Caffeina Festival 2019 - Nostalgia degli dei

Buonasera a tutti sono molto felice e onorata di presentare il professor Marcello Veneziani
Prima appunto di lui di dire due parole su una curriculum già noto a tutti del professore saluto radio radicale che trasmette questo evento indiretta
Allora Marcello Veneziani lo conosciamo tutti fondatore e direttore di riviste giornalista commentatore della RAI
Si è occupato soprattutto di filosofia politica scrivendo numerosissimi saggi ma anche di temi esistenziali attraverso di saggi più prettamente filosofici letterari
Uno veramente sul tutti vita natural durante dedicato applichino
Questa sera presenta Nostalgia dei livelli
Il titolo va interpretato perché
Libro di saggi ma sicuramente frutto di tutti gli anni di studio approfondimento del professore
Che però non ha a che fare con delle divinità olimpiche
Ma con dei principi guida con dei principi fondanti
Sono elencati sotto forma di decalogo subito sin dall'indice
Civiltà patria famiglia comunità
Tradizione mito destino anima Dio e ritorno
Ognuno di questi principi guida ognuno di questi dèi
è per il professore imprescindibile per l'essere umano dunque la mia prima domanda è proprio questa perché bisogna avere nostro Nostalgia di questi dei e di non altri
Sì io parto da una considerazione che riguarda la nostra vita quotidiana e mi dico che noi viviamo su una fettina sottile
Che il nostro presente cioè noi abbiamo perso strada facendo senza quasi accorgercene il passato il futuro l'eterno
Abbiamo perso i riferimenti con la storia e quindi con la memoria del passato abbiamo perso strada facendo i riferimenti al pensiero e quindi alla filosofia abbiamo perso i riferimenti anche alla religione vi diamo soltanto ancorati al presente ecco nutrire nostalgie degli Dei significante
A bere voglia di riconoscere dei punti di riferimento intramontabili mentre noi tra montiano
Noi siamo esseri precari passeggeri
Esseri che vivono la loro vita né la loro parabola che poi finisce mentre noi avvertiamo il bisogno quella che si potrebbe chiamare la passione di eternità che ci porta invece a cercare dei principi
E delle idee fondamentali che non tramontano con noi
Quindi questa è la ragione per cui io ho individuato dieci idee cardine
Che possono definirsi degli dèi perché sono in fondo gli dei sono metafore figurazioni quasi giocoso e diciamo ma per intendere principi importanti ineliminabili della vita di ciascuno di noi e quindi avere questi riferimenti significa dare una consistenza è un destino una propria dignità
Cioè significa capire che siamo connessi che il mondo non finisce con noi non è nato con noi significa insomma a bere un'apertura che ci consenta di andare al di fuori e al di là del nostro presente
Al di là del nostro io e al di là della nostra utilità immediata quindi è un'apertura che mi rendo conto e piuttosto in contraddizione con lo spirito del tempo
Perché se noi consideriamo le cose di oggi e siamo istigati continuamente a occuparci di quello che passa il convento del giorno cioè di quello che accade a livello mediatico a livello di rilevanza
Diciamo così sociale o a livello di rilevanza dei soci al per essere ancora più precisi e dimentichiamo ogni possibile contatto il legame
Con ciò che ha caratterizzato la nostra storia la nostra eredità e il rapporto con il mondo da cui proveniamo ma al tempo stesso abbiamo perduto anche il futuro
Quando io cito questa espressione Nostalgia degli Dei non intendo fare riferimento a un mondo che fu non è un elogio del tempo andato non è il rimpianto di un'epoca che non c'è più ma e una specie di conato dell'origine c'è un desiderio di ricongiungersi è un inizio a un punto di partenza
E al tempo stesso e un tentativo di riaprire orizzonti di attese
Cioè riaprire un'aspettativa di futuro perché non abbiamo più aspettative di futuro viviamo soltanto veramente nella dimensione della quotidianità il progetto lungo non esiste più e quindi non è soltanto una questione di memoria del passato è una questione anche di mancanza di prospettiva
