Presentazione de “La guerra dei giornalisti. A Gaza, in Israele e in Palestina”. Il nuovo podcast di Altreconomia sui reporter sotto attacco. Un anno dopo il 7 ottobre

Allora intanto scusate e per il ritardo però la colpa non è voluttà cioè nel senso che Roma bloccata
Direttore e Altreconomia
Dice Facchini arrivato ora perché stamattina Otto e mezzo che era fermo a Orvieto
Insomma forse siamo faceva venire a piedi che anziché in treno
E quindi iniziamo subito perché diciamo come parlamentare il suo fatto promotore di questa iniziativa che poi darò la parola ovviamente ai Previti ospiti perché già anche in passato in particolare sul tema sulla questione riguardante e palestinesi Medioriente in generale abbiamo già fatto delle iniziative diciamo in merito vorrei ricordare che in sala zuccheri
All'inizio di questa legislatura facemmo un convegno diciamo di carattere internazionale sul i diritti umani diciamo Palestina con Francesca Albanese c'è riteniamo ovviamente che di seguire quotidianamente la nostra posizione è chiara ovviamente
Su quello che pensiamo rispetto a quello che sta facendo
Il governo ho dichiarato anche l'altro giorno criminali diventano umano
In Palestina
In Medio Oriente e quindi evoluzione come sponsor perché è molto drammatica in queste ore però ritenevamo giusto soprattutto di fronte a diciamo richiesta è stata fatta cioè portare l'attenzione perché c'è una cosa in cui molto spesso dentro le guerre si concentra anche uccisione e e il giornalisti perché la cosa importante evitare che le persone conoscano fino in fondo ciò che succede ecco per questo ha ragione avevamo Ticino su ovviamente parlando
Gli elettori di Altreconomia visto che è un giornale d'inchiesta cioè di presentare anche diciamo senato diciamo il lavoro fatto perché tutti ci rendiamo conto dell'importanza conoscenza e del sapere del lavoro che svolgo do la parola subito Duccio quindi mi taccio grazie
Mi sentite sì Buongiorno me innanzitutto mi scuso con con voi che siete qui e con chi ci sta seguendo da casa essere collegato puntualmente alle undici come diceva senatore Magni il ritardo è dovuto al collasso di fatto dalla stazione Termini e tutto quello che ha prodotto anche rispetto ai treni in arrivo e dopodiché anche per recuperare del tempo
Volevo partire con i ringraziamenti al senatore Magni alla sua segreteria per avere anche in questa occasione raccolto la nostra il nostro invito alla proposta di costruite insieme la proposta di portare anche simbolicamente all'interno del Parlamento italiano
Il tema di cui si occupa il podcast di Anna Maria se lini la guerra dei giornalisti che questa mattina presentiamo riteniamo fondamentale che la la conoscenza la sensibilizzazione l'informazione che questa attraversi soprattutto le Aule del Parlamento laddove vengono decise o passatemi anche la la la forzatura paradossale non decise alcune alcuni passaggi determinanti anche con riferimento ai fatti in corso nella striscia di Gaza e non solo
E quindi siamo estremamente
Insomma soddisfatti e amaramente felici di poterne parlare anche qui oltre che nelle iniziative che in giro per tutto il paese rispetto ai fatti in corso in Palestina vengono organizzate sono numerosissime a dimostrazione che c'è una forte desiderio da un lato di partecipazione e dall'altra parte un'autentica fame di informazione corretta su questi temi e per provare con tutti i nostri limiti in e con assoluta modestia però per provare a rispondere a parte di questo desiderio di informazione che incontriamo quotidianamente
Nelle nelle piazze o nelle iniziative pubbliche che vengono organizzate dal basso per raccontare davvero quello che accade
Nei territori palestinesi anche da prima del sette ottobre
Come Altreconomia da tempo ci occupiamo di questi argomenti e da tempo ce ne occupiamo anche attraverso il linguaggio del podcast Altreconomia è una rivista mensile che tra l'altro quest'anno fa i suoi venticinque anni quindi nasce sulla carta però lo strumento del podcast
Anche con riferimento a questo tema è veramente
Ha ha ha mostrato una potenzialità incredibile in termini di di rarità in termini di ascolti non in quanto podcast ma in quanto lavoro di grande qualità e di approfondimento giornalistico che su questo tema a ha ha potuto e ha saputo mettere in campo Anna Maria se Lini che qui alla mia sinistra che giornalista freelance tra le più preparate
Nel nostro Paese rispetto al tema dei rapporti tra Palestina e Israele è stata più volte a casa è stata più volte
Nei territori occupati in Cisgiordania lo scorso anno proprio nel settembre dello scorso anno presentavamo pubblicamente prima dei fatti del sette ottobre perché l'abbiam pubblicato il primo settembre del due mila ventitré il podcast Oslo trenta
Che raccontava i trent'anni degli accordi di Oslo l'illusione della pace fu il non so come dire
Il
In qualche modo con una grande capacità di previsione il sommario che applicammo al titolo un podcast che ha avuto una un'attenzione altissima sempre a proposito di quella fame di informazione che dicevo prima e in questa occasione stiamo presentando
Il il in qualche modo la seconda parte la prosecuzione di quel lavoro e che Anna Maria Serina ha deciso di concentrare sul sulla guerra dei giornalisti poi racconteremo spiegheremo nel dettaglio anche perché il perché di questa scelta e il perché non è passatemi anche in questo caso la forzatura solo un podcast sui giornalisti ammazzati dal sette ottobre del due mila ventitré che ovviamente è un disastro che grida vendetta e che non ha confronti conflitti precedenti
