Critica e militanti

Buongiorno da critiche militanti è uscito dai gli otto un libretto delizioso di Nicola Fano vite di ricambio
Manuale di autodifesa di uno spettatore Nicola Fano il giornalista ha lavorato a lungo all'Unità Diario poi a Liberal
E oggi pubblica il web magazine succede oggi esperto di teatro che insegna all'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino
E si è occupato in alcuni studi soprattutto di commedia dell'arte e di varietà le cento paginette di vite di ricambio sono un'autobiografia un'autobiografia per stazioni teatrali che coinvolge la storia la società anche il paesaggio degli ultimi decenni in Italia e non sono insomma un breve romanzo di formazione in cui l'Autore misura la vicinanza o anche la distanza tra la scena al pubblico
Quel che c'è fuori dal teatro e la propria esperienza un teatro scoperta o da Fano inizio anni settanta alle scuole medie attraverso una messa in scena di camion
Di cui ha un ricordo dice vivido ma strano gli sono rimasti in mente il titolo e il luogo ma non il contenuto e in tutto il libro si insiste sul ruolo
Del ricordo
Per capire il presente della scena ci ripete Fano
Bisogna poter ricordare sia nel senso di legarla al proprio passato che di ricomprendere poi la rappresentazione vista nel futuro come un passato che acquista
Via via nuovi significati nella memoria il rapporto di Fano col teatro nasce proprio all'insegna della memoria e anche della nostalgia ma una nostalgica
Si direbbe di qualcosa che lui stesso quasi non ha vissuto dei vecchi comincia ad esempio quelli che durante la sua giovinezza
Andava a cercare che sembravano avere ancora un piede nell'Ottocento fanno racconta che un suo direttore lo volle i servizi sportivi ritenendo il teatro una cosa da vecchie in tutte le sue pagine
Spira un'aria di elegia in effetti per il Novecento l'epoca in cui è più difficile comunicare mettere assieme i pezzi redazione l'epoca di cui fanno rimpiangere il pathos delle identità condivisa almeno parziali seppure già insidiate e incerte
Ed è in quella civiltà al tramonto che Luís ha deciso di votarsi al Teatro subito con una scelta singolare non voleva fare l'attore o regista neppure all'inizio decisi che il mio compito dice sarebbe stato ricordare scelsi di fare lo spettatore cioè di registrare le impressioni
Di ricordare appunto di vedere come è sera dopo sera e hanno dopo hanno lo stato del mondo cambia la recitazione degli attori e anche la recitazione del pubblico il suo contegno perché se il teatro è sempre metafora
Non può però fare mai a meno della realtà dell'esistenza fisica e della sua percezione immediata al teatro insomma
E tempo ad esempio quello dei tempi degli sketch che dice fanno i grandi comici sanno accorciare o allungare a piacere ma anche il tempo il tempo che filtra dalle strade dai palazzi dalle speranze anche dai terroristi sociali di un certo hanno di una certa epoca vent'anni nel settantotto ad esempio fanno vide una messa in scena della tempesta di Strehler erano le settimane del sequestro Moro e la rappresentazione fu interrotta dalla tragedia là fuori
E qui si può ricordare Garboli che proprio allora andava in giro approvare con Cecchi scelse
Nei giorni del sequestro Moro di emigrare da Roma la tempesta shakespeariano è un testo sul tentativo di trasformare la non vita invita magica e sul suo fallimento davanti alla vita vera
Che arriva anche sull'isola di Prospero e chiede di nuovo di essere pienamente promiscuamente vissuta per così dire senza regia ma nello Shakespeare di Strehler commenta fanno allora l'accento cadeva sulla sconfitta dell'arte
Davanti alla violenza del reale Tino Carraro era un prospero sconfitto
Ma fanno confessa di aver montato solo in seguito rivedendo lo spettacolo anni dopo e quindi parte quello che mi sembra uno dei motivi più belli e commoventi del suo del suo libro il motivo del non capire come ammissione invertita risorsa contro la finzione di aver sempre subito colto tutta una finzione
Lo sappiamo spesso derivata dall'intimidazione di una cultura scolastiche neo clericale non ho capito
L'errore l'opacità ci dimostra fanno sono un inciampo senza la quale non ci sarà poi vera comprensione e questo tema legato molto anche a Beckett da cui l'Autore ossessionato fin da quando leggendo
Aspettando Godot al liceo sentì che rappresentava la nostra smania di sapere nell'impossibilità di sapere dice
A differenza di altri scrittori spiega Fano Becket non ha la pretesa di mettere ordine al caso o di dare il giudizio salvare ed andare
E in più i suoi Vladimiro ed estraggono e sono molto vicini alle figure di avanspettacolo che fanno arma Becket resta in questo libro perché chiaramente muto quando il giovane fanno gli scrive
Senza peraltro avere
Così senza peraltro accettare l'occasione quando c'è la di incontrarlo anche qui c'è il pudore diremmo dello spettatore ma in questo libro ci sono invece altri incontri è un libro anche di ritratti sommari ma perfetti ad esempio quelli congiure Mattei Ionesco il primo visto a Formia apparentemente annoiato piegato sul fianco della propria stessa spiega pesantezza in realtà
Vigile quasi divertito
Sta aspettando gli altri giornalisti insieme al solo giovane cronista Fano che devono arrivare perché possa iniziare la messa in scena di un suo spettacolo ma il treno ha avuto un guasto e anche il pulmino che l'ha sostituito allora
Di un remata allungando finalmente la mano su un promettente tramezzino
Che aveva spiato a lungo dichiara con una certa leggerezza che deve essere colpa sua perché
Si sa che nell'ambiente superstizioso del teatro ha una fama da menar gramo
Io n'esco invece appare affanno inattendibile stentoreo lo vede che dietro la bizzarria nasconde la banalità e una storia personale con cui non ha fatto i conti lo paragona fisicamente
Al al Falstaff di Shakespeare alle nove gli pare
Un uomo grasso dimagrito male
In poche pagine attraversiamo insomma molti luoghi ci passano davanti tanti volti un'opulenta messa in scena di assassinio nella cattedrale al Meeting di Rimini del novanta un improvviso terrore nella notte all'Idroscalo romano del novantuno
Del vicino a una sagra dove si sta affannando un amico comico
Di Fano il ricordo della gestione dell'Ambra Jovinelli il piacere delle bande di paese così esotiche per un ex ragazzino romano come Luigi
Un'intervista giovanile a Pratolini sull'Unità il recente sua adattamento teatrale delle ragazze di San Frediano e infine un ricordo dell'amico scrittore Sandro Onofri in una scuola in cui alcuni ragazzi mettono efficacemente in scena dei suoi testi
Quello di farne un riparo un libro pieno pieno di grazia io credo che restituisce freschezza anche ad alcuni luoghi comuni e forse il segreto sta nel fatto che non indugia sulle cose probabilmente il frutto dello scrivere a mano o a macchina novecentesco giornalistico di cui lui stesso parla lo stile di un sapiente buona la prima
Il teatro è questa vita rapida ma è anche attesa il momento più intenso è per lo spettatore Fano
Non a caso il buio il silenzio prima dell'apertura del sipario un buio in forme amniotico prima di una nuova vita in cui si aspetta sempre con immutata speranza
Che tutto possa capitare che tutto cambi quindi consiglio di oggi a Nicola Fano dite di ricambio Eliot a risentirci venerdì prossimo