Più libri più liberi 2018 - L'età del ferro

Cominciamo buona sera grazie di essere intervenuti alla presentazione come sapete di una nuova rivista arrivata al suo secondo numero una rivista che come dire
è stata annunciata con una rivista letteraria ma in realtà non è propriamente una rivista letteraria è una rivista che
Come dire vuole usare gli strumenti della letteratura e dell'arte per
Fare i conti diciamo così con il mondo
Attuale cioè una rivista che stranamente non vedi nell'arte nella pulizia eccetera Solo un fine eccetto anche un fine perché poi senza se non si vede poi l'arte la polizia con un fine come dire si arriva ovviamente è una strumentalizzazione e quindi a un impoverimento della dimensione dell'arte però e anche un grande strumento di interpretazione del mondo degli umani che appunto l'arte producono quindi un po'una scommessa magari che può sembrare un po'azzardata
Una scommessa che cerca di rimettere al centro appunto una modalità del pensiero che non è soltanto quella razionale e funzionale ma quello appunto del pensiero poetico del pensiero creativo
E in naturalmente per capire per capire in fondo che siccome si chi siamo e cosa vogliamo
Forse la cosa migliore
è che io legga
All'inizio proprio per rendere bene l'idea
Un
Ma una testo manifesto un programma in pochi punti che nei due numeri della rivista che sono usciti compaiono essi guideranno a comparire proprio per cercare di tracciare il sentiero
La direzione in cui abbiamo cominciato a muoversi la muoverci
L'età del ferro
Non è una rivista di letteratura
Né di critica o di poetica
Non è una rivista di Sociologia Antropologia psicoanalisi o delle più varie Human Nettis è una rivista militante senza in caserma che sembra un ossimoro ma in realtà è fondamentale
Forse e addirittura una rivista politica
La letteratura è una forma irriducibile e insostituibile di conoscenza
La letteratura non ha compiti di intrattenimento o di impegno immediato alla profondità sociale delle parole
La letteratura a che fare con altri ambiti della cultura anche con quelli in apparenza più lontani e diversi
La letteratura non è democratica e critica non abbiamo ideologie o comunque i feti credenze o religioni neppure la religione della razionalità
La differenza tra tecnologia Vardè tecnologia soft la differenza tra il novecento e il due mila è solo apparente
L'espropriazione non cambia ma e non è poco si sposta dal corpo alla mente
E così incide sulla qualità dell'anthropos decide della sua essenza
Esiste un problema di ecologia della cultura ovvero di ecologia di quello che siamo
Noi leggiamo il mondo quindi anche la polis
Consapevoli che ciò che ci caratterizza come specie animale e ci fa diversi da tutti gli altri esseri viventi la creatività della nostra mente
Questa e la nostra militanza rimettere al centro la potenza gnoseologica dell'arte della poesia
Queste appunto una funzione politica combattere per la salute della specie il cui apparteniamo come vedete un programmino
Di un certo respiro diciamo diciamo così forse ci siamo fatti carico di un po'troppo però questo era alla nostra esigenza il nostro bisogno anche se è vero che come succede talvolta non ci siamo riuniti con l'idea adesso facciamola facciamo una rivista perché c'abbiamo no la verità molto più banale casuale e cioè
Pietro D'Amore cioè Castelvecchi che qui ringrazio
Semplicemente stavamo chiacchierando un certo punto
Io ho detto ma ho visto gli amici era bello perché e ben quando vengono anche da altri città sai che c'è era don Cenacolo dicono sì un parola che non si usa più però era bello scambio di idee su lui m'ha guardato Pietro e m'ha detto Wolfang Cenacolo ma no io veramente
Allora fine arrivi stanno o io ho detto subito dopo dice pensarci
E soprattutto senti al fu insomma dopodiché io ho telefonato Alfonso convintissimo che Alfonso mi dicesse ma no ma che dici e invece mi ha detto di sì
Allora poi abbiamo coinvolto anche Walter Siti abbiamo cominciato a pensare a quello che ho fatto il sedici quello
Sì lo abbiamo chiamato Piovano io sì Ravaglia proprio dove persino il predetto rientra fra
Però poi l'abbiamo immaginata che si fosse chiamato da sud però io gli ho detto ieri poi abbiamo parlato esaminare abbiamo l'abbiamo esaminata pilota sarà idoneo abbiano ancora non abbiamo sarà scherzi a parte
La cosa nata un po'così
è nata per caso
Nata per caso ed è nata
Ma no controvoglia no perché poi l'idea di fare una rivista alla fine almeno per quelli come noi che vengono dal Novecento insomma un certo sfizio a fare una rivista ci sono c'è una tradizione insomma quindi certo sfiziosi c'era
Però
Si trattava di mettere insieme come dire anche idee diverse ma cominciare dava data Fonzo e dall'umile sottoscritto
E quindi poi insomma praticamente la preparazione discussioni Riva andare avanti un anno addirittura quindi la gestazione è stata lunga
E alla fine siamo arrivati a pensiamo al secondo numero quindi ormai insomma zarista c'è in qualche modo
E mi sembra anche che insomma cominci a camminare piuttosto piuttosto bene anche nel confronto delle varie posizioni insomma adesso poi naturalmente sentirete gli altri
Una
Diciamo che
Non abbiamo nemmeno bisogno stranamente di fare tante riunioni di realtà basta una riunione al numero e già la macchina in qualche modo gira lo scambio di idee insomma e poi
Il bello delle riviste
Che si fanno facendo
C'è una lista e vitale