Ma attraverso l'angolatura dello ruolo e del sacrificio civile dei giornalisti vuole essere un podcast che racconta che cosa è successo dal sette ottobre e anche che cos'era successo rispetto alla guerra all'informazione
Prima del sette ottobre del due mila ventitré
Dopo di che dopo la presentazione che farà Anna Maria Serini del podcast passeremo la parola
Ad Andrea De Domenico che è stato fino a poche settimane fa direttore dell'Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari delle Nazioni Unite nei territori palestinesi occupati
Al quale somma e qui e non ricopre più quell'incarico soprattutto perché il governo israeliano non ha non gli ha rinnovato il visto per stare lì
E e ed è una presenza importantissima lo ringrazio ancora una volta per aver accettato il nostro invito perché la sua testimonianza in questi mesi è stata importantissima per noi giornalisti e per chi ha seguito i l'evolversi drammatico della situazione la striscia di Gaza e che ora osserviamo come purtroppo e esce sempre di più dal Corno informativo e mediatico la luce si sposta ma ne vogliamo tenere il punto lì dove occorre stare perché quarantadue mila morti più di centosettanta giornalisti uccisi milioni di macerie prodotte non spariscono per un titolo di un notiziario o per un evento di cronaca che interviene quindi ringrazio davvero Andrade Domenico per essere qui per tutto il lavoro che ha svolto e continua a svolgere dalla parte dei dei diritti delle persone
L'ultima cosa che dico prima di cominciare ufficialmente coi nostri le nostre l'attrice relatori è ricordare a chi è qui e a chi ci segue la casa che ipoteca sarà quella dei giornalisti è un progetto editoriale dal basso nel senso che attiva una con campagna di finanziamento diffusa attraverso le ha poi la piattaforma Produzioni dal basso che ha già raccolto una risposta
Estremamente incoraggiante la campagna ancora aperta lo trovate sul sito di produzione dal basso oltre che sul sito di Altreconomia la guerra dei giornalisti per sostenerlo per permetterci la piena realizzazione il primo episodio c'è il sette ottobre dall'India ma andremo avanti una volta a settimana per sei episodi
E poi chissà se riusciremo a fare una puntata extra direttamente da Gaza passo la parola D'Anna Maria che ringrazio per essere qui per il tutto lavoro che fa
Buongiorno tutte a tutti grazie il sentore che umani a Duccio Facchini ed altre economia per questa opportunità credo che sia veramente importante poter parlare di questo tema in questa sala
Io inizio anche perché abbiamo un po'perso del tempo inizio citando una giornalista che ho intervistato che ha il suo look assaggio che è la portavoce del sindacato dei giornalisti palestinesi e lei mi ha detto
In tutto il mondo i giornalisti indossano indumenti protettivi e sanno che secondo il diritto internazionale dovrebbero essere protetti
In Cisgiordania Gerusalemme li indossi e sai che verrà il maltrattato e aggredito a Gaza Sacchi viene ucciso per questo
Il racconto di una guerra è una parte essenziale della guerra se una notizia lo sappiamo bene noi giornalisti su una notizia non viene raccontata quella notizia non esista
E mi pare ormai diventa un anno di distanza dal sette ottobre che il governo israeliano ha tentato in tutte le maniere possibili di far sì che alcune notizie non esistessero o che venissero raccontate secondo le proprie modalità le proprie indicazioni
Basti dire che negli ultimi dodici mesi nessun giornalista straniero è potuto entrare nella striscia di Gaza se non embedded con il con l'esercito israeliano
E che in totale ad oggi sono morti cento settantacinque operatori dell'informazione cioè più di quelli di ogni conflitto degli ultimi trent'anni
Nello specifico sono stati uccisi quattro giornalisti quattro operatori dell'informazione due giornalisti due photo editor
Israeliani il sette ottobre cinque il Libano tre l'anno scorso e due in questi giorni
Una siriana due giorni fa una una giornalista della televisione di Stato siriana è stata colpita in un attacco israeliano
E sono almeno centosessantacinque gli operatori dell'informazione uccisi a Gaza questi sono i dati del sindacato dei giornalisti palestinesi esistono dati diversi
A partire dal ministero dell'interno di Gaza fino al sì PJ comici tutta giornalista DiVersi
Io ho fatto una scelta possibile quindi parliamo di questo argomento ho scelto i dati del sindacato dei giornalisti palestinesi perché se venisse ucciso i giornalisti italiani io andai dal sindacato dei giornalisti italiano a chiedere informazioni chiedere i dati ho sentito il dovere di raccontare quello che sta succedendo i nostri colleghi perché credo che la solidarietà tra colleghi sia fondamentale ma questo non è soltanto un attacco i giornalisti palestinesi in particolare questo è un attacco al giornalismo questo crea dei precedenti
Attaccare dei giornalisti è un possibile crimini di guerra questo non ce lo possiamo dimenticare secondo il diritto internazionale non siamo parificati e dei civili e dobbiamo essere trattati come dei civili
Brevemente mi pare un attimo vi do qualche numero del pop casto intervistato diciotto persone sette palestinesi quattro israeliani se italiani americano sono sei puntate da trenta minuti l'una circa ci sarà speriamo una puntata extra da da Gaza quando si potrà entrare
Perché ancora oggi non si può entrare nella striscia di Gaza e vi ricordo anche questo non si può uscire dalla Striscia di Gaza
