne ha già ha già detto qualcosa prima Guido Bolaffi con riferimento alle pressioni migratorie a questo riguardo voglio soltanto aggiungere che il ricco la ricorrente considerazione che il immigrati privilegino i bad jobs e con ciò non Crenna un contrasto con i lavoratori italiani superficiale perché in realtà molto spesso i flussi migratori concorrono al ritardo della modernizzazione del Paese alimentano l'economia sommersa
E in qualche modo quindi si pongono in contrasto indiretto esiste un contrasto indirette non solo un contrasto diretto
Nel mercato del lavoro
La questo ovviamente non per
Questo questo sottolinea soprattutto in relazione all'esigenza di utilizzare al Meglio anche nuovi strumenti normativi al fine di governare il filo governare i flussi in funzione di processi di integrazione
Altro elemento certamente dato dalla irrazionalità della finanza o dalla appare dalla razionalità di una finanza globalizzata che appare povere di regole e che induce legittime ansietà
Infine sottolineo le la sensazione che qualcuno competa ricorrendo al dumping sociale una sensazione che tende a crescere basti pensare alla grande emoziona la grande adesione che hanno suscitato ovunque nel mondo la campagna che ne abbiamo lanciato sul lavoro minorile
E alla quale non posso non attribuire anche va il cui successo non posso non attribuire anche questo significato in qualche modo il più visibile o il più emotivo trae i diritti fondamentali del lavoro violati penso al fatto che per esempio nella in Italia una campagna di raccolta di fondi per combattere il lavoro minorile in Pakistan Nepal e Bangladesh nei luoghi di lavoro italiani a raccolse promossa delle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro ha raccolto ho sentito e raccogliere tre miliardi e non posso non pensare che la ragione non sia soltanto quella solidaristica che pure senza dubbio c'è stata ma vi si è anche quella
Connessa a una domanda di fair competition di competizione leale
Precedentemente lo proprio l'organizzazione internazionale del lavoro con la sua conferenza internazionale del lavoro di Ginevra nella sua ottantaseiesimo a sessione è riuscita a produrre
Una dichiarazione solenne dichiarazione di principi che si collega direttamente alla Dichiarazione dei diritti dell'uomo ma da adesso alcuni contenuti più specifici questa di non è centosettantaquattro Paesi membri cioè quasi il plenum delle Nazioni Unite si è impegnato al rispetto di alcuni minimi diritti fondamentali del lavoro
Il processo di globalizzazione dovrebbe quindi e il processo di liberalizzazione degli scambi commerciali dovrebbe quindi accompagnarsi strettamente con il rispetto di alcuni fondamentali diritti dell'ambiente e del lavoro
Questo tipo di questo tipo di pressioni credo che in una società internazionale in una società italiana fortemente coesa tradì tradizionalmente Khoisan meglio mi sento così diritti definirla
Carona cominciato per esempio produrre primi spinte virgole diciamo leggermente protezionistiche le prime proposte di legge relative al controllo delle importazioni le prime
Le le prime reazioni insomma in qualche misura ovviamente da parte dei soggetti più colpiti da coloro che talora anche a torto ritengono che il loro posto di lavoro venga meno perché altrove si produce in modo che conveniente quello stesso giocattolo che prima veniva prodotto in casa sono convinto per esempio che il lavoro minorile francamente distilla abbia un rilevo un peso molto relativo nella Hunter Competition
Ma viene ovviamente percepito come un una ragione di forti episodi fra di forte ingiustizia di forte slealtà nella competizione vale la percezione al di là della quantificazione ragionevole dei volumi produttivi che adesso possono essere possono essere legati insomma questa sottolineatura volevo fare per perché penso che ragioni di disintegrazione
Provenienti da questa dimensione siano crescente grazie grazie Sergio Bruno
Grazie presidente io condivido molti degli interventi che sono stati fatti
A cominciare direi da quello di Vialli laddove denunciava come dire una cattiva filosofia di intervento sulle politiche articolate dal punto di vista industriale e così via
Io trovo anzi che questo vada visto come la punta di un iceberg a e di un equivoco o comunque di una deriva preoccupante che l'Europa sta prendendo mi spiego a mio avviso i tempi sono maturi e l'opzione aperta perché l'Europa si candidi come polo competitivo mondiale
Come polo di sviluppo mondiale
Ora tutto questo è in contraddizione col fatto
Che grazie alla azione di alcune direzioni generali della comunità e grazie alla corte di giustizia si sta a etiche sulla base di principi che riguardano le regole mercato unico si stanno smantellando le politiche Russia e dei Paesi e fin qua poco danno ma lo si sta facendo in assenza di una filosofia di un principio di strategia bracciale industriale europea che ponga l'Europa in condizioni simile a quella degli altri grandi Broli planetari i quali fanno politica commerciale fanno politica industriale
Stesse considerazioni farei per lo sviluppo cioè è inutile come dire forzare e più volte che lo dico questo l'aritmetica semplice di alcune cose