Di mancanza di proiezione e quindi l'idea qui io faccio riferimento sono proiezioni su una Punto proiezioni fondamentali che servono per farci capire che noi siamo limitati ma che abbiamo bisogno di connotazioni
Fondamentali perché noi passiamo ma alcune cose poi restano che sono il senso e lo spirito del mondo
Grazie professore io vorrei ritornare un attimo al titolo del saggio e soprattutto soffermarmi a questo punto visto che degli dèi abbiamo parlato sulla Nostalgia
La nostalgia se noi
Parli pensiamo all'etimologia della parola è un composto nostro osso il ritorno e al Goss e il dolore la sofferenza
Quindi indica appunto questa questo desiderio di tornare un desiderio che induce noi una certa sofferenza un patimento
è la Nostalgia con cui lei apre il saggio in una sorta di introduzione
Da una circolarità al saggio intero perché poi nell'ultimo capitolo si parla appunto del ritorno quindi appunto Nando una linea di continuità leggo un una brevissimo passo
Il cuore ferito della Nostalgia e nell'assedio della lontananza
La Nostalgia e il frutto dolce di una pianta Mara e divelta a cui pure brama di ricongiungersi
L'eroe della Nostalgia resta Ulisse e il suo paradigma e l'Odissea ma non pochi poeti moderni hanno reso ambigua la Nostalgia omerica mostrando l'altra faccia della medaglia
Ulisse per loro non è l'eroe nostalgico di Itaca e di Penelope ma una volta tornato a casa ha nostalgia di Nausicaa di Calipso e di Circe
Ha nostalgia delle occasioni perdute della vita oltre l'orizzonte di casa sicché il Marder ritorno si fa delusione insieme requie terza
Il miglior modo per salvare il luogo il tempo perduti non è quello di tornare indietro dove non c'è più quel che avevamo lasciato ma di coltivare l'origine del proprio cuore curando la sua inviolabilità
Lasciare che arresti indelebile il ricordo di una lontananza in colmata
L'Ulisse moderno sulle tracce di quello dantesco riparte per provare di nuovo il gusto struggente del Nostalgia
La perfezione non c'è concessa e la massa regia e l'arte dell'imperfezione il dono di una mancanza capace di trasformare il vuoto in una ricchezza e un'opera
Una perdita fisica in un risarcimento metafisico
La presenza assentandosi si fa presentimento
La nostalgica dell'arte che sublima la vita vissuta degli avventurieri sarà il domani dei nostalgici sarà il Paradiso agli Arditi il mondo agli ardenti il cielo
Sì diciamo che diciamo che l'anno sta al Gia si può concepire a più livelli a un primo livello e un sentimento tenero e struggente di ricongiungimento
A figure care che non ci sono più a epoche trascorse alla nostra gioventù all'infanzia
E quindi un sentimento tenerissimo ma inevitabilmente retrospettivo perché è un sentimento che ti porta appunto a rimpiangere il tempo che fu
Diciamo pure che la Nostalgia
A due diverse
Espressioni una e nostalgia del tempo perduto l'altra e nostalgia dei luoghi lontani
Perché ci sono anche coloro i quali hanno lasciato la propria terra la propria patria vivono lontani e sento lo struggente questo
Desiderio questo con atto di tornare alla loro casa quindi c'è una nostalgia temporale è una nostalgia spaziale
Ora al di là di questo primo gradino ce ne poi un secondo e de la rappresentazione letteraria che viene fatta della nostra oggi ecco o meno
Diciamo meno ma potremmo dire anche Borges per parlare dei nostri tempi cioè tutta la grande letteratura di ogni tempo ha sempre espresso nelle sue corde questo il viaggio verso un'origine e verso un ritorno a casa
Tutti i più grandi viaggi sono sempre stati concepiti con un ritorno a casa quindi e una categoria letteraria diciamo pure che la Nostalgia
A anche dato dei doni straordinari che sono doni agrodolci perché nascono dall'amarezza di una lontananza ma sono doni
Fortissimi importanti grandi capolavori letterari sono nati all'insegna della nostalgia
Il terzo livello più alto di Nostalgia quello a cui cerco di avvicinarmi in questo mio libro e la Nostalgia come voglia di tornare all'inizio al punto uno rane all'origine
