Interviste realizzate a margine del III Meeting internazionale sul problema della tossicodipendenza organizzato dalla Rainbow - International Association Against Drugs

Il radicale qui a San Patrignano a due passi da Rini siamo al microfono con il professor Ivo Colozzi docenti Sociologia all'Università di Bologna professor Colozzi volevo domandare lei è qui a parlare del no profit est terzo settore una domanda su quello che poi si è risultato essere il punto centrale un po'del vostro dibattito e c'è la relazione che ci deve essere tra il terzo settore il settore non profit e lo stato lei ha detto che attualmente in Italia
C'è un un rapporto innanzitutto di autorità con questa autorità lei spiega che lo stato in qualche modo tende a trasformare il terzo settore in burocrazia ce lo può spiegare poche parole nel senso che ad esempio in moltissimi casi lo stato
In un ciak alla funzione gestionale che viene affidata ad organizzazioni non profit organizzazioni del terzo settore ma su un progetto di intervento che è già stato definito a livello pubblico a questo punto il terzo settore assolvono Volo puramente esecutivo con lo scopo di ridurre i costi non c'è più nessuna originalità nessuna diversità viene meno quello spirito di innovazione e anche di risposta dalla comuni tale che aveva caratterizzato la nascita d'esempio del volontariato delle cooperative sociali fra la fra la fine degli anni sessanta e la metà degli anni settanta in questo senso è il braccio esecutivo e a questo punto è chiaro che per poter realizza esecutivamente un servizio bisogna seguire certe regole certe procedure una certa divisione dei compiti e del lavoro cioè essere una burocrazia
Secondo relazione che l'ha individuato tra stato terzo settore quello dello scambio c'è l'inserimento di il terzo settore in un mercato il mercato con la regola dell'appalto della convenzione e questo per lei il
Lo vede criticamente parla anche di snaturamento del terzo settore e come mai sì non
Be per lo strumento in sé perché appunto sicuramente rapporto di convenzione un rapporto da superare il fatto di essere basato sulla discrezionalità politica la convenzione espone il terzo settore continuamente al ricatto della politica quel ricatto ideologico che molti hanno testimoniato anche oggi nei loro interventi se non sono di quell'opinione se non vado stranamente non ho più l'affitto che l'tutto e mi portano via perfino la casa dopo dieci mesi quindi e bisogna superare la convenzione
Il contratto in auto o l'appalto è un modo di superare la convenzione si chiede si presentano gli elementi di un ma di una di un appunto di un servizio e si chiede ai soggetti interessati rintervenire facendo la migliore offerta come principio questo è un principio che è stato adottato per la prima volta in Inghilterra sotto i governi Thatcher va benissimo è la modalità attraverso cui il lo stato italiano lo ha cominciato a sperimenta aree che non è adeguata perché perché costringe il terzo set le i soggetti di terzo settore che vogliono partecipare ad una gara al ribasso per la riduzione dei costi che tende a produrre intanto un ma non attenzione alla qualità e soprattutto un ad introdurre fra i soggetti del terzo settore un modello di concorrenza che il modello tipico del mercato selvaggio del mercato liberali in questo modo si snatura la stessa logica di compartecipazione di condivisione di reciprocità chi era culturalmente il fondamento nel terzo Rettore un organismo di terzo settore che comincia concepire siccome impresa concorrenziale e che vede gli altri soggetti come nemici né in questa lotta per la concorrenza è già un soggetto del Mercy atto Smith piano non è più un un soggetto innovativo diverso cioè il rischio paradossalmente lo Stato trasforma un soggetto solidaristico in un'impresa economica concorrenziale quindi corista sì però
A volte
Almeno quella sera economica dice che la concorrenza è vero era abbassa il prezzo ma se nel contratto d'appalto si potesse servire anche delle cose di qualità sarebbe positivo perfetto infatti il problema è come si fa quella
Modalità attraverso cui si realizza queste se essi vengono inserite delle clausole di qualità e soprattutto la concorrenza non è una voglio dire io sono
