Cerimonia di conferimento della Laurea honoris causa in archittetura alla memoria di Dario Capolicchio, una delle cinque vittime della strage di via dei Georgofili alla presenza del Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro

Giustissimo
Signor presidente
Autorità
Cari colleghi
Signore e signori
A nome dell'Università di Firenze desidero esprimere il mio decotto benvenuto e il mio più vivo ringraziamento al signor Presidente della Repubblica
Per avere accolto l'invito a presenziare la cerimonia del conferimento della laurea alla memoria in architettura Dario Capolicchio
Studente della nostra facoltà vittima innocente dell'attentato di via dei Georgofili
A poco meno di un anno da quel drammatico e vile attentato
Questa iniziativa opportunamente promossa dalla facoltà di Architettura
E dal suo preside professoressa Mariella Zoppi offre a tutti noi l'occasione di una riflessione e di un proponimento
Il nostro Paese ma più ancora il mondo intero attraversano un periodo storico di rapidi e profondi mutamenti
Che producono in molti Paesi lutti e sofferenze inenarrabili
Tutti noi abbiamo provato in qualche momento un amaro sentimento di impotenza
Nei confronti di tali eventi
E la tentazione di abbandonarci alla ineluttabilità del trionfo dell'egoismo e della violenza
Certamente anche Dario Capolicchio che dalla tranquilla Sarzana veniva a Firenze per studiare architettura nella nostra affollata facoltà aveva approvato tali sentimenti
Ma egli
Con la saggezza che gli veniva dall'essere cresciuto in una famiglia unità ed operosa
Aveva contrastato tali sentimenti con l'impegno nello studio e con l'affetto per la sua cara amica Francesca Chelli
Ed è stato travolto dalla cieca violenza proprio mentre era impegnato quella notte nel suo lavoro
Questa violenza è frutto di una cultura dell'egoismo e della sopraffazione
Che è stato istituzioni non hanno saputo adeguatamente contrastate
Tali violenze non si possono però vincere contrapponendo loro una cultura del sospetto e della intolleranza
Bensì operando per l'affermazione e la diffusione di una cultura dei valori
Che generi rispetta fiducia e solidarietà
Per la realizzazione di una società più ordinata e giuste
Ciò è possibile solo attraverso la rivalutazione del ruolo sociale insostituibile della famiglia
E della scuola
E quindi l'attuazione di una politica che dia priorità strategica
Alla difesa e dal potenziamento di queste fondamentali istituzioni
Le università italiane
Che da molti secoli promuovono nella loro autonomia lo sviluppo culturale che la formazione anche professionale
Tendo al loro interno libero confronto e rispetto per tutti
Vedono invece oggi
Messa in serio pericolo la possibilità di continuare a svolgere bene il loro ruolo per lei Niguarda Itza delle risorse di cui hanno potuto disporre negli ultimi anni
L'esempio di Dario Capolicchio
E la significativa presenza qui oggi del nostro presidente
Ci sollecitano però a non darci per vinti
A reagire con forza
Che ad assolvere
Col maggior possibile impegno ai nostri doveri
Per diventare testimoni credibili
Di valori fondamentali
Quali il rispetto
La tolleranza
La fiducia
La solidarietà
L'amore
E noi cari colleghi
Come docenti e ricercatori
Dobbiamo impegnarci tutti ad essere non solo professori
Ma soprattutto maestri
Tempi cioè di vita
Perché anche e soprattutto questo chiedono a noi i nostri studenti
Solo così il sacrificio di Dario Capolicchio non sarà vanno
E la violenza sarà sconfitta
Dall'impegno e dall'amore
Come Luigi credeva e voleva grazie
Prende ora la parola il preside della facoltà di architettura professoressa Mariella Zoppi
Signor Presidente della Repubblica
Signori Capolicchio autorità presenti magnifico rettore colleghi e amici tutti
Siamo qui
Cioè i conferimenti salame noia
Della laurea in architettura allo studente Dario Capolicchio
Drammaticamente
E prematuramente scomparso la notte del ventisette maggio scorso nell'attentato di via dei Georgofili a me tocca secondo un rituale accademico pronunciare la dissertazione di testi