Se la fai facendola cioè se nasce dall'incontro di più pressione dalle loro diversità anche e quindi da questa da quest'incontro poiché ogni volta nasce imprevedibilmente anche io non arrivo le riunioni che tranne qualche spunto qualche idea ma non la cosa poi cresce va avanti di volta in volta inventandoci i numeri bene grazie io passerei la parola
Dal Walter naturalmente si scusa Walter Siti ma purtroppo questa volta non non c'è potuto ne ha potuto essere presente
Sì a proposito della imprevedibilità sono
Sono sono d'accordo perché era così favorevole
Alla sperimentalità e alla imprevedibilità della rivista che ero perfino contrario all'editoriale che Luigi appena letto
Cioè mi sembrava che presentarsi in un modo così preciso con una serie di articoli non dico di fede ma di non fede convinta
Fosse che torniamo l'ossimoro che è stato alla figura retorica da cui è partita la rivista cioè accostamento di due opposti
Credo che la cosa avvenga
Di fatto
A proposito della siamo comodi perché Walter Siti non c'è possiamo di dire dire di luglio pregiudicò seguiti comincio col dire che in effetti io pensavo che lui fosse venuto proponendosi
Diciamo e quindi io lo esaminare gli dissi su scusava alte per capire se tu vuoi partecipare a questa rivista
Pensa soltanto una cosa tu scrive libri cd romanzi meschini una quantità se un autore non dico di bestseller perché nonostante il premio Strega per fortuna sua non è diventato un autore di bestseller è rimasto un autore scomodo sgradevole difficile da leggere che non attira non è piacevole non incanta ma piuttosto diciamo mette in crisi il lettore illusi a volte lo disgustato scandalizzata lo indigna
E ha detto senti se tu hai
Se tu hai da scrivere dei testi di una certa misura diciamo per ipotesi una decina di pagine che non può emettere nei in un libro
Ne pubblicare su un giornale allora quei testi vanno bene in una rivista è una domanda un pomo molto empiriche anche difatti lui ha risposto molto positivamente perché evidentemente aveva in testa proprio questo
A dei testi e così è stato ha scritto due testi che in effetti non potevano essere collocati né in un suo libro nei potevano essere accettati
Dalla dalla Stampa dalla stampa quotidiana giornali dei settimanali ecco riflettendo su questo punto che fu diciamo il mio piccolo presuntuoso e scherzoso esame fatto all'amico Walter Siti però ho capito anche una cosa e cioè che effettivamente nel sistema comunicativo culturale comunicativo attuale esiste diciamo una pretesa di totalità
Di totalità cioè di rappresentazione totale di ciò che è la sia la cultura sia la chiacchiera culturale che lui in un certo senso non lascerebbe nessuno spazio a chi poteva venire in mente di fare una rivista soltanto a chi sente questa totalità
Fondata sull'eccesso comunicativo la sente come una forma di censura
In realtà è una forma di censura che non è una censura ideologica
Ma sta di fatto che ci sono dei testi che non potrebbero essere pubblicati nei dall'Espresso de dal venerdì né però nemmeno dal foglio perché ha delle posizioni di un certo di otto anche soltanto perché è giornalismo il giornalismo e il talkshow e i bestseller
Messi insieme possono credere di occupare l'intera gamma dell'espressione della comunicazione culturale e invece né censura no una certa quota
Chi poteva a chi poteva venire in mente di fare una rivista come questa se non altro a tre passi no in realtà non siamo pazzi ma questa cosa diciamo fisiologicamente veniva intuita rifiutata
E avvenuto recentemente un piccolo episodio io adesso non voglio per niente drammatizzano perché scusate il termine me ne frego di uscire su Robinson della Repubblica però all'inizio della settimana si disse Chiesa avrebbero anticipato due articoli del secondo numero della rivista su Robinson dopo tre giorni
Ci hanno ripensato
Forse li hanno letti per la prima volta
E hanno capito che non danno allora hanno invitato due stranieri naturalmente gli stranieri sono diventati gli agenti della censura nei confronti di quello che in Italia non si può dire lo straniero sempre un ospite sgradito
Perché no siamo così provinciali che naturalmente tutto ciò che avviene tutto ciò che avviene tutto ciò che viene scritto da chi insegna a alle cose de sotto il cliente ho creato a Stamford o alla Columbia Diversity o a Cambridge e naturalmente vale più di quello che succede in Italia
Questa è un vizio servile che ci perseguita da decenni da anni da secoli forse e non se ne viene fuori c'è il fatto poi di fondo che sostanzialmente il esiste una critica esiste la critica che significa la critica significa che vedete voi i libri che sono messi nello scaffale in cui c'è scritto criticano
La critica è quella che critica ora la critica che critica sembrerebbe pleonastico dirlo sembrerebbe così superfluo in realtà la critica il critica non è bene accolte non sono le ben accolta
Si preferisce che non esista
Perché dà fastidio al mercato dà fastidio agli autori dà fastidio alle editori ed è appassito perfino ai lettori non solo che non la leggono perché non la leggono
Ma perché non vogliono essere disturbati né leggerla di sottostare a ciò che il momento vuole
Se notate lo stile medio di comunicazione culturale l'Apologia e le Fazio
Ed ecco a voi il grande comico ed entra un con Lione
Presto è il più grande dei nostri ed entra un altro sorso
Voglio dire insomma
Tutti devono essere grandi grande quando dici con i giovani io mi meraviglio di quanto spesso si usa
Alla grande è già da persone mature fastidiosamente mature ma e il giovane dice grande alto sei un grande non momento vacci piano
Ormai anche gli studenti universitari comincia a dire così mandò perché tu sei grande
