L’occupazione italiana dell’Albania, 1939-1943 (Viella).
Il lavoro di Alberto Basciani chiarisce come la conquista italiana dell’Albania non fu un’azione estemporanea dovuta all’ambizione di qualche gerarca quanto piuttosto il risultato finale di un lungo accerchiamento politico, economico e culturale.
Una volta sottomessa l’Albania doveva diventare non solo parte integrante della comunità imperiale fascista ma anche centro di irradiazione della politica di potenza fascista … nell’Europa balcanica e danubiana e del futuro controllo di Roma dell’intero bacino adriatico rafforzando la proiezione italiana sul Mediterraneo orientale.
L’Italia sbarcò in forze sulla sponda adriatica orientale e arrivò per restarvi.
Lo dimostrano non solo lo spiegamento di forze armate e di polizia con cui venne prima occupato e poi presidiato capillarmente il territorio albanese ma anche l’avvio di un enorme e ambizioso programma di lavori pubblici destinato a cambiare il tessuto urbano di Tirana e a estendere nel resto del Paese una prima moderna rete di infrastrutture.
Alcuni dei più importanti architetti italiani di quel periodo (Gherardo Bosio tra tutti, per esempio) lavorarono intensamente in Albania e forgiarono la nuova Tirana.
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