Sono stati discussi i seguenti argomenti: Cultura, Giovani, Libro, Malattia, Psichiatria.
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giornalista, scrittore
Radio radicale bentrovati del nuovo appuntamento delle parole e le cose e siamo felici di avere nei nostri studi Andrea Pomellato han trovato per ritornato su radio radicale grazie
Siamo qui per presentare il tuo ultimo libro uscito ormai qualche tempo fa l'uomo che trema edito da Einaudi uscito qualche tempo fa ma diciamo è un libro che non è destinato a a passare di solito diciamo ai nostri ascoltatori hanno la possibilità di diciamo gustare delle anteprime o ridere anche insomma
I libri appena escono ma l'uomo che trema è uno di quei volumi che rimangono il suo rimanere fatto sia dalla scrittura sapiente di di Andrea ma al tempo stesso diciamo di una alla trama che si genera continuamente diciamo all'interno anche dei dei giorni o di riletture questa della rilettura è un è un tema che io stesso affrontato avendo letto il libro appena uscito e poi rendono ripreso qualche giorno fa per preparare questa intervista allora innanzitutto raccontiamo chi è l'uomo che trema
Malumore tre mancato diciamo subito un libro autobiografico per quanto possa interessare poi questo il lettore però insomma una storia che io ho voluto scrivere quasi in presa diretta
Nel momento in cui ho avuto un picco grave di depressione nel due mila diciassette nel giugno due mila diciassette
Ho intrapreso una terapia e ho cominciato a scrivere
In corso d'opera ma mano che andava avanti con la terapia gli effetti di questa terapia più che altro cercando di rintracciare anche andando a ritroso nel tempo quelle che potevano essere possibile cause di di questa materia propria malattia depressiva depressione maggiore appunto e quindi ecco il protagonista posso dire che sono io in prima persona e metto in campo tutta quella che diciamo l'esperienza personale rispetto a una vicenda di questo tipo
La cosa molto interessante di questo volume sono sono le domande perché in apertura diciamo ci sono dei quesiti requisiti che appaiono spesso come come banali forse all'interno di un'esistenza tu scrivi perché mi sveglio sempre di cattivo umore una domanda o ancora perché dovrà invece svegliarmi di buon umore
Allora cioè c'è una canzone di Francesco Guccini sia la canzone delle domande consuete no
Che in qualche modo riprende questa circolarità di quesiti quesiti che spesso non ci poniamo forse perché abbiamo una sorta di ipocondria sensoriale verso la malattia mentale no alla fine abbiamo paura di scoprirsi ci depresse abbiamo paura di essere certificati insomma come come soggetti un moralmente instabili
E c'è anche l'aspetto della finzione fingono di più quando sono di buono o di cattivo umore e fingono rispetto a cosa rispetto alla realtà del mio umore o rispetto alla fisionomia oggettiva della realtà che mi circonda questi sono diciamo degli interrogativi che aprono questo paragrafo e si chiama Storia della mia depressione ecco diciamo che questi potrebbero essere e qui punto parlo dell'universalità degli interrogativi universali rispetto diciamo ad ogni mattina di ogni uomo perché poi le sensazioni che tu riporti sono di sensazioni che abbiamo provato tutti e proviamo tutti continuamente ma io
La letteratura che più apprezza ingenerosa letteratura che non dà risposta ma che pone domande perché secondo me la letteratura voi questo deve fare deve interrogare deve interrogare la realtà
E deve soprattutto mettere chi scrive in una situazione di conflitto rispetto alla realtà che vive per cui ho voluto subito
Mettere in chiaro questo dall'inizio dall'incipit stesso appunto come tu hai letto è una una sequenza di domande perché perché le domande poi son quelle che mi faccio io personalmente alle quali poi devo cercare di trovare una risposta nel corso della
Della storia che raccontò che effettivamente poi
Ogni domanda generò sua volta altre domande perché io una risposta alla fine non la non l'ho trovata di fatto nemmeno dalla duecentesimo pagina di questo libro o dopo il sesto mese in cui appunto scrivevo in progress quello che mi capitava di fatto nella vita
Una risposta non l'ho trovata perché perché non esiste una causa singola a questo genere di malattia ma è una serie di concause non esiste una sola radice ma un coacervo di radici