De Rita diceva abbiamo cambiato locomotiva e il tasso di sviluppo due mezzo sta scendendo al due ma chissà e il problema è che tanto fino a quando vi contiamo di oscillazione tra il due e il due e mezzo cioè nell'intorno del tasso di sviluppo e la produttività i problemi dell'occupazione non si affrontano ma non in Italia non si affrontano euro
Se seguendo un attimo Lettieri eseguendo Ranieri canta le indicazioni secondo me molto interessanti volessimo dire qualcosa di positivo dovremmo cominciare a dire i Europa non si farà questa Politt io protagonista fin quando non a Parigi era chiaro che il dilemma è la condizione minima di sviluppo dell'Europa è il cinque per cento perché solo a quei livelli di prospettiva possiamo pensare al riassorbimento della disoccupazione europea
Ora il problema è vedere se è possibile un è possibile a mio avviso è possibile esistono studi a mio avviso che supportano questo ma a una condizione a condizione cioè che l'Europa faccia una politica anche sul piano come dire della concorrenza
Globale molto in spostamento verso settori a diciamo che non ci espongano a una concorrenza a pari con il Sud-Est asiatico o più esattamente la Cina come sta apparendo sempre più chiaro
Come possono discorsi di questo genere che a mio avviso sono quelli che devono attirare la nostra attenzione e devo dire sotto questo profilo a molto del delle il buon uso delle poche risorse globali europei a livello di fondi strutturali sta il nostro Paese segnando stimolando delle delle delle grotte grossi cambiamenti molto spesso sottovalutati ieri c'è stato una un'intera giornata
Di lavoro qui al CNEL che ospita dall'ISFOL di valutazioni fondo sociale che metteva in evidenza come molte cose sono state messe in mora dall'euro però dico non è sufficiente ecco come si concilia questo
Col fatto che in altri tavoli si continua a parlare di flessibilità come problema che risolve le nostre questioni di occupazione questa assolutamente fasullo nella misura in cui si sta parlando di una flessibilità Sciacca
Di quella proprio che si contratta sindacalmente a livello dalla grande industria e così via ma diciamocelo francamente
Un po'di rigidità nel pubblico in Italia e un minimo di rigidità che è rimasta nella grande industria che cioè comunque sta espellendo quindi sta risolvendo alcuni dei suoi problemi da questo punto di vista Fadda ombrello a una balla
Che in Europa siamo troppo rigidi che in Italia in particolare siamo troppo rigidi tutti gli indicatori seri turn over e quant'altro ci mostrano che ormai
Abbiamo superato gran parte di questi problemi ne rimangono ma sono risibili
In Europa ha senso parlare di un altro tipo di flessibilità una festa che deve nobile una flessibilità che basata sulla valorizzazione delle risorse umane non sull'eliminazione di alcuni vincoli minimi
E qua veramente intacchiamo su difficoltà ripeto qua veramente italiani
Per fare questa flessibilità questa valorizzazione direi con flessibilità occorre una capacità di fare che sia organica e questa finora non si è vista cioè che sto molto con Ciampi però in fondo Ciampi ha fa fatto come dire la parte più facile che richiedeva molto prestigio politico intendiamoci ma il taglio ai trasporti ivi compresi i danni te questo sta mostrando di avere penso semplicemente quello che sta succedendo nel campo della ricerca definanziamento la ricerca non è un saper fare costruttivo e organico quando andiamo a discorsi su sei sul post lauream presenti e che nell'approvato un mese io direi io ho parlato col presidente la Commissione presenta la Commissione cinque sei mesi fa disse adesso non c'abbiamo tempo di occuparci dei concorsi ci faremo vivi noi rispetto a un disegno che rendeva il nostro Paese rispetta risorse umane alte master dottorati e così via e mobilità della risorsa umana alta valorizzazione capacità di usare consimile agli altri paesi europei abbiamo affatto rapporti qui sulla Poli dica la ricerca sui distretti abbiamo imparato che non so per dire i centri di servizio tecnico in Germania e soci
Che ha mille contro i cento italiani all'industria di questo saper fare costruire dovremmo sempre più parlato
De Rita faceva riferimento alle politiche settoriali e diceva giustamente i ministri non possono perché c'è un'intera macchina
E qua però bisogna dire un po'di cose fuori dei denti
Cioè a dire i ministri è vero che di fronte alla macchina non ce la fanno ma finora a che cosa hanno fatto ricorso l'apparato a una strategia degli esperti e io direi anche dei riciclati l'esperto singolo
Nato in un posto non può combinare rotta ci vuole una costruzione di istituzioni allora io direi in questo almeno seguiamo voi sapete che sono molto contrario al modello di teoria economica della Banca d'Italia
Che ha fatto la Banca d'Italia coltivati i cervelli migliori nei suoi uffici studi poi fatti anche girare e partita riciclati nel resto del funziona entro e della stessa banca ed è sistema visto che dalla Banca d'Italia vengono gran parte dei vertici di tutti i soggetti che pensano in questo Paese
