Sono intervenuti: Augusto Sainati (critico cinematografico).
Sono stati discussi i seguenti argomenti: Cinema, Critica, Cultura, Droga, Film, Messico, Omosessualita', Usa, Venezia.
La registrazione audio ha una durata di 3 minuti.
09:00
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10:01 - SENATO
8:30 - Senato della Repubblica
8:30 - Camera dei Deputati
10:30 - Camera dei Deputati
11:30 - Parlamento
13:00 - Camera dei Deputati
13:30 - Camera dei Deputati
15:00 - Roma
9:00 - Roma
critico cinematografico
Con qui presentato in concorso a Venezia il tratto da un romanzo di William Barras Luca Guadagnino raccolte in tre atti più un epilogo una storia di amore omosessuale ambientata nel Messico dei primi anni Cinquanta
Lì interpretato da Daniel Craig è un ricco americano tossicodipendente transitato nel Paese centroamericano per sfuggire alle persecuzioni moraleggiante che subirebbe negli States
Qui frequenta locali per omosessuali in cerca di qualche approccio e incontra gente allerto giovane ragazzo attraente ma ambiguo
Con lui dopo alcune resistenze iniziali lì allaccia una relazione che si svilupperà qualitativamente lungo tutto il film
Ciò che cerca lì infatti non è soltanto una soddisfazione fisica ma un incontro vero anche se le parole per dirlo forse di mancano e jeans concede si nega li invita allora l'amico a fare un viaggio in Sudamerica in cerca dello Ya anche una droga misteriosa che in Procura fenomeni di telepatia
In Ecuador un botanico li mette in guardia sulla particolarità dello gli aghi che non è una droga da intrattenimento come le droghe classiche buona sostanza che mette l'individuo di fronte a se stesso come uno specchio
All'Italia e alle sue pratiche dà accesso da biologa che vive nella foresta
Il rito è infetto e i due allora visione dei loro cuori che escono comitati dalle bocche come due sanguinolenta e bolle di sapone ed entrano per così dire attraverso un corpo a corpo serrato l'uno nell'altro
La pratica si ferma qui nonostante la biologa Sciamanna gli inviti a restare dato che la porta è ormai aperta come dice lei stessa e chissà dove potrebbero arrivare
L'amore che a parole non si poteva dire ora esce fuori dalla bocca e nei corpi in forma metaforica ma concreta
Guadagnino costruisce un melò carico di fisicità e di introspezione
E resta sempre in equilibrio tra queste due dimensioni mai sovraccariche ma semplicemente accennate come il bel gesto iniziale con cui gli tenta un primo approccio non raccolto AG
L'anello di congiunzione tra l'uno e l'altro dimensione e la natura di lì che si vede come il disincanto nato proiettato in una dimensione sublimata dove tutto è possibile
E aperto alle proprie visioni
Non c'è sguardo morboso e questo può suonare paradossale in un film dove le scene esplicite di sesso sono numerose ma tutto giocato in funzione della scoperta della capacità di dire l'amore e anche di mantenere un segreto che è l'elemento più forte dell'eros legato com'è alla mancanza al desiderio più che al suo soddisfacimento
Qui labirintico e oscuro come la giungla nella quale si avventurano i due protagonisti si avvolge si distende passata interni soffocanti all'Anpi di luce improvvisi che come tutto ciò che vive di equilibri instabili rischia ogni momento di cadere ma resta miracolosamente in piedi
Già a Venezia per radio radicale Augusto Sainati
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