Buona notizia il calo dell'inflazione, avvenuta peraltro senza provocare una recessione come paventato da alcuni economisti.
A causare l'alto livello di inflazione sono stati gli effetti dell'epidemia Covid, il rialzo del costo dell'energia dovuto alla guerra e la connessa interruzione delle catene di valore.
La politiche monetarie restrittive, a differenza che in passato, non hanno provocato crollo della produzione e l'occupazione ha continuato a crescere.
Tuttavia le prospettive di crescita nel mondo restano incerte … secondo Fmi e Banca Mondiale: la media si attesterebbe intorno al 3 per cento, registrando così un record storico negativo rispetto ai primi due decenni di questo secolo.
Restano forti le asimmetrie nella crescita economica tra Usa ed Europa.
E all'interno della zona Euro, alcuni Paesi, fra cui l'Italia, hanno prospettive di crescita particolarmente deboli.
Le cause della debolezza: la forte frenata dell'economia cinese, alle prese con la crisi del mercato immobiliare.
E la minaccia di misure protezionistiche che arrivano dagli Usa, in particolare con una presidenza Trump.
Covid, guerra e spese per la Difesa hanno fatto lievitare il questi anni la spesa pubblica: il Fmi stima che a fine 2030 il totale dello stock del debito mondiale equivarrà a quanto si sarà prodotto, al Pil mondiale.
L'Italia è tra i Paesi 'con febbre alta' da debito, insieme ad altri come Grecia e Francia: la spesa pubblica va riqualificata, non dev'essere oggetto di tagli rozzi.
Una riqualificazione è necessaria, in modo che venga dirotatta su investimenti e spesa sociale, limitando la spesa corrente.
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