Per questo ho scelto e mi è sembrato una scelta in qualche modo obbligata il tema della memoria dei luoghi ovvero di come i luoghi possono tramandare il ricordo di denti edite passante
Nella terra è scritta la storia dell'uomo ed in ogni pietra del territorio possiamo leggere le vite di coloro che prima di noi vi hanno vissuto
L'origine stessa dell'uomo c'è stata restituita dalla terra da una terra lontana ormai quasi del tutto abbandonata dagli uomini piogge
Cercare nel nostro passato non può prescindere per ricercare le forme di civiltà che ci hanno preceduto e che hanno lasciato tracce più o meno visibili e forti delle loro forme religiose
Dei loro tristi funebri della loro organizzazione sociale
L'archeologia grazie alle tecnologie avanzate che hanno permesso incredibili scoperte negli ultimi anni ci ha consentito di ricostruire con rigore scientifico la vita di molti popoli scomparsi
Ma il campo più Fertile degli studi sul passato dell'uomini è rappresentato dalla città
è nella città che più che in ogni altro luogo si sono condensate le vite degli uomini dei potenti come degli umili
Le pietre della città sono palpabile testimonianza dei destini e delle fortune di coloro che le hanno abitate
Lo studio della città
E della sua storia non è dunque motivato soltanto da curiosità scientifica di accademici
Ma è una sorta di dovere civico chi gli abitanti stessi debbono tributare acché il PIL ma di loro ha vissuto e operato in quel luogo che luoghi di da conservare memorie da tramandare
Firenze in questo senso
è una miniera meravigliosa di storie di vite
Un grande romanzo che inizia con quel vecchio ponte sull'Arno che definiva il guado dell'incerto rettangolo della città romana e collegava il castrum con le terre assunte oltre il fiume
Un ponte eretto in miniatura solo nel secondo secolo dopo Cristo sotto l'impero di Adriano e che generò quel nucleo vitale di città che ancora oggi rappresenta la nostra comunità urbana e artigiana
I piccoli le strette strade sulle quali si aprivano le osterie quinta te da viaggiatori e Barros Chai dai commercianti e dai pescatori
Era lì che le vie d'acqua e di terra si incontra Marco
E ancora in quell'ambito embrionale della città che nascono e si consolidano le attività di lavorazione dei metalli le concerti i laboratori dei tessitori oltre cinque secoli di barbarie
Ovvero corrispondente al periodo delle invasioni videro la distruzione del ponte sull'Arno il declino di ogni attività e l'incendio le case del borgo solo nel mille centosettantatré con la ricostruzione della cinta muraria la vita può riprendere
Mi si definisce quella formula vana che oggi c'è la consueta modulata sulla casa torre e su una casa mercantile
Chiusa
E compatta svettante sui tetti delle altre costruzioni legata a motivi di ditte i sei militari la prima la seconda aperta sulla vita del vincolo con i due amanti fornici che corrispondevano ai magazzini di vendita
Firenze Città di Pietra definisce così la sua fisionomia
Su questa si dovrà porranno le meravigliose architetture del Rinascimento le grandi cerniere urbane che magicamente raccordano i vecchi vicoli alle nuove fabbriche
Un esempio per tutti è la Sapienza incredibile con cui si passa dalla Piazza della Signoria
Agli Uffizi al Ponte Vecchio col corridoio Vasariano ma anche al più antico al minuto tessuto viario agli under tedesca per esempio qualche astro che Baroncelli sul fianco destro della lotta nella
Un equilibrio architettonico che trae origine da una ricerca culturale che durerà ben quattro secoli
Come è noto dalla costruzione della cupola del Brunelleschi nel mille quattrocentodiciotto
Fino convenzionalmente alla dissertazione di lusso all'Accademia di Digione nel mille settecentocinquanta contro il lusso nelle arti e nella necessità del ritorno alla natura chiesto dall'URSS
Una ricerca culturale che non ha avuto eguali nel mondo per diffusione di intensità di espressione e di lingua
Tono secco gli intenti per Firenze i medici letteratura le arti
