Globali. Economia delle connessioni - 49° Convegno Nazionale Giovani Imprenditori. Intervento introduttivo del Presidente Alessio Rossi (1ª Giornata)

Iniziato a cantare senza la base pur essendo io stonato
Quindi è iniziato per un incidente questo è il terzo e il mio ultimo convegno di Rapallo quindi
Continuerò con la tradizione quindi torneremo all'inno di Mameli senza base inizio da stonato
Spero che mi accompagna avete come avete fatto i due precedenti convegni altrimenti diventerà veramente imbarazzante
Frate lì di Italia le Italia se
Sta
Il nuovo di esci Rio se civiltà la sta do la vittoria
Porga like io ma Ischia a dietro ma il rilievo alla anche reo
Padova Franco
Lei Italia L'Italia s'è desta delle boh dici piovose cinta latte
La la vittoria porga la chioma che schierava vero ormai di o alla stringiamoci alla corte siam pronti alla morte siam pronti alla morte l'Italia chiamo stringiamoci a la Corte siam pronti alla morte siam pronti alla morte L'Italia chiamò
Grazie
SO Rossi presidente giovani imprenditori di Confindustria
Buongiorno a tutti stamattina probabilmente come me
Molti di voi hanno guardato le previsioni meteo sul cellulare per decidere come vestirsi visto le previsioni di ieri quello che è successo ieri
Quello che abbiamo fatto e scegliere di affidarci ad altri che per me hanno dispiegato qualcosa di enormemente complesso le previsioni meteorologiche
Siamo abituati a delegare decisioni complesse a sistemi complessi capaci di darci però una risposta semplice con un click
Purtroppo non c'è però un atto come quella del mezzo che posso suggerirci oggi come affrontare la situazione economica o politica del nostro Paese
Sarebbe facile però dire go go come riparte l'Italia
E invece purtroppo la complessità che abbiamo davanti a noi
è tutta da governare la semplificazione è l'oppio dei popoli quando il mondo si fa complesso ci vuole una politica che lo sappia interpretare non minimizzare
Non è un'accusa ma è un monito guardiamo alle cose senza politicizzato affermando un principio
Non cerchiamo i colpevoli mai risolutori
Abbiamo questioni prioritarie da definire
Primo
La crescita zero
L'Istat
Conferma che la crescita italiana è ferma allo zero virgola tre per cento
Secondo la produzione industriale
è in calo e a marzo è diminuita dello zero virgola nove per cento perso gli investimenti
L'Associazione italiana delle banche estere ci dice che il nostro Paese è all'ottavo posto nella classifica internazionale dove suoi partners europei
Quarto il lavoro restiamo in fondo alla classifica e ancor più grave con una disoccupazione che resta superiore al dieci per cento ma il dato peggiore che quella giovanile e ancora sopra il trentuno per cento inaccettabile
Un esempio nei prossimi giorni
Nei padiglioni della della Fiera di Roma cinquantaquattro mila candidati parteciperanno al concorso per diventare uno dei tre mila Navigator
Saranno lavoratori a tempo determinato formati da lavoratori a tempo determinato per trovare lavoro ai disoccupati percettori di reddito di cittadinanza
Quattro indizi
Quattro indizi purtroppo fanno una prova
Ci servono confronti non ci servono i balconi
Impresa investitori esteri hanno bisogno di ricominciare e credere nel nostro Paese
E gli italiani non hanno bisogno di uomini forti ma di istituzioni forti nelle quali avere fiducia
Istituzioni capaci di interpretare e governare un mondo connesso
Quello in cui noi giovani imprenditori crediamo dove i popoli collaborano le economie sono integrate le infrastrutture uniscono
Dalle connessioni più fortunate nasce l'Unione
Come quella dell'Unione Europea
Il voto del ventisei maggio ci dimostra che gli europei hanno ancora voglia di decidere insieme il proprio destino molti dicono che queste elezioni si sono si sono giocate su due modelli di società contrapposte una Berta e l'altra chiusa
Ma serve farsi probabilmente una domanda in più avverto chiusa a cosa e a chi per me aperta significa inclusiva innovativa democratica e connessa
L'economia disegna le comunità
Crediamo in quella verte al commercio globale e chiediamo invece la porta all'economia delle merci prodotte senza il rispetto dei diritti umani e della salvaguardia del pianeta non vogliamo che l'Italia ingaggi oggi una guerra di posizione con le istituzioni europee