L'ho detto una studentessa di un mio amico
Bravissimo universitario mi diceva grande retto ho detto a voce alta perché sentisse anche sommesso senti grande è un aggettivo che sarebbe bene usare soltanto per i defunti
Fino finché siamo in vita possiamo diventare piccoli quindi per fortuna continua ad esercitare la critica perché altrimenti quello che sta avvenendo è che una cultura senza critica diventa obesa
Una delle mie migliori idee degli ultimi dieci vent'anni l'Allegoria
Dellas del sistema culturale confrontato con il sistema diciamo corporeo con i vari sistemi che reggono diciamo l'equilibrio corpore umano
Cioè il sistema neuro muscolo cioè muscolare o scheletrico muscolare locomotori o per cui uno si muove
Cioè quello naturalmente digerente
Lo conosciamo bene i nuovi bond USA italiani respiratorio si vedono tutti questi sistemi che sono i vari generi letterari c'è il romanzo cioè la polizia cioè la saggistica accademica ma la critica che consente quale sistema ecco mi sono inventato che
La critica e il sistema endocrino
Nessuno pensa mai al sistema endocrino
Ma avete idea
Di che cosa succede all'equilibrio corporeo quando il sistema endocrino non funzione
è un disastro cioè si diventa mostruosamente magari mostruosamente obesi come succede oggi la nostra cultura e insieme mostruosamente maggiore
Non voglio evocare i nomi o cognomi che abbiamo a che fare con il magro ma insomma ma molto magra o tremendamente obesa
Cioè tutte scrivono romanzi cioè la narrativa è diventata così di uso comune quotidiano che chiunque una rotore i critici si sono arresi non parlo di me
Ma parlo dei professionisti dei più infaticabili professionisti dei più resistenti alla fatica notturna e diurna come Giulio Ferroni ha rinunciato non ce la fa più
Dopo aver fatto un saggio Ali all'inizio del due mila in cui ce n'erano non solo cinquanta chiamano ordinato un saggio di quaranta pagine ha scritto ottanta per cercare di non castigare nessuno vediamo tre
Adesso vedo ma perché non lo riaggiorna Igwe chador guarda non ne posso più ne sono arrivati altri cento come faccio non posso leggere tutto
Questa obesità
Ora una rivista le rive esistito un periodo
Periodo in cui le riviste erano molto importanti le riviste erano un luogo che veniva considerato dal giornalismo culturale come nel pericoloso perché dagli anni sessanta settanta
Il giornalista intelligenti o che non voleva dire delle cose stupide ho sbagliato io o superficiali prima di prima di mettere nero su bianco andava a sbirciare nelle riviste militanti cioè no fin troppe
Per capire che cosa dicevano le riviste che cosa si diceva nelle riviste perché le riviste erano l'avanguardia
Il giornalismo era la retroguardia adesso il giornalismo crede di essere l'avanguardia
Nel giugno non è un caso che i giornali sono diventati sempre più obesi esista un'enorme quantità di recensori ma c'è una differenza radicale tra il censore il Cristo è il recensore il critico il recensore chi naturalmente per con serbare il suo fair play per guadagnare un po'per non entrare in conflitto con nessuno difatti tutte le recensioni dei difensori sono benevole sono benevoli
A meno che non si tratti di qualcosa che abbia a che fare con la politica della politica si diventa dei cannibali degli antropofagia
Nella cultura c'è un'omertà
Raccapricciante
Se si prova a criticare culturalmente o a fare la la satira quante interessante la satira politica non serva a niente
Non fa altro che di reato a quelli che la guardano quello che già sapevano
E la satira culturale che non c'è la critica e la satira culturale non ci sono l'alta cultura
Può avere delle cadute tremende anzi ancora più tremende perché l'alta cultura cade dall'alto
Si sa che chi cade dall'alto si stra cella peggio e nessuno lo dice
I filosofi non discutono tra loro esistono scuole filosofiche tra loro inconciliabili ma mai si scontrano fargli analitici
E i continentali thai Illy diamanti di Wittgenstein e quelli di fai vedere non c'è mai dialogo non si scontrano ma non se lo dicono ci vuole non specialista per dire qualcosa notte chavista interessato vagamente alla filosofia
Siamo stretti cioè fra nel in una tenaglia da un lato la cultura e il culto il mito il feticcio l'idolo del bestseller
Il bestseller che cosa fa
In un mondo in cui più libri significa meno liberi
Perché sono troppi
Come si fa a diventare liberi in un mondo in cui i libri sono troppi
Si compra un bestseller
Si entra in una libreria
E invece di mettere in imbarazzo il povero commesso chiedendogli qualcosa come mi ricordo una volta Benazzi entra in una libreria chic
Chiedendo scusi vorrei una edizione dell'Orlando Furioso risposta Pucci
Non abbiamo libri scolastici
E lasci che la signora non si rendeva conto che la bestemmia
Allora che cosa succede che se invece si vuole essere bene accolti si entra in una libreria e si dice voglio l'ultimo libro di non faccio nomi
E subito quello ce l'ha sottomano e terrà
E tu esci gloriosamente accolto nel mondo della cultura come uno che sa il fatto suo cioè che insomma mica si scherza bisogna leggere il bestseller perché questo semplifica le migliaia le centinaia di altri libri stipati nei nei negli altri di piani o piani superiori inferiori cantine
E scaffali nascosti naturalmente vengono tranquillamente ignorati non si fa nemmeno il giro della libreria per guardare se ci sono certi autori censiva accese nessuno cerca più darsi computer ultimo l'ultimo successo
Questo naturalmente
Chi proviamo chiamare censure a tutto questo voglio dire il bestseller desertificata l'ambiente culturale