E queste a un lavoro di strutturazione Time pulsioni istituzionale che basato su una rete normale di funzionari etici e colti allo stesso tempo
E queste cose vanno dette mentre invece ogni volta che si parla di nomine e si va a pescare sostanzialmente nel giro dei salotti nessuno gli ha mai venuto in mente
Di andare a usare cacciatori di teste ma il senso sistematiche organico e costruire in due tre anni almeno di tempo delle strutture di queste cose
Una lancia spezzata un attimo contro un discorso troppo facile di affidamento lo sviluppo locale e con questo concludo
Tanto per cominciare
A io vorrei sottolineare c'è una distanza abissale tra quello che vediamo esperienza storica dei distretti è quello che stiamo vedendo su questi nuovi strumenti patti territoriali
A contrasti dare quanto non per l'idea l'idea va bene
Cioè dall'idea abbiamo stabilito che coordinamento tra impresa e più partenariato a sono una condizione per lo sviluppo
Benissimo sono una condizione necessaria ma certamente non sufficiente perché se andiamo più nel dettaglio e superiamo le etichette
Io non ho trovato esperto particolare che mi abbia detto i patti territoriali sono una cosa qualitativamente belga che funzionerà e così via sono la versione
A fatta la versione ancora incolta di quello che dovevano emulare cioè la parte virtuosa del coordinamento della solidarietà della complementarietà e così via perché per un deficit culturale fondamentalmente non si possono trapiantare le culture dall'oggi al domani non che io rinuncia questa strada per carità mi va benissimo ma non aspettiamoci risultati a breve scadenza
L'altro elemento neri conduce all'inizio del discorso
Finora a livello europeo s'è detto la politica globale quella macchia fondamentalmente serve per la stabilità
E lo sviluppo assicurato a livello locale a mio avviso qua ci può essere una piena contraddizione cioè supponiamo per un attimo
Che lo sviluppo articolate territoriale sia in grado di produrre sviluppo ebbene stiamo attenti perché siamo in presenza di una cultura macro che non distingue tra tasso di sviluppo che non produce inflazione e che la produce
Tant'è vero che si mantiene sempre intorno a quel due due e mezzo per cento che il tasso di sviluppo la produttività un salto deciso verrebbe probabilmente letto a livello macro come un pericolo di inflazione provocherebbe politiche restrittive a livello macro che rischierebbero di uccidere questo
Non ci può essere una spartizione di compiti come dice Lettieri occorre un coordinamento tra i due livelli non sono in contrasto tra loro e non sono due strumenti separati grazie
Grazie terzo io promesso professor Monti di dargli la parola a mezzogiorno perché poi dovrà andar via
Ancora dieci minuti chiederei a al dottor Morvillo Ezio dal professor Maurizio Lecce dottor Bonomi
Se vogliono intervenire su i problemi che sono state in qualche modo toccati stamattina speciali il welfare non è stato toccato mordi Francesco nostro coordinatore Surrender welfare
Mentre Bonomi al nostro coordinatore sui problemi nello sviluppo locale
Si potrebbero avere non più di cinque minuti chiederei Bonomi il caso visto lo sviluppo locale è stato già molto toccando si non ce la facciamo darei la parola Umberto Colombo che l'ha chiesta prima e che quindi credo ne abbia titolo mentre io
Facevo un invito Umberto Colombo chiedeva la parola quindi mi ha diritto Cluj però conto il posso fa no allora cinque del mondo eccetto cinque minuti a Colombo
Se poi qualcuno risparmio minuti nominiamo pure sono grazie presidente
Il rapporto interessante scrive belle una serie di riflessioni sulle quali si è mosso il CNEL
Partirà in quest'ultimo anno io vorrei evidenziare due punti in particolare l'eterno interessanti da sottolineare rispetto alle tematiche che ho visto già sollevate
Uno è quello che la politica di coesione implica sempre
La capacità di sviluppare politiche di redistribuzione
E che è una delle grandi difficoltà che affronta tutta l'economia contemporanea e quella di ripensare i modi della redistribuzione in un contesto di globalizzazione
Come strumenti tradizionali risultava ormai difficilmente per le percorribili
Difficilmente percorribile lo strumento affidato al sindacato per la conquista salariale in un contesto che deve muoversi su altri terreni
E qui quindi cambiano anche le ottiche dell'azione sindacale
Devono cambiare edifici avete percorribile anche lo strumento fiscale commissario Monti escursione sanscrita valutare questo aspetto
E credo che sia interessante vedere altre lente che sono state in parte trascurato nel passato
Quelle legate più a capacità di produrre elementi proprietari fattori di stock in mano ai cittadini in Power menti dei cittadini
Da un lato
E dall'altro un aspetto specifico che riguarda le pensioni anche qui è una tematica sulla quale ho visto di recente impegnato con molto interesse il commissariamo
Da un lato credo che si è fatto insufficiente ricorso nella nostra tradizione europea
Si può far di più prendendo il raffronto con gli americani a politiche che puntino a l'acquisizione di elementi di azionariato di