Mentre in Libano si può scappare in Siria questo non vuol dire che non sia grave quello che succede in Libano da Gaza non si può uscire e questo è molto importante
Nel mio podcast sono sei puntate si inizia naturalmente dal sette ottobre si inizia da Israele e quindi a raccontare quello che è successo in Israele sette ottobre sono soprattutto dei giornalisti israeliani il più importante di loro Nahum Barnea che è considerato il decano del giornalismo italiano è uno ormai un opinionista perché ottantenne
Di Yedioth Ahronoth che il principale quotidiano israeliano e dell'UI agire che per i media israeliani soprattutto le tv è sembrato più il tempo del contrattacco e della vendetta che dell'informazione
Vendetta contro Hamas ma anche per contro i nemici di sempre cioè hezbollah l'Iran e soprattutto gli abitanti di Gaza
Gli abitanti di Gaza non hanno occupato le notizie tutto quello che succedeva la popolazione di Gaza non è stato raccontato soprattutto nelle prime settimane
Dei media mainstream israeliani questo non non giustifica nulla ma il popolo israeliano non vedeva quello che davvero succedeva dentro Gaza oggi la situazione differente anche grazie social media
Ma la narrazione mainstream israeliana
è stata quella che ha seguito la propaganda israeliana e chi vedeva delle immagini assetti che quelle sostanzialmente girate dall'esercito israeliano in cui i bambini voglio macerie non erano assolutamente presenti sembrava più un videogioco
La guerra dei dei soldati israeliani in un luogo dove non esistevano quasi dei civili
Così come diciamo i media mainstream israeliani sono criticabili per questo sono anche però e lo Jabil lì per il lavoro d'inchiesta che molti media israeliani hanno fatto cito per esempio più nove sette due ma anche Arezzo e diverse altre testate
Sono stati loro a raccontarci a dirci che nella narrazione ufficiale del sette ottobre ci sono state delle feci news e delle mistificazioni mistificazioni che hanno ancora una volta ha seguito la propaganda israeliana e che soprattutto non ha fatto il giro del mondo
E non sono stato io a maggior parte dei casi smentite parlo per esempio
Della famosa notizia dei quaranta bambini decapitati è Argai Matar direttore di più nove sette due testata israeliana agire che non furono quaranta i bambini decapitati netta quaranta i bambini uccisi ci sono state diverse dozzine di bambini uccisi ma non quaranta in un decapitati
Ad alcuni sono stati rimossi degli organi sembra che siano stati rimossi degli organi come se le loro teste fossero state rimosse dei corpi ma questo potrebbe essere il risultato di esplosioni di armi da fuoco
La stampa israeliana
A differenza della stampa italiana mi spiace dirlo ha ha raccontato con molto più dibattito interno con molte più sfaccettature quello che è successo dal sette ottobre in avanti soprattutto la la la carta stampata
Da noi di fatto ai media mainstream hanno ripreso la versione ufficiale dell'esercito israeliano nemmeno del governo dell'esercito degli F
Ci sono altre storie e altre le notizie Fake music sono passate
Penso agli stupri ci sono stati degli stupri è stato dimostrato anche da un'inchiesta dell'ONU
Ma questi stupri non sono stati seriali e soprattutto non sono stati usati come arma di guerra questo è quello che è stato dichiarato dal governo israeliano che Hamas avrebbe deliberato avrebbe deciso di usare gli stupri come arma di guerra questo è stato smentito dall'inchiesta dell'ONU che da tutti i risultati che sono stati presentati e ancora una volta rilanciati
Dalla stampa israeliana
Noi siamo risultati più realisti del del Red a un certo punto di vista cioè c'è stato molto più correttezza nel dibattito interno mediatico israeliano sicuramente che in quello italiano e continua purtroppo essere così
Salto non non vi cito tutto
Una cosa molto importante naturalmente nel mio podcast si parla il parlano i giornalisti di Gaza naturalmente sono stati in molti casi di veri e propri obiettivi c'ha un progetto molto interessante il caso Project che ha una un progetto di un consorzio di testate internazionali delle maggiori testate internazionali
Che ha analizzato l'uccisione di alcuni giornalisti e ha dimostrato che in diciotto casi ma l'analisi ancora in corso
Sono stati degli omicidi mirati perché perché se un drone segue una macchina coscritto presto e colpisce con la macchina e uccide e dei capita come è successo
A un giornalista palestinese quella un omicidio mirato naturalmente in un bombardamento si può dire che la morte di un giornalista è un effetto collaterale ma quando viene utilizzato un drone
Per colpire un giornalista che aveva già ricevuto una minaccia che ha la cui famiglia era stata minacciata in questo caso mi pare abbastanza evidente che i giornalisti fossero un chiaro Obiettivo
Anche per gli israeliani e questo lo racconto del POR cast sfidare la propaganda e fare domande che nessun altro fa
Sta diventando sempre più difficile ci sono casi di giornalisti che non sono stati gli israeliani che sono stati minacciati di morte e ci sono son giornalisti che sono stati attaccati o contro i quali sono stati lanciate delle invettive anche da politici dell'vede delle proprie scomuniche chiamiamole così anche per loro sempre più difficile soprattutto con questo governo un governo che considera la stampa ancora Courier Naum Barnea dirlo non sono io cioè il più famoso giornalista israeliano
Un governo sempre più estremo che considera la stampa non ha l'inviata un nemico da battere
Brevemente