La pax Laurenziana il ruolo centrale nella politica italiana influenza economica sulle maggiori corti d'Europa fino alla decadenza della casa mi dice
In all'avvento dei Lorena
Una vento dapprima visto con diffidenza diffidenza peraltro legittima e che tuttavia ebbe il grande merito di San per pilotare saggiamente un regime di corte rinascimentale alla formazione di un moderno Stato nazionale
Così Firenze e la Toscana conoscono periodi di grande interesse sociale eccidi picco e combattono i privilegi curiali e nobiliari si unificano le leggi si affidano essi risolvono i problemi dell'agricoltura in modo scientifico
è in questo spirito che nel mille settecentocinquantatré nasce l'Accademia dei Georgofili la prima accademia pubblica in euro
Firenze non è più solo una città è il presidio urbano più importante è la capitale di un più vasto territorio a Tosca
Si sta ora un clima che prelude a quello delle grandi riforme
Che con coerenza gradualità Pietro Leopoldo seppe instaurare adattando come si è scritto quel metodo sperimentale galileiano alla politica e alla vita sociale
Venne messa in atto infatti un'imponente mole di riforme che quindi Aldo di cambiare il volto della Toscana da quella sanitaria che riorganizzò gli ospedali
E per la prima volta si pose il problema della malattia della mente a quella dell'istruzione pubblica
Impossibile non ricordarla in questa sede che basata tutto il suo sistema sulla scuola laica statale gratuita
Era la nascita del moderno sistema distruzione
I sovrani che seguirono non furono così lungimiranti e la Toscana conobbe un periodo di buona gestione economica di buone opere pubbliche ma di grandi restrizioni alla libertà politica
Che portarono dopo i noti e le dure repressioni del quarantotto al plebiscito e all'annessione
Con l'Italia di cui Firenze diventerà per un breve periodo la capitale
Alla perdita della capitale seguirono anni difficili le speculazioni finanziarie ed edilizie legate alle nuove funzioni innanzi tali portarono alla bancarotta del comune e generarono difficoltà economiche che segneranno a lungo la vita della popolazione fiorentina
Il fascismo si abbatterà su una Firenze trovata economicamente ma no moralmente ed intellettualmente
Tanto che non solo sta tra conservare intatta la sua vitalità mani saprà dare forza nell'agosto del quarantaquattro quando di tutti i ponti sull'Arno ed una vasta zona intorno al Ponte Vecchio dalle truppe naziste ispirata si metterà all'opera per ricostruire
Una ricostruzione che seppe coinvolgere tutti i fiorentini
Una ricostruzione che non voleva recidere i legami col passato e non voleva dimenticare le violenze della guerra ma voleva riedificare ricordando e facendo ricordare la sofferenza subita e la furia devastatrice che si era battuta sulla città
La stessa energia
La spessa vitalità intellettuale e creativa la stessa caparbia volontà e un uguale solidarietà sociale si ebbe circa vent'anni dopo
Quando nel novembre sessantasei l'Arno ruppe gli argini e inondò da acque di fango Firenze
Non mancò la solidarietà del mondo intero
Accorsero giovani da tutte le nazioni arrivarono aiuti in denaro Firenze non restò sulla la più grande concentrazione di opere d'arte del mondo sembrava colpita a morte siamo abbiamo ancora davanti agli occhi le immagini dei monumenti invasi dalle acque nel MOSE il battistero di San Giovanni nel vortice delle a il Duomo Santa Trinita Santacroce Santambrogio e ancora il museo archeologico Orne l'Opera del Duomo il gabinetto del restauro degli Uffizi l'Archivio di Stato la Biblioteca nazionale e potremmo continuare a lungo
Basti per tutti il dato di dodici mila famiglie alluvionate di cui cinque mila senza casa
Il Crocefisso di Cimabue in Santa Croce divenne in quel momento il simbolo della città
In cui molto sembrava perduto definitivamente scriveva sul ponte a questo proposito Umberto Baldini
Il Cristo quasi senza volto quasi senza corpo ancora eretto sul suo alto supporto che aveva resistito alla furia delle acque