Per un modello ancora dive suo rispetto al contratto in house cioè nel senso che ritengo più valido un modello di sussidiarietà però posto che non si voglia andare in questa direzione quanto meno correggere amo il modello del contratti in auto introducendo quelle clausole che consentono alla concorrenza di essere una una concorrenza sul sul modo migliore di fare e non al ribasso
Senta un'ultima battuta professor Colozzi siamo a San Patrignano che noto per come comunità di recupero di tossicodipendenti e quindi una domanda sulla droga le rivolgo lei è professore docenti Sociologia in questi giorni peraltro ci sono è stato Marco Pannella è stato condannato a un motto fra quattro mesi di reclusione poi è un po'variata la cosa il tredici ottobre ci sarà ancora un processo per una disobbedienza civile simile a quella fatta a Marco Pannella
Si ripropone il il tema della legalizzazione delle droghe leggere ma in generale tutte le droghe è una sua opinione ma io sostanzialmente sono con tre
Mario perché ritengo che la libertà di drogarsi sia una libertà negativa detto qui cioè non una libertà come possibilità di realizzare un progetto ma come la libertà di rinuncia are alla progettualità e quindi di rinuncia aree alla propria soggettività sociale detto questo quindi detto che sono contrario alla liberalizzazione delle droghe vecchia Caro che non la risposta al problema non è la Costituzione il carcere questo è un altro aspetto del problema e allora si tratta di individuare delle politiche che tendano a scoraggia are questo atteggiamento ma qui agli amo a tutto il tema della prevenzione e dell'educazione che è il vero tema su cui la società italiana sta crollando la sempre rinviata riforma della scuola sempre rinviata nel agli sempre rinviato affronto del problema dei giovani
Nella sua complessità e tutte le politiche di prevenzione di aiuto per i giovani ecco è l'assenza di tutto questo che fa scandalo in questo Paese sette per quanto riguarda invece il lato pratico diciamo della dell'idea antiproibizionista cioè il fatto
E il provincialismo meno male o grandi risultati ora non è che l'abbia ottenuti
Ma
Certamente perché non è non si è collegato a nessuna non io ho appena scritto un libro insieme a un collega il professor Donati che si intitola giovani e generazioni la difficoltà di crescere in una società eticamente neutre quello che sta emergendo è che questi giovani non si sente un interpellati dalla Gene l'azione adulta ad assumersi delle responsabilità cioè non sentono una proposta in termini positivi che l'interpelli e li spinga ad assumersi delle responsabilità e quindi a diventare a loro volta una generazione di protagonisti e Sereni antiproibizionisti in una situazione di questo genere inevitabilmente porta i giovani alla trasgressione cioè a non accettare la proibizione è il fatto che la proibizione della droga non sia accompagnata ad una politica positiva di proposta ai giovani non in termini dei va ore in mora estate buoni non ma di assunzione di responsabilità in quanto generazione per il futuro di questa società cioè nessuno realmente in questa società crede nei giovani è per questo che non ha senso
Che i giovani non accettano che queste l'l'antiproibizionismo perché non lo vedono come una preoccupazione reale per loro ma come un modo per ridurre il disordine per mantenere un maggior ordine una maggior pulizia delle strade e un maggiore inserimento lavorativo nel senso peggiore del tennis c'è un
Modello sociale che a loro non dice nulla e che non li accoglie che vedono che non li accoglie non gli dà lavoro non gli dà risorse gli dà un'istruzione che possano essere spesa perché dovrebbero rispettare una società come questa grazie professore
Dovranno
Radio radicale sempre da San Patrignano nostro microfono professor Stefano Zamagni docente di economia politica all'messa di Bologna professore qualche giorno fa sul Sole ventiquattro Ore un articolo di un membro la commissione Antitrust preoccupato
La presunta invasione del settore non profit ad anni con come come concorrenza ai danni delle imprese specialmente nelle imprese piccole e artigiane reale questa preoccupazione reale sta possibilità ecco in effetti l'arte
I colloqui lei fa riferimento riprende e riproduce un sentimento largamente diffuso negli ambienti della piccola impresa e dell'impresa artigianale italiana e e le organizzazione di categoria già nei mesi ossia avevano rappresentato la medesima preoccupazione a me personalmente e come presidente della commissione ministeriale e anche ad altri soggetti del
