Quello di cui si parla è, infatti, l’ultimo episodio prodotto da un’istituzione irriformabile.
Per il movimento "No prison" sarebbe l'occasione per resettare l’ultimo avamposto manicomiale e costruire un percorso di giustizia e di riparazione del danno, di riappropriazione del senso di legalità per coloro che hanno saltato il fosso delle regole.
Nessuno ha però detto niente del genere, nessuna … censura nei confronti del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria.
Purtroppo non si aprono spiragli e, finita l’estate, si tornerà a parlare d'altro.
No prison dice con chiarezza che questo sistema non è riformabile; non è possibile rivederlo: va cambiato totalmente.
Ridurre del’80% il numero di persone in carcere e privare della libertà soltanto chi è pericoloso; usare il tempo della condanna per il risarcimento del danno subito dalle vittime, oggi soggetto dimenticato.
Nel libro "Perché abolire il carcere.
Le ragioni di "No Prison"", alcune proposte per superare il carcere e la cultura della pena, del rispondere al male con il male e con la sofferenza.
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