Quando è nato il mondo
Quando sono nate le cose quindi quella Nostalgia non è relegata a un tempo passato
Non riguarda la nostra vita considerando la retrospettiva ricordo del tempo passato io ricordo il sentimento dolcissimo è un portare al cuore
E ancora più intenso della memoria che invece è un riportare alla mente
Ma la nostalgia a cui io faccio riferimento e al di là del cuore e della mente è un ritorno all'origine quindi è questo il senso proprio della Nostalgia
La nostalgia dell'idea e poi è proprio la Nostalgia di questa eternità che costituisce il conato più forte che dentro di noi nel non siamo eterni non siamo immortali siamo di passaggio ma ciò che dà un senso alla nostra vita ciò che da un destino da uno spessore da una nobiltà alla nostra vita e rappresentato unicamente da questa capacità di collegarsi a cose che non tramontano
Dedicarsi a cose che restano lasciare tracce lasciare frutti ecco questo è il senso proprio dalla Nostalgia quindi nostalgie degli dei se ci soffermiamo nella prima parte di questa espressione vuol dire proprio questo
Un desiderio di ricongiungersi all'origine
Questo desiderio di ricongiungersi all'origine mi sembra di capire anche leggendo il suo saggio trova però un ostacolo fortissimo che è rappresentato dalla società contemporanea che vive quasi esclusivamente nell'hic et nunc che vive solo nella contemporaneità
E che in un certo senso trova nella contemporaneità
Una esistenza effimera perché finisce nel momento stesso in cui viene vissuta
Io credo che diciamo il paradosso dalla nostra epoca
Sia sostanzialmente questo noi abbiamo preso due grandi strumenti che rendono la vita migliore che sono la tecnologia ed economia
E sono due strumenti preziosi per la vita di ciascuno di noi perché ci permettono di vivere meglio ci permettono di vivere nella contemporaneità attraverso mezzi che altrimenti sarebbero impossibili a a realizzarsi quindi sono due grandissimi strumenti ma la perversione della nostra epoca e chi questi due grandi strumenti sono diventati come dire scopi di vita e non più strumenti
Hanno smesso di essere dei mezzi e sono diventati dei fini
Quindi l'espansione assoluta della tecnica e l'espansione assoluta dell'economia del mercato della finanza sono diventati gli obiettivi della nostra società e rispetto a questi due grandi obiettivi
Sono poi finite su colorate tutte le altre grandi idee fondamentali che caratterizzano l'umanità cioè il senso della politica il senso della storia il senso dalla cultura il senso del sacro e il senso dell'arte tutto ciò che in altri termini caratterizza diciamo gli scopi di una vita umana
Ecco quando vengono meno questi scopi simile soltanto per i mezzi e questi mezzi sono inevitabilmente ancorati al passaggio ma vent'anni in cui accadono le cose e quindi da qui questo ripiegamento nel presente
Abbiamo cancellato il futuro
Anche perché quando tu al futuro togli una prospettiva storica politica di pensiero di arte o di religione di saldezza escatologica come direbbero appunto i grandi del passato
Ai tolto ogni aspettativa importante e allora preferiamo non vedere più il futuro perché se tutto gli tutte queste aspettative e il futuro che cos'è e il tempo in cui invecchieremo e moriremo
Quindi è meglio non vederlo meglio pensare soltanto al presente questa è la grande rapina che noi abbiamo subito subiamo ogni giorno da una cultura dominante da uno spirito del tempo e quindi questa è la ragione per cui dobbiamo tentare di rovesciare lo sguardo cioè di guardare il mondo con altri occhi
Sotto altra luce cercando di fare una piccola rivoluzione rispetto a ciò che viene considerato ormai come normale come inevitabile come ineluttabile
Ecco noi invece abbiamo la possibilità di guardare con altri occhi al mondo di guardare con un'altra prospettiva anche perché non conosciamo civiltà passate