E se è vero che è arrivato il momento di migliorarle queste istituzioni allora dobbiamo smettere di dipingere come avversarie pertanto l'unico modo per riformare l'Unione europea e starci dentro vede starci dentro da protagonisti
Purtroppo però in caso di apertura della procedura di infrazione l'Italia potrebbe finire in panchina
Dobbiamo avere un chiodo fisso allora dimostrare affidabilità ed essere credibili e dobbiamo farlo prendendo impegni precisi sia in termini di tempo che di responsabilità
La raccomandazione recapitata all'Italia infrange l'illusione di continuare a fare il deficit senza guardare le conseguenze ripristinando un'oggettività
O si accetta il dialogo con l'Unione europea e i suoi numerini oppure si paga il prezzo delle conseguenze
Quota cento ci sta tornando indietro come un boomerang perché la Commissione europea la messa all'indice
Ma il problema vero è che questa misura genera un paradosso
In uno dei Paesi più vecchi d'Europa non si può avere un sistema pensionistico insostenibile insostenibile per le prossime generazioni flat tax e reddito di cittadinanza sono fatte a debito
Riparliamone quando si potranno fare senza sfondare i conti pubblici
Intanto abbassiamo però subito il cuneo fiscale perché mette più soldi in tasca e lavoratori e far ripartire davvero lo sviluppo questo è il momento della collaborazione non dell'isolamento
Bruxelles ha ci rimprovera ci riprova l'aver fatto pochi progressi nell'abbattimento del debito nella detassazione del lavoro e nella nella riduzione degli ostacoli alla competitività
Non ci stupisce neanche un po'però
Perché noi lo abbiamo ripetuto così tante volte da aver perso il conto ci stupisce un po'di più
Sentire il nostro premier parlare di una sorta di autocorrezione naturale che dovrebbe mettere al riparo il nostro Paese dalla procedura
Allora inattesa del miracolo dell'autocorrezione teniamo invece l'autoscontro se non prendiamo la situazione sul serio
Non sappiamo se la procedura sarà approvata ma c'è chiaro
Che già da oggi è una fumata nera per gli investitori i primi effetti
Una sfiducia nel nostro Paese un'impennata dello spread un aumento del costo del debito e riduzione della capacità finanziaria di investimento dello Stato per industria lavoro e servizi pubblici
Danni danni facciamo proposte su questi temi durante i nostri convegni ne abbiamo fatte tante ci siamo rivolti a tutti i governi che abbiamo avuto stavolta purtroppo però non c'è proprio niente da aggiungere
Non è che non abbiamo niente da dire o da proporre non sappiamo a chi dirlo perché davanti a noi ci sono solo campagne elettorali interminabili e mai un confronto serio
Allora la nostra la nostra proposta al governo è una sola dobbiamo riattivare una cabina di regia per la crescita ma stavolta scusatemi chiamate i protagonisti e non le comparse a questa cabina di regia
Noi crediamo nell'Italia che collega con le grandi opere nonché divide con le grandi chiacchiere la storia ce lo insegna in Europa le disconnessione non funzionano
Lo dimostra il Regno Unito che il ventitré giugno del due mila e sedici con Brecht entrato in un limbo di incertezze
Qualche giorno fa la si inviai la Confindustria inglese ha scritto una lettera aperta ai candidati premier
Uno di costerebbe alle imprese venti miliardi di sterline di costi doganali da un giorno all'altro un colpo durissimo per le piccole e medie aziende britanniche
Insostenibile
Lo dimostra l'escalation della guerra commerciale tra Stati Uniti ed Europa una minaccia seria che rischia di danneggiare la nostra industria manifatturiera unica colonna che tiene su il nostro Paese
Ma se nessuno la difende questa industria finiremo nell'angolo
L'economia unisce le società ma è l'industria che fa da connettore
Guardiamo di nuovo di nuovo all'Italia sono le imprese il motore che accende la crescita sono le imprese che mettono in ogni in ogni cargo diretto all'estero un po'del nostro tricolore
Se c'è una cosa però che unisce gli italiani oltre alla bandiera purtroppo quella del debito pubblico
Quando sono nato io c'era in carica il quinto governo di Giulio Andreotti che mi lasciava in dote un debito pubblico due volte più grande quello dei miei nonni
Be'quando è nata mia figlia
Aveva sulle spalle un debito pubblico sedici volte più grande di quello dei suoi bisnonni
Oggi ogni millenni al porta cinquantacinque mila euro di debito pubblico sulle sue spalle come possono solo provare a immaginare un futuro diverso da quello attuale