Si passa naturalmente il capitolo Gaza è molto importante parlo però anche per Cisgiordania della guerra parallela che è in corso in Cisgiordania dal sette ottobre dove la situazione e peggiorata e peggiorata per i civili
Sono almeno settecento le persone che sono stati uccisi dal sette ottobre
Scusate non ricordo esattamente tutte e cinque le memoria
Sì settecentodiciannove di cui centosessanta bambini sei mila duecento arrestati Sonate venticinque col nuove colonie sei mila nuovi insediamenti sono stati approvati per sette ottobre e anche qui anche qui
La vita dei giornalisti della Cisgiordania è peggiorata
Già da prima la situazione non era assolutamente semplice io racconto il caso madre cioè l'omicidio della giornalista Cirina Boite le ho intervistato il fratello intervistato sul campo naturalmente
Ho intervistato amici e colleghi e quella per tutti è stata la linea rossa
Cioè quando non si fa nulla di fronte a un chiaro omicidio
Un cecchino spara una giornalista chiaramente individuabile come giornalista in un momento in cui non c'è nessuno scontro ci sono sette inchieste che dimostrano questa cosa più una dell'ONU
E il proprio governo il governo responsabile di quell'esercito dice che non faranno nulla contro questo militare non prenderà nessun provvedimento dopo aver tentato tra l'altro di negare questa cosa capite che si crea un precedente
Capite che si alza il tiro contro i giornalisti questa è una giornalista palestinese americana mezza americana e non è stato fatto nulla lasciato era stato lasciato cadere questo caso e da lì in avanti
I giornalisti palestinesi sono diventati ancora di più dei bersagli perché nessuno come sta avvenendo in realtà per tutto quello che riguarda Gaza i palestinesi nessuno alza la mano interviene e far valere il diritto internazionale
Grazie
Grazie a una marea Stellini davvero per questa rapidissima ma insomma per questo pugno
In faccia necessario però che è rappresentato da dall'informazione e dalla guerra dei giornalieri siti
Rispetto solo alla stampa italiana perché ho dimenticato di riferirlo in premessa
Però insomma anche per una sovrapposizione poiché non voglio assolutamente togliere la centralità che merita la guerra dei giornalisti questa mattina però proprio in queste ore come Altreconomia
Pubblichiamo il nuovo numero di ottobre e si tiene molto con quello che diceva prima Anna Maria rispetto a una risposta estremamente timida della stampa cosiddetta mainstream rispetto a quello che è accaduto a casa manca un'altra
Devastante questione che è quella rappresentata dalle forniture di armi e di materiale d'armamento da parte dell'Italia Israele la copertina del nostro numero di ottobre si intitola Non a caso sostiene Netanyahu
E contiene un'inchiesta attraverso la quale noi con la viva voce di Leonardo S.p.A. già Finmeccanica ricordo a tutti a tutti
Che è il principale azionista è lo stato italiano attraverso il ministero dell'economia delle finanze
Attraverso la viva voce di Leonardo dimostriamo dopo un anno di rassicurazioni pubbliche da parte dell'esecutivo
In tal in particolare del ministro alla Difesa Guido Crosetto del ministro degli esteri nonché vicepresidente del Consiglio Antonio Tajani dimostriamo che l'Italia ha continuato a fornire materiale dal mentre Israele
Anche dopo i fatti del sette ottobre in particolare per quello che riguarda Leonardo attraverso la assistenza da remoto e la fornitura di pezzi di ricambio di parti dei velivoli addestratori m tre quattro sei che sono velivoli disarmati ma sui quali i piloti dell'aeronautica la stessero nautica che common Barbagallo sa e Bombarda Libano
Sì addestrano per poi guidare i caccia armati
Del dell'Aias questo è mi sembra un altro punto un altro gigantesco elefante nel corridoio di cui si fa molta fatica a parlare ma insomma ne vogliamo
Portare anche in questo caso simbolicamente al centro e tra l'altro mi appello va a al senatore ma anche i parlamentari affinché come dire si possa poi eventualmente conoscere
Ecco per fare
Insomma che si che si porti avanti anche questo tema credo che sia estremamente importante detto questo io passo la parola da Andrea Di Domenico al quale che è una delle voci del podcast che è stata intervistata da da Anna Maria Serini
E al quale chiedo naturalmente
Insomma di tornare sul tema oggetto del podcast ma soprattutto vorremmo approfittare benevolmente di questa occasione per ascoltare la sua testimonianza
Di somma anche una persona che è stata più volte a casa dopo i fatti del sette ottobre lo racconta anche nella nel podcast però di aiutarci a capire
Che cosa sta succedendo che cosa è successo da un certo punto di vista ma soprattutto che cosa sta succedendo proprio per quella per evitare quello spostamento di attenzione che il buio cada
Su una condiviso una situazione che conosce molto bene la striscia ma anche la Cisgiordania
E poi se ritiene anche di aiutarci a capire
Le i tipi di ultimissimi sviluppi della situazione in queste ore drammatiche che che stiamo che stiamo vivendo
Grazie
Dunque intanto vorrei chiarire
Il motivo per cui io sono stato il mio visto non è stato rinnovato a tante tante la governi seriano fu la pubblicazione del segretario generale del rapporto sui bambini e i conflitti armati una convenzione che Israele ha firmato e come probabilmente sapete quest'anno
L'esercito israeliano è stato menzionato nella lista nera degli eserciti che violano la convenzione
A per molti anni però in tutti gli anni passati c'era fino all'ultimo momento il dubbio se sarebbero stati menzionati o meno per varie ragioni non lo sono mai state è una scelta del segretario generale quindi insomma alla fin fine avrà fatto le sue considerazioni