E lontane anche da noi che non siano stati dedicati a questi principi non resiste una civiltà che non abbia avuto quindi dei che io cito diversamente declinati diversamente rappresentati con culture e religioni diverse
Ma non è mai esistita una società che fosse ripiegata interamente sui sui mezzi
Cioè che fossi soltanto piegata a dividere attraverso l'espansione dell'economia e l'espansione della tecnica quindi questa è la ragione per cui bisogna rimettere in discussione questo
Circuito diciamo così di pensieri ma soprattutto rimettersi a pensare
Perché noi abbiamo atrofizzato la facoltà del pensiero noi semplicemente riteniamo che tutto sia frutto di una procedura tecnica noi mettiamo una password adottiamo un modo di procedere e tutto va così automaticamente noi smettiamo di essere uomini nel momento in cui ci consegniamo l'automatismo delle procedure
Quando tutto è automatico niente più libero e niente più pensato perché tutto avviene automaticamente quindi senza alcuna possibilità di obiezione di critica di diverso percorso
La capacità di sottrarsi al determinismo di un'epoca cioè di dire che è possibile avere anche un altro esito un'altra storia quindi diciamo la ricchezza di da riconsiderare
Il mondo degli Dei cioè dei principi intramontabili e anche quello cioè di farci capire che ci sono altre vie altre soluzioni che la nostra vita non può essere fatta soltanto di procedure prestampate che noi adottiamo a criticamente ma che deve essere rielaborate ripensata ogni giorno e attraverso il recupero del pensiero il recupero della storia il recupero anche che l'aspettativa della scommessa la scommessa di fede la scommessa di arte la scommessa creativa
Soltanto attraverso queste forme diciamo così attive di pensiero
Noi torniamo a essere liberi con una dignità umana altrimenti tutta questa retorica sui diritti umani sulla dignità umana separata dal pensiero e della dignità di essere autonomia e pensanti e svanisce
Questa è la ragione per cui questi dei non solo un comodo rifugio per non pensare ma al contrario sono l'inizio del nostro pensiero
Cioè ci permettono di pensare altrimenti ci affidiamo soltanto a tutto ciò che viene indicato come la strada da seguire e non la seguiamo senza porci nessun problema smettiamo di pensare diventiamo agenti e anche più spesso agiti nel senso che qualcuno si muove non siamo noi a muoverci e riteniamo che questa sia la nostra libertà e soltanto il perdersi nel nulla delle prospettive tecnologiche ed economiche
Si è grazie ancora professore
Parto dalle le ultime due parole che ha detto ovvero la prospettiva tecnologica ed economica
Che sembrano diventati nella nostra società
I nuovi miti
Ovvero sembrano e quindi mi rifaccio qui alle suo bellissimo capitolo sul mito
Sembrano aver preso il posto di quello che invece il mito
Cos'è il mito
Ci riferiamo a due cose diverse da una parte il mito del racconto di fondazione
Richiamo originario visione del mondo evocazione favolosa suscita attrice d'incanto Bellezza e poesia grandi imprese grandi sogni che vogliono farsi realtà
Mitiche l'infanzia mitico e l'amore
Il mito in questa chiave è una forma mentis originaria che appartiene al nostro essere come interesserò Platone e dico e fior di autori e artisti non solo romantici e classicisti
Sono i benpensanti altra pasta dei benpensanti ovvero gli amanti del bello limiti Simon's Bay il nota folgorante
Il bello e il mito vero non lo sostituisce lo rappresenta lo figura
La tecnologia
L'economia ci fanno perdere questo senso mitico della bellezza
Ma ci fanno perdere questo senso mitico perché riteniamo che possano essere sostitutive del mito invece non sono sostitutive del mito
Invito è un bisogno fondamentale dell'animo umano cioè l'uomo non sa vivere senza miti
E l'uomo nasce con una vocazione al mito che traspare già nei primi momenti dell'infanzia
Se voi pensate al gioco dei bambini se voi pensate al mondo come viene visto con gli occhi dei bambini