Malcarne la sua epidermide dipinta ai margini bianchi degli squarci sull'in primi tour sulla tela era devastata da un'esplosione
Accartocciata sollevata come ustionata a brandelli e sembrava davvero ancora cadere da un momento all'altro da Firenze non cambia diffidente stemperi giocare il suo corpo e la sua carne ed il Cristo di Cimabue e divenuto non certo per un caso il simbolo della rinascita la vita poteva tornare a Firenze
Poteva caparbiamente tornare dopo una guerra è un'allusione
Due eventi che travalicano la volontà degli uomini comuni rendendoli attoniti spettatori di fatti che non possono capire ma che devono accettare e subire nel maggio dello scorso anno abbiamo provato lo stesso cupo sbigottimento abbiamo avuto la stessa sensazione di impotenza di fronte all'esplosione della bomba in via dei Georgofili
Nel maggio i danni erano certo meno imponenti di quelli d'agosto quarantaquattro l'estensione delle distruzioni era più limitata rispetto all'alluvione del sessantasei ma quanto più incomprensibile in atrocemente vile era quell'azione
Definita dai commentatori come dimostrativa
Nessuno doveva più sentirsi libero di vivere in pace nessuna città poteva considerarsi salta le arti la storia erano più d'ogni altra esposte all'ingiuria al vandalismo alla barbarie
Quell'azione è stata definita in modo forse un po'banale una ferita al cuore di Firenze della cultura del mondo
Doveva fare sento e lo fece
La vicinanza con gli Uffizi la distruzione della torre dell'Accademia dei Georgofili i libri poi violentati i dipinti feriti le architetture squarciate tutto questo divenne notizia
Esteri cioè in poco tempo il giro del mondo
Ma quella ferita fu tanto più dura perché diventa in termini di vite versate una famiglia semplice d'annata cancellata pertinente e con lei uno studente di architettura Dario Capolicchio che oggi dovrebbe al mio posto discutere la sua tesi di laurea
Dario aveva scelto di studiare a Firenze
Dario aveva scelto di abitare studiare in quel borgo antico dove la città più che in ogni altra parte porge la sua storia e la sua secolare cultura
Dove se non fra quelle pietre un giovane poteva pensare di completare la sua formazione di architetto
Dario avrebbe parlato in termini diversi dal mio sul tema della memoria dei luoghi avrebbe molto probabilmente preferito il tema della natura
La libera maestosità della natura avrebbe parlato di paesaggi di modalità di conservazione della natura i possibilità di fruire di una di come amarla
Lo dimostrano le rilevazioni fatte sulle Alpi Apuane le montagne dietro casa sua fatte insieme a Francesca Chelli per il club Alpino Italiano di cui faceva parte
Dario avrebbe certamente portato delle tavole disegnate con abilità e maestria e creativa intelligenza li abbiamo visti a Sarzana scritti se nella mostra allestita nel Palazzo comunale dopo la tragedia
Non c'erano
Tra quei disegni le tavole preparate per sostenere l'esame di urbanistica due quelle Zane che Dario con Francesca ed altri compagni stava preparando proprio nel maggio scorso
Quelle tavole che avevamo visto insieme
In quella che doveva essere l'ultima revisione prima degli esami pochi giorni prima del ventisette maggio e che vertevano su una proposta di riqualificazione della zona di San Salvi ad est di Firenze
Un lavoro molto bello
Torna ancora una volta la apprezzamento sulle capacità grafiche di questo ragazzo
Un lavoro maturo dal punto di vista professionale e progettuale francamente più completo ed interessante di ogni altro presentato da studenti dell'anno passato su quell'area
Su questa capacità di cogliere il senso del Progetto sulla facilità di renderlo graficamente avevamo scherzato nell'ultima revisione ricordo Dario perfettamente consapevole delle sue capacità era e sentiva bravo
Un ragazzo come molti della setta che frequentano la nostra facoltà un po'scanzonato con una personalità in grado di aggregare intorno a sé amici e compagni con una sua attenta ma anche ironica partecipazione alla vita dello studio