Dobbiamo decidere se vogliamo che questa sia la loro eredità più duratura o se possiamo e pensiamo di fare altro per loro
Adesso alcuni di alcuni penseranno che è tutta colpa del reddito di cittadinanza altri è tutta colpa di quattrocento e altri ancora che è tutta colpa dello spread
Beh giusto no non c'è più tempo per rivendicare le ragioni o sottolineare i torti a chi affronta il tema del rapporto deficit-PIL dando la colpa tanto per cambiare a qualcun altro
Diciamo il debito non l'ha abbassato nella destra della sinistra negli anni scorsi se mai lo hanno abbassato gli imprenditori con le quote di surplus commerciale
Noi sì
E nonostante gli sforzi l'Italia del due mila diciannove paga tanti interessi sul debito quanto investe dell'istruzione pubblica e questo è inaccettabile
Basta questo dato per capire qual è il valore di mercato del nostro futuro
I posteri non votano i governi no ma i mercati chiederanno sostenibilità economica più rapidamente di quanto faranno i nostri nipoti
Partiamo dalle clausole di salvaguardia per ventitré miliardi di euro se scappano aumentano Iva e accise
Per non farle scattare di ventitré miliardi vanno trovati in altro modo
Ma questo non deve intervenire in deve interferire sul deficit pensare che il problema del debito pubblico sia risolvibile con i mini botte scusate eccome provarci coi soldi del Monopoli
Tenendo conto che ventitré miliardi è più o meno il valore di una legge di Bilancio significa che il governo deve reperirne doppio di risorse quest'anno
Ormai i nostri i nostri conti pubblici sono ufficialmente sotto la vigilanza europea e insieme alla flessibilità economica è finita anche la nostra pazienza però
E siamo
Siamo purtroppo costretti a fare a fare il gioco della torre ve lo ricordate a scegliere il meno peggio tra una procedura d'infrazione una recessione per depressione dei consumi amento IVA o nuove tasse
Si legge oggi di una manovra correttiva la Commissione europea la chiede per il nostro governo non è necessaria
Vogliamo aspettare i ballottaggi dal dieci giugno forse qualcuno ci dirà qualcosa di più concreto magari ma torniamo per un attimo
A un anno fa era il primo giugno del due mila diciotto giuramento del governo fonte beh una settimana dopo il nostro convegno proprio qui a Rapallo
Allora chiedevamo al parlamento più giovane della storia repubblicana italiana di saldare un'alleanza con le imprese giovani e con i giovani imprenditori
Un anno dopo siamo qui e ancora niente alleanza e niente per i giovani
Solo una crescita ingessata
Allora
C'era chi pensava che servisse addirittura un decreto per garantire la dignità nelle nostre imprese nelle nostre fabbriche ma la dignità
Già c'era e tale è rimasta i posti di lavoro invece quelli non sono aumentati
Di fronte a una situazione di stallo abbiamo chiesto provvedimenti urgenti ma la risposta ancora una volta è stata debole i decreti crescita e il decreto sblocca cantieri
Decreto Crescita forse
Sarebbe più prudente chiamarlo dei credo dita incrociate
Eppure se c'è un obiettivo su cui tutti anche in Parlamento concordano è proprio la crescita
Ma non abbiamo trovato nel testo lo slancio che avrebbe dovuto a vere e se non c'è nel testo
Figuriamoci nei fatti
Il decreto sblocca cantieri
Vorremmo davvero che cambiasse la morfologia dell'Italia nero su bianco la visione di un Paese che si attrezza ad essere il centro gravitazionale del Mediterraneo
Visto che questi due provvedimenti sono ancora in Parlamento non è troppo tardi per dare il tanto atteso segnale il Governo sia dalla parte giusta sia dalla parte dello sviluppo stia dalla parte delle impresa
Ci sono poche poche cose su cui non ci devono essere dubbi serbo un Paese che non rimetta in discussione ad ogni cambio di governo le sue decisioni strategiche
Non possiamo non possiamo discutere in continuazione se la TAV la vogliamo o no se vogliamo stare nella NATO no se la tappa mala gli ulivi o fa bene all'Italia
Noi ne siamo certi dobbiamo restare un Paese connesso esportatore innovatore
è sempre più forte la prospettiva di un quadro mondiale globalizzato che si sta lentamente trasformando in una deriva geopolitica dei continenti
Dove l'antagonismo crea instabilità peggiorando le condizioni in cui fare impresa