Alla fabula come elemento costitutivo il loro modo di pensare al fatto che basti un giocattolo basti un soldatino basti una soglia un piccolo nascondiglio per entrare in una dimensione mitica hai l'idea di come noi siamo nati con il mito dentro cioè il mito e la dimensione favolosa che caratterizza la nostra vita alle origini noi nasciamo come creature mito poi etiche cioè che creano miti
Venne a Chamot con questa pulizia innata dentro di noi voi col tempo diventiamo ragionieri o geometri ma lasciamo poeti l'infanzia e l'età del mito quelle verbo usato in modo particolare facciamo che io ero
Significa usare come dire la password per entrare nel mito cioè facciamo che io ero entriamo in una dimensione e d'incanto in una dimensione appunto mitologica
Quindi il mito ci caratterizza da bambini il mito ci caratterizzano i momenti salienti della nostra vita quando ci innamoriamo mi Tiziano la persona amata
Il fenomeno della mitizzazione dell'amore
L'aveva studiato anche Stendhal lo chiamava come fenomeno di cristallizzazione cioè tu prendi quella persona e non la consideri come gli altri ma diventa unica speciale insostituibile quindi viene mitizzata e l'amore e la mitizzazione di un rapporto con un'altra persona
E potremmo dire che anche gli eventi più importanti anche i ricordi i ricordi cosa sono se non la selezione del nostro passato e la mitizzazione di alcuni eventi quando noi ricordiamo delle cose memorabili le colori amo anche con i colori azzurri e splendenti del mito cioè nel senso che limiti Tiziano li facciamo diventare eventi eccezionali magari anche esagerando ore la portata rispetto alla realtà ma la mitizzazione la facoltà di generare i miti
E innata dentro di noi quindi tutte le attività fondamentali della nostra vita sono all'insegna del mito
Quando invece ci hanno insegnato che una società adulta razionale tecnologica può fare a meno dei miti che solo l'infanzia dell'umanità sono la preistoria dalla civiltà ecco quando ci hanno detto queste cose e c'hanno in realtà innanzitutto sottratto una dimensione essenziale della nostra vita ma hanno creato un fenomeno che poi quello della compensazione cioè perduti imiti principali ne abbiamo fabbricati altri che sono diventati i surrogati dei miti precedenti cui pensate agli idoli
Pensate alle popstar pensate ai feticci che era nostra epoca pensate a quante forme supplementari di mitologia di della nostra epoca
Quante volte basta che ci sia un vivo una canzone o un calciatore e prende il posto degli eroi della della mitologia antica diventa un nuovo Dioniso un nuovo Apollo un nuovo Prometeo ecco questo per dirvi quanto la mentalità mitiche arresti dentro di noi quindi quando noi cacciamo i miti dalla porta rientrano dalla finestra
E alle volte accade paradossalmente che se tu vai a vedere quello che succede nei terreni dell'economia e più ancora in quelli della tecnica ti accorgi che c'è tutta
Una prospettiva mitologica dentro la tecnologia se nel consideriamo quando navighiamo su internet o quando siamo tra il sociale quante immagini vediamo e quante mitologie inseguiamo
Se noi vediamo tutta la ritualità che collegata a quei contatti a quelle connessioni i nomi che usiamo in X-Men gli pseudonimi
I modi di parlare le figurazioni le fotografie che lanciamo
Ora con WhatsApp ora con la Instagram e con altre forme sociali ci rendiamo conto che noi stiamo usando la tecnologia con lo stesso apparato mitologico che caratterizzava l'antichità
Solo che l'idea adesso usano il cellulare Cerro che ride io adesso sono cinque g diciamo sono in una forma più sofisticata ma questo cosa ci porta a dire ci porta a dire che imiti
Non si possono cancellare e se non abbiamo il coraggio di affrontarli de visu
Cioè di fronte consapevolmente
E quindi di rielaborare criticamente il nostro rapporto col mito finiamo col subirli o viverne attraverso i surrogati le forme esagerate della Mitologia il feticismo della nostra epoca contemporanee l'idolatria
L'idolatria anche economica alle volte e tutto ciò che si collega delle esagerazioni mitologiche del possedere azioni o del riuscire diciamo così a capovolgere le situazioni economiche attraverso delle bacchette magiche che sono rappresentate appunto