E quest'anno invece vista anche la dimensione del volume della della quantità di bambini che sono stati uccisi anche Asa e inciso in a
L'esercito israeliano è stato messo una lista nera
Quando questo accadde l'esercito il Governo israeliano disse prenderemo delle misure di ritorsione contro nazioni
In quel mentre ma arrivava nel rinnovo del visto Marivaux un mese io dico basta guarda che noi adesso devo fare ogni mese questa procedura però si fa
E in realtà poi dopo qualche dopo una settimana mare con una telefonata al ministero degli affari esteri che mi disse stai facendo le valigie
A no veramente no erba dovresti farlo perché era nostra intenzione con questo mese darti il preavviso per andartene e quando chiesi il motivo ministro appunto per la pubblicazione di questo rapporto in cui il mio ufficio o è solamente marginalmente coinvolto perché facciamo solamente alla registrazione
Ma per mandato della della protezione dei civili quindi prendiamo nota anche dei bambini che sono stati uccisi
E e ne pubblichiamo e poi ci sono altre entità delle Nazioni Unite che si occupano di fare delle inchieste un po'più approfondite e che eventualmente poi passo non sottosegretario generale delle Nazioni che lo passa segretario generale prima che parta la firma quindi non è una cosa così diretta
Eppure quella fu la decisione di mandarci fuori
La cosa che io trovo triste primo si decide di mandare fuori il capo dell'ufficio con incremento degli affari umanitari in un momento in cui l'assistenza umanitaria a in Palestina a casa ed in Cisgiordania è fondamentale
A dalla dall'inizio della guerra noi abbiamo due milioni duecento mila persone perché era Domine trema circa cento mila sono usciti quaranta due mila come detto tu sono stati uccisi quindi siamo meno di due milioni cento qualcosa
Che di fatto a gas hanno bisogno di tutto per sopravvivere e continua ancora oggi a l'uscita dal Griffin Goddard dei riflettori già accaduta purtroppo in questi giorni
Io ho per ovviamente o quando ero Angelo Gerusalemme non guardavo molto sicuro molta la stampa italiana la segue in questi giorni c'è ben poco di casa c'era in casa è scomparsa
Alla Cisgiordania manco nominarla perché non esiste eppure la guerra continua a la cura continua con le stesse difficoltà che abbiamo avuto sino da sin dall'inizio
Io ho passato in Palestina cinque anni e mezzo quindi il sette ottobre per me è una delle tappe del del mio percorso
Prima del sette ottobre era difficilissimo per le Nazioni Unite per tutto il sistema incluso il mio ufficio
Portare all'attenzione degli stati membri c'è un mandato ce l'hanno dato
Ma la violazione sistematica del diritto internazionale del diritto internazionale umanitario e di diritti umani
Lo facevamo con fatica con una con molte
Molte le
Tensioni diciamo perché siamo sempre stati oggetto di tutti i tipi di attacchi dalla da parte della del governo israeliano e anche dei di una certa parte del del mondo della della società civile israeliana
E est Coppa pochissimi pochissime occasioni siamo stati poi difesi da dalla nostra costituente cioè gli Stati membri
A
Prima del sette ottobre mai città eccetera ogni tanto qualche diplomatico di buona volontà ma in realtà insomma si facciano veramente un lavoro di di di di po'superficiale di condanne eccetera e poi comunque le cose andavano avanti
A dal sette ottobre veramente le cose sono cambiate le nazioni che innanzitutto sono uscite subito sette ottobre l'otto ottobre con una condanna molto forte l'attacco è disumano è stato disumano
Ma l'abbiamo visto lo raccontano in podcast mi pare non mio risveglio con la c'è questa applicazione in in Israele che fa da sei dando il segnale acustico per i missili che sono sparati che tra l'altro in questi giorni sta attenta Nando
Fu in maniera folle e io credevo fosse una una che Raggio perché le troppe possibile cioè non è possibile ci sia tanti ministri così quindi chiamo i miei colleghi
Molto presto al mattino a casa di Comanche sta succedendo diciamo nostra lo status stanziando stanziando missili e da lì poi dagli si seppe che c'era stata la penetrazione del del muro della barriera eccetera eccetera
A e in quell'occasione veramente si è
Per generare essendoci immediatamente con una condanna molto forte contro contro l'attacco perpetrato nei confronti della popolazione civile ovviamente alla presa di ostaggi per è una cosa illegittima da un punto di vista di rete internazionale Kjaer chiedevano da subito la liberazione degli ostaggi però può insomma siam passati da una fase rapidamente sono passati da una fase in cui abbiamo completamente ribaltato un po'la la la drammaticità della situazione perché
L'assist io sono entrato in casa la prima volta a gennaio
Prima non ce la fecero entrare molto complicato bisognava andare di Egitto eccetera eccetera
Io sono poco frequentato casa in questi cinque anni e mezzo la prima volta che entra e al nord in particolare perché a gennaio supera ancora relativamente intonso
A c'erano dei luoghi che avevo frequentato per per per molti anni non mi riconoscevo più semplicemente cioè il livello di distruzione
E prima o poi lo vedremo come umanità a ma è semplicemente inimmaginabile con
Con una sistematicità di distruzione di case di infrastrutture civili di ogni tipo mio gli ospedali le scuole
I i centri dove si produce l'acqua la desalinizzazione dell'acqua la la purificazione i le pompe che si occupano di evacuare le acque nere so