Cioè riduce brutalmente quella che in ecologia si chiama la biodiversità la bio diversità culturale
Si compra quello e basta leggere quello o due in un anno tutto lì
E si vede anche dalle manifestazioni come questa come quella di Torino flussi fiumi di gente che vanno a vedere non si sa chi
Non si sa chi
In una presentazione di Sandro Penna organizzata dalla Regione Umbria uno dei maggiori poeti del Novecento c'erano venti persone ce n'erano cinquecento a sentire
Il mistico Enzo Bianchi
E
Il mistico
Politico Asor Rosa che si guardavano l'un l'altro
Cercando di misurare qual era la voce più grossa fra i due effettivamente dal viso di Asor Rosa vedevo che era intimidito da Enzo Bianchi perché la voce dalla caverna era più potente a casa sua
Alla domanda ma lei come passa le sue giornate
Enzo Bianchi e io ascolto
E io ascolto
Il neo assessore
Cazzola questo ascolto
La platea ipnotizzata da questo collisione che sembra hobbistico
E che è riuscito a far scrivere su di sé un libro così in cui tutti hanno detto la loro perfino Calasso perfino l'editore di Lecce ha scritto su Enzo Bianchi
Facciamo questa rivista contro tutto questo grazie
Chissà con tutto questo e magari anche qualcos'altro
Io vorrei dare la parola Matteo Marchesini che insieme anche a Paolo Febbraro
Redazione della rivista
Avete già sentito credo la differenza tra due dei direttori poi ce n'è un terzo che ancora molto
Molto diverso dagli altri due
Giorgio Manacorda
Passa nel lo si vede nei saggi lo si vede un po'in tutta la sua attività e quindi anche in questa rivista dalla con una prosa così da da da stambecco rapidissima dalla poesia alla filosofia alla metafisica
Alfonso Berardinelli diffida di tutte e due si è occupato molto di poesia ma ne diffida e diffida più che mai come avete visto della metafisica e in mezzo c'è Walter Siti che un romanziere come è stato detto e che anche in questa Rivista scritto alcuni dei saggi più potremmo dire realistici sociologici nel senso migliore del termine
Giorgio all'inizio ha letto quella sorta di di decalogo su cui pure forse appunto i direttori non erano del tutto d'accordo e si dice che questa non è una rivista di critica ovviamente lì per critica si intende la critica letteraria
Credo perlomeno
Però avete sentito la quella critica non nasce nella modernità come critica letteraria
E semplicemente la letteratura per molto tempo è stata una caratteristica fondamentale della nostra cultura e quindi era un sintomo importante oltre che di per se stesse era un sito importante per capire cosa succedeva la società oggi forse lo è sempre meno la letteratura meno spazio nella cultura la poesia qui oltre i direttori ci sono due poeti Renzo Paris Paolo Febbraro che leggeranno credo dei versi inseriti nei due numeri dell'età del Ferro la poesia e ancora meno importante meno visibile all'interno di quell'insieme sempre più piccolo che è la letteratura
E capita per questo che alcuni critici nel senso ampio del termine scelgano altri sintomi altri testi di cui occuparsi forse in parte anche il caso di Berardinelli che sia allontanato negli anni sempre più dalla letteratura e che una volta mi ha detto che forse capisce più cose entrando in un supermercato e guardando e guardando la gente io se penso ai miei coetanei
Sapete che quando le
Gli ambienti si restringono capitano due cose resta non persone molto ostinato e testardo ossessionante
Da un settore da una disciplina da un'arte da una tradizione oppure chi la vive in maniera come deve tradire nerd visti Canzo andar giocatori di giochi di ruolo
Quindi molto spesso tra i miei coetaneo vedo che i critici più interessanti non sono critici letterari ma sono ad esempio critici di serie televisive
Di costume mediatico e non solo
Nel nello stesso tempo il l'ammirazione il disagio che io provo davanti a loro così provo a spiegare anche perché ho scritto le cose che ho scritto su questa rivista altrove
Sta nel fatto che hanno una fortissima inibizione verso ciò che invece la letteratura continua a darmi cioè una fortissima inibizione verso la la la riflessione la messa in crisi davanti alla vita della vita quotidiana
L'analisi della vita quotidiana che significa anche analisi del pathos dei sentimenti
Appartengo una generazione in cui la formula che di solito vale per la comicità
Sapete no comicità uguale tragedia più tempo vale anche per la tragedia tragedia uguale tragedie più tempo cioè si concede di solito il tragico quello che nella vita quotidiana viene chiamato drammatico soltanto quando eh già canonizzato ha già già dorato dalla polvere della storia altrimenti tutto viene sommerso
Da un'ironia e da un'autonomia che poi è di superficie ma che poi i la società sempre più mediati data dissolve il perché alcuni dei personaggi di cui parlavo Alfonso poi se li rivedi riveli continuamente possono essere ridicoli finché vogliono ma in realtà si impongono con la loro sola
Massiccia tautologica presenza in fondo è quello che politicamente è successo in questi anni credo da da Grillo a Trump
Quindi questa è una rivista di critica in senso ampio
Ed è una rivista fatta anche da persone che quasi tutte si sono occupate di letteratura oltre che di politica oltre che in di altro quindi la letteratura è molto presente
Ma è presente nel suo rapporto con tutto il resto con ciò che letteratura non è e per esempio nel secondo numero appena uscito ci sono due pezzi uno di Walter Siti uno mio che affrontano un tema quello delle teorie cosiddette Bío poetiche della letteratura che sembra un tema specialistico ma non lo è cioè mentre nel Novecento molte estetiche hanno provato a concepire la letteratura partire dalla filosofia dalle scienze umane