Dei flussi e dei flussi monetari che alle agenzie tirati Inge quanto conta la suggestione e quindi la Mitologia nell'indirizzare i flussi ieri flussi dell'economia questo per dirvi che il mito non può essere cancellato
Quindi la tecnica e l'economia sono dei surrogati rivolte che utilizzano i miti ma che alla fine
Su uno in qualche modo sconfitti dalla mitologia perché la passione per i miti noi resta e poi magari le tecnologie invece cambiano si evolvono quindi passiamo dall'iPhone sei all'iPhone dieci
Ma non cancelliamo la nostra mentalità mitica perché il mito resta la tecnologia passa
Karnak
Allora vorrei fare adesso una osservazione vorrei soprattutto che lei sì spiegasse bene trentinità
Perché purtroppo non le possiamo chiaramente declinare una per una ovvero tradizione comunità e patria perché vorrei che lei si spiegasse meglio perché sono quelle che a mio padre pare possono essere più facilmente tra intense in una lettura superficiale o fuorviante di questo saggio
Perché si possono diciamo presentare ha uno sguardo disattento con una sorta di tria de per restare nel nella metafora del mito
Che esalta la una cultura sulle alte altre o che si chiude alla autoreferenzialità
Io credo che non sia assolutamente questo il significato che lei ha voluto attribuire a queste tre divinità e quindi mi farebbe piacere se ci spiegasse meglio
Sì allora cominciamo da tradizione la tradizione io amo ripetere non è il culto del passato e non è la ripetizione meccanica di ciò che si è pensato una volta e che si ripete per tutta la vita
Tradizione vuol dire senso della continuità tradizione e trasmissione di padre in figlio di generazione in generazione ma non trasmissione automatica meccanica perché la tradizione comporta inevitabilmente una rielaborazione un filosofo cattolico Gabriel Marcel diceva che la tradizione e fedeltà creatrice
Cioè tu sei fedele ad alcuni principi a cui voi
Prestare in qualche modo continuità ma al tempo stesso dei veri elaborarli perché i tempi cambiano i soggetti cambiano le condizioni cambiano quindi la tradizione questo fluire che collega non solo il nostro presente al passato
Paolo collega anche al futuro quindi la tradizione è una inevitabile punto di riferimento perché se noi riteniamo di poter fare a meno di tutto ciò che hanno detto pensato costruito i nostri avi siamo soltanto dei presuntuosi
Quando io sento per esempio dichiarazioni apocalittiche su
Modi di vivere
Consuetudini patrimoni ereditati da millenni e mi rendo conto di quanta arroganza ci sia in questo tipo di linguaggio come possiamo noi ritenerci di essere i giudici di tutto ciò che hanno pensato da generazioni passate questa incapacità di rielaborare il passato ma di respingerlo ritenendo che la nostra forza e la nostra potenza sia nell'emancipazione dal passato nove dobbiamo rielaborare
La tradizione e quindi dobbiamo consentire questa continuità quindi non è assolutamente vero che si possa fare a meno della tradizione anche l'affermazione che di solito viene citata come espressione del progresso noi siamo nani sulle spalle dei giganti no
è un'affermazione che se ben vedete comporta un legame inevitabile con la tradizione perché se noi siamo nani sulle spalle dei giganti e quindi si dovrà usciamo a vedere
Più in alto rispetto ai nostri predecessori e perché siamo sulle loro spalle se scendiamo delle loro spalle non vediamo più un tubo non vediamo più niente
E diventiamo dei nani a confronto dei giganti del passato cioè di tutto quello che accade rappresentato attraverso varie stratificazioni l'esperienza del passato quindi tradizione in senso dalla continuità
Poi dicevamo patria ecco patriarca esiste oggi una sorta di traduzione simultanea se tu dici patria ti traducono come
Odio dello straniero
Se non fobie
Chiusura nella propria società e dei propri limiti patria vuol dire un legame d'amore con le tue origini Patria vuol dire amare la terra in cui si nato patria vuol dire amare la lingua in cui parli