Diffusione di azionariato di fattori che giochino in modo da determinare elementi connessi con strumenti proprietario
E questo è una tematica più generale che investe
Come dire letti rimesse che possono consentire ai lavoratori di entrare in un ottica Derviski per riprendere alcuni dei temi sollevati nel nel rapporto le tre condizioni istituzionali che possono facilitare questo
Quindi dove ci sia una problema una una tematica di fondo di ripensamento di il quadro base entro il quale muoversi su questo terreno si può andare oltre vecchie vecchie forme di certezza se si creano delle precondizioni per cercare situazione di maggior rischio oggi
Tempo stringe quindi non mi posso dilatare di più facendo una unica questione che attiene al alle alle tensioni
Con la riforma Dini il sistema pensionistico italiano mantiene un un contesto di meccanismo a ripartizione rende più visibile
Il grado di redditività degli e del risparmio effettuato tra i lavoratori e rende precisamente rapportato il l'esito pensionistico al alla parte contributiva questo rende anche più visibile un possibile raffronto che era occultato il meccanismo a ripetizione classici
Perché rende più vistoso è la distanza fra un rendimento
Del risparmio dell'ordine di un due per cento circa rendimenti invece legati ai mercati finanziari che sono nettamente superiori
Nel libro verde sulle pensioni questo tema viene affrontato e sia considera con attenzione ma si viene a dire d'altra parte un passaggio a accentuati elementi ricapitalizzazione oggi appare non proponibile perché innescherebbe elementi di alla ampliamento del debito pubblico quindi Kurt sarebbe contro i parametri di Maastricht
Credo tuttavia che vada considerato il fatto che si tratterebbe di un passaggio da nelle apprendo elementi di opting out possibilità di accelerazione a uno sviluppo di previdenza integrativa attraverso trasferimento di debito pensionistico pregresso informa che vanta una capitalizzazione di un passaggio da un debito implicito da un debito implicito un debito esplicito
Senza innescamento di nuovo debito
Questo sarebbe un fattore che potrebbe essere configurato diversamente colgo molti segni nel dibattito economico internazionale di una riflessione ampia su questo per esempio del Fondo monetario internazionale dove elementi di transizione questo tipo vengono visti come fattori che non vanno computati come debito ordinario ma qualche cosa che è un grosso investimento collettivo
E mi domando se nel nella bisogno che oggi abbiamo i risorse aggiuntive di accelerazione dello sviluppo
Una leva di questo tipo cioè pensare ad accentuare fattori di capitalizzazione nella costruzione di un sistema pensionistico misto attraverso la voce di trasferire parte delle del debito per il mistico in elementi di capitalizzazione non potrebbe essere una cosa da corsi a livello comunitario da ragionare con più paesi che hanno in che hanno tutti i problemi analoghi per rendere più stabili più sicuro
La copertura nel lungo termine del sistema pensionistico con un onere contributivo minore perché a questo punto giocando sulla leva della capitolazione potrebbe essere possibile finanziare il sistema con un onere contributivo più basso
E questo per una tematica non affrontati in un solo Paese tipicamente un ordine dire di riflessioni di carattere comunitario minimi premeva segnalarlo al commissario molte grazie grazie Umberto Colombo
Io ringrazio
Ho apprezzato nel rapporto l'attenzione che si dà alla formazione
Della risorsa umana
E credo che forse ancora maggiore attenzione poteva essere dedicata alla ricerca perché a mio parere formazione professionale e formazione superiore da un lato e ricerca sono le due leve strategiche su cui un paese come il nostro e del resto anche l'intera Europa si deve basare
Siccome sono stati chiamati in causa anche i ministri io volevo
Modestamente osservare
Che il ministro che si occupa di ricerca scientifica e tecnologica in Italia e anche di università oggi sono unite con la Pubblica istruzione l'altro un altro fatto però il chi si occupa di università e di ricerca scientifica si trova in genere sono nel in un governo anche quando questo governo accadesse come nel caso del governo Ciampi in cui io partecipavo uno dei migliori che il Paese abbia mai avuto
Però l'attenzione spasmodica risanamento economico del Paese
E alla sopravvivenza ha fatto premio sulla necessità di investire nelle risorse strategiche per il futuro
E a questo si deve aggiungere che noi abbiamo una Pubblica amministrazione all'interno dei ministeri cosiddetti tecnici in gran parte fatta di gente di buona volontà ma del tutto inadeguata a affrontare i problemi così come dovrebbero essere posti e poi c'è anche l'aspetto della assoluto disprezzo per la continuità nella politica vale a dire io non ho trovato nessuna eredità da raccogliere dal mio predecessore che mia semplicemente Benedetto elettorato sai tutto il meglio rete
Fai da solo senza preoccuparsi di quell'ordine mi sono poi invece premurata di lasciare al mio successore poi ponderose anche credo utili rapporti che sono stati regolarmente cestinate