I ormai Nistri Kabili l'ho voluto chiamare Storia della mia depressione perché il primo capitolo perché che traggo dall'altro era un long form da cui poi si è generato tutto il libro che era stato pubblicato Mein
Perché nel momento in cui sono andato il primo giorno dallo psichiatra e mi son seduto su quella fatidica poltrona mi ha chiesto di racconti la storia della sua depressione
Ascoltando appunto questa espressione così come chi suonava nella mente
Ho cominciato a raccontare di fatto quasi senza accorgermene la storia della mia vita per cui in quel momento ho capito che le due cose non potevano più essere scissa la depressione che la vita due cose che ormai componevano di fatto un uomo che sono
Ecco che è l'uomo che essendo anzitutto è al centro anche del del del secondo paragrafo del secondo capitolo io sono l'orso perché
Diciamo anche qui continua il diciamo la narrazione della della tua diciamo venato patologia ma al tempo stesso in qualche modo secchi di
Diciamo di sublimare la perché questo anche un esercizio di sublimazione cioè in realtà
E banale descrivere la depressione come un come uno stato temporaneo transitorio come qualcosa che prima o poi i vado su tutti qualcosa in cui dobbiamo fare i conti e forse l'operazione di sublimare la la diciamo il problema
è alla base del del libro se ad un certo punto lato deve essere diventa un po'la depressione di tutti nel senso di diventa un oggetto condiviso di di studio e di materia un po'come capita appunto ai ai corpino che da solidi diventano a riformi a un certo punto diciamo c'è un cambio di sostanza un cambio fisico e questo è un po'quello che ho provato leggendo queste pagine a un certo punto
Diciamo il cattivo umore le ritualità delle voci nella diciamo la salvo rare comunque alcuni aspetti della vita come la lettura e soprattutto il grande protagonista di questa parte per il silenzio è
Un diciamo un tono secondo me molto interessante per descrivere o perché anche quando la narra Psicopatologia è stata raccontata è sempre stata raccontata in modo rumoroso invece in questo libro c'è una dimensione del silenzio molto importante
C'è una dimensione del silenzio c'è soprattutto io la un tentativo di indagare sul quello che il senso delle cose perché è una delle grandi e dei grandi errori che si fanno quando si parla di depressione credere che si tratti di qualcosa che abbia a che fare con la paura con
La tristezza con la malinconia con cose che sono comunque che attengono alla sfera dei sentimenti mentre in realtà la depressione l'esatto contrario e l'assenza completa di sentimenti
Una sorta di deserto bianco in cui tutto viene inaridito tutto si svuota anche nel le figure più a me più cari in quei momenti diventano di semplici contenitori non più quasi delle persone ma
Ma dei corpi corpi senz'anima completamente priva di di significato e di senso per cui
La ricerca del del senso delle cose e il imbattersi comunque nella totale assenza di senso diventa la il cardine della malattia
Sì andiamo poi affondo l'unica cosa a cui un depresso conferisce senso è una malattia stessa per queste sbagliato per esempio dire a una persona che sta male che depressa
Ma dai in fondo che cosa vuoi che sia faccio una passeggiata
Vai a vedere il cielo guarda che bello che cosa gli manca insomma significa in quel caso togliere senso l'unica cosa che ha senso sto parlando ovviamente di un paradosso ma paradosso su cui regge poi di fatto ancora un un essere umano malato che però ancora a volontà di vivere perché appunto su un'ultima cosa
A cui lui si appiglia quella e quindi il fatto di aver voluto appunto identificare il racconto nel libro la malattia come l'orso
Che tra l'altro un'anima che a me sta molto simpatica ma ma è qualcosa che me venuto in sogno Rollo l'ho sognato sognato appunto di personificata in fatto un sogno preciso in cui personificato la depressione con un orso
Un orso fuggito è una città che metteva a repentaglio la le figure a me più care
Ai miei familiari e io dovevo uccidere quel romanzo e che mi sono interrogato dico come ho fatto a personifica re immane con una cosa che mi ha ha così cara come appunto la figura dell'orso evidentemente proprio perché è l'ultima cosa a cui attribuivo quasi una sorta di affetto