Se la politica porta porta a galla la disconnessione l'economia reale mostra invece quanto siamo connessi viviamo in due realtà contrapposte da una parte ci sono forze che spingono a disco netta si dal circuito delle ci decisioni sovranazionali
Vedi alle voci Breaks sit Dazzi euro fobie da un'altra parte invece ci sono riprese l'innovazione la ricerca tutte realtà che rifiutano ogni divisione confine o Daccico ma hanno bisogno di essere protette
Dalla concorrenza sleale certo
Come dalla guerra commerciale non certo da operazioni come quella diversi e il rinnovo che invece avrebbe dato vita ad un campione europeo e mondiale dell'Automotive
La realtà è che nel due mila diciassette
Il trenta per cento del prodotto interno lordo mondiale è derivato dal commercio globale e dal flusso di investimenti esteri
Tre quarti del commercio planetario avviene tra Paesi che non condividono confini questo significa che per fare impresa non serve essere fisicamente vicini ma funzionalmente collegati
Insomma siamo l'economia delle connessioni
E questo è un processo irreversibile
Oggi il mondo è un groviglio di infrastrutture che include approssimativamente sessantaquattro milioni di chilometri di autostrade due milioni di chilometri di oleodotti e gasdotti settecentocinquanta mila chilometri di cavi interna sotto Marini
Se ci fosse la TAV Italia Francia sarebbero ancora più vicine
Non ci separano le Alpi ma cinquantasette chilometri di pregiudizi
Basterebbero però cinquantasette secondi di buon senso per dire sì a un'infrastruttura che fa bene all'Europa
L'Italia ha bisogno di new deal
Infrastrutturale e il primo punto non ci sono i fondi il primo punto è l'ambizione
Il nuovo corso delle date deve disegnare la grandezza delle nostre aspirazioni l'ambizione però cozza contro la granitica lentezza con cui ammoderniamo il nostro Paese
Penso alla Pedemontana Lombarda incompiuto da trentadue anni o la bretella di Campogalliano incompiuta da diciassette serve il completamento della strada statale jonica così come l'alta velocità Napoli-Bari il tunnel ferroviario del Brennero il terzo valico
Per non parlare delle oltre centosessanta opere incompiute in Sicilia dalla Gronda dalla Gronda di Ponente e del ponte Morandi
Ponte Morandi quello è uno squarcio indimenticabile per questa Regione e per tutta l'Italia a ottobre durante il nostro convegno di Capri avevamo il timore ci fossero ritardi nella ricostruzione
Oggi che vediamo parto del ponte ancora lì
Siamo preoccupati per i danni enormi provocati dal vuoto decisionale governare significa decidere non rinviare
Vogliamo le grandi opere le infrastrutture strategiche cinque g le vie della globalizzazione l'Italia è stata per millenni
Il centro del Mediterraneo ma oggi è è ridotta a guardarlo solo come fonte di problemi proprio mentre da Oriente arriva l'opportunità di ritornare al centro degli scambi mondiali
Riprendere possesso del nostro mare significa ridare al Mezzogiorno d'Italia una centralità dimenticato fondamentale per il suo rilancio economico
è paradossale che i porti di Genova e Trieste siano molto più presente le strategie di lungo periodo della Germania o della Cina che in quelle dell'Italia
Se esiste una strategia prima europea e poi italiana deve includere anche i porti del Sud senza accettare lo shopping straniero portuale nel prossimo futuro l'Italia avrà un fabbisogno infrastrutturale di cinquantotto mila megawatt di produzione elettrica più di mille chilometri di autostrade tangenziali altrettanti ferrovie
Centosei mila chilometri di acquedotti da sostituire depuratori Rete e banda larga
Per tutta la popolazione italiana
Impiegare trent'anni per costruirli sarebbe una condanna al sottosviluppo
Le politiche infrastrutturali sono politiche industriali e le politiche industriali sono geopolitica chi è dentro e chi è fuori dai Paesi che guarda il mondo si capisce anche guardando a quanto è connesso arresto del globo
Il mondo delle connessioni però non è fatto solo di infrastrutture materiali ma anche di connettività di rete
Collettività significa cinque g secondo la Commissione europea questa potrebbe generare un effetto positivo di centotredici miliardi sull'Eurozona entro il due mila venticinque rivoluzionando il modo in cui oggi viaggiamo comunichiamo facciamo impresa
Collettività significa sviluppo dal due mila diciassette
Industria quattro punto zero ha generato dieci miliardi di investimenti privati connettività significa competitività in Italia l'economia digitale