Tutto ciò le strade le strade sono sparite c'era una bellissima strada perché acquisto casa la bellissima strada lungo il mare
In quattro corsi è la prima volta che centrali era un Marcello c'è un atto in una strada di fanghi terra di e di polvere che quando pioveva diventava di fango
A inimmaginabili e e e la cosa io trovo veramente difficile come funzione del delle Nazioni Unite
A da due aspetti primo giusto per chiarire
Il sistema un'utilitaria Nazioni Unite e organizzazioni non governative dall'inizio
Sono stati un po'senta come si dice si sono trovati in opposizione di essi di di fallimento cioè i i il governo israeliano le scelte del governo israeliano da un punto di vista logistico il e della sicurezza e dell'accesso sono studiate in modo che noi comunque si fallisca
E dopo averci fatto fallire
Ci usano ancora una volta e ci puntano il dito contro il sole nazioni texano fallendo
Ora un'operazione umanitaria per supera per successo abbisogni quattro cose Alcione di accesso assi la sicurezza
Gli aiuti umanitari ovviamente che che devono arrivare e i i denari che servono un po'il per mantenere un'operazione allora l'accesso dall'inizio
Se vi ricordate ci fu una dichiarazione molto chiaro da parte degli israeliani di un totale assedio totale
Tagliarono l'acqua tagliarono le tre città e non volevano far entrare nulla ci mettemmo fino a novembre per fare entrare i primi camion a con il contagocce
In meccanismo complicatissimo allora riconosco la necessità di Israele di in avanti era la sicurezza e quindi i controlli dell'assistenza umanitaria eccetera eccetera va bene
Però da questo al sistema che hanno messo in piedi che va via Egitto coni check a mixano all'inizio poi a Karam Shalom cioè è è diventato un incubo cioè per portare qualsiasi cosa ci si mette accestimento moltissimo tempo ancora oggi è giusto per dirne una non è possibile portare materiale ludico
O educativo perché non è considerato materiale umanitario
Questa è la realtà e le difficoltà che avevamo a febbraio quando non avevano più la benzina per muoverci non avevamo in materiale da distribuire sono esattamente le stesse oggi
Seguace inseguono dati grafici di quanto benzina entra per esempio e la benzina è fondamentale per tutte le operazioni innanzitutto per ora con la gente perché bisogna purificata l'acqua
E siccome non c'è elettricità si usa la benzina per far andare i generatori per far vivere depuratore e quindi l'unico modo avere benzina per avere l'acqua
Poi si e va con le le le fognature quelle che rimangono ancora intatte di quel poco che è rimasto intatto e poi si fanno funzionare gli ospedali
Queste sono e e poi il la distribuzione del cibo ora questo ma questo materiale strategico che è stato visto dagli israeliani come potenzialmente doppio uso civile e militare
Quindi molto limitato e controllato e da lì è ancora oggi super controllato
Le azioni che ci hanno messo un anno per portare la la l'operazione a al in in Bangladesh fornirò Inga ad un livello di decenza per il milioni di persone che erano state asportate e li avevamo accesso quando volevamo si trovava tutto le comunicazioni non erano problematiche
A casa questo no non accade non è accaduto e non accadrà
Perché non ce lo faranno fare ogni volta che c'è un'operazione militare chiudono tutte le telecomunicazioni non si può più parlare con i colleghi
Io perdo il contatto con i colleghi per fortuna le la tecnologia inventato dalle cose che ogni tanto almeno ti dicono dalla persona però posso capire se sono ancora in ufficio o meno quindi questa volontà di farci fallire è rimasta tale e quale e questa volontà che fondamentalmente priva i civili israeliani dell'accesso alla all'assistenza umanitaria
Si badi bene Hamas fa in scala molto minore però fa lo stesso perché quando Massud USA delle strutture civili per nascondersi fa esattamente lo stesso a cosa e noi l'abbiamo sempre detto quando abbiamo fatto i nostri appelli veneto
Il rispetto degli ospedali ed è per tutte e due le parti sia Hamas che gli israeliani a Massimo voleva usare per nascondersi ed israeliani non ridevano bombardare
O non li devono occupare e sommariamente uccidere persone come non ho trovato a Khan Yunis quando entrammo dopo le due operazioni di Khan Yunis all'ANAS Hospital trovammo una una fossa comune con duecentottanta persone
E non sappiamo chi erano c'erano tra l'altro medici mezzo infermieri eccetera eccetera e non sappiamo chi fosse un senso
Avevano legami uno con Hamas non lo so non sapremo mai probabilmente a la e chiudo giusto per la cinque minuti ad un dibattito io
Veramente senatore uno delle cose che ho sentito in questi giorni ho Paul l'umore delle piazze in Italia
E ho sentito spesso dire le Nazioni Unite falliscono
Ora sia unite avevano un'ambizione
Meravigliosa legittima e ancora valida che era quello del mantenimento della pace fondamentalmente e sono delle regole che l'umanità sia data e e io credo che al di là delle delle dinamiche politiche del conflitto israelo palestinese che complicatissimo ma al di là di questo c'è veramente c'è da salvare il cuore dell'umanità
Io ho detto in passato temo che stiamo Agasa stiamo diventando immuni all'orrore e l'ho visto l'ho visto con i miei occhi
Quando c'è un sono bambini di undici anni che raccolgono pezzi di corpo raccolgono le dita agli orecchi e il perché stanno aiutando gli adulti nel raccogliere i corpi delle persone ma ci Ullate dai bombardamenti