E quindi quello che è rimasto in vita di un attività di un anno e un mese di lavoro è stato solo quello che non era stato potuto varare in modo irreversibile il resto è stato tutto troncato
Io volevo aggiungere poche cose secondo me
La ricerca e la formazione
Vanno mirate a sostenere le funzioni e i settori nei quali il Paese è forte e nei quali può diventare più forte
Non certo a imitare altri Paesi e cercare di far accorrere una cosiddetta alle in un'anatra zoppa
Poi vanno innestate conoscenze e tecnologie avanzate nei settori tradizionali
Perché quelli sono i settori dove l'Italia eccelle e dove è riuscita a competere nonostante l'alto costo del lavoro
E poi bisogna che l'Italia e l'Europa sic sforzino di
Individuare un numero selezionato di tecnologie critiche per il futuro del dell'Europa e dell'Italia identificando alle in modo realistico e evitando di disperdere i propri sforzi in troppe direzioni
Volevo già che qua Mario Monti dire che secondo me una delle cose che l'Italia dovrebbe fare partecipare molto più attivamente alla ricerca europea e contribuire a rafforzare la ricerca europea
Io ricordo che quando ero ministro dovuto lottare contro i colleghi della Francia Germania e Regno Unito perché avendo una ricerca forte in casa tendevano a deprimere la ricerca europea e viceversa coalizzano dagli altri Paesi si è riusciti a fare molto a fare parecchio di più
E bisogna anche liberarci definitivamente dei vincoli della pre competitività e della sussidiarietà
Quando questi vengono usati in modo distorto perché certe cose è ovvio che l'Europa le può fare solo unità e è inutile che si sprechi Tem pone l'esame di tutto quello che si può fare invece a livello più decentrato perché certe cose vanno fatte top-down mentre altre si possono fare bottom-up
Vorrei anche aggiungere che è importante che l'università e la Ricci e la industria siano più
Unite io ricordo qua all'inizio della carriera professionale
Che i frutti maggiori della ricerca italiana sono stati ottenuti quando la Montecatini ha collaborato con il Politecnico di Milano è venuto fuori un premio Nobel per il professor Natta e la scoperta del polipropilene
Che poteva essere una grande un grande asset che ora purtroppo è stato sprecato per la nostra industrie
Quindi maggiore unione fra università industria e vorrei dire a questo proposito che le imprese italiane mi sembrano quelle grosse particolarmente interessati a ottenere vantaggi
E sgravi e incentivi e questo va tutto bene però spesso nella visione del core business sta oggi si pecca di visione a corto termine mi domando cosa sia il core business di un'industria chimica o di un se energetica se non si fa se non si va a puntare sui nuovi materiali e sulle biotecnologie che vengono invece regolarmente scartate dalle non impresa quindi e degli enti pubblici di ricerca sono allo sbando e credo che le risorse rappresentate da questi enti dovrebbero essere meglio utilizzate
E ci sono a volte delle difficoltà istituzionali
Che si possono superare con degli éscamotage ma anche in questo senso secondo me la flessibilità gioca e ricordo che quando ero presidente dell'Enea abbiamo fatto un grosso sforzo per aiutare il distretto industriale ritratto
A innovare e abbiamo avuto delle grosse difficoltà perché l'ente era tenuto occuparsi solo di Energia e quindi dovevamo giusti gare ogni intervento in materia in chiave energeticamente invece oggi Energia Ambiente innovazione tecnologica sono in profondamente interconnesse
E l'università e ancora infine troppo chiusa in se stessa credo che l'autonomia universitaria dovrebbe servire nel tempo attiva dare iniziative di collaborazione tra università e industria però ancora vedo che prevalgono altri problemi sono all'attenzione piuttosto che quello di contribuire a formare i cittadini del futuro per i problemi che riguarderanno l'Italia nel ventunesimo secolo mi fermo qua per grazie Umberto
Allora con
Lui chiedeva Bonomi di non intervenire nuova parola professor
Ringrazio il presidente De Rita per l'invito a questo dibattito che ho ascoltato
Con grande interesse anche su quei temi che non potrò riprenderà nel mio breve intervento
Il rapporto sulla coesione mi è sembrato un contributo importante di cui ho apprezzato l'impianto con il tema dell'equilibrio in corso di modificazione tra stato e mercato
Rivisto lungo quella che viene chiamata una filiera istituzionale a geometria variabile Europa Stato Regioni municipalità
E anche salvo alcuni
Punti di vista DiVersi
Alcuni di questi di toccherò brevemente mi sono parse significative le quattro linee guida individuate risorse umane infrastrutture processi finanziari rilancio della funzione pubblica
Qualche considerazione Presidente in ordine un posto passo e di questo chiedo scusa
La coesione vista come fattore competitivo ci ha detto in apertura del presidente De Rita
Nel micro e nel macro io credo di essere interamente d'accordo con questo e non è una prospettiva sempre Condi
Isa ma io credo che anche da un punto di vista economico la coesione sia un imperativo è un fattore di competitività
Del resto
La crisi asiatica ci porta tanti problemi e tanti turbamenti ma anche l'occasione di riflettere sul fatto che quello che veniva definito un modello asiatico trionfante