Oggi che in generale la cultura umanistica molto debole
La letteratura ma direi più i dipartimenti universitari in cui ci si occupa di letteratura e non solo tenta di attaccarsi ai più forti più forti che sono i biologi licenziati della mente le neuroscienze
E come dice Walter Siti come tento di dimostrare nel mio saggio questa è quella che una volta si sarebbe chiamata ideologia nel senso marziano di falsa coscienza di Kindle di di copertura
Di qualcosa invece di reale che viene nascosto che è la marginalizzazione appunto dei saperi umanistici ci si attacca
Non facendo un favore a questi saperi Manzi rendendoli puramente decorativi
A qualcosa che è più forte ma in costruzione in questo modo si finisce per fare troppa poca scienza perché evidentemente queste tre vie politiche non sono fatte da biologi dell'euro scienziati nelle neuroscienze che descrivono l'uomo come da migliaia di anni da decine di migliaia di anni possono
Definire che cos'è una singola opera letteraria una corrente letteraria un clima letterario è come parlare dell'Uccello di un'isoletta minuscola
Ma troppa poca letteratura appunto non c'è alla fine nello cenno nell'isoletta
Leggendo questi libri scritte un po'si ha la sensazione non di rivedere quella scena di due mila e uno disse nello spazio viene lanciata in aria un osso un'amigdala di quelle intagliate di cui ci parla l'invio poetici delle letteratura e improvvisamente la vediamo arrivare su
E diventa l'Ulisse di Joyce ma noi non sappiamo cosa c'è in mezzo non ci fanno vedere cosa c'è in mezzo
E credo che uno dei temi della rivista sia proprio quello degli equivoci a cui è sottoposta la letteratura e la cultura umanistica nell'epoca della sua emarginazione
E su
Tempi si tenta tentiamo tutti in modi diversi credo di risalire la corrente delle ideologie che si formano in questi casi come delle croste sui saperi
Proprio perché si emarginati con mossa falsa si tenta di aggrapparsi a un carro di vincitori
Che rende la letteratura ancora più influente di di quello che ancora meno influente ancora primi influente di quello che perché la la l'atto di leggere l'atto di parlare di letteratura
è qualcosa di come dire di di solitario che prevede una conversazione tra poche persone che si adatta male anche ai festival lo alle fiere e quindi figuriamoci
Figuriamoci quando deve decorare contesti che che non la riguardano
A proposito di critica c'è in questo ultimo numero anche un saggio di Alfonso Berardinelli in cui parla dell'opinione che un grande critico americano Edmund Wilson a precocemente avuto Sumatra Pound opinione completamente negativa
Si può pensare ciò che si vuole sia di Wilson sia di Pound non è qui il punto il punto la domanda e come mai un critico un critico che viene ritenuto da tutti
Un grande critico oltre che un grande saggista fermo
Si può dire dato che è morto da un po'di tempo sì sì è vero la cosa che dice Alfonso vera il più grande il più straordinario il più incredibile schiaccia tutti perché poi le immagini sono anche le stesse immagini che abbiamo della politica in questi anni non l'Autore che asfaltato tutti più o meno
Ecco invece Edmund Wilson è un grande critico allora se lo si considera tale e l'opinione ecco praticamente insomma unanime
Come mai non si discute la sua idea quando si discutono alcune delle sfide fondamentali ed evidentemente meno comode è la stessa domanda che in piccolo mi sono fatto io su son Giacomo Debenedetti il più grande critico del Novecento venerato da tanti
Giacomo Debenedetti pensava che il più grande poeta e novecento fosse Saba non sentiva sentiva molto poco Eugenio Montale un grande critico del secondo Novecento ammirato da tutti Luigi Baldacci pensava che Moravia fosse grandissimo
E che il suo stile di plastica oggi così poco apprezzato fosse meraviglioso e pensava invece che noi apprezziamo sempre di più calda
Perché lo apprezza una lui diceva una borghesia suprema mente vogliosa di accettare il diverso delle infrazioni linguistica a costo zero ma così su cui si possono scrivere tomi e tomi di chiose
Si può pensare ciò che si vuole su tutto questo però come mai non esiste una disco di che cos'è il sintomo la mancanza di discussioni non noi anziché demistificare riscrivere rivedere così come sanno fare
Il passato chiedersi se la cultura che abbiamo ereditato
è quella che vogliamo siamo pronti a mitizzare il presente anziché chiederci non so se Vittorio Sereni o Eugenio Montale o Alberto Moravia hanno il posto giusto nella culture nella letteratura del Novecento siamo pronti a dare il nove la Valerio Magrelli allora forse
Questo non è sano credono non è sano
E prime è stato evocato un altro tema non sono così diverso e le cose che succedono nel mondo culturale da quelle che succedono nel mondo della politica
Una delle cose più incredibile che gli intellettuali italiani di scrittori specie quelli che fanno la recita dell'impegno si sentono migliori del ceto politico
Non non viene quasi mai in mente che c'è un rapporto tra le due cose
Che ci sono i Grillo Iren sì i Berlusconi i Salvini della letteratura italiana e della cultura italiana
E che quando si parla di perdita della memoria nel ceto politico questo corrisponde a quelle che Fortini chiamava le periodiche discese in lette dei ed è un nome