Questo non è accettabile non ha non ha logica non non non c'è nulla che possa e secondo me le Nazioni Unite East agli Stati membri che ci hanno dato il mandato di difendere il diritto internazionale il diritto internazionale umanitario e diritti umani ci hanno messo in condizioni veramente di non poter implementare il nostro mandato le azioni che non stanno fallendo perché siamo in degli incapaci peraltro infoline ricordare i miei colleghi che sono sotto le bombe oggi e solidi lì ad aiutare ma en se gli stati membri non ci aiutano ad implementare il nostro mandato e l'umanità tutta che pagherà e oggi il problema è a casa
Domani potrebbe essere nostre porte nel due mila diciotto io ero Kiev e a chi è mi dicevano la guerra qualcosa dal don Bassano poi si scagliarono ventiquattro febbraio ecco io non vorrei che diventasse la la sveglia anche per per l'Europa perché se non proteggiamo questa barriera di di di di umanità la la pagheremo tutti quindi io il mio appello veramente aiutate le Nazioni Unite a fare il lavoro che ci avete dato perché veramente né ci stiamo provando però siamo lasciati soli al fronte
Con i giornalisti che sono veramente uno dei pezzi mancanti secondo me nella nella tragedia di casa
è indecente che non ci sia ancora stato il permesso un giornalista internazionale di entrare Agasa che non si embedded con gli israeliani e inaccettabile è un anno e siamo ancora nessun giornalista internazionale potuta entrare in maniera indipendente il segretario generale l'ha detto più volte la la la ripetuto
Però ovviamente non abbiamo la forza delle nostre audizioni grazie
Grazie davvero andare Domenico per aver portato questa testimonianza questo secondo pugno in faccia
Che però qualche modo è necessario insomma ci impegneremo poi al diffondere il più possibile anche le cose che che ha detto in questa in questa sede oltre che nel podcast la guerra dei giornalisti ora anche a causa del del dell'imperdonabile ritardo del mio treno siamo tirati si con i tempi nel senso che e quasi mezzogiorno abbiamo il gioco esatto se c'è qualche domanda disco
Esatto se qualche domanda concisa ringraziandovi ancora per per essere qui
La prendiamo altrimenti chiudiamo i lavori
Proprio il proprio proprio proprio schiacciati antica circa allora io sono Chiara Pollini lavoro per il giornale radio per il GR Parlamento il fatto che in questa sala ci siano pochissimi colleghi noleggiato
Il segno indicativo pessimo non solo mi spiace che sia uscita la senatrice Floridia per il suo ruolo in Commissione di vigilanza ieri non telegiornale RAI ha fatto tre servizi su quello che sta succedendo in Libano solamente nell'ultimo in un'intervista a un militare dell'UNIFIL
Lui ha detto una violazione del diritto internazionale
E come si può correggere lo dico anche come parte in causa questa differenza che si sta sviluppando per cui il giornalismo anche quello della televisione pubblica non si preoccupa più di informare documentare ma solamente di spostare e condizionare l'opinione pubblica
Sì ce ne sono grazie per la sua domanda per il suo intervento prego posso chiederle per la per la registrazione no sì
Allora salve grazie per di aver presentato questa interessante podcast qui forse ha menzionato prima Oslo trenta che ho sentito darà ha fatto molto bene
E diciamo il titolo era molto azzeccato l'illusione rapace proprio perché comunque andava a spiegarci come mai era una gran bella fregatura quella cosa soprattutto da parte israeliana un po'
Così pianificata così come questo genocidio no quindi perché non è guerra ai giornalisti il titolo di questo podcast perché non è dei giornalisti
Grazie anche per questa domanda che tocca un punto dibattuto
Se non ce ne sono altre facciamo rispondere chiudiamo
Sì grazie sono due domande
Tosti
Come si risponde a un giornalismo che che non fa il suo lavoro
Personalmente faccio io cercando di farlo raccolgo un appello che mi è stato lanciato da uguali dallo mariuoli devo Mariella capufficio di Al Jazeera a Ramallah il ventidue settembre è stato chiuso anche l'Ufficio di di Al Jazeera Ramallah
E questo ci riguarda molto da vicino
Quella che è stata chiamata la legge Al Jazeera che è stata fatta dalla sull'approvata dal governo israeliano in teoria proprio per Al Jazeera è stata applicata per Al Jazeera in realtà come Lumia ricordato quella non nella legge solo per Al Jazeera quelle la legge per la stampa estera
Cioè se una testata straniera che può essere anche italiana
Scrive ora come dire rimanda immagini che per il governo israeliano sono considerate lesive della propria sicurezza quella testata non può più operare in Israele
Come ho già detto prima questa non è la guerra ai uno dei giornalisti palestinesi questa è una guerra al giornalismo
Perché qui si sta passando il messaggio colpire un giornalista colpì a morte un giornalista è normale si può fare questo riguarda anche noi esattamente come Andrea Di Domenico di parlava di diritto internazionale
Chissà che anche il nostro diritto internazionale domani può succedere da noi una cosa del genere questa situazione per i giornalisti e la situazione peggiori stelle anni la stiamo vedendo tutti non è delle migliori
Può essere davvero un precedente e quindi parliamo della Russia parla parliamo della Russia che dichiara nemici dei giornalisti italiani ma di questa cosa non parliamo per esempio
Io credo che il nostro compito sia questo sia dire come stanno le cose che non vuol dire come spesso ci viene detto essere antisemiti tende sia col Governo israeliano perché presto un punto un punto molto importante nella narrazione
Molto spesso ci auto censuriamo perché abbiamo paura che scatti questa cui