E carico di valori asiatici di cui l'Europa sarebbe stata povera o priva era un modello forse troppo poco basato con la coesione e ha mostrato i suoi limiti
Questo non credo debba troppo tranquillizzare l'Europa la quale ha bisogno di profonde ristrutturazioni nei suoi modi di essere coesa ma fa comunque riflettere
Mi sembra però che la coesione possano che diventare facilmente un fattore di perdita di competitività oltre che un fattore positivo di competitività
A mio parere tutto dipende dal confine sottile tra la coesione
E la coesione a carico di altri
Mi sembra che l'Italia in molte fasi abbiamo avuto una coesione in sé apprezzabile ma che mostrava nel momento o ha mostrato nel tempo di essere a carico di altri
Così come in molte fasi in cui la pace sociale in fabbrica veniva conseguita scaricando oneri su esclusi
Così come quando la coesione a livello macro è stata tante volte così avvenuto negli anni settanta e ottanta
Ottenuta a carico degli italiani di oggi dei giovani italiani di oggi attraverso oneri sul bilancio pubblico
Ecco quindi in questi casi credo che la coesione sia stata un fattore sottile e corrosivo di perdita di competitività
Il che poi ha richiesto certe operazioni di recupero di competitività che loro possono avere determinato una
Temporanea almeno l'accelerazione della coesione
E qui credo che si ponga anche un interrogativo al quale evidentemente non sono in grado di dare risposta
Se
In qualche caso sia opportuno valutare la coesione appunto su un arco temporale più più lungo per esempio la storia del Regno Unito negli ultimi vent'anni è una storia il cui punto terminale oggi dal punto di vista economico viene considerato tutto sto soddisfacente con una crescita relativamente elevata un'occupazione relativamente elevata e anche un'attenzione rinnovata agli equilibri e alla coesione sociale
E che partiva però da una situazione vent'anni fa che ha richiesto una fase che è stata tutto il contrario della coesione
Mi domando se nella storia dei vari Paesi
Non si determinano situazioni e non so se l'Italia si trova in questa situazione in cui per avere più coesione sostenibile a termine sia necessaria una fase un po'più brutale di eradicazione di incrostazioni formate sì il non passato lungo
Nel articolo di questa mattina di verità che riprende temi del rapporto ci sono due punti che vorrei brevemente commentare che egli stesso ha ripreso
Uno è sul
Sui limiti insomma rischi potremo chiamare i limiti del pensiero unico io devo dire trovandomi in questa fase avesse del gestore del mercato unico sono però perfettamente consapevole dei limiti del pensiero unico che alcun mi associano al mercato unico e un limite di tutto questo è quello che individua De Rita i meccanismi automatici del mercato non creano non creano lavoro certo ma se non vogliamo essere troppo en fait al verso il mercato dobbiamo anche chiederci è possibile aspettarsi che i meccanismi del mercato creino lavoro ora che questi meccanismi vengono rispettati ma dopo decenni in cui sono stati turbati e violentati un po'più di mercato oggi nel Mezzogiorno quanto te che credo sia in corso quanto tempo richiederà per dare
Crescita e lavoro in una parte del sistema economico che forse ancora più di altre ha sperimentato per decenni una economia di non mercato
L'altro punto che mi piace ritmi ricordare nell'articolo di verità
Il riferimento alla spinta o la condanna crescente a fidarsi solo di se stessi per il proprio lavoro elemento che in questo contesto viene presentato come negativo
Di nuovo dobbiamo secondo me chiederci se non ci sia anche qualche connotato positivo in questo e se sempre vendono prospettiva lunga nel passato il nostro sistema come altri in Europa non sia stato un po'penalizzato per il fatto che poco o niente alle persone si fidavano disse per il proprio lavoro e sì aspettavano in realtà la da altri in particolare dai pubblici poteri questo risultato
Questo nostro dibattito avviene in un momento in cui la fase del del dopo Maastricht alla quale molti interventi si sono riferiti è arrivata più rapidamente e più pesantemente del previsto
Una mera capitato di esprimere nell'autunno dell'anno scorso una preoccupazione
Circa il dopo allora auspicato successivamente verificato se l'ingresso dell'Italia nella moneta unica
Vedevo il problema in due sue componenti la attenzione che inevitabilmente si sarebbe dovuta a dare molto più che in passato al tema dell'occupazione e della competitività e competitività più dura nel nel biliardo più scorrevole del mercato unico con moneta unica e il venir meno almeno in apparenza del vincolo esterno
In effetti molto più rapidamente del del previsto il sistema delle decisioni all'interno del Paese s'
Sembra aver sofferto della mancata pressione acuta da vincolo esterno è impressionante vedere quante
Un'altra Maastricht sono state invocate si è parlato di una Maastricht per la pubblica amministrazione una Maastricht per i Comuni una Maastricht la giustizia una Maastricht per l'istruzione quindi quel mostro dal quale in fondo ci si era appena liberati avendolo conquistato