Così deve essere a vent'anni
Quelle tavole per l'esame di urbanistica erano nella casa di via dei Georgofili quel lavoro cometario non c'è più
Ma non per questo e meno vivo nella mia memoria e in quella di tutti quelli che l'hanno conosciuto
Il ricordo in fondo è la sola cosa che ci resta
E la sua funzione fu della sua funzione non vuole essere meramente consolatoria né potrebbe esserlo niente può consolare o compensare la perdita di una vita
Vuole però essere la testimonianza attiva di quella che è stata una tragedia pubblica ma anche e soprattutto una tragedia intime tritata quella di una famiglia di una ragazza di un gruppo di amici
Di un gruppo di docenti che non vogliono e non possano dimentica
Non dimenticare è un impegno che abbiamo assunto l'indomani della tragedia
E per non dimenticare bisogna conoscere e far conoscere bisogna testimoniare per non soccombere
Per non offuscare nello furia dell'oggi
E nelle trepida e speranze per il domani le dolorose atrocità che ci hanno travolto e che non possiamo non dobbiamo lasciarci alle spalle là che dobbiamo tramandare ai nostri figli ai nostri studenti perché sappiano costruire il loro domani nel rispetto dei valori morali e dei valori civili che soli possono reggere un mondo veramente libero
In nome della legge noi
Professor Paolo Blasi rettore dell'università degli studi di Firenze
Vedute le unanimi deliberazioni del consiglio della facoltà di Architettura del trentuno maggio mille novecentonovantatré e del ventiquattro febbraio mille novecentonovantaquattro
Conferiamo
A Dario Capolicchio
Nato a Palermo il ventinove settembre del mille e novecento settantuno
La laurea alla memoria
Sì architettura
A testimonianza di una scelta consapevole e motivata
Di compiere i suoi studi nella facoltà di architettura di Firenze
Città vista come complemento ideale
Per conseguire la migliore formazione culturale e professionale
Al ricordo Luna Barbara Furio mi cito
Che ha stroncato la sua giovane vita
Mentre al tavolo da disegno completava il lavoro per l'esame che avrebbe dovuto sostenere dopo pochi giorni
Il presente diploma rilasciato a tutti gli effetti di legge
Dato a Firenze il di diciassette aprile mille e novecento novantaquattro
A ricordo
Potete sedere
A ricordo di questa cerimonia
E come impegno di tutti noi ad operare per la costruzione di una società libera e giusta
E quindi di una pace duratura desidero consegnare al Presidente della Repubblica
Che tutti ci rappresenta in questo impegno la medaglia per la pace e la fratellanza dei popoli che l'Università di Firenze ha fatto coniare allo scultore Cavallini
Si chiude così la cerimonia ringrazio prima di tutto nuovamente il presidente di averci onorato della sua presenza e tutti voi in che avete voluto assistere a questa cerimonia
Grazie
Finanze sebbene
Grazie
Grazie
In
Sette
Dunque
Qui
Qui
Quest'
Qui quella qui qui qui
Questa
Qui
Qui
Qui qui qui
Quanto
Qui
Qui qui
Quanto qui
Questo qui
Quella
Qui
Qui
Quanto
Qui
Quest'quindi quattro
Quella qui
Qui
Qui qui
Qui
Quindi
Quindi qui
Qui
Qui
Qui
Qui qui qui qui
Qui
Qui
Qui
Qui quattro qui
Qui
Qui quanto
Quanto qui
Qua
Quindi quindi qui
Quattro
Quanto qui
Qui
Qui
Qui
Qui
Qui
Qui
Quindi
Questo
Qualche
Quindi
Quindi
Quanto qui
Qui qualche
Qui
Qui
Qui quindi
Quindi
Questi
Qui
Qui
Qui
Qui
Quest'qui
Quindi
Quindi questo
Quattro
Qui
Qui
Qui quanto
Qui qui
Quanto
Quindi quanto
Qui quanto
Questa
Quest'
Qui
Qui qui
Qui
Quindi
Questo
Qui
Qui qui
Questo
Qui qui qui
Questo
Quindi qui
Qui
Quindi
Quasi
Qui
Qui
Quindi questa qui
Qui qui
Qui
Quanto
Qui qui
Quanto quella
Qui qui
Qui
Qui
Qua qua qui qui
Qui qui
Qui
Qui qui qua
Qui
Qua
Qui qui
Qua
Qui
Qui
Questo
Quattro
Quindi
Qui qua
Qui quest'qui quattro qui
Qui qui
Qui quindi
Qui
Qui
Quindi
Qui qua
Qui quanto
Quanto
Qui
Questo
Qui quel questa
Qui
Quindi quindi qui
Qui qua
Quanto quest'
Qui quelle
Quel qui quindi quindi
Qui
Qui quindi qui
Qui
Qui
Qui qui
Qui quindi
Qui
Quindi qui qui quindi qui qui
Qui
Qui
Qui
Qui
Quindi
Qui
Quindi
Qui
Quindi quanto
Lavora
Lavoro