Ecco
Mi sono molto divertito nel diciamo nel nel nel terzo nel terzo capitolo L'abbandonante l'abbandonato c'è questa scene insomma che
Magari chi ha anche delle famiglie meridionali alle volte si ritrova spesso fare i conti con con il malocchio con la divinazione con con la magia bianca la magia nera insomma è un
è un è un coacervo interessante molto molto simpatico in cui praticamente racconti che una mattina una una zingara busso alla
Porta di casa tua e disse a tua madre che insomma tutta la famiglia aveva aveva al malocchio che ci sarebbe cioè la controprova di questo marocchino era un
Batuffolo di lana impregnato di lusso all'interno del del materasso e triste Richet mi dietro lo specchio tua madre trovò queste triste discernere questo batuffolo nella punto
Nel nel materasso e richiamo di corsa la zingara dopo un consulto con tua nonna dicendo quel materasso l'ho fatto io impossibile e ci sia quello la zingara insomma Titti aprirà Rocchi diverse le carte predisse un futuro carico di soldi fortune meraviglia insomma
E e e questa parte della divinazione la parte poi importante perché ci racconta poi di quanto diciamo questo silenzio questa diciamo personificazione e questa depressione faccia poi veramente
I conti con una una paura un'attesa anche del futuro in qualche modo una attendere un spiegare il futuro in modo differente e questo l'ho trovato molto interessante perché
Diciamo spesso forse proprio l'anziana del futuro la paura del tempo che passa lavora del tempo che non dormiamo a creare problemi Maggini
Ma in quella voragine in realtà tutti trovi al centro di una sorta di attacco da che arriva da più parti cioè nel senso
Vivi il peso di un passato passato scomparso kuduro un passato pesante come quello che ho avuto io soprattutto un passato familiare di questo tipo un presente che è un presente appunto l'insignificanza e un futuro che tu non riesce neppure a vedere
E devo dire quella ho voluto scrivere a raccontare appunto l'episodio
Della della zingara appunto che tu hai adesso riassunto perché perché comunque quella sorta di divinazione sul successo futuro che mi avrebbe Harrison a suo dire è stata sempre un po'qualcosa che poi giocando c'è anche un po'no c'era cercando di mantenere con cos'altro registro ironico seppure c'è nonostante il tema appunto all'interno del libro
è stato un po'una sorta di maledizione di condanna perché appunto io non riesco a vedere il presente figuriamoci il futuro però ecco se proprio dovevo in qualche modo aggrapparmi
Ha qualcosa ricorreva sempre la mia testa Guarnaccia quella famosa divinazione che fece la zingara tanti anni fa per cui e diventa appunto una sorta di spazio così aperto e libero in cui
Potevo anche a Vieri quasi diritta sognare qualcuno leggendo quel capitolo anche notato che si tratta di una sorta di esperimento quasi letteratura Wired è che in Italia c'è ci si comincia ad affacciarsi adesso meno Europa insomma qualcosa che sta prendendo piede abbastanza negli ultimi tempi ho rispetti quella tipo di vettura in con l'avevo fatta però devo dire molto interessante
C'è poi una una forte questione paterna che attraversa tutto quanto il libro che attraversa parte integrante diciamo della di questo asse narrativo sul quale si viene si regge la tua storia la storia della tua depressione e innalzare il sistema dei personaggi veloce
C'è l'assenza del padre e e ricordo anche per i nostri ascoltatori che potrete trovare alla sono anche on line un articolo molto bello Cuscito uscito qualche tempo forse è un paio di settimane fa su Il Sole ventiquattro Ore
Su su questi temi soprattutto legati alla letteratura e l'assenza del padre o comunque il la prosecuzione tra tra padre e figlio sono diciamo forse un oggetto di importante analisi perché dice se devo dare concretezza la cosa che chiamo l'assenza del padre
E il gusto amaro di una piccola circostanza apparentemente insignificante che mi capitò di vivere in un pomeriggio di tanto tempo fa
E qui racconti appunto di una della tua bici da cross blu senza freni conservino bucato un cambio finto che mi ero fatto installare da un amico per non sentirmi meno degli altri che avevano tutti una bici con il cambio vero