Degli intellettuali italiani che non certo punto c'è una moda culturale questa moda vige per dieci anni poi improvvisamente questa moda cade se la dimenticano tutte passano ha un'altra idea o ideologia
Ma non discutono la ragione per cui quella moda ha trionfato ed è caduta perché il problema non è cambiare idea il problema è la mancanza di discussione così come i ceti politici vengono spazzati via uno dopo l'altro senza che ci sia una reale discussione su su tutto questo volevo chiudere dicendo una cosa sulla
Sul tema della benevolenza delle recensioni esistono anche le stroncature ma di solito sono le stroncature fatte da chi pure
Viene comincia a essere percepito da un sistema mediatico di inizio meno di nicchia come lo stronca Tore o come cioè la parodia della stroncatura no
Cioè e non è vero che esistono molte recensioni benevole vero che esistono anche delle stroncature rare ma è vero che sono già previste perché lo stroncature diventa una specie di di showman insomma ma una specie di di di ma succede ogni tanto penso ciò che fanno magari sui Jones i grandi giornali succede meno ma succede per esempio è capitato allo stesso siti con col suo bruciare tutto no di avere questa questo fuoco di fila anche dai grandi giornali
Sui giornali più piccole è facile trovare penso al giornale ad altri quotidiane facile trovare la figura dello stroncatura un poco un po'Parodi Ca'però no un po'qualcuno un po'Grossi è insomma ecco il problema è invece
Appunto anche qui la la la la la dose di
La dose di argomentazione e di critica una delle cose che ecco su questo volevo chiudere una delle cose
A cui secondo me questa rivista potrebbe servire eh
Rompere la censura di cui si diceva rompendo quella sorta di input
Buona falsa coscienza che si ha quando si dice e lo si dice da molte parti o si fa capire da molte parti ma insomma ma cosa sta cosa volete criticare di cosa volete parlare se criticate siete a disagio siete invidiosi oppure siete
Siete infantili siete puerili volete
Fare la Pupulin pubblico è un atteggiamento diffusissimo diffusissimo
I critici oggi scrivono libri in cui mettendo le mani avanti dicono qui non troverete delle tabelline cui votino per favore non siamo scuola su via no
Siamo seri parliamo della realtà oggettiva ovviamente chiamando realtà oggettiva ciò che i media e l'università hanno messo sul loro tavolo da due anni quindi oggettività
E e questo atteggiamento presuppone che chi
Rompere quella sorta di omertà di cui si diceva prima sia una sorta di grillino culturale cioè ha bisogno di crearsi un avversario ad hoc che ha un avversario appunto Parodi con avversari urlante
Mentre invece questa rivista le persone che sono qui non sono così anche nelle critiche più radicali non sono così piacerebbe molto a qualcuno che fossero così vedo che oggi è appena uscito un libro di Baricco un saggio non l'ho ancora letto
Di solito quando ho letto i romanzi mi sono sembrati kitsch non riusciti e non riusciti ma Kitchen mentre invece alcune cose saggisti che mi sono sembrati interessanti come tanti articoli di giornale che ho letto in questi anni non particolarmente ma però la cosa che mi ha colpito è che alcuni giovani intellettuali molto armati davvero con con molte armi a loro disposizione
Hanno come fondato in questi mesi una piccola parte della loro visibilità e quindi della loro identità pubblica dicendo io scrivo un un articolo un piccolo saggio a favore di Baricco dimostrando con coraggio
Che Baricco vale come dire
Io non sono un vecchio trombone umanista cioè il bisogno di identificare la critica con il dirigismo culturale e questo tipo di reazione di riflesso immediato io difendo ciò che in realtà è già difeso benissimo
Con una sorta di atteggiamento Pseudo anticonformista
Per cui è un aspetto da da da un po'di tempo che qualcuno per strada mi mi prenda così a manate sul petto come si fa nelle discoteche riserve a cosa è contro Baricco e qualcosa hai qualcosa senza che abbia detto niente perché più o meno l'atteggiamento e questo io non ho niente da dire tra l'altro
Ecco questo tipo di atteggiamento che si sente out anticonformista un atteggiamento sempre più diffuso che non a volte non non capisce non riflette sul fatto che è una sorta di identificazione con con l'aggressore o per lo meno con con lo spirito del tempo
Il fascismo che è stato il regime sia chiamato rivoluzione per vent'anni la rivoluzione fascista per vent'anni il più spietato regime monopartitico accedesse chiamato rivoluzione
In Italia non è
E e e e chiudo con uno degli aforismi che avevo stampato sul primo numero sotto una un titolo poi diventato il titolo di una rubriche per gli umani Tears
Per stabilire qual è la differenza tra gli studiosi di letteratura il senso critico ci ci sono dei professori di letteratura allora c'è un c'è un un uno scrittore che quasi nessuno oggi ricorda si chiamava Virgilio Brocchi era un narratore socia al sentimentale qualcuno se lo ricorda
Che ha inizio Novecento andava ma grandi tirature per per per quei tempi
C'è un altro narratore che pubblicava nello stesso periodo si che invece qualcuno di voi avrà più presente si chiama Federigo Tozzi
Ora ci sono dei professori che quando studiano il passato e hanno quindi una bibliografia alle spalle
Scrivono libri su Federigo Tozzi ma appena affrontano il presente e la bibliografia manca
Quello che amano in realtà sono gli eredi di Virgilio Brocchi e credo che parte di questa rivista sia fatta anche per ricordare questo tipo di atteggiamento e per se non scalzarlo metterlo in discussione grazie
No io forse vi leggo qualche poesia un paio di Poesie