Ha creato una sorta di horror vacui per cui si vorrebbe una sua proliferazione in tutti diversi campi
Forse perché se noi facciamo la vivisezione di Maastricht ci sono dentro in quel meccanismo al di là degli oggetti su cui di volta in la possano insistere nella Maastricht storicamente verificatosi ci sono dentro delle cose che non sono tradizionalmente abbondanti nella cultura italiana forse per il modo in cui si dà attenzione alla coesione in Italia cioè Maastricht fatto di senso della scadenza della cifra
E della sanzione
Non necessariamente una sanzione giuridica o un'esclusione da qualcosa ma e in Italia si è molto sensibile lo si è anche in altri Paesi ma in Italia mi pare di più
Anche solo al giudizio purché sia un giudizio che venga da fuori da qualcuno
Che magari di volta in volta si può criticare ma che viene ritenuto al di fuori se non al di sopra delle parti quindi credo che il problema sia quello di creare
All'interno del paese meccanismi in qualche modo sostitutivi di questi connotati che hanno reso Maastricht funzionante
E qui mi ritrovo abbastanza in linea con
Persino terminologie cosa che tirandomi capita scusate dal presidente dell'iter perché ha parlato di medio termine non ha credo osato parlare di programmazione ma io parlerei anche di programmazione nel senso che si tratterebbe io credo di dare maggiore articolazione scadenze precisione di modalità di verifica e di tempi
A cose che peraltro mi sembrano in modo frammentario in corso negli ultimi negli ultimi tempi riforme strutturali dei mercati si sono fatti passi coraggiosi per quanto riguarda il commercio
Altri passi di nuovo un po'sotto l'impulso europeo sono adesso in corso e determinano le reazioni che ci si poteva attendere per quanto riguarda gli ordini professionali
Ma cose relative a riforme strutturali dei singoli mercati al capitale umano alle infrastrutture probabilmente avrebbero bisogno di essere versate in una sorta di programma
Organico che fosse il contrario naturalmente di un libro dei sogni che assomigliasse invece a Maastricht come creazione di imbarazzi ha termini precisi e ben definiti in caso di non pieno adempimento
Solo che credo che occorra mix di liberalizzazione
Rivolta l'occupazione e programmazione e sono tre termini
Che le singole forze politiche italiane non hanno nessuna congiuntamente nella proprio patrimonio genetico qualcuna non ha nessuno di questi tre termini magari ma non mi sembra che sia nessuna che lei abbia tutti e tre invece
E invece occorrerebbero
Voglio anzi devo riferirmi un momento alla considerazione
Che ha fatto il il dottor Galli occorrerebbe un'occasione di discussione ad hoc evidentemente per percorrere la logica economica e giuridica
Comunitaria che ispira il trattamento degli aiuti di Stato
Parte tradizionale e le parti più nuove come il Codice di condotta in materia di fiscalità a titolo di esempio faccio solo un riferimento Schiele Galli ma perché l'Italia del sud non può essere portata a livello di pressione fiscale del Regno Unito dell'Irlanda visto che si va verso un'Europa delle Regioni
Che si va verso un'Europa delle Regioni ma con bilanci che sono essenzialmente statali e non regionali
Quello che non si ritiene coerente con un mercato unico fondato sulla concorrenza e sul level playing field
è che mentre va bene se è uno Stato riesce attenere bassa la sua pressione fiscale generalizzata si ritiene che vada meno bene se le le fiches delle agevolazioni
O della riduzione della pressione fiscale sono collocate su un particolare settore o su una particolare regione non a caso a seguito dell'introduzione del Codice di condotta
E della maggiore attenzione a questi fenomeni se prendiamo il caso dell'Irlanda chi li lei i due schemi fiscali
Che vanno al di là di una pressione fiscale è generalmente bassa in Irlanda e cioè la bassezza particolare per l'industria manifatturiera
E Ida blindo Hawks le agevolazioni per il settore finanziario Dublino sono adesso oggetto su un arco di tempo di smantellamento
Ma al di là di queste della della logica che qualche altra occasione si potrebbe approfondire di più devo dire mi sono mi sorprende un poche
Un economista di valore come Galli che anche osservatore dei processi politici italiani sembri realmente non era sua intenzione ma quando dice gli aiuti di Stato potrebbero essere anche rivolti a ridurre il ritmo della perdita di posti di lavoro ecco io mi mi chiedo non è questa un incubo impostazione insieme alla critica rivolta alla posizione espressa dalla Commissione in questi giorni non è questa un'asta
Una posizione che aprirebbe la strada a un'accettazione abbastanza generale
Degli aiuti di Stato quando si ritiene che lo sforzo che l'Europa deve ancora fare di ridurli non ti aumentarli
Non è una strada che allenterebbe la pressione alla soluzione in sede reale dei problemi reali per esempio nel caso del mezzogiorno e non è una strada che porrebbe
Maggiori oneri sul sul bilancio pubblico forse un altro riferimento che vorrei fare in risposta a cose se ascoltate