Ecco diciamo dalla descrizione di questa bicicletta si capisce voi sono dove va a parare il diciamo l'episodio allora cioè anche qui il il desiderio fondamentalmente di essere figlio ma soprattutto di essere figlio come gli altri che poi si trasforma e e diventa il desiderio di essere padre però padre diverso dagli altri padri o quanto meno dal proprio padre
Sì la storia paterna diciamo così
Ch'è fulcro il centro anche la grande ossessione intorno a cui ruota Osazee dice sempre gli scrittori poi alla fine scrivano sempre lo stesso libro perché ha via grande ossessione ossessione probabilmente quella negata la figura del padre il padre che appunto con il quale ho rotto ogni tipo di rapporto in età infantile che qui racconta appunto sempre al momento fatidico nel primo incontro con lo psichiatra allorquando lui
Mi propone appunto una psicoterapia io dico ma io già conosco qual è la natura del mio tra umana natura originaria
A è qualcosa che ha a che fare con il padre che la lo psichiatra mi dice Abbelli parliamo e l'abbandono del padre è un tema abbastanza consueto e dibattuto sul quale sono stati scritti fiumi di letteratura scientifica
Io onoro interrompo dicono momento ma sto parlando del padre che abbandona il figlio ma l'esatto il contrario il figlio che abbandona il padre perché effettivamente nella mia storia familiare avvenuto questo
Mio padre a lasciava la mia famiglia vera formarne un'altra io talmente deluso e ferito da questa sua decisione è un giornale da di sette anni gli ho consegnato alle tre gli ho detto non voglio più vederti questo
Questa sorta di ripudio così ancestrale
è rimasto tale per i successivi trentasette anni
Per cui ovviamente questa cosa qui ha un peso un peso enorme sia per quanto riguarda appunto la mia ricerca dell'essere come giustamente dicevi tu figlio ma anche soprattutto nel quello che accade dopo cioè nel fare il momento in cui io divento padre divento padre ma non divento avere perché voglio mostrare a me spesso ancor prima che agli altri di essere un padre migliore di quello che io non ho avuto patimento padre perché perfette per una scelta ben precisa che è stata fatta ovviamente con la mia compagna perché se no sarebbe stato insomma una cosa assolutamente scorretta nei confronti del del bambino perché insomma si mette al mondo un figlio per dimostrare a se stessi qualcosa ma si metta al mondo sono per altri e ben più validi motivi
C'era sempre in uno scritto in un articolo di Adriano Sofri dice che poi un certo punto i figli sono una sorta di amnistia nei confronti
Del tempo e della e della vita che scorre penso insomma che che che mai diciamo definizione sia più calzante perché diciamo una misti ovviamente non cancella i reati però quanto meno d'un altra libertà e diciamo che
In queste pagine si scorge anche questo senso e non abbiamo tantissimo tempo ancora il libro diciamo è veramente denso io mi concentrerei sulla diciamo sull'il sull'intorno su Roma che è una protagonista altra di questo libro c'è questa idea spaziale che Roma diventa in qualche modo il teatro di varie fughe metropolitane di fare di vari girovagare ecco il rapporto con la cita un rapporto secondo me essenziale all'interno dell'equilibrio della scrittura di questo volume perché
Chiaramente dona anche quella quella grazia necessaria alle volte per diciamo vedere l'altro vedere insomma per quello che sta fuori
Allora quanto Roma è stata complice o anche
Possiamo dire aguzzina di di questo male
Ma Roma sicuramente ha un ruolo importante io sono nato e sempre vissuto a Roma e ho sempre cercato di vivere questa città nella maniera diciamo più inoffensiva possibile andarono da parte mia ma dall'altra parte c'è sempre stata una continua dichiarazione di guerra che sembra peggiorare
Dove gli allievi giungono nel giorno di fatto io racconto Roma per esempio c'è un lungo capitolo che dedicato a Giuseppe Berto che poi è un po'compiuta
Padre putativo che mi sono scelto ovviamente con il suo male oscuro rispetta questo scritto e Giuseppe Berto vivevano Balduina
Abitava lì è ci ha vissuto fino fino alla morte casa mia dista cinque chilometri dalla casa di Berto quindi quando uscivo per fare le mie corse soprattutto domenicale crebbe prendevo la casa di Berto come obiettivo e quindi facevo cinque chilometri andata e tornando andata e ritorno questo andare e tornare da Berton sommando lo sono poi ritrovato in fase di di scrittura perché m'è sembrato qualcosa di fortemente simbolico