Volevo giusto aggiungere
Facendo il mestiere di poeta
Mi trovo
Ogni ogni tanto nella ogni qualche anno con cinque sei anni
Nella sgradevole posizione di avere un libro di poesie mie pubblicato
Ed è un momento terribile perché tu realtà non sai cosa farci con questo libro cioè non sei più che farci
E perché non sa che farci perché senti non solo che ci hai lavorato che hai scelto che ti se eletto che ti sei fatto anche aiutare a leggere
Che hai fatto un'opera un'opera coordinata con una raccolta ma un libro I cioè pensato ha investito molto in quelle in quelle cose ti sei riletto ti sei modificato virgole parole versi ma che hai creato quello che un tempo era riconoscibile come un opera di cultura assolutamente insostituibile in quanto tale cioè la Poesia
Come come si fa la Poesia
E e la cultura come solo la polizia può essere cultura
Però non si è più che farci
A chi lo mandi
Chissà chi se lo legge
Poi vedo qual è l'organigramma di questa rivista e vedi tre direttori Giorgio Manacorda Alfonso Berardinelli Walter Siti
Poi vedo Paola Del Zoppo Matteo Marchesini già Copán tre moli
E dico bene ecco già
Ecco già cinque o sei persone a cui mandare libero
Ecco Edoardo Zuccato ecco Gabriele Tanda ecco
Ecco altre Renzo Paris ecco altre persone che sono cinque o sei a cui posso mandare libero che magari lo non reggono magari addirittura lo capiscono
Temo che al di fuori di questa di questo rettangolo qui
Davvero è rimasto molto poco
Temo prossimo anno di avere di essere in questa emergenza programmato un mio libro per la prossima al prossimo autunno
E stanno davvero in questo imbarazzo in questo confortevole confortato
Imbarazzo Enza so che avrò queste persone
A cui mandare un libro di poesia
Questa cosa così
Diffusa oceanica ormai e ma ma nel modo in cui la concepisco io così inattuale così rara e così quasi impossibile
Da far paura anche a me
Che pure ho cinquantaquattro anni e vengo da un altro dall'altro secolo da un'altra generazione
Un'altra cosa
Il portare riportare la la poesia l'arte
Al centro
Rimettere al centro la potenza mio se logica dell'arte della poesia
è curioso quello che sta accadendo in questa Rivista già dal secondo numero già dal terzo numero perché sta simboleggia già pronto uscirà in febbraio ha già un po'ne conosco mi conosco i contenuti almeno parte di essi quello che sta accadendo e che un poeta come Manacorda che anche saggista e anche narratore
Un saggista come Berardinelli che è stato anche Porretta
Un reattore come siti che anche saggista e Marchesini che saggista è anche poeta anche narratore
Stanno creando con questa rivista con questo ormai quasi paradossale taglio
Di scrittura che non è il libro e che non è l'articolo ma questo saggio di cinque dieci dodici pagine quindici pagine
Altrimenti impubblicabile quindi altrimenti scomparso completamente scomparso
Perché non ha dato neanche al web che riguarda poi consuma le cose che pubblica le la rende quasi quasi invisibili se non hanno quella velocità quella rapidità quella sinteticità
Bene con questo taglio
Questi tre protagonisti questi tre amici
Un po'più grandi di me e anche Matteo Marchesini Giacomo Pontremoli
Io stesso probabilmente stanno creando una scrittura ibrida
Poetico saggistica
Qualcosa di di nuovo
C'è i questa questo strumento talmente inattuale talmente poco talmente gratuito oggi è poco abituale
Che si sta creando il suo stesso la sua stessa lingua la sua stessa forma
Questo è estremamente interessante
Questo rende un'operazione del genere nient'affatto nostalgica menta Falco Mietta fatto rocciosa di resistenza diciamo così invece anzi molto propositiva molto interessante
Molto limpida molto liquida molto capace di di auto crearsi e di andare a
Davvero a quello che diceva il fuso poco fa no a ad occupare dei luoghi che altrimenti vengono misconosciuti completamente
Vi leggo davvero due due poesie io stessa Cornel nel dare ai tre direttori delle polizie per il primo numero ho pubblicato delle poesie che erano mai poesia anche antiche abbastanza tigri vent'anni vecchi di vent'anni non ho mai pubblicati nessun libero
Non perché fossero brutte ora giudicherete voi insomma non non non per questo non per ragioni estetiche perché non entravano nei miei libri nel mio discorso nel discorso di quel libro
Viscoso nonché precede libero ma che il libro è realtà e quindi l'avevo escluse per anni dalla prima raccolta dalla seconda alla terza la quarta
E quindi però sono comunque poesie che forse fra hanno quel carattere ibrido e quindi finalmente dopo tanti anni per per per questa evenienza hanno trovato la loro fede vi leggo
Un un desolato scherzo che si chiama catodica mentre
Acceso il televisore un po'stancamente per essere sincero senza pensare a niente
Vide apparire un tipo vestito elegantemente con l'aria sicura di chi trasvolata sulle frequenze appollaiato sulle antenne ti parla catodica mente che disse risulta rivolto a me immancabilmente che tu sia non fumatore non credente con meno di tot al mese lavoratore dipendente produttore di reddito appena sufficiente in vacanza ad agosto ma non sempre di spesa al supermercato e non dettagliatamente
In coda nel traffico mattutino con lo scarico conseguente pronto al rinnovo contrattuale del personale docente
Per una nuova determinazione di orario e funzione dirigente hai l'ansia l'insonnia problemi all'apparato digerente
E qui alla luce di un'intenzione concepita segretamente mi disse attento a cambiare canale andresti nella colonna dell'audience perdente