Amare e hip cui padri il territorio che vivi le testimonianze d'arte cultura e religione della tua terra e significa stabilire un rapporto speciale affettivo elettivo con la tua
Patria quindi non ha una connotazione negativa nei confronti di altri
E chi ama la propria patria anzi e più disposto a capire di quanto sia importante anche per gli altri a Marella
Propria Pati alla rispettiva patria quindi e non è una forma di escussione e una forma di integrazione proprio perché so
Quanto è importante per me amare la mia patria io Adamo il rispetto coloro i quali a loro volta amano e rispettano le loro Pati aggiungo che una civiltà moderna che sa vivere nella libertà e nella dignità nel riconoscimento di tutti è una civiltà che rispetta tutte le patrie e tutte le religioni ma con un'avvertenza a partire dalla proprio a partire dalla propria patria a partire dalla propria tradizione religiosa a partire dalla propria civiltà non è un'esclusione e un criterio naturale di preferenza
Perché io non potrò mai pretendere che un giapponese anni che lo stesso amore un italiano
E una tradizione italiana rispetto ad una giapponese è inevitabile che lui provenga da quella cultura e dia maggiore importanza la sua cultura in qualche modo ne sono come dire in qualche modo confortato
Da questo suo amore e quindi non vedo la ragione per cui si debba adottare quel criterio opposto che oggi è prevalente per cui noi dobbiamo amare sempre di religione degli altri le culture degli altri le patrie degli altri e mai la propria ecco io credo che si debba sire però amare tutte le patrie tutte le civiltà a partire dalla propria mi sembra un elemento fondamentale
Sull'altro tema invece la comunità ecco sull'altro Dio che a cui io faccio riferimento alla comunità può rifare invece un altro tipo di discorso
Siamo stati abituati dalla nostra società i dalla cultura dominante nella nostra società a considerarci individui e a ritenere che come dire lo Stato naturale originario sia quello di individuo e poi dopo tramite contratto sociale tramite rapporti sociali si diventa collegati con gli altri si diventa soci si diventa comunitari si diventa concittadini e Corio
La ribaltò questa prospettiva e dico che la nostra vita sin dalla sua origine non nasce all'insegna dell'individuo noi nasciamo dall'incontro di due persone
E nell'incontro di due persone si stratificano eredità genetiche culturali di generazioni e generazioni noi nasciamo Giacomo una comunità dentro di voi siamo già il frutto di una eredità
Plurima
Plurisecolare lontana nel tempo quindi non siamo individui individui possiamo diventarlo contempo ma noi nasciamo collegati ad una dimensione comunitaria quindi la comunità è una dimensione importante direi fondamentali della nostra vita e una delle ragioni che la nostra disperazione quotidiana
Della vita contemporanea è proprio la solitudine integrale che noi viviamo o peggio l'isolamento perché la solitudine può essere anche una scelta spiega dannare interna all'isolamento invece è una condanna
è un destino subito non è un destino voluto ecco isolamento nasce dalla convinzione che noi siamo inevitabilmente individui invece io dico esattamente il contrario noi siamo inevitabilmente collegati ad una comunità che si chiama famiglia che si chiama società che si chiamano nostro padre nostra madre che si chiameranno nostri figli che si chiamano le persone con cui condividiamo orizzonti di vita attività lavorative territorio lingua e così via quindi nasciamo in una dimensione comunitaria quindi quando noi perdiamo questi dèi per dirla in breve cioè il senso della tradizione il senso dalla patria saggio dalla comunità ma potrei dire il senso alla famiglia della civiltà ed altro voi
Non abbiamo conquistato maggiore libertà individuale siamo semplicemente più isolati e più perduti nell'universo questo io mi porto come dire tutto questo mi porta a dire che questi dei costituiscono la base fondamentale per la nostra vita che e inevitabilmente fondata sulla connessione