Crea il cinque per cento del valore aggiunto contro l'otto per cento della Germania è una media europea del sei virgola sei è ora di smettere
è ora di tornare a mettere carburante nel piano industria quattro punto zero nello sviluppo delle reti di velocizzare la digitalizzazione della Pubblica amministrazione quella ferma al palo
La cosa funziona però solo con un piano straordinario
Ci scrive formazione quattro punto zero si legge assicurazione sul nostro futuro
Il nuovo il nuovo alfabeto della fabbrica digitale deve essere a disposizione di tutti
Intervenire ora per costruire le conoscenze del futuro non è una pura un'operazione pro industria
è una scelta democratica perché della democrazia ci si prende cura ogni giorno come un organismo vivente che nasce cresce e guarisce
Non possiamo migliorare quello che è distante per questo crediamo i collegamenti creiamo catene globali del valore e catene globali di valori etici
Anche così si sottrae terreno alle ingiustizia alla povertà alle divisioni
Ora che delle catene si reggeva Lizzano per l'Italia si si presenta l'occasione di Scarlet provando ad arrivare al segmento di maggiore valore aggiunto dobbiamo quindi darci due obiettivi
Chi c'è deve impegnarsi ad arrivare in cima e portare dentro chi è rimasto fuori oggi il valore conta più della dimensione per proteggerlo chiediamo al Governo di impegnarsi a rafforzare la nostra reputazione internazionale
Se non fosse troppo tardi sarebbe importante iniziare a negoziare un nuovo otiti EP tra Europa e Stati Uniti
Per saldare quel rapporto tanto privilegiato quanto necessario sia per i partner che per l'intera comunità internazionale è evidente che gli accordi siglati dall'Unione Europea funzionano eccome
Basta guardare incetta con il Canada voleva con il Giappone i dati sull'export e l'assenza di tutte le catastrofi paventate ci fanno pensare che noi eravamo dalla parte giusta
Sarebbe ora che il signor no ci richiedessero
Italia ed Europa hanno bisogno di una nuova generazione di trattati commerciali più inclusivi su sostenibilità lavoro tecnologia e sicurezza
Vogliamo ancora di più il nostro governo si deve impegnare a Brussel per promuovere una riforma del dub Trio tornando a considerarlo il guardiano del commercio internazionale
E questo lo chiediamo
E lo abbiamo chiesto insieme a cinquecento mila giovani imprenditori provenienti da tutto il mondo
Che hanno ribadito con una sola voce in Giappone al G venti questo principio
Insomma
Solo chi eccelle nelle connessioni proporre tarsi nello scacchiere globale e mi fa piacere ricordare che la delegazione italiana dei giovani imprenditori di Confindustria è la la delegazione più numerosa tra le delegazioni mondiali
Oggi città e aree e aree produttive possono possono svincolarsi da loro capoluoghi perché sono in grado di fare da sole ma purtroppo non basta essere parte di questo gioco globale per scriverne le regole
è solo lo Stato centrale che possedere ai tavoli del G7 del G venti dove si scrivono le regole che consentono tanto la Lombardia quanto alla Sicilia di essere parte del commercio globale
Con un patto di solidarietà uno Stato forte costruisce aree connesse il dibattito sul regionalismo finisce per essere asfittico se non tiene conto degli scenari mondiali e di quanto è cambiata la geografia delle potenzialità
L'autonomia regionale
Funzionasse e ogni regione può entrare in catene globali del valore politico e confrontarsi col resto del mondo consapevole che la propria sovranità si completa con la connettività
Autonomia e si ma solo all'interno di uno Stato forte solo se significa potenziare lo Stato nazionale solo se significa tornare alle comunità locali solo se significa efficienza e solidarietà tra i territori solo se significa rafforzare la nostra appartenenza all'Unione Europea
Ecco perché chi è contro e mai a favore sta nell'angolo ecco perché le connessioni funzionale del disco nazioni no ecco perché in questo scenario non c'è posto per ideologia noi crediamo nell'economia delle connessioni noi crediamo nei Paesi indipendenti ma inseparabili
Noi crediamo nei paesi uniti dall'identità come dalla moneta dalla finanza come dalle reti noi crediamo nelle connessioni globali tanto quanto nelle connessioni locali
Noi siamo gli imprenditori di Confindustria noi siamo imprenditori senza confini noi siamo imprenditori globali