è quello in riferimento all'intervento di Sergio Bruno l'Europa dovrebbe proporsi di essere un polo competitivo nel mondo l'Europa se lo propone è lontana dall'avere conseguito il risultato ma se lo propone questo è l'obiettivo io credo che bisognerebbe fare cose che sono solo timidamente iniziate come riconsiderare la politica agricola comune invece dedicare Umberto Colombo più risorse e meglio organizzate alla ricerca ma le cose fatte in questi anni dall'Europa e le cose in corso
Mi sembra che vadano nella direzione di accrescere la competitività dell'economia europea Bruno dice si stanno smantellando le politiche industriali degli star che attraverso la politica comunitaria della concorrenza e degli aiuti di Stato è vero ha intanto si è creato e si sta perfezionando un mercato unico
Giù giù fino alla recente adozione della direttiva sui brevetti con tutte le tutele etiche del caso per lei invenzioni biotecnologiche che consentono all'industria europea di giocare su un terreno molto più ampio
E per la competitività dell'industria europea la riduzione dell'inflazione dei disavanzi pubblici dei tassi di interesse tutte cose che questa Europa portato
Sono forse meno importanti di qualche paletto posto agli aiuti di Stato io non lo credo e per la competitività dell'industria
La avere la marca Tissi ma flessione di costi di produzione che è derivata per esempio dalla liberalizzazione dell'arte fonia o delle linee aeree sono dovute al mercato unico credo che siano fattori da prendere in considerazione l'ultima
Osservazione presidente che vorrei fare con riferimento a diversi spunti che sono venuti che in gran parte condivido sulla governo economico dell'Europa
Vorrei che fosse chiaro che almeno nella Commissione europea siamo consapevoli della insufficienza di politiche puramente macroeconomiche che pure hanno avuto e stanno avendo il loro meriti
E un po'per volta si sta creando si sta creando c'è molta gente fissa
Nel magnetismo del libro bianco da loro costruzione intellettuale di grande pregio straordinariamente priva di meccanismi link e mentre azione mentre si sta lavorando per creare questi meccanismi di attuazione e le singole tessere un po'silenziosamente
Del del mosaico del governo dell'economia a livello europeo si stanno mettendo in opera con quella delicatezza
Della non conclamata Sion è perché se no molti stati membri sarebbero risolutamente contrari ma il monitoraggio sui piani nazionali dell'occupazione per esempio
Il monitoraggio che in queste settimane inizia a livello comunitario sulle riforme nazionali nei mercati dei prodotti e dei servizi insomma tutte queste cose fanno sì che l'occhio
Della Commissione e degli altri quattordici Stati membri sempre di più pene tre era su ciò che internamente ciascun stato membro fa dal punto di vista delle politiche reali in questo quadro la mia ultimissima notazione riguarda ciò che è stato detto che
Non possono
Circa lo lo squilibrio tra la politica dell'occupazione no proprio De Rita ha detto l'Europa dice l'occupazione è un problema europeo ma ci pensino gli Stati nazionali
Ecco qui la situazione attuale mi sembra che sia che gli Stati nazionali sono sempre più desiderosi di affermare cioè la responsabilità europea sul tema occupazione e l'hanno fatto con un apposito capitolo nel trattato di Amsterdam
Il problema è che quegli strumenti che serva o no per condurre anche a livello europeo una politica d'occupazione
Rimangono in gran parte nelle mani degli Stati nazionali faccio solo l'esempio della fiscalità dove si registrano progressi ma con difficoltà e lentezza perché vige ancora la regola dell'unanimità alla quale gli Stati nazionali
Non vogliono rinunciare e quindi c'è loro lo squilibrio in questa fase storica tra la domanda di intervento dell'Europa per risolvere l'occupazione e la riluttanza a dare all'Europa gli strumenti per farlo Italia si trova in una fortunata situazione di eccezione credo dov'ad essere ulteriormente coltivata essendo l'unico grande Paese europeo che ha un'opinione pubblica favorevole
Finché dura
Ha più integrazione e non a meno integrazione favorevole a perdere qualche prerogativa a favore di Brussel ecco l'Italia che col suo risanamento ben in corso e qui indìco maggiore prestigio ai tavoli europei può portare questa tesi credo che possa contribuire molto a rendere praticabili davvero sul piano europeo quelle politiche per una maggiore occupazione
Che poi credo siano essenziali anche per la coesione che è il tema che ci ha per l'appunto uniti in questa mattina
Allora
Abbiamo chiuso questa riflessione collettiva ringrazio molto Mario Monti deve essere stato qui con noi questa mattina l'unica riflessione di sintesi lo posso fare queste il modo in cui progressivamente dall'anno scorso in poi
Stiamo affrontando i problemi della coesione anche la quarta commissione presieduta dal sei un modo sempre meno legato al provincialismo
Ippico con cui l'Italia ha vissuto alcuni anni la sua coesione sociale è un tentativo di avvicinarsi culture politiche europee senza distinzioni fra pensieri unici o meno speriamo di potercela fare nera anche ancora su questa strada nei prossimi anni grazie voi manager