Non siamo isolati dobbiamo inevitabilmente vivere nella connessione solo nella connessione noi generiamo creavamo fondiamo riusciamo a realizzare cose quindi e un atto come dire
D'amore nei confronti di tutto ciò che costituisce la nostra vita comunitaria ed è al tempo stesso una critica radicale nei confronti della solitudine dell'atomismo dell'individualismo per la nostra età contemporanea
Grazie ancora
Siamo alle battute finali quindi io spero che ci siano delle curiosità o delle domande da parte del pubblico intanto ringrazio il professore perché a prescindere da quale sia il punto di partenza ideologico che il lettore a quando incontra questo saggio inevitabilmente costretto a attivare proprio quel pensiero di cui c'ha parlato prima
Cioè inevitabilmente riflette su tematiche che spesso vengono tralasciate o diciamo emarginate marginalizzate meglio quindi grazie
Ci sono domande
Qualcuno vuole una delle domande
Prego prego
Se si vuole avvicinare così forse
Sì mai io ho fatto riferimento alla tradizione come un principio universale
E quindi alla tradizione come il senso dalla continuità come tutti i grandi principi anche la tradizione a un aspetto universale
E
Ma mano che si comprende la portata d'importanza la profondità della tradizione anche una diciamo traduzione
Più alta diciamo pure Hristo pratica diciamo pure esoterica in certi ai livelli ecco la tradizione concepita in questo modo
Nel senso che c'è un comune senso della tradizione che la continuità il rapporto con i propri padri con i propri figli e la necessità di avere un patrimonio condiviso di
Esperienze un patrimonio di idee di linguaggi e quelle la tradizione universale
Su quella tradizione universale c'è chi riesce a
Impiantare diciamo così una lettura ulteriore
E vede nella tradizione un principio metafisico rispetto a cui le tradizioni storiche in qualche modo si orientano ecco in questo senso c'è una continuità ma non c'è un rapporto di esclusiva cioè io non credo
Alla tradizione soltanto come fattore esoterico né tanto meno credo che la tradizione sia soltanto diciamo quella che appare a prima vista e una specie di piramide a grandi scale e quindi ognuno raggiunge secondo il suo rango la sua sensibilità alla sua competenza un livello di comprensione della idea di tradizione
Grazie ancora al professore
Sì
Polonia parole su
Studio di ma come
Vedrà se leggerà questo libro io non affronto il tema di Dio né dal punto di vista confessionale né dal punto di vista teologico io mi soffermo sulla necessità di pensare Dio
Ritenendo che credere in Dio sia il segno di una scommessa di una fede che quindi non attiene ai percorsi del pensiero ma di suprema
Quindi fermo restando il rispetto per chi fa una scelta ulteriore io inevitabilmente mi soffermo su questa necessità cioè noi non possiamo pensare il mondo
Se non dentro l'ordine e l'intelligenza divina che hanno creato una sequenza del mondo cento vivremo nel caos assoluto se non avessimo questo dispositivo mentale che l'idea di tiro
Io mi soffermo su questo perché mi limito a fare un viaggio di pensiero e non ripeto un viaggio di fede quindi il mio non è un atto di fede però è questo il senso quindi miss mi fermo come dire al di fuori anche per rispetto
Davanti a una tematica così grande così importante e concludo dicendo
Che forse il libro che ha più colto nell'età contemporanea dei nostri giorni il senso di questa incertezza e quel libro di Giuseppe Prezzolini che si intitolava Dio è un rischio cioè tu devi rischiare
E di scommettere su Dio o viceversa scommettere sulla sua inesistenza ma è una scommessa sapendo come dice Pascal che la scommessa tutto sommato all'uomo conviene
Perché se perde non ha perso niente se vince ha guadagnato tutto
Allora che ringraziamo ancora il professore per chi volesse cambierei è la firma del Professore il banchetto con i libri nel sotto il porticato a destra grazie per essere stati con noi buon proseguimento con il prossimo evento