Scegliere il futuro

Buongiorno e benvenuti alla rubrica scegliere il futuro
Questa settimana il governo ha inviato alla Commissione europea la versione finale del piano nazionale integrato energia clima il piano che deve indicare
Il nostro futuro energetico il nostro futuro climatico in termini di riduzione delle emissioni di gas climalteranti al due mila trenta e verso la neutralità carbonica al due mila cinquanta
Il piano era stato presentato in bozza un anno fa e ha raccolto durante negli ultimi dodici mesi fortissime critiche da parte non solo della Commissione europea ma anche
Dei rappresentanti delle forze politiche sociali del nostro Paese e dalla società civile dagli Esperti in quanto era stato ritenuto troppo poco ambizioso
Spostato su una prolungamento nell'utilizzo del gas e non invece una decisa spinta verso le rinnovabili
Di tutti i tipi e sappiamo quanto la tecnologia sta evolvendo negli ultimi dodici mesi proprio per a forzare potenziare l'uso delle rinnovabili
Il Pini anch'il piano che è stato inviato a Brussel rappresenta non solo una forte delusione
Per chi investe in questo settore come ha detto il rappresentante di elettricità futura cioè l'associazione di Confindustria che si occupa proprio del settore
Ma presenta purtroppo una sorta di gioco delle tre carte indicando con il nucleare
Come una soluzione significativa già al due mila trenta il che è assolutamente impossibile tecnicamente impossibile e poi al due mila cinquanta parlando di tecnologie
Che in realtà non sono ancora disponibili il che non vuol dire che non bisogna investire nella ricerca per esempio della fusione nucleare non della fissione ma aver messo una percentuale significativa
L'undici per cento della soddisfacimento del fabbisogno
Energetico del Paese nel due mila trenta e poi il ventidue per cento
Nel due mila cinquanta di fatto apre un buco nella piano nazionale integrato Energia e clima che verrà colmato dal gas
Che quindi avrà un ruolo molto più forte rispetto a quello formalmente previsto dal piano
E che tra l'altro va verso con gli interessi della nostra più grande azienda genetica Leni ma non solo va verso l'interesse a non fare il salto verso le rinnovabili come invece potremmo e dovremmo anche per un motivo
Di sicurezza strategica
Di autonomia strategica per un Paese che storicamente non avendo a disposizione materie prime ha sempre dovuto pagare una bolletta energetica straordinariamente elevata
Insomma un piano tutt'altro che soddisfacente ora vedremo la discussione a livello europeo come andrà speriamo nella direzione di un rafforzamento dell'impegno per le rinnovabili ma dobbiamo riconoscere che il problema non è solo italiano
Anche altri grandi paesi la Germania la Francia la Spagna sono in ritardo rispetto ai trend di crescita molto più consistenti di quelli italiani
Verso le rinnovabili e questo sottolinea l'importanza della modifica profonda che andrebbe fatta
In termini di processi autorizzativi in termini di superamento delle resistenze anche a livello territoriale in Italia recentemente proprio nei giorni scorsi lì la Sardegna a indicato una moratoria di diciotto mesi nell'impianto dei nuovi delle nuove installazioni eoliche in nome del fatto che il rischio era quella di deturpare completamente il paesaggio della nostra isola vocata al turismo e non solo
Il punto cruciale e che Irpinia che non scioglie i nobili rispetto alla governance del processo come fare per superare il fatto che poi sono le regioni a dover decidere come nel caso della Sardegna cosa fare
E quindi il rischio di potere bucare gli obiettivi a causa di visioni diverse delle regioni i ritardi nelle autorizzazioni e il recente decreto delle aree idonee non scioglie questi nomi insomma
Non è una buona settimana dal punto di vista del nostro futuro energetico e climatico ma mi sembra che il dibattito un politico economico del nostro Paese si occupi di altro invece che di questo strumento fondamentale per il nostro futuro grazie e buona giornata a tutte e a tutti