Ma la cosa che mi ha sempre affascinato è che insomma tornando spesso da quelle parti
E cercando a un po'quelle che potevano essere le tracce di Berto mi sono reso conto che ovviamente dico ovviamente
Anche con un certo grado di stupefacente non esistono tracce di uno scrittore così importante come non esistono probabilmente tracce di nessuno scrittore importante del Novecento per esempio su Roma
E mi sono interrogato spesso sul perché di questa ragione forse Roma è una città e come un tronco d'albero con migliaia di ferite addosso che non ha più spazio per per raccogliere altri segni altri altre testimonianze di passaggio per cui noi al di là dalla Trattoria dove mangia a Moravia o del i posti cosiddetti pasoliniani insomma latente Roma Ancona città che non assorbito quasi nulla soprattutto del del Novecento soprattutto da un punto di vista letterario
Che il questa sorta di impermeabilità appunto di Roma a al discorso culturale contemporaneo una delle cose che mi ha sempre più interessato per cui ecco i giri che io faccio il facevo insomma del quale do nonché
Testimonianza appunto attraverso la scrittura attraverso scrittura di oltre che appunto libri attinga alcuni articoli lo scrittore corta Cile quartieri di Roma è un aspetto che mi ha sempre molto interessato perché apparentemente una città nella quale se turba di una pomeriggio di un giorno qualsiasi non accade mai nulla tu cerchi di restituire quel nulla attraverso la scrittura appunto in presa diretta di quello che accade eppure pure se tu unto descrivi quel nulla c'è comunque esce fuori qualcosa che ha a che fare con Roma forse Roma proprio questo nulla
Ecco in conclusione c'è un una frase dell'epilogo di di questo libro che ovviamente svelerà tutto quanto libero quindi verso attenzione spogliava scherzo però
Diciamo la grande paura che o quando quando intervista sui gialli una volta involontaria del video probatorio anzi vi offre finalmente svelato con altre tre tre parole il disastro totale però non è il tuo caso però cioè c'è una frase che non è molto bella la natura non ha fretta sostiene un'antichissima filosofia eppure tutto si realizza poco alla volta fino alla completa
Guarigione questa era una frase possiamo dire caleidoscopica secondo me perché nella guarigione esce c'è forse tutto nel senso e guarigione il poter camminare serenamente per una strada il rispondere lo dico in maniera affermativa o quanto meno persuasivo alle domande che ti poni all'inizio ma e guarigione amare in in modo in modo pieno e a piene mani ed eguali giorno un po'tutto quanto quello che che ci sembra insormontabile allora diciamo forse il
Segreto dell'uomo che trema e che ad un certo punto ha imparato appreso l'arte di aspettare
Ma guarda io mi ero tre di preposto proprio dall'inizio qua ho deciso che l'ultima parola di questo libro doveva essere la parola guarigione
Ovviamente era una speranza perché non sapevo se effettivamente sarei guarito da questo picco depressivo ma
Strada facendo scrivendo il libro ho compreso che in fondo la la parola guarigione il senso stesso dalla con la guarigione una guarigione qualcosa uno Stato transitivo come la malattia stessa cioè non è data per sempre
La Regione per cui possiamo guarire noto possiamo richiamarci questo è un dato di fatto che bisogna sempre tener presente non è il punto di vista appunto pessimista di un depresso è proprio uno stato delle cose
Per cui ecco non ritengo di essere guarito ma le come insomma una sorta di pace armata ecco in questo si ritorna appunto al discorso iniziale del Silenzio
La guarigione o perlomeno l'illusione della guarigione o questa tregua armata che si sottoscrive ecco la malattia è qualcosa che ha a che fare col silenzio cioè significa io e te adesso ce n'est
In silenzio cerchiamo di portare avanti la vita tutte ne stai buono da una parte disonesto buono dall'altra e non ci facciamo la guerra
Andrea Comella l'uomo che trema edito da Einaudi grazie veramente per essere stato con noi grazie
Grazie all'isola Bruno che ha curato la regia di questa trasmissione a voi che ci avete ascoltato seguito sino a questo momento rimanete come perché continuano le trasmissioni su Radio Radicale
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