Medesimo governo la dunque reale o no la preoccupazione e in punto direi per risponde dire questo che non c'è ancora una chiara percezione della Ru
Pollo impositivo che le organizzazioni non profit e possono svolgere in un Paese come il nostro allora la preoccupazione deriva dalla seguente considerazione poi che si dice queste organizzazioni beneficeranno con la nuova legge che sta per andare per essere approvata di esenzioni fiscali di detassazioni varie e così via tutte forme che abbasseranno i costi di produzione la preoccupazione dicevo e che così facendo si mette in moto un meccanismo di Crowd incauto cioè di Spiazzi mento nei confronti delle altre imprese allora la mia questa considerazione di per sé ha un fondamento dico però che la preoccupazione nonna come dire non è giustificata sia sotto il profilo quantitativo che sotto il profilo qualitativo prima di tutto perché in ogni caso e se si vuol fare un discorso di analisi dei costi dobbiamo riconoscere da un la tori conosciamo che queste organizzazioni beneficeranno di sgravi eccetera eccetera dall'altro dobbiamo anche riconoscere che queste a queste organizzazioni è impedita la ricerca di finanziamenti sul mercato dei capitali o del sistema Cario come invece concesso alle imprese private quindi le imprese private hanno un minor costo nell'ottenimento di credito rispetto a quel non profit e viceversa sull'altro quindici vogliamo ragionare sotto il profilo Lanari sì dei costi i due e due componenti si compensano anzi si compensano a favore delle imprese privata piuttosto che delle organizzazioni non profit sotto il profilo invece qualitativo bisogna non vedo io questa preoccupazione per la semplice ragione che is
Tori dove tendono ad operare queste organizzazioni cosiddette non profit non sono quelli che riguardano lì imprese private soprattutto quelle artigianali o di piccola dimensione quindi sollevare una preoccupazione di questo tipo a mio modo divide anche se in astratto può ha un fondamento non serve alla come dire alla a buona riuscita di questo i Terzo di una legge che pur avendo molti difetti e rappresenta ciononostante un punto di svolta importante nella come dire storie dalla società civile di questo Paese
Nata nel confronto dei costi fra il mille in Premier no profit il terzo settore e le imprese private
Piccole
Compreso anche il costo del lavoro che sembra nettamente a vantaggio delle prime
L'esatto questa è un altro campo in cui è necessario intervenire in via legislativa attraverso mediante una legge cosiddetta giuslavoristica di diritto del lavoro che però non rientri in questa legge di cui si è parlato poc'anzi perché quest'ultima ex soltanto una legge fiscale il fatto è che nel nostro Paese a differenza di quanto avviene negli altri Paesi sono normate solo due fattispecie di lavoro il lavoro autonomo e lavori indipendente mentre come ormai sappiamo sta crescendo una terza tipologia di lavoro
è il cosiddetto lavoro associato di soggetti cioè che non sono né dipendenti né autonomia e tipicamente il lavoro che viene svolto all'interno di cooperative sociali di cooperative di organizzazioni di volontariato e così via
Allora è evidente che noi dobbiamo con urgenza mettere mano ad una legge di questo tipo perché diversamente Secret e vanno i problemi cui le altre scoppierà anni problemi cui lei ha fatto riferimento poc'anzi e cioè dire il sindacato da un lato pretenderà Chechi lavori in quest'organizzazione abbia la stessa copertura o la stessa diciamo normativo di copertura del lavoratore dipendente ma dall'altra quest'organizzazione rispondono che così facendo non potranno però mai rimanere sul mercato o in grado di competere con i soggetti privati ecco perché urgente arrivare a dei lire delle norme che ovviamente devono tutelare chi lavora però dobbiamo anche capire che ormai le forme del o le tipologie di lavoro non sono più quelle tradizionali del lavoro o di più
Un dente il lavoro di fabbrica per intenderci o il lavoro appunto autonomo la via d'uscita non può che essere in una accelerazione del processo di legiferazione su questo fronte
Grazie al professor Stefano Zamagni
A San Patrignano vicino Rimini Carlo Valli salici per radio radicale