Hai avuto fra i primi allergie è un male del nostro tempo in diffusione crescente eppure se avrei di certo lo è anche la decisione di curarsi o meno praticamente ma bada alle statistiche
Aggiornate continuamente di chi per lo stress eccessivo non ti diventa impotente
Attento ai diritti civili difensore dell'ambiente sei marzo del mio diagramma sei sulla retta ascendente ma al margine dello schema quota parte della gente
Io leggo i processi effimeri lo faccio durevolmente per fare che il nulla pressato diventi più conveniente più accetto a un tipo The medio basso acquirente
Adesso che tiro la riga
Identico a tutti i diversi se il nostro ormai veramente
Io spensi il televisore visitina trasmittente cercai di forzare la rima fallendo miseramente nell'anima ma era rimasto ombra fumo Buy io niente
Quattro versi si chiama somiglianza
Anche una una cosa anti metafisica buono è il signore ed è un i potenti e è immenso eterno il cielo ha per stanza gli vorrei chiedere data l'immagine che cosa intende per somiglianza
Bene dopo le la lettura di queste due Polesine come vedete sono poesie che sono che annacqua anche qualcosa di divertente no B se le tirata sì va non per caso voglio dire è una rivista in cui ci sono nel primo numero le poesie di Paolo nel secondo quelle di Renzo ma appunto non problema non è per lo per la nostra rivista pubblicare dei bei versi non è una rivista di polizia in questo senso anche la polizia serve a alla allo spirito della rivista che io vorrei quasi dire forzando forse un pochino in realtà lo di poi c'è questa parola cenni pare nel decalogo in realtà forse proprio anche una rivista politica politica non nel senso che diciamo usuale o giornalistico o delle riviste che si pongono in termini politici ma di una volta si parlava di politica culturale ecco non è che io penso che questa rivista faccia della politica culturale ma fate fa politica nel senso che vuole lui mettere in discussione anche i temi politici però in una chiave che appunto non è quella della politica immediatamente c'è sempre in apertura
Della rivista un un c'è un saggio d'apertura che non chiamiamo editoriale non aspira neanche esserlo però in qualche modo io lo è
Nel secondo numero c'è un saggio di Walter Siti che parla delitto oltre politici
Però come te altro Agaci cioè come legge little politici secondo categorie che non sono le usuali categorie ivi diciamo in chiave politica per non parlare del mio saggio di apertura del primo numero che
Ne parli tu va be'allora non le parlo io che meglio democratico avevano però dobbiamo dobbiamo piove chiudere io volevo solo lui riportare l'attenzione su questo aspetto ecco la parolaccia non l'abbiamo ancora tenta però è una riviste a modo suo militante
è proprio una rivista militante non troverete il saggio su Montale o o o che ne so su Foscolo ma interventi questo è il punto è una rivista di interventi
Può venire no metodico due parole perché in realtà per capire questa rivista sarebbe bene leggere l'editoriale del primo numero è stato scritto da Giorgio Manacorda sull'ossimoro appunto l'accostamento dei contrari
USA figura retorica usata per spiegare il conflitto fra noi europei i giovani terroristi islamici
Lo scontro fra due ossimori da un lato ci siamo noi che diciamo di credere nella dei non credere cioè noi non abbiamo più la fede ma questa è la nostra fede
Che è un ossimoro da cui non riusciamo nemmeno noi come si fa a credere se noi siamo quelli che non credono
Dall'altro ci sono i figli dei primi della prima generazione di immigrati che si trovano a dover credere in qualcosa che ormai fuori contesto perché hanno ormai assorbito la cultura del continente in cui sono immigrati
Quindi in un certo senso il loro è un né terrorismo per impossibilità di uscire dalla propria contraddizione
Di sapere di avere un'identità che gli impone di credere e nello stesso tempo di condurre una vita che non ha più a che fare con la loro fede e quindi no è veramente diciamo un saggio
Direi una volta si usava molto questo termine emblematico del fatto che di di come funziona questa rivista
Del concluderà unito che abbiamo pochi minuti io vorrei rubare a Renzo Paris e che al sito le pulizie del secondo numero di vorrei rubare il ruolo la voce leggo io una polizia sua perché perché mi piace perché una voi sia anche qui voglio dire del suo carattere sociologico decidete voi ma certo è che il suo titolo
Il luglio parla parlando di sé sono un dollaro che cammina
Sono un dollaro che cammina
A passeggio nelle cittadine africane
Ma oggi mi succede anche nel mio quartiere
Mi chiamano capo papà Siro
Mentre a Borgo con la forchetta i maccheroni o al bar parlo con un amico al telefono e sono seduto o sono seduto su una panchina dei PAC degli parchi pubblici mi chiedo
Se questo assomiglia al popolo cantato dai poeti che amo
Se i migranti assomigliano ai baraccati delle periferie
Cosa avrebbe detto Pasolini
Il popolo di oggi
Riappare nella bocca dei sopra misti razzisti ed è come se parlassero di un algoritmo
Cammino a passo lento nella mia città come fossi il migrante di me stesso
Comunque non è una rivista di poesia testa è chiaro e non è neanche una rivista di letteratura come si intende tradizionalmente il problema di questa rivista è che non ha un pubblico preconfezionato
Ovvero sia non si rivolge a che si occupa di poesia o a chi si occupa di letteratura un magari che ne so chi si occupa di politica estera
L'aspirante scommessa di questa poesia di questa poesia si di questa rivista
è che crei il proprio pubblico una cosetta da niente grazie