USA qui stiamo parlando dei fatti qui stiamo parlando di una legge che è stata approvata e chi può essere usata contro di noi se non ceniamo conto di questo ci manca un pezzo insomma in tutto questo perché non è guerra i giornalisti è stato un punto molto dibattuto alla fine non esiste
Un ordine chiaro del non è non è dimostrabile che esista un ordine esplicito dell'esercito israeliano di colpire i giornalisti
Quindi in quel caso sarebbe stato la guerra e giornalisti è una sfumatura di significato ma è anche per dire che non siamo a quel livello ma sicuramente questa è una guerra che non solo dal sette ottobre
Nella quale i giornalisti si trovano come dire combattenti involontari no
Come dicevo prima già prima del sette ottobre la situazione a Gaza in Cisgiordania era veramente pesante prima ho citato i numeri ma Secondo il il sindacato dei giornalisti palestinesi dal due mila al sei ottobre due mila ventitré sono stati uccisi cinquantacinque giornalisti palestinesi che comunque non sono pochi l'anno scorso nel mondo nessun morti centoventinove
Il settantacinque per cento dei dei giornalisti uccisi l'anno scorso sono palestinesi
Quindi insomma di guerra si tratta se non di chi non dichiarata ma di guerra si tratta secondo me
Grazie grazie anche per queste risposte io direi che
Voleva più il Santo volevo semplicemente i trenta secondi alla collega della RAI che ringrazio per per la sua domanda l'opera sta anche per lo sto per lo spaccato che ci offre dalla dalla dal insomma per il per il per il il lavoro si svolge la interrompo c'è anche un problema
Mi che io ho notato molto spesso negli interventi dei colleghi termini che nascondono quella che è la documentazione adesso il Libano è sotto attacco già detto l'unico che ha detto che è una violazione del diritto internazionale è un militare e già questo la dice lunga per quello che riguarda hezbollah ad esempio io non ho sentito un collega i che circola è un partito politico libanese perché una persona che non ha un minimo di documentazione pensa che si chiama dei pazzi
Usciti da chissà dove no è un partito politico
Che fa parte del governo di un Paese io non contesto i partiti politici italiani che sono stati eletti quindi anche nel certo termini i miei colleghi molto spesso secondo me cascano pesantemente un errore perché le parole contano
Chiarissima anche per questa sottolineatura la ringrazio però ecco come giustamente diceva Anna Maria Stellini e la guerra dei giornalisti
E la nostra amarissima inchiesta sulle forniture di materiali d'armamento da parte dell'Italia Israele lo dimostrano
C'è sicuramente un problema di un ambiente censorio ma c'è anche un gigantesco problema di domande che non ci si fa perché ricordo richiamo l'attenzione sul fatto che il soggetto che ci ha confermato
Sette milioni di euro dopo settembre ventitré per mantenere gli aerei su cui si addestrano i piloti dell'aeronautica israeliana non è stato una fonte anonima che sotto il ponte dei Frati Neri ci ha consegnato una busta
è stata Leonardo
è questo i dati che attestavano già mesi fa l'export della categoria merceologica armi e munizioni dall'Italia Israele li ha pubblicati l'Istat
Cioè
C'è un c'è anche questo grosso problema
Al verso il quale ripeto con assoluta modestia vogliamo provare a somma a rispondere con il lavoro di Altreconomia ecco lo straordinario lavoro di Anna Maria se Dini ed era quella dei giornalisti che vi invito a recuperare ad ascoltare ringrazio nuovamente amare se Dini andrà Domenico passo la parola al Senato le mani per
Chiudere
No io velocemente per sottolineare questo fatto che il richiamo ai tu adesso
Cioè noi ovviamente non solo citavo prima questione del seminario facce mo'con Francesca Albanese ma anche a conferenza stampa sulla questione delle armi perché il mio a mia interna interrogazione
Uscita quella da quell'impegno quindi volevo solo sottolineare che da parte nostra parte mia da parte del gruppo che rappresenta quindi alleanza di sinistra c'è tutta la disponibilità a continuare diciamo a dare voce errare la possibilità in quello che siamo in nella dimensione di fare voi avete quindi disponibile come tu sai andare in questa direzione anche perché ripeto quella sulle armi abbiamo fatta ne avremo in programma altre in futuro e su queste cose quindi volevo rilanciare questura per quanto ci riguarda ovviamente andiamo questa direzione Dio credo che non è una questione di sulle Nazioni Unite il problema oltre la politica
Non c'entra niente le persone diciamo la professionalità delle persone fondamentalmente e che si è voluto politicamente
Far morire il ruolo delle Nazioni Unite è questo il dato
è il dato fondamentale prendi ed a Pattaya e tutta diciamo di carattere politico non in funzione
Alle persone che invece da parte loro
Non è solo da ammirare perché stare solo di è un fatto già di per sé anche da un punto di vista del coraggio personale cioè non so se tutti lo farebbero quindi questo è il dato quindi cioè su questo per quanto non ci riguarda ovviamente siamo impegnati in prima persona
E diciamo in prima linea fare tutta questa battaglia Cerqueti amo
Oggi come domani cercheremo di dare sempre voce diciamo questo idea anche che giornalismo d'inchiesta vada in qualche modo rilanciato perché molto spesso viviamo sulla quotidianità che non ci fa bene questo il tratto fondamentale
Perché poi non si approfondiscono le cose ci dicono anche le code totalmente sbagliato e quindi per quanto ci riguarda mi riguarda continuerò curare questa